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alex di gemini

Episodi visti: 39/39 --- Voto 5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Prima di cominciare la recensione, devo fare alcune premesse che, lungi dall'essere inutili, costituiscono una parte della recensione stessa. Da ragazzino non avevo mai visto "I cinque samurai", dato che per me esistevano solo "I Cavalieri dello Zodiaco". Neanche il fatto che ne fossero il cartone animato clone, genere per cui ho sempre avuto simpatia, è riuscito a smuovermi. Poi ho acquistato i DVD e, dopo due episodi in cui ho provato attrazione e repulsione al contempo, ha vinto la repulsione, e solo ora, a molti anni di distanza, li ho visti. Ho deciso poi di andare fino in fondo, vedendo anche gli OAV, ma essi non hanno cambiato il giudizio sulla prima serie, non mi han dato le risposte che cercavo, ma solo nuovi dubbi e delusioni.

La trama è già nota, per cui mi limito a sottolineare l'essenziale. La serie inizia in medias res come poche altre, con Tokyo invasa da misteriosi guerrieri in armatura, con i cinque eroi che arrivano dal nulla a salvare la situazione. Ovviamente sono già forti, allenati e soprattutto amiconi. E fin qui va bene, anche se un po' trito. Poi fanno amicizia con il solito bimbetto rimasto orfano - ma qui non è una serie di robot anni '80 - e con una ragazza assistente universitaria, piena d'intelligenza e sapienza, che sarà una guida insostituibile. Certo è l'inizio di un processo di femminilizzazione, per cui il professore paterno e con i baffi cede il posto a una affascinante e giovane scienziata, anche se qui siamo in una serie di combattimento. Ma d'accordo. Poi iniziano le battaglie con i Generali del Male, detti Quattro Demoni, e, novità rispetto a "I Cavalieri dello Zodiaco", si picchieranno per tutti i trentanove episodi, dato che qui non muore quasi nessuno. I nostri oscilleranno tra vittorie e sconfitte, con relativo processo di potenziamento, fino alla vittoria finale contro il malvagio Lord Arago, sovrano del Mondo del Male e deciso ad annettere il suo mondo al nostro.

Tutto è un po' trito, ma non sarebbe male. Il guaio è che tutto viene perso per strada e l'originalità di questa serie finisce col rivelarsi spesso più un peso che un sollievo. I nostri, infatti, non hanno il cosmo o colpi segreti, ma sono solo armatura-dipendenti, non sanno combattere senza le corazze e le relative armi giapponesi. Il guaio è che si finisce così ad annoiarsi, perché si dà l'impressione che poi riusciranno ad evolversi e a inventare chissà quali colpi, il che non accade.
Secondo punto negativo è il fatto che ognuno combatta con una virtù, ma, alla fin fine, tale virtù non sembra fare la minima differenza, e le peculiarità dei cinque si limitano all'elemento di cui sono campioni.
E così si cala nel terzo limite, ovvero l'assenza di psicologia. Vampa (per comodità userò il nome dell'elemento) riesce a raggiungere una sufficienza stentata, dato che si comporta in linea col protagonista bello, impetuoso e vittorioso anni '80, e la Terra ancora si salva per la sua simpatia... ma gli altri tre sembrano uno identico all'altro. Non che i cattivi siano meglio, dato che, a parte Demon (che originalità, eh!), gli altri tre hanno profondità psicologica addirittura minore di quella di Arago, solito cattivone che vuole conquistare il mondo solo perché è... cattivo. Siamo anni luce rispetto ai cattivi di Kurumada, e "Ken il guerriero" è un'opera di Freud al confronto. Almeno abbiamo Lady Kaiura ad alzare un po' la media, e i personaggi minori, il bambino Danny, la scienziata Ambra e il monaco Ariel, caratterizzati bene.
La tragedia, poi, è data dal gran numero di sviste logiche che dovremo sopportare. Nulla è detto del passato dei nostri, di come abbiano fatto ad essere così amici, di come abbiano incontrato Ariel. Per la nascita dell'altro mondo dobbiamo solo sapere che è nato dalla malvagità degli uomini, che ha generato Arago, che un tempo era un uomo che a sua volta ha generato il mondo. Poi c'è il fatto che il nostro sembra sia morto a metà serie - appaiono personaggi come Ekatos e il maestro d'armi a sottolineare la cosa, ovviamente mal sfruttati -, ma poi... magia! Arago ritorna più forte che mai, con i demoni che, pur essendo stati traditi, restano con lui come nulla fosse. E come fanno Ariel e Fiamma bianca a vivere per mille anni? Mah! Una piattezza allucinante.

La grafica è quella dell'epoca, buona ma non troppo, così la regia. Le sigle sono buone.
L'unica cosa interessante di questa serie, oltre alla conversione di Demon, è il tema della caduta nel lato oscuro. Come in "Guerre stellari", i nostri protagonisti corrono perennemente il rischio di lasciarsi trascinare nel male e di considerare la via del lato oscuro come preferibile. Le stesse armature vogliono sangue, lotta, ma... non erano state forgiate per difendersi da Arago che era rimasto esiliato per un millennio? Mah!

In ultima analisi, "I cinque samurai" non costituisce un cartone animato clone de "I Cavalieri dello Zodiaco", come spesso si dice. Sia perché non ne è certo una parodia sia perché non ha quel minimo di originalità necessario per realizzare un cartone animato clone. Un anime, cioè, che, pur pescando da un'opera di successo, riesce ad essere abbastanza originale da avere una sua dignità e originalità. Pensiamo a "Star Blazers" e a "Blue Noah", o a "Sailor Moon" e "Rayearth". Qui abbiamo solo promesse non mantenute, superficialità e assenza di logica a tuono.

Voto: 5


 4
Gasolineaddict

Episodi visti: 26/39 --- Voto 5
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler

Avendo passato da un pezzo la pubertà, ho deciso di (ri)guardare "I cinque samurai", perché per me è sempre stata una di quelle serie "minori", che da bambino ovviamente conoscevo, ma probabilmente seguivo con ben poco interesse. Questo spiega anche il motivo per cui, dopo tanti anni, mi sono reso conto che di questo anime non ho mai avuto ricordi di qualche momento indelebile o particolarmente memorabile, come per altri capisaldi della mia infanzia, vedi Ken o i Cavalieri. Ora, dopo essere arrivato al ventiseiesimo episodio, ho capito il perché: la storia alla base de "I Cinque Samurai" è quanto di più soporifero possa esistere, non tanto per la banalità delle premesse - che in fondo ci sta tutta e non necessariamente deve essere vista come un male - quanto per il susseguirsi delle vicende, che definire altalenante è dir poco. Non so cosa avessero in mente i responsabili della stesura dello storyboard, ma, probabilmente, ritenendo i principali fruitori innocui mocciosi dalla mente poco sviluppata, hanno deciso di non preoccuparsene più di tanto. L'altra ipotesi è che fossero sotto l'effetto di droghe leggere, visto il tono onirico e abbozzato di alcuni eventi. Una delle chiavi di lettura a tutto questo è gentilmente fornita da Kratos nell'episodio in cui cattura il buon Sami, mentre questo gioca felice con dei placidi cerbiatti: alla domanda "Come fai ad essere ancora vivo?" la risposta è un quantomai calzante "Questo è un dettaglio irrilevante!" Esatto, "Samurai Troopers" è stracolmo di dettagli irrilevanti, la maggior parte dei quali di sicuro irritanti per un pubblico cresciutello e smaliziato (io), alcuni però davvero incomprensibili anche per il più fesso dei marmocchi: perché i Samurai volano? Come mai si comportano da amiconi quando in realtà si incontrano all'inizio della serie mentre già stanno combattendo? Perché Harago è gigantesco? Perché è sempre e solo Ryo ad indossare l'armatura bianca? E come mai i benevoli insegnamenti impartiti da Ariel mi ricordano quelli della Sfinge in "Mystery Men"?! La seconda tornata di episodi pare partire con il piede giusto, ma si trasforma sin troppo presto in una fotocopia della prima - almeno fin dove sono arrivato a vedere - con la ricomparsa a sorpresa di Harago e i chilometrici portoni del male, la dipartita lampo di Ecatos e Lord Cruel, cattivoni presi in saldo al mercato di Osaka col 2x1 e Ariel/Demon che creano portali dimensionali col magico bastone. Inoltre durante tutta la storia il carisma dei personaggi rimane a livelli piuttosto tiepidi, la personalità dei Samurai non emerge quasi per nulla, nessuno di loro si trova mai davvero in contrasto, a prevalere è la morale del "Uno per tutti e tutti per uno" e una visione dell'amicizia retorica e superficiale. Ammetto di non conoscere tutti i dettagli della versione originale, ma temo che la colpa di alcune di queste imprecisioni sia da ricercarsi in un adattamento italiano degno della Santa Inquisizione. Un vero spasso, però, sentire la voce di Marina Massironi alle prese con forze del male e armature della coesione, posso solo immaginare le risate in quella sala di doppiaggio...
Dal punto di vista tecnico, "I Cinque Samurai" è senza dubbio lodevole, considerando l'anno di realizzazione; soprattutto la seconda parte gode di migliori animazioni e disegni più curati, in particolare mi hanno colpito alcuni dettagli sui primi piani delle armature nemiche. In sostanza la (re)visione di "Samurai Troopers" mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca. Non sono ancora arrivato alla conclusione, ma, come già scritto in un'altra recensione, seguire tutta la serie fino in fondo si sta rivelando una vera prova di resistenza... Il mio consiglio per qualcuno, magari come me, con i ricordi un po' annebbiati, che volesse tuffarsi in un po' di sano retro-anime, è di prendere questa serie così com'è, senza porsi troppe domande, mentre, per tutti coloro che ne serbano amorevoli ricordi, forse il miglior consiglio sarebbe di non riguardarla affatto.


 1
kayb

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8
L'ho travato un bell'anime e per il periodo in cui è stato fatto molto curato nei dettagli e nelle animazioni.

La trama è semplice, i buoni contro i cattivi per salvare l'umanità. quindi scorrevole senza troppi colpi di scena ma dà molto risalto ai combattimenti e alla consapevolezza acquisita dai protagonisti.

Le musiche sono belle e adeguate al tipo di anime, anche se non sono delle eccellenze.

I personaggi sono ben curati sia nel disegno che nella caratterizzazione che ovviamente rispetta molto le caratteristiche dei loro elementi, quindi abbiamo l'eroe disposto al sacrificio, i riflessivo, l'impetuoso, l'ottimista e l'incerto con il bambino di contorno e la ragazza che ha la parte del professore che solitamente è un maschio.
Gli elementi che preferisco sono le tigri che trovo veramente molto ben curate anche nei combattimenti.
Trovo molto ben fatte anche le battaglie che grazie al cielo non li ritrae sempre vincitori senza un graffio.

Quindi non posso che consigliare la visione di questo anime a chi ama i combattimenti e i buoni sentimenti senza troppa tristezza.


 1
Turboo Stefo

Episodi visti: 39/39 --- Voto 6
Partorito dalla mente di Hajime Yatate/Yadate - il doppio pseudonimo presente in quasi ogni lavoro della Sunrise che cela lo staff creativo dello studio - la serie de "I cinque samurai", conosciuti in breve anche come "Samurai Troopers", cavalca l'onda del successo mondiale di fine anni '80 sulla scia de "I cavalieri dello zodiaco". Proprio con quest'ultima serie spesso viene associata per la forte assonanza del genere sentai, che proprio con questi due titoli raggiunge l'apice della popolarità.

La cattiveria dell'uomo ha richiamato sulla terra Arago, un demone del male che, dal suo onirico palazzo sospeso nel vuoto, manda i suoi seguaci a seminare morte e distruzione per impadronirsi del mondo. A contrastarlo ci sono cinque ragazzi che indossano delle moderne armature da samurai dotate di una propria volontà.
La storia ha un inizio precipitoso: anziché seguire i canoni del genere che solitamente accompagnano lo spettatore attraverso giuste spiegazioni, mentre fanno capolino in successione i vari comprimari, si getta a capofitto nella narrazione serrata ignorando qualunque tentativo di spiegazioni o caratterizzazioni dei personaggi; ma dopo poco trova modo di redimersi andando a separare temporaneamente i cinque guerrieri.
Nonostante l'originalità della struttura narrativa, i difetti iniziali rimangono sia nelle caratterizzazioni, che si differenziano per pochi caratteristici tratti rimanendo tuttavia piatte, sia nella storia, che sarà permeata dal fumo più totale su numerosi particolari. Il difetto maggiore di tutta l'opera sarà ben più grave e incisivo, ovvero la mancanza di una benché minima tensione narrativa, che rende ogni episodio pacato nonostante la presenza di avvenimenti significativi, al limite del tedio.

La forza della serie tuttavia è su ben altre sponde, ovvero quelle dei messaggi, dei rimandi storici e culturali all'epoca Edo giapponese e non ultimo il classico valore dell'amicizia che da sempre permea le serie dei super sentai.
Nel primo arco narrativo la storia s'incentra sui classici scontri tra bene e male rappresentati in diversi modi da ogni armatura, toccando anche i cliché dei classici personaggi "in bilico" sul confine tra le fazioni, raggiungendo l'apice nel finale con la simbologia dell'armatura nata dall'unione delle forze. La seconda parte - e ultima della serie - si apre con rivelazioni shockanti che cambiano completamente la direzione intrapresa e, dopo i classici episodi dedicati ai singoli personaggi, si entra nella fase finale dove i contorni tra bene e male si confondono e mescolano per mostrare come spesso queste due facce siano necessarie per bilanciarsi a vicenda. In tutto questo subentra anche un nuovo personaggio tra le fila nemiche, ovvero la temibile Kayura che, in breve tempo, si dimostra il nemico più tenace e pericoloso tra tutti (a conferma ci saranno tutti gli scontri ai quali partecipa), e rivela anche uno spessore non da poco, soprattutto se confrontato con gli altri.

I numerosi rimandi infine si sprecano, in ogni senso. Le armature sono associate agli elementi che governano le diverse credenze orientali, quasi tutti fedelmente trasposti nell'adattamento italiano, e ogni combattente rappresenta delle virtù che nel complesso vanno a rispecchiare gli aspetti principali del Bushido, ovvero la via del guerriero che seguiva ogni samurai. Peccato che invece in questo frangente ancor più importante l'adattamento italiano si riveli una vera mazzata che stravolge alcuni significati modificando anche il senso di alcune battaglie.

Il character design è semplice e gradevole, un chiaro rimando a quello di Shingo Araki e dei "suoi" cavalieri, e le animazioni complessivamente risultano gradevoli anche se non troppo elaborate e complesse.
Anche qui l'aspetto più importante è riscontrabile nei rimandi culturali: dai grandi palazzi alle armi dei guerrieri, dall'abbigliamento del misterioso Ariel al bellissimo design delle armature dei samurai, ogni particolare trasuda "oriente" da ogni poro, anche nelle trasformazioni che avvengono tra petali di ciliegio e rotoli di tessuto. Non mancano le velatissime citazioni, tra cui la meno criptica è sicuramente quella del personaggio di Sami che, con la sua arma e l'occhio coperto, è una citazione dell'abile spadaccino Musashi Miyamoto, una figura che si fonde tra mito e leggenda.
Non meno importanti in un sentai sono i combattimenti, e come per gli altri esponenti del genere si notano pose plastiche e mosse ripetitive tipiche dei vari personaggi, inoltre questi ultimi sono in grado di dare vita tanto a scontri intensi (purtroppo pochi) quanto a scaramucce noiose e ripetitive (piuttosto tante).

La bella colonna sonora è un gradevole accompagnamento che fonde brani dalla forte impronta rock, ricchi quindi di chitarre, ad altri più tipici dell'oriente, andando a incarnare perfettamente così l'idea di base della serie: fondere i valori dei vecchi samurai in combattenti moderni.
L'adattamento italiano è veramente pessimo, oltre al doppiaggio piatto e con varie castronerie. I nomi subiscono la classica brutale occidentalizzazione dell'epoca, con risultati assurdi, ma l'intervento più pesante è proprio quello delle virtù dei guerrieri completamente stravolte.

"I cinque samurai" ha una storia interessante ma raccontata in modo tedioso e senza la minima tensione, condita da combattimenti altalenanti, ma ricca di gradevoli messaggi come il genere impone, mentre si rimane affascinati dai rimandi alla cultura orientale dei samurai e al Bushido. Tutto questo però è brutalmente tagliato dal pessimo adattamento, quindi per godere al massimo de "I Cinque Samurai" è necessario visionarli con l'audio originale e i sottotitoli, ma anche così rimane un'opera confinata ai fan del genere.


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Zenzero

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8
Il mio anime preferito dell'infanzia, tanto che ho da poco trovato dei miei disegni raffiguranti tutte le armature dei samurai. Rivisto dopo più di dieci anni però l'impressione non è stata la stessa, anche se l'ho trovato molto piacevole, nonostante la banalità in cui cade, cioè il samurai rosso è il più forte e sconfigge lui i nemici, all'inizio i buoni vanno sotto ma poi recuperano e vincono, la amicizia la fa da padrona e via dicendo tutti i cliché del genere.
Sicuramente poteva essere sviluppato meglio, soprattutto per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, almeno quella dei protagonisti poteva essere migliore. I combattimenti potevano essere un po' più lunghi ed equi, i dialoghi un minimo più complessi, ma non importa, o per lo meno, non mi importava. Le scene della vestizione sono davvero belle, così come le mosse degli attacchi, grazie anche ai disegni che pur essendo semplici all'inverosimile risultano belli ed efficaci.
Se avete meno di vent'anni e vi piace il genere, dovete per forza dare una chance a "i Cinque Samurai", se invece siete un po' più maturi e cercate qualcosa di impegnativo non fa per voi, anche se sapendosi accontentare vi piacerà.


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GianniGreed

Episodi visti: 39/39 --- Voto 4
"I Cinque Samurai" (Yoroiden Samurai Troopers) è un anime in 39 episodi datato 1988. E’ stato uno dei primi anime che io abbia visto, mi ricordo che mi piaceva davvero tanto, avevo anche il pupazzo di Ryo con tanto di armatura componibile.
Adesso, dopo tanti anni, il modellino è andato distrutto (ricordo la tragica decapitazione avvenuta in uno scontro con Raffaello, la tartaruga ninja) e io mi sono accorto di non ricordare nulla della serie. Probabilmente non l’avevo mai seguita tutta, o più semplicemente a 4 anni non l’avevo capita, perciò l’ho riguardata in questi giorni, a distanza di 19 anni dalla prima volta.

Purtroppo, con mio dispiacere, devo dire che ricordavo male.
L’anime inizia in una città indefinita, di un’indefinita nazione - nella versione italiana non viene fatto il nome della città, ma presumibilmente è in Giappone, ovvio - dove nel cielo compare un castello feudale giapponese, da cui iniziano a scendere sulla città dei soldati in armatura che iniziano ad attaccare gli abitanti. Come dal nulla è arrivato il castello, dal nulla compaiono anche cinque ragazzi vestiti strani che dicono di essere i Cinque Samurai e che il loro compito è combattere l’Impero del Male - i tipi del castello. E fine. Si va avanti per 39 episodi così, fino ad arrivare allo scontato finale.

Un anime in 39 episodi dovrebbe avere una trama che inizia, si svolge, e finisce. Samurai Troopers invece non ce l’ha. Durante il corso della serie non viene spiegato nulla, lasciando molti punti oscuri. Ad esempio non viene spiegato cos’è “L’impero del Male”, sembra una qualche dimensione alternativa, o simili, ma non viene detto chiaramente, oppure il capo dei nemici, l’imperatore Arago, chi è? Un demone immortale? Dice di essere in battaglia da più di 1000 anni, ma chissà.
Lo stesso si può dire per i protagonisti: chi sono i Cinque Samurai? Da dove vengono? Perché possiedono le armature? E queste armature cosa sono?

Davvero sono troppi i punti oscuri, che rendono l’anime incomprensibile e noioso. Come se non bastasse, ci sono anche i personaggi che non aiutano.
Proprio come non viene detto nulla sul loro passato, ecc., c’è da dire che tutti i personaggi agiscono come se seguissero un copione già scritto. Tranne uno o due personaggi, in pochissimi momenti, nessuno si pone dubbi o si chiede il significato delle proprie azioni. Tutti agiscono perché è così che deve essere: i buoni sono buoni, e i cattivi sono cattivi.

La realizzazione tecnica è però molto buona, considerato gli anni che si porta addosso, l’anime è ben disegnato e animato. In particolare è notevole il design delle armature, che racchiude quel qualcosa di antico, ma anche qualcosa di moderno.
La colonna sonora è orecchiabile, le due sigle d’inizio e fine sono molto belle, mentre le musiche durante gli episodi alcune volte sono un po’ troppo presenti e invadenti. Ci sono infatti sequenze di combattimento della durata di un minuto e mezzo o due, senza voci ma con solo musica. Alcune volte, in alcuni episodi ci sono più scene, per quasi sei minuti di solo musica.

La versione italiana del doppiaggio è buona, con voci più o meno adatte, tra cui anche la presenza di Diego Sabre e Ivo de Palma, anche se l’adattamento non è fedelissimo, con nomi cambiati e simili.
Purtroppo, i dialoghi sono stati di molto semplificati, con i personaggi che si limitano a ribadire in continuazione di “bene” e “male” e “giustizia” ecc. Anche i nomi delle tecniche speciali sono stati sostituiti, con i buoni che chiamano le loro tecniche semplicemente con gli elementi della loro armatura come “potere del fuoco”, “potere della terra”, “potere del cielo” e i cattivi che si limitano a “potere dell’oscurità” o “potere del male”, inoltre vengono usati sempre gli stessi nomi anche quando le tecniche sono chiaramente diverse. Come detto all’inizio poi, non viene detto che il paese in cui si svolgono le vicende è il Giappone, e tutti i riferimenti storici e culturali vengono omessi.
Come se non bastasse, i cinque protagonisti vengono chiamati solo per nome, mentre i cognomi sono stati ignorati. Anche questo è un elemento importante, in quanto fa capire che i ragazzi sono discendenti di cinque grandi famiglie, come ad esempio la famiglia Sanada, o Date, il che rende i protagonisti quasi dei predestinati, cosa che si perde nella versione italiana, rendendoli come detto poco più sopra dei perfetti sconosciuti.
Tutto questo inficia la comprensione e la trama stessa dell’anime (però ciò non basta a risollevarlo comunque).

In conclusione, quest’anime non mi è proprio piaciuto. L’ho trovato noioso, senza capo né coda, con una trama prevedibile. Lo ricordavo completamente diverso, è stata una vera delusione. Arrivare alla fine è stato quasi un impegno.
Nonostante ciò, ho già pronti per la visione i tre OAV che fanno da sequel alla serie, per un totale di altri 11 episodi. Spero però che siano migliori.


 3
Pauzz85

Episodi visti: 39/39 --- Voto 8
"I 5 Samurai" è la serie che più mi piaceva da bambino, nonostante non avesse né capo né coda. Resta sempre e comunque la mia "copia" preferita dei Cavalieri dello Zodiaco. Quando ero bambino, questa serie mi piaceva anche più dei Cavalieri, per via della trama più semplice e delle armature più belle e colorate.

La trama: Arago, l'imperatore del male, sconfitto da un monaco nel lontano passato, riesce a risvegliarsi nella Tokyo degli anni '80 (gli anni in cui l'anime è stato prodotto) e progetta d'impossessarsi del mondo intero. Al suo servizio ha una schiera infinita di soldati in corazza da samurai - in realtà si tratta armature vuote mosse dalla magia - e quattro generali, che sono esseri umani sotto il controllo mentale di Arago.
A opporsi ad Arago ci sono cinque ragazzi, i Cinque Samurai, ognuno equipaggiato con un'armatura legata a un elemento: fuoco, terra, acqua, cielo, luce. Uno degli obbiettivi di Arago sarà quello di convertire i Cinque Samurai alla sua causa, o perlomeno sottrarre loro le armature, che un tempo facevano parte della sua.

Giudizio: sono molti gli anime che, a mio parere, se rivisti oggi sembrerebbero assurdi e noiosi. I Cinque Samurai sono uno di questi. Dopo tutti questi anni, rivedendo questa serie mi sono annoiato ed emozionato allo stesso tempo. Gli anime di una volta non erano coerenti e spettacolari come quelli attuali, tranne rari casi, né erano altrettanto ben disegnati e colorati.
I combattimenti nei Cinque Samurai occupano gran parte della puntata, la parte rimanente è riempita di dialoghi molto banali sul coraggio, sull'amicizia e sul senso del dovere. E persino i combattimenti non sono nulla di spettacolare, ma semplici scambi di colpi ed esplosioni, in cui alla fine qualcuno perde e qualcuno vince. Non ci sono "colpi di scena" durante il combattimento, né tecniche segrete tirate fuori all'ultimo momento per sorprendere il nemico e lo spettatore, come accadeva invece, per esempio, in Dragonball.

Attenzione: la seguente parte contiene spoiler

Non c'è nemmeno un senso di progresso nella trama. Fino all'ultimo episodio, i cinque samurai non riescono a sconfiggere mai del tutto i quattro generali di Arago, i quali nonostante le ripetute sconfitte scappano sempre senza neanche riportare danni permanenti. Inoltre, le infinite orde di armature mosse dalla magia non vengono mai sbaragliate completamente, e in ogni episodio queste armature abbondano, come se Arago ne avesse veramente a milioni. I Cinque Samurai non seguono alcun allenamento per diventare più forti e, nonostante a volte accennino al fatto che la loro forza è inspiegabilmente aumentata da una puntata all'altra, non se ne vedono risultati tangibili.
Inoltre troviamo alcuni degli "errori" tipici anche delle serie di robottoni: perché i generali di Arago attaccano i cinque samurai uno per volta? Perché attaccano sempre e solo il Giappone?

Anche se dire che attaccano uno per volta non è del tutto vero. Ci sono episodi in cui uno solo dei generali di Arago riesce a tenere testa a tutti e cinque i samurai, mentre, nella puntata dopo, quello stesso generale combatte alla pari contro uno solo dei 5 samurai. Viva la coerenza!
Ci sono poi puntate in cui un nemico dei Cinque Samurai sembra tirare fuori una tecnica interessante, come quando il Demone del Veleno (uno dei generali di Arago) utilizza i propri poteri per creare una copia, fatta di veleno, dell'armatura di uno dei Cinque Samurai, e la manda ad attaccare l'originale. Una bella tecnica, che ha quasi messo a tappeto il Samurai. Allora perché l'ha utilizzata solo in quell'episodio e copiando solo un Samurai? E perché non l'ha mai usata prima, e ha dovuto aspettare venti puntate di sconfitte prima di tirare fuori una tecnica così utile? Mistero...

Fine parte contenente spoiler

Tuttavia, a un bambino questa serie farà brillare gli occhi, ed è nel nome della mia infanzia che voto positivamente questa serie - oltre che per il fatto che negli anni '80 tutti gli anime non avevano troppe pretese. La trama è semplice da seguire, le armature di colore diverso fanno molto "power rangers", ogni bambino quindi potrà scegliere come preferito il samurai del colore che gli piace di più: rosso, blu, azzurro, arancione o verde. Molto bella è la sigla scritta da Enzo Draghi, anche quella ha contribuito ad aumentare il voto finale - nonostante non sia "Made in Japan" - assieme a un'altra bella canzone made in Japan che fa da tema all'anime, ossia Stardust Eyes

OK, ho parlato troppo... spero di non avervi annoiato.


 1
SeiyaJJ

Episodi visti: 39/39 --- Voto 7
Durante le mie giornate d’infanzia passate a guardare i “cartoni in tv”, m'imbattei per caso in quest'anime dal tono molto simile al mio mito di sempre, ovvero “I Cavalieri dello Zodiaco”. Trasmesso su una rete privata vidi per la prima volta “I 5 Samurai”, che mi fece illuminare gli occhi. Fu in quel momento che compresi il senso della parola colpo di fulmine: un tratto grafico accattivante, armature rappresentanti le virtù, personaggi straordinari e combattimenti fenomenali... Beh, tutto ciò che un ragazzino può desiderare di vedere. Con gli anni l’ho apprezzato sempre di più, cogliendone però alcune imperfezioni.

Ma veniamo ora alla recensione vera e propria. La “sfortuna” di quest'anime è stata la presenza contemporanea di un progetto di ben più imponente portata che gli ha praticamente rubato la scena, ossia i già citati Pegasus & Co. Vissuto da sempre nell’ombra, I 5 Samurai ha dovuto accaparrarsi una nicchia di fans che però è sempre aumentata fino a far entrare quest’opera nella leggenda e farla considerare molto valida sotto molti aspetti.
Graficamente non ha nulla da invidiare a nessuno ed è anzi una vera e propria pietra miliare dell’animazione di inizio anni '90. Gli OAVs poi sono ancora meglio disegnati e arrivano tecnicamente a livelli molto alti.
La storia si sviluppa in maniera lineare, semplice da comprendere, forse priva di colpi di scena. Salvare il mondo è l’imperativo di Rio, Sami, Simo, Kimo e Shido, i quali per raggiungere quest’obiettivo dovranno sconfiggere il malvagio Arago. Le armi a disposizione dei nostri eroi sono le loro armature, le quali discendono da una primordiale unica armatura appartenuta al signore del male. Il potere del Fuoco, della Luce, dell’Acqua, della Terra e del Cielo rappresenteranno la speranza per l’intera umanità.

I personaggi hanno una discreta inquadratura caratteriale, anche se è netta la separazione tra buoni e cattivi, tranne che per pochi casi isolati. L’armatura bianca è un’idea non molto originale, ma a mio avviso una comunque ben riuscita riproposizione della sacra armatura presente in “Saint-Seiya”. Nonostante l’influenza e l'ingombro dell’esistenza di un anime dai tratti somiglianti, I 5 Samurai gode di originalità propria e nel complesso è un’opera coinvolgente e appassionante che si perde però nella ripetitività degli scontri finali.
Gli OAVs se graficamente sono eccelsi, purtroppo dal punto di vista della trama non apportano miglioramenti al progetto principale, specie il terzo OAV che a mio avviso è soporifero.
Croci e delizie per un anime che ha fatto storia. Voto 7,5!


 4
Apachai

Episodi visti: 39/39 --- Voto 9
Sono nato e cresciuto con “I 5 Samurai”, sicuramente uno dei miei anime preferiti e, a mio avviso, di gran lunga superiore rispetto ai “Cavalieri dello Zodiaco”.
La trama è semplicemente avvincente e non si dilunga più di tanto, considerando che sono solo 39 puntate, i disegni sono bellissimi, considerando che quest'anime è del 1988, e le armature hanno un design davvero stupendo: in realtà più che armature sono degli esoscheletri con forma di antiche armature samurai che conferiscono ai nostri eroi o a chi la indossa una forza sovrumana.
Le musiche mi fanno emozionare, sono molto orecchiabili, la sigla della versione italiana è bella, quella originale è stupenda poiché è un mix tra musica rock giapponese e melodie folkloristiche giapponesi.
In quest'anime spesso vanno a fondersi passato e presente/futuro, un esempio è appunto quello delle armature che ho già descritto prima.

Passiamo alla trama: il cattivo di turno di chiama Aragon, e come tutti i cattivi vuole conquistare il mondo, solo che, a differenza di altri cattivi, lui non è fatto di carne bensì è uno spirito maligno che ha preso la forma di un’antica armatura samurai.
I nostri 5 protagonisti inizialmente non si conoscono, sono venuti in possesso delle armature in momenti separati, in quanto sono rampolli di cinque diverse famiglie. Inizialmente i nostri eroi non fanno un buon gioco di squadra in quanto vogliono tutti essere protagonisti, soprattutto Rio, e Aragon ne approfitta subito separandoli per disperdere così il loro immenso potere.
Qui parte l’avventura che vede Rio alla ricerca dei suoi compagni e Aragon che vuole conquistare il mondo, ma prima di conquistare il mondo deve riunire tutte le armature dei 5 samurai e dei suoi 4 generali... il motivo per cui deve fare ciò sta a voi scoprirlo.

La storia è piena di colpi di scena e personaggi misteriosi, il mio preferito è Ariel, cardine portante della storia.
Inizialmente i personaggi erano molto simili ai “Cavalieri dello Zodiaco”, ad esempio Rio non si discosta molto da Pegasus.
Questa serie avrebbe meritato molta più visibilità, ancora oggi è un prodotto più che valido, spero di vederla in onda il prima possibile, anche perché ha degli insegnamenti morali molto profondi.
Buona visione.


 1
koji_77

Episodi visti: 39/39 --- Voto 7
Una delle serie fine anni 80 che hanno caratterizzato al mia adolescenza, insieme ai cavalieri dello zodiaco, con la differenza che i 5 samurai sono un gradino sopra secondo me, già solo per il fatto che non cadono nella spirale della ripetitività ossessionante presente invece nei cavalieri dello zodiaco.

I personaggi sono ben caratterizzati, sia i buoni che i cattivi e questo è sicuramente un punto a favore. La trama è semplice e lineare e non forre grossi spunti di riflessioni per un pubblico più maturo, ma di certo è piacevole e si lascia guardare con un discreto interesse.
Le 5 virtù che rappresentano le 5 armature mi sono piaciute molto, come mi è piaciuta la trovata dell'armatura bianca, anche se alla lunga è un pò ripetitiva. Arago come personaggio non è affatto male anche se il mio preferito è Demon.

I disegni e le animazioni per l'epoca sono buone ed anche vederlo oggi regge abbastanza, i dvd sono una gran cosa ^__^

Trama

Il mondo minacciato da una forza maligna che ha preso forma in un Armatura, viene chiamato Aragon Imperatore delle tenebre! Costui ha al suo servizio 4 guerrieri anche loro dotati di armature e di poteri speciale
contro i quali si batteranno i nostri beniamini 5 samurai per il bene del Giappone e del monto intero.
Gli scontri saranno sempre più frequenti e le difficoltà non saranno semplici da risolvere, la prima della quale Ryo dovrà trovare gli altri 4 samurai con le loro armature ed insieme sconfiggere Arago.

Insomma un prodotto discreto sotto tutti i punti di vista, purtroppo l'adattamento ed il doppiaggio italiano sono sempre una nota dolente, in particolar modo per anime così datati, pensati per un pubblico molto giovane e per cui i dialoghi vengono semplificati a più non posso, anche quando non ce n'è bisogno.
Ciò nonostante ho trovato l'interpretazione dei doppiatori convincente e ben fatta, chissà con dei dialoghi meno semplificati in certe situazioni come sarebbe stata la resa di questo anime...


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BIZIO

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Che dire!? Una capolavoro dell'animazione giapponese, una vera e propria opera d'arte! Sono cresciuto a Cavalieri dello Zodiaco e 5 Samurai, e a distanza di circa 10 anni ho comprato la serie in VHS, per poi rivenderla in seguito e comprare l'edizione in DVD.
Ed ora spendiamo qualche parola per questa grande opera.
La trama è ben strutturata e procede senza intoppi (nel senso che non ci si annoia mai), molto avvincente e presenta momenti difficili per i nostri eroi che rischiano più volte di essere sopraffatti dal nemico. Il finale forse un po' ripetitivo rispetto a quello della prima "serie" ma comunque va bene così!
I personaggi sono molto ben caratterizzati e rispettano ognuno la propria virtù delineata dall'armatura, così come i nemici. Interessante anche come il carattere dei personaggi sia sempre posto in primo piano e non venga mai meno, in modo da sollevarli da qualsiasi situazione anche la peggiore.
Insomma un bell'anime carico di buoni sentimenti e di ottima animazione che risalta ulteriormente le armature e le loro caratteristiche.
In conclusione un ottimo prodotto meritevole di un ottimo 10!!


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Pain

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Non potevo non recensire anche quest'anime che è stato messo in ombra da pegasus e soci. L'anime è ben strutturato con personaggi ben connotati psicologicamente. Ogni armatura è portatrice di diverse virtù, chi la fiducia, chi la determinazione, etc, inizialmente , le armature facevano parte di un'unica grande armatura (comprese quelle dei 4 demoni al servizio dei cattivi) appartenente ad Arago, signore del male e eterno nemico dei 5 samurai. Classico appare lo scopo della trama, conquistare la terra e far scendere su di essa le tenebre. Fortunatamente, ad aiutare i nostri eroi ci pensa Ariel, colui che ha sconfitto tempo addietro Arago e separato la sua armatura. Contrariamente a qualche anime di quel periodo, qui assistiamo alla perdita di personaggi buoni, in primis lo stesso Ariel che si sacrifica per permettere ai samurai di poter accedere al regno del male, e poi demon, (uno dei 4 demoni che si redime e muore trasmettendo le volontà di Ariel alla giovane kayura, fanciulla alle dipendenze di Arago, plagiata dal suo potere). Bellissima l'armatura bianca di Ryo (che nasce dalla fusione dei poteri dei 5 eroi). È proprio grazie a questa, che il nostro eroe riporterà la luce sulla terra, liberando sia i suoi compagni caduti nelle grinfie di Arago, sia i 4 demoni che nel finale (dopo la sconfitta di Arago) si uniranno a kayura con il preciso compito di custodire tutte le armature. Veramente un bell'anime, consigliatissimo per tutti coloro che hanno amato i saint.


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demone dell'oscurità

Episodi visti: 39/39 --- Voto 10
Sigla stupenda, cartone stupendo, storia stupenda in pochi ed intensi episodi.
Per chi non sono bastati le armature dei Cavalieri dello Zodiaco, ecco qui i 5 Samurai, ovvero Yoroiden Samurai Troopers, come recita il titolo originale.
5 eroi dotati di antiche armature samurai che combattono in un outworld simile a Mortal Kombat contro Arago, signore generato dal male del mondo, che vuole conquistare la terra stessa.

Ma i cinque amici, aiutati dalle loro armature, dal gioiello della vita e dall'imperatore Brilliant, riusciranno nell'impresa, nonostante sulla loro strada si frappongono i quattro demoni dalle oscure armature, Lady Kayura ed Ecatos.
La voglia di giustizia ed amore verso il prossimo sarà più forte della insana bramosia di potere.

Da non perdere assolutamente, parola di demone!


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LightLife

Episodi visti: 39/39 --- Voto 7
“CINQUE SAMURAI PER DIFENDERE LA TERRA DALL’INSIDIA DI UNA GUERRA QUESTI SIAMO NOI…”

A quanti di voi queste parole evocano qualcosa?
Era infatti l’inizio di una delle più belle sigle anime italiane rimasta a molti nel cuore e nei ricordi d’infanzia.
L’obiettivo di questo incipit non è quello di fare un elogio sulla bellezza dei tempi andati ma sottolineare soprattutto un concetto importante. Una serie animata di qualche anno fa deve necessariamente imporre al recensore una maggiore attenzione, evitando di fare confronti con i dieci anni di animazione successiva, presupposto questo che se non rispettato genera una recensione controproducente. Tuttavia il rischio del confronto c’è divenendo molte volte quasi automatico, ma per una serie prodotto alla fine degli anni 80 è fondamentale contestualizzare la recensione a quel periodo. Certo ci sono alcune perle immortali ma queste sono poche rispetto al totale.
Per fare un esempio; sappiamo bene che Trigun ha cambiato il modo di intendere le musiche in un anime. L’OST è divenuta grazie a questa serie una parte integrante e fondamentale dell’opera animata, quindi parlare di musiche in serie prodotte precedentemente non avrebbe senso poiché sarebbero per forza di cose limitate.

I cinque Samurai (Yoroiden Samurai Torūpā, La leggendaria armatura delle truppe Samurai) è un anime prodotto dalla Sunrise e dalla Nagoya Television, che conta 39 episodi trasmessi in Giappone dal 30 aprile del 1988 al 4 marzo del 1989. In Italia l'anime venne trasmesso per la prima volta in aprile 1990 su le TV regionali Italia 7 . L'opera ha avuto un discreto seguito in paesi come Giappone e Stati Uniti . Rimane certo però che essere stata prodotta quasi in contemporanea con Saint Seiya non ha di aiutato questa opera a spopolare a livello mondiale. Nonostante ciò, si può dire che la seria è caratterizzata da elementi innovativi che ancora adesso si ricordano [Brano tratto da <a href= http://it.wikipedia.org/wiki/I_cinque_Samurai>Wikipedia</a>].

Se dico il nome Hajime Yatate molti di voi sobbalzeranno sulla sedia, soprattutto i conoscitori di Gundam, dato che questo fantomatico autore(o meglio gruppo di persone) insieme a Tomino ha dato origine al fenomeno del robottone giapponese. In realtà dobbiamo però scordarci il livello qualitativo di quell’opera frutto più dell’intelligenza di Tomino che del gruppo Sunrise. Sta di fatto che anche Samurai Troopers ha delle qualità innegabili.

La storia inizia in maniera abbastanza classica; Tokyo viene minacciata da un castello che si staglia nel cielo, ovviamente è il male che è sceso sulla terra per conquistare l’ambito mondo degli uomini. Questi inizi sebbene possano sembrare banali sono capaci di garantire anime di grande impatto se si riesce a sviluppare bene la trama(vedi X-1999). Guidati dal destino 5 ragazzi, appartenenti a 5 grandi famiglie giapponesi, si precipitano a Tokyo per impedire al male di prendere il sopravvento. I giovani hanno a loro disposizione 5 armature dategli loro dal destino, che incarnano i valori principali del bushido.
Queste prime righe suggeriscono fin da subito che questa è una serie giapponese per i giapponesi o per amanti del Giappone dato i continui rimandi alla sua storia mitologica, all’architettura, ai luoghi del paese del Sol Levante. La storia infatti tocca i principali luoghi giapponese tutti ovviamente luoghi bellissimi perfettamente in linea con lo spirito di pace contemplato dai samurai.

Dal primo episodio si è subito lanciati nel vivo della trama. In alcune serie questo può essere un elemento positivo creando subito forte coinvolgimento, ma in altre non riesce a creare la giusta atmosfera per comprendere la storia. Quest’ultimo è il nostro caso visto che non si capiscono bene alcuni elementi: perché il male sia sceso sulla terra, il passato dei giovani eroi. Solo alla fine si scoprirà perché Arago (il nemico principale) è nato.
La storia prosegue con la comparsa dei personaggi principali, tra cui i 4 generali demone possessori anche loro di armature simili a quelle dei 5 ragazzi. Le armature infatti sono 9 e inizialmente facevano parte dell’armatura di Arago, il quale adesso vuole ricomporre la propria originaria armatura.
Susseguentemente c’è un passaggio molto importante, forse un elemento di unicità che contribuisce a differenziare la serie. L’affannosa ricerca degli eroi dispersi da Arago è ancora oggi un elemento che da piccolo mi colpì particolarmente ma che solo rivendendo la serie ho scoperto meno sviluppato del previsto. In realtà lo spazio dedicato alla ricerca degli eroi nei luoghi più belli del Giappone dura solo lo spazio di pochi episodi; poteva invece senza dubbio essere un elemento che avrebbe potuto svilupparsi meglio.

Le puntate scorrono in maniera lineare. In ogni episodio i generali demone si adoperano per sconfiggere i samurai fallendo puntualmente. Ci sono molti scontri e la trama è marginale, cosa d’altronde tipica di uno shonen, lasciando poco spazio alla personalità dei singoli personaggi.
E’ forse questo uno dei punti deboli più importanti della serie; il limite di non riuscire a gestire ottimamente i 5 protagonisti mancando nella caratterizzazione.
La caratterizzazione dei personaggi è fatta in maniera molto approssimativa e non si riesce a delinearne la personalità che al contrario rimane scialba. La prima parte della serie infatti è troppo concentrata sul vero protagonista Ryo lasciando gli altri nell’ombra; pur combattendo manca la loro descrizione interiore causata anche dalla mancanza di un background dei protagonisti. I 5 samurai semplicisticamente rappresentano la loro virtù, quindi Ryo è perfettamente un altruista, Sami rappresenta la cortesia, Kimo la saggezza, ecc…
Paradossalmente i personaggi meglio descritti sono i 4 generali demone, soprattutto Demon che è forse il personaggio meglio riuscito di tutta la serie, l’unico di cui ci viene rivelato il passato. Sono proprio loro a rappresentare un aspetto peculiare dell’anime, ovvero la mancata netta distinzione tra bene e male. Si tratta di un concetto molto velato espresso poi meglio in altre serie animate. Il potere delle armature, infatti, può avere una accezione positiva o negativa a seconda dell’animo dell’utilizzatore.
Il messaggio che l’autore vuole rivolgere è proprio l’assenza di un divisione bene-male prestabilita, infatti saranno proprio i singoli protagonisti a scegliere la via da percorrere. In realtà, come detto, è un concetto velato poiché Ryo e i compagni rappresenteranno il bene senza macchia e Arago il male punto e basta. L’anime infatti in puro stile shonen tenta di sottolineare tutte quelle virtù di amicizia, compassione, altruismo…

La serie si divide in 2 tronconi e la seconda parte è nettamente migliore, sia perché finalmente viene dato più spazio agli altri tra cui soprattutto Toma (Kimo nella versione italiana), sia perché finalmente vengono spiegati aspetti relativi alla prima serie, come ad esempio il perché della nascita di Arago. Ci viene spiegata l’origine delle armature, la figura del clan tutelatore del bene sulla terra, ecc…
Tra le due serie ci sono poi una serie di puntate abbastanza noiose anche perché hanno uno schema prestabilito abbastanza definito e sono troppo fini a se stesse.
Parlare delle animazioni non è il mio forte; non sono un esperto. Posso però dare nel mio piccolo alcune considerazioni. Ci sono animazioni che sono molto belle tra cui quelle contenute nella sigla, il problema è che alla fine le animazioni sono solo quelle. C’è il riutilizzo continuo di quelle scena in maniera quasi ossessiva che sfiora a volte il ridicolo. Addirittura vengono utilizzate le stesse sia nel combattimento finale della prima saga sia nel combattimento finale della seconda saga.
Un aspetto invece molto positivo è il chara design, davvero molto bello soprattutto il design delle armatura, punto forte dell’anime.

Tocchiamo ora invece il vero punto dolente fortunatamente superabile; sto parlando di un qualcosa da lasciare di stucco, da lasciare basiti, da farci torcere dagli incubi la notte, da farci soffrire durante il giorno… ecco a voi il fatidico adattamento italiano! Ve lo dico senza mezze misure, è uno degli adattamenti peggiori.
Siamo ancora nella fase dove il Giappone sembrava essere la terra della perdizione e quindi i luoghi e le città giapponese erano innominabili. Per un anime che fa del suo punto di forza il viaggio tra alcuni dei posti più rappresentativi del Giappone è un problema non da poco. Ad esempio il monte Fuji viene chiamato “la grande montagna” e ci sono tante altre traduzioni di questo tipo.
Altro problema dell’adattamento è l’eccessiva semplificazione dei dialoghi, il target a cui gli adattatori hanno puntato è senza dubbio quello dei bambini, è questo crea una discrepanza con il vero target adolescenziale della serie Addossare troppa colpa all’adattamento però è sbagliato dato che come detto all’inizio bisogna contestualizzare l’opera, ed in quel periodo l’animazione giapponese veniva bistrattata all’inverosimile. Questo fa capire quanti passi avanti si sono fatti negli adattamenti italiani moderni, che nonostante molti continuano a criticare rappresentano un grosso miglioramento.
Il problema però è dovuto alla difficoltà di comprendere la trama dall’adattamento italiano, visto la citata semplificazione. Una storia che pare molte volte senza senso sentendo le voci italiane ne acquisisce immediatamente uno se si leggono i sottotitoli. Questi ci permettono di capire meglio la trama che vi assicuro si fa molto più lineare e anche adulta. I doppiatori italiani personalmente mi sono piaciuti molto, secondo me le voci sono azzeccate. In conclusione, questo anime rappresenta a pieno il tipico shonen con i suoi difetti e con i suoi pregi, io ne consiglio comunque la visione sia perché è un anime storico sia perché ha degli spunti interessanti. La visione la consiglio però sottotitolata se si vuole comprendere al meglio la trama.

LightLife