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Nagisa98

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6,5
Nel 2007, lo studio Xebec M2 dà alla luce “Hitohira”, anime di dodici episodi tratto dall'omonimo manga scritto e disegnato da Izumi Kirihara.

La serie vede come protagonista Mugi Asai, liceale estremamente timida che fa molta fatica a interloquire con altre persone, arrivando addirittura a non spiccicare parola quando diventa troppo nervosa. Suo malgrado, viene costretta ad iscriversi al Club di Ricerca Teatrale dalla presidentessa Nono Ichinose, la quale è decisa a tirar fuori la potente voce che in realtà Mugi nasconde.

Dopo aver visionato il primo episodio, ho pensato subito che “Hitohira” sarebbe stata una bella serie sul teatro. In verità, però, l’anime sembra utilizzare i copioni, i costumi e le recite come pretesto per centrare il suo vero obiettivo, ovvero quello di formare, far crescere e maturare la sua protagonista. Mugi. Infatti, attraverso il teatro imparerà ad affrontare la sua timidezza, riuscirà in imprese che mai si sarebbe sognata di realizzare e a risollevarsi da situazioni difficili in cui era sprofondata tra mille lacrime. Il tutto, inoltre, sarà possibile grazie all'aiuto dei suoi amici e al sostegno degli altri componenti del club. Tale intenzione pare andare a buon fine, almeno sino ad un certo punto della serie: quest’ultima, infatti, dopo l’episodio 9 prende una piega alquanto strana e abbastanza discutibile. Nelle puntate 10 e 11 sembra che tutto quello di buono che si era riuscito a raggiungere fino a quel momento vada completamente a farsi benedire, come se Mugi non fosse mai cresciuta, come se tutto quello passato al club di teatro non fosse mai accaduto, per poi riprendersi, invece, nell'ultimo episodio. Insomma, Hitohira parte e si sviluppa bene, ma verso il finale si perde in un po’ di confusione.

Passiamo ai personaggi: come già detto, su di Mugi hanno fatto un buon lavoro e, se non esistessero le due puntate sopracitate, sarebbe stato ottimo. L’unica pecca della protagonista sta, forse, nella sua natura troppo lamentosa, tant'è che diventa alquanto insopportabile ogni volta che piange. Il doppiaggio non proprio eccelso, poi, non fa che intensificare la cosa. Devo dire, però, che quando tira fuori la sua grande voce è in grado di stupire tutti (e in questi casi Orie Kimoto dà il meglio di sé). Altri personaggi degni di nota sono sicuramente Nono e Mirei, coloro che sono legate al teatro più di chiunque altro. Bella e commovente la storia della prima, ammirevole l’amicizia che esiste da sempre tra le due e che a volte assume connotati abbastanza yuri, anche se molto <i>subtext</i> (per inciso, delle <i>hints yuri</i> sono un po’ sparse per tutta la serie). Gli altri personaggi, invece, pur non essendo completamente anonimi, non riescono a distinguersi e a mettere in luce la propria personalità.

Il lato tecnico non è eccelso: le animazioni non fanno gridare di certo al miracolo, così come il character design e i fondali. Le musiche, fatta eccezione per due o tre OST, non sono nulla di speciale. Opening ed ending orecchiabili, ma nulla di più.

Tirando le somme, “Hitohira” è una serie che procede molto bene fino ad un certo punto, grazie soprattutto a tre buoni personaggi principali. Da annoverare tra i difetti, invece, il comparto tecnico non proprio superlativo e la cattiva gestione degli ultimi episodi. Voto: 6,5.


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npepataecozz

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
E' risaputo che quello della timidezza è uno dei problemi più sofferti durante l'adolescenza; per Mugi, la protagonista di quest'anime, esso rappresenta, però, ben più di un semplice problema, in quanto essa condiziona in maniera estrema la sua capacità di rapportarsi con il prossimo: quando si sente al centro dell'attenzione, infatti, non è che comincia, come accade di solito, a balbettare ma finisce per perdere completamente la voce. Cosciente di questo suo problema, la ragazza cercherà di vivere i suoi giorni delle superiori nel modo più anonimo possibile, senza doversi esporre troppo, sentendosi già appagata per le attenzioni riservatele da Kayo, la classica amica d'infanzia.
I suoi giorni tranquilli, però, erano destinati a finire presto: il club di ricerca teatrale è a caccia di nuovi membri e, a quanto pare, Mugi sembra attirare l'attenzione della sua presidentessa. Ma come può una ragazza così timida pensare addirittura di recitare su un palcoscenico?

"Hitohira" è, innanzitutto, un anime fatto di ragazze e di rapporti fra ragazze; ed è ovviamente diretto principalmente a un pubblico femminile. E se è vero che io sono un maschietto, è altrettanto vero che difficilmente l'autore stesse pensando esattamente a me nel momento in cui ha deciso di creare questa storia.
Il tema principale di quest'anime è il superamento dei propri complessi grazie all'amicizia e all'impegno personale. Se all'inizio, infatti, il pensiero di vedere recitare un personaggio come Mugi poteva sembrare assurdo, ben presto si capisce che l'idea non era poi così campata dato che ciò costringerà la ragazza a sforzarsi di superare il suo limite comportamentale e a crescere sia come carattere sia come persona. Non manca il solito elogio all'amicizia e alla solidarietà fra amiche (che in certi casi assume connotati molto ambigui).

Devo dire di avere apprezzato abbastanza questo titolo, che si è dimostrato essere non troppo impegnativo ma nemmeno troppo leggero. Non ho molto gradito, però, l'ultima parte, piena zeppa d'insopportabili piagnistei che hanno l'unico effetto di rovinare un personaggio che si considerava ormai maturo (anche se nell'ultimissimo episodio si riprende ampiamente dalla sua "ricaduta").
La mia valutazione è quindi buona, anche se sempre nell'ottica di un prodotto nato senza grosse ambizioni e che si limita a fare il suo compitino senza mai strafare nel bene o nel male. Il mio voto è dunque un sette.

Fuby B.

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Fuby B.

Episodi visti: 13/12 --- Voto 8
Mugi è una ragazzina molto timida che, appena arrivata alle superiori, viene ingaggiata dal club di improvvisazione teatrale, i cui membri vedono in lei una promettente attrice.
Hitohira narra la storia di Mugi, che da timida e impacciata impara a farsi largo sul palcoscenico e nella vita di chi le sta a cuore.
Anime dolcissimo e delicato dal finale aperto. Mi è piaciuto tanto per la sua semplicità e delicatezza nella trama, nei colori e disegni, nell'ironia priva di fanservice. Una storia di crescita interiore davvero ben descritta! Non può non appassionare!