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scancanensi

Episodi visti: 50/50 --- Voto 9,5
Un' opera che è veramente riduttivo chiamare "cartone animato", c'è poco da fare. Alcuni anime giapponesi degli anni '70/'80, tra cui questo, hanno una doppia traccia: quella puerile, e quella adulta, spesso molto più adulta di quanto si pensi!
"Kazoku Robinson hyōryūki Fushigi na shima no Furōne" non sarà tra gli anime più famosi, ma è di certo tra quelli che si ricordano! Compaiono, pressappoco nell'ordine, una miscellanea di molti generi: storico, dramma, avventura, didattico, catastrofico, e -a tratti- si abbandona alla comicità genuina.

Ogni personaggio è ben rappresentato e indispensabile: la piccola protagonista- nonchè voce narrante- anzitutto: anticonformista e naturalista convinta, si può dire che l'isola deserta le appartenga. Il fratello maggiore, un giovane artista malinconico, quello che "io non ci volevo venire", è però molto profondo nelle considerazioni sulla vita... il padre a dire il vero è un po' fastidioso nel suo non scomporsi mai, è tuttavia necessario, col suo saper fare tutto (in maniera a tratti ridicola), visto il tema centrale: la necessità di sopravvivere... la mamma, figura perfettamente calata nel contesto storico ottocentesco, amorosa verso i figli, ma, all'occorrenza, non disdegna punizioni corporali! Il fratellino, beh... dolcissimo!

Attenzione: questa parte contiene spoiler

Tom Tom/ Tommy, rappresenta in un certo senso un "segno di umanità" dopo molte puntate di solitudine assoluta: irresistibile il paragone con "Venerdì" del famoso romanzo di Defoe (l'anime è però tratto da "il Robinson svizzero")... infine, il signor Morton, esilarante nella sua bestialità, è il classico "burbero dal cuore buono", nonchè elemento di svolta che, unito all'abilità di Ernest, consentirà il lieto fine, che altrimenti sarebbe stato assai arduo, visti i tentativi falliti.
Si intuisce però, al momento della partenza, un certo rammarico nel lasciare l'isola, quasi un ripensamento sul desiderio del ritorno alla civiltà, tanto desiderato: uno dei momenti profondi di cui sopra, dove ci si chiede quanto sia veramente ostile la vita in solitudine...

E veniamo alla sceneggiatura: disegni stilizzati (tuttavia un' altra opera d'arte giapponese) ma che spesso, come in questo caso, rendono in modo sorprendente... è la riproduzione fedele di un'isola realmente esistente (credo isole Salomone), con tanto di flora e fauna, tipici della zona tra Australia e Melanesia (come i lupi tigrati)... molto fedele anche nei particolari climatici, come l'alternarsi dei monsoni, per non parlare della grotta con sorgente sotterranea, che improvvisamente si riscalda: uno dei momenti in cui si tocca l'apice della suspense! Agghiacciante la scena del terremoto notturno, che spinge a trovare al più presto il modo di lasciare l'isola: un po' come nel naufragio, è uno dei momenti in cui gli sceneggiatori sanno abilmente passare dall'idilliaco al catastrofico, tenendo col fiato sospeso: quel vulcano che prima o poi scoppia, come quella nave che prima o poi affonda, ed entrambe le cose possono succedere da un momento all'altro !

megna1

Episodi visti: 50/50 --- Voto 8,5
<b>Attenzione: la seguente recensione contiene spoiler</b>

Diceva sempre la buonanima di mia nonna: "Questi cartoni sono come i detti di una volta!". E ne aveva ben donde, dato che i proverbi 1: non sbagliano quasi mai; 2: hanno sempre un fondo di verità; 3: si tramandano da generazioni. Senza troppa retorica e giri di parole presentavano la vita così com'è. Schietti e diretti. Agli antipodi dei moralismi surrogati o delle pretenziose lezioni di buone maniere che venivano somministrate in appendice alle produzioni animate americane. Qui di pedagogico vedo poco o nulla, si trattava di vivere alla giornata con quel poco che ci si ritrovava, facendo attenzione a non intaccare l'habitat.

"Quanto vorrei vederci ancora per poter riammirare le gesta di Flo, Annette, Marco e tutti gli altri", mi ripeteva spesso. Ma la scatenata Flo era la sua preferita di sempre. Mia mamma invece tifava per la povera e sfortunata Peline e il suo cane Barone ed io ero perdutamente rapito dalle vicende famigliari di Lucy May.

Le avventure di "Flo, la Piccola Robinson" non si svolgevano sulle Alpi, in un rinomato collegio o tra le fattorie della campagna borghese, ma in una selvaggia e inesplorata isola deserta. Non è altro che una rivisitazione in chiave anime del romanzo "Swiss Family Robinson" (non c'è correlazione con Robinson Crusoe), realizzata con notevole impegno e con uno staff di tutto rispetto. Era già stata adattata numerose volte in occidente al cinema e sul piccolo schermo, ma mai con tale charme. Merito di Yoshio Kuroda e dei singoli registi che si alternavano alla direzione degli episodi, ossia i veterani Seiji Okuda e Fumio Kurokawa. Segno di riconoscimento distintivo è l'anomalo, ma sempre in parte ispirato da Yasuji Mori, pacioccoso e tondo character design di Shuichi Seki, che rende veramente simpatica e sbarazzina la piccola protagonista (per cause di forza maggiore, il duo Kuroda/Seki aveva preso il posto della coppia formata da Isao Takahata e Hayao Miyazaki, tra i principali fautori del fortunato ciclo denominato World Masterpiece Theatre).

Sbarazzina sì, ma anche intraprendente e risoluta. Ha fatto cambiare idea più volte agli affrettati genitori in situazioni topiche, una su tutte quando si trattò di dover scegliere se mangiare oppure no le uova deposte da un esemplare di tartaruga marina. L'ecologia era il suo credo. Una paladina degli animali indifesi. Una proto-Nausicaä. Il motto di quest'opera, almeno nella sua rivisitazione nipponica, è proprio il rispetto per la natura e per ogni essere vivente. Grande attenzione è stata fatta nel riprodurre fedelmente la flora e la fauna presenti a quella latitudine, generando curiosità verso i telespettatori più piccini, i quali venivano ripagati dalle nozioni scientifiche del colto padre di Flo. Lieto fine. Ebbene sì, dopo un anno di vita in tende e capanni, fra avvistamenti di navi e vani tentativi di lasciare l'isola, terremoti e tempeste tropicali, riusciranno (non con poca nostalgia) a raggiungere l'agognato continente australiano (e si stenta a trattenere le lacrime), per diventare connazionali della sunnominata Lucy May Popple.

Capolavori difficilmente ripetibili al giorno d'oggi, almeno secondo me, dato che il digital painting rende artificioso l'impatto visivo: l'effetto finale è tecnicamente impeccabile ma il calore umano che sprigiona è flebile. È come prendere la bozza della "Gioconda" di Leonardo Da Vinci e colorarla con un programma di computer grafica, il risultato sarebbe indistinguibile ad occhio nudo, ma vogliamo mettere le ore e i giorni spesi sulla tavolozza a miscelare tempere e pigmenti per ottenere la tinta desiderata? Oltre a ciò il design dei personaggi è ormai praticamente omologato, e sarebbe un fallimento commerciale sfornare un meisaku monomediale con un chara di derivazione moe. La Nippon Animation aveva sì provato a rimettersi in carreggiata, ma (ahimè) con scarsi risultati, e ora, a parte qualche sporadico film celebrativo, rimane l'ombra di se stessa, abbandonata al mero rango di service studio.


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alex di gemini

Episodi visti: 50/50 --- Voto 8
E' la storia del dottor Ernest Robinson, coscienzioso medico svizzero a metà ottocento che, invece di continuare la vita noiosa a Berna, decide di abbandonare tutto e di trasferirsi in Australia con la sua famiglia, per trovare gente che ha bisogno di lui e non soltanto gli uomini che non sanno smettere di bere e le signore in sovrappeso che ha in cura a Berna. Detto fatto con moglie e tre figli, di cui la mezzana Flo sarà la vera protagonista, inizia il viaggio ma, non molto distante dalla meta, la loro nave fa naufragio e loro, unici superstiti, si salvano su un isola deserta.
E' impressionante quanto possano volerci anni per valutare un anime, a volte. Da bambino avevo visto Flo molte volte, ma accantonandolo come un semplice cartone. Ma a rivederlo oggi lo apprezzo di più e mi rendo conto di quanto mi sia rimasto impresso. Esso é attualissimo, dati i vari programmi in stile isola, ma é molto più reale e autentico dei vari reality. Qui si deve imparare realmente a vivere e procurarsi da mangiare, con nessuno che verrà ad aiutarti e la collaborazione sarà tutto. dato che nemmeno i bisogni più normali sono scontati, non si potrà non vedere la vita reale sotto una luce diversa e non chiederci se molti, troppi bisogni che sembrano irrinunciabili, non siano affatto indispensabili. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati ed indimenticabili. Credo il fascino di Flo, di Robinson e di opere più recenti come Cast Away sia proprio questo, quello di incontrarsi con la natura e di affrontarla, per conoscere meglio noi stessi e lei. Ma anche l'accoglienza trovo che sia un tema di questa storia. Già il fatto di partire per l'Australia non nasce dal desiderio di accogliere chi ha bisogno di noi? E il viaggio in nave non è forse la prima esperienza su una nave per i giovani figli? E l'isola non sarà un incontro scontro con la natura e il reimparare ad essere una famiglia e ad accogliersi? E la salvezza non giungerà dall'aver accolto e salvato un marinaio dal carattere burbero e impossibile? E alla fine non sarà l'Australia ad accogliere noi?
La grafica è tipica degli anni 70 e la regia buona. Molto bella la vecchia sigla italiana.
Questo meisaku, comunque, non deriva da Robinson Crusoe, ma dal romanzo a Swiss Family Robinson scritto nel 1812 da Johan David Wiss a sua volta a lui ispirato. La pedagogia era già presente in questo libro, pensato per insegnare ai ragazzi fisica e scienze naturali. In effetti ci saranno tante piccole ma utili lezioni scientifiche nel corso della storia. Flo era assente nel libro, dato che i Robinson avevano quattro figli maschi, ma è stata inserita per ampliare il target alle bambine. Ma tutto il mondo è paese e, pochi anni prima, nel 75, anche gli americani avevano aggiunto una ragazza nella versione, in formato seriale con attori veri, del romanzo. Una serie intitolata, in Italia, semplicemente, la famiglia Robinson. Detto questo e dato il valore pedagogico per bambini e non solo, date le grandi emozioni vissute da piccolo mai sopite negli anni e il mio pezzo di cuore rimasto sull'isola, come voto finale non posso non dare otto.


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micheles

Episodi visti: 50/50 --- Voto 7,5
Nel 1719 Daniel de Foe ebbe l'idea di raccontare le avventure del naufrago Robinson Crusoe alle prese con il problema della sopravvivenza su di un'isola deserta, problema che risolve brillantemente grazie al suo lavoro e alla sua ingegnosità. Da allora gli emuli di Robinson nella letteratura, nel cinema e anche nell'animazione si sono moltiplicati. «Flo, la piccola Robinson» è vagamente ispirato al romanzo del 1812 «Swiss Family Robinson» dello scrittore svizzero Johan Wyss. Dico vagamente perché vi sono forti differenze, a cominciare dal fatto che nel romanzo originale il cognome della famiglia non è Robinson (nome usato solo nella traduzione inglese dell'opera). Nel romanzo la famiglia è composta di tre figli maschi e non esiste nessuna Flo. L'anime si ispira più alla serie televisiva americana «The Robinson Family» del 1975 che al romanzo originale e la cosa si vede. In particolare si tratta di un meisaku molto più solare e ottimista della media del genere e non ci sono le tradizionali scene strappalacrime.

Le prime puntate sono molto sottotono: in particolare mi ha dato fastidio l'atteggiamento dei genitori che decidono di partire per l'Australia solo se tutti i figli danno l'assenso al viaggio, ma non avendolo partono lo stesso. Anche il racconto del viaggio dalla Svizzera al Pacifico non mi ha convinto affatto. Tuttavia non appena l'azione si sposta sull'isola deserta la serie si alza di livello. Questa parte è estremamente semplice a livello narrativo, si tratta di uno slice of life dal ritmo molto lento che spende puntate a raccontare la vita quotidiana sull'isola: la costruzione della casa sull'albero, della canoa, la raccolta del cibo, la coltivazione dei vegetali, i compleanni dei protagonisti. Intere puntate vengono spese su piccole cose, ma non ci si annoia mai e anzi la serie risulta molto gradevole perché la simpatia di Flo è irresistibile e la psicologia dei ragazzi è molto indovinata.
Le musiche e il doppiaggio d'epoca sono ottimi; purtroppo però la puntata 25 è stata interamente ridoppiata e stona fortemente con il resto della serie: sembra che il doppiaggio originale sia andato perduto. Consiglio fortemente la bislacca ma simpatica sigla originale ad opera dei Cavalieri del Re, mentre la sigla più moderna di Cristina d'Avena è molto anonima.

Il mio voto è superiore al 7, ma purtroppo non posso assegnare un 8. Io sono a favore delle opere fondate sui buoni sentimenti: ma quando i buoni sentimenti vanno troppo a scapito della credibilità storica rimango infastidito e purtroppo Flo suona più come un'opera moderna falsamente ottocentesca (alla Walt Disney) che come un classico meisaku. Si tratta comunque di una visione gradevole e consigliabile a tutta la famiglia.


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lady84

Episodi visti: 50/50 --- Voto 9
Mi mette nostalgia parlare di questa serie, e la cosa è anche paradossale visto che ho avuto modo di rivederla di recente. Indubbiamente una delle preferite della mia infanzia.
Si narra di una famigliola che si imbarca in un lungo viaggio che ha come destinazione l'Australia, viaggio che però verrà bruscamente interrotto da un naufragio. La famiglia riuscirà comunque ad approdare su di un'isola deserta ubicata chissà dove.
Il tempo di riprendersi dallo shock e tutti dovranno industriarsi per sfruttare al meglio le proprie capacità, questo per rendere il soggiorno a tempo indeterminato sull'isola vivibile. I nostri personaggi si rendono infatti conto che ricominciare una vita da zero in queste condizioni presenta infinite difficoltà nel quotidiano: dalla ricerca del cibo, che si tratti anche solo di frutta (comunque appartenente a varietà sconosciute) alla caccia, la coltivazione od alla pesca. Anche la costruzione di una abitazione ha le sue priorità, ed in più di un'occasione si renderà necessario cambiare i progetti ad essa riguardanti per far fronte a problematiche spesso concreti ed impellenti, come i pericoli costituiti dall'assedio notturno di bestie selvagge ed affamate. La cosa ammirevole e che coinvolge molto, è questo senso di evoluzione, il fatto che i membri di questa affiatata famiglia si impegnino in ogni modo per migliorare la loro qualità di vita, ad esempio passando dalla pesca sulla spiaggia a quella in barca, o alla realizzazione di oggetti in gomma grazie alla linfa estratta da determinate piante, o ancora la realizzazione della casa sull'albero... ed in tutte queste genialate c'è sempre lo zampino del capofamiglia, che sembra quasi una via di mezzo tra MacGyver e Geppetto: con due rametti ed un po' di canapa è in grado di costruire di tutto!
Comunque questa evoluzione è resa in maniera efficace anche grazie alla trama solida e ben dipanata, che pone l'accento anche su temi importanti come il senso di unione della famiglia o la comodità abbinata all'alienazione della vita "moderna". C'è insomma una buona alternanza di episodi toccanti, avventurosi, riflessivi, nostalgici o leziosi e divertenti.
Per quel che riguarda i disegni diciamo che potremmo definirli piacevolmente datati, la serie è abbastanza vecchiotta, ma comunque si difende bene con il suo stile grosso modo veritiero e i colori naturali. Le ambientazioni poi son molto piacevoli e dettagliate, e ben tratteggiano una natura rigogliosa e autoritaria.
Bel cartone insomma, per tutti i gusti, magari da vedere assieme a tutta la famiglia.


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ALUCARD80

Episodi visti: 50/50 --- Voto 9
Uno dei più belli meisaku che mi siano rimasti impressi nella memoria da quando guardo “cartoni animati”. Flo, la piccola Robinson ricalca la storia del colonialismo localizzato nelle nuove terre viste come mete dei sogni quando correva l’anno 1800, in testa a queste l’Australia.
Come si potrebbe erroneamente intendere dal titolo, questo meisaku non è affatto ispirato al grande romanzo di Daniel Defoe, il leggendario Robinson Crusoe, ma invece ad un romanzo di un altro scrittore a sua volta ispirato dall’opera di Defoe, intitolato Swiss Family Robinson.

La trasposizione è davvero meravigliosa ed intensa: la famiglia protagonista, di origini svizzere (la loro avventura parte da Berna) si salva da un tremendo naufragio, sfuggendo a morte certa e rifugiandosi su un’isola apparentemente deserta, per poi scoprire di essere gli unici sopravvissuti di quella tremenda tragedia.
Inizia qui un confronto davvero toccante fra essere umano e natura selvaggia, particolarmente incentrato sulla piccola Flo, la seconda figlia più giovane della famiglia di superstiti, capace di emozionare, far riflettere su quanto le comodità della “civiltà moderna” siano apparentemente indispensabili, ma realmente futili di fronte ai veri valori che creano le fondamenta della vita di un essere umano.
Un tema sempre di moda, si potrebbe dire: la società del benessere elargisce grazie ad un mercato variegato e sollazzante (anche nel 1800 per chi aveva i soldi come in tutti i secoli) beni e averi di piacere a cui tutto sommato si può rinunciare ampiamente. Ma perché rinunciarvi se è possibile ottenere tali piaceri? Non è questa infatti la matura denuncia dello scrittore da cui viene tratto questo bellissimo anime, bensì si tratta di un desiderio di sottolineare cosa, a conti fatti, è realmente indispensabile e cosa effettivamente deve essere inquadrato come semplice piacere da cui può diventare rischioso e pericoloso dipendere.
Valori come amore, affetto familiare, amicizia, tutto un minestrone di termini che paiono luoghi comuni quanto mai azzeccati e che in quest’opera vengono fuori tutt’altro che come cose già viste: una sensibile e credibile regia che manovra dietro le quinte dei personaggi che escono dallo schermo per poliedricità ed intensità, pregni proprio dei valori sopracitati, ma anche dotati di difetti più o meno importanti, a riprova del grande realismo dell’opera.

Parlando espressamente del versante tecnico, Flo, la piccola Robinson offre il classico chara scelto in quest’epoca per animare la stragrande maggior parte dei meisaku ed eccelle nella cura dei fondali selvaggi e naturali che fanno da palcoscenico alla vicenda. Molto bella la colonna sonora in tutte le sue parti, compresa la dolce sigla d’apertura.
Sicuramente, fra tutti i titoli di questo filone, si presenta come uno dei migliori in assoluto.


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roooo83

Episodi visti: 50/50 --- Voto 7
Bella versione alternativa di Robison Crusoe!!! L'ho visto migliaia di volte ed è sempre piacevole da seguire. Una di quelle serie che non muoiono mai insomma. La piccola Flo si caccia sempre nei guai, ma è anche sempre pronta ad aiutare gli altri. Ed è così, che lei e la sua famiglia, durante un naufragio approdano su di un'isola deserta. Dovranno praticamente ricominciare una nuova vita, senza nessuna comodità. Il cibo va procurato cacciando, cogliendolo e coltivandolo, la casa va costruita da cima a fondo, pezzo per pezzo, dai mobili ai letti, dagli utensili fino ai libri per far studiare i ragazzi. La famiglia Robinson vivrà innumerevoli avventure, talvolta pericolose, talvolta divertenti. In particolar modo ho apprezzato gli episodi in cui la famiglia ha imparato a procurarsi ogni cosa, quasi come se fosse stata sempre su quell'isola. L'anime è adatto sia ai grandi che ai piccini, e personalmente quando lo replicano lo guardo ancora con interesse. Per quanto i disegni non siano chissà cosa, quel che si apprezza di più è certamente la storia, che differisce quasi completamente dal libro da cui è tratta. Se come me avete letto Robinson Crusoe, potrete notare voi stessi le differenze.

simona

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simona

Episodi visti: 50/50 --- Voto 9
Le serie di questo genere sono veramente affascinanti e ricordo con tanta nostalgia questa serie che mi appassionava moltissimo e che mi ha fatto compagnia da bambina. La trama mette in risalto le avventure della piccola Flo che con la sua famiglia cerca di scappare da un naufragio mentre cerca di raggiungere l'Australia. Questa serie, come tante altre, è ricca di valori e mette in luce l'importanza dell'unione della famiglia che cerca di sopravvivere nei momenti di difficoltà. E' una serie avventurosa ricca di insegnamenti e curata molto bene dal punto di vista dei personaggi. La rivedrei volentieri.


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deathmetalsoul

Episodi visti: 50/50 --- Voto 7
Questa serie animata del 1981, è come un romanzo avventuroso che narra le gesta di una famiglia sopravvissuta ad un naufragio. Anime molto particolare e discretamente realizzato riesce ad attrarre un vasto pubblico di persone, senza parti troppo pesanti. La trama è molto solida e non presenta sbavature, i temi trattati sono abbastanza ampi e profondi e vanno dalla solitudine al rispetto per la natura, avventura e drammaticità sono trattati più che sufficientemente e nel complesso danno l'impressione di un buon prodotto. I personaggi sono tutti stereotipati, partendo dal saggio capofamiglia che ne sa una più del diavolo, e gli altri sono la moglie gentile, il figlio maggiore rispettoso e affascinante, e il piccolino sbadato e molto gentile, d'altra parte c'è però la protagonista principale dell'opera caratterizzata splendidamente e con una grande originalità che la porta a vivere le situazioni a cui è sottoposta in una maniera particolare e speciale. La parte tecnica presenta giusto qualche carenza, i disegni sono discretamente realizzati, ma i colori sono sempre cupi e non mostrano la freschezza della natura che invade l'anime. La fluidità dell'animazione è accettabile. Sinceramente mi sento di consigliare quest'anime ai fanatici dell'avventura sia grandi che piccini. Io l'ho trovato abbastanza piacevole da seguire ma in alcuni frangenti mi è sembrato di rivedere parti viste e riviste nei vecchi film d'avventura. Comunque buon prodotto da non sottovalutare e da guardare nei momenti in cui si vuole rimanere calmi e farsi attanagliare dalla bellezza della natura.


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demone dell'oscurità

Episodi visti: 50/50 --- Voto 10
Un cartone abbastanza particolare per il modo in cui è stato concepito.

Gode di una trama scorrevole e piacevole in più punti, anche se a dire il vero, il tutto comincia con una disgrazia che capita ai protagonisti.

Comunque è un anime che sviluppa parecchio le sue tematiche in particolar modo concentrandole sull'intelletto dell'uomo e l'adattamento del medesimo anche nella situazione più precaria, lontano dagli agi e dai lussi, lontano dalla speranza di poter fuggire da un posto che comunque con le riserve naturali di cui è dotato, è stato ben accolto, non solo lui, ma tutta la sua famiglia.

Da qui in poi si può dire chiaramente che il cartone si spezza in due minitrame, raccontate con un parallelismo perfetto.

Nella prima gli adulti della serie, mettono in pratica il loro spirito di sopravvivenza e cercano in ogni modo di preparare prima la costruzione che li ospiterà per quasi tutte le puntate, ovvero una sorta di palafitta, e in seguito a più riprese costruiranno lo scafo per lasciare l'isola, e ci riusciranno dopo infiniti insuccessi.

Nella seconda si vede la leggerezza della serie nel modo in cui viene descritta attraverso Flo, la indiscussa protagonista dell'anime, lo diventa in particolar modo col passare degli episodi perchè è capace di dimenticare agi e capricci della vita condotta prima del naufragio per adattarsi alla natura e ai tesori che la medesima offre alla bambina ogni giorno.

L'opera vive anche di grandi momenti di incomprensione, di misantropia, di sfiducia verso il prossimo, nel cominciare pian piano ad odiare quella natura a cui sono miracolosamente sopravvissuti e a cui dovrebbero dire grazie, ma sarà l'innocenza di una bambina che ha conservato le più profonde speranze che alla fine metterà d'accordo anche il più lontano e cupo dei caratteri, riuscendo finalmente con lo spirito giusto a costruire l'imbarcazione necessaria per arrivare nella tanto sperata Australia.

Questo cartone ha delle profondità incredibili, altro che "L'isola dei famosi", ci si ritrovano tematiche del rispetto della natura, dello spirito di gruppo, delle difficoltà nella sopravvivenza, sia a livello morale che materiale, dello spirito di sacrificio e del lavoro, laddove l'intelletto dell'uomo è l'arma micidiale per far fronte ad un destino crudele, laddove la donna è l'ago della bilancia, sia adulta che bambina che tiene a galla il rapporto a volte con dei spiccati cedimenti, degli uomini lì presenti.

Altri temi se ne possono cercare all'interno di questo anime, ma sono temi già rivisti nelle opere a cui questo cartone fa riferimento, sia nei suoi predecessori a livello di anime, e sia a livello di libri già esistenti a tema, perciò un"anime narrativo" a tutti gli effetti, e non ci si stanca mai di guardarlo.

L'unico problema è rappresentato dal character dei personaggi, non sempre presente nel vivo della scena allo stesso modo dei fondali, mentre il doppiaggio è qualcosa di sublime, rivaleggia con mostri sacri quali quelli effettuati per l'Ape Maia e Il Libro Cuore, in cui si ritrovano anche alcuni doppiatori in entrambi gli anime, realizzato veramente con molta cura.

Nell'eventualità venga riproposto in TV, correte a vederlo, non ve ne pentirete affatto ed anche voi entrerete nel magico mondo della piccola Flo.


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Aduskiev

Episodi visti: 50/50 --- Voto 9
Ricordo vividamente quanto questo anime mi avesse entusiasmato da ragazzino. E ovviamente non ero l’unico ad essere rapito da quei paesaggi esotici e dalla vita che faceva la piccola Flo. Ma andiamo con ordine. La storia inizia a Berna, dove il dottor Robinson, padre di tre figli, riceve una lettera che gli chiede di recarsi in Australia dove, (siamo alla metà del XIX° secolo) i dottori scarseggiano e ci sarebbe bisogno di lui. Stufo di dedicarsi ai ricchi bernesi, il dottore, decide di partire per l’Australia con tutta la sua famiglia, tra cui anche la nostra protagonista: Flo. Manco a dirlo la nave incontra un tifone e naufraga contro una barriera corallina (probabilmente a nord del continente australiano).

I passeggeri riescono a correre alle scialuppe ma Franz, il figlio maggiore dei Robinson che era in coperta per aiutare i marinai a disfarsi del bagaglio inutile per alleggerire la nave, viene sbalzato fuori bordo e salvato dal capitano della nave. Nel frattempo il dottore e la sua famiglia erano rimasti dentro la nave in quanto decidono che non si sarebbero mossi di li prima del ritorno di Franz. Questo evento fa si che i Robinson rimangano gli unici a bordo e che vengano quindi dati per dispersi e abbandonati al loro destino. Dopo il ricongiungimento con Franz il mattino seguente i Robinson capiscono che la nave sta ormai per affondare e decidono di sbarcare su un’isola poco distante, credendo di ricongiungersi con gli altri passeggeri. Giunti sull’isola i Robinson scopriranno con orrore di essere gli unici sopravvissuti.

Da qui inizia l’avventura di Flo e della sua famiglia sull’isola deserta. Una storia piacevole, molto scorrevole e che, come avevo già accennato, mi aveva appassionato molto, soprattutto per l’ingegnosità del dottore, in grado di costruire e creare dal nulla moltissime comodità per la sua famiglia. Erano gli anni in cui si guardavano con occhi ammirati le avventure di Mac Guyver ed anche io, come gli altri, ero rimasto rapito dall’ingegno di questo dottore svizzero tanto simile all’eroe televisivo. Va aggiunto che oltre al mio punto di vista personale, Kazoku Robinson Hyouryuuki, è prima di tutto una storia drammatica molto reale, coinvolgente e affascinante. Che aiuta a riflettere su quanto l’uomo moderno dia per scontati i suoi comfort e quanto possa essere difficile trovarsi privi di ogni appoggio e isolati dal mondo. Molto reale in quanto il realismo la fa da padrone dall’inizio alla fine. Questo perché Kazoku Robinson Hyouryuuki è parte intrigante del filone Meisaku, anime che si ispirano a capolavori della letteratura occidentale, tratto dal romanzo “Swiss Family Robinson” di Johann Wyss a sua volta è liberamente ispirato al romanzo “Robinson Crusoe” di Daniel Defoe. Va detto che probabilmente gli sceneggiatori nipponici non si sono ispirati direttamente al romanzo della Wyss, dove la famiglia bernese era composta, oltre che dai genitori, da 4 figli maschi, ma all’omonimo telefilm americano dove i figli erano ridotti a due e si introduceva il personaggio di Helga Wagner, adottata dalla famiglia, per renderlo più appetibile anche a un pubblico femminile. Va anche fatto notare che questo anime è (per quanto ne sappiamo) privo di fastidiose censure made in Mediaset, forse per la data di importazione (1982) in cui non era ancora abitudine tagliuzzare le storie. Il filone Meisaku è stato infatti libero da censura in Italia per molto tempo, regalandoci intere serie completamente tradotte e trasmesse. (Questa tendenza si è ovviamente interrotta e già “Spicchi di cielo tra baffi di fumo” del '97 presenta pesanti interventi censori che ne stravolgono il senso con addirittura l’estromissione di intere puntate). La grafica è curatissima per l’anno di produzione (1981) e regala paesaggi e luci davvero insolite per gli anni in cui è stato prodotto. I personaggi restano tuttavia piatti, spesso inespressivi o comunque non ben definiti. Nel complesso un ottimo prodotto, sicuramente da gustare e che può ancora appassionare i ragazzini di oggi. Nove.

Zooropa

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Zooropa

Episodi visti: 50/50 --- Voto 8
Ottima serie che vede le avventure di una famiglia che scampa miracolosamente ad un tremendo naufragio durante il viaggio verso l'Australia. Anime realizzato con gran cura ed attenzione ai dettagli. Mai sopra le righe ed attento ad avere una trama organica, ben strutturata e distribuita in modo coerente lungo tutta la durata della serie. Si vede che (nonostante alcuni episodi abbastanza riempitivi) la sceneggiatura era stata ben definita sin dal principio. Se siete appassionati alle storie di famiglia senza troppi fronzoli ed una trama ben fatta questo è l'anime che fa per voi.