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selene90

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7,5
Completamente realizzato con la tecnica dello stop motion (che a molti può risultare un po’ indigesta), “Denshinbashira Elemi no Koi” (letteralmente traducibile con “l’amore del palo telefonico Elemi”) è essenzialmente una storia d’amore. Una storia d’amore impossibile.

Non vi aspettate una tragedia alla Romeo & Giulietta, perché qui la difficoltà del rapporto sta nella diversità dei due innamorati… lui un normalissimo uomo come tanti altri; Lei, Elemi…. È un palo del telefono! Ebbene sí, una storia d’amore dunque tra un essere umano ed un oggetto.

Indubbiamente è stata una scelta originale, per quanto molti fan dell’animazione si dilettino da anni a fare fanart che rendano animati oggetti di tutti i giorni, per dar loro un aspetto più umano ed appetibile.
Originale e, secondo me, anche ben riuscita. Perché per quanto Elemi sia un semplice palo, i suoi sentimenti sono più umani di quanto possa sembrare: lei ama come una donna… ha dubbi, incertezze, ha paura di mettersi in contatto con Takahashi, il tecnico che l’ha riparata e del quale si è innamorata. E a fare da sfondo alle sue paure, ci sono gli altri pali, nei dintorni, che le fanno notare quanto impossibile e assurdo sia questo amore, dal momento che gli umani hanno desideri diversi, che lei non potrebbe mai appagare.
Tuttavia, Elemi rappresenta in tutto e per tutto un concentrato di sentimenti puramente umani: anche la sua ribellione alle regole la fa apparire come una bambina, che si ritrova invischiata per la prima volta in un’emozione del tutto nuova, che non sa controllare.

Riassumendo, il film ha un incipit molto interessante, andando a parlare di una tematica super abusata come l’amore, in maniera originale, senza cadere mai nel melenso.

L’unico difetto della pellicola è la lentezza, che effettivamente fa sembrare i 45 minuti scarsi di visione, molti di più. Tuttavia, è un prodotto talmente piacevole, che mi sento di consigliarlo a chi cerca qualcosa di nuovo.


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Ais Quin

Episodi visti: 1/1 --- Voto 7
Nel gergo delle fanfiction (racconti amatoriali basati su un universo narrativo precostituito) si parla di crack pairing nel caso di una relazione sentimentale impraticabile nella storia originale. Tra le varie combinazioni possibili vi è anche quella tra un essere umano e un oggetto inanimato, argomento invero più adatto a essere sviluppato all'interno del "Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders", testo sacro di ogni psichiatra, ma che in un contesto così informale viene solitamente trattato in chiave ironica. "Denshinbashira Elemi no Koi" non è una fanfiction, ma se lo fosse sarebbe una delle poche ad affrontare questa materia non solo dal punto di vista dell'oggetto, ma anche in modo serio e, paradossalmente, molto più umano di quanto si possa credere.

La protagonista del mediometraggio è Elemi, un palo del telefono che, a seguito di un temporale, riceve le "cure" di un tecnico di cui finisce per innamorarsi. Lui, ovviamente, non ha la più pallida idea che le telefonate che inizia a ricevere di lì a poco da una donna misteriosa provengano da lei, e rimastone in breve tempo conquistato si strugge perché non riesce a convincerla a fissare un incontro. Nel tentativo di tenerlo legato a sé Elemi infrangerà più volte, e sempre più scelleratamente, la regola di tutti gli oggetti: servire l'uomo senza aspirare a instaurare vero e proprio rapporto con lui. Le sue intemperanze non sfuggono al Gran Consiglio dei pali del telefono, che si vede costretto a metterla a processo.

Pali del telefono senzienti e addirittura provvisti di un rigido codice comportamentale? Abbassate le sopracciglia, vi prego - tutt'e due, per citare "I Simpson". Si tratta senza dubbio di un'immagine bizzarra, ma "Deshinbashira Elemi no Koi" si basa proprio su un'umanizzazione degli oggetti tale da renderli, quantunque non fisicamente, incredibilmente simili a coloro che li hanno creati da un punto di vista sociale ed emozionale. Non è chiaro chi abbia finito per rispecchiare chi, ma personalmente non la riterrei una questione di vitale importanza per l'economia della storia. L'anime, infatti, parla prima di tutto d'amore, e la pazzia, si sa, è un tratto che spesso si associa agli innamorati. Cosa importa, ordunque, se Elemi non è una donna? È sufficiente che ami come una donna affinché ci si ritrovi a fare il tifo per lei, nella speranza che anche i vecchi saggi si dimostrino capaci, per così dire, di ragionare con il cuore.

Ma "Denshinbashira Elemi no Koi" non è soltanto stimolante dal punto di vista dello scavo introspettivo: è anche carinissimo da vedere, in quanto interamente realizzato con la tecnica dello stop motion. Riuscite a immaginare quanto tempo ci sia voluto per mettere insieme un prodotto di quaranta minuti circa, con tutte le difficoltà che l'utilizzo di questa particolare tecnica comporta? Ve lo dico io: anni. Tanto di cappello, quindi, alla costanza dell'autore, che denota un'encomiabile dedizione al proprio lavoro e all'universo da lui stesso creato.

Rispetto ai miei standard ho impiegato molto tempo prima di decidermi a recensire quest'anime, che ho visto soltanto una volta ma che mi è rimasto incredibilmente impresso. Questo perché è uno dei rarissimi prodotti che ti danno l'impressione di dire tutto quello che conta in merito all'argomento da loro affrontato, anche se naturalmente nessuno potrà mai catturare tutte le sfumature di un sentimento così meravigliosamente multiforme come l'amore: una lingua che tutti capiamo, ma che ciascuno di noi - uomo, donna o palo del telefono - declina a modo suo.


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GianniGreed

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
"Denshinbashira Elemi no Koi" è una piccola perla che luccica appena nel vasto panorama dell'animazione giapponese. Si tratta di un film di 45 minuti che racconta una storia d'amore piuttosto atipica: quella di un palo telefonico di nome Elemi e di un umano di nome Takahashi.
Il film, ovviamente di genere fantastico, è ambientato in un periodo passato, prima dell'avvento dei cellulari almeno. I pali telefonici sono vivi, comunicano tra di loro, ma non possono interagire con gli umani, che ne sono all'oscuro. Elemi sogna di potersi muovere, sogna che dal suo "corpo" gli spuntino delle gambe, ma sa che resterà un sogno. Un giorno, a causa di un guasto, gli uomini della compagnia telefonica si recano a riparare il palo. Questo è il primo "incontro" tra Elemi e Takahashi.
Quello di Elemi è un colpo di fulmine e, innamoratasi di lui, inizia a telefonargli fingendosi un umana. I due iniziano questa relazione telefonica, e anche Takahashi inizia a provare qualcosa per Elemi, di cui attende ansioso le chiamate.
Ma Elemi, come le ricorderanno gli altri pali telefonici, non potrà mai coronare il suo amore e deve dimenticare l'umano Takahashi.

Ho scoperto questo film per caso, e l'ho guardato per curiosità in un momento in cui non avevo di meglio da fare. Non nutrivo particolari aspettative, e visto il modo in cui è realizzato credevo mi sarei annoiato. Effettivamente, ci mette un po' a ingranare, il film parte molto lentamente, ma dopo i primi minuti sono stato rapito dalla storia, molto malinconica e dolce al tempo stesso.

Come si vede dalle immagini della scheda, il film non è realizzato in animazione tradizionale, bensì con i personaggi realizzati in plastilina o pongo, animati con la tecnica del stop motion. La cura dedicata ai personaggi e alle ambientazioni è alta. I movimenti sono molto fluidi, e i personaggi molto espressivi, tanto che a un certo punto non ci ho fatto più caso.

I 45 minuti del film non passano velocemente, ma sono invece molto pieni, sembra addirittura più tempo. Per guardare e apprezzare il film bisogna necessariamente farsi prendere dalla storia, e avere un minimo di romanticismo nel cuore. Il finale è inaspettato, e a suo modo commovente, perlomeno, lo è stato per me.
Mi è piaciuto molto.


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Robocop XIII

Episodi visti: 1/1 --- Voto 6
"Denshinbashira Elemi no Koi" è il primo lungometraggio del regista Hideto Nakata ed è stato prodotto da Sovat Theater. È stato pubblicato in Giappone in DVD nel 2009 e nello stesso anno ha vinto il premio d'eccellenza del Japan Media Arts Festival (organizzato dal Ministero degli Affari Culturali del Giappone) per la migliore animazione in stop motion, tecnica nota ai più grazie a prodotti come "Wallace & Gromit".

Elemi, un palo del telefono, si innamora dell'elettricista Takahashi, e fingendosi un'umana comincia a chiamarlo intrattenendosi in lunghe telefonate.
Purtroppo per lei, questo tipo di rapporto è vietato dalle leggi non scritte dei pali, che vietano ogni rapporto con gli umani. Le voci circolano in poco tempo, ed Elemi si ritrova a fare i conti con il vecchio e saggio palo in legno, capo di tutti i pali.

Dico a te, lettore: non vedo la tua faccia, ma la posso immaginare. Effettivamente, è un concept abbastanza particolare. La particolarità più grande è ovviamente quella della tecnica utilizzata. Nel 2009, in netto contrasto con la corrente presa dall'industria dell'animazione giapponese, che fa sempre più uso di computer grafica, Hideto Nakata e altri tre esperti decidono di creare un film indipendente in stop motion, creando frame per frame a mano, in un lavoro che è arrivato a durare ben 8 anni. Tuttavia, il difetto più grande di questo prodotto è uno: è soporifero. Mentre lo guardavo mi sono addormentato, e addormentarmi durante un film di 40 minuti circa non penso fosse lo scopo finale dei suoi creatori.
Non posso negare spunti interessanti, come l'incubo di Elemi o il finale, ma ci sono anche scene, come quella del gatto, che io reputo inutili e superflue.

Questa moderna love-story deve aver toccato i cuori dei giapponesi, visto che in madrepatria Elemi ha vinto più di un premio, ma per quanto mi riguarda ritengo questo prodotto "solamente" sufficiente.


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Vash437

Episodi visti: 1/1 --- Voto 8
Letteralmente si traduce "L'amore del palo telefonico Elemi", immagino che se già il titolo originale non fosse stato invitante quello tradotto abbia finito di attirare particolari attenzioni, ma non disperate perché il vostro tempo non verrà sprecato. Vincitore del 64° Mainichi Film Awards e del 13° Japan Media Arts Festival Awards, 'Denshinbashira elemi no koi' nasce dalla mente del team Sovat Theater con la partecipazione di Hideto Nakata, al che voi direte giustamente: E chi sono questi due? I primi si possono dire sconosciuti, probabilmente questa è la loro unica opera al giorno d'oggi, il secondo invece potreste averlo già sentito, anche se non riguardo al mondo dell'animazione dato che ha collaborato alla produzione di videogiochi come 'Onimusha' e 'Lost Planet'.

L'opera è stata realizzata in Stop-Motion (o 'Passo uno' in italiano), in breve è una tecnica usata per creare corti animati o effetti speciali per film cinematografici, almeno fino agli anni '90, dove viene registrato un fotogramma alla volta per dar vita all'animazione voluta. Si possono utilizzare fogli lucidi o pupazzi, ma la sua caratteristica principale è il fatto di utilizzare fotogrammi sempre diversi, tutto questo produce scene poco fluide e a volte si ha la sensazione che la telecamera sia stata spostata da una scena a quella successiva nonostante si rimanga sullo stesso sfondo.

Parlando da spettatore abituato a un'animazione "classica", sono rimasto un attimo spaesato da un video così rarefatto, sembra quasi di vedere un film a rallentatore e questo influisce anche sulla dinamicità delle scene e quindi della narrazione. Questo ci può ricondurre alla trama e alla regia dell'anime; parlando della prima, esattamente come da titolo, il personaggio principale della storia è Elemi, un palo della luce che un giorno si rompe a causa del maltempo. I pali della luce rispettano certe regole etiche tra cui l'evitare il rapporto con gli esseri umani (inteso come rapporto interpersonale, che avete capito!). La trama dalla chiave fiabesca e sentimentale fa incontrare a Elemi il tecnico che vi effettua le riparazioni: Takashi, di cui si innamora a prima vista; da qui la voglia di risentirlo porta il palo della luce a rintracciarlo tramite la linea telefonica, che può utilizzare sfruttando i cavi elettrici, che passano attraverso di lei, collegati alle centrali per chiamare numeri telefonici o entrare nei sistemi elettronici.

Dicevamo dell'influenza sulla narrazione da parte dello Stop-Motion, che in effetti fa risultare molto pesanti e lenti i primi dieci minuti, dove i personaggi parlano poco, la regia rimane statica e non suscita nello spettatore quella curiosità che dovrebbe portarlo a continuare a guardare l'opera. Senonché con l'evoluzione della storia la poca dinamicità dell'animazione viene compensata da una regia e da una sceneggiatura molto toccanti, i temi affrontati vengono portati all'apice suscitando molte emozioni, il tutto è accompagnato da una colonna sonora un po' bassa, ma molto azzeccata, che sa accompagnare le scene nella giusta direzione.

La "ribellione" di Elemi contro le regole è un chiaro comportamento infantile e istintivo, provocato appunto dal sentimento che sta provando, comportamento che nel corso della storia riuscirà a interrompere perché sbagliato. Non per il fatto di amare, ma per i limiti che gli comporta il fatto stesso di essere un palo della luce, questo però non priverà il suo destino da una sorpresa che riuscirà a toccare sia lei che voi.
Mi sento di consigliare 'Denshinbashira elemi no koi' a chi cerca una visione un po' più impegnativa del solito, nonostante i temi siano "adolescenziali" il modo in cui vengono affrontati diventa complesso. E' una chicca da non perdere che può ricordare vagamente il progetto dei corti di 'Genius Party' dello Studio 4°C, che allo stesso modo ha una narrazione interessante ma complessa.