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GianniGreed

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5
"Ken - La leggenda di Raoul, il dominatore del cielo" è una serie anime di tredici episodi, spin off di "Hokuto no Ken - Ken il guerriero".

L'anime è basato sul manga dallo stesso titolo, pubblicato in Giappone insieme ad altri spin off in occasione del venticinquesimo anniversario della pubblicazione del manga originale.
Dei vari manga aventi per protagonisti i diversi comprimari di Kenshiro, questo è l'unico ad aver goduto di una trasposizione animata, molto probabilmente per via dell'importanza del protagonista.

La storia è incentrata sull'ascesa e la conquista del potere da parte di Raoh, mostrando quindi come è diventato "Ken-Oh" il "Re del Pugno".
La serie inizia con Raoh che insieme ai suoi amici, Souga e Reina, due nuovi personaggi originali (creati in occasione della pentalogia cinematografica), conquista la fortezza di un guerriero, e decide che da lì partirà la sua conquista del mondo.
Nel corso dell'anime, si assiste alla progressiva trasformazione di Raoh, che pian piano diventa sempre più ambizioso e spietato, nonché ad altri avvenimenti importanti e significativi come ad esempio l'incontro con il possente destriero Re Nero, la conquista della città di Cassandra, con lo scontro con Uighur, o quello con Ryuga.

Questa sulla carta, sarebbe anche una buona idea, ma il problema è che Raoh non è proprio adatto a fare il protagonista. Come nemico e avversario principale di Kenshiro nel manga originale era perfetto, con i suoi pochi dialoghi, con le sue convinzioni. Invece, in questo anime, si vedono i limiti che Raoh ha come personaggio: troppo quadrato e monolitico e monotono. Non fa altro che dire "conquisterò tutto grazie al mio pugno!".
Per questo, per dare un po' di respiro nella serie e creare dei dialoghi che non si limitassero ai proclami di forza di Raoh, vengono inseriti i sopra citati Souga e Reina, ed un terzo personaggio creato appositamente per l'anime, la misteriosa Sakuya, che finisce per ricoprire un ruolo fin troppo importante nella serie.
Raoh, protagonista dei primi episodi in cui combatte un po' contro qualcuno, dove per combattere si intende che gli basta tirare un pugno per aprire in due gli avversari, viene messo presto da parte in favore di Reina e Sakuya, vere protagoniste della serie. Le due donne infatti, a conti fatti hanno ben più dialoghi e scene di Raoh.
Nel corso dei tredici episodi comunque, pian piano iniziano a venire fuori i collegamenti alla serie originale: compare Uighur, compaiono Toki, Ryuga, Juuza, Yuda e pure Souther. Kenshiro invece nella serie non si vede mai, ma la sua presenza è tangibile nei dialoghi degli altri personaggi.

Un difetto che però ha la serie, come ce l'aveva anche il manga è che alla fine è poco interessante per un semplice motivo: lo sappiamo come finirà. Sappiamo già qual è stato il destino di Raoh, quindi anche se negli ultimi episodi si cerca di creare tensione e suspense con situazioni che non sto a descrivere, non ci si riesce. Come spettatore so già che Raoh non perderà il combattimento che sta per affrontare, anche se le cose sembrano essersi messe male, perché Raoh non morirà qui, non su questo campo di battaglia.
Resta però interessante se uno è fan del personaggio, ma solo fino ad un certo punto perché come detto, Raoh è espressivo come un muro di mattoni.

Due parole vanno spese necessariamente per i disegni della serie. Si nota subito che lo stile è molto lontano dalla serie classica, questo perché l'anime ripropone lo stesso character design del manga da cui è stato tratto. A disegnare "Raoh Gaiden" è stato chiamato Yuko Osada, autore famoso anche in Italia per la miniserie "Toto", che ha uno stile molto differente da quello del maestro Tetsuo Hara.
Lo stile di disegno di Osada è molto più leggero, infantile, quasi cartoonesco, e non si sposa bene con i personaggi e le ambientazioni di "Hokuto no Ken". Non dico che i disegni siano brutti, perché non lo sono, solo che davvero si fa fatica a prendere tutto sul serio. Serviva uno stile di disegno diverso, più realistico, questo non rende per niente bene la violenza che dovrebbe esserci.

Nemmeno i combattimenti sono chissà che. Già nel manga originale gli scontri erano poca cosa, Kenshiro toccava gli tsubo, e la gente esplodeva. Raoh non fa nemmeno quello: un gigantesco pugno, uno solo, basta per battere tutti i suoi nemici, che vengono disintegrati all'istante, in due scene, siano essi i classici punk teppisti o maestri esperti in vari stili di arti marziali.

Una nota la merita l'adattamento italiano della serie. Se il doppiaggio si può dire più che riuscito, con i vari doppiatori le cui voci ben si sposano ai personaggi doppiati, (anche se Ubaldi doppia qualcosa come dieci personaggi diversi in tredici episodi) lo stesso non si può dire dell'adattamento.
Già dal titolo italiano dell'anime è evidente quale sia la direzione intrapresa da chi ha curato questa edizione italiana: si rifà all'adattamento sbagliato della serie originale.
Si continua a chiamare Raoh come "Raoul" e "Re di Hokuto".
Peccato. Si potevano correggere gli errori fatti e invece, forse per non scontentare il pubblico di anzianotti affezionati al vecchio adattamento (pessimo sotto diversi aspetti), si è deciso di rovinare anche la nuova serie.

Per concludere dunque, il problema maggiore di "Raoh Gaiden" è il nome che porta. Per un anime incentrato su un personaggio come Raoh, le aspettative erano alte e, purtroppo, vengono invece deluse. La storia è banale, poco interessante, senza nessun colpo di scena o picchi narrativi. Raoh è un personaggio abbastanza piatto, che si limita a calpestare, nel vero senso della parola, grazie al suo cavallo, tutti quelli che gli si parano sulla strada. Servono a poco personaggi come Souga e Reina, Sakuya o le varie comparsate di personaggi importanti quali Toki, Souther o Yuda. Nemmeno i nuovi avversari introdotti riescono a lasciare qualche segno, anche perché si vedono per poco tempo, e Raoh con un pugno li polverizza.
Si arriva alla fine per inerzia, e anche la fine risulta abbastanza anonima. Come la storia di Raoh si concluderà, è una cosa che i lettori già sanno, e quello è narrato nel manga e nell'anime originale. Sapere cosa Raoh ha fatto prima di incrociare i pugni con Kenshiro non serve davvero a nulla.

La storia in sé non è malvagia, ma non funziona come dovrebbe. Arrivati alla fine, la serie si rivela essere un prodotto di scarso valore, che oltre al titolo offre poco altro, soprattutto ai fan di "Hokuto no Ken".
Deludente.


 3
Stairway90

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
Nel periodo di realizzazione e distribuzione della pentalogia Ken il guerriero - La leggenda fioccarono anche vari spin-off cartacei del manga originale, dedicati a personaggi come Rei, Jagger, Yuria, Toki, Juza; fra questo materiale spicca il manga Raoh, il conquistatore del cielo, di Yuko Osada, da cui nel 2008 è tratta una serie animata di 13 episodi.

La vicenda si incentra sulla nascita e sul consolidamento del dominio di Raoh, qui dipinto in una veste più umana, accompagnato dai fedeli amici Soga e Reina (introdotti proprio nel film La leggenda di Hokuto). Sono rivelati molti retroscena importanti del manga originale, come il modo in cui Raoh ha domato Kokuoh-Go, il suo maestoso cavallo, la conquista di Cassandra e la scelta di Uighur come suo carceriere, l'imprigionamento di Toki, l'ingresso di Ryuga nelle forze del Ken-Oh, il perché Raoh tema così tanto Souther da non volerlo affrontare in campo aperto. Accanto a personaggi già visti e amati (o odiati) nella serie originale compaiono anche figure inedite, anche se sicuramente meno carismatiche, come il generale di Nanto Ryuroh, che rifiuta di unirsi a Raoh, o la bella e letale Sakuya, innamorata del conquistatore. Kenshiro invece non compare mai, eppure si accenna più volte alle sue imprese, come la sconfitta di Shin e, nel finale, la conquista di Cassandra con conseguente liberazione di Toki: così questa serie animata si conclude proprio un attimo prima che Raoh scenda finalmente in campo contro Kenshiro in quello che, nel manga di Buronson e Tetsuo Hara, era la prima comparsa.

Il protagonista non è all'inizio lo spietato Ken-Oh che tutti conosciamo, benché non sia nemmeno un campione di simpatia e non risparmi mai i suoi nemici. Il problema però sta proprio in questo: Raoh è un personaggio poco adatto a fare da protagonista, è monolitico e tutto d'un pezzo, non ha dubbi né tentennamenti durante il suo cammino, la sua unica evoluzione è un incrudelimento progressivo e la trasformazione in un vero e proprio demone. Più interessanti sicuramente i due comprimari, Reina e Soga, amici d'infanzia di Raoh pronti a tutto pur di permettergli di realizzare il suo sogno di pacificazione del mondo post-apocalittico, anche a costo della vita o di andare contro gli ordini del loro signore: in particolare Soga si opporrà ai metodi sempre più crudeli di Raoh, conscio del fatto che essi lo trasformeranno in un vero demone. Quella stessa spietatezza, invece, incontra l'approvazione di Ryuga, che si unisce alle forze del Ken-Oh dopo averlo visto combattere e aver compreso che serve un uomo come lui per riportare l'ordine nel mondo devastato dalla guerra atomica. All'irruenza e all'ambizione di Raoh si contrappone anche la placida e serafica calma di Toki, che accetta di farsi imprigionare a Cassandra e segue le avventure del fratello maggiore con distacco, informato di ciò che succede dalla misteriosa Sakuya, il cui ruolo nella trama diventerà sempre più grande. Souther è come sempre spietato e immune all'Hokuto Shinken, Yuda è un narcisista doppiogiochista, Juza uno spirito libero menefreghista; peccato per l'assenza di Jagger, di Amiba, di Ryu (il famigerato figlio di Raoh che nel manga compariva solo negli ultimi volumi, della cui madre a distanza di 30 anni non è stata ancora rivelata esplicitamente l'identità, benché ormai sia quasi certo che si tratti di Reina) e di Mamiya, che facevano la loro comparsa nel manga e per i quali non è stato trovato spazio nella serie animata. Non sarebbe stato male nemmeno inserire l'incontro fra Raoh e Falco, in modo da creare un collegamento con la seconda serie animata e farci vedere il confronto fra questi due grandi uomini.

Purtroppo, fra questa serie e la storia originale si segnalano delle incongruenze: per esempio, il modo in cui Ryuga e Raoh si incontrano è diverso da quanto raccontato da Tetsuo Hara e Buronson, oppure cambia il ruolo di Yuda, che non tradisce Nanto portandosi dietro altre 23 scuole ma serve Souther per aiutarlo a scontrarsi con Raoh. A parte questi particolari, si cerca di rimanere fedeli all'opera di Tetsuo Hara e Buronson, di incastrare cronologicamente le vicende di Raoh in quelle di Kenshiro (personaggio che non compare mai sulla scena ma la cui presenza fa spesso capolino, quando il fratello maggiore viene a sapere delle sue imprese), di inserire continui rimandi all'opera originale e anche alcune citazioni che non servono a molto nella trama ma che i fan di vecchia data riconosceranno subito: basti pensare alla scena in cui Raoh preme il punto di pressione Shinketsushu di un maestro del Butozan Kinpyo Ken, condannato a un'orrenda morte entro 3 giorni proprio come Rei nella serie originale, oppure quella in cui Yuda "getta in pasto" ai propri uomini una delle sue donne, colpevole di essersi lasciata ferire durante una missione danneggiando la propria perfezione fisica. Proprio questa fedeltà all'opera originale, però, diventa un'arma a doppio taglio a causa di Raoh stesso: da un lato, come già detto sopra, il protagonista non può essere rappresentato in maniera molto dissimile dallo spietato e taciturno condottiero che combatte contro Kenshiro e Toki (anche se scene come quella in cui parla ai cavalli o si fa lanciare sulle mura nemiche con una catapulta sono quanto di più lontano ci sia dall'immagine che ne dava l'opera originale), ci si può concedere il lusso di renderlo meno crudele all'inizio ma nulla di più, e giustamente la scena gli viene continuamente rubata dai fratelli Reina e Soga, da Sakuya, a un certo punto persino da Ryuga, personaggi caratterialmente più sfaccettati e interessanti; dall'altro, poiché non si può contraddire il manga originale in cui il Ken-Oh è un combattente potentissimo cui solo Toki, Kenshiro e pochi altri possono tener testa, non ci sono avversari alla sua altezza e quasi tutti gli scontri si concludono con un paio di colpi micidiali che spazzano via il malcapitato di turno (nel primo episodio fa addirittura crollare un palazzo, roba che non si vedeva dai tempi del film del 1986!), costringendo lo spettatore ad attendere la fine della serie per vedere uno scontro decente, con Souther.

Il comparto tecnico è piuttosto buono, con ottime animazioni e una colonna sonora a tratti travolgente (a cominciare dall'opening Nageki no Endless); più difficile da digerire, per un fan di vecchia data di Ken il guerriero, è il character design e in generale lo stile di disegno, essenziale e minimalista, fedele al manga di Osada ma ben lontano da quello stile particolare, dettagliato e cupo di Tetsuo Hara, tanto che a volte si ha l'impressione di essere di fronte a una puntata di Naruto. Il risultato di questo tipo di disegno è un ringiovanimento esteriore dei personaggi, che appaiono molto più giovani rispetto alle loro controparti del manga, delle serie degli anni '80 e della pentalogia filmica, ma su un particolare La leggenda di Raoul, il dominatore del cielo si rivela più fedele all'opera cartacea di qualsiasi altro adattamento animato: i capelli di Raoh. Eh sì, Raoh nel manga è biondo, non moro o albino.

In definitiva, vale la pena guardare questo prequel? Non è un'opera nemmeno lontanamente paragonabile alle due serie di Ken il guerriero, ma se siete davvero appassionati dell'opera di Hara e Buronson potrebbe farvi piacere rivedere i vostri personaggi preferiti, oppure scoprire la verità su alcuni punti oscuri della trama; inoltre, alcuni dei nuovi personaggi sono molto interessanti e il protagonismo che a tratti assumono Reina e Sakuya, due donne combattenti, è cosa assai rara in questa saga di omaccioni muscolosi che se le danno di santa ragione relegando le figure femminili al ruolo di donzelle da salvare o da lasciare a casa ad attendere il loro ritorno.


 1
demone dell'oscurità

Episodi visti: 13/13 --- Voto 8
Quello trattato in questa serie potremmo definirlo "il lato pacioccone di Raoul che non ti saresti mai aspettato". Mi spiego meglio.
Tutti coloro che hanno visto la serie classica hanno sempre pensato che l'uomo dal cavallo-intercooler fosse un semplice seminatore di morte e distruzione per puro desiderio di conquista per diventare il salvatore di un mondo utopico, un mondo che, nonostante le esplosioni atomiche dell'epoca in cui viene narrata la vicenda, non ha mai abbassato mai più di tanto le sue ambizioni di potere.

E invece il cuore di Raoul è tutt'altro che pervaso dal male. Raoul in molte occasioni della serie classica ci ha dato prova del suo coraggio e del suo potere; mi riferisco all'essere uomo prima ancora di un conquistatore, ma ciò che emergeva facilmente era un uomo in cui l'ambizione era solo una maschera per nascondere un amore mai sopito e molto più grande della sua mania di conquista.
E' accaduto con Julia, è accaduto anche qui con altri personaggi, non certo secondari, anzi alcuni di loro sono presenti anche nella serie classica, ma ci danno l'idea definitiva di quello che Raoul deve diventare, e non di ciò che è già diventato.

I 13 episodi della serie dimostrano l'imperatore che prende la sua forma definitiva, ovvero il degno prequel del suo potere, spiegandoci in quasi tutte le fasi degli episodi che alla fine non è l'ira cieca e la sete di potere a spingere questo "omone" a far diventare di pietra il suo animo, ma tutte le circostanze e i nemici che si è trovato ad affrontare. Diciamo che in questo caso "la sete di sangue vien mangiando", ed è sicuramente il canovaccio narrativo che facilmente prende piede in questi episodi che compongono quest'opera.

Inoltre è stata data una spettacolarizzazione ai colpi di Raoul, che lo rende quasi un robottone invincibile degli anni '70, quando invece c'erano effetti che potevano essere benissimo evitati, e ci si poteva concentrare meglio sulla storia. Un vero peccato; pur essendo bella, la serie poteva basare di più la narrazione sulla inumanità del personaggio anziché sui combattimenti, ma siccome non stiamo trattando un'opera per debolucci, ebbene accomodatevi, gli "sganassoni stile esplosione sette stelle" sono presenti anche qui, portati all'esagerazione in qualche punto, ma sempre presenti, per la gioia dei cultori della serie.
A dire il vero, non la vedevo tutta questa utilità ai fini narrativi, ma il "buon" Raoul, si sa, difficilmente lo si nasconde dietro un dito!


 2
Turboo Stefo

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
Nel 2006 i prodotti d'intrattenimento dedicati all'universo di Ken sono aumentati grazie al progetto della pentalogia, costituita da cinque film che narrano la storia di Hokuto da vari punti di vista, arricchendola di nuovi particolari. Sempre con questo intento sono nati vari spin-off cartacei affidati a diversi mangaka anche di grosso calibro, come Shinichi Hiromoto e Yuko Osada. Quest'ultimo si è dedicato al gaiden di Raoul e con un successo notevole, che ha portato a una trasposizione animata.

Nella terra devastata dalla guerra nucleare impazzano crimini, ingiustizie, ogni forma di civiltà in poche parole è dominata dal caos. L'uomo che vuole aiutare il mondo e salvarlo è Raoul che segue la strada che il cielo ha scritto per lui, ovvero sottomettere l'umanità sotto il suo pugno, sfruttando il terrore e la forza per piegare chiunque s'intrometta sul suo cammino, un uomo disposto a sacrificare la sua umanità per un bene maggiore accompagnato dagli amici d'infanzia e abili combattenti, i fratelli Souga e Reina.
In 13 episodi viene strutturata complessivamente una bella storia con varie diramazioni, grazie anche ai numerosi personaggi sfruttati. Ci saranno i due alleati direttamente dalla nuova pentalogia, affiancati dai personaggi della serie originale, come Uighur, Ryuga, Toki, Yuda e Souther; infine non ne mancano di nuovi, come la misteriosa Sakuya. Grazie a queste numerose presenze, la storia riesce a spaziare, inizia gettando le basi dell'impero di Raoul per poi andare a mostrare eventi importanti come la nascita di Cassandra, l'incontro con Re Nero e anche la cattura di Toki. Raggiunta una svolta importante, dove Raoul decide di abbandonare definitivamente la sua umanità trasformandolo così nella nemesi per eccellenza com'è stato dipinto dagli autori originali, si prende più libertà incentrandosi sulla trama originale sviluppata solo marginalmente, che porterà il Re di Hokuto a duri scontri. Con leggeri colpi di scena si arriva all'inaspettato finale che chiude il tutto proprio durante il famoso incontro con il giovane Ken.
"La leggenda di Raoul" è una serie condensata in pochi episodi ma ricca di spunti e informazioni, che non mostra solo i retroscena di molti eventi, ma che mostra come Raoul sia stato avvisato da dove nasca la forza di Ken e spiega efficacemente il cambiamento avvenuto nello stesso, come veniva spiegato nel drammatico scontro finale della prima serie originale.

I disegni si discostano di molto da quelli originali, infatti è stata fatta la coraggiosa scelta di restare fedeli allo stile del mangaka che si è occupato della serie rischiando di indispettire i fan più sfegatati. Il tratto forte e deciso è accompagnato da uno stile minimalista e spazioso dominato da grandi ombreggiature. Il charachter design però riprende bene quello originale anche nei nuovi personaggi e nei curati sfondi dando così una modernità al tutto che risulta gradevole. La regia decide inoltre di usare una tavolozza di colori spenti, perfetti per l'atmosfera dell'opera. Inoltre le inquadrature in più di un occasione ricordano la serie originale e sfruttando moderne tecniche di animazione digitale riesce a donare ottima profondità alle scene, mentre gli effetti elaborati con la computer grafica sono ottimi e ben inseriti.
La vera pecca sono le animazioni minime che, per quanto fluide, risultano povere e spesso sembra di vedere semplici disegni, se non fosse per i movimenti della bocca o delle mani, invece i combattimenti rapidi sono dinamici e ben fatti.
La colonna sonora è semplice ma gradevole e accompagna bene le varie situazioni, mentre le sigle si collegano perfettamente alla serie originale. La sigla di apertura in stile rock è energica, con un gradevole cambiamento grafico in corrispondenza dei cambiamenti in Raoul, mentre quella di chiusura sarà marcatamente melanconica.

In Italia l'anime è stato adattato e venduto dalla Yamato. La serie è disponibile in due box unici, uno in DVD e uno in alta definizione. Quest'ultima offre ovviamente immagini pulite, nitide e soprattutto ben definite, ma a guadagnarci in tal senso sono gli sfondi visto lo stile del character design. La pecca più grave è la mancanza di extra, comprensibile per motivi di spazio sui 4 DVD, ma inspiegabile nei capienti 3 Bluray Disc. Ci si deve accontentare dell'esile booklet con riassunti e settei gallery.
Il doppiaggio invece è eccellente e ben interpretato, anche se alcuni doppiatori sono ovviamente cambiati dalla serie originale, ma sono gli stessi della recente pentalogia dando così una gradevole continuità. Piccola nota di demerito va fatta per il riciclo eccessivo di un paio di doppiatori che avranno quasi un ruolo diverso in ogni episodio, ma si tratta di piccolissime parti.

"La leggenda di Raoul, il dominatore del cielo" è un ottimo spin-off che narra con efficacia le incredibili avventure del re di Hokuto prima dell'incontro con Ken, svelando i retroscena di eventi chiave e la lenta discesa intrapresa da Raoul nel perdere la sua umanità trasformandolo nel nemico per eccellenza più riuscito di sempre. I fan non possono perderla, anche se la serie tradisce una fattura tecnica minimalista, uno stile estetico diverso (ma non per questo meno riuscito) e se il personaggio chiave della vicenda, Sakuya, è sfruttato poco.


 1
Gintoki

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Solitamente guardo agli spin-off con molta diffidenza. Questo perché per lo più si rivelano essere delle mere operazioni commerciali che sfruttano il fascino di un'opera di successo senza aggiungervi niente.
Fortunatamente ci sono delle eccezioni a questa regola, tra cui La Leggenda di Raoul il dominatore del cielo (nome italiano della serie).
La serie storica di "Ken il guerriero" aveva la tendenza a dare per scontato alcuni passaggi fondamentali, certi personaggi spuntavano quasi dal nulla e le loro relazioni con i protagonisti sembravano piuttosto “artificiose”. Lo scopo di Raoh gaiden è quindi colmare queste lacune.

Come s'intuisce dal titolo il protagonista è Raoul, il maggiore dei fratelli di Hokuto, e ne viene narrata l’ascesa al potere che lo ha portato a essere il Dominatore di Fine Secolo che tutti conosciamo. Va precisato che quest’anime non è un prequel, quanto una storia parallela a quella di Kenshiro. Le vicende narrate si svolgono all’incirca dal rapimento di Julia alla liberazione di Toki da Pandora.

La storia rimane fedele ai canoni della serie originale, pur presentando alcuni elementi distintivi. Essa infatti si concentra sulle campagne militari, sulle strategie e sugli scontri tra eserciti molto più che in passato. Non mancano naturalmente anche i classici duelli ma, tranne forse l’ultimo scontro, questi non raggiungono mai la durata e la cruenza che avevano nella serie classica. Il Re di Hokuto in particolare appare palesemente più forte dei suoi avversari, e i suoi scontri si concludono per lo più con una sua schiacciante vittoria. Tale limite è però facilmente giustificabile: fare apparire il protagonista in difficoltà contro avversari secondari avrebbe cozzato con l’immagine di mostro invincibile a cui siamo abituati. Al contrario, è proprio la fedeltà alle fonti a caratterizzare tutta l’opera.
In generale, la narrazione procede fluida e piacevole. Dopo le prime due puntate piuttosto sottotono, le vicende appassionano lo spettatore invogliandolo a continuare la visione. La storia s'incastra perfettamente con quella della serie principale senza creare incongruenze, ma anzi facendo luce su alcuni punti oscuri della trama.

Anche i personaggi sono fedeli alla serie classica e ben caratterizzati. Particolarmente interessanti sono l’evoluzione di Raoul, che arriva a negare la propria umanità pur di seguire la sua ambizione, e il paragone tra lui e Kenshiro. Entrambi perseguono lo stesso obbietivo - riportare l’ordine e la pace nel mondo – ma con mezzi opposti: il primo con il terrore, il secondo con la benevolenza.
Oltre a Raoul fanno la loro comparsa numerosi volti noti, come Ryuga, Toki, Souther, Yuda, e viene spiegato il rapporto che li lega a Raoul. Degni di nota anche i due personaggi "inediti Souga e Reina che, mentre nella recente serie di film sembrano quasi dei terzi incomodi, qui diventano dei protagonisti importanti della scalata al potere del Re di Hokuto.

Passiamo adesso al punto debole di quest'anime: i disegni. Essi differiscono profondamente da quelli dei sopracitati lungometraggi e dal tratto di Tetsuo Hara, essendo molto più stilizzati, quasi infantili. Non se ne può fare una vera colpa in quanto riproducono lo stile di Yōko Osada, autore del manga da cui è tratto, ma personalmente li trovo poco adatti a una storia così matura e che non risparmia scene piuttosto crude. Discutibili anche le scelte cromatiche, con colori terrosi e slavati che alla lunga risultano monotoni. A questo vanno poi aggiunte alcune animazioni non sempre all’altezza.
Nessuno di questi difetti tuttavia è così marcato da pregiudicare la visione, ma all’inizio bisogna farci un po' l’occhio, soprattutto se si è abituati alle eccellenze della pentalogia cinematografica.

Tirando le somme, Raoh Gaiden Ten no Haoh risulta essere un’opera interessante e gradevole da guardare nonostante alcuni difetti grafici evitabili. E' una visione obbligatoria per tutti gli amanti di "Ken il Guerriero" e un buon punto d'inizio per chi vuole affacciarsi per la prima volta al suo mondo post-apocalittico.