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MarcoR

Episodi visti: 6/6 --- Voto 6
Mi aspettavo molto da "Ozuma", visto il nome dell'autore Leiji Matsumoto. Invece la sua brevissima durata, solo 6 episodi, non consente nemmeno di affezionarsi ai protagonisti né di poter valutare come si deve l'anime.
La trama si svolge in un futuro ipotetico in cui il genere umano sta scomparendo e la Terra ha perso quasi tutte le sue risorse trasformandosi in un mare di sabbia sul quale si può navigare attraverso particolari imbarcazioni, alcune delle quali persino capaci di immergersi come veri e propri sommergibili.
I protagonisti sono un gruppo di "pirati" ribelli guidati dal capitano Bainas che si oppongono all'esercito di Theseus. La narrazione inizia a conflitto già iniziato e non vengono approfonditi particolarmente i motivi che lo hanno fatto nascere. Sam, membro dell'equipaggio di Bainas, vuole trovare la balena delle sabbie Ozuma, ma solo perché la voleva trovare il suo presunto defunto fratello. Non è dato sapere cosa ci avrebbe fatto dopo. Forse l'avrebbe combattuta? Chissà...
La brevità della storia non consente di sapere così tanti dettagli e la serie si conclude direi sul più bello, tirando via frettolosamente la parte più importante e interessante.
I disegni sono molto belli, il tratto è quello classico di Matsumoto, già apprezzato in "Capitan Harlock" e "Galaxy Express 999", arricchiti con colori e animazioni degni del 2012. Ciò che manca è la storia, poco interessante, e la caratterizzazione dei personaggi, troppo piatti.


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GeassOfLelouch

Episodi visti: 6/6 --- Voto 3
<b>Attenzione! Possibili spoiler</b>

"Ozuma" è una miniserie composta da 6 episodi di genere avventura fantascientifica, messa in onda nella primavera 2012.

Il Natura Sam Coine salva Maya da incursori Sand-borne di Theseus dai quali è inseguita. Inizia così la brevissima e spesso noiosa avventura del giovane dalla faccia adulta membro della Bardanos, una nave dei Natura che può immergersi nella sabbia, capitanata da Bainas: un passato semplice e ovvio lega i due.
Ciò non toglie che per rendere più credibile agli occhi dei più otaku l'opera presentata dal grande Leiji Matsumoto, la miniserie sia pervasa da nozioni di teoria dei segnali, fisica e termodinamica che risultano spesso inserite in modo forzato oppure per far sembrare la serie istruttiva o forse "ganza" agli occhi di chi non se ne intende troppo. Anche clonazioni umane, accenni di genetica e con ciò di bioetica non mancano infarcendo tutto nel grosso minestrone di Ozuma, grande quanto la stazza della balena delle sabbie, che così enorme in realtà non è.

Sulle tematiche della trama banale e scontata altro non si può aggiungere, se non il fatto che non ho avuto empatia per i personaggi, troppo forzati, e fini al loro compito assegnato loro dallo sceneggiatore e dal regista. Non mancano ovviamente l'ambientalismo, la natura, i legami familiari e sentimentali legati al ricordo dei tempi che furono, narrati in modo tale che risultano praticamente "buttati lì" alla rinfusa.
La caratterizzazione dei personaggi risulta quindi superficiale, banalotta e scontata, visto che nei 6 episodi i personaggi non hanno molto spazio di manovra considerate le scelte stilistiche di preferire combattimenti lenti e che portano a un nulla di fatto. Senza contare che questi scontri sono ridicoli a causa del loro contesto: le navi/astronavi sono costrette ad attraversare distese di sabbia nello scenario desertico post-apocalittico, ma hanno l'innovazione/castroneria concettuale di potervici immergere dando vita a combattimenti sotto la sabbia fra navi basati su sonar, anche se restano poco credibili e ridicoli per questa fantasticheria.
Sam è il classico ragazzino pieno di aspettative dalla vita, estroverso e impulsivo; Mimay, la sua amichetta che si può ipotizzare sia innamorata di lui e lo toglie dai guai; Bainas, la capitana della Bardanos imperscrutabile, dura ma amata dai sottoposti, una marmaglia variegata di specialisti nelle loro mansioni.
I nemici sono solo delle macchiette in attesa dell'avvento di Ozuma: Gido Gailer, comandante della flotta Theseus, la cui storia si intuisce da subito per alcune immagini e la cui pettinatura lascia poco spazio all'immaginazione sulla sua identità; il generale Danga, che risulta un pochino definito solo nel finale della serie.
Non manca anche il classico idolo, la figura centrale dello scomparso da trovare e i cui insegnamenti sono seguiti tutt'ora divenendo legge: Dick, fratello di Sam, scomparso dopo esser convinto di catturare Ozuma grazie alla dea dei Theseus, Maya-sama.

La grafica è sublime, pulita ed eccelsa: gli scenari sono curatissimi e il cielo sembra reale, sia nelle sue sfumature di azzurro sia per le nuvole spesso non troppo definite. La CG è presente, si nota eccome, e non sempre è ben amalgamata con il resto dei disegni che spiccano quando la computer grafica fa da sfondo, inoltre le sue animazioni non sono troppo naturali come la grafica restante. Encomiabile la scelta dei colori e le varie gradazioni per strutture di edifici, acqua, pareti rocciose dalla texture sorprendentemente verosimile.
I volti in pieno stile matsumotiano invece a volte stonano con il personaggio, in particolare, a mio avviso, Sam ha un volto troppo adulto, "Capitan Harlock-like", per l'età che dovrebbe avere.
Sul sonoro le BGM non sono degne di nota, l'opening è molto orecchiabile e salta subito in mente già dopo il primo ascolto: "Neverland" dei FTISLAND è un brano di genere j-rock frizzante. L'ending "Utagoe" (ウタゴエ) di Nami Kizuki invece è dolcissima dai toni lenti, pacati e delicati, una buona outro mielosa e dai retrogusti nostalgici e tristi che accompagnerà anche l'epilogo dell'ultimo episodio.

Riassumendo, "Ozuma" è una buona occasione sprecata e che necessitava di più episodi. Non capisco nemmeno il senso di svelare tutto alla fine del quinto episodio, facendo risultare i primi episodi privi di mordente, noiosi e quasi senza senso. Anche i personaggi così ne risultano danneggiati e le loro scelte e motivazioni sembrano irragionevoli o lasciano in noi solo freddezza.
Maya potrebbe essere considerata la classica dea-chiave che, attraverso Ozuma che nel corso del tempo ha raccolto molte specie degli ecosistemi nelle varie zone, deve decidere le sorti dell'umanità. A tal proposito anche Maya si è clonata svariate volte risultando quindi nel presente con i telomeri molto corti. Sintomo, questo, presente in quasi tutti gli Ideal Children, esseri dal corredo genetico perfetto "costruiti" anni fa dagli scienziati, rispetto ai Natura, i veri eredi degli esseri umani che furono. Ozuma invece null'altro è che un'enorme banca dati, un'arca di Noè, una culla della vita che nel corso di secoli ha raccolto e conservato i geni delle specie viventi raccolte.
Inutile dire che anche l'elemento del QTF, fase di quasi transizione, spazio in cui la materia solida perde coesione e assume proprietà dei fluidi sembra la controparte dell'ATField di Evangelion, aggiunto per dare un di più che non basta.

Tirando le somme, non basta un'opening carina e qualche sentimento all'ultimo episodio, sarò inclemente.
Voto: 3.


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M3talD3v!lG3ar

Episodi visti: 6/6 --- Voto 5
Ozuma segna nel 2012 il ritorno di Leiji Matsumoto sulla scena animata, con la sceneggiatura di un progetto nuovo sì, ma forse solo sulla carta: purtroppo è opportuno ammettere che le ampie aspettative per questo titolo, malgrado fossero ammissibili e anche scontate, dal momento che non parliamo di un autore qualsiasi, non siano state ripagate a dovere.
Il contesto è ovviamente fantascientifico, l'ambientazione vede il pianeta Terra ormai ricoperto da un'intera superficie desertica, tant'è che l'unico 'mare' ancora solcabile è appunto quello composto di sabbia. Interessante a riguardo è la possibilità di potervisi perfino immergere per poi affrontare battaglie sottomarine, anche se obbiettivamente potrà apparire come una sciocchezza... ma sappiamo quanto Matsumoto tenga alle strategie navali e via dicendo, che per l'appunto ritroviamo anche in Ozuma, sotto il comando di due principali figure di capitano, Bainas e Gido: inutile chiedersi in che misura possano essi rievocare nomi come Emeraldas o Harlock, dato che la somiglianza si restringerebbe al lato prettamente estetico. Ma d'altronde è veramente difficile trovare una serie di Matsumoto che non soffra la cristallizzazione di un determinato stile di disegno e di certi modelli di caratterizzazione che ormai anche i fan di vecchia data riterrebbero obsoleti.

I personaggi di Ozuma, a ogni modo, non hanno la stessa pasta di quelli del passato, ma nemmeno del presente. I tempi ristretti non permettono oltretutto di approfondirne le personalità, destinate a essere ininfluenti dall'inizio alla fine: un esempio eclatante è quello di Sam, cui è affibbiato il ruolo di protagonista, ma che in realtà vi sarà impossibile riconoscere come tale, visto che non conterà un bel niente. A differenza sua, oltre ai sopracitati capitani, una presenza fondamentale sarà quella di Maya, intorno alla quale si districheranno i fili di una trama che, manco a dirlo, in quanto a originalità non se la passerà affatto meglio.
Di opinabile qualità è infine anche il comparto tecnico: le dosi massicce di grafica computerizzata non contribuiscono a svecchiare il prodotto, se contiamo anche l'utilizzo di certi effettacci e la sensazione costante che i personaggi siano incollati ai fondali come figurine; più tollerabile il comparto sonoro, pur restando inconsistente. Se non altro la sigla d'apertura è orecchiabile, ma non credo possa avere molta voce in capitolo.
Quella che si preannunciava come una delle opere di punta della stagione primaverile del 2012 è in definitiva un flop, ma non voglio essere troppo severo con i voti, data la sua brevità.


 5
Ironic74

Episodi visti: 6/6 --- Voto 6
A volte la scelta di uno spettatore medio è davvero ardua, specie se a suscitare il suo interesse sono le serie d'animazione giapponesi, dato l'alto numero di produzioni annuali capaci di venire incontro al gusto di ogni tipo di palato; per orientarsi il più delle volte si fa come con i film e cioè si sceglie il titolo dietro cui c'è l'autore affermato, quello delle serie che ci sono sempre piaciute o che comunque sappiamo essere tra i migliori. Questa è la scelta fatta almeno da me nei confronti di questa miniserie "Ozuma", che oltre a venire incontro ai miei gusti fantascientifici sapevo essere il primo lavoro originale da cinque anni a questa parte non di un autore famoso, bensì di un vero e proprio mostro sacro qual è tutt'oggi Leiji Matsumoto, il papà di opere fondamentali dell'animazione del Sol Levante (ma anche del resto del mondo), quali Corazzata Yamato e Capitan Harlock. E' inutile dire che lo studio di produzione Gonzo, da tempo afflitto da problemi di natura economica ma anche creativa, ha puntato molto sul nome del sensei, affidandogli la cura oltre che del concept originario anche e soprattutto della sceneggiatura, delle animazioni e del character design, senza però dare a questo titolo un budget adeguato, come d'altronde si evince dalla scelta stessa dell'esiguo numero di episodi.

Ambientato in un futuro dove un'anormale attività solare ha trasformato la Terra in uno scenario unico e desolato a metà tra l'universo narrativo di Mad Max, Dune e il pianeta Tatooine di Guerre Stellari, "Ozuma" è la classica storia matsumotiana con al centro un gruppo di personaggi anti-sistema, l'equipaggio del Bardanos, che si troveranno a contrastare l'esercito di un'oligarchia di cloni, gli Ideal Children, per salvare la classica figura mistica femminile alla cui esistenza si scoprirà essere legato il futuro del pianeta. La trama insomma è piuttosto scontata, i più cattivi la potrebbero definire banale anche per l'ennesima riproposizione di temi ecologisti triti e ritriti con un finale che sa di déjà vu già dai primi fotogrammi.

Contribuiscono a rendere ancora più seccante la visione allo spettatore con un minimo di infarinatura sull'argomento le numerose mancanze dell'aspetto tecnico, dovute evidentemente alla mancanza di fondi già citata; si va dall'abuso di una computer grafica piuttosto dozzinale (a cui lo studio Gonzo purtroppo ci ha già abituato con il film "Origine") fino all'oscena staticità dei fondali, tali da far rimpiangere il Matsumoto anni Settanta, dove almeno si esprimeva una certa poeticità pur nella povertà di risorse. A chiudere il cerchio di negatività, incredibile ma vero, è lo stesso chara design del maestro, capace di propinarci delle caricature che, pur avendo la tipicità del suo tratto, lasciano un senso di gommoso risultando senza un minimo di espressività, ma d'altronde questo non stupisce più di tanto, essendo i protagonisti personaggi che definire stereotipati è un eufemismo, tanta è la loro piattezza psicologica. Salva un po' la baracca il fatto che ci siano molta azione e scene di battaglia con il consueto corollario di numerosi termini scientifici a giustificare delle forzature quali due navi che si combattono nella sabbia come fossero in mare: d'altronde chi ama Matsumoto a queste cose non fa certo caso dopo aver visto sventolare bandiere pirata nello spazio e volare una corazzata della seconda guerra mondiale.

"Ozuma" è un'opera, quindi, che considerare minore è giusto un complimento, data la pochezza con cui è stata imbastita e le cui colpe vanno divise a metà tra la Gonzo e lo stesso maestro, per quest'ultimo comunque un piccolo errore di percorso che non ne macchia certo l'alone leggendario; di certo un'opera che sconsiglio a chi vuole avvicinarsi per la prima volta ai lavori del suo autore, e che indico solo a chi vuole passare un po' di tempo senza grandi pretese. Il mio voto sarebbe più basso, ma la stima e la gratitudine per un uomo che in gioventù e ancora adesso mi ha regalato tanti momenti epici con le sue magnifiche storie spaziali mi fanno dare la sufficienza, anche se con tante riserve.


 2
irishman

Episodi visti: 6/6 --- Voto 7
Questa serie l'avevo messa nella lista di quelle potenzialmente interessanti, attratto dalla trama fantascientifica, e devo dire che la scelta, tutto sommato non mi ha deluso, anche se, dando una sbirciata al voto, si intuisce che non ho trovato questo prodotto un vero e proprio capolavoro.
La prima cosa che salta all'occhio è come gli autori si siano ispirati in modo evidente a titoli cinematografici di chiara fama: dagli ambienti desertici sabbiosi in cui si muove Ozuma ("Dune" e i suoi "vermi") a "Caccia a Ottobre rosso" (evidentissimi i richiami ai duelli tattici e da strateghi tra sottomarini) a "Guerre stellari" (gli inseguimenti con gli hovercraft del deserto, simili a quelli visti ne "Il ritorno dello Jedi") a "Titan A.E.", che è, evidentemente, la fonte di ispirazione che ha portato alla creazione dell'Ozuma del titolo, visto il compito che essa dovrà portare a termine.
Anche l'argomento dell'eugenetica è decisamente qualcosa di già visto al cinema; mi viene in mente "Il sesto giorno", che ha tematiche similari.
Il rischio di una scelta di questo tipo, prendere tanti ingredienti affatto originali per mischiarli insieme, dando vita a una serie animata, era quello di creare un qualcosa di insipido o magari dai contenuti che cozzavano insieme, quindi anche di presentare molte incoerenze. Viceversa, gli autori sono riusciti a dosare benissimo gli ingredienti, amalgamandoli in un'ottima trama, che seppure non riesca a far gridare al miracolo, propone comunque un canovaccio gradevole, con uno svolgimento coerente e un finale godibile, anche se ampiamente previsto.

La caratterizzazione dei personaggi, in rapporto alla durata dell'anime (soltanto sei episodi) non è malvagia, anche se, chiaramente, visto il poco spazio a disposizione, gli autori non si sono potuti soffermare troppo su questo particolare, presentando una sorta di "kit" di personaggi abbastanza standardizzati, che però svolgono bene il loro lavoro all'interno della storia.
L'impatto grafico è di primissimo livello; se il voto dipendesse da quest'aspetto,l'anime si meriterebbe davvero il 10, poiché le ambientazioni, in particolare quelle notturne o della "Zone", sono una vera e propria gioia per gli occhi.
Un gradino sotto va a collocarsi il chara design, che per quanto tecnicamente impeccabile non offre nulla di nuovo e ci presenta i soliti eroi di "matumotiana memoria": ad esempio Dick/Gido è praticamente un Capitan Harlock redivivo, Sam è nient'altro che un Derek Wilstar in età puberale, e la bella Maya, è ovviamente una parente stretta della regina di Iscandar - per chi ha visto e apprezzato "Star Blazers"...

Il comparto musicale è abbastanza anonimo, non presentando niente di memorabile, ma è comunque non fastidioso.
Concludendo, Ozuma è un anime che, in potenza, aveva decisamente i numeri per spuntare un voto in più, ma a causa di una scelta abbastanza anomala di limitare lo sviluppo a soli 6 episodi rimane un po' sospeso nel limbo, non riuscendo a esprimere tutte le potenzialità che poteva avere.
Permettetemi di ricordare l'unica cosa che mi ha fatto davvero storcere il naso, seppure la ritenga una sciocchezza all'interno di tutto il contesto: i sottomarini che grazie a dei campi di forza, riescono a muoversi e a combattere dentro la sabbia. Amo la fantascienza, ma questo mi è sembrato un pelino eccessivo!


 6
God87

Episodi visti: 6/6 --- Voto 5
In un periodo in cui il genere fantascientifico sembra davvero aver espresso in animazione buona parte del suo potenziale, toccando mille temi e rinnovandosi di volta in volta pur parlando, in modo diverso, sempre delle stesse cose, proprio per questo risulta difficile ipotizzare cosa volessero ottenere Leiji Matsumoto e il famigerato studio GONZO con "Ozma", breve miniserie di 6 episodi che, dall'alto di una pressoché totale mancanza di originalità, fin dalle premesse sembra porsi allo sfortunato come serie trascurabile e insignificante. Un'impressione che, ovviamente, si rivelerà giusta: non fosse per i nomi di Matsumoto e il veterano Ryousuke Takahashi (alla regia), "Ozma", triste ma vero, non se lo filerebbe nessuno.

Il papà di Capitan Harlock decide una volta tanto di scrivere un'avventura di impianto classico, evitando di sobbarcarsi nelle solite battaglie spaziali e in riferimenti vari al leijiverse, ambientando il racconto in una Terra desertica dove l'ambiente sta gradualmente venendo distrutto dall'uomo dopo che questi, con grande intuito e sopratutto originalità, con l'ausilio dell'ingegneria genetica ha creato esseri umani artificiali superiori, i Children, affidando loro le speranze di gloria del genere umano. La storia prende il via quando l'armata terrestre, la Theseus, dà la caccia a una misteriosa donna chiamata Maya, interessata a cercare e dialogare con un'altrettanto mistica balena meccanica (?) che vive nel deserto. Verrà salvata e stringerà amicizia con Sam, ragazzo che appartiene al un gruppo di pirati Baldanos, che la contenderanno a suon di battaglie al gruppo militare del mascherato (e ancora una volta misterioso) Gido Gaira.

Questa la trama di un modestissimo Moby Dick fantascientifico, dove rivivono tutti i classici topoi matumotiani (il gruppo di eroi anarchici e disinteressati alla patria, il Daiba della situazione che vuole emergere, la leader del gruppo che è essenzialmente Queen Emeraldas senza benda sull'occhio, le consuete raffigurazioni affusolate e grottesche) aggiornati ai peggio stereotipi della sci-fi anime quali ingegneria genetica volta a creare super uomini, villain mascherati alla Char Aznable, innamorati che si combattono nelle due fazioni rivali e donne misteriose che sono la chiave in grado di cambiare il mondo. Un monumento alla banalità che opportunamente scritto potrebbe anche risultare interessante, ma quali premesse si vogliono creare con appena 6 puntate?

Domanda retorica, perché ovviamente la risposta è "nessuna". Si può ammettere che la visione non è troppo pesante nonostante la regia sia di Takahashi, ritmo c'è e non ci si annoia (nonostante quasi tutta ruoti attorno a battaglie e schemi mentali con cui i due comandanti dei vascelli si affrontano sotto la sabbia), ma se i personaggi sono anonimi, buona parte degli sviluppi ampiamente prevedibili e la storia già vista, si può davvero pensare di consigliarne la visione solo perché non fa propriamente schifo? Aggiungiamo anche un un comparto tecnico ampiamente migliorabile: GONZO continua a dare prova di sé con una CG delle astronavi abbastanza spartana e dimenticabile, che ben evidenzia il modesto budget riversato in "Ozma". Budget che risulta ben appariscente nella qualità "meccanica" delle animazioni e nella resa artificiosa dei paesaggi naturali del pianeta teatro della storia.

Una conclusione spudoratamente alla "Eureka Seven" chiude l'avventura, tra entità magnifiche che cambiano il corso del mondo e immolazioni che puzzano di stantio lontano un miglio. A conti di fatti lo schema è collaudatissimo, che se uno non avesse mai visto nulla prima potrebbe anche essere interessante. Nulla di davvero terribile, ma appunto per questo, con tutte le infinite produzioni che si possono seguire ogni anno, di ben più elevato valore, c'è qualche ragione per perdere tempo a guardare anche questo?


 1
micheles

Episodi visti: 6/6 --- Voto 7
Matsumoto torna con un soggetto originale dopo decenni! All'annuncio della serie ho esultato e mi sono messo immediatamente a seguirla tramite i fansub inglesi, quasi in contemporanea con il Giappone. Devo dire che sono rimasto più che soddisfatto. Ozma è una serie di fantascienza vecchio stile, più vicina al Matsumoto d'azione della Yamato che al Matsumoto malinconico ed evocativo di Capitan Harlock e del Galaxy Express. La storia è standard: in un lontano futuro la Terra è diventata un deserto e viene governata dagli Ideal Children, una razza di umani geneticamente selezionati per essere perfetti, che si riproducono per clonazione. Gli umani normali (i Natura) tirano a campare nelle difficili condizioni ambientali. Una misteriosa donna dai lunghi capelli azzurri, inseguita da un capitano mascherato che ricorda Harlock, viene presa a bordo della nave del Capitano Bainas, una versione grintosa di Emeraldas con la sciarpa.
I personaggi matsumotiani ci sono tutti, compresa la versione femminile del Dottor Sado vista per la prima volta nel film live della Yamato del 2010. La serie si distingue per le battaglie sottomarine nel mare di sabbia che fanno il verso ai film sui sommergibili della Seconda Guerra Mondiale: sono battaglie psicologiche più che spettacolari, in cui tutto è deciso dall'istinto del comandante. Nelle scene sottomarine si fa un forte uso di CG che a me non piace particolarmente, ma tant'è. L'Ozma del titolo è un essere gigantesco e semi-divino che sembra un omaggio ai vermi delle sabbie di Dune, anche per certi aspetti della trama; viene però raffigurato come un capodoglio, con chiari riferimenti a Moby Dick.
Il finale non è particolarmente originale, ma chiude tutte le fila del discorso. Voto 7,5.