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Kondo

Episodi visti: 25/25 --- Voto 5
Ciò che è frenetico non è necessariamente divertente
Ciò che è lento non è necessariamente profondo


[nuvoletta di flashback spoilerone]

Un bel giorno, la mangaka di Blue Box si svegliò di buon mattino. Per colazione si fece un toast, tagliato rigorosamente a metà in diagonale, a formare triangoli. Mentre sorseggiava il tè, la nuvola che oscurava timidamente il sole si spostò e un raggio di luce irruppe dalla finestra, abbagliandola per un istante e illuminando il piatto sul tavolo. “Farò una romcom! La migliore di tutte! Realistica, nuova, profonda. Arriverà dove nessuna è mai giunta prima!”.

Prese il pennino e si mise al tavolo da lavoro.
Per cominciare - pensò - decidiamo la base di partenza: da chi copiamo?
Direi di copiare l’incipit dalla bibbia degli shoujo, “Itazura na KISS”: i due protagonisti si conoscono solo di vista (uno è innamorato perso dell’altra) ma alla fine della prima puntata si ritrovano improvvisamente a convivere nella stessa casa. Così, de botto senza senso.

-Non doveva essere realistico?

Ma si, che ti frega, è solo l’inizio. Il realismo lo daremo con una profondità psicologica dei personaggi che Dostoevskij levati proprio, fidati.
La parte comedy è facile: seguiremo per filo e per segno tutti i classici clichè collaudati: episodio della malattia, quello del matsuri, quello del festival culturale, la gita, ecc.

-Non ti offendere ma non è che tu abbia una grande verve comica. Come farai a rendere divertenti questi clichè nella tua romcom?

Vabè ma “rom-com” è solo un modo di dire, la comedy mica deve per forza fare ridere, basta un sorriso. Oppure anche niente, basta che esistano quelle scene classiche per renderla “-com”, no? Vabbè va, diciamo che Blue Box sarà più slice of life: una storia realistica, profonda, introspettiva, profonda.

-Quindi nella tua romcom slice of life riproporrai le stesse situazioni viste e straviste in mille altre opere… ma non doveva essere nuova?

Eh ma ora viene il bello. Tieniti forte: sarà una romcom sportiva. E non parlo dei soliti basket, calcio o pallavolo. No. Uno sport nuovo, strano, mai visto prima in un manga. L’ho sentito l’altro giorno durante le olimpiadi e ho avuto l’illuminazione. Ha un nome particolare, me lo sono appuntato, aspè… il badminton!

-Che minchia è il badminton?

Boh, una specie di tennis con un batuffolo di cotone, non ho ben capito. Non so le regole e mi scoccia impararle, per cui non farò vedere un tubo di quello sport: alle partite concederò una manciata di sequenze durante le quali inquadrerò gli spettatori, il soffitto o un primo piano di quella strana pallina. E poi dirò semplicemente chi ha vinto. Facile. I lettori non arriveranno nemmeno a capire come funziona il punteggio. Tanto chissene, userò lo sport solo per far lanciare sguardi sospiranti ai personaggi, mentre l’altro si allena in palestra, e per delle frasi fatte sull’impegnarsi. Roba motivazionale, molto profonda.

-Dunque nella tua romcom slice of life spokon entrambi giocano a badminton?

No, solo lui. Lei gioca a basket.

-Non avevi detto niente basket?

Si ok ma di sport strano ne basta uno. Oh piantala, fregatene di questi dettagli, andiamo al cuore della storia. Te la riassumo così, canticchiando:

Lui è un caso umano /
Lei è un caso umano /
Can I make it any more obvious?


-Ehmmm… cioè?

Lui, Taiki, è il classico ragazzo beta, represso e cacasotto, che alla sola idea di dire “ciao” alla ragazza che gli piace a momenti sviene. Ma voglio andare oltre, per cui lo disegnerò anche di bell’aspetto, carino, alto, sportivo, fisico scolpito con gli addominali a tartaruga. E farò che nel badminton, anche se inizialmente è una pippa, grazie all’impegno, alla forza d’animo, alla tenacia, riuscirà a migliorare e diventare forte. Inoltre è anche abituato a interagire con le ragazze perchè ha un’amica d’infanzia (Hina) strafiga e ammirata da tutti e che ovviamente è innamorata di lui.
Insomma uno che non avrebbe nessun motivo per essere così grottescamente insicuro, in modo che sia ancora più frustrante per lo spettatore vederlo sempre farsela addosso, incapace di alcuna iniziativa.
Voglio puntare molto su questo suo punto di forza: essere un personaggio profondamente monodimensionale. Il conflitto, il dubbio, la reazione causa-effetto a un evento imprevisto che ti può portare fuori dalla strada prefissata, ma anche solamente un pensiero divergente, una strategia diversa per raggiungere un obiettivo, un’allusione, una malizia… niente, non fanno parte di lui. Cammina sempre in seconda marcia lungo il rettilineo della vita senza porsi domande. Hai presente quei robottini giocattolo anni ’80 senza alcuna ai che sapevano solo procedere dritti, incuranti degli ostacoli e di qualsiasi cosa ci fosse o accadesse attorno a loro? Quelli ai quali bastava un sassolino sul loro percorso per rimanere bloccati all’infinito, a girare a vuoto le loro stupide rotelline, finchè non si scaricava la batteria. Ecco, lui. Taiki.

Lei, Chinatsu, è la sua dea. Di lei ci verrà detto che è una campionessa di basket, ma io mica la farò mai vedere che gioca una partita, eh. No. La mostrerò sempre in palestra mentre si allena a fare tiri scemi da sola. L’unica sua attività è il basket, non fa altro nella vita se non allenarsi. Non sembra avere una vita sociale, esce solo qualche volta con le compagne di squadra, sempre vestita rigorosamente in tuta o con felponi oversize. Inoltre anche in viso la disegnerò basic, senza particolarità, si distinguerà a fatica dalle altre ragazze qualunque di sfondo. Presterò particolare attenzione a farle dei capelli orrendi, fini e unti, probabilmente perchè sempre sudati post allenamento.
Ah inoltre lei è silenziosa e inerte, non parla quasi mai e persino nei momenti clou non esprime emozioni: rimane imbambolata con sguardo perso nel vuoto, in silenzio. Le poche volte che si confida con la sua unica amica, esprime concetti da scuola elementare: per far risaltare questo suo aspetto infantile la disegnerò anche spesso con stile chibi.

-Da come la descrivi pare una ritardata. Visto che è la ship romantica predefinita, non sarebbe meglio renderla più accattivante?

Dici che per gli spettatori Chinatsu potrebbe risultare piatta e noiosa? Come osano?! Allora farò in modo che tutti quelli attorno a lei ripetano continuamente quanto lei sia eccezionale, popolare e bellissima, così anche gli spettatori saranno costretti a crederci!

-No, un attimo, hai detto che Chinatsu è muta, esteticamente banale, sempre in tutona, sguardo da ebete, passa tutto il tempo buttata in palestra ad allenarsi e non ha vita sociale… è la tipica ragazza che nella vita reale sarebbe trasparente. Come e quando una così può essere diventata popolare?

Perchè lei è profonda. Una ragazza di poche parole, e quelle poche parole sono da asilo, ma quell’asilo è di quelli per bimbi profondi, di spessore. C’ha una profondità profonda che anche stando in silenzio si capisce che dentro c’è l’abisso. Una roba che no davvero guarda…

-Vabbè, ho capito. Ma almeno la trama sarà intrigante? Svolte sorprendenti, colpi di scena?

Ah si, guarda, ho un concept che mi frulla in testa da sballo, senti qua: brodo allungatissimo di sola acqua.
Figo, eh? La ship predefinita già scontata alla prima puntata, un finto triangolo a cui non crederà nessuno manco per un secondo, lentezza esasperante, zero sviluppi significativi, 2 cour di arrossamenti, banalità e silenzi e alla fine sembrerà di essere ancora fermi al punto di partenza. Che te ne pare?

-Ehmmmm…

Ma si, credimi, tutti si aspettano sempre svolte o concreti passi in avanti, invece la genialata è che queste cose non arriveranno mai, non succederà mai niente. Ogni tanto mi divertirò a trollare gli spettatori: raramente infatti farò succedere qualcosa, e magari sarà qualcosa che se fossimo nella realtà dovrebbe portare a importanti sviluppi, ma immediatamente farò in modo di neutralizzarla e sarà come se non fosse mai successa. Che ridere.
Ad esempio, per farti capire, Hina, l’amica d’infanzia, a un certo punto proverà il tutto per tutto e sparerà una dichiarazione esplicita a Taiki: ti aspetteresti che una cosa del genere sparigli completamente le carte, che mandi in tilt un verginello 15enne. A quell'età un adolescente è in piena tempesta ormonale e pieno di curiosità e fantasie romantico/sessuali. E invece no! Taiki si comporterà come se niente fosse, giusto ogni tanto qualche disagio a interagirci, non prenderà mai nemmeno in considerazione quell’opportunità servita su un piatto d’argento. E’ un concetto profondo che sto elaborando, il “Non succede ma se succede / Succede ma non succede”.

-Questa Hina farà una dichiarazione kamikatze? Allora esiste qualche personaggio capace di iniziativa

Ma si che esiste! La cosa fighissima, infatti, sarà che tutti i personaggi secondari saranno migliori e più interessanti dei due protagonisti. Tutti. Persino le comparse. Saranno solo Taiki e Chinatsu a essere due inetti stoccafissi. E io mi divertirò a disattendere continuamente la speranza degli spettatori che, esasperati, staranno sempre li a pregare che ci siano sviluppi con gli altri. Ma non perchè gli altri personaggi siano chissà che: semplicemente perchè hanno un minimo di vitalità, mentre i protagonisti sembrano due morti.

-Si ma perchè

Perchè si! Mi spieghi perchè bisogna narrare sempre e solo degli animali fighi? L’altro giorno ho messo su National Geografic: sempre i soliti documentari sui leoni, le aquile, gli squali… perchè non fanno mai un documentario sulle lumache? Sono così lente e silenziose, loro si che sono profonde! Perchè non fare 25 puntate di documentario interamente sulle lumache? Pensa che sogno: attorno a loro c'è vita, ci sono vari animali che corrono, saltano, giocano, cacciano, amoreggiano, si arrampicano… ma noi li intravediamo soltanto di sfuggita perchè per 25 episodi la telecamera è fissa sulle due lumache, a distanza di 10 metri l'una dall'altra, che si muovono lentissimamene. Vanno a passo di lumaca, con la loquacità da lumache, con l'intelligenza da lumache.
“Oh! In questi 20 minuti di episodio si sono avvicinate di 1 centimetro!” (lentezza da lumaca)
“Ah no, peccato, in questi altri 20 minuti si sono riallontanate di mezzo centimetro” (intelligenza da lumaca, si muovono a caso)
“Oh, in questi 20 minuti si sono guardati per un minuto in silenzio!” (loquacità da lumaca)

25 episodi di questo spessore e realismo, in cui esteriormente non succede una sega ma dentro c’è il più appassionante encefalogramma piatto che si possa immaginare.

-Ho capito, puntiamo tutto su disegni e animazioni

[nuvoletta di flashback che si dissolve]


L’ho cominciato perchè stava li a disposizione su Netflix.
All’inizio l’ho portato avanti perchè visivamente era molto bello.
A metà stavo cedendo alla noia ma sono andato avanti convinto dall’agguerrita fanbase che ne tesseva così tanto le lodi: confidavo che parlassero così perchè conoscevano il manga e evidentemente la storia sarebbe migliorata molto.
Alla trequarti, ormai rassegnato al fatto che Blue Box è tutto così e qualunque aspettativa di miglioramento era utopistica, l’ho finito per dovere di completezza e perchè ormai era diventato un meme con una mia amica (la quale per riuscire a completarlo l'ha visto a velocità 2x).

Non vedo l’ora di perdermi le prossime appassionanti stagioni sulle due amebe.
Sayonara


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Johnny Ryuko

Episodi visti: 25/25 --- Voto 6
C'è un grosso elefante nella stanza quando penso a Blue Box. Ci ho messo un po' a individuarlo, circa 7/8 episodi, sebbene la visione dei primi fosse già permeata da una sensazione di insoddisfazione. Avevo intuito che ci fosse qualcosa che, per i miei gusti e, quasi certamente, perché non sono "in target", non funzionava.

Lo spessore dei personaggi.

Recensione FULL SPOILER, siete avvertiti.

Taiki e Chinatsu sono troppo piatti. Sono personalità lineari, senza guizzi, senza incrinature, troppo puri e quadrati. Adolescenti, certo, con le loro "fragilità". Appassionati di sport, bellissimo, ma null'altro. La loro esistenza si riduce a quello e al rapporto tra di loro che "evolve" (volutamente tra virgolette, classico progresso di una lentezza esasperante e con step di una prevedibilità disarmante), come qualsiasi commedia romantica impone. Senza mai deviare dai binari della banalità. Perfetti l'uno per l'altra per la noia che esprimono.

Che si piacciano a vicenda è un dato certificato nel breve periodo. Non sono personaggi "reali" ai miei occhi. Solo figuranti di una storia banale che sappiamo tutti come andrà a finire. Soprattutto le motivazioni di Taiki sono puerili a dir poco, vuote e impersonali all'inverosimile. Si vuole migliorare per andare ai campionati nazionali per essere all'altezza di Chinatsu. Come se altrimenti fosse un'ameba inutile. È proprio un ragionamento sbagliato e anzi oserei dire anche dannoso da mostrare in un anime per adolescenti.

La sola Hina in una certa misura riesce, brillando di luce propria, a distinguersi dal monocromo della storia che sì, è sulla carta ispirante per chi certa quel tipo di messaggio, ma è qualcosa di già visto e letto in tutte le salse, reiterato senza note originali. L'amica (non proprio di infanzia, ma se c'è una "gatta morta" qui è Chinatsu.. spero si colga la citazione) che, guarda caso, quando lui inizia a mostrare serio interesse per un'altra ragazza, si accorge di essere a sua volta infatuata di Taiki. Hina è l'unica figura per la quale vale la pena vedere la serie, la sola - insieme ad Ayame, ma lei è secondaria - che fa qualche mossa per "scardinare" la storia. Che si comporta in maniera naturale, che si innervosisce e accusa il colpo, che perde la concentrazione perché la sua testa è impegnata a provare a elaborare le sue emozioni. Poi comprende cosa prova, raccoglie tutto il coraggio che può, agisce per prepararsi il terreno e mette le sue carte in tavola senza attendere. Applausi a metà, perché lascia la palla in mano a Taiki, attendendo che si decida a dare una risposta. E tutto si ferma qui. Nessuna ulteriore evoluzione, solo un rimuginare su una situazione di fatto senza provare a scuoterla da parte di tutti.

Un minimo scossone alla storia lo dà l'irruzione di Ayame, "disinibita" sorella della fidanzata del senpai di Taiki. Ma è un fuoco di paglia: prova a spingere il ragazzo tra le braccia di Hina ma, scontato, fallisce miseramente. Giusto un paio di episodi dove lui si fa qualche film mentale nel quale apre alla possibilità che la ginnasta possa essere quella giusta. Un'illusione temporanea perché è sempre stato un finto triangolo quello di Blue Box. Taiki non è mai stato davvero in dubbio tra le due ragazze.

Blue Box, oso questo parallelo, si pone come una moderna lettura di una storia alla Mitsuru Adachi, dove romance e sport si fondono. Ma cosa aggiunge a cento altri anime? Paga il pegno dei cliché: le incomprensioni infantili, la caduta l'uno addosso all'altro, il festival estivo, la confessione nel parco giochi, la gelosia e le solite dinamiche da triangolo amoroso.

In tutta onestà trovo davvero difficile capire come questo titolo sia stato tra i più attesi della stagione. A me ha decisamente annoiato per la sua pressoché intera durata. Se prendiamo la componente spokon, Blue Box mangia la polvere di una marea di titoli. Non c'è intensità nella competizione, non c'è un focus "tecnico" né tantomeno si respira pathos e tensione. La stessa tiritera sul migliorarsi non è un voler diventare più bravo per se stesso, da parte di Taiki, ma un rifiuto della sconfitta. Non c'è divertimento nel gioco, non c'è la risata né il senso del gruppo. Anche registicamente è tutto statico. Un qualsiasi anime che tratta sport deve far coinvolgere lo spettatore, la partita me la devi far vedere. Emblematica la seconda sfida tra Taiki e Yusa: stacchi continui sugli spettatori, chiacchiericcio insulso dentro la testa del protagonista. Dal match non si capisce praticamente niente, se non il punteggio finale. L'unica cosa "originale" è che si parli di badminton, che forse non si era mai visto in un anime. Per il resto è un susseguirsi di retorica ridondante riguardante l'impegnarsi (e nella prima metà dell'anime a ogni episodio almeno una volta il concetto deve venire ripetuto).

Se ci soffermiamo sulla parte della commedia romantica, di "triangoli" scritti decisamente meglio, magari anche quelli pieni di cliché, ma con personaggi "vivi" e verosimili, ce ne sono a bizzeffe. Qui due su tre fanno annoiare solo a vederli. E Hina per larghi tratti è un contorno. È tutto così già visto e standard che non ci si crede. La stessa Chinatsu è scritta con una semplicità disarmante, tanto che non sembra avere personalità, se non la passione per il basket. Le persone vere non si riducono a un unico elemento che le caratterizza.

Gran parte di questa recensione l'ho scritta durante la visione e in particolare fino all'episodio 14, dove arriva la confessione di Hina. Ripromettendomi di modificarla qualora l'anime avesse cambiato registro. Bisogna essere onesti quando si dà un'opinione. E invece la storia prosegue trascinandosi episodio dopo episodio, con minimi - per non dire nulli - progressi. Fino a quanto la suddetta Ayame, con un piccolo stratagemma, fa restare da soli Taiki e Hina, sperando che si mettano insieme. Ma il ragazzo, coerente con se stesso, finalmente trova il coraggio - seppur con una certa freddezza e senza apparentemente scomporsi - di rifiutare l'amica. Hina che si rivela ancora una volta l'unico dei tre personaggi principali apparentemente con del sangue che le scorre nel sistema circolatorio, al contrario dei due cyborg ottusi fatti obiettivamente l'uno per l'altra. Il confronto è impietoso se, dimenticandoci di Hina, pensiamo che, con poche battute, capiamo chi sono Kyo, l'amico di Taiki, e Ayame, individui ben più sfaccettati e consapevoli di se stessi e di cosa sta loro intorno.

Non ho letto il manga e onestamente non so se lo farò. Se la storia è questa, non fa per me. L'unico motivo per il quale consiglierei Blue Box è che qualcuno che non ha mai visto anime mi chieda una lista di titoli dai quali partite. È un buon entry level per poi alzare il tiro. Lineare, facile da seguire, buono per dare un'idea di cosa siano le storie di questo genere. Ma, a visione ultimata, nel mio bagaglio ha lasciato davvero il tempo che ha trovato. Senza infamia e senza lode, si merita una sufficienza politica. Forse la storia conoscerà una svolta nella seconda, già annunciata, stagione. Ma francamente non mi interessa sapere come proseguirà.


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Onigiri ai friarielli

Episodi visti: 25/25 --- Voto 8,5
Ormai in ogni stagione escono un’ondata di anime romantici shonen, ma solo pochi di questi riescono ad emergere al grande pubblico, Blue Box ce l’ha fatta a mani basse. L’idea di fondere una love story con un mezzo spokon è stata vincente, grazie alla narrazione di Kouji Miura, capace di bilanciare perfettamente entrambi gli aspetti. La componente romantica e quella sportiva si intrecciano perfettamente, rimanendo allo stesso tempo ben distinte, senza mai sovrastarsi a vicenda. Miura ha tirato fuori dal cilindro un prodotto solido, caratterizzato da una narrazione minuziosa e da un ritmo che, pur non essendo sempre incalzante, riesce a mantenere viva l’attenzione senza mai risultare noioso. Blue Box rappresenta la terza opera dell’autore (tutte appartenenti al genere romcom scolastico) ma è stata la prima a ricevere un adattamento animato, merito del grande successo ottenuto dall’omonimo manga.

Taiki è uno studente quindicenne che frequenta la scuola Eimei, un istituto privato che incorpora sia le medie che le superiori. Appassionato di badminton, fa parte della squadra della scuola e tutte le mattine prima delle lezioni è sua abitudine andare ad allenarsi nella palestra dell’istituto. È proprio in palestra che, ogni giorno incrocia sempre alla stessa ora Chinatsu, una studentessa di un anno più grande di lui, stella della squadra di basket femminile dell’istituto. Taiki rimane affascinato dalla dedizione e l’impegno con cui Chinatsu affronta ogni allenamento e partita. L’ammirazione di Taiki si trasforma presto in qualcosa di più importante, ma avvicinare Chinatsu sembra un’impresa impossibile, visto che i due si conoscono solo di vista e non hanno mai avuto modo di interagire al di fuori della palestra. Tutto cambia all’improvviso quando, per una pura casualità, Chinatsu va a vivere a casa di Taiki. Questa è l’occasione perfetta per approfondire la loro conoscenza, perchè questa volta il loro allenamento quotidiano è la convivenza, un’esperienza che li porta a crescere insieme, affrontando nuove sfide e vivere per la prima volta un’intimità per certi versi imbarazzante.

Questa è la premessa della storia, che a un primo impatto potrebbe sembrare incentrata sugli eventi sportivi dei due protagonisti. Tuttavia, man mano che la serie avanza, emerge sempre più chiaramente la vera natura dell’opera, ossia una storia romantica a tutti gli effetti. Infatti gli allenamenti, le partite e i tornei non sono il fulcro della narrazione, ma fungono da sfondo per mettere in risalto la determinazione dei personaggi, il supporto dei loro compagni e il turbinio di emozioni che li accompagna. Oltre alle dinamiche sportive, vivono anche le varie vicende scolastiche e quelle legate alla convivenza, che danno vita ai momenti più significativi della loro relazione. In alcuni di questi momenti è facile immedesimarsi a pieno nei protagonisti, percependo sulla propria pelle le emozioni che li attraversano. Questo è possibile grazie ad una caratterizzazione dei personaggi particolarmente curata, capace di riprodurre atteggiamenti e reazioni incredibilmente realistici in situazioni altrettanto verosimili. È proprio questa attenzione ai dettagli a rappresentare uno dei punti di forza della serie, insieme a una regia di alto livello, ma di quest’ultima parleremo più avanti.

Ad affiancare i due protagonisti troviamo una serie di personaggi che definire secondari sarebbe riduttivo, direi più dei comprimari. Tra questi spicca Hina, amica d’infanzia di Taiki, il cui ruolo sullo sviluppo della storia è tutt’altro che marginale. Anche gli altri “comprimari” sono caratterizzati piuttosto approfonditamente, infatti ad alcuni di loro sono dedicati quasi interi episodi, penso a Kengo e Ayame, dove vengono approfondite le loro personalità e motivazioni dovute a vicende passate. Quest’accuratezza permette di dare maggiore spessore a ogni loro azione e battuta, non lasciando che l’attenzione sia riservata solo ai protagonisti.

Ma arriviamo ora a quella che è stata senza dubbio la sorpresa più grande: l’eccellente regia. In alcuni episodi, il livello raggiunto è così alto che, per un attimo, ho avuto la sensazione di trovarmi davanti a un film del maestro Makoto Shinkai (spero di non sembrare blasfemo, ma è stata davvero la mia impressione). Il regista Yūichirō Yano è la prima volta che si cimenta in una romcom e il risultato è sorprendente. Nei momenti più salienti, riesce a ricreare un’atmosfera così coinvolgente che sembra quasi di vivere la scena in prima persona. Parte del merito va anche a tutto al comparto tecnico, passando da inquadrature studiate ad un montaggio fluido, una scelta della fotografia più che immersiva e ad un sonoro adattato con vera minuziosità. Un altro aspetto di rilievo è il tempo narrativo, che alterna diverse intensità ritmiche. Si passa da quello più leggero e passionale, nelle dinamiche scolastiche e nei momenti intimi, a quello frenetico e combattivo, quando l’attenzione si sposta sul lato sportivo. Proprio su quest’ultimo punto mi sarebbe piaciuto avere un maggiore approfondimento. Se da un lato non mancano match avvincenti, soprattutto quelli più cruciali, dall’altro alcune sfide altrettanto importanti vengono solo accennate. Va comunque riconosciuto il merito dell’opera di aver reso entusiasmante uno sport come il badminton all’interno di un anime, un’impresa tutt’altro che scontata.

"L’amore è come coltivare un fiore: quando la pianta inizia a germogliare, nasce l’interesse. E più si scoprono aspetti che ci piacciono in una persona, più quella pianta continua a crescere." Questa è solo una delle tante metafore presenti nella sceneggiatura, un elemento che ho apprezzato non poco perché risultano ben costruite e rispecchiano perfettamente cosa il personaggio vuole intendere. I dialoghi, d’altro canto risultano anch’essi molto naturali e convincenti, adatti in modo impeccabile a conversazioni adolescenziali.

In conclusione si è rivelato un prodotto che mi ha colpito profondamente, lasciandomi soddisfatto e riportandomi alle emozioni di quando si era giovani (ahimè, un po' di tempo fa). Mi ha fatto rivivere quelle medesime situazioni che magari in molti si sono ritrovati, e questo sembra essere uno degli obiettivi principali dell’opera stessa. Dopo il vuoto lasciato (spero temporaneo) da The Danger’s in my Heart, Blue Box è stata l’unica serie anime che ha colmato, e non solo parzialmente, quel vuoto. Per questo motivo, la consiglio vivamente a chi è alla ricerca di una malinconia sentimentale giovanile, ma anche a chi desidera semplicemente godersi una storia anime che riesce a rispecchiare in modo molto fedele le vicende reali.


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VinMur92

Episodi visti: 25/25 --- Voto 6,5
Blue Box è un anime romantico/sportivo che tratta le vicende di Taiki, un ragazzo che fa parte della squadra di Badminton della scuola e che si innamora della giocatrice di Basket Chinatsu. Il plot è che quest'ultima di ritrova a vivere a casa del nostro protagonista. Nient'altro...

Uno degli aspetti migliori dell’anime è senza dubbio la qualità delle animazioni, che risultano fluide e curate nei dettagli, rendendo piacevoli sia le scene romantiche che quelle sportive. Anche il comparto musicale è ben realizzato, con una colonna sonora che accompagna le emozioni della storia senza però spiccare particolarmente. Un altro punto a favore è il realismo con cui viene rappresentato l’ambiente sportivo, evitando esagerazioni e mantenendo un tono credibile.

Tuttavia, la trama non brilla per originalità e segue schemi già visti in molte altre opere del genere, senza particolari colpi di scena. Anche i personaggi risultano poco interessanti e non riescono a lasciare un vero impatto. Inoltre, il ritmo della narrazione è piuttosto lento, soprattutto negli episodi centrali, tanto che viene voglia di guardarli in velocità aumentata. Ok, è uno slice of life, ma in molti episodi non succede quasi nulla.

In definitiva, Blue Box può essere apprezzato dagli amanti delle storie romantiche leggere, tuttavia, non lo reputerei un must-watch e non ne capisco l'hype che lo pervade sin da prima dell'uscita, probabilmente il manga è migliore.

Voto: 6,5, grazie alla qualità tecnica, ma se dovessi basarmi solo sulla storia, sarebbe un 4.