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Kotaibushi

Episodi visti: 12/12 --- Voto 7
Anime che mi ha sorpreso in modo positivo: se inizialmente non ci avrei puntato nulla, con il proseguire della storia, invece, si è rivelata un'opera davvero ben riuscita, ovviamente non esente da difetti, ma comunque con una trama solida e ben delineata.
Se proprio devo trovare qualche difetto, beh, personalmente avrei preferito qualche episodio in più, anche perché sul finale ho trovato davvero molta, troppa, fretta negli avvenimenti, fretta che toglie un po' di atmosfera agli innumerevoli colpi di scena, e probabilmente, anche al finale stesso, facendolo passare un po' in secondo piano, e con una visione abbastanza semplicistica. Un secondo aspetto che personalmente avrei cambiato, è sicuramente l'eccessivo "buonismo" che si riscontra nel finale: nulla da togliere a quello proposto, ma sicuramente per miei gusti personali avrei preferito qualche pizzico in più di drammaticità.

Per il resto come detto già in precedenza, un'anime che anche se poco conosciuto, si rivela essere davvero molto interessante e ben costruito, e che consiglio vivamente.
Voto finale: 7


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Mrs.Trancy

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
Semplicemente eccezionale.
Queste sono le uniche due parole che mi sento di utilizzare per esprimere il mio commento a quest'anime.
Guardando le recensioni, di solito mi rendo conto che forse sono troppo buona con i voti e mi capita di pensare che magari mi manchi il senso di giudizio. Nonostante ciò, credo che "Donten ni Warau" sia stato il mezzo che mi ha fatto arrivare a comprendere che se determinate emozioni non vengono vissute sulla propria pelle è impossibile comprenderle. Parallelamente a questo, inoltre, se tali emozioni non vengono vissute, si crea una sorta di isolamento sostenuto da sentimenti come l'invidia. Questa serie ha una morale intrinseca bellissima e commovente per chi riesce a capirla; io, purtroppo, posso solo immaginarla e guardarla ormai da lontano. Soggettivamente, credo sia stato un anime meraviglioso, soprattutto perché sono talmente dedita a questa mia passione che tendo sempre a tralasciare i dettagli insignificanti e le piccole imperfezioni che rovinano il contenuto di tali capolavori.
"Donten ni Warau" ha una trama minuziosamente strutturata: i protagonisti sono tre fratelli, Tenka, Soramaru e Chutaro Kumoh, incaricati di scortare i detenuti in una prigione situata al centro del lago Biwa. La giovane famiglia ha subito la perdita dei genitori, e i due fratelli minori si sono ritrovati ad essere cresciuti sotto la protezione di Tenka. Quest'ultimo, pur di proteggere i più giovani, si accolla grandi pesi e responsabilità, che lo inducono a tenere nascosta la verità agli altri due fratelli. L'amore fraterno è palpabile tra i tre, ma i loro caratteri vacillano con il susseguirsi di alcuni avvenimenti.
Ciò che più mi ha colpito probabilmente sono state le emozioni espresse a meraviglia durante il corso della vicenda, la purezza, la fiducia, l'ingenuità, l'onestà e il tradimento, l'amore, l'attaccamento affettivo, la disperazione e gli effetti che essa comporta. Le parole scelte dall'autrice negli svariati momenti sono state di grandissimo effetto, unite ai disegni riccamente espressivi e dettagliati. La sceneggiatura e l'ambientazione sono perfette; un po' più carenti sono state le animazioni durante i combattimenti, in cui le scene diventano più scarne, quasi frettolose. Il filo del discorso è linearmente intrecciato, comprensibile a tutti gli effetti, seppur non manchino i colpi di scena. Il finale, tuttavia, credo sia stato troppo improvvisato, (<b>attenzione: spoiler</b>) mi aspettavo maggiori chiarimenti sul destino di Tenka, ormai contaminato dalle cellule di Orochi. La vicenda tende ad aumentare gradualmente di intensità diventando man mano più impegnativa, riflessiva e dettagliata, terminando in atti di virtuosismo sentimentale quando il passato dei protagonisti riemerge. I dettagli caratteriali di ogni singolo personaggio sono molto curati e ben riusciti: ognuno ha il suo determinato ruolo e supporta la diffusione dell'atmosfera ricca di emozioni, a volte anche contrastanti, creatasi durante tutto l'anime.
In sintesi, credo sia necessario avere nel proprio repertorio "Donten ni Warau".


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-Sayuri-

Episodi visti: 12/12 --- Voto 9
In un periodo di assestamento, in cui il Giappone passa dall'era dei Samurai all'era moderna, a causa dell'occidentalizzazione del paese, numerosi sono coloro che si oppongono a questo cambiamento e si presenta un'innalzamento del tasso di criminalità mai visto prima. Ma questa è la storia di tre fratelli orfani, che, con il loro amore, fanno del loro meglio per mantenere la calma al lago Biwa, nei pressi di Kyoto, al cui centro sorge la più crudele e ambigua prigione del Giappone: il Gokumonjo. Qui vengono rinchiusi i criminali che si sono macchiati di terribili crimini, i quali devono scontare la loro pena per il resto dei loro giorni.
Il lago Biwa è però coperto dalle nuvole da ormai un decennio, a causa della maledizione di Orochi. Orochi è un serpente immortale che rappresenta la malvagità dell'uomo, capace di manifestarsi come una delle calamità più catastrofiche incontro cui può imbattersi l'umanità. Così, da secoli, Orochi si reincarna sotto forma di essere umano, fino a consumarlo e prenderne il possesso.

La famiglia Kumo, a cui appartengono i tre fratelli Tenka, Soramaru e Chutaro, è tra le possibili ospitanti di Orochi. Ma soltanto Tenka è a conoscenza della maledizione e cerca di tenere all'oscuro i fratelli minori in modo da proteggerli. Ma sarà il suo comportamento a creare le prime tenebre nei cuori dei suoi amati fratelli.

Avendo già apprezzato il fumetto di "Donte ni Wataru" ero ben consapevole che sarebbe stata una visione piacevole. E ammetto che mi ha colpito ancora di più del manga. Sia i disegni che le ambientazioni sono estremamente piacevoli, accompagnati da un buon comparto sonoro e dalle musiche giuste. Ho apprezzato meno l'opening, la cui scelta di una canzone metal non l'ho trovata particolarmente azzeccata. Inoltre i flussi temporali sono stati gestiti molto bene, meglio che nel manga a mio parere, rendendo la storia molto chiara.

Un'animazione veramente di ottima qualità, con una trama molto interessante e apprezzabile anche da chi non è amante del genere. Con una storia d'amore fraterno che non può non commuovere chi la vede.


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Kida_10

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
"Donten ni Warau" è una serie della stagione autunnale 2014 coposta da dodici episodi di durata canonica, tratta dall'omonimo manga di Kemuri Karakara.

La storia, ambientata agli inizi dell'epoca Meiji, vede come protagonisti i fratelli della famiglia Kumo, tre ragazzi che si guadagnano da vivere traghettando i criminali in un'enorme prigione al centro del lago Biwa. Nel mondo di "Donten ni Warau" il cielo è sempre nuvoloso a causa di una maledizione lanciata da un antico dragone chiamato Orochi, il quale si narra si reincarni ogni 300 anni prendendo possesso del corpo di un essere umano. Per scongiurare la sua completa rinascita, che sarebbe poi fonte di violenza e distruzione, un'unità speciale del governo, chiamata Yamainu, è alla ricerca del contenitore con l'obbiettivo di eliminarlo prima che compia la trasformazione. Tenka, il maggiore dei tre fratelli Kumo, sembra saperne più di chiunque altro sull'identità dello sfortunato contenitore...

La trama è originale, avvincente, e incredibilmente articolata, soprattutto se si considera la brevissima durata della serie. le fazioni e gli schieramenti che si mettono in gioco nel corso delle puntate sono veramente molti e le loro decisioni imprevedibili, ragion per cui non mancheranno i colpi di scena, che anzi saranno un elemento fisso e ricorrente. Oltre all'imprevedibilità, un'altra nota positiva sono sicuramente i personaggi che risultano essere divertenti e ottimamente caratterizzati, a partire ovviamente dal trio dei protagonisti.
Ad arricchire ulteriormente il bagaglio di elementi positivi, troviamo sin dalla primissima puntata un'ambientazione incredibile, ricolma di atmosfere suggestive e intriganti che personalmente mi hanno subito colpito.

Tecnicamente un lavoro impeccabile sotto ogni punto di vista; per quanto riguarda il comparto grafico troviamo un ottimo desing dei personaggi, degli sfondi vari e dettagliati e delle animazioni fluide. I combattimenti non sono resi al massimo delle possibilità ma sono abbastanza dinamici e comunque piacevoli da seguire.
Anche il comparto sonoro si difende bene presentandoci delle ottimo OST e un doppiaggio tutto sommato adeguato. La regia ha gestito ottimamente i numerosi flashback e salti temporali, riuscendo a rendere il tutto chiaro e comprensibile senza troppe difficoltà.

"Donten ni Warau" è una bella storia d'amore fraterno, con degli ottimi personaggi e inserita in un contesto fantasy intrigante; cosa allontana questa serie dall'essere quindi un piccolo capolavoro? in questo caso mi ritrovo d'accordo con pareri di altri utenti del sito nel dire che le ultime puntate potevano essere sicuramente gestite meglio. Purtroppo il gettonatissimo (almeno ultimamente) formato da dodici porta in questo caso un notevole svantaggio a livello di narrazione, accorciando i tempi più del dovuto; sicuramente qualche espisodio in più non avrebbe fatto altro che bene, molte domande rimaste, almeno parzialmente, senza risposta, si sarebbero potute spiegare in maniera più curata e dettagliata.
Escludendo questo piccolo, ma non indifferente difetto, non posso far altro che consigliare assolutamente la visione di questa serie a tutti coloro che sono alla ricerca di un qualcosa di leggero ma allo stesso tempo dotato di una buona ed avvincente trama.


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Rachelle

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Non ho letto il manga, ho scoperto dell'esistenza di questo anime ieri e l'ho finito oggi. Mi ha preso subito molto, ho adorato questi tre fratelli, così diversi tra loro, e tutti i personaggi presentati a fare da contorno. Si ride, si piange, ci si rimane bene e anche molto male, ci si ritrova con il fiato sospeso fino all'ultimo. Il finale è un po prevedibile, ma solo quando ci si arriva; i moltissimi colpi di scena infatti portano a fare molte ipotesi diverse per altrettanti diversi finali e se, arrivati all'episodio 12, il finale può essere scontato, di sicuro non lo è la trama e tutti gli intrecci che lo generano. C'è la giusta dose di azione, di riflessione interiore, di dolore e di gioia. Piccole note di romanticismo, molto divertimento. Grafica buona, niente di particolare da dire, musiche coinvolgenti nei punti giusti, sigle piacevoli. Una cosa che mi è un po dispiaciuta è stata la brevità, questi 12 episodi sono stati un po forzati nel raccontare la storia, forse un paio in più l'avrebbero diluita e resa più piacevole. Complessivamente, niente male!


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klunk

Episodi visti: 12/12 --- Voto 6
Giappone, Era Meiji: il Paese attraversa un periodo di transizione e di occidentalizzazione, dove le spade sono vietate, ma dove la criminalità dilaga. In questo contesto vivono i tre fratelli Kumo, i protagonisti della storia, che traghettano i criminali verso una prigione di massima sicurezza, situata al centro di un lago, e aiutano la polizia ad acciuffare i malviventi che cercano di scappare. Ma la loro esistenza presto verrà minacciata dalla maledizione di Orochi, il grande serpente della distruzione.
I tre fratelli sono Tenka, il più anziano, Soramaru, il secondogenito, e Chutaro, il più piccolo, e sono molto uniti, un legame rafforzato anche dal fatto che i loro genitori sono stati misteriosamente assassinati quando i tre erano ancora piccoli. Ora, a fare da riferimento, da esempio e da capofamiglia è Tenka, che, come già detto, è il più grande dei tre.
La storia, devo dire, non mi ha assolutamente convinto, i contenuti ci sono anche, ma sono un pò all'acqua di rose, nulla incide come dovrebbe e anche nelle scene che dovrebbero essere più interessanti la voglia di sbadigliare è sempre dietro l'angolo. Non c'è spessore, le scene drammatiche si riducono a meri piagnistei, dei quali Soramaru mi è sembrato il campione incontrastato, e anche i colpi di scena, che di tanto in tanto fanno capolino, non riescono a migliorare la situazione.
I personaggi di contorno non mancano e sono ben definiti, ma a volte anche leggermente stereotipati: abbiamo, ad esempio, il ninja misterioso, o il capo del gruppo che si occupa di contrastare la rinascita di Orochi, bello e severo, personaggi che a volte sanno di già visto.
I disegni sono discreti e molto ben realizzati, inoltre c'è una minuziosità nei particolari che non si vede spesso, ma, rimanendo sempre nell'ambito tecnico, purtroppo non mi sento di elogiare allo stesso modo l'animazione, non all'altezza, soprattutto per un anime con numerosi combattimenti.
Nota positiva, invece, per quanto riguarda le sigle: bella quella di apertura, splendida quella di chiusura, realizzata dai Galneryus, noto gruppo metal giapponese,che in questa sede mi sento di consigliare a tutti gli amanti del j-rock.
In definitiva, questo "Donten ni Warau", presenta molti contenuti (azione, combattimenti, commedia, soprannaturale) e un'ambientazione storica interessante, anche se non molto approfondita, e ha una trama molto articolata, rimanendo tuttavia un prodotto leggero, che non riesce ad appassionare come dovrebbe, che non ha lo spessore giusto, apparendo come un anime "leggero", adatto a molti, ma non a tutti, soprattutto non adatto a coloro che vogliono un qualcosa di indimenticabile o appassionante.


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Eversor

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Gli anime storici sono sempre difficili, almeno per quanto mi riguarda, da giudicare. Infatti bisogna fare ben attenzione se l'opera in questione vuole basarsi, almeno un minimo, sulle fonti storiche effettive, oppure sceglie di ambientare il tutto in una precisa epoca storica, senza però attenersi più di tanto agli avvenimenti realmente accaduti. Per "Donten ni Warau" vale a mio avviso il secondo concetto, ovvero la scelta di collocare i personaggi in un passato più o meno recente, confidando però in una storia completamente inventata. Nulla di male a riguardo.
12 puntate molto interessanti per un anime uscito nella stagione autunno-inverno 2014, che racchiude in sé il gusto per la storia, l'adrenalina dell'azione, una buona commedia e, infine, un pizzico di soprannaturale a rendere il tutto ancora più entusiasmante.

Tre fratelli sono al centro della nostra storia: Tenka, Soramaru e Chuutarou. Tutti e tre ovviamente appartenenti alla famiglia Kumou, una nobile discendenza che da secoli si prende cura della regione e protegge gli abitanti dal possibile ritorno di Orochi, un serpente gigante che, secondo la leggenda, ogni 300 anni torna ad infestare quelle terre.
Ma, almeno all'inizio, non ci saranno serpentoni giganti a impensierire i tre fratelli, bensì una serie di difficoltà familiari, che causeranno molteplici attriti tra di loro. Morti i loro genitori 10 anni addietro sono rimasti soli e solo Tenka, il più grande, è stato in grado di crescerli ed accudirli. Eppure è proprio Tenka il problema, una stella così luminosa e abbagliante che non può essere toccata né osservata, se non da lontano. Soramaru, soprattutto, prova una grande ammirazione nei confronti del fratello, ma allo stesso tempo odia rimanere indietro. Il maggiore dei tre appare lontanissimo, fortissimo, irraggiungibile. Protegge le terre di famiglia da solo, senza alcun bisogno dell'aiuto degli altri due, e questo non fa altro che aumentare l'odio-amore verso Tenka.
Col passare delle puntate, nuovi personaggi entrano in scena e il passato di questa particolare famiglia riemerge dalle tenebre. Senza contare che la minaccia dell'Orochi è sempre presente sul piccolo villaggio, come un'enorme spada di Damocle. Chi sarà mai il contenitore dell'Orochi? Chi è l'umano dentro cui risiede l'antico demone?

Partiamo nella nostra analisi proprio da quest'ultimo punto: il fatto che, con il passare degli episodi, la situazione si faccia sempre più seria, l'ho trovato molto bello. Non parte in quarta, ma ha bisogno di qualche puntata per ingranare. Un climax progressivo, che aiuta a mantenere alta la tensione, senza però dimenticarci della commedia sempre presente e dei momenti più rilassanti e divertenti.
I personaggi, forse, appaiono un pochino troppo deboli e di debole caratterizzazione. Sarà il fatto che gli atteggiamenti del vecchio Giappone non aiutano certo a un coinvolgimento notevole, ma, se proprio sono costretto a dire un aspetto negativo (e lo sono), indicherei proprio questa apparente mancanza introspettiva. Apparente perché, in effetti, si cerca di analizzare l'animo dei vari personaggi, ma non per tutti si è raggiunto un risultato impeccabile.
Tenka, a mio avviso, appare un pochino troppo stereotipato negli atteggiamenti, così come Abe no Sousei. Quello che è riuscito a impressionarmi maggiormente è invece Soramaru, il vero protagonista dell'anime e colui che mostra un atteggiamento più vicino ai giorni nostri, tormentato dai dubbi e dalle indecisioni. Un eroe imperfetto, che riesce però a migliorarsi man mano.
Passiamo ora ai temi amorosi. "Donten ni Warau" non ha propriamente un elemento sentimentale, ma non per questo ci si dimentica dell'amore. Botan, la misteriosa fanciulla che compare nelle puntate iniziali, è un po' una mina vagante: sembra avvicinarsi a Tenka, ma alla fine, quando verrà svelato il suo passato, comparirà il suo vero spasimante. Una storia d'amore tanto classica quanto irreale.
L'affetto di Sasaki Kiiko per Tenka rimarrà piuttosto acerbo, mentre sboccerà come un fiore in primavera quello di Nishiki per Soramaru. Anche in questo cosa non c'è una vera e propria consapevole reciproca dei propri sentimenti, eppure è molto bello vedere come questi due ragazzi si avvicineranno passo dopo passo sempre di più.

La grafica non è proprio delle migliori, ma non per qualche sorta di errore, piuttosto per la volontà di ricreare quell'atmosfera dell'antico Giappone, che sarebbe stata impossibile da realizzare con le forme canoniche: colori non troppo accesi e toni stemperati. Non mi è piaciuto come sono stati disegnati gli occhi dei tre fratelli Kumou, ma per il resto è gradevole.
Belle le musiche e ottimo il doppiaggio, soprattutto nelle voci di Naoto Kagami, Shin`ichirō Miki (lo stesso di Deishū Kaiki in "Nisemonogatari") e quella di Soramaru, Yuki Kagi (Eren in "Attack on Titan", Issei in "Highschool DxD" e Shu in "Guilty Crown").
La regia è discreta, anche perché ha saputo fondere abbastanza bene i vari flashback con la storia principale.

Insomma, "Donten ni Warau" è un ottimo anime, che riesce a conquistare fin da subito, facendoci apprezzare, tra l'altro, il gusto per un epoca passata, fatta di modi di pensare diversi e atteggiamenti molto distanti da quelli odierni. Un finale brillante è la ciliegina sulla torta, così da rendere ancora più bella quest'opera, che, per certi versi, è passata in secondo piano nella stagione invernale 2014.

Voto finale: 8


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LaMelina

Episodi visti: 12/12 --- Voto 8
Alzi lo sguardo e punti il naso verso l'alto: tutto ciò che riesci ad ammirare è un cielo nuvoloso che minaccia pioggia. C'è chi è amante delle giornate piovose; tuttavia immaginiamo che esse rappresentino l'ogni giorno, forse a lungo andare anche al più grande appassionato di acquazzoni diverrebbe monotono quel grigiore. Anche lui inizierebbe a pensare al momento in cui il sole farà capolino nell'immenso blu... Per i fratelli Kumo, il cui cognome è scritto proprio col carattere di nube (曇), abitare sotto le nuvole è la normalità: da che hanno memoria, per Tenka, Soramaru e il piccolo Chūtarō il cielo non è mai stato sereno. A causa di un'antica maledizione piombata sul Giappone per mezzo del potente serpentone leggendario Orochi, il firmamento sul Lago Biwa è sempre annuvolato. Ma quando il sole ce l'hai dentro, anche affrontare il maltempo diventa possibile. Donten ni warau (曇天に笑う "ridere sotto le nuvole"), anime di 12 episodi prodotto dallo studio Dogakobo e basato sull'omonimo manga di Kemuri Karakara, è una fresca e semplice metafora della vita che ruota intorno all'importanza del sorridere e ridere del negativo che accade. Nella vita si possono incontrare situazioni difficili, preoccupazioni, periodi di tristezza; nuvole di ogni forma, dimensione e consistenza, nuvole che ostacolano i sogni in volo, nuvole che oscurano la luce e ti fanno cadere in un baratro oscuro, nuvole che ti divorano gli spiragli ai quali ti aggrappi per sorreggere il tuo mondo, ma con la forza che risiede nell'animo di ogni uomo si può sorriderne e andare avanti. Perché dietro le ovattate nubi c'è sempre il sole.

Protagonisti di questa storia ambientata agli inizi dell'epoca Meiji (1868-1912) sono tre fratelli orfani, che risiedono in un antico tempio appartenente alla famiglia Kumo da generazioni e che si guadagnano da vivere svolgendo il delicato lavoro di traghettatore di criminali verso la prigione al centro del lago Biwa, il Gokumonjo. La restaurazione Meiji non fu infatti salutata con benevolenza e onori da tutti i giapponesi, le frange più conservatrici del vecchio shogunato opponevano ferma resistenza e furono molti i casi di ribellione che si manifestarono all'alba del 23 ottobre del 1868. La decadenza che interessò la classe dei samurai alla fine dell'epoca Edo e che si protrasse fino alla sua definitiva abolizione in favore di un esercito nazionale in stile occidentale, comportò un aumento della criminalità e molti guerrieri, ormai privati del proprio status sociale e tagliati fuori dal nuovo ordine costituito, hanno urlato al complotto contro il governo. In questo delicato periodo storico che vide il grande passo avanti del Giappone, Donten ni Warau innesta delle antiche credenze che vedono la reincarnazione del mostruoso rettile Orochi minacciare la pace da poco instaurata, in una mescolanza oculata di histoire et fantaisie.
All'interno di questa cornice molto particolareggiata si inserisce poi la storia della famiglia Kumo, la cui semplicità fa da contrasto alla corruzione del tempo. Tenka, il maggiore dei tre, da quando i genitori sono stati assassinati brutalmente, si impegna a crescere i suoi fratelli e ad insegnar loro come si sta al mondo. Solare, eccentrico, vero modello di forza e positività, rappresenta l'incarnazione precisa del tema portante dell'anime: con il suo sorriso sempre acceso, anche in quei momenti in cui la vita lo ha messo duramente alla prova, riesce a donare il buonumore alle persone che gli sono intorno. Il suo personaggio buca letteralmente lo schermo e trascina lo spettatore in un vortice di emozioni, risate e soprattutto riflessioni. A differenza di quel baka aniki di Tenka, il secondogenito Soramaru è un tipo più serio, zelante e responsabile. Soffre di un leggero complesso di inferiorità nei confronti del fratello maggiore, ma con l'avanzare degli episodi il suo personaggio è quello che matura di più, forse anche perché vive tutta una serie di eventi che gli cambieranno per sempre il modo di rapportarsi alle persone e agli avvenimenti. Se prima era arrabbiato e teneva i pugni stretti in una posizione difensiva perenne, annaspando, verso il finale riesce a comprendere come fare per stare bene e far stare bene. Accanto a due figure così ben delineate c'è poi il ritratto dell'innocenza e dell'imperfezione, Chūtarō, il più piccolo della famiglia e il più fragile. Ancora bambino, conserva tutti i pregi e i difetti della sua età, e con la sua ingenuità sa come farsi apprezzare dallo spettatore, suscitandone l'istinto da genitore. Attorno ai tre protagonisti, inoltre, c'è una compagine di personaggi ben caratterizzati. In un intreccio di passato e presente compaiono figure animate dalla vendetta, persone possedute da un'antica passione che nel flusso del karma non si è persa, donne che si sentono fuori posto in un mondo che le percepisce incomplete, guerrieri che rincorrono un'ideale dall'infanzia e ancora convinti proseguono... Una varietà umana non indifferente, insomma!

Donten ni warau è un prodotto buono, riuscito sotto tutti i punti di vista. Ha un bel chara design che, seppure non rispecchia in pieno la bellezza delle illustrazioni del manga, centra ugualmente l'obiettivo. La colonna sonora richiama molto l'atmosfera del tempo e le animazioni sono abbastanza fluide e adatte ad una tipologia che punta più sulla storia che sul versante tecnico. L'unica pecca che può avere è quella di essere a tratti frettoloso, ma la sua natura di serie di 12 episodi non gli lascia altrimenti. Non avendo letto il manga, sono onesta e ammetto che non so fino a che punto è fedele col corrispettivo cartaceo; in ogni caso l'anime riesce a dare una risposta quasi a tutto in maniera piuttosto convincente e ha un senso dall'inizio alla fine. La freschezza che ha lo rende una visione veloce e intrigante e il romanticismo che si porta dietro fa appassionare fino alla conclusione, immettendo lo spettatore in un continuo ciclo di eventi che culminano in un finale dolceamaro. Nonostante sia un anime valido, Donten ni warau è passato inosservato nell'esubero della stagione autunnale 2014, forse anche perché si affaccia su un campo minato con la presenza di un disegno orientato ai bishōnen, precludendosi quindi una fetta di pubblico a priori. Invece è una visione che consiglio caldamente, sia per la bellezza della trama e per il giusto mix di storia e misticismo, sia per il messaggio di cui si fa portavoce. Come diceva Jim Morrison: «Sorridi anche se il tuo sorriso è triste, perché più triste di un sorriso triste c'è la tristezza di non saper sorridere.»