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Kumogakure

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
Tra i tanti titoli sui generis che si possono trovare in giro è difficile distinguersi dalla massa, per farlo servono due cose: 1 Una peculiarità unica che intrighi lo spettatore 2 La qualità dell’opera.

La prima, almeno sulla carta, c’è. La classe di "Beast Tamer" ha un suo fascino innegabile… in questo caso sfruttato malissimo, salvo qualche sporadica eccezione qui e là. Anziché lavorare su una certosina gestione dei pet, l’aspetto che più mi incuriosiva, la si è buttata – un po’ in caciara – sul classico harem (versione per educande).
Pur metabolizzando questa cosa il “cappotto” di razze alpha infilato dal protagonista ha dell’incredibile. Questi rarissimi, in teoria, esemplari spuntano come funghi e vengono asserviti con un coefficiente di difficoltà che, per usare un eufemismo, rasenta lo zero.
Il tutto da un protagonista candido come il proverbiale giglio… e pure un po’ tonto, aggiungerei. Sforna un’impresa eccezionale dietro l’altra relativa alla propria classe e manco se ne rende conto, essendo lui un beast tamer, anche qui in teoria, dovrebbe saperlo no?! Il suo primo party se ne è praticamente sbarazzato come scartino. A conti fatti quindi del suo essere OP tutti lo sanno, tranne il protagonista stesso e il team dell’eroe, una situazione davvero paradossale e ripetutamente fastidiosa. Perché vabbè l’utilizzo di escamotages nello spiegare, in modo discutibile, certe situazioni altrimenti difficili da gestire, ma qui si è davvero esagerato; un po’ come nell'episodio conclusivo, che poi definire conclusivo è un parolone.
Aggiungiamoci il fatto che grazie alle abilità acquisite dai companion “fa anche il caffè”, insomma di tutto, tranne il beast tamer. A vedersi sembrerebbe più un monk dato che per la maggior parte della serie picchia a mani nude come un fabbro. Un’evoluzione raggiunta dopo un lungo e periglioso cammino… scherzavo, sono bastati i primi due episodi che l’hanno subito portato da zero a mito.

Passando alla qualità dell’opera è tutto molto basilare, dalla grafica tutt’altro che particolareggiata o trascinante, alla storia piatta e pure priva di una chiusura di questo arco narrativo venutosi a creare.
Grezzo, semplicistico, probabilmente il suo punto di forza sta nella pucciosità delle fanciulle ed i loro piccoli screzi, tipo quello di Kanade rivolta ad i coniglietti carini e coccolosi: “Non tiratevela il vostro contratto è solo temporaneo” – una costante, di cui ci si stanca presto, che si ripeterà con altri animaletti e le nuove compagne.
La loro supremazia combattiva è poi disarmante, già all’inizio nella cattura della banda Zanna d’Ebano si capisce l’antifona, questo gruppo non sembrerà mai realmente in pericolo e starà due spanne sopra gli altri.
Sul finire c’è fortunatamente un colpo di coda, dove il tono estremamente edulcorato a cui si è assistito viene smorzato finalmente da un personaggio stron… volevo dire cattivo degno di tale nome: Edgar, il figlio del sindaco, e la sua cricca, che incarnano perfettamente lo stereotipo dei villains falliti e aiutano ad inasprire (alla buon’ora) l’ambiente. La serie ci guadagna parecchio, quando purtroppo però è ormai tardi.
L’eroe se ne sta invece troppo sullo sfondo a cincischiare e poi viene abbandonato, nella speranza di una seconda stagione presumo - che personalmente, anche ci fosse, non è mia intenzione seguire.

Nel complesso sì, c’è qualche episodio carino e non c’è nulla di così esecrabile da condannare, tuttavia mi aspettavo – lecitamente – qualcosa di ben diverso. Per chiudere direi che con il termine ‘banale’ si incarna alla perfezione l’anime "Beast Tamer".
Occasione buttata alle ortiche perché si è preferito andare sul sicuro ricorrendo alle solite sgallettate (e lo si è fatto malamente) piuttosto che fare qualcosa di meno conforme e vedere un beast tamer all’opera con degli animali, reali o frutto della fantasia che fossero; avvenimento successo solo in occasioni che si possono contare sulle dita di una mano – quelle sì che le avevo apprezzate.