Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi ci dedichiamo a serie d'azione, con Ozuma, Hellsing Ultimate e Oda nobuna no yabou.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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5.0/10
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Ozuma segna nel 2012 il ritorno di Leiji Matsumoto sulla scena animata, con la sceneggiatura di un progetto nuovo sì, ma forse solo sulla carta: purtroppo è opportuno ammettere che le ampie aspettative per questo titolo, malgrado fossero ammissibili e anche scontate, dal momento che non parliamo di un autore qualsiasi, non siano state ripagate a dovere.
Il contesto è ovviamente fantascientifico, l'ambientazione vede il pianeta Terra ormai ricoperto da un'intera superficie desertica, tant'è che l'unico 'mare' ancora solcabile è appunto quello composto di sabbia. Interessante a riguardo è la possibilità di potervisi perfino immergere per poi affrontare battaglie sottomarine, anche se obbiettivamente potrà apparire come una sciocchezza... ma sappiamo quanto Matsumoto tenga alle strategie navali e via dicendo, che per l'appunto ritroviamo anche in Ozuma, sotto il comando di due principali figure di capitano, Bainas e Gido: inutile chiedersi in che misura possano essi rievocare nomi come Emeraldas o Harlock, dato che la somiglianza si restringerebbe al lato prettamente estetico. Ma d'altronde è veramente difficile trovare una serie di Matsumoto che non soffra la cristallizzazione di un determinato stile di disegno e di certi modelli di caratterizzazione che ormai anche i fan di vecchia data riterrebbero obsoleti.

I personaggi di Ozuma, a ogni modo, non hanno la stessa pasta di quelli del passato, ma nemmeno del presente. I tempi ristretti non permettono oltretutto di approfondirne le personalità, destinate a essere ininfluenti dall'inizio alla fine: un esempio eclatante è quello di Sam, cui è affibbiato il ruolo di protagonista, ma che in realtà vi sarà impossibile riconoscere come tale, visto che non conterà un bel niente. A differenza sua, oltre ai sopracitati capitani, una presenza fondamentale sarà quella di Maya, intorno alla quale si districheranno i fili di una trama che, manco a dirlo, in quanto a originalità non se la passerà affatto meglio.
Di opinabile qualità è infine anche il comparto tecnico: le dosi massicce di grafica computerizzata non contribuiscono a svecchiare il prodotto, se contiamo anche l'utilizzo di certi effettacci e la sensazione costante che i personaggi siano incollati ai fondali come figurine; più tollerabile il comparto sonoro, pur restando inconsistente. Se non altro la sigla d'apertura è orecchiabile, ma non credo possa avere molta voce in capitolo.
Quella che si preannunciava come una delle opere di punta della stagione primaverile del 2012 è in definitiva un flop, ma non voglio essere troppo severo con i voti, data la sua brevità.



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Le mode spesso e volentieri sono più deleterie di quanto in realtà non si pensi. Non per l'effettiva validità delle stesse, ma per l'immane mole di prodotti dozzinali che si portano dietro. Alla fine degli anni '90 la figura del vampiro tornò alla ribalta grazie al boom commerciale del gioco di ruolo "Vampire: The Masquerade" e della serie televisiva "Buffy l'ammazzavampiri", i quali riscrissero la figura dei signori della notte mettendo definitivamente in pensione l'immagine del Conte di lugosiana memoria. Nel calderone di prodotti ispirati dal tema troviamo anche "Hellsing", serie nata dalle chine di Kōta Hirano e che nel 2001 venne trasposta in un anime abbastanza deludente di 13 episodi narrativamente avulsi dalla serie madre. A distanza di 5 anni, grazie al lavoro coordinato di ben quattro studi televisivi (Satelight, Madhouse, Graphinica Inc. e Kelmadick), l'opera di Hirano ottiene finalmente giustizia attraverso quest'ambizioso progetto che porta il nome di "Hellsing Ultimate". Parliamo di 10 OAV di circa 45 minuti di durata ognuno, che ripercorrono fedelmente il plot narrativo originale dando così merito a una serie che all'epoca aveva spopolato in terra natia.

Cosa dobbiamo aspettarci dunque da "Hellsing Ultimate"? Di sicuro fedeltà narrativa e una realizzazione tecnica ad altissimi livelli. Il character design è molto fedele allo stile di Hirano, inquietante e drammatico, e ne esalta i toni drammatici utilizzando colori intensi e profondi. Le animazioni sono fluide e dinamiche allo stesso tempo, aiutate da una CG ben dosata e utilizzata principalmente per le scene da esterno (grandi paesaggi, panoramiche sulle città o rapidi zoom). Il reparto audio è superbo, non una nota fuori posto, con un Hayato Matsuo in stato di grazia che sfrutta pienamente la filarmonica di Varsavia messagli a disposizione.

Cos'è dunque che non dà a "Hellsing Ultimate" il massimo dei voti? Paradossalmente "Hellsing" stesso. La lettura del manga scorre velocemente coinvolgendo il lettore nei continui combattimenti e colpi di scena trascurando spesso e volentieri come essi siano avvenuti; superficialità narrativa trascurabile in un'opera cartacea (in particolar modo in uno shounen che di frenesia ci campa), ma che in un OAV si nota fin troppo, destando più di una volta confusione nello spettatore che altro non vede che una serie ininterrotta di combattimenti a volte non ben collegati fra loro. Anche le scene splatter, nel manga limitate dall'uso forzato del bianco e nero, qui trovano una dimensione fortemente disturbante nella propria rappresentazione, a volte pure eccessiva. Ma d'altro canto ci troviamo dinanzi a un lavoro maestoso e visivamente d'impatto che, nonostante le incoerenze, tiene incollato lo spettatore sulla sedia in trepidante attesa di cosa accadrà dopo.

In attesa dell'uscita del decimo e ultimo OAV previsto per fine 2012 non posso che consigliare la visione di questi OAV, in particolar modo a chi ha una concezione del 'mondo vampirico' distorta da una malsana quantità di glitter.



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Bellissima sorpresa questo "Oda Nobuna no Yabou", inserito quasi per caso nella mia wish list estiva, essendo rimasto attratto più dall'impatto visivo in sede di presentazione degli anime stagionali, che dalla breve descrizione con cui l'anime è stato presentato. E invece, oltre a una veste grafica di eccelso valore, ma più ampiamente di questo parleremo successivamente, l'anime può fregiarsi di una realizzazione eccellente in ogni sua parte. Partiamo dal già citato comparto visivo. Questo penso sia senz'altro il fiore all'occhiello della serie, visto che i designer ed i grafici hanno svolto il loro lavoro in maniera veramente encomiabile, che si tratti della caratterizzazione estetica dei personaggi (tutti ben distinti e gradevolissimi, e non era un'impresa facile, visto che tra protagonisti, comprimari e comparse, si fa la conoscenza di un foltissimo gruppo di personaggi) a quella degli sfondi naturali, con bellissimi e colorati paesaggi boschivi, montani o fluviali che siano. Ottima anche la rappresentazione degli edifici e dei villaggi storici che vengono toccati dalla storia di Oda Nobuna. Non sono in grado di dire se il lavoro sia storicamente coerente, ma da profano, posso dire senz'ombra di dubbio, che l'atmosfera del Giappone del 1500 la si può respirare tranquillamente, assistendo alle belle immagini di questo anime. Ma dove si rimane ancor più piacevolmente colpiti, è al momento in cui si svolgono le battaglie tra i vari Daimyo, Nobuna in testa, fase in cui l'animazione, già ottima, viene seguita da una visuale "a volo d'uccello", con una fluidità tale da far sembrare il tutto quasi come uno scontro tra guerrieri fatti di carne ed ossa.
Dicevamo della caratterizzazione dei personaggi: se già esteticamente essi avevano ricevuto un ottimo trattamento, la stessa cosa avviene anche nella fase della creazione dei vari profili psicologici. Tra tutti spicca Yoshiharu che a dispetto del fatto che sia il classico protagonista di un anime che strizza molto l'occhio al genere "harem", si distacca piuttosto decisamente dai comportamenti tipici e consueti degli eroi "haremiani", mostrandosi in gag a sfondo sporcelloso molto molto raramente, e questo nell'economia dell'anime è un grandissimo pregio. Bellissimo anche il profilo psicologico di Nobuna, la co-protagonista, che viene pennellata come una ragazza fortissima come l'acciaio, ma dolce e fragile, nel misterioso mix che spesso e volentieri le donne possiedono.
La trama è anch'essa ben strutturata ed equlibrata, grazie al fatto di dipanarsi su un background fertilissimo, ed essere messa in scena da personaggi così ben delineati. L'unico punto debole di tutto l'anime, legato proprio alla trama, può essere il fatto che per noi occidentali, praticamente del tutto a digiuno di storia giapponese, a volte il susseguirsi degli eventi è un po' difficile da seguire, proprio per la lacuna di cui parlavo sopra. Ma la storia dei nostri eroi non può comunque non appassionare gli spettatori.
Ottimo il lavoro, e qui concludo la disamina di questa bella serie, che è stato svolto anche in fase di accompagnamento musicale, con un'ottima colonna sonora (le sonorità mi avevano fatto pensare che l'autore fosse il grandissimo Kenji Kawai, ma ho appreso che si tratta di Yasuharu Takanashi) e validi effetti speciali.
Concludendo, un prodotto superbo, che non ho premiato con il 9 giusto per un paio di episodi in cui la trama ha avuto, a mio parere un piccolissimo momento di stanca (nella fase dell'acquisizione dello shogunato di Kyo). Unico aspetto che mi fa rimanere con l'amaro in bocca è il pensiero che purtroppo molto difficilmente vedremo Oda Nobuna no Yabou localizzato in italiano, essendo un anime così legato a doppio filo alla storia giapponese.