Theatre of Darkness: Yamishibai 12
Introduzione e sviluppi
Come iniziare a descrivere questa dodicesima stagione di questa serie di mini-racconti dell'orrore? Potremmo dire innanzitutto che questa stagione è tendenzialmente altalenante, e ha degli alti e dei bassi. Inizia con degli episodi di tutto rispetto, i quali mantengono appunto "alta" la tensione, l'ansia, l'angoscia, il terrore, l'orrore, il dolore, e poi nel mezzo la fanno abbassare, per poi farla rialzare a singhiozzi. Quindi, anche qui ritengo opportuno dover dividere gli episodi in due gruppi principali: ci sono gli episodi interessanti che sanno mantenere viva l'attenzione e la concentrazione dello spettatore, e ci sono poi quelli che invece le abbassano. Questo dipende principalmente dagli argomenti trattati; in particolare, questa dodicesima stagione della serie si focalizza sui riti legati a determinati oggetti, e quindi ci pone come messaggio principale quello di contemplarli, possibilmente senza toccarli e/o aprirli, poiché non si sa mai cosa essi possano nascondere, soprattutto se non si conosce la loro storia.
Comparto grafico e sonoro
Il comparto grafico è rimasto immutato ed è caratterizzato dai tipici disegni misti tra acquarello e sagome di carta per la rappresentazione dei personaggi con scorrimento lento e/o sfumato, per dare alle vicende quella tipica atmosfera di tensione, angoscia, ansia, paura, panico e terrore, il tutto contornato da rumori molesti alternati a silenzi prolungati che rimarcano tali emozioni e sensazioni. I colori sono caratterizzati da un ottimo contrasto e alternanza tra chiaro e scuro che simbolicamente indica un passaggio da una situazione distesa e/o calma a una tesa e agitata.
Giudizio finale
Una dodicesima stagione molto blanda e per certi versi un po' monotona e ripetitiva, ma che presenta tutto sommato anche dei contenuti abbastanza ben impostati, presentati e illustrati, nonostante lo stile leggermente pedante di alcune vicende.
Voto finale: 7,5
Come iniziare a descrivere questa dodicesima stagione di questa serie di mini-racconti dell'orrore? Potremmo dire innanzitutto che questa stagione è tendenzialmente altalenante, e ha degli alti e dei bassi. Inizia con degli episodi di tutto rispetto, i quali mantengono appunto "alta" la tensione, l'ansia, l'angoscia, il terrore, l'orrore, il dolore, e poi nel mezzo la fanno abbassare, per poi farla rialzare a singhiozzi. Quindi, anche qui ritengo opportuno dover dividere gli episodi in due gruppi principali: ci sono gli episodi interessanti che sanno mantenere viva l'attenzione e la concentrazione dello spettatore, e ci sono poi quelli che invece le abbassano. Questo dipende principalmente dagli argomenti trattati; in particolare, questa dodicesima stagione della serie si focalizza sui riti legati a determinati oggetti, e quindi ci pone come messaggio principale quello di contemplarli, possibilmente senza toccarli e/o aprirli, poiché non si sa mai cosa essi possano nascondere, soprattutto se non si conosce la loro storia.
Comparto grafico e sonoro
Il comparto grafico è rimasto immutato ed è caratterizzato dai tipici disegni misti tra acquarello e sagome di carta per la rappresentazione dei personaggi con scorrimento lento e/o sfumato, per dare alle vicende quella tipica atmosfera di tensione, angoscia, ansia, paura, panico e terrore, il tutto contornato da rumori molesti alternati a silenzi prolungati che rimarcano tali emozioni e sensazioni. I colori sono caratterizzati da un ottimo contrasto e alternanza tra chiaro e scuro che simbolicamente indica un passaggio da una situazione distesa e/o calma a una tesa e agitata.
Giudizio finale
Una dodicesima stagione molto blanda e per certi versi un po' monotona e ripetitiva, ma che presenta tutto sommato anche dei contenuti abbastanza ben impostati, presentati e illustrati, nonostante lo stile leggermente pedante di alcune vicende.
Voto finale: 7,5