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Lovedriver

Episodi visti: 51/51 --- Voto 9
Attenzione: contiene lievi spoiler sulle precedenti serie "Digimon"

Avete presente quando in una qualsiasi serie creativa (la discografia di un artista, un anime, una saga cinematografica etc.) dopo un inizio scoppiettante ad un certo punto vengono fuori degli elementi nuovi che stravolgono un po’ ciò che fino a quel momento aveva ben caratterizzato la serie stessa? Ecco, se vi dovessi chiedere di fare una stima, più o meno tutti concordereste nel dire che nel 99% dei casi, tali elementi vengono considerati in maniera negativa, mentre più raramente viene percepito un miglioramento. O forse sbaglio?

Ad ogni modo, vi posso citare un caso particolare, un caso di rivoluzione che, seppur di un qualcosa che già funzionava alla grande, ha portato alla creazione di un qualcos’altro, diverso dal precedente e probabilmente anche per questa ragione, migliore. Quando ero un pischelletto, dopo aver fatto i compiti (o mentre facevo finta di farli), accendevo la tv e mi guardavo i Digimon. Come mai tiro fuori proprio loro? Mi tocca dover fare questo preambolo: è ormai assodato che quasi tutti i fan dell’ anime sono concordi nel “preferire” le prime due stagioni (la prima in particolare) a quelle successive. Principalmente per due ragioni:

1) Mentre le prime due stagioni ("Adventure" e "Adventure 02") sono tra di loro collegate (i bambini prescelti protagonisti della prima, nella seconda sono cresciuti e lasciano dunque il testimone ad altri nuovi prescelti più giovani, ma rimangono comunque presenti), dalla terza in poi esse saranno del tutto indipendenti l’una dall’altra (personaggi sempre diversi, scenari sempre diversi). Ciò probabilmente è dovuto al fatto che per gli sceneggiatori era oggettivamente difficile continuare sulla stessa linea di "Adventure" e "Adventure 02" (basti pensare al finale di quest’ultima in cui si vedono tutti i personaggi principali ammogliati e con figli).

2) Già in "Adventure 02" cominciano ad esserci delle novità alquanto spiazzanti (nuovi tipi di digievoluzioni) ma ancor di più nella terza e quarta stagione (qui addirittura sono gli stessi protagonisti umani che si trasformano in Digimon).

Ora veniamo a noi. Per quanto queste ragioni io stesso le ritenga comprensibili, mi permetto di ribaltare giusto un po’ il tavolo e affermare che merita un discorso a parte la terza stagione ("Digimon Tamers"). In essa infatti le novità che citavo poc'anzi (utilizzo delle Digicarte più Biodigievoluzioni nella fattispecie) non le considererei tanto dei normali stravolgimenti quanto invece delle aggiunte giustificate. Attenzione, ora vi spiego cosa intendo dire: in "Digimon Tamers" l’ universo di "Adventure" e "Adventure 02" appare per come è di fatto: una finzione, un anime con tanto di relativo merchandising. Mentre in "Adventure" Tai e i suoi amici scoprono che esistono i Digimon, in "Tamers" Takato e gli altri scoprono che i Digimon esistono per davvero e non solo in TV! "Tamers" sta ad "Adventure"/"Adventure 02" come Universo reale (quello in cui viviamo noi spettatori) sta a qualsiasi opera di finzione. Questo espediente (per non dire colpo di genio da parte degli sceneggiatori), e tra l’ altro presente solo in "Tamers", permette la giustificazione di qualsiasi novità. Concorderete infatti che risulterebbe piuttosto stupido mettere sullo stesso piano l’ universo di "Tamers" con quello delle stagioni precedenti, poiché a priori essi sono già su due piani di rapporto finzione-realtà differenti.

Passiamo adesso da questo genere di cambiamenti diciamo “giustificati”, ma non necessariamente migliorativi di per sé, ad altri elementi di differenziazione con la saga "Adventure" che invece mi hanno positivamente colpito. Innanzitutto la natura dell’ incontro tra i Digimon e i loro “Domatori”: Takato incontrerà Guilmon perché si sente solo e desidera con tutto il cuore avere un amico, Henry incontrerà Terriermon perché pur vedendolo inizialmente solo come una sagoma sullo schermo del computer, nel momento in cui lo vedrà in pericolo all’interno del videogioco si preoccuperà della sua incolumità, Rika incontrerà Renamon perché la sua determinazione nel non volersi accontentare di essere solo una campionessa nel gioco di carte ma una vera e propria “Domatrice” condurrà quest’ ultima da lei… insomma viene completamente scardinato il concetto del bambino prescelto: non è il Fato che assegna il Digimon all’umano, ma è quest’ ultimo con le sue azioni e la sua nobiltà d’animo a rendersi da solo meritevole di tale fortuna. Nel momento in cui i nostri 3 eroi dovranno combattere, lo faranno loro malgrado e non perché investiti dall’alto o da chissà chi di una qualche missione da compiere. Essi inoltre partiranno alla volta di Digiworld solo ed esclusivamente per riportare il loro amico Calumon nel mondo reale per poter così continuare a giocare insieme a lui. Questa componente realistica è evidente poi se si osserva l’antagonista della storia (il D-Reaper): esso non è un individuo (Digimon o umano qualsivoglia) “malvagio”, ma un semplice virus, un programma fuori controllo che agisce solo in virtù della sua natura patogena, non esiste il cosiddetto “lato oscuro”.

Probabilmente i puritani della saga mi odieranno, ma per me "Tamers" è nettamente superiore alle altre…


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Stairway90

Episodi visti: 51/51 --- Voto 8
Nel 2001 debutta sulla Fuji TV la terza serie televisiva di avventure dei Digimon e dei Digiprescelti, ma la Toei decide di fare un netto taglio rispetto al passato: così, se Digimon Adventure 02 si presentava come diretto sequel di Digimon Adventure, riprendendone anche i personaggi e alcuni elementi della storia, Digimon Tamers è una serie ambientata in un universo alternativo, che introduce un sacco di cambiamenti e di novità che potrebbero spiazzare lo spettatore e fargli odiare l'opera tanto quanto fargliela amare.

Innanzitutto, nell'universo di Digimon Tamers, i Digimon sono un vero e proprio franchise di videogiochi, giochi di carte collezionabili e serie anime che appassiona bambini di tutto il mondo, fra i quali i nostri tre protagonisti: Takato, degno erede di Taichi e Daisuke, dotato di una fervida immaginazione; Jianliang, che nel suo ruolo di "saggio" del trio ricorda Izzy e Iori, esperto di videogiochi; Ruki, ragazza dai modi da maschiaccio e campionessa del gioco di carte dei Digimon. Se Digimon Adventure 02 aveva già dato maggior spazio alla vita quotidiana dei personaggi, ai loro rapporti con amici e parenti, ai loro piccoli problemi di tutti i giorni, relegando il Digiworld a mondo digitale in cui recarsi giusto il tempo di compiere la missione ed eliminare il nemico di turno, in Digimon Tamers si va ben oltre: quasi tutta la serie è ambientata nel mondo reale, è lì che si combattono le battaglie fra Tamers e Digimon nemici, ed è sempre lì che emerge, poco per volta, la verità sull'origine e sul passato di Digiworld; ma quando compare, il Digiworld appare più cupo di quello a cui eravamo abituati, proprio in linea con la maggiore serietà e maturità della serie.

Come nelle due serie precedenti, abbiamo scontri avvincenti, Digievoluzioni, una marea di personaggi secondari tanto umani quanto Digimon che hanno a che fare coi protagonisti, ma tutti questi elementi sono calati in un contesto più maturo, ogni vittoria è sofferta, ogni battaglia è più realistica e non si basa più soltanto sull'attacco speciale del Digimon, rafforzato magari dalla sincronia con i sentimenti del Digiprescelto che gli permette di digievolvere, ma sulla strategia, sul ragionamento e sull'uso di carte per potenziare e rafforzare il proprio Digimon.

La trama, sceneggiata questa volta da un grande artista del settore quale Chiaki J. Konaka (RahXephon, Texhnolyze, Lain, The Big O solo per citare i suoi lavori più celebri e meglio riusciti) procede lentamente, ma nessun episodio annoia e poco per volta tutti i tasselli del puzzle vengono ricondotti al loro giusto posto. Di pari passo procede anche la crescita dei personaggi, mai così realistica e sofferta come nel caso di Takato, Ruki e Jianliang, che devono affrontare le difficoltà tipiche dell'età di passaggio dall'infanzia all'adolescenza (infatti hanno tutti e tre 10 anni, aumentati a 12 nella versione occidentale), cosicché ancora una volta una serie Digimon si trasforma in un movimentato bildungsroman, che dietro la patina di combattimenti fra mostriciattoli e di misteri da risolvere, quasi fosse un thriller fantascientifico, nasconde molto di più.

Il character design è ancora una volta affidato alla coppia Akiyoshi Hongo e Katsuhiro Nakazura, che fanno un ottimo lavoro regalandoci nel contempo dei protagonisti assai diversi, fisicamente, da quelli cui eravamo abituati, mentre la colonna sonora continua a rivelarsi azzeccatissima e a regalare emozioni, soprattutto grazie a brani come The biggest dreamer, la opening, e Slash, una delle tante musiche da battaglia. Altrettanto valido è l'aspetto dei Digimon, che spesso e volentieri si ispira al mondo della mitologia e del folklore (basti pensare che c'è addirittura un gruppo di dodici Digimon ispirati allo zodiaco cinese, per cui vedremo scimmie, cavalli, tigri, draghi, galli…).

Quanto e più delle due serie precedenti, Digimon Tamers potrebbe rivelarsi una visione piacevole tanto per chi vuole dare ancora una volta voce al fanciullino che ha in sé (come diceva Pascoli) quanto per chi è alla ricerca di una trama intrigante, ricca di misteri, con dei protagonisti ripresi nel momento critico di passaggio da una fase della propria vita a un'altra.


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Anonymous

Episodi visti: 51/51 --- Voto 9
Tutto ha inizio con quella che sembra la vita di tutti i giorni di un bambino di 10 anni: Takato, che passa la maggior parte delle sue giornate svolgendo le attività sociali che rientrano nella sua età, insieme a qualche partita a carte digimon con i suoi amici. Il giovane ragazzo presenta quello che è un sogno assurdo ma giustificabile per i bambini della sua età: constatare l'esistenza dei digimon nella realtà. Un sogno che prende forma proprio nel primo episodio, dove il protagonista si ritrova di fronte a sé Guilmon, un digimon "neonato" che ha fatto la sua straordinaria ma misteriosa comparsa nel mondo reale.
Rispetto alle serie precedenti, non si avverte quel senso pieno di avventura, dove dei bambini viaggiano con lo scopo di salvare il mondo. "Digimon Tamers" sembra offrire un'atmosfera più reale e neutra, capace di presentare un prodotto particolarmente sperimentale e di suscitare una visione più atipica e interessante, il quale distrugge la concezione che porta a giudicare "Digimon" come una serie elusivamente per bambini.

"Digimon Tamers" rappresenta la prima delle serie prive di sequel che ispirerà i suoi futuri successori ("Frontier" e "Savers") a seguire tale stile, ma sopratutto a incrementare quello che è un forte senso di maturità dove si assiste a una vera e propria fuga dai classici schemi ordinari che si riscontrano nelle prime due serie (sia dal punto di vista narrativo sia da quello della caratterizzazione dei personaggi).
Fin dal primo episodio i fan di vecchia data, noteranno una forte sensazione di "diverso", infatti "Digimon Tamers" appare più oscuro e meno "colorato" a causa della presenza di Chiaki Konata, particolarmente noto per aver sceneggiato "Serial Experiment Lain", l'incubo moderno dotato di una forte ambientazione tecnologica.

"Digimon Tamers" si prefissa l'obiettivo di ricreare completamente la concezione dei digimon come li conosciamo, difatti la serie presenta un'impronta più reale nei combattimenti e sembra annullare (ma non del tutto), il cosiddetto intervento miracoloso che permetteva ai digimon dei protagonisti di vincere la battaglia. Anche se le emozioni e i sentimenti rimangono intatti, i Digimon non sembrano ricevere energia da quest'ultimi, infatti in questa serie viene introdotta la rivoluzionaria possibilità di fare morire i digimon. Il tutto incrementa quella cinica trasposizione reale del "videogioco", ovvero vincere per diventare più forti.
Perfino i combattimenti, perdono la loro energia esplosiva di un tempo, per l'introduzione degli elementi citati in precedenza, i digimon dei protagonisti saranno costretti a combattere giocando d'astuzia, dato che l'uso eccessivo della forza bruta può rivelarsi un'arma a doppio taglio, capace di determinare l'esito della battaglia. Sarà la fondamentale introduzione del "Card Slash" ad aggiungere il lato strategico della serie. Grazie alle carte, i digimon possono ricevere dei potenziamenti temporanei che permettono loro di eseguire dei movimenti o degli attacchi, indipendentemente dalle loro capacità originarie (per esempio volare anche quando non si hanno le ali).

I personaggi subiscono una ristrutturazione completa: Abbiamo il cauto e responsabile Henry che spesso agirà come la figura responsabile del gruppo; vi è la fredda e orgogliosa Rika, una delle figure femminili più atipiche di sempre che, a causa del suo temperamento, tende a ricordare l'aggressività di un lupo solitario come Matt. Infine abbiamo Takato, un ragazzo semplice nella sua innocenza che appare come il classico bambino sognatore al quale è stata concessa la possibilità di vedere i suoi sogni trasformarsi in realtà. Eppure esiste sempre l'altra faccia della medaglia, per i sogni ci sono gli incubi e per la felicità esiste anche la rabbia, una serie di sentimenti che permettono di identificare la profonda caratterizzazione dei personaggi principali e le numerose scelte che dovranno compiere nella loro avventura.
La funzione del digi-prescelto, ovvero uno dei pochi eletti, che possiede il potere per salvare il mondo, viene rimossa per introdurre il Tamer, ovvero un semplice ragazzino che si è ritrovato come partner un digimon. Un cambiamento che permette di vedere i digimon e gli esseri umani in una forma più sociale e meno eroica, dove questi ultimi si renderanno conto che, nonostante la loro natura, i digimon sono degli esseri viventi come loro.
Sicuramente avrete notato che il cast si è incredibilmente ridotto rispetto alle serie precedenti, il tutto per permettere una maggiore caratterizzazione dei protagonisti. Viene rimosso il concetto di Lato A e Lato B che spesso proponeva la figura del leader, in una forte rivalità con il lupo solitario del gruppo (Tai e Matt sono un esempio), infatti in "Digimon Tamers" non possiamo considerare Takato come un vero e proprio leader, sarà il gruppo che formerà un'alternanza continua di opinioni capace di annullare la figura del leader. Non si può nemmeno considerare la presenza di una rivalità tra Takato e Rika, poiché le loro divergenze risultano fin troppo personali e indipendenti, inoltre il concetto di amicizia viene trasferito nel personaggio di Henry, provocando quella che è una maggiore differenziazione dei ruoli.
"Combattere per se stessi" è indubbiamente uno dei messaggi onnipresenti in "Digimon Tamers", c'è chi lo fa per il proprio futuro, chi per la propria nazione, addirittura chi per colmare il vuoto emotivo che prova al suo interno.
Nonostante la profonda caratterizzazione dei personaggi principali, "Digimon Tamers" non si ferma qui, vi sono dei personaggi secondari che faranno valere la loro presenza all'interno della serie. Uno su tutti è indubbiamente la figura di Mitsuo Yamaki, che muterà più volte in seguito al confronto con i digimon e i ragazzi. Da menzionare Impmon e Jeri, nonostante la loro presentazione semplice e poco rivelante, acquisiranno un'importanza fondamentale quanto straordinaria durante la seconda metà della serie.

In "Digimon Tamers" viene a mancare il cosiddetto cattivo che vuole assoggettare il mondo intero ai suoi piedi, anzi, per certi versi si può dire che il bene e il male non esistano, tutto si basa unicamente sui punti di vista e sulle scelte che compie ogni singolo personaggio e ciò a sua volta genererà delle conseguenze.
Perfino l'ambientazione viene completamente revisionata: la maggior parte degli eventi si svolgerà nei quartieri del mondo reale, che impongono una forte presenza urbanistica e artificiale. Ovviamente si visiterà Digiworld che appare più selvaggio e disordinato, infatti vige quella che è la legge del più forte, dove sono pochi i Digimon capaci di imporre la loro autorità, al punto da assumere una figura del tutto indipendente e individuale nei confronti del mondo che li circonda.

I toni fortemente sperimentali non risparmiano il lato musicale che assume un aspetto più innocente ma anche più moderno, una scelta indubbiamente ardua dove viene rifiutata la presenza dei brani a sfondo avventuroso. Nonostante il vento di cambiamenti, gli artisti mantengono ugualmente la loro sprizzante originalità che gli permette di identificarsi ancora una volta all'interno della terza serie di Digimon. Ritorna Koji Wada, con "The Biggest Dreamer", e la rockeggiante "EVO" che accompagna le digi-evoluzioni (opportunamente modernizzate e straordinarie sul profilo tecnico); infine abbiamo il gruppo AiM con "My Tomorrow" e "Days Aijou to Nichijou".

Sono numerose le citazioni che delineano la ricca struttura di "Digimon Tamers", vi sono i Deva, chiaramente ispirati alla mitologia buddhista, oppure i guardiani delle quattro direzioni di Kyoto, a comando dei Deva stessi.

"Digimon Tamers" viene spesso messo in confronto ad Evangelion, non come avversario, ma come erede o apprendista di quest'ultimo, non è un caso, se i toni allegri e privi di trama assumono una vena più drammatica e coinvolgente nella seconda metà della serie (inoltre noterete che il cielo dal chiarore del primo mattino assumerà un aspetto più angosciante e notturno). Perfino i nemici che fanno la loro comparsa verso il finale, ricordano i cosiddetti "Angeli" a causa della loro natura particolarmente devota allo sterminio indiscriminato. Tuttavia tengo a far notare che, nonostante la sua atipicità, "Digimon Tamers" rimane una serie per bambini ma allo stesso tempo si impegna a rispondere alla classica battuta "è solo una serie per bambini", perché come "Utena" e "Evangelion", merita di essere esaminato nella profondità e non osservato dalla superficie.
"Digimon Tamers" ha inaugurato le prime discrepanze che hanno segnato una forte suddivisione tra i fan della serie: Da un lato c'è chi difende e reclama l'innocenza della prima e della seconda serie, dall'altra vi è chi favorisce il cambiamento che permette di rivelare il grande potenziale che intercorre all'interno di questa serie. Personalmente ritengo che "Digimon Tamers" sia stato capace di realizzarsi nella sua forte vena sperimentale e merita la visione anche se non si è fan della serie.


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Blackened

Episodi visti: 51/51 --- Voto 10
Terzo capitolo della serie dei "Digimon" nonché primo a presentare personaggi e storia completamente diversi da quelli delle prime due serie, "Digimon Tamers quando uscì in Giappone nell'ormai lontano 2001 si presentava come un esperimento che poteva rivelarsi anche rischioso visto che in molti (come sicuramente è stato) non avrebbero apprezzato un cambiamento così radicale non soltanto dal punto di vista della storia e dei personaggi, ma esattamente in tutto. Intendiamoci meglio, "Digimon Adventure 02" era stata una serie un po' ruffiana creata con poche idee e tutte molto confuse, c'era il bisogno di rinnovasi e di replicare quel capolavoro di "Digimon Adventure" cercando però di non ripetersi, e "Digimon Tamers" è riuscito addirittura a superarlo affermandosi, a parer mio, come un capolavoro assoluto in grado di fare invidia ai più grandi successi che la fantascienza abbia creato.

Takato è un normalissimo ragazzo che frequenta le scuola elementari, ha tanti amici, una famiglia che gli vuole bene e una vita spensierata e allegra. Passa molto tempo a giocare con le carte dei digimon (che qui appaiono come un franchise creato dagli esseri umani negli anni '80) e un giorno scopre che i digimon esistono veramente entrando in contatto con Guilmon, un digimon che è stato addirittura creato da lui e dalla forza della sua fantasia. Conoscerà ben presti Henri Wong e Rika Nonaka, altri due ragazzi che come lui sono entrati in contatto con un digimon. All'inizio tutto sembrerà un gioco proprio perché sono gli occhi di un bambino a farcelo vedere, ma ben presto tutto cambierà e i tre ragazzi si renderanno conto dell'importanza che hanno per il futuro del loro mondo e di quello dei digimon.

I personaggi sono tutti approfonditi in una maniera spaventosamente realistica ed è impossibile non affezionarsi a loro. Takato spicca per la sua splendida innocenza, tipica della sua età, e per dei problemi relativi al passaggio dall'età infantile a quella adulta che traspaiono attraverso la sua caratterizzazione psicologica. Henri si caratterizza per il suo senso di responsabilità e maturità, tutte e due spesso messe in discussione dal compito troppo grande che deve affrontare. E lo splendido personaggio di Rika, schiva come poche, anche lei fortemente turbata dal suo passato e dalla sua situazione familiare, è pronta a essere cambiata completamente da questa avventura straordinaria.
Poi ci sono Kazu e Kenta, il duo di ragazzini sognatori che porta allegria all'interno del gruppo; e Jeri Kato, i cui sentimenti e difficoltà che la vita le ha portato la metteranno in condizione di essere uno dei personaggi chiave della serie. E' incredibile come questa storia riesca a mostrare i sentimenti, le paure e la determinazione che porterà i ragazzi a crescere piano piano imparando dai proprio errori fino a diventare degli adulti pronti ad affrontare battaglie epiche per salvare l'umanità.

Se da una parte ci sono i bambini, dall'altra ci sono gli adulti più complicati e privi di quella fantasia e di quella purezza che li mostrerà come disarmati di fronte alle minacce di questa avventura. Spicca la personalità del signor Hyamaki, un genio informatico che opera per Hypnos, un'associazione indipendente del governo che lavora per evitare che il mondo venga messo in pericolo dai digimon. Lo stesso si può dire di Tao Wong, il padre di Henri, anche lui con una sua personalità ben definita e partecipe a questa enorme battaglia. Ogni personaggio è approfondito nei minimi dettagli, persino quelli che apparentemente sembrerebbero delle comparse mostrano tutto dei loro pensieri e sentimenti.
Anche i digimon godono di personalità ben definire, ma comunque meno complicate di quelle degli umani che, in una società urbana civilizzata, risultano molto meno immediati dei digimon che vivono in una realtà di perenne stato di natura ove vige la legge del più forte. L'unico che fa eccezione a questa regola è il complicatissimo Impmon, uno dei personaggi più riusciti della serie, che attraverso i suoi errori e i suoi problemi emotivi riuscirà a crescere e a trovare se stesso. Da menzionare assolutamente anche il tenerissimo Calumon, anche lui chiave della serie.

La grafica e lo splendore dei luoghi arrivano a toccare il sublime. Tokyo, e in particolare il quartiere di Shinjuku, dove si ambienta la maggior parte della serie, risultano ricostruiti in maniera eccezionale, con la riproduzione di tutta la vita urbana che li popola. Per quel che riguarda Digiworld, beh, già nella prima serie si erano viste una natura selvaggia e una quantità di luoghi e atmosfere una diversa dall'altra, di un impatto incredibile, che catapultavano lo spettatore riuscendo a fargli sentire tutto di quei luoghi stupendi. La stessa cosa la possiamo dire di "Tamers", nel quale però compare una Digiworld completamente allo stato brado in cui ci sono deserti informatici e parti naturali completamente lasciate a se stesse, in preda agli abitanti che vivono come degli animali che pensano ad acquisire dati di altri digimon per diventare più potenti e solamente i più forti sopravvivono (da notare la forte ispirazione al pensiero di Charles Darwin).

La storia è eccezionale, articolata in maniera eccellente in grado di prendere come poche e mostrando un'epica avventura apocalittico-fantascientifica tutt'altro che per bambini. Verranno affrontati temi come la lotta interiore, la morte e il dolore causato da essa, insieme all'amore e alla complicità, rendendo lo spettatore partecipe di essi.
Tutto quanto è caratterizzato da una particolare e affascinante atmosfera oscura e tetra, probabilmente opera del grande Chiaki Konaka che, oltre alla sua bravura, porterà nella serie anche la sua passione per H.P. Lovercraft, che emergerà più volte nella serie.
Le citazioni sono innumerevoli e vanno alle leggende giapponesi alla mitologia indiana, cristiana, scandinava fino ad arrivare alle ispirazioni da Darwin e Lovercraft.
Il lavoro di doppiaggio italiano è ottimo e spiccano la voce del bravissimo Lorenzo de Angelis nel ruolo di Henri, il grande Fabrizio Vidale che presta la sua voce ad Impmon e una straordinaria Perla Liberatori che dà a Rika tutta la personalità di cui ha bisogno.

"Digimon Tamers" a mio avviso è dunque un capolavoro: tutte le volte che ho visto questa serie sono riuscito ad emozionarmi e ad immedesimarmi nei pensieri dei personaggi. L'anime per me risulta addirittura una fuga dalla vita quotidiana, facendomi immergere in questa storia stupenda e unica. A volte mi viene addirittura un forte senso di malinconia per il fatto che conosco già tutta la storia, visto che, se per me fosse la prima volta, verrei assalito da emozioni di proporzioni indescrivibili, che riescono comunque a arrivarmi tutt'ora. "Digimon Tamers" è una serie che considero una delle migliori mai viste nella mia vita e che consiglierei a chiunque, anche a chi non segue i digimon o addirittura gli anime in generale.


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Rumiko

Episodi visti: 51/51 --- Voto 6
Premesso che sono un fan sfegatato dei Digimon, questa terza serie rappresenta secondo me il punto più basso della saga dei digi-prescelti.
Sinossi: la storia raccontataci nelle prime due serie viene qui considerata come la trama di un videogioco, ma, sorpresa sorpresa, i tre protagonisti scopriranno che i digimon esistono davvero. Inizialmente, i tre sono rivali e combattono con i loro digimon nel Giappone contemporaneo; successivamente diventeranno amici e andranno a Digiworld per salvare il mondo digitale e quello reale.

La trama di base è sempre la stessa, ma questo capitolo della saga vorrebbe innovarla, rivolgendosi a un target più adulto. Innanzitutto, l'azione si svolge per una parte molto consistente nel mondo reale, con un Digiworld quasi in secondo piano. In secondo luogo, le scene sono più crude: si parla apertamente di morte dei digimon e del loro assorbimento da parte di altri digimon. L'atmosfera, in generale, è decisamente più dark e più adulta.

L'obiettivo è alto, ma il bersaglio viene mancato. La semplicità della prima serie viene inutilmente complicata con colpi di scena per nulla degni di questo nome, con una trama confusa, con un sistema di digi-evoluzioni astruso e arido, con un ricorso alla matematica che non si sa da dove esce. Insomma, vi è una caduta di stile impressionante. Persino la sigla è la più brutta di sempre (è sbagliato addirittura il nome di un digimon!).
L'unica cosa che effettivamente si salva è la grafica, davvero ben curata e fiore all'occhiello di un'opera altrimenti priva di punte di eccellenza. Do alla serie la sufficienza solo perché amo i digimon e per la grafica, appunto. Sconsigliatissima ai fan dei mostri digitali.


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Matt

Episodi visti: 51/51 --- Voto 10
<b>Attenzione! Contiene spoiler!</b>

Digimon Tamers è la terza serie dei Digimon e conta 51 episodi. Il primo episodio andò in onda in Giappone nel 2001 mentre in Italia andò in onda nel 2002.

Un giorno Takato crea il proprio Digimon Guilmon quando striscia una misteriosa carta blu trovata nel resto del suo mazzo all'interno del lettore di carte tascabile, che si trasforma istantaneamente in un Digivice D-Arc, la versione di Digivice propria di Tamers. Guilmon, quindi, bio-emerge da Digiworld e viene successivamente trovato da Takato. Henry incontra il suo Digimon Terriermon quando questo fuoriesce dallo schermo di un gioco per computer, mentre il Digimon di Rika, Renamon, avvicina la ragazza per chiederle di diventare più forte.
All'inizio della serie, i tre Domatori e i loro Digimon combattono contro dei digimon che bio-emergono continuamente nel mondo umano. Takato, Henry e i loro partner iniziano a lavorare insieme, mentre Rika e Renamon preferiscono combattere da sole; tuttavia necessitano dell'azione di tutti e perciò i sei si uniscono in una sola squadra. Personaggi principali saranno anche due digimon: Calumon, un digimon grazie al quale può avvenire la digievoluzione, e Impmon.

Durante la storia, i ragazzi apprendono che a essere responsabile della nascita di queste creature è un misterioso uomo di nome Mitsuo Yamaki, il cui compito è arrestare l'arrivo dei Digimon nel mondo reale. Successivamente, quando una serie di Digimon malvagi che si definiscono i Deva credono che i veri Digimon non dovrebbero fare coppia con gli esseri umani, i domatori e i loro digimon devono difendere il mondo dai loro attacchi.
Il vero scopo dei Deva è penetrare nel mondo umano per catturare Calumon e riportarlo a Digiworld. I domatori e i loro amici, quindi, decidono di lasciare il mondo reale e di partire per Digiworld per liberare Calumon. I ragazzi eliminano tutti i Deva tranne uno e combattono contro Impmonche, che viene poi sconfitto da Gallantmon.
Alla fine devono distruggere il D-Reaper, un programma per computer che minaccerà l'equilibrio tra i mondi. Takato e Guilmon ci riescono. I digimon, tuttavia, sono costretti a tornare a Digiworld tra le lacrime dei domatori e con la promessa di rivedersi in futuro.

Digimon Tamers è una serie secondo me eccezionale, che si distacca dalle precedenti. Un esempio è il potenziamento dei digimon, che avviene tramite il passaggio di alcune carte nel nuovo digivice. I combattimenti avvengono per lo più sulla Terra anziché a Digiworld. I digimon possono solo digievolvere grazie a Calumon. Il nemico finale non è più un digimon, ma un computer.
Per quanto riguarda il disegno, riprende molto quello delle serie precedenti migliorandolo anche. Per quanto riguarda la trama, è molto piacevole, la storia fila bene ed è molto originale. Per quanto riguarda il finale, esso è triste perché i digimon se ne vanno, ma è un finale aperto, cioè si conclude con la promessa che si rincontreranno. In conclusione, Digimon Tamers secondo me è un ottima serie, consigliatissima a tutti, divertente, con scene d'azione ma anche con momenti tristi. Un mix di elementi eccezionale.


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Kotaro

Episodi visti: 51/51 --- Voto 9
Quando Digimon Tamers, la terza serie legata a Digimon, arrivò in Italia, nell'inverno del mio terzo anno di liceo, sulle prime ne rimasi assai deluso.
Troppo folgorante era stata la passione per quel Digimon 02 che si era concluso appena pochi mesi prima, troppe lacrime di commozione erano state versate per il suo episodio conclusivo, in quel caldo pomeriggio di metà Luglio dell'estate precedente, troppa era stata l'affezione ai suoi personaggi e alle sue musiche, troppi i simbolismi di cui era stato caricato da parte mia.
L'idea che Daisuke e compagni fossero stati soppiantati da tutt'altri personaggi, sulle prime, mi irritò. Il ritmo degli episodi di Tamers era lento, completamente differente rispetto alle più veloci e semplici serie precedenti.
Perché, in fondo, di questo si tratta. Digimon Tamers è profondamente diversa rispetto ad Adventure e Adventure 02, e lo si comprende già sin dal titolo, che mette in chiaro quale sarà l'elemento preponderante della serie. Non più l'avventura in un mondo fantastico (elemento che ci sarà, seppur abbastanza limitato), ma l'attenzione al quotidiano, ai personaggi e alle loro vite e psicologie.
Non è un caso, infatti, che l'elemento del mondo digitale compaia soltanto nella seconda metà della serie, e che gran parte della vicenda è invece ambientata in un Giappone moderno, in un quartiere di Shinjuku perfettamente ricostruito nei minimi dettagli con tanto di riproduzioni di edifici e luoghi realmente esistenti.
Bastarono pochissimi episodi, tuttavia, per far cambiare radicalmente la mia opinione su Tamers, e, in breve tempo, mi ritrovai ad essere appassionato ai limiti dell'assuefazione, in maniera decisamente molto maggiore rispetto a quanto successe per le serie precedenti, al punto che tutt'oggi, videocassette con le registrazioni alla mano, quando mi capita di riguardare questa serie provo ancora una volta quell'antico amore, con un'intensità pari ad allora.
Diciamolo, dunque, Digimon Tamers, delle quattro che ho visto, è la mia serie preferita in assoluto. E adesso vediamo il perchè.
Ciò che innanzitutto ci preme specificare è che dietro Digimon Tamers si nasconde anche Chiaki Konaka, sceneggiatore di fama mondiale, che ha dato alla serie un'impronta più sperimentale, intimistica e matura.
Niente più evoluzioni a gogò e combattimenti alla Sailor Moon. O meglio, ci saranno, ma calati in un contesto più maturo, drammatico e ragionato.
Adesso nei combattimenti si può morire (ok, scomparire e disperdere i propri dati, che possono essere assimilati da chi ci ha sconfitti per renderlo più forte e permettergli di accumulare l'esperienza necessaria a evolvere, ma il concetto è quello!), si soffre per gli attacchi fisici, si conquistano gli stadi evolutivi con molta più difficoltà, e, cosa parecchio importante, il domatore posto a guardia del Digimon può fortificarlo o donargli particolari caratteristiche tramite delle speciali carte da gioco. Questo rende i combattimenti più vari e ragionati rispetto a prima. Meno tecniche spettacolari e più strategia. Meno teatralità e più realismo.
Questa svolta matura e realistica si ripercuote non solo sulle ambientazioni (che come abbiamo detto mostrano un dettagliatissimo Giappone e un mondo digitale molto più cupo e angoscioso rispetto a prima), ma anche sui personaggi stessi. Stando a contatto con la loro vita quotidiana, impareremo a conoscerne sentimenti, attitudini, famiglie e problemi, e sarà lampante la differenza di background e di carattere tra i tre personaggi principali: il gioviale e amichevole Jiangliang, la ricca, fredda, scostante e spietata Ruki, ma soprattutto lui, Takato, il nostro protagonista che per una volta non è un intrepido "google-boy", ma un ragazzino come tanti altri, con tutti i sogni, i giochi, le aspirazioni, le insicurezze e le paure che la sua giovane età comporta.
Vivendo la storia dal punto di vista del sensibile Takato, noi vedremo i Digimon e le loro battaglie come un divertente gioco di fantasia da fare con gli amici, ma avremo modo di vedere che gli altri personaggi invece la pensano diversamente, e sarà proprio l'incontro-scontro di personalità così diverse, che sono state però catapultate in un'esperienza talmente grande da non poter neppure essere controllata dalle loro giovani menti, a rendere sensazionale Digimon Tamers.
Non soltanto i tre protagonisti, ma anche i tanti personaggi di secondo piano, avranno una loro spiccata caratterizzazione psicologica e delle loro idee, modi di pensare e agire ben definiti e differenti gli uni dagli altri, ma dovranno imparare a porre la propria individualità al servizio degli altri e a crescere insieme, se vorranno uscire vivi da questa vicenda.
La trama vera e propria comincia lentamente, in sordina, dopo averci mostrato il background dei personaggi, e procede a suon di colpi di scena veramente ben gestiti, trasformandosi in una sorta di fanta-thriller psicologico dove ogni personaggio svolge un ruolo simile a quello di un pezzo degli scacchi durante una partita. I misteri abbonderanno e, in men che non si dica, Tamers renderà i suoi spettatori incollati allo schermo e desiderosi di avere tutti gli episodi filati da poter vedere in una volta sola.
Tanti saranno i temi di questa storia. Ci sarà l'amicizia, ci sarà l'amore, ci sarà la crescita individuale, ci sarà l'avventura, ci sarà la lotta, ci sarà lo strapotere degli uomini che, volendo assurgere a divinità, combinano disastri irreparabili, ci sarà la purezza dei bambini in confronto al cinismo degli adulti, ci sarà l'invidia, l'ambizione, ci sarà la morte e l'accettazione del lutto, il superamento delle difficoltà, la rabbia, la vendetta, ci sarà la fantascienza, ci sarà la filosofia, ci saranno fior fior di citazioni a buddismo, shintoismo, cristianesimo e induismo.
In men che non si dica, ci renderemo conto che, tra i 51 episodi di una serie apparentemente per bambini come questa, sarà possibile ritrovare la vita.

I disegni, la grafica e le animazioni appaiono sensibilmente migliorati rispetto alle serie precedenti, anche se le trasformazioni in 3D stavolta sono meno spettacolari.
A strabiliarci è ancora una volta la colonna sonora, che raggiunge i punti più alti mai toccati dall'intera serie.
Ogni personaggio ha più di una canzone dedicata e innumerevoli sono poi le canzoni che fungono soltanto da accompagnamento (spesso e volentieri affidate ai soliti Kouji Wada e Ai Maeda, se non agli stessi doppiatori dei personaggi), tutte ugualmente stupende.
A far da apripista a questa grande abbondanza di pezzi è lei, "The biggest dreamer", la sigla d'apertura, eseguita come sempre da Kouji Wada. Allegra, ritmata, cantabilissima, nonché carica di tutta la spontaneità e la delicata innocenza di un bambino, "The biggest dreamer" ci parla di compiti dimenticati, di ginocchia sbucciate e di sogni, quegli stessi sogni infantili che Digimon Tamers, neanche troppo velatamente, mette come suo tema cardine, visto il protagonista che si ritrova.
Come da tradizione, poi, meritano una particolare menzione le splendide musiche delle scene di trasformazione e combattimento, che stavolta sono ben tre: la ritmatissima "Slash", by Michihiko Ohta, che accompagna le scene in cui i Digimon vengono potenziati con le carte (mossa che, appunto, è denominata "Card Slash"), "Evo" dei Wild Child Bound, che accompagna le evoluzioni e la bellissima "One Vision" di Takayoshi Tanimoto, che accompagna, in tre versioni differenti (una per ognuno dei tre protagonisti), le evoluzioni allo stadio Matrix.

La nostra versione, ahimè, ha avuto qualche piccolissima censura, ma ha mantenuto tutte le musiche originali, qualcuna addirittura anche cantata. Pensate, addirittura, che la sigla italiana della serie utilizza la base di quella giapponese, un lusso che poche serie nel nostro paese si possono concedere.
Di ottimo livello, come al solito, il doppiaggio.
Il protagonista Takato è affidato alla dolcissima (e purtroppo poco conosciuta) Gaia Bolognesi, mentre il pacatissimo Lorenzo De Angelis si occupa di doppiare Jiangliang e una inedita, fredda e azzeccatissima Perla Liberatori presta la voce a Ruki.
Tra le vecchie conoscenze ritroviamo Maura Cenciarelli, Alessio Cigliano, Paolo Marchese, Paola Majano e Michela Alborghetti, mentre impariamo a conoscere nuove voci che approfondiremo nella successiva serie Frontier come Barbara Pitotti, Daniela Calò, Monica Gravina e Leonardo Graziano, un gioviale doppiatore che all'epoca era molto attivo nelle produzioni trasmesse in Rai e che oggi è ben celebre per i suoi lavori sulle reti Mediaset.
Per finire, zitti zitti, troviamo, nel cast di questa serie, anche grandi personalità come l'austero Oliviero Dinelli e il sornione Fabrizio Vidale, che danno un'aria di professionalità al tutto.

Digimon Tamers appassiona con la sua trama adulta e piena di misteri, coinvolge con la profondità dei suoi personaggi e con la bellezza delle sue musiche, e rappresenta senza dubbio il punto più alto raggiunto dalla serie Digimon, ma anche una metafora del passaggio dall'infanzia all'adolescenza, quando i bambini, crescendo, sono tentati di perdere i loro sogni, ma questi stessi sogni è bene che non li dimentichino anche da grandi, perchè potrebbe capitare, com'è successo a Takato, che si realizzino sul serio...

Alexander

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Alexander

Episodi visti: 51/51 --- Voto 8
Forse la migliore tra le varie serie di Digimon, in quanto vanta i migliori personaggi (ad eccezione del protagonista che, come da tradizione, deve essere un inetto), la migliore storia ed alcuni spunti molto originali come le "carte" per potenziare i Digimon, il "catalizzatore", la fusione tra Digimon e umani, e come nemico finale non un Digimon ma un semplice programma.
Non mancano delle cadute di stile, come alcune puntate filler e alcune scene un po' troppo infantili (specie all'inizio), ma ci si può passare sopra, per il resto è impeccabile.


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Gackt

Episodi visti: 51/51 --- Voto 9
A mio parere, è la più bella serie dedicata ai Digimon. Partendo dai personaggi: sono tutti ben caratterizzati e, pur avendo anche loro i problemi familiari che avevano i digiprescelti della prima e seconda serie, non sono come quei piagnucoloni odiosi. I Digimon sono molto più accattivanti e originali: la fisionomia di Guilmon, ad esempio, è molto più atletica e bella di quella di Agumon; io ho adorato Renamon, ma anche un Digimon apparentemente pacioccone come Terriermon, nella sua digievoluzione, diventa un fighissimo Gargomon. Al di là dell'aspetto estetico, la trama è ciò che colpisce di più. Nella prime due serie, in ogni puntata un Digimon digievolveva raggiungendo il livello successivo e, quando erano tutti digievoluti, ricominciava il ciclo nello stesso ordine, rendendo la trama molto schematica e ciclica. Qui non accade ciò. I Digimon non digievolvono in ogni puntata e non c'è un ordine preciso, anzi, accade che il Digimon del protagonista sia proprio l'ultimo a raggiungere con fatica il livello campione. Né vi sono più "bambini prescelti" o compagni chiamati a lottare insieme, ma comuni ragazzini che inizialmente lottano addirittura tra loro. Insomma, per me è una serie fantastica. E' assolutamente immancabile per ogni fan dei Digimon e ottima per iniziare a conoscerli.

Monika

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Monika

Episodi visti: 51/51 --- Voto 9
Ritengo che tra le tante serie di Digimon sia quella più profonda e per quanto mi riguarda si gioca a pari merito il primo posto con la prima serie.
Di innovativo rispetto alle precedenti è l'introspezione dei personaggi, qui molto più approfondita e curata, nelle altre, invece, non era che il tassello finale delle varie avventure. I personaggi sono molto ben caratterizzati psicologicamente e caratterialmente con dubbi e paure, particolare è il caso di Jeri che perde il suo Digimon e, sfortunatamente, questi non rinasce sotto forma di digiuovo.
L'ispirazione è chiaramente quella del gioco di carte collezionabili stile YuGiOh che si è creato nel frattempo come conseguente successo delle prime due serie.
Molto carina è la filosofia che spiega che chiunque può diventare un Digimon Tamer come i protagonisti della serie, lo dimostrano tutti i personaggi che nel corso dello svolgersi delle avventure acquisiscono un loro animaletto personale.
Caratteristico è anche il "nemico" che non è un Digimon con scopi malvagi, ma semplicemente un programma andato in tilt che ha cominciato a distruggere tutti i dati.
Consiglio caldamente di vedere questa serie.

Simone Marotta

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Simone Marotta

Episodi visti: 51/51 --- Voto 8
"Digimon tamers"(i domatori di Digimon ) I Digimon (abbreviazione di Digital Monster) sono nati nel 1999 dalla fervida mente di Akiyoshi Hongo che, su richiesta della Toei Doga,- il più grande studio di animazione in Giappone- dovette crearla con l'esplicito intento di replicare il successo di un altro anime che in quello stesso periodo stava mietendo successi in tutto il mondo, ovvero i Pokemon (Pocket Monster). Lo scopo verrà parzialmente raggiunto, e la realizzazione di ben 5 serie animate, film cinematografici, merchandising a non finire e non ultima la trasmissione in vari Paesi del Mondo (tra cui l' Italia) ne testimoniano la riuscita parziale dell' operazione. Parziale perchè l' interesse versi i Digimon, nel corso degli anni, é calato sempre più rapidamente (soprattutto qui in Occidente) fino a essere dimenticati, mentre con i Pokèmon ciò non è ancora accaduto. La terza serie, comunque, si contraddistingue tra tutte per un tono più adulto e drammatico rispetto a quelle precedenti (ma anche a quelle successive, a dir la verità!) grazie sopratutto, nel ruolo di sceneggiatore capo, del talentuoso Chiaki J. Konaka ("Serial Experiment Lain") che fa sentire la sua presenza fin dal primo episodio. Konaka, per iniziare, decide di tagliare subito ogni collegamento con le prime due serie: nel primo episodio di questa nuova serie, infatti, i Digimon sono solo una vecchia serie animata che i genitori dei protagonisti guardavano da bambini, mentre i loro figli passano il tempo a sfidarsi a un gioco di carte che reca il loro nome. Takato, Jiang Liang (in Italia "Henry") e Ruki ("Rika") tre accaniti giocatori, riusciranno a ottenere un vero Digimon ciascuno, Gillmon, Terriermon e Renamon e decideranno, almeno all' inizio, di farli combattere tra loro. In questa prima parte della storia, Konaka sembra voler realizzare una versione "nera" dei Pokemon, facendo meditare lo spettatore su quanto sia effettivamente crudele far combattere due povere creature per il divertimento dei loro padroni ( idea su cui i Pokemon, appunto, si basano). Le analogie con le due serie, però, si fermano qui. La serie "Digimon Tamers" , pur essendo lungi dall' essere perfetta, vanta a livello di idee e storia, uno spessore infinitamente superiore al modello ispiratore, da cui si distacca peraltro quasi subito. Nelle ultime puntate, infatti, oltre a un aumento sensibile di toni scuri e drammatici nella trama (che convinceranno i responsabili Rai a effettuare qualche taglio), si assisterà all' inedita fusione dei Digimon con i loro domatori, che donerà alla serie un atmosfera più simile a una serie robotica che a una imitazione dei Pokemon. Viene trasmessa in Giappone il 1° Aprile del 2001 (regia di Yukio Kaizawa), è in Italia nel novembre dell' anno successivo ( su Rai due che ha trasmesso, al contrario di altri Paesi, la versione giapponese doppiata in italiano), venendo però accolta in maniera fredda da un pubblico superficiale, che l'aveva erroneamente scambiata per un misero clone dei Mostri Tascabili. E stata replicata l' estate successiva sullo stesso canale, e come spesso succede in casa Rai con gli anime, pare sia stata completamente dimenticata, in quanto mai più replicata da allora. Chi ha avuto l'accortezza di registrarsela (come il sottoscritto) può stare tranquillo, mentre a tutti gli altri che non hanno potuto apprezzare questa serie, non resta che sperare in una replica (difficile) oppure in una versione in dvd (ancora più difficile).

.::Popoman::.

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.::Popoman::.

Episodi visti: 51/51 --- Voto 10
Bellissima serie, si ho detto proprio bellissima, del maestro Chiaki J. Konaka, già famoso per il remake di Astro Boy, Futari Ecchi, Hellsing, Serial Experiments Lain.
In questa serie ci vedremmo cattapultati, inizialmente, nel mondo reale per poi finire, come quasi in tutti i Digimon, nel mondo digitale che, per questa volta (ma anche in Savers) non è un pianeta soleggiato, dove la vita è più bella e tutti vanno d'amore e d'accordo ma è un luogo dove vige la regola del più forte, dove si uccide per diventare più forti e dove ci sono pochissime "isolette pacifiche".
Una grande rivoluzione in questa serie è che i Digimon, una volta morti, non ritornano uova (o, per lo meno, non sul momento) ma vengono assorbiti dagli altri Digimon per poter diventare più forti. Un'altra svolta la si ha nella concezione di "Digimon", in questa serie lo si considera, più volte, un semplice agglomerato di dati e, come tale, riproducibile all'infinito ma anche facile da cancellare (chi ha visto la serie penserà subito a Guilmon). Vedremo anche l'entrata in scena di un'associazione (per chi ha visto Savers, una cosa tipo la DATS) che tiene sotto controllo le attività digitali sul nostro pianeta.
Essendo scritta da Chiaki J. Konaka nella serie si da spazio alla caratterizazione dei personaggi, solo pochi personaggi non sono a tutto tondo ma sono piatti. Si da anche largo spazio alle citazioni: si parte dalla bibbia, dalla religione giapponese per arrivare alla divina commedia e persino al mondo di Matrix °O°.
Insomma, tirando le somme, questa serie rappresenta personalmente gli anime per pubblico misto ma che sono apprezzabili maggiormente da un pubblico maturo infatti si prende un posto nell'angolo dei miei anime preferiti insieme ad Evangelion, Noein e Serial Experiment Lain.

Francesca

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Francesca

Episodi visti: 52/51 --- Voto 7
Fra i tanti cambiamenti apportati in questa rispetto alla 1° e 2° serie, gli unici che mi sono piaciuti sono stati l'entrata in scena dei digignomi e del catalizzatore Kalumon, oltre al fatto che per una volta il vero nemico non è solo un digimon più cattivo e potente degli altri, ma un programma insito a cancellare i 'dati negativi' del mondo, quali i digimon e poi anche gli esseri umani... Ricorda molto un sostenitore dell' Apocalisse, che intende distruggere le cause disturbatrici (anche se questo significa distruggere il genere umano) per riportare il mondo fuori dal caos, invece di volercelo gettare come i digimon oscuri delle prime due serie...
Per il resto, mi ha assolutamente deluso. O meglio, non lo ritengo alla pari della prima, seconda e quarta serie (da cui si distacca completamente), a cominciare dall'assurda (o per certi versi geniale, ma comunque spiacevole) trovata di far passare la serie digimon iniziale come un cartone animato di cui i protagonisti della terza sono appassionati...
Forse nella terza serie si respira meno aria di fiaba, ci sono meno discorsi sull'amicizia, la buona volontà e tutte quelle merolate là, ma della prima e seconda serie dopotutto apprezzavo anche questo...
Trovo di gran lunga la terza serie la peggiore delle quattro che ho visto, nella cui classifica posso dire che per trama e disegni la migliore è sicuramente la quarta, per personaggi, piacevolezza e messaggio educativo la prima e la seconda, mentre la terza è buona per i colpi di scena e l'azione, ma ritengo che questo rispetto alle altre, che davano anche un messaggio intellettuale, sia veramente trascurabile...
Probabilmente la n° 3 è più adatta per coloro che sono stati molto fan della serie pokèmon, e quindi abituati (almeno per quanto riguardo l'inizio di tamers) a vedere i mostri (tascabili o digitali che siano) combattere per 'gioco' e non per un vero motivo come nelle prime 2 serie e nella quarta...
Le metto 7 solo per l'affetto che mi lega all'intera serie Digimon, ma sarebbe più un 6 1/2...

Lord Orion

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Lord Orion

Episodi visti: 0/51 --- Voto 9
La migliore serie dedicata ai Digimon!
Si svolge in un universo alternativo rispetto alle prime due serie, con diversi "digiprescelti", nuovi digimon e nuovi tipi di digievoluzione.

La storia è incredibilmente appassionante, tra l'altro non più divisa in tante piccole "saghe" ognuna con un diverso nemico, ma con una trama unica che conduce a un finale davvero apocalittico! Molto bello il design, diverso da quello precedente, e splendide le sigle e le musiche che accompagnano le trasformazioni e le battaglie.

Tra l'altro c'è il digimon più figo che si sia mai visto sulla faccia della terra, nonchè il mio preferito, ovvero Beelzemon ^^
Se siete dei megafan di Digimon come me, guardatelo! Se non lo siete, è il momento giusto per diventarlo... guardatelo anche voi >.<

PS: non ricordavo il numero totale degli episodi... comunque li ho visti tutti.