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CippyWolf

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7,5
“Kishuku Gakkō no Juliet” è una serie composta da dodici episodi, nuova reincarnazione della storia di “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare.

Nonostante stia utilizzando il termine “reincarnazione”, non credo che sia totalmente appropriato nel descrivere questa serie. Inizialmente ci viene presentata una situazione che rimanda e ricalca l’idea di fondo della ben più famosa tragedia, cioè due personaggi separati da mere dispute familiari, legate alla loro discendenza, da cui nonostante tutto nascerà qualcosa di più.
Tale sinossi sarà utilizzata come base primordiale, per poi discostarsi enormemente sia dall’incipit che dai toni utilizzati, evolvendosi in maniera esponenziale in qualcos’altro, che non condividerà quasi più nulla con il primogenito romanzo.

Dopo questa estenuante ma doverosa anteprima, veniamo a noi.

La serie è ambientata in un collegio, in cui coesistono due diverse “casate”, i White Cats e i Black Dogs, suddivisi in base alla loro nazione di provenienza, che per molto tempo sono state in guerra fra loro e solo ultimamente sono riuscite a istaurare un trattato di pace. Purtroppo è ben presente ancora della ruggine negli animi della popolazione delle rispettive due nazioni, il che sfocerà in continui litigi fra le due casate.

L’incipit presenta una situazione già vista in molte salse diverse, senza scomodare “Romeo e Giulietta”, o almeno questo è stato il mio primissimo impatto; fortunatamente lo svolgimento, per quanto in parte abusato in altre opere, risulterà fresco, scorrevole e specialmente accattivante. Se la storia da cui nasce l’opera può sembrare cemento, da cui difficilmente potrebbe nascere qualsiasi cosa di fruttifero, in questo caso è avvenuto il miracolo.
Le varie scene raccontate saranno cariche di emozioni e sentimenti, sospinte da una spiccata comicità, che ho particolarmente apprezzato, e che fa vivere di vita propria la serie, diventando a tutti gli effetti una rom-com con qualcosa da dire nonostante tutto.

Sia la parte romantica che quella della commedia saranno ben sviluppate e soppesate, ci saranno momenti teneri e scenette che faranno ridere a crepapelle; questa ambivalenza riuscirà a non rendere mai sazio lo spettatore né di una né dell’altra corrente, tale ondata di emozioni farà sì che non si potrà non prendere a cuore i nostri due protagonisti e gran parte del cast.

Parlando dei personaggi, risulteranno ben caratterizzati per la maggior parte del tempo, unico appunto si denota in parte una nota di stereotipia, specialmente nei membri corali della serie, che però si può ben perdonare, visti l’ambientazione e lo svolgimento abbastanza classici della storia.
Altro appunto che mi sento di fare rispetto ai personaggi sono i prefetti, che verranno presentati abbastanza in là negli eventi e che per forza di cose non potranno godere di una caratterizzazione completa, ma che personalmente incuriosiscono e fanno ben sperare per lo svolgimento originale della storia nella controparte cartacea. Purtroppo, dalla loro comparsa, si è fatto leggermente più pressante il sentore di appiattimento del resto del cast, a partire dalla protagonista femminile, la forte e temeraria Persia, che diventerà in parte principessina da salvare, sfaccettatura che personalmente ha fatto un po’ a “cazzotti” all’interno della serie e ha reso in parte monodimensionale anche la caratterizzazione del nostro protagonista Inuzuka, rappresentato come l’aitante e coraggioso principe.

Per quanto riguarda la parte grafica, ho apprezzato per gran parte il chara design dei personaggi, tutti con una loro peculiarità o decorazione che li facevano risaltare come protagonisti o coprotagonisti; dal punto di vista delle animazioni, nei penultimi episodi si è intravisto un vistoso calo, al limite del vertiginoso, che si riuscirà a recuperare proprio in extremis nell’ultimissimo episodio, che purtroppo ha inficiato in parte la fruizione della serie, rendendo penosi momenti che non lo erano, mentre in altre scene aiutava solamente a far aumentare l’ilarità generale, anche se per i motivi sbagliati.

Le OST di introduzione e conclusione personalmente non le ho gradite molto, non essendo di mio gusto, ma posso ben capire la loro pregiata fattura e che possono piacere a tanti altri; mentre le canzoni di sottofondo le ho apprezzate molto, avendo un ruolo quasi preponderante nell’introiezione di molti momenti, insomma hanno svolto egregiamente il ruolo che mi aspetterei dalle OST di un anime.

Per concludere, “Kishuku Gakkō no Juliet, nonostante l’iniziale muro naturalmente eretto da un’introduzione così trita e ritrita, riesce a elevarsi a una serie apprezzabile in ogni sua parte, con trovate originali o espedienti già visti ma esposti in maniera divertente e innovativa, che non possono che essere ben accetti in qualsiasi opera che voglia discostarsi dalla massa, nonostante la spietata concorrenza delle rom-com con ambientazione scolastica.


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maxcristal1990

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
In questo adattamento animato, troviamo nella stessa scuola studenti di due Paesi diversi da anni rivali, chiamati, quelli vestiti di bianco, "White Cats", e quelli vesiti di nero, "Black Dogs". I due dormitori rivali hanno ha capo la giovane Juliet dei White e Romio dei Black. I ragazzi del dormitorio Black sono molto aggressivi e parecchio più bulli, i White molto tranquilli e un po' più precisini. Nessuno sa che, nonostante l'intesa rivalità, il freddo Romio è innamorato perso di Juliet, anche se spesso è costretto a fronteggiarla, "vista la sua posizione". Quando lui si dichiarerà e cominceranno a frequentarsi, inizieranno i problemi per i due; nonostante tutto Romio sarà disposto a qualunque cosa per portare avanti la cosa.

È una storia molto semplice in ambito scolastico. Si vedono i clan rivali che combattono tra loro, e loro due che si frequentano di nascosto. Una nota positiva è che alcune scene sentimentali arrivano! Durante la serie ci sono ingressi di nuovi personaggi che faranno in modo inizialmente che i due non si vedano, creando anche qualche discussione.
Nota negativa: la grafica non è un granché, molto trascurata. Per il resto si segue molto bene, con dialoghi facili facili. Nel complesso, tra il medio e il buono.


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eries

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
È una serie da vedere, la trovo molto divertente, ma anche con una buona base di sentimenti: non assistiamo ai soliti harem, ma addirittura c'è un'attrazione ragazza/ragazza, che darà nuovo pepe alla faccenda. Finalmente non mi devo sorbire, come in "Nisekoi", personaggi stereotipati alla follia: certo, si parla di un amore, puro, dove un bacio sulla guancia vorrebbe dire "essere maniaci"... confido che il manga sia più completo e ricco di evoluzioni.
Le gag comiche lo sono state veramente, mi sono divertita. E le muscihe? Per me appassionata sono sorprendentemente di alto livello, soprattutto quella in cui i momenti diventano decisivi (come il finale del primo episodio).
Finalmente non stiamo ad attendere mille episodi per una dichiarazione, qua arriva subito e l'anime ruota attorno a come far crescere la relazione nella clandestinità, del resto loro due sono i novelli... Romeo e Giulietta.
Quando un anime lo riguardo volentieri, per me entra di diritto in classe alta.


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alex di gemini

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7,5
Se senti Shakespeare, non pensi ad "Amleto" o a "Romeo e Giulietta"?
Indubbiamente il fascino del nostro ha stregato anche l'animazione giapponese, dato il gran numero di serie che hanno dedicato ai due amanti di Verona almeno un episodio, come, ad esempio, "Akuma no Riddle" o "Ranma 1/2" o l'omonima serie in cui la saga viene liberamente riscritta.

Ciò che caratterizza "Juliet in collegio" è il desiderio di realizzare qualcosa d'innovativo. Ambientata in un collegio d'élite, situato su di un'isola al confine tra due potenti stati, vede le vicende sentimentali di Romio, uno dei capi del dormitorio dei Black Dogs e della bella Persia, una dei capi del dormitorio dei White Cats. Le due fazioni, appartenendo a nazioni diverse, sono in perenne lotta tra loro, con risse continue e quant'altro. Romio stesso è un ragazzo problematico, violento e senza molto cervello, mentre Persia, dolce e bionda, vanta una forza fisica virile. Ci sarà una possibilità d'amore in una situazione simile? Sembrerebbe impossibile, invece l'amore sboccerà. I due dovranno vivere nel massimo riserbo, e da qui una serie interminabile di gag, di sotterfugi ecc.

Tutti numerosi personaggi di contorno avranno il loro spazio, piccolo o grande che sia, e relativa caratterizzazione psicologica. Era dai tempi di "Maison Ikkoku" che non trovavo una storia d'amore così divertente ma senza l'incudine delle infinite incomprensioni tra i due, dato che ora, invece, i due crederanno sempre l'uno nell'altra. Certo, dodici episodi sono pochi, considerando che il manga, ancora in corso, è al dodicesimo tankobon, mentre l'anime arriva sì e no al quinto, ma va bene lo stesso.
Le sigle sono molto belle, la grafica ottima, ma cala inspiegabilmente dall'ottavo episodio. La regia è ottima.

Un anime bello, divertente e appassionante, con personaggi indimenticabili che, se fosse durato di più, avrebbe meritato un otto, ma, per la brevità, mi fermo al 7,5.


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npepataecozz

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
“Romeo e Giulietta” è probabilmente l’opera di Shakespeare più conosciuta e amata nel mondo, e questo perché, tra i vari sentimenti rappresentati dal grande bardo nelle sue opere, l’amore è da sempre quello più idoneo a toccare il cuore e la fantasia delle persone.
La grande popolarità goduta da quest’opera si può intuire anche dal gran numero di rappresentazioni che essa ha avuto nel mondo degli anime: si va da intere serie che si ispirano direttamente alla tragedia (ad esempio “Romeo X Juliet”), ad altre a cui viene dedicato solo un episodio, ad altre ancora in cui ne viene solo programmata la recita teatrale nel classico festival della cultura. In verità, non sono mai stato molto entusiasta di queste frequenti “trasposizioni”, vuoi perché la versione alternativa proposta non era di mio gradimento, vuoi perché gli autori finiscono quasi sempre per apportare delle variazioni al copione, e spesso senza una giustificazione valida. E così, quando ho letto che questo “Kishuku Gakkō no Juliet” era l’ennesimo anime ispirato a “Romeo e Giulietta”, non ho potuto trattenere uno sbuffo di insofferenza; e credo che non l’avrei nemmeno preso in considerazione, se qualcuno non mi avesse messo in guardia sull’errore che stavo facendo. “Kishuku Gakkō no Juliet”, infatti, si è rivelato essere un anime davvero carino, perfettamente in linea con un certo tipo di anime che solitamente apprezzo moltissimo.

Ma andiamo con ordine e cominciamo con la trama. La scena si apre sul “Dahlia Academy Boarding School”, i cui studenti provengono da due Paesi nemici, noti come "Black Dogs" e "White Cats". Juliet Persia e Romio Inuzuka sono i leader dei loro rispettivi dormitori e sono sempre in prima linea nelle risse che coinvolgono i due gruppi. Ma, mentre Persia combatte per dimostrare il suo valore, Inuzuka lo fa perché è segretamente innamorato della bella biondina in reggicalze, e non vuole che si faccia male. Dopo mille peripezie riesce a confessare il suo amore a Persia e, con sua grande sorpresa, la ragazza ricambierà i suoi sentimenti. A causa dei conflitti in essere fra le due fazioni, i due dovranno però mantenere segreto il loro rapporto, pena l’accusa di tradimento.
Giusto per chiudere l’introduzione iniziale, diciamo subito che “Kishuku Gakkō no Juliet” riprende certamente come impostazione iniziale quella dell’opera di Shakespeare, con la differenza che qui abbiamo Paesi nemici e non famiglie rivali; ma, oltre ai nomi dei personaggi e a taluni omaggi che mi è parso di vedere qua e là, l’idea dell’anime non è quella di rappresentare una tragedia in stile cinquecentesco ma un’allegra commedia in stile moderno.

Il risultato finale è davvero ottimo: la sceneggiatura non si complica mai la vita con scelte narrative troppo complesse, ma mantiene sempre una struttura semplice ma efficace. Le difficoltà incontrate dai due innamorati per potersi incontrare senza farsi notare da nessuno sono sufficienti per creare dei momenti comici davvero convincenti: i due ragazzi, ad esempio, sono costretti a cambiare espressione in un nanosecondo all’arrivo del disturbatore di turno, passando da languidi sorrisi a una finta lotta con tanto di “testate” reciproche. Ed è stata proprio la proposizione di tante scene basate su questo tipo di comicità immediata e spesso demenziale a creare i presupposti per un’opera di successo; il resto lo fa la parte sentimentale, molto dolce e piena di romanticismo.

La qualità migliore di questo anime, però, è rappresentata dai suoi personaggi. I due protagonisti sono quanto di meglio si è visto in questo genere negli ultimi tempi: Inuzuka è un ragazzo problematico e rissoso ma anche premuroso, fedele e dolcemente impacciato in amore; Persia, invece, è una ragazza alla ricerca della forza necessaria per rivendicare una posizione di comando, in un mondo in cui la successione come capofamiglia è ancora legata a regole prettamente maschiliste, ma la sua umanità la porterà a capire che lottare assieme alla persona di cui si è innamorati rende questo percorso più bello ed emozionante.
Dato che i due protagonisti saranno costretti a passare la maggior parte del tempo lontani, grande importanza aveva la predisposizione di una serie di personaggi secondari che occupassero gli spazi vuoti. Anche da questo punto di vista l’anime sfiora l’eccellenza: c’è un assortimento di personaggi secondari veramente notevole sia per quantità che per qualità. È senz’altro vero che comprimerli tutti in dodici episodi significa anche non riuscire a sviluppare storia e personalità di ognuno in modo adeguato; e, aggiungerei, molti di questi avrebbero davvero meritato più spazio. Nonostante questo, però, il mio giudizio resta positivissimo, perché, se teniamo conto di quelli che sono gli obiettivi narrativi di quest’anime, si può affermare che i personaggi secondari svolgono il loro compito e le loro funzioni in modo più che egregio.

E veniamo alle dolenti note: la grafica. In primis vorrei sottolineare che dotare Persia di reggicalze ha dato al personaggio una certa attrattiva in più, specie per chi ama questo accessorio (me compreso); tuttavia questo è un anime ambientato in una scuola, e l’uso di reggicalze m’è sembrato un po’ fuori luogo. Fatta questa osservazione personale, va sottolineato un dato oggettivo, ossia che il livello grafico di questo anime sin dall’inizio non è mai stato un granché; negli ultimi episodi, però, c’è stato un calo davvero grave e assolutamente inspiegabile.
Chi mi conosce sa che sono un tipo di spettatore che in genere privilegia la sceneggiatura al comparto grafico; sono molto più critico, cioè, verso una trama scritta male che verso disegni fatti coi piedi. Per cui, pure avendo recepito la scarsa qualità grafica del prodotto, non posso che spendere parole di grande elogio verso un anime che mi ha divertito ed emozionato dall’inizio alla fine. L’unico aspetto di “Kishuku Gakkō no Juliet” che posso considerare sgradevole è il fatto che, come al solito, probabilmente non ne vedremo mai una seconda serie; ma chissà, nella vita mai dire mai.