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Utente57734

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Utente57734

Episodi visti: 3/3 --- Voto 6
Tre episodi del '90, spin-off di un'altra serie mi risulta ancora sconosciuta, perciò mi baso solo su quello che ho visto. Dietro AD police ci sta un manga creato da Tony Takezaki. Lo stesso autore di Genocyber.
Solito futuro, solita Tokyo rinominata, soliti problemi di criminalità, solito cyberpunk... Non m'importa del solito.
Il problema principale è che in teoria le tre storie dovrebbero concentrarsi su un tizio di nome Leon McNichol, che opera nella AD Police, ossia la polizia corazzata. In realtà di Leon, oltre a poche altre cose caratteriali, non si percepisce più nulla dopo pochi minuti dall'inizio.
Lo accompagna nelle missioni una donna di nome Jeena Malso, una specie di Rambo femminile col braccio metallico. Nemmeno lei si riesce a collocare psicologicamente: in una scena dice esplicitamente di "desiderare un uomo, così disperatamente alla vista del sangue", dopo nell'altra di voler vendetta per la morte di un collega nel primo episodio. Inquietante o da ammirare?

Fine! Chi sarebbe dunque il protagonista? Solo la vicenda trattata in ciascuna storia.

La polizia corazzata opera in casi di terrorismo o di Boomer. Qua si fa interessante la questione che si apre nei primi due episodi. I Boomer sono degli automi, simili in tutto e per tutto agli esseri umani. Sono costituiti cioè da proteine, organi e intelligenza artificiali.
Nel primo episodio una Boomer (donna) impazzita attacca lo squadrone di polizia e chiunque le si pari davanti. Nel corso dell'indagine successiva viene fuori che è stata usata oltre il limite consentito in una casa da tè.

Leon più avanti ne dovrà affrontare un'altra, legata ad un caso passato.

È interessante che esistano dei regolamenti sui turni lavoro-pausa dedicati a questi robot, come noi. Mi sono chiesta: "Ma allora i Boomer vengono considerati esseri umani?"

La risposta è quasi palese in positivo e negativo. Nel primo caso nella vita quotidiana e lavorativa, nel secondo caso... Vengono fuori commerci illegali di riciclaggio di parti robotiche di Boomer femminili per sostenere la richiesta del mercato "forte". Purtroppo sì, visto che da sempre certi traffici riguardano anche soggetti di carne ed ossa.
Si capisce come la depravazione umana stia al passo coi tempi. Non nobilita nemmeno il suo stesso genere, figuriamoci il "figlio".


Nel secondo episodio un misterioso assassino infesta la vecchia metropolitana cittadina, alla "Jack lo squartatore". A causa del dibattito creatosi sulla natura di questi delitti, di Boomer impazzita o essere umano; si decide di dare il caso sia alla Polizia ordinaria che a quella corazzata. Entra così in scena una ragazza della polizia ordinaria che sembra conoscere Leon.
Come sempre lui e Jeena ci sono... E quasi lo spettatore non ci fa neanche caso.
Iris Cara, l'agente della polizia ordinaria, più "casa-chiesa" non può essere. Il suo moralismo radicato (alla fine non così tanto) mi ha fatto storcere il naso varie volte, ma alla fine si rivela aver ragione nel caso assegnato.
Qua si apre la parentesi del limite fra cibernetico-umano, infatti in questa nuova Tokyo chiunque abbia un problema di salute può farsi sostituire la parte del corpo (umana) che lo causa con una cibernetica. Casi specifici a parte: se ciò avviene, si è ancora esseri umani? Vale davvero la pena dare via un pezzo della nostra carne, la stessa che i nostri genitori hanno concepito, per vivere di più? E se invece con tale passaggio vivessimo per la stessa durata? Vogliamo vivere per noi stessi o per gli altri? Non basterebbe asportarla e basta?


L'ultimo è il più inteso che sottolinea ancora di più questa parentesi. Un uomo poliziotto, Billy, è stato tramutato in un robot (ricorda vagamente Robocop, però più violento).
L'unica parte rimastigli di carne vera è la lingua e per tentare di ritrovare certe sensazioni la "mastica" continuamente. Questa ossessione e la follia umana renderanno la vicenda drammatica. Finalmente Jeena ha una parte più di spessore ed un poco si entra in empatia.

In generale idee buone come già accennato etica-cibernetica, tuttavia i difetti sono palesi.
Risulta monca la parte caratteriale dei poliziotti, si trattano, tanto per cambiare, solo Boomer donne (sono assai detestabili queste forzature! Avanti! Uomini, donne sono dello stesso genere umano!), una scena troppo "spintarella" del terzo episodio che mi pare di troppo, il progetto animato arenato a causa di litigi fra i due studi di animazione (doveva contare più episodi)...Traduzione: albero dal tronco buono, bruciato in pochi attimi.


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ryo79

Episodi visti: 3/3 --- Voto 7
Questo AD Police è uno spin-off del più famoso Bubblegum Crisis a cui fa da prequel, è infatti ambientato cinque anni prima di quest'ultimo. Come protagonista vediamo Leon McNichol (personaggio già visto nell'altra serie) agli inizi della sua carriera nell'AD Police. Si tratta di un classico cyberpunk che concentra la sua attenzione su dei casi (si parla sempre di polizia) che hanno a che vedere con androidi, cyborg e problemi relativi all'eccessivo sviluppo delle tecnologie legate alla cibernetica. Lo sviluppo della serie è abbastanza chiaro, ogni episodio si concentra su un caso specifico, introducendo i personaggi dell'episodio e sviluppandone la storia nell'arco di meno di mezz'ora. Come ovvio, questa struttura limita molto sia lo sviluppo della trama sia quello dei personaggi, ma lo staff riesce a sfruttare al meglio quello che ha a disposizione realizzando un prodotto di tutto rispetto.

Le tre storie sono strutturate abbastanza bene sviluppando i vari temi nel tempo a disposizione con dei personaggi sono ben caratterizzati. Leon rappresenta il lato umano, passando da novellino che ha difficoltà ad "uccidere" un Boomer fino a diventare un ottimo agente. La sua collega Gina, con il suo braccio cibernetico, è la classica personificazione del dilemma umano/cyborg. Stessa ottima caratterizzazione per i protagonisti delle tre storie che raffigurano, ognuno a modo suo, il dilemma uomo/macchina insito nella cultura cyberpunk. Realizzazione tecnica davvero ben fatta, con una buona grafica, bellissime scene d'azione e una fotografia decisamente sopra la media. La musiche sono azzeccate, molto belle le sigle di chiusura cantate in inglese da Lou Bonnevie. AD Police è un ottimo anime cyberpunk che farà la felicità di quelli a cui è piaciuto Bubblegum Crisis.


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hallymay

Episodi visti: 3/3 --- Voto 4
"A.D. Police" è l'ultimo degli OAV della saga nata dalla serie "Bubblegum Crisis", di cui rappresenta il prequel. La storia infatti è ambientata qualche anno prima "Bubblegum Crisis", prima quindi della nascita delle Knight Sabers, e si incentra sul periodo in cui a contrastare i crimini degli androidi era solamente la squadra speciale della polizia addetta a questo tipo di casi, l'A.D. Police per l'appunto.
Protagonista degli OAV è Leon, il detective dongiovanni che abbiamo imparato a conoscere nel capitolo principale della saga, che qui invece è ancora una matricola della squadra speciale, al cui fianco troveremo la ben più esperta collega Geena.

Che dire di questo prequel? Innanzitutto l'atmosfera è estremamente diversa rispetto a "Bubblegum Crisis" e al suo seguito "Bubblegum Crash!". In "A.D. Police" tutto tende a prendersi molto più sul serio, non c'è quell'atmosfera di azione sfrenata e scanzonata che si avvertiva nelle altre due serie di OAV. "A.D. Police" si rifà in maniera molto più ortodossa alle atmosfere angoscianti e prive di qualsivoglia bellezza del cyberpunk più classico. D'altronde già fin dalla sigla iniziale gli omaggi a "Blade Runner" sono evidenti. Ovviamente questo non è un difetto, io trovo molto gustose quelle opere che all'interno di una determinata continuity cambiano completamente genere e atmosfera, è un modo per arricchire una saga. Voglio dire, per me il terzo film di Tenchi Muyo e il secondo di Patlabor sono belli anche perché hanno completamente stravolto i brand a cui appartengono. Il problema però è che "A.D. Police" non soddisfa nessuna delle ambizioni a cui tende. Le storie che propone sono scritte malissimo, hanno buchi di sceneggiatura grossi come una casa. Basti pensare al fatto che contraddice proprio la storia principale a cui appartiene: l'A.D. Police in "Bubblegum Crisis" ha spesso problemi a risolvere i crimini perpretati dai Boomers, sia per inferiorità tecnologica sia per i limiti imposti dalla legge, che spesso strizza l'occhio alla Genom, la potentissima multinazionale che produce androidi. A ovviare questi problemi ci sono appunto le quattro eroine protagoniste con i loro portentosi esoscheletri. Allora perché in questa serie di OAV la polizia non ha praticamente alcun problema a fare fuori gli androidi criminali o impazziti? Perché boh! Per non parlare di autentici fatti tragici che vengono sviluppati senza alcuna plausibilità e che lasciano completamente interdetto lo spettatore, o spunti interessanti di trama gettati al vento come se niente fosse da un intreccio completamente privo di riguardi nei confronti della logica stessa del racconto.

Certo, "Bubblegum Crisis" si prendeva decisamente meno sul serio di "A.D. Police", ma non ci si metteva mai le mani tra i capelli guardandolo, anzi. I protagonisti, poi, sia per la brevità della serie sia per la scarsa pregnanza della storia, sono privi di carisma e completamente bidimensionali, del tutto dimenticabili. In teoria dovrebbe la serie incentrarsi sul passato di Leon, in pratica Leon si vede solo nel primo episodio, in cui tra l'altro mena le mani per venti minuti abbondanti. Da corollario, scordatevi quindi qualsiasi tipo di approfondimento della trama principale di "Bubblegum Crisis", anche quello si è perso per strada, a favore invece di scene spinte assolutamente da neuro-deliri - sì, mi riferisco al fatto che uno dei personaggi cerca di fare sesso con un robot, spento.

Anche da un punto di vista tecnico la differenza si sente, eccome se si sente. Innanzitutto al character design non abbiamo più Kenichi Sonoda, ma Fujio Oda. Per quanto però si cerchi di replicare l'estrema piacevolezza del tratto di Sonoda, la qualità del chara è talmente altalenante che tra il primo e il terzo episodio non c'è quasi alcuna continuità grafica nell'aspetto dei personaggi. Se il primo episodio è quello dove il chara dà il meglio di sé con particolareggiatissimi primi piani, nel terzo ci va di gran lusso se Geena, la coprotagonista, ha le pupille.
Infine anche la colonna sonora, uno dei tratti più distintivi di "Bubblegum Crisis", non regge il minimo confronto con il passato. Se le musiche della serie principale sono un monumento all'orecchiabilità, qua nemmeno si sentono. Certo, questi OAV sono molto più seri e quindi non potevano farsi accompagnare da una colonna sonora spudoratamente pop anni Ottanta, ma qua la colonna sonora è praticamente insignificante. La stessa sigla iniziale è proprio tirata via, sembra fatta con la pianola per bimbi Bontempi Five.
Le animazioni? Pare proprio che sia stato speso tutto il budget per il primo episodio. Scordatevi le scene d'azione forsennata dei precedenti capitoli della saga; qua tutti i problemi si risolvono in dieci secondi, altrimenti non si arrivava a pagare gli stipendi. Ed è pure un OAV, un'opera per cui si tendeva a spendere molto di più rispetto a un anime!
Per concludere, questo prequel è un'occasione sprecata sotto ogni punto di vista. Non aggiunge niente alla storia di "Bubblegum Crisis" ed è senza alcun dubbio una poracciata, tanto è fatto alla carlona.
Dimenticabile.

Gwath

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Gwath

Episodi visti: 3/3 --- Voto 6
"A. D. Police" è una miniserie di tre episodi senza grosse pretese. Prende a piene mani dal mondo cinematografico cyberpunk (da "Blade Runner" a "Robocop") e dal GdR "Cyberpunk 2020": difatti il leitmotiv della serie è la disumanizzazione dell'uomo se si lascia sostituire dalla macchina nella sua identità umana (il tema della "cyberpsicosi", tema incomprensibile per chi non conosce il GdR). Un tema che a mio parere ha abbastanza sviluppato, nonostante alcune ingenuità nella trama. Tuttavia questa è una serie che non decolla, a causa della sua brevità. Ottima è la colonna sonora di Bonnevie.

luca.vascon

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luca.vascon

Episodi visti: 2/3 --- Voto 5
A.D. Police è un anime con grosse pretese, ma la realizzazione tecnica è discreta per l'epoca, e lasciano molto a desiderare la trama e l'approfondimento dei personaggi. Il risultato finale è un prodotto che promette e non mantiene. Fa un po' il verso a Blade Runner, e anticipa qualcosa di Ghost in the Shell, ma non riesce a decollare. I disegni non sono affatto male, ma l'animazione non rende giustizia. Mi fa venire in mente Oedo 808 e Patlabor, praticamente coevi, che però viaggiano molte miglia al di sopra.
Insomma, A.D. Police è un anime adulto ma senza spina dorsale. Non inguardabile, ma che sente il peso degli anni e di una serie di ingenuità e di "buchi" nella trama.