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Francesco

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Francesco

Episodi visti: 105/105 --- Voto 10
Gli anime giapponesi classici si sono distinti in varia misura per molti elementi rilevanti: l’avventura, il pathos, la simpatia, il senso di giustizia e di sacrificio, la nobiltà dei sentimenti, le lotte, i combattimenti, le iperboli, i tratti iconici, il coinvolgimento, le sorprese, il surrealismo, la fantasia, l’immaginazione, le storie, l’eroismo, e altro ancora. In ogni anime classico troviamo sicuramente uno o più di questi elementi. “L’Uomo Tigre” incredibilmente riesce ad assommare tutti insieme questi elementi.

“L’Uomo Tigre” è un eroe, fortissimo, combatte con furore lungo una serie di 105 puntate con avversari sempre sorprendenti, attraverso vicende spettacolari al limite tra il grottesco e il surreale. Eppure è un essere umano che si sforza di superare i suoi limiti, i suoi errori, di fare il bene per gli altri, di mostrare il valore della lealtà, della generosità, della solidarietà. In questa articolata dialettica di opposti, forza e violenza da una parte, sensibilità e altruismo dall’altra, che attraversa tutta la serie, sta forse la sua cifra maggiore. Si tratta di un anime indimenticabile, con musiche di sottofondo che accompagnano i vari momenti in modo grandioso. Tantissimi i momenti memorabili: dall’incontro con Uomo Gorilla, al torneo dei lottatori mascherati, dalla sfida con Maschera di Morte a quella con le Tre Tigri a capo di Tana delle Tigri, senza dimenticare poi il Ragno Diabolico, l’Uomo Piranha, sino allo scontro finale con Grande Tigre. E poi un contorno di personaggi di contorno mai banali: Mister X, Ruriko, Kenta, Daigo, Ken, Baba, Inoki, Mister Chi, Ursus e suo fratello. Una trama che non smette di sbalordire, a volte spaventare, e coinvolgere e commuovere.

Non credo non si possa dare 10 a questa serie che è entrata di diritto nel mito degli anime: e anche se si dirà che i disegni e l’animazione possono esteticamente lasciare a desiderare, come alcuni possono osservare, tuttavia tutto l’insieme rende questo dettaglio praticamente marginale. Una piccola considerazione di complemento: il seguito di questa serie, “L’Uomo Tigre II”, viene considerato, al di là dei disegni migliori, inferiore, ma è anch’essa una ottima serie; il punto è che il livello raggiunto da “L’Uomo Tigre” è davvero enorme.


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Vimalakirti

Episodi visti: 105/105 --- Voto 10
"Ha tanti amici e grande è la bontà...". Ecco, Naoto Date è il personaggio più 'buono' degli anime-manga, nel vero senso della parola, anche se ormai è oggi quasi priva di significato e di seguaci. La meraviglia di questa serie sta tutta nell'amore gratuito e autentico che il protagonista nutre nei confronti degli orfani, ai quali decide di devolvere, mantenendo un rigoroso anonimato, tutti i suoi guadagni. Gli incontri sul ring sono indubbiamente emozionanti, coinvolgenti, veramente ben realizzati. Sono la dimostrazione tra l'altro che, in assenza di effetti speciali, la vera arte trova sempre l'occasione per raggiungere vette altissime.
E tuttavia ciò che rende la storia unica, commovente ed edificante è il contrasto fra le due 'facce' della vicenda: da una parte infatti si svolge la lotta serrata dell'Uomo Tigre contro l'organizzazione che pur lo ha cresciuto e plasmato come lottatore, non però anche come persona, cioè Tana delle tigri; dall'altro lato, Naoto Date, smessi i panni del lottatore, si prende cura degli orfanotrofi dell'intero Giappone, in particolare di quello che aveva ospitato lui stesso da bambino, ma anche di quelli che riesce a visitare personalmente durante i suoi viaggi di 'lavoro'. Agli scontri cruenti sul ring, fanno da contraltare degli incontri dolcissimi e di una rara tenerezza con i bambini ospiti degli orfanotrofi. Se la crudeltà del protagonista nei combattimenti è stata acquisita nel lunghi anni di tirocinio vissuti alla Tana delle tigri, l'amore profondo per i piccoli abbandonati dal destino proviene esclusivamente da un animo nobile innato, che nemmeno i malsani insegnamenti di una organizzazione criminale ha potuto conculcare o alterare. Insomma, Naoto Date rimane ancora oggi l'insuperato protagonista di una vicenda umana unica quanto a compassione e profondo amore per gli indifesi. Credo che sia soltanto uno il personaggio che lo affianchi, anche se non è il protagonista della serie cui appartiene (non è però nemmeno un personaggio secondario): Shu ("Hokuto no Ken"), non a caso nato sotto la 'stella della benevolenza'.


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Hatake Rufy

Episodi visti: 105/105 --- Voto 7
"L'uomo Tigre" è uno dei primi cartoni animati che ho visto durante la mia infanzia, sempre appiccicato alla televisione pronto a fare il tifo per quel wrestler capace di farmi appassionare con semplici pugni e mosse acrobatiche.

La trama vede protagonista Naoto, un ragazzino rimasto orfano dopo la Seconda Guerra Mondiale che decide di allenarsi e diventare forte come una tigre, dopo aver visto i grandi felini in una gabbia allo zoo. Il protagonista trascorre dieci anni della sua vita ad allenarsi sulle Alpi con la "Tana delle Tigri", un'associazione che addestra possibili lottatori provenienti da ogni parte del mondo, con lo scopo di farli diventare fortissimi. Da qui parte la storia di Naoto, che non si immagina neanche a quali difficili eventi andrà in contro.
Lo sviluppo di questo anime è più profondo di quel che sembra, infatti da bambino mi limitavo a vedere i combattimenti senza seguire la storia, ma c'è stato un periodo in cui iniziai a seguirla e qui ho notato la drammatica e difficile situazione in cui si era cacciato il protagonista. L'anime diventa molto coinvolgente e quasi completo, se non fosse per alcuni episodi davvero pesanti e inutili che servono ad allungare la storia, ma che in realtà fanno perdere concentrazione e fluidità.
Il finale è stato davvero scioccante, in gran parte, ma pieno davvero di sentimenti ed emozioni, tra cui la frustrazione e la rabbia; tuttavia, ciò che colpisce del finale è che rispetta in pieno lo stile del protagonista e del suo personaggio.

Concludo dunque con il comparto tecnico: la grafica purtroppo non mi è piaciuta, per via dei disegni e delle animazioni, ma tutto sommato in quegli anni è giustificabile il livello raggiunto; il comparto sonoro invece mi ha convinto, grazie a un buon doppiaggio in italiano e soprattutto alla meravigliosa sigla, che ancora oggi ricordo a memoria.
Consiglio quest'anime per la storia e per la capacità di coinvolgerti. Voto finale: 7


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kaio1982

Episodi visti: 105/105 --- Voto 10
Riflessivo, duro, violento, triste, rivoluzionario (per l'epoca) in una maniera dirompente, pieno di momenti riflessivi e combattimenti all'ultimo sangue. Questo è stato e rimane "L'Uomo Tigre", un anime che ha attraversato l'infanzia dei ragazzi giapponesi (dal 1969 al 1971) e qua in Italia dall'inizio degli anni '80 fino a metà anni '90. Logicamente le nuove generazioni non lo conoscono e lo snobberanno, perché la grafica e le animazioni sono estremamente datate, tuttavia questo è uno di quegli anime in cui, una volta superato l'impatto estetico, si rivela estremamente godibile e di grande qualità. Naoto Date è il protagonista assoluto, l'Uomo Tigre, lottatore tanto forte quanto malvagio, è amato e odiato in Giappone per il suo modo sanguinario di combattere. L'Uomo Tigre infatti proviene dalla Tana delle Tigri, un'organizzazione malavitosa clandestina, che alleva lottatori dalle doti sovrumane, con metodi violenti e con lo scopo di creare vere e proprie cavie da combattimento. Naoto è un uomo la cui infanzia è stata segnata dall'essere orfano e, dopo alcuni anni da lottatore sanguinario, spietato ma di grande fama e successo, incontra due suoi vecchi amici di orfanotrofio che adesso lo gestiscono. Tra i bambini Kenta è sicuramente un grande appassionato di wrestling e (in quel periodo era vero) segue con ammirazione tutti gli incontri dell'Uomo Tigre davanti alla tv. L'incontro di Naoto con i suoi vecchi amici e la vista, insieme al ricordo della sua infanzia, dei bambini dell'orfanotrofio fa risvegliare lentamente nel cuore di Naoto dei sentimenti che lui neanche più ricordava. Da quel momento in poi la tigre feroce che è in lui rimarrà solo sulla sua maschera, Naoto smetterà di essere un lottatore malvagio e sanguinario per esser d'esempio per Kenta, che tanto crede in lui, e userà parte dei suoi soldi per rendere felici i bambini dell'orfanotrofio. Il cambio radicale di comportamento sul ring, scatenerà subito la reazione di Tana delle Tigri che invierà Mr X, inquietante messaggero di morte e mandante di perfidi lottatori fatti arrivare da Tana delle Tigri per ucciderlo. Come ho già detto prima la grafica è molto antiquata, ma risulta enormemente valida per una serie del 1970, specialmente nel rendere palpabile le scene di lotta sanguinosa, davvero ben riuscite. Altro discorso va fatto per le musiche, che invece sono buone e molto adatte alle situazioni. Il doppiaggio è serio e ben realizzato, specialmente per Naoto e Mr X. Visto il genere, davvero poco diffuso come anime sportivo, lo consiglio a tutti, fatta eccezione per chi è interessato a grafiche più evolute, ma si perderebbe un signor anime!


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Anonymous

Episodi visti: 105/105 --- Voto 8
L'Uomo Tigre è un anime che nonostante la sua vecchiaia si è rivelato molto bello; nel corso dei 105 episodi si vedrà il protagonista, Naoto Date, nei panni dell'Uomo Tigre, che combatte sul ring contro dei lottatori capaci di compiere qualsiasi tipo di scorrettezza per vincere il match. Di solito gli uomini che sostengono questa tipologia di incontri lo fanno unicamente per la gloria personale o per i soldi, ma il protagonista ha delle motivazioni completamente differenti, poiché quest'ultimo ha passato la sua infanzia in un orfanotrofio in condizioni tutt'altro che buone.
Lui è cresciuto con il pensiero di aiutare le persone in difficoltà, in modo che non si ritrovino ad affrontare lo stesso destino che ha subito durante l'infanzia, ma per aiutare il prossimo sono necessari molti soldi, per questo Naoto Date si "sacrificherà" combattendo sul ring.

Anche se viene rappresentato come un'icona della lealtà, l'Uomo Tigre non è sempre stato un combattente leale, infatti nel primo episodio si noterà l'incredibile quantità di scorrettezze che compierà sul ring: questo comportamento è dovuto dalla sua insaziabile sete di vittoria.
Il tutto è nasce a causa della Tana delle Tigri, un'associazione criminale che istruisce e cresce dei lottatori, con il solo scopo di fare soldi attraverso quest'ultimi, e l'Uomo Tigre è uno di questi.
In seguito all'incontro con le sue conoscenze del passato e agli orfani che vengono ospitati nel luogo dove ha passato la sua infanzia, il protagonista realizza che non bastano i soldi per agevolare le condizioni di vita degli orfani, infatti si rende conto che, per questi ultimi, l'Uomo Tigre è una figura che ispira coraggio e fiducia. Il che spinge Naoto Date a cambiare completamente il suo modo di combattere, diventando un lottatore talmente leale e onesto, che smetterà di donare i suoi soldi all'organizzazione che lo ha istruito. Alla scoperta del tradimento, la Tana delle Tigri perseguiterà il protagonista con i suoi lottatori, con il solo e unico scopo di vendicarsi.

I numerosi combattimenti che prendono luogo all'interno della serie ospiteranno tantissimi lottatori, ognuno con un aspetto diverso, alcuni sono perfino delle citazioni vere e proprie, come Map-Man che, attraverso le sue numerose cicatrici, ricorda il mostro di Frankenstein. Alcuni invece saranno dotati di uno stile di combattimento del tutto unico: questi combattenti daranno vita a degli scontri veramente emozionanti e particolari, infatti alcuni combattimenti sono talmente violenti da tingere di rosso i lottatori e il ring stesso - gli scontri con lottatori del calibro di Nero V per esempio. Infine ci saranno dei lottatori onesti e leali come il protagonista che daranno vita a dei combattimenti avvincenti attraverso la loro tecnica e il loro rispetto per le regole.

La serie ospita molti episodi, alcuni di questi non presenteranno dei combattimenti, ma daranno spazio al lato umano di Naoto Date; in essi il protagonista non indosserà la maschera e farà delle azioni generose nei confronti dei vari personaggi che incontrerà. Molti di questi episodi denunciano le pessime condizioni di vita di alcuni luoghi (viene messo in risalto il divario tra ricchezza e povertà), dove gli abitanti non vengono tutelati e si ritrovano ad affrontare i tanti problemi come le malattie, le pessime condizioni sanitarie, ci sarà perfino un episodio dedicato alla tragedia di Hiroshima.
Alcuni episodi rappresentano il dramma che riguarda gli orfani, uno dei temi principali della serie, e il concetto di famiglia secondo quest'ultimi.
La serie inoltre cerca d'insegnare le difficoltà che s'incontrano nell'essere onesti e leali con se stessi e con gli altri, anche se questi ultimi si comporteranno in maniera del tutto violenta e scorretta: questo è il tema principale che spesso viene presentato nei combattimenti.

Insieme al protagonista ci sono molti personaggi secondari che lo accompagneranno nel corso della serie: il gigante Baba, che spesso sarà una figura d'insegnante riguardo ai princìpi della lotta; il miglior amico del protagonista, Daigo Daimon, che consiglierà e incoraggerà Naoto Date nei momenti di bisogno; Kenta, un orfano che ricorda l'infanzia di Naoto Date; ci saranno perfino delle comparse che avranno un ruolo fondamentale in alcuni episodi. Un medico che cura i pazienti privi di assicurazione sanitaria, è uno di questi.

La soundtrack assiste il protagonista sia nella vita normale sia quella sul ring, in particolare in quest'ultima, dove si possono sentire i temi che supportano l'Uomo Tigre durante le varie fasi che si tengono durante i combattimenti, come i momenti difficili e rischiosi che lo stanno portando vicino alla sconfitta o i momenti dove il lottatore riesce a trovare la determinazione per sferrare i colpi decisivi all'avversario.

Personalmente ho trovato due elementi fastidiosi all'interno dell'anime.
Il primo è l'invadente presenza degli effetti epilettici che cercano di esaltare i colpi più devastanti; fortunatamente questo dettaglio subisce un drastico cambiamento dopo i primi 35 episodi.
Il secondo è quell'atmosfera di attesa che si cerca di creare con qualche episodio, prima dell'incontro decisivo con un avversario particolarmente forte; il problema sta nel lottatore stesso, che in alcuni casi si rivela un combattente che non riesce a esibire una potenza tale da mettere in difficoltà il protagonista.

Anche se L'Uomo Tigre è una serie che mostra i suoi anni attraverso le sue morali, i suoi disegni e le sue animazioni, l'ho apprezzata per le sue tematiche e per il suo protagonista, e non posso fare a meno di consigliare la visione anche se bisogna vederla con la consapevolezza di vedere un anime particolarmente vecchio.


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HypnoDisk

Episodi visti: 105/105 --- Voto 8
Finalmente ho finito di vedere questo splendido cartone animato che ha accompagnato quelli della mia generazione. Chi può dire di non aver mai visto una puntata di Tiger Mask da piccolo? Quello che ne segue ora è una recensione che faccio dopo aver rivisto tutti e 105 gli episodi (gli ultimi proprio poco fa) e quindi non derivante da un nostalgico, perché penso che certe opere si possano apprezzare in pieno solo in età matura.

Inizialmente ero indeciso se guardare o meno la serie, ammetto che non amo vedere opere troppo vecchie, ma alla fine ci ho fatto un pensierino, e già da i primi episodi l'anime mi ha catturato subito grazie anche alle splendide musiche di Shunsuke Kikuchi (compositore anche delle BGM di Dragon Ball), nonostante i disegni non proprio attraenti e l'animazione molto rudimentale (spesso i personaggi sembra quasi che vengono in avanti come manichini), comunque in questo senso ho avuto l'impressione che con l'andare del tempo sia migliorata.

La storia e il carisma del protagonista, così come i suoi conflitti interiori, ti coinvolgono fin da subito, Naoto Date, alias l'Uomo Tigre, lottatore giapponese facente parte della losca organizzazione "Tana delle Tigri", decide di usare il denaro destinato alla Tana per aiutare un orfanotrofio e di combattere lealmente (anche se a dire il vero non è mai stato tanto chiaro quali fossero le mosse da regolari e quelle scorrette), divenendo così un traditore, e viene perciò braccato per l'intera serie da i sicari dell'organizzazione che vogliono ucciderlo sul ring. Anche gli avversari e gli incontri sono fatti molto bene, spesso pieni di sangue, splatter a momenti. Non sempre gli episodi sono basati sugli incontri, infatti in alcuni episodi il tema cruciale sono le persone in difficoltà, solitamente bambini, essendo ambientato in un Giappone post seconda guerra mondiale, a cui Naoto porge il suo aiuto, e gli incontri in quel caso fanno solo da contorno.

Ora passiamo ai lati negativi, perché mi pare giusto sottolineare anche questi. Oltre la grafica, che per me comunque non è stata mai un problema, la serie dopo una bella summa di puntate inizia a soffrire seriamente di ripetitività: vuoi per gli scontri, vuoi per l'arrivo di nuovi nemici imbattibili (tipo Pantera Nera, che dopo molte puntate di pathos si rivela una grande delusione in un incontro semplice e di pochissimi minuti), vuoi anche per una calcatura della mano nei conflitti interiori dell'Uomo Tigre, la visione inizia a diventare un po' pesantuccia, soprattutto dopo le 3 tigri (intorno alle 70 puntate), dove si avvia l'ultima parte della serie, tanto che in diversi casi ho trovato più interessanti e coinvolgenti quegli episodi che non riguardavano i combattimenti ma i bambini in difficoltà. Altra pecca sono le evidenti incongruenze del passare del tempo. Vediamo Ken Takaoka crescere. Il tizio americano biondo che Naoto reincontra negli Stati Uniti, dice che sono passati alcuni anni dal primo incontro, eppure i bambini della casa di Ruriko non sembrano essere cresciuti. Difetti che comunque concedo ad una serie che si porta sulle spalle più di 40 anni.

L'adattamento mi pare buono, i nomi non sono mai cambiati, quelli inglesi dei lottatori sono quasi sempre tradotti. Comunque ho notato ad "occhio nudo" diversi errori di traduzione nei dialoghi. Il doppiaggio è buono, bravi entrambi gli attori che hanno prestato la voce a Naoto Date sapendo rendere sempre bene il suo aspetto psicologico, ma anche gli altri. L'unica pecca è l'uso ristrettissimo di voci usate, molto comune all'epoca, sicuramente per i costi contenuti di doppiaggio, e perciò molte voci date ai secondari non sempre erano il massimo. Per il resto mi pare sia privo di censure, e considerando la dose di sangue presente, possiamo ritenerci più che fortunati per averlo avuto integralmente.

Direi che ho detto anche troppo, e concludo rinnovando i complimenti a quest'anime che ha lasciato il segno nel mondo dell'animazione giapponese.

dom80

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dom80

Episodi visti: 100/105 --- Voto 10
Avevo 4-5 anni nei primi anni '80 e ancora conservo il ricordo di questa serie, mentre tante altre più accurate graficamente o con effetti "speciali" sono finite in fondo al pozzo della memoria.
Ritengo l'Uomo Tigre uno degli anime fondamentali della storia televisiva, con storie, sceneggiature e immagini di fortissimo impatto e dove il buono è solo un peccatore in cerca di redenzione; un uomo che per sfuggire al suo destino di emarginato si è abbandonato al lato oscuro e ritrova la via della giustizia, lottando per sconfiggere i demoni del passato.
Grande Naoto Date, sei stato un mito.


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Kaioh86

Episodi visti: 105/105 --- Voto 9
Questo anime è unico nel suo genere per come ha saputo combinare e insegnare i più profondi e nobili sentimenti umani.
La storia è quella di Naoto, un piccolo bambino orfano di padre e di madre che vive in orfanotrofio, un ragazzino povero che si sente solo e che vede negli adulti la causa della sua infelicità. Durante il suo addestramento alla tana delle tigri è solo la sua forza di volontà a tenerlo in piedi, il ricordo dei suoi amici che hanno bisogno di lui, la promessa di voler aiutare i bambini che come lui soffrono.
La storia di Naoto è quella di un uomo che vede nella tristezza dei bambini orfani la sua stessa tristezza, il ricordo di un'infanzia passata in solitudine senza il calore di una madre e di un padre. Naoto ci insegna come sia importante credere in se stessi e comportarsi onestamente anche se si è circondati da persone disoneste.

Fra X

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Fra X

Episodi visti: 100/105 --- Voto 9
Attenzione: la recensione contiene spoiler

L'ho rivista qualche anno fa e l'ho trovata sempre una serie intrigante, appassionante e molto bella.
Narra praticamente la storia di un uomo, Naoto Date, che, cresciuto in un orfanotrofio, è deciso a prendersi tutto dalla vita dopo il destino non felice che gli è capitato. Assistiamo così alla sua entrata nella terribile organizzazione criminale "Tana delle tigri", che lo fa diventare una macchina da guerra. Quando poi l'abbandona, troviamo un Naoto che sul ring è sleale, molto aggressivo e che non si fa scrupoli verso gli avversari.

Nel corso delle puntate però i suoi atteggiamenti cambieranno mano a mano e, nonostante ciò, il personaggio non è che diventi monotono e piatto, ma anzi assume ancora maggiore complessità quando i suoi due "io" si scontrano. Nella seconda parte poi dovrà vedersela con la sua nemesi, un nuovo "diavolo giallo" (questo in precedenza il soprannome dell'Uomo tigre) con cui dovrà confrontarsi, oltre che fisicamente, anche psicologicamente.

L'atomosfera è soprattutto malinconica e seria, coadiuvata da una grafica alquanto cupa.
Alcuni combattimenti potranno apparire un po' monotoni, ma altri sono veramente appassionanti, realizzati con uno stile e delle dinamiche veramente tosti, soprattutto se si pensa all'anno di produzione.
Onore poi alla fantasia degli autori per avere creato tutti i pazzeschi avversari della serie.


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kitaniano

Episodi visti: 105/105 --- Voto 9
Leggendario. Un mito entrato a far parte dell'immaginario collettivo di una generazione, o anche due. Sono passati quarant'anni dalla prima messa in onda su tv giapponese e ormai una trentina dal suo arrivo in Italia. E il nome di Naoto Date è diventato così familiare a tanti ragazzi (soprattutto, ma anche ragazze) che sono cresciuti con questa lunga serie di 105 episodi.

E' lui, Naoto, scappato da bambino dall'orfanotrofio e "arruolato" dall'organizzazione Tana delle Tigri, il protagonista: il lottatore con la maschera della tigre. Inizialmente uno spietato wrestler che poi si ribella all'organizzazione e, cercando di combattere lealmente, decide di aiutare gli orfani. Comincia così una lunghissima serie d'incontri contro i lottatori di Tana delle Tigri che vuole punire il traditore. Alcuni dei quali indimenticabili: da Mister No a Maschera di Morte, fino a Grande Tigre, l'ultimo avversario, il capo dell'organizzazione, con il quale si conclude la serie in un finale indimenticabile che lascia senza parole.

I tormenti e la solitudine del personaggio, il suo percorso verso la strada della giustizia e della correttezza, che in qualche occasione sarà costretto a lasciare, sono alcuni dei punti di forza della serie, spesso criticata per la violenza eccessiva di alcune scene. Ma L'uomo Tigre trasmette anche valori importanti: la generosità, la solidarietà, lo spirito di sacrificio mostrato da questo eroe mascherato che è prima di tutto un uomo.

simona

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simona

Episodi visti: 104/105 --- Voto 10
Io da piccola mi consideravo, e mi considero ancora, una vera e propria maschiaccia, in quanto amavo, e amo ancora, nonostante la sua età, l'Uomo Tigre. Ricordo che non potevo perdermi una sola puntata (e a distanza di quarant'anni riesce a conservare ancora quel tipico fascino di allora) in cui una generazione di orfani deve fare i conti con la giustizia e la solitudine. La storia è lineare e non si limita semplicemente a giustificare i numerosi scontri del protagonista, ma sviluppa uno dei temi tipici del manga: la lotta del singolo, intrapresa per la crescita personale, contro molteplici avversità che lo sottopongono a dure e infinite prove.
In questa serie la strada intrapresa dal protagonista diviene una grande lotta per sé e per gli altri, dove la forza e la speranza nei suoi ideali sono l'unico punto di supporto che lo spingono ad andare avanti e a non arrendersi mai di fronte alle sofferenze.
Viva TIGER MAN!


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Apachai

Episodi visti: 105/105 --- Voto 7
Davvero interessante questo anime che ci porta nel mondo del wrestling giapponese. Il protagonista prende il nome di un lottatore davvero esistito n questo sport.
Il protagonista durante la sua lotta per la giustizia è a parer mio un po’ contraddittorio perché parlare di buoni sentimenti mentre spacca un braccio a qualcuno, lo infilza con qualcosa, o gli rompe una sedia addosso è poco credibile.
Per il resto i buoni propositi sono presenti più o meno ovunque in questo anime che a mio avviso avrebbe meritato maggior visibilità, tant’è vero che io l’ho sempre visto, purtroppo sui canali regionali.
Buona visione.


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Hadrill

Episodi visti: 105/105 --- Voto 9
Classico, ormai entrato nell'immaginario collettivo di una generazione, L'Uomo Tigre è una serie sportiva, caratterizzata da un tono potentemente drammatico, spettacolari scene di incontri di lotta, e ritmo narrativo sempre levato, nonostante il numero degli episodi e la struttura ripetitiva.
Lo stile del character design è in linea con il gusto dell'epoca: tratto spesso e spigoloso, con effetto piacevolmente grezzo.
La qualità delle animazioni, pur non eccellente, è nella media del periodo ed è sostenuta da una colonna sonora molto coinvolgente, seppur non molto varia.
I personaggi sono caratterizzati in modo convenzionale, ma risultano comunque efficaci e credibili.
Ben realizzata l'edizione italiana, con voci aderenti ai personaggi e buoni dialoghi.
Segnalazione d'obbligo per la sigla dei Cavalieri del Re, uno dei loro pezzi migliori.


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BIZIO

Episodi visti: 105/105 --- Voto 10
Siamo di fronte ad una pietra miliare dell'animazione giapponese! Il mito dell'Uomo Tigre ha coinvolto generazioni grazie non tanto ai suoi disegni che possono risultare un po' stravaganti ai giorni nostri, ma che all'epoca e come ora sono da apprezzare per lo stile unico e inconfondibile del vero disegno animato, ma grazie ai vari messaggi che esso trasmette. La storia è semplice ma riesce comunque a coinvolgerti fino alla fine per sapere la fine dell'incontro e della trama principale. In questo cartone si usa la violenza dei combattimenti per far capire l'importanza della lealtà, dell'amicizia e la virtù della generosità che Naoto Date racchiude e riesce a far emergere ad ogni incontro in ogni situazione. Tutti aspetti importanti che ti fanno capire come affrontare la vita di tutti i giorni in modo sereno e onesto. Al di là di questi buoni propositi dobbiamo comunque elogiare i combattimenti che riescono a tenerti incollati fino alla fine per sapere come va a finire in virtù del fatto che si trova sempre in difficoltà e riesce appunto a venirne fuori solo grazie all'onestà e non ricorrere alle nefandezze.
Per questo si merita un ottimo 10!!


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deathmetalsoul

Episodi visti: 105/105 --- Voto 8
L'uomo tigre è uno dei primissimi anime che abbia mai visto, anche se è molto datato (1969), devo dire che non mi è mai pesato vederlo poiché è un signor anime. La trama anche se non molto profonda è davvero ben strutturata per l'anno di produzione, e anche se gli episodi sono molto spesso simili tra loro, mi è sempre piaciuto guardarli poiché i nemici erano sempre carismatici e mi mettevano di buon umore, devo dire che mi è piaciuto molto forse anche perchè visto che non è stato trasmesso sulle nostre reti principali non è mai stato molto censurato a causa delle scene violente. I personaggi sono abbastanza originali considerando che stiamo parlando di un anime degli anni sessanta, già allora si pensava ad un eroe mascherato che per il bene delle persone si sacrificava al punto di lottare, anche se il tema non è molto profondo, è comunque molto da apprezzare rispetto ad opere anche moderne che non riescono ad infonderci nulla. La parte tecnica devo dire che mi è sempre piaciuta molto, i disegni sono davvero belli e originali e sembra che non passino mai di moda anche dopo quarant'anni, le animazioni sono superbe e fluide rispetto ad altri prodotti contemporanei ad esso, anche la colonna sonora mi piace molto. Dobbiamo considerare quest'anime come uno dei padri dell'animazione, purtroppo noi ragazzi di nuova generazione non apprezziamo queste opere di immenso valore che abbiamo avuto il piacere di vedere, non è colpa nostra ma siamo abituati a grafiche e temi diversi e moderni, non dobbiamo però credere che siano sempre migliori. Intanto do 8 a questo prodotto senza tempo che se non rallegra i nostri occhi, rallegra sempre quelli di qualche anno in più di noi.
Bellissimo.


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demone dell'oscurità

Episodi visti: 105/105 --- Voto 10
Essenzialmente è un cartone che necessita di accurate visioni.

Punto primo:la trama è altalenante,fino al momento in cui il protagonista decide di combattere per nobili cause,ma non è un concetto che viene ben marcato tra i primi e i successivi episodi.

Punto secondo: i combattimenti, determinanti tutti quanti per la crescita e l'esperienza del nostro eroe,è vero che scorre sempre molto sangue e parecchie ossa vengono spezzate, ma ciò non toglie che è praticamente uguale al personaggio realmente esistito in Giappone col nome di Tiger Mask, personalmente sono stato un grande estimatore del catch giapponese, ovvero il wrestling orientale, e questo personaggio, anche quello vero mi ha sempre suscitato un grande interesse.

Punto terzo: la maschera, così inespressiva e allo stesso tempo che fa così grande paura, la stessa che incute nell'animo dei lottatori di Tana Delle Tigri; i suoi prima amici di addestramento, poi diventati tutti nemici pur di sconfiggerlo sono sempre una continua lotta tra bene e male, negli scontri il gong praticamente fa da giudice inappellabile, nonostante le continue scorrettezze che si vedono ogni episodio.

Punto quarto: gli amici bambini e il gigante Baba, i primi spronano il lottatore a diventare un grande difensore giusto, il secondo man mano che la trama va avanti, fa capire il perchè si diventa dei lottatori famosi, ma non per la gloria di ammazzare il prossimo, ma per essere ricordati per sempre, ciò che distinguerà Naoto e il suo alter ego mascherato.

Punto quinto: la violenza estrema, nella parte centrale della serie fortunatamente questo significato del cartone va via scemando, purtroppo il cartone finisce peggio di come è cominciato, ma stavolta l'eroe è consapevole di non avere più nulla da perdere, quando si tratta comunque di vincere per un ideale giusto, il mezzo utilizzato è nuovamente la violenza, ma in realtà questa serie vuole insegnare che nessuna violenza potrà mai essere giustificata a posteriori, anche se si è una persona redenta o pentita, sempre rimane la macchia indelebile di aver commesso misfatti nocivi per se stessi, ma ancor prima per gli altri che subiscono queste azioni sia direttamente che indirettamente, anche perchè il periodo in cui è stato disegnato si prestava molto a continue interpretazioni di violenza nel mondo, e solo in questo si possono giustificare certe crudezze di immagini, ma non è un esempio da seguire questa serie pur ben fatta e seguita, bensì il monito a chi la segue di evitare nella sua vita di comportarsi in modo così incivile e barbaro, pur avendo a volte delle solide ragioni morali.

Per questo motivo dicevo all'inizio che la serie va analizzata attentamente, perchè è un cartone di difficile interpretazione, per i bambini consiglio comunque la visione accompagnata da un adulto, proprio per i motivi sopra citati, certe scene di violenza, bisogna davvero sapere il perchè sono state utilizzate e mai censurate, visto che i cartoni che vengono trasmessi, specie se vengono visti da bambini sono esempi che più delle volte vengono imitati, o peggio ancora, mal interpretati.

Questo è il consiglio che vi posso dare, per il resto rimane comunque un cartone di eccellente fattura, dimostrazione che ancor oggi, a distanza di quarant'anni, viene continuamente replicato nelle reti private.

saradja

 3
saradja

Episodi visti: 105/105 --- Voto 10
Se non si dà 10 all'uomo tigre allora vuol dire semplicemente che il 10 è un voto che non può essere assegnato. Considerando il periodo in cui è stato fatto i disegni sono fenomenali, sicuramente molto più espressivi e artistici di tanti altri anime, anche moderni. La storia in sé per sé è lineare e non presenta grandi colpi di scena (a parte forse il combattimento finale), ma è intrisa di valori e lezioni di vita. Il protagonista è un uomo con le sue paure e le sue debolezze, non è un eroe invincibile che se ne sta comodo dentro qualche megarobot o che fa esplodere la gente con la sola imposizioni delle mani, Naoto per vincere suda, lotta e sputa sangue e il tutto con l'handicap di combattere in maniera leale contro avversari scorretti. E' indubbio che vi sia una buona dose di violenza, ma io ho visto e rivisto questo cartone innumerevoli volte, le prime delle quali ovviamente da bambino, ma terminata la puntata l'unica cosa che mi restava era l'esaltazione della lealtà, del coraggio, della generosità, del sacrificio... la violenza era un mezzo ma non certo il fine. I cartoni animati sono nati per intrattenere, alcuni ci esaltano, alcuni ti commuovono, altri ti fanno sorridere, ma sono in pochi quelli che sono in grado di segnare il tuo carattere, di farti riflettere, di insegnarti veramente qualcosa... l'Uomo Tigre è uno di questi... forse l'unico.

Aduskiev

Episodi visti: 105/105 --- Voto 9
Parliamo di uno dei grandi classici dell’animazione mondiale. Un anime che è rimasto, per tantissimi anni, nei palinsesti televisivi di tante nazioni, parliamo delle avventure di Naoto con la maschera che l'ha reso celebre, quella dell’Uomo Tigre. Correva l’anno 1969, i Beatles suonavano per l’ultima volta dal vivo, l’uomo sbarcava sulla Luna, mancavano 13 anni all’avvento della mia persona e in un paese lontano dall’Italia, un gruppo di disegnatori e sceneggiatori creava per la casa editrice Kodansha, "L’Uomo Tigre".

Tredici anni dopo, nel 1982, oltre al mio avvento, gli italiani potevano godere di un altro grande evento, l’arrivo sui nostri schermi di questa serie animata. La storia parla di un uomo, Naoto Date, figlio della guerra, che, allevato in orfanotrofio, fugge e si unisce all’organizzazione criminale nota come “tana delle tigri”. Dopo anni di trattamenti disumani (spesso ripresi nell’anime sotto forma di flashback, i primi di questo genere in una produzione nipponica), Naoto è pronto a mettere in pratica le sue tecniche omicide al soldo di Mr. X, lo spietato capo dell’organizzazione che fa soldi in un modo alquanto bislacco: forgia giovani lottatori e poi pretende il 50% dei loro proventi (insomma, un manager). Naoto non ci sta: abituato a commettere nefande scorrettezze sul ring, si redime quando torna al suo vecchio orfanotrofio e si erge a bandiera dei piccoli abbandonati. Decide quindi di dare a loro, e non al suo protettore, i soldi che incassa, suscitando quindi l’ira del poco raccomandabile Mr.X, che la prende sul personale e gli spara contro un’ondata di sicari pronti a tutto. Ovviamente Naoto li combatterà tutti, alcuni anche in modo non proprio ortodosso, come nel memorabile scontro contro l’uomo ragno nipponico su una specie di tela di corde e acciaio posta in alto sopra il ring!

La storia è tutto sommato qualcosa di lineare. Uno scontro dopo l’altro, Naoto mostrerà spesso il volto che si cela dietro la maschera, un volto umano, provato dagli occhi di chi ha visto troppa violenza. Il Naoto buono, cordiale e riflessivo si contrappone al suo alter ego sul ring, spietato e violento. Un dualismo noto a pochi, chiaro solo ai compagni più intimi come Daigo.
Una figura interessante è invece quella di Ruriko, direttrice dell’orfanotrofio di cui Naoto è benefattore e per il quale nutre sentimenti romantici. Ruriko sospetterà a lungo sulla vera identità dell’eroe mascherato e mostrerà un’apprensione da “mogliettina” guardando i combattimenti in TV.
Il disegno è molto bello per l’anno d’uscita. Curatissimo in certi dettagli, sottolinea una violenza davvero raccapricciante in certi punti. Sangue a fiumi e mosse terribili sono dipinti con maestria. I tratti dei personaggi non risentono ancora dell’uniformità al “kawaii effect” e sono spesso molto realistici.
Insomma, un grande titolo, una grande produzione, un grande successo, foriero di osanna negli anni'80 italiani, imitatissimo. Infiniti sono infatti i fanzine e le parodie a esso dedicati.
Nove, non dieci, per quell’unica macchia dei combattimenti spesso troppo scontati, buttati lì, per aggiunger sangue alla piazza.


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Shinmen

Episodi visti: 105/105 --- Voto 9
Attenzione: la recensione contiene spoiler

Dita negli occhi, panche rotte conficcate nella schiena, gong suonati in testa, morsi e chi più ce ne ha ce ne metta, sono gli ingredienti assolutamente splatter che fanno da sfondo alle gesta dell'orfano-wrestler mascherato. Per 105 episodi Kajiwara ci narra il martirio di Naoto Date, orfano senza futuro e figlio rinnegato di tana delle tigri che consacra la sua vita alla giustizia. La sua è una storia di sudore,sofferenza,dedizione instancabile, riscatto, redenzione. Tema ricorrente in più di un'opera di Takamori è la sconfitta. Non si può non accostare le vicende dello striato wrestler a quelle di "suo fratello" Rocky Joe. Come il "Pugile del ponte delle lacrime" infatti Naoto è un orfano, pieno di rabbia e livore per ciò che la vita gli ha negato e come lui cercherà la propria rivincita sul ring. Il loro destino sorriderà tanto alla vittoria che alla sconfitta. Joe mancherà l'appuntamento più importante della sua sfolgorante carriera (la finale con Josè Mendoza) pur realizzando il sogno della sua vita, bruciare tutto se stesso facendo ciò che più ama; Naoto vincerà l'incontro più importante, ma perderà la sfida con Tana delle tigri diventandone l'esponente più rappresentativo. Molte le aggiunte al livello narrativo rispetto al manga. Tra le più importanti oltre al finale, i vari personaggi, da Daigo Daimon (suo sempai pronto a tutto per l'amico), alle tre tigri, i super boss finali di Tiger mask.
Graficamente parlando, l'anime può vantare corpi longilinei e maturi anche se estremamente spigolosi, spesso irregolari. Le animazioni considerando i tempi(1969/71) sono egregie, tenendo conto che il cacth essendo sport di contatto prevede molte collisioni tra corpi, ancor oggi difficili da realizzare. La colonna sonora dalla intro al Bgm derivato è estremamente indovinata, e esalterà lo spettatore durante le riprese del Nostro.
Il doppiaggio purtroppo non è il massimo. In generale le voci disponibili all'epoca erano poche e si ripetevano alla nausea su personaggi diversi. Un anime culto consigliato però sopratutto agli amanti dei classici.


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KiraSensei

Episodi visti: 105/105 --- Voto 8
L’uomo tigre è uno dei primissimi anime che ho visto, si può dire che è quasi il padre di questa mia passione, ma veniamo all’opera in se. Naoto Date, il protagonista di quest’anime incentrato sulla lotta, è un giovane orfanello che durante una gita allo zoo resta ammaliato dalla maestosità delle tigri, così decide di scappare per diventare forte “come una tigre”. Entra così a far parte della “Tana delle Tigri”, un’associazione criminale che trasforma gli orfanelli come Naoto in wrestler spietati attraverso allenamenti e prove disumane, così che una volta uomini non abbiano il senso della giustizia e degli affetti. Una volta addestrati questi lottatori vengono mandati in giro per il mondo e, per ogni incontro disputato devono dare metà del compenso alla Tana delle Tigri. Dopo alcuni anni Naoto torna all’orfanotrofio da cui era scappato, e li capirà che quello che fa è sbagliato (nei suoi incontri faceva di tutto per vincere) e si redimerà. Comincia così una nuova vita da lottatore per il famigerato Uomo Tigre che diventerà un lottatore leale e giusto, e invece che pagare la Tana delle Tigri aiuterà i bambini dell’orfanotrofio, scatenando così l’ira dell’organizzazione. D’ora in avanti saranno moltissimi i wrestler inviati per eliminare Naoto, capeggiati da Mister X, per dare un esempio a tutti che la “Tana delle Tigri” non si può tradire. Un Anime davvero bello e appassionante, gli episodi sono pressoché auto conclusivi anche se la trama di fondo è unica, lineare e coinvolgente; il disegno è un po’ spigoloso ma rende benissimo l’idea dei combattimenti. Personalmente lo consiglio a tutti. Voto 8!

Dya

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Dya

Episodi visti: 105/105 --- Voto 10
L'Uomo Tigre era il mio eroe! Mi ricordo che da piccola lo guardavo sempre perché mi piaceva da morire, anche se non ho mai capito il perché. Non mi era mai importato della violenza, anzi, a volte lo incitavo dicendo "ma fallo fuori!", e non ero certo pazza o psicopatica, è solo che mi metteva tutta in agitazione quando si trattava dei combattimenti dove poi lui alla fine... beh, faceva quello che faceva. E inoltre ero stanca dei soliti cartoni educativi o censurati senza nemmeno un po' d'azione... come dire, per me era una novità assoluta poter vedere un anime fuori dagli schemi.
Si, mi è piaciuto davvero moltissimo.
Guardandolo ora, naturalmente, mi viene da dire "Che grafica schifosa" (e in effetti...), però devo anche considerare che è vecchissimo. Troppo bello. Non lo dimenticherò mai. Grandissimo uomo tigre!

jix 73

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jix 73

Episodi visti: 105/105 --- Voto 10
La serie TV risale esattamente al 1969! Non sono assolutamente d'accordo con chi dà a questa serie un voto inferiore al 10. Pensando ad oggi, è vero, ci sono serie a livello grafico migliori, ma con storie scadenti. Ci sono anche serie in cui sia la storia che la grafica son ben sviluppate, ma nessuno pensa che prima de "L'Uomo Tigre" c'era solo il grande "Judo Boy"? Come si fa a dare 10 a "Bleach" (ho tutta la serie cartacea e anime), a "Dragon Ball" e solo un 8 o 9 a "L'Uomo Tigre"? Tra le tante cose, ritengo i disegni di questa serie stupendi!

P.S. La violenza in questo anime non è la stessa che si può trovare in "Hokuto no Ken": ne "L'Uomo Tigre" come in altri anime si tende a sottolineare la fatica e lo sforzo che c'è in un combattimento, il sangue che si vede non è lo stesso che Ken fa 'saltare' fuori dal corpo dei suoi nemici. E' molto importante comprendere questo per appunto comprendere "L'Uomo Tigre" a 360 gradi. La serie animata così come il manga sono stupendi... e io li posseggo entrambi!

Francesco

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Francesco

Episodi visti: 105/105 --- Voto 10
L'uomo Tigre è una cartone che trasmette molti valori importanti: altruismo, generosità, sensibilità, giustizia, lealtà, spirito di sacrificio, amicizia. I suoi combattimenti a volte sono molto cruenti, ma non vi è puntata in cui tali valori non emergano. La doppia identità celata fino all'ultimo, i tornei, le lotte nei contesti più svariati e i nemici più bizzarri, le mosse spettacolari coinvolgono molto i ragazzini e i bambini e ricordo che anch'io con mio fratello giocavo a imitarne i combattimenti. Le musiche sono toccanti e coinvolgenti e anche il tratto dei disegni per quanto non ricercato e anzi piuttosto essenziale ha una sua efficacia. Memorabili le puntate degli scontri con le tre Tigri, con la Morte Rossa e il torneo dei lottatori mascherati organizzato da Mister X.
Più edulcorato il seguito dell'Uomo Tigre II.

torakiki

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torakiki

Episodi visti: 0/105 --- Voto 8
DIVENTERO UNA TIGRE! DIVENTERO UNA TIGRE!
Cartone che ricordo con affetto!! (che io e mio padre tutt'ora seguiamo su qualche oscuro canale regionale). OK, sentir parlare NAOTO di buoni sentimenti mentre conficca una panca spaccata nella schiena di un avversario e avvolte ridicolo, ma il messaggio e sempre positivo!
Premetto che il fumetto e un altro paio di maniche! (coerente in primis) e la seconda serie e ridicola! (ma TOMMY e KENTA? Perchè nell' ultimo episodio si vede una donna che sembra RURIKO riconoscerlo in televisione? Ciò che dice pero è "censurato"!)
Come nelle serie robotiche più della trama (che a ben vedere con tutte le sue contraddizioni e semplificazioni tipiche del periodo c'è ed è solida) erano i combattimenti che spesso che si protraevano per più episodi (quello finale) il cuore della storia!
E poi Tana delle tigri e Tana delle tigri!
Tra sentimentalismi e incondizionato amore per questo anime, pur riconoscendo tutte le pecche che ha (dovute anche alla "anzianità" dell'opera), non me la sento di dargli meno di 8

Fabrizio

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Fabrizio

Episodi visti: 105/105 --- Voto 7
Un anime che è sicuramente un mito. Nel giudicarlo bisogna tenere presente che si porta sulle spalle più di 35 anni e che per l' epoca in cui è stato realizzato è una serie piuttosto lunga. Ne consegue che disegni e animazioni non sono un granchè, soprattutto poi visti alla luce degli standard attuali. La trama però lo rende un anime interessante, l'eroico lottatore che da sanguinario e scorretto diventa buono e combatte il male per dare l'esempio ai suoi amichetti orfani è indimenticabile, forse un pò banale, ma indimenticabile. Una serie che nonostante l'ecceso di violenza ha comunque un messaggio positivo che raggiunge il suo apice nell'ultimo episodio che segna, pur nella vittoria dell'incontro, la sconfitta morale dell'uomo tigre che per vincere è tornato violento e scorretto. Insomma un 7 mi sembra doveroso darlo

Testu

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Testu

Episodi visti: 105/105 --- Voto 8
Ormai ne è passata di acqua sotto i ponti da quando l'ho visto l'ultima volta, ma Naoto Date rimane un mito senza tempo. Forse è un pò inverosimile che da scorretto quale era diventato si sia rimesso sulla retta via, ma i suoi continui sacrifici ( in cui non poteva più tornare indietro), in favore di bambinetti ingrati che lo deridevano non sapendo la sua reale identità da lottatore mi ha sempre fatto una bellissima impressione. Un'uomo imprigionato in un mondo da cui i nemici non gli permettono più di fuggire e dal quale lui impara a non scappare mai. Il fatto che un paio di volte abbia ceduto ai vecchi sistemi lo rende solo più umano, non buono o cattivo, ma umano. Molti preferiscono Rocky Joe, ma non io, l'assurdità di alcuni degli antagonisti mandati della tana delle tigri è innegabile, ma offre molte possibilità maggiori. Mi pare poi di ricordare che Joe avesse strappato ogni futuro di carriera e di vita normale a parecchia gente con un semplice incontro, alla faccia del peso piuma (o era gallo?). Insomma l'uomo tigre ha una grafica orrenda, degli orfani odiosi, metodi di allenamento da insanità mentale, ma è un piccolo capolavoro anche nella crudezza degli incontri. Una menzione d'onore va anche a Mister X, che seppur detestabile era un cattivo che ti rimaneva impresso. Peccato che abbiano poi fatto un sequel da due soldi con un'altro protagonista inutile e un'accenno inglorioso a questa serie madre.

Annalisa Cameli for whipart.it

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Annalisa Cameli for whipart.it

Episodi visti: 100/105 --- Voto 10
Inizio con una nota personale.
Credo che noi giovani dai 30 anni in su abbiamo avuto l'occasione di godere dei migliori cartoni animati mai realizzati. Sia per quanto riguarda i disegni, sia per le sigle - vere e proprie canzoni -, sia per le storie raccontate.
Anche con L'uomo Tigre siamo intorno agli anni '70/'80, e molti sono i cartoni animati: Ufo Robot, Capitan Harlock, Heidi, Dolce Remi... Bia la strega, Bem. Quanti, troppi per nominarli tutti! Cartoni animati molto diversi fra loro, a volte anche crudi, alcuni ripetitivi, altri no, altri ancora veri e propri film animati, per la loro complessità.

C'è anche da dire che in genere le anime venivano - e vengono tutt'ora - realizzate per un target diverso dai bambini di 7, 8, 9 anni: si veda ad esempio la semirecente Sailor Moon, realizzata per un target di ragazze dai 14/16 anni in su, e mandato in onda in Italia con una marea di censure per riadattarlo alle bambine di 7 anni...

L'uomo Tigre è un anime che ha un fascino che può essere apprezzato molto da noi adulti; ci sono diverse accortezze, come la scelta delle tonalità dei colori per sottolineare le varie scene sul ring (vi sono puntate in cui pubblico e ring si tingono interamente di giallo, oppure di verde o di blu), il tratto grafico grezzo che a volte deforma visi e corpi rendendoli ancora più grotteschi e credibili nel dramma che vivono, le espressioni dei volti che veramente esprimono dolore, che si distorcono fino all'inverosimile.

L'uomo Tigre è un'allegoria della vita. ...Bhè sì, forse di una vita un po' utopica.
E' un campione di lotta libera, addestrato in una spietata organizzazione clandestina, cresciuto in un orfanotrofio, e che è profondamente legato ai bambini che vi vivono. Fattore scatenante è la presa di coscienza, la decisione di ribellarsi all'organizzazione che lo controlla e di diventare un lottatore leale; comincia allora una serie infinita di combattimenti contro gli avversari inviati dai suoi ex capi. L'uomo Tigre smaschera ogni illecito, costringendo gli avversari a gettare la maschera e a privarsi dei loro aiuti sleali, come serramanici, bastoni, cinghie.
Ciliegina sulla torta, la modestia e la consapevolezza di lottare unicamente per sconfiggere il Male lo portano ad agire sotto mentite spoglie: rinuncia quindi a popolarità e bagni di folla. Di giorno è semplicemente Nahoto, timido benefattore in un orfanotrofio, di notte, indossata la maschera e il mantello, sale sul ring.
Entrando nella storia, l'orfanotrofio è gestito da Ruriko e Yaguchi, orfani essi stessi, e ospitati presso lo stesso istituto. Spicca tra gli orfani Kenta, ragazzino impulsivo ed esagitato, che ai due ricorda molto un loro ex compagno; sì, proprio lui, Nahoto, che anni prima era sparito dopo aver dichiarato che il suo obiettivo era "diventare forte come una tigre".
Nahoto, passati diversi anni, torna all'orfanotrofio, dopo essersi allenato duramente presso una organizzazione segreta chiamata "Tana delle tigri" (ora la definiremmo un'organizzazione a scopo di lucro). Ha ereditato una grossa somma di danaro da uno zio, ed è tornato ad aiutarli. Ma la ricomparsa di Nahoto e la contemporanea comparsa in città dell'uomo Tigre insospettiscono Ruriko, che inizia a pensare che i due possano essere la stessa persona.
Come dicevamo prima, Nahoto era una persona veramente leale - sia perché voleva dare il buon esempio ai bambini, sia perché Ruriko era gentile e dolce con lui... - e la decisione di ribellarsi all'organizzazione gli costa una "condanna a morte" da parte dell'organizzazione, che, per arrivare a questo scopo, invia in Giappone una serie di lottatori spietati e crudeli, reclutati in ogni angolo del mondo con il compito di sfidarlo e ucciderlo sul ring.
Dopo varie lotte, il capo di Tana delle Tigri decide di affrontarlo in prima persona con il nome di Grande Tigre. Il match tra i due è feroce, va oltre ogni limite, finchè Nahoto, smascherato dal rivale, lo uccide, strozzandolo con i fili dell'illuminazione del ring. Non riuscendo a perdonarsi la violenza usata nell'ultimo incontro, decide di abbandonare per sempre il Giappone e il mondo della lotta libera.

Questa la storia della prima parte della serie, creata dallo sceneggiatore Ikki Kajiwara e disegnata da Naoki Tsuji; era ambientata nelle federazioni del Sol Levante, AJPW (All Japan Pro Wrestling).
La sceneggiatura era affidata a Massaki Tsuji, il regista era Takeshi Tamiya. In Italia, l'esclusiva della distribuzione venne affidata alla ITB (Italian Tv Broadcasting) e l'edizione ed il doppiaggio alla Play World Film.

Venne anche realizzato un Uomo Tigre 2, che vede differenti creatori - sebbene la sceneggiatura sia sempre opera di Ikki Kajiwara - e vede come artista Jun'ichi Miyata. La seconda serie è stata prodotta ben dieci anni dopo la fine della prima. Gli staff delle produzioni erano differenti, le atmosfere e il character design pure. Il vero nome di TigerMask2 è Tatsuo Aku (Tommy in Italia) e non Kenta.
Nella prima serie TV Nahoto alla fine non muore, mentre nella versione manga resta effettivamente ucciso in un incidente stradale per salvare un bambino, proprio come detto in Tiger Mask2.

I lottatori mascherati comparsi nel cartone sono più di cento/centocinquanta... Senza contare che molti sono davvero esistiti, come Antonio Inoki, Baba...

Grazie alla Casa Editrice SaldaPress torna L'uomo Tigre, anche se solo su carta. Nel fumetto il segno spigoloso dell'animazione lascia spazio ai disegni efficacemente pop di Naoki Tsuji, che poco ricordano i manga attuali. Rimane il fascino intatto del manga: la lotta, la variegata e distruttiva varietà degli avversari, l'uomo e la maschera... Molto curati i dettagli e decisamente sorprendenti le copertine di Giuseppe Camuncoli e Mirko Grisendi. Esemplari.
...Per quanto si noti subito che l'anime è l'anime...

Nel mondo del Wrestling abbiamo avuto ben quattro Uomini Tigre.
Il personaggio nasce nel 1981, quando la dirigenza della NJPW aveva bisogno di creare un personaggio di spicco per la sua categoria Junior Heavyweight. Si pensò ad un personaggio molto popolare tra i giovani e venne in mente Tiger Mask. Antonio Inoki scelse Sayama per rivestire questo ruolo.

Tralasciando la violenza, che è presente comunque sui nostri schermi, L'uomo Tigre è un esempio di buon cuore e altruismo fatta persona.

E' raro vedere una puntata de L'uomo Tigre senza aver voglia di essere o almeno di provare ad essere una persona migliore.



Titolo italiano: L'uomo Tigre il Campione
Titolo originale: Tiger Mask
Trasmessa la prima volta in Giappone: 02/10/1969 - 30/09/1971
N° episodi: 105
Creatori del manga: Ikki Kajiwara e Naoki Tsuji
Sceneggiatura: Massaki Tsuji
Regia: Takeshi Tamiya
Disegni: Keiichiro Kimura
Produttore: Toei Animation
Edizione Italiana: Play World Film
Distributore esclusivo per l'Italia
Il primo: ITB - Italian TV Broadcasting
L'attuale: Doro TV Merchandising


Antonio Verna

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Antonio Verna

Episodi visti: 105/105 --- Voto 8
Bellissimo cartone animato, l'unico cartone giapponese che amo veramente.
Vediamo i vari aspetti del cartone:

Trama: commovente, forse un pò assurda in alcuni aspetti, ma con contenuti seri e drammatici che rende questo cartone adatto anche ad un pubblico adulto. Anzi, direi che non è un cartone indicato tanto ai bambini, vista la violenza (vabbè, dai, violenza...io non ci vedo niente di particolare) e la drammaticità o il senso di alcune scene che non verrebbero capite da un pubblico più giovane e immaturo.
Personaggi: ben delineate le storie di ogni personaggio, alcune poi molto bizzarre (che dire di quelle dell'Uomo Gorilla o del Lupo Solitario?). Alcuni personaggi sono molto realistici e "seri" (Date, Takaota, Daimon, Mr.X, Mistero Nero, Star Apollon, Mr.Kamikaze, eccetera.....), peraltro non molto somiglianti rispetto alla realtà i lottatori reali come Inoki e Baba; altri sono stupidi e con storie alquanto bizzarre (Uomo Gorilla, Mummia egiziana, Mr. No, eccetera....).
Episodi: l'unico difetto di questo cartone animato sono proprio gli episodi (ecco spiegato l'8 e non il 10 da parte mia) soprattutto le parti all'infuori degli incontri: sono ripetitive e a lungo andare, quindi, essendo 105 gli episodi,diventano noiose o poco interessanti. Solo gli incontri sono le parti migliori di ogni episodio. Essi sono molto spettacolari e molto interessanti viste le gimmick dei bizzarri lottatori, ma sopratutto violentissimi: pochissimi sono i match dove non viene usata almeno un oggetto contundente e il sangue sgorga sovente in ogni puntata e ogni incontro è sempre più violento (specialmente gli incontri contro le tre tigri di Tana delle Tigri e quello con Grande Tigre); tutto ciò è una vera chicca per gli amanti del hardcore wrestling; tali match non rispecchiano molto i tipici incontri del wrestling reale in quanto a regole o stile di incontro e alcune mosse sono assurde, e la traduzione italiana di alcune delle mosse peraltro fa molto schifo (il piledriver viene chiamato "colpo del maglio"; il boston crab "granchio di boston" per fare alcuni esempi). Comunque le vere chicche del cartone sono i tipi di match del cartone: oltre agli innumerevoli single, hardcore, tag team e handicap match, ci sono anche il pirahna on a pool match,il cage match e il match fra Uomo Tigre e Ragno Diabolico con il ring altissimo con una rete al posto del tappeto tradizionale del ring.
Musiche: vanno da quelle tristi, nei momenti di maggior tensione o drammaticità, a quelle più allegre come nelle scene coi bambini a quelle più ritmate nelle scene di "comebacks" dell'Uomo Tigre (il "comeback" è il momento in cui il lottatore dopo una fase di svantaggio passa rapidamente a quella di vantaggio riuscendo a sconfiggere l'avversario).
Disegni: per l'epoca (il 1969) direi che i disegni e i colori sono ben fatti. Ci sono però dei cambi repentini di colore specialmente nel pubblico dove in alcuni momenti diventa tutto verde o arancione e si notano leggermente le sfumature e i vari tratti del disegno. I colori poi non sono sgargianti e molto vivaci.

Che dire? Un cartone bellissimo, ben fatto, adatto però ad un pubblico amante del wrestling o comunque amante del genere (molti magari infatti potrebbero considerarlo semplicemente un cartone assurdo e violento)e preferibilmente più grande per i contenuti e per certe scene di rilevante violenza o tristezza che possono non essere adatte per la sensibilità dei bambini.

Da vedere, almeno una volta o magari qualche puntata, ma da vedere.

Valentina

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Valentina

Episodi visti: 105/105 --- Voto 10
Ahhh l'uomo tigre,bei tempi quando passavano anime senza censure e di tutti i tipi sulle frequenze radio-televisive!Tiger Mask (titolo originale) è nella mia topo-ten personale degli evergreen assieme a Jeeg,Goldrake,Lady Oscar,Capitan Harlock,Rocky joe,Daitarn III,Danguard,Lupin III,i due Mazinga:sono serie tv che non mi stancherei mai di guardare.
Una precisazione, però, io "il Tigre" lo preferivo quando era "cattivo" e al soldo di Tana delle Tigri...mi piaceva la sua gratuita violenza rabbiosa e il suo nichilismo disprezzava una società "civile" che lo aveva sempre considerato cittadino di serie b perché orfano.
All'epoca ben 105 episodi erano una storia lunga da seguire per una bimba di 7/8 anni (come passa il tempo...) e la storia era anche complessa perché la trama si dipanava di episodio in episodio con anche piccole storie a se autoconclusive.
Gli episodi mitici rimangono tanti: lo scontro sul ring a "ragnatela" con Maschera di Morte,la partecipazione del nostro eroe alla campionato dei lottatori mascherati (sordido tentativo di Mister X di eliminare la Tigre con una serie di incontri che nascondono solo un gioco al massacro ordito da Tana delle Tigri!),l'incontro con Mister Chi o con Pitone Nero,soprattutto gli ultimi sanguinossimi incontri con le "altre" tigri della Tana con il decisivo sanguinosissimo match con Grande Tigre (?) dove l'Uomo Tigre perde la ragione (e ci credo!) facendo un massacro...poi il tristissimo finale con il catcher abbandona per sempre il mondo della lotta e i suo amici.
E come dimenticare quel mefistofelico di Mister X e la sua risata che ghiaccia il sangue nelle vene?
Da vedere assolutamente!
Pare tra l'altro che i disegni "grezzi" e così esagerati nella sproporzione tra parte superiore ed inferiore del corpo furono tecniche adottate dal regista della serie che voleva così rendere la dinamicità e cinecità dell'azione...espedienti maturati nella sua esperienza di regia di film dal vero di combattimenti.

Zelgadis

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Zelgadis

Episodi visti: 105/105 --- Voto 6
Devo dire di non essere mai stato un grande estimatore dell'uomo tigre neanche da piccolo. Tanto per cominciare pur trattando diversi problemi sociali non l'ho mai trovato un personaggio credibile. I combattimenti poi erano davvero davvero molto violenti e capitava anche che il protagonista uccidesse i suoi avversari sul ring. Trovavo ridicolo invece il discorso sulla correttezza del protagonista e sulla scorrettezza degli avversari, i combattimenti tutto sembravano tranne che una competizione regolare. Mi è piaciuto invece il finale in cui l'uomo tigre cede ai suoi peggiori istinti martoriando il cattivo di turno finendo di fatto come sconfitto moralmente. Mi spiace per i fan dell'uomo tigre, non calcherò troppo la mano sul voto perché cmq non è totalmente da buttare (e poi era molto valido tecnicamente per la sua epoca), ma mi viene naturale il confronto con un altro anime di quegli anni, Rocky Joe. Ecco, Rocky Joe è un capolavoro, l'uomo tigre (imho) no.

Gabriele

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Gabriele

Episodi visti: 105/105 --- Voto 10
L´Uomo Tigre è un personaggio fantastico, realizzato storicamente in modo superbo; dà quasi l´impressione di essere una storia vera o un personaggio realmente esistito.La fanciullezza del protagonista è intrisa di sofferenza e povertà: Naoto infatti era un orfanello e viveva perciò in un orfanotrofio; un luogo semplice e "triste", ma a volte reso allegro con la spontaneità e l´allegria propria dei bambini.
Egli visse nell´orfanotrofio "Casa Dei Bambini" o "Casa Paradiso".L´Uomo Tigre oltre ad essere fatto bene per la storia non si può che ammirare anche il "colore" del cartone.
È si a colori, ma sembrerebbe che ne risente del bianco e nero: i colori infatti sono sfocati e per ogni azione vi è una tinta ed un colore differente; come per le maschere dei lottatori, disegnate in modo perfetto e significativo. Nell´Uomo Tigre II è diverso, la sua storia è collegata all´uomo tigre il campione: i colori sono non più sfocati, ma lucidi, si possono definire completamente " a colori", anche se si deve pensare che oltre dieci anni più recente.
Nell´Uomo Tigre Il Campione vi sono anche delle musiche di sottofondo, per ogni azione; per ogni tipo di puntata vi è una musica ben precisa; ne ho contate almeno una decina.
Nell´Uomo Tigre II ve ne sono di meno.
Per me l'Uomo Tigre, non solo più unico che raro ma: IL MIGLIORE!!!

sdario

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sdario

Episodi visti: 105/105 --- Voto 9
Sicuramente un anime molto triste e atratti per i piu' sensibili ,anche commovente per l'argomento dei bambini orfani inserito con grande delicatezza in un anime che parla di combattimenti molto duri e violenti.Lo stile dei disegni e' ovviamente vecchio ma a mio avviso coinvolgento per lo stile Sin City (correggetemi se sbaglio).Chiudo col dire che secondo me il fascino di questo anime e' dato dalla misteriosita' che nascondono i personaggi.

Zooropa

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Zooropa

Episodi visti: 105/105 --- Voto 8
Forse uno degli anime più violenti di sempre. Bella e commovente la storia a contorno dei vari combattimenti (sempre alquanto pittoreschi oltre che di una cattiveria raccapricciante!). La storia dell'eroe che comincia come "cattivo" ma che si redime per aiutare gli orfani è ambientata nella parte più povera del Giappone anni '60-'70. I riferimenti ai problemi sociali sono continui e drammatici (le condizioni degli orfani, le persone malate a causa del bombardamento atomico di Hiroshima etc.) collocano l'anime in un'area che non si limita a quella della lotta contro il cattivone di turno. Se non l'avete mai vista (difficile visto che passa in TV tutt'ora con una certa frequenza) pensate che state osservando un prodotto realizzato all'epoca con pochi mezzi e che ormai va per i 40 anni...