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AkiraSakura

Episodi visti: 1/1 --- Voto 5
"Relic Armor Legaciam" è un OAV interamente realizzato da Hiroyuki Kitazume, uno dei migliori character designer degli anni '80 ("ZZ Gundam", "Char's Counterattack", "Megazone 23 part III"). Egli in quest'opera si diletta come regista, mecha designer, character designer, direttore dell'animazione e creatore originale. Siamo di fronte a uno dei numerosi OAV per otaku di seconda generazione basati esclusivamente sul fanservice fine a sé stesso: la trama di "Relic Armor Legaciam" è praticamente fittizia e subordinata al design, agli aspetti tecnici e ai cliché richiesti dagli otaku hardcore dell'epoca. Il canovaccio di questo lavoro di Kitazume è quello tipico di molti OAV anni '80 ad esso affini: una lolita sale a bordo di un robottone figo e sborone, si fa la doccia, piange e poi vince. Questo modo di scrivere le sceneggiature degli OAV è stato introdotto da "Iczer One", uno dei più importanti figli della rivoluzione estetica introdotta da "Macross".

Il mecha design ricorda moltissimo quello del tominiano "Aura Battler Dunbine", inoltre la loli protagonista dell'OAV è praticamente una clone di Elpeo Ple di "ZZ Gundam" resa a differenza dell'originale un po' remissiva al fine di far colpo sugli otaku giapponesi fruitori di questo tipo di opere, gente molto attratta da lolite dolci e piagnucolone. Kitazume continua a citare Tomino anche nello script: il robottone che dà il nome all'anime viene rinvenuto dal nonno della protagonista in un'astronave abbandonata da chissà quale civiltà aliena (quale opera tominiana vi ricorda questa cosa?).

Per essere un OAV basato interamente sul fanservice robotico, "Legaciam" è animato veramente male. Spesso i volti dei personaggi appaiono fin troppo scattosi, caricaturali e deformati. Questo è un grosso difetto per un'opera di questo tipo: un "Dangaioh" o un "Leda" a caso come animazioni stanno su ben altri livelli. Il fanservice sessuale è quasi inesistente, a differenza di molti altri OAV dell'epoca, come ad esempio "Lolita Anime" (il primo hentai lolicon della storia), "Iczer One", "Megazone 23" e tantissimi altri, i quali avevano almeno una scena ecchi più o meno spinta quasi sempre annessa. Devo tuttavia puntualizzare una cosa. Il lettore abituato all'invadente fanservice sessuale presente negli attuali anime da fascia serale non dovrà farsi un'idea sbagliata pensando che non ci sia alcuna differenza fra fanservice sessuale degli OAV anni '80 e fanservice sessuale degli anime contemporanei: i prodotti per otaku hardcore anni '80, tra l'altro relegati unicamente al mercato OAV, erano molto più ingenui di quelli odierni: è con la messa a punto delle strategie di marketing multimediali arrivata con "Evangelion" che il pubblico otaku consumatore di OAV è stato dirottato sulle serie televisive da fascia serale, con conseguente aumento della capziosità del fanservice annesso, sia sessuale che pubblicitario tout court.

Le musiche di "Lagaciam" sono un'altro punto a sfavore. Esse sono assolutamente sottotono, e si dimenticano in fretta. Il doppiaggio è qualcosa di lancinante: la voce della loli più chiassosa dell'opera è stridente, perforante, in grado di far innervosire qualsiasi persona dall'orecchio sensibile. La "trama" viene sviluppata confusionariamente tra un combattimento poco spettacolare e l'altro; inoltre, come è tipico in questi OAV, sono onnipresenti personaggi-fanservice dalla caratterizzazione nulla e dal design accattivante (sempre di Hiroyuki Kitazume stiamo parlando). Insomma, l'unica cosa che salvo in quest'opera è il character design, il quale, quando viene accompagnato a dei mecha che fanno l'occhiolino a un'anime del calibro di "Dunbine", riesce di per sé a intrattenere per quaranticinque minuti il cultore dei robotici Sunrise dall'udito non troppo sensibile.