logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 0
esseci

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
"Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti." (L. Pirandello)

Il mondo delle idol oggetto della serie anime "Oshi no Ko" non mi ha al momento ancora "entusiasmato": ho visto pochissimi anime e letto ancor meno manga sul tema che invece in Giappone e in generale in Estremo Oriente è un fenomeno, almeno per me, al limite dell'incomprensibile, e che qui da noi sembra aver avuto pochissima presa in senso emulativo, se non in sporadiche occasioni e molto rivisitate secondo i canoni occidentali (mi viene in mente un esempio di molti anni fa con il programma "Non è la RAI" di G. Boncompangni).

Premessa (sempre almeno per me) doverosa ai fini della recensione: in Giappone con il termine "idol" si intende un ragazzo/a che diventa famoso come cantante, attore, come personaggio del cast di show televisivi o modello/a per servizi fotografici. La carriera tipica di un/a idol è piuttosto concentrata nei primi anni dal successo, e poi termina con l'oblio o un futuro in altri ambiti del mondo dello spettacolo.

Senza addentrarmi in approfondimenti che si posso facilmente reperire in rete sulla (sotto)cultura del mondo idol, posso solo evidenziare uno dei temi critici che poi sarà ripreso dalla serie "Oshi no Ko", sviluppandolo sotto forma di thriller: l'idol, per la sua immagine molto bella e graziosa, è percepito/a come una sorta di modello/a per gli adolescenti, e per la cultura giapponese la loro immagine pubblica e anche privata deve essere perfetta secondo i loro canoni culturali. In particolare, per le ragazze, c'è la vera e propria ossessione del concetto che le idol debbano essere "pure", che comporta, tra l'altro, l'evitare qualsiasi coinvolgimento amoroso e quindi anche fisico con chicchessia. E i fan delle idol (wota) sono parecchio esigenti e invasivi su questo tema, tanto da arrivare a mettere in atto molestie, stalking e bullismo anche in forma digitale.

Anni fa, più precisamente nel 1997, quando il fenomeno idol era sostanzialmente al suo apice in Giappone, Satoshi Kon con "Perfect Blue" aveva già affrontato questo tema, sfruttandolo per sviluppare il suo capolavoro. E consiglio a chi non lo avesse ancora visto di prenderlo in considerazione per una visione, perché in un film riesce a condensare ciò che la serie "Oshi no Ko" riprende in forma più easy anche se comunque diretta.

"Oshi no Ko", al pari dell'omonimo manga disegnato da Aka Akasaka e Mengo Yokoyari ("Scum's Wish"), narra proprio il "dramma" vissuto della idol Ai Hoshino, leader del gruppo B-Komachi, di rimanere incinta da adolescente e di dover partorire in gran segreto, al riparo da occhi indiscreti, due gemelli, Ruby e Aquamarine (Aqua), proprio per non rovinare la sua immagine di idol vincente e idolatrata da una moltitudine di fan.
La sua esistenza e la nascita dei due figli si incrocia con quella della morte per malattia dell'adolescente Sarina Tendouji e di quella del dottor Goro Amemyia che curava Sarina (malata terminale), e che era incaricato di assistere Ai Hosihino al parto. Sia Sarina che Goro sono fan sfegatati di Ai Hoshino, e le loro anime si reincarnano nei due figli di Ai, mantenendo ciascuno memoria di quello che erano nella vita precedente, senza tuttavia essere reciprocamente consapevoli delle loro identità. Tale circostanza li porterà ad essere dei bambini "prodigio" nel parlare e nel ragionare, nonché nelle carriere che poi intraprenderanno sotto la tutela della compagna del manager di Ai.

Nel primo episodio, lungo come un film (oltre ottanta minuti), l'anime riprende quasi pedissequamente il primo volume del manga e lo sviluppa con grande meticolosità e cura. Rende molto bene il concetto espresso dall'aforisma di L. Pirandello con cui ho iniziato la recensione: il mondo dello spettacolo in cui sono immerse le idol è tutto basato sulla finzione, falsità e ipocrisia (e dove risiederebbe la novità? Aggiungerei anche in altri ambiti...), e, come scrive l'autore del manga sempre in questo mondo patinato, "la menzogna è un'arma".

Già dal primo episodio si evince quello che è un po' uno dei due "leit motiv" della serie: la facciata dello showbiz non è altro che una finzione che ammanta come la carta regalo una realtà molto meno accattivante, ricca di zone d'ombra o grigie in cui si muovono personaggi senza molti scrupoli, ad iniziare dalle giovani idol o dalle promesse del mondo dello spettacolo, cui si aggiungono tutti i ruoli di contorno (manager, talent scout, agenzie, assistenti, ecc.), e non da ultimo i fan, soprattutto i "wota" ossessionati dalle idol.

Scrivere che tali considerazioni mi abbiano "turbato" sarebbe una esagerazione. Sotto certi aspetti sono un po' le conseguenze più becere del modello culturale nipponico (già ben delineato nelle scuole/caserma e poi nel mondo del lavoro iper-competitivo), e pertanto vedere rappresentato in anime un mondo melodrammatico dove alcuni tendono ad essere "massacrati" dalla rivalità e dai fan con il cyberbullismo non è una gran novità.
Oltre a tale spetto, "Oshi no Ko" inserisce la componente soprannaturale (la reincarnazione di Sarina e Goro nei due gemelli di Ai) e, soprattutto, il mistero dell'uccisione del dott. Goro all'inizio della storia e poi della protagonista della serie... Tale avvenimento rappresenta un bel plot twist ed è sviluppato tremendamente bene, rendendo benissimo il dramma e l'angoscia di Aqua e di Ruby che, pur essendo poco più che bambini piccoli, riescono a percepire come quasi adulti il dolore della morte violenta.

Il primo episodio, che rappresenta una sorta di prologo, è stato scritto veramente bene. E poi il resto degli episodi costruiscono e sviluppano in modo lineare e realistico il tema della "vendetta" di Aqua che, crescendo, matura l'idea di cercare in modo scientifico sia di riscostruire la vita della madre Ai sia di capire chi potesse essere il mandante della sua morte. È perlomeno curioso che lui, pur se bambino e poi ragazzo, ragioni e valuti gli accadimenti come se fosse un adulto, mentre Ruby, essendo la reincarnazione di una ragazzina, crescendo sostanzialmente si allinea al grado di maturità dell'età.

"Oshi no Ko", per come esordisce, può colpire per l'anomala lunghezza del primo episodio e per come si chiude in modo tragico. Dal secondo episodio in poi la trama resta comunque interessante, ma più standard, mischiando in modo equilibrato la parte mystery/thriller/drama con quella della commedia, anche a vaghe tinte rosa per le potenziali storie romantiche tra i protagonisti; oltre a Ruby e Aqua, si aggiungono anche altri ragazzi prodigio del mondo dello spettacolo come Kana, Akane, Memcho, i manager Myiako e Ichigo, e il regista mentore di Aqua, Taishi.

Aka Akasaka e Mengo Yokoyari hanno sfornato una storia completamente diversa sia da "Kaguya-sama: Love Is War" che ho avuto modo di apprezzare con la lettura dell'infinito manga e la visione delle tre serie anime più un OVA, sia da "Scum's Wish", di cui ho visto solo l'anime. E devo riconoscere che mi ha discretamente preso, tanto da iniziare a leggere anche il manga ancora in corso.

Lato tecnico, posso solo scrivere che i disegni dell'anime sono molto belli e rispecchiano fedelmente quelli del manga, con una cura dei dettagli molto evidente e colori luminosi saturi e definiti. Le stelline che compaiono negli occhi di Ai, Ruby, Acqua e tutte le attrici in modalità super-recitativa fanno un po' sorridere, ma sono l'elemento di originalità dei disegni. Le animazioni sono fluide e ben amalgamate. Anche il comparto musicale non è da meno, con la opening del duo Yoasobi che spicca per originalità e successo.

Volendo proprio trovare un limite alla serie (che deriva dal manga), i dialoghi e le spiegazioni del mondo dello spettacolo li ho trovati eccessivamente lunghi, didascalici e talvolta noiosi, facendo perdere continuità e interesse nella trama. Tale "difetto" è più evidente nel manga, e man mano che si procede nella lettura a mio avviso peggiora, rallentando troppo lo sviluppo della trama.

"Oshi no Ko", resta un affresco patinato, ma, sotto la superficie, "duro" del mondo delle idol in cui lo spirito della protagonista Ai Hoshino continua ad aleggiare per tutta la serie, dimostrandone il suo spessore umano e professionale in cui, pur essendo una ragazzina, riesce a gestire carriera e maternità senza transigere, con coraggio e volontà. Pur non essendo presente negli episodi successivi al primo, la sua personalità continua ad essere il metro di paragone non solo per i due figli ma anche per gli altri talenti in erba. E alla fine ci si rende conto che la sua storia e quella dei suoi eredi non è altro che un'esistenza di solitudine.


 0
Belba

Episodi visti: 11/11 --- Voto 10
La trama è molto avvincente, il primo episodio è il più bello della stagione, racconta praticamente tutto il futuro sviluppo della serie, facendoti anche piangere. La serie è molto bella, dai disegni magnifici, e tutte le trame, principali e di sfondo, sono molto interessanti. Il mio personaggio preferito, e penso sia anche quello più complesso, è quello di Ai, per nulla scontato, peccato che ci sia solo come personaggio di sfondo.
Adoro tutto di questo anime e non riesco a trovargli una pecca. Lo consiglio a tutti coloro ai quali piacciono gli anime romantici, del mondo televisivo, ma anche con qualcosa di mistero.


 0
Venere_66

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8
Questo anime è esploso a marzo del 2023, ha fatto un boom assurdo in Giappone con il primo episodio ed era super atteso in Italia. A differenza di tutti, o comunque della maggior parte del pubblico, ho visto il primo episodio e non mi sono fermata. Cosa intendo? Intendo dire che molte persone, anche miei conoscenti, hanno abbandonato l’anime al secondo o terzo episodio. Io invece penso che il primo episodio sia stato un grande inizio per un’opera che merita davvero tanto. Sì, certamente il ritmo è un po’ lento, ma passare da un episodio che dura novanta minuti a ventiquattro al massimo c’è una grossa differenza. A me dispiace sentire di quelle persone che hanno abbandonato questo anime, perché la trama è davvero molto, ma molto interessante, intrigante, appassionante. Quindi, io consiglio di continuare assolutamente l’opera e non fermarsi all’inizio; il ritmo è lento, ma i personaggi sono così ben caratterizzati, che non vi staccherete dallo schermo.
Ora dico quello che penso io. L’inizio è una bomba: primo episodio con grande animazione, ottimo utilizzo della musica, dettagli davvero minimi, ma che si vedono, grafica spettacolare. Finito il primo episodio, c’è un cambio tragico in Aqua (detto anche il ginecologo): il fatto che si vuole vendicare di chi ha ucciso la sua mamma è pazzesco. Questo fatto interessante presuppone che la trama si sviluppi ancora di più.
Ovviamente, lo consiglio!


 0
menelito

Episodi visti: 11/11 --- Voto 8,5
Questo anime che a una prima occhiata da lontano pare qualcosa di leggero e spensierato, a mio parere si rivela presto più vicino al genere thriller che ad altro. Nel corso della storia vengono trattati diversi temi, ma l'elemento che a mio parere spicca di più è l'analisi di come le bugie e la recitazione siano presenti nella nostra società e, in particolare, nello show biz. Spicca anche una forte critica sia implicita che esplicita alla tossicità che può scaturire da certi ambienti online. Ma, nonostante i temi a tratti pesanti, l'atmosfera è addolcita da diverse gag e da una sotto-trama abbastanza leggera (in questa storia non poteva mancare una spruzzata di romcom) che fa da contraltare alla cupezza dell'opening e soprattutto dell'ending, le quali risultano perfette nel mantenere quell'atmosfera leggermente pesante che caratterizza la storia a tratti più o meno costanti. Se poi consideriamo pure che sono delle belle canzoni, il successo è assicurato. I personaggi sono intriganti, alcuni dei quali mostrano un interessante potenziale di sviluppo caratteriale.
Reparto grafico favoloso, dove non si sono limitati a riempire di bellezza irrealistica gli occhi di Ai & Co., ma hanno rappresentato in maniera davvero sorprendente anche alcune delle scene più crude, senza sciocche censure o altri metodi per sviare l'attenzione dello spettatore. Scelta artistica a mio parere davvero coraggiosa.
Davvero degno di nota il prologo, una sequenza a tratti devastante che mi ha portato ad aprire i rubinetti... più di una volta. Questo primo episodio pare un po' lungo e può scoraggiare qualcuno, ma ne vale assolutamente la pena. Nel complesso, una grandissima prima stagione.