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Joey il Padrino

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6,5
“Jitsu wa Watashi wa”, noto in Italia come “In realtà io sono...”, è una di quelle serie che, se l’avessi visionata da neofita, avrei potuto apprezzare molto di più. Purtroppo, quando nel 2016 mi avvicinai a questa serie harem (tratta dal manga di Eiji Masuda), avevo già visionato un considerevole numero di anime, finendo per giudicarla peggio di quanto in realtà non fosse. Fatto passare del tempo e dopo un’attenta valutazione, ho infatti constatato come questa serie di tredici episodi, targata studio TMS Entertaiment, non è che alla fine sia tutto questo obbrobrio, anzi risulta essere discretamente valida, ma si ingegna davvero poco per differenziarsi dal genere d'appartenenza.

Protagonista è il solito beta degli harem, in questo caso tal Asahi Kuromine, uno studente liceale così ingenuo da non riuscire a mentire in nessuna circostanza, innamorato segretamente della bella ma misteriosa Yoko Shiragami. In un maldestro tentativo di dichiarazione, Asahi scopre che Yoko è in realtà una vampira, a cui è stato concesso dal padre il diritto di frequentare la scuola, purché non si faccia scoprire da qualcuno. Mantenere un così semplice segreto, tuttavia, risulta essere un’impresa assai ardua, in primis perché Yoko è un’idiota di proporzioni bibliche, Asahi, secondo in stupidità solo alla ragazza, è un libro aperto, e infine Mikan, amica d’infanzia del protagonista, non fa altro che perseguitarlo alla ricerca di un nuovo pettegolezzo. Con il procedere della storia il nostro beta, sfortunatamente per lui, viene a conoscenza dei segreti di altre ragazze della scuola: Nagisa, la capoclasse, si rivela essere una piccola aliena incapsulata in un futuristico esoscheletro robotico dalla forma umana, Shiho si scopre essere un uomo lupo in grado di cambiare sesso ogni volta che vede la luna, trasformandosi in una provocante donna, poi viene a conoscenza di Akane, una loli demone rompiscatole che gestisce la scuola... le quali metteranno tutte a dura prova il ragazzo, già impegnato a non rivelare a nessuno la vera natura di Yoko.

La trama procede lentamente, con episodi auto-conclusivi di matrice prettamente comica. L’aspetto commedia è forse l’unico vero pregio della serie, con battute fresche e diverse citazioni ad altre opere, mentre l’aspetto romantico viene ridotto all’osso, in un continuo (e a tratti fastidioso) fraintendimento tra i due protagonisti, basato soprattutto sulla stupidità di lei e sulla goffaggine di lui. L’ambientazione scolastica è vista e rivista, e solo la freschezza nei dialoghi impedisce che lo spettatore si annoi. Piccola nota di merito è l’impiego del fanservice, giustamente presente ma sempre sfruttato con intenzioni comiche, e mai come tappabuchi. I personaggi sono stereotipati: Asahi è il classico beta del genere harem, Yoko ha il QI di un asse da stiro, Nagisa è 100% tsundere, Shiho, in versione femminile, è una super allupata, Mikan è l’amica d’infanzia degli anime, gli amici di Asahi sono il trio tipico costituito dal pervertito, dal ragazzo sessualmente ambiguo e dall’amico dispensatore di improbabili consigli. Niente di nuovo su questo fronte.

Graficamente la serie è piacevole, oltre che discretamente curata. I fondali sono semplici, ma tutti ben realizzati. Le OST sono a tema e variegate, risultando uno dei punti di forza della serie, assieme all’opening e all’ending.

Concludendo, “Jitsu wa Watashi wa” è un’ottima serie per approcciarsi agli anime, specialmente se si è curiosi di testare il genere harem. È sicuramente un buon intrattenimento, ma niente più: cliché (ben gestiti) e commedia spicciola tengono in piedi l’intera baracca, mentre lo sviluppo di una trama e della psicologia dei personaggi risulta essere totalmente assente.
Consigliato? Sì, ma solo se volete tenere spento il cervello.

Utente126345

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Utente126345

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler

"Jitsu wa Watashi wa" ("Actually I am") parla de "l'uomo che non può mentire", Kuromine Asahi, il quale scopre un importante segreto mentre torna a casa: la persona di cui si è innamorato, Shiragami Youko, è in realtà un vampiro. Dopo questo, nel corso della storia scopre altri segreti riguardanti altre ragazze della scuola. La trama è in sé semplice, però godibile; comunque è un anime di soli tredici episodi, per cui nulla di esageratamente lungo. Simpatico sì, ma alla fin fine non succede molto fra i due: il finale mi ha un po' deluso infatti, non mi aspettavo sviluppi esagerati, ma la scena della macchina mi sembrava tutto fuorché un finale soddisfacente.
Comunque, niente in contrario, carino ma sicuramente non serio.


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eracliano

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7
Ammetto che ho iniziato a guardare "Jitsu wa Watashi wa" solo perché era disponibile gratuitamente su YouTube, e il primo episodio mi era comparso tra i video consigliati. Eppure, anche se lo ho iniziato a vedere per puro caso, non è stato casuale che abbia visto tutto il resto, visto che vi ho trovato da subito una serie molto divertente e in generale un buon anime di intrattenimento.

Non lo definirei del resto in altro modo, in quanto non presenta trame complicate, particolari introspezioni psicologiche e nemmeno affronta temi importanti. Semplicemente ha una storia semplice, dei personaggi che ispirano simpatia e nel complesso le vicende scorrono via con grande leggerezza e disinvoltura. Non ci sono grandi sorprese né delle premesse così sconvolgenti: il protagonista, Asahi, è palesemente il classico studente giapponese delle superiori troppo timido e impacciato per esprimere i propri sentimenti con chiarezza. Attorno a lui si troveranno via via sempre più ragazze, tutte molto carine e ciascuna con le sue caratteristiche "particolari" (virgolette d'obbligo, trattandosi, per quanto riguarda le due principali, rispettivamente di un vampiro e di un alieno!), le quali un po' alla volta si scopriranno attratte, chi più chi meno, da questo giovanotto che cerca, barcamenandosi tra mille equivoci e situazioni imbarazzanti, di essere amico di tutte e di diventare qualcosa di più per una sola di loro.
Insomma, niente di speciale o unico. E tuttavia questa serie porta comunque a casa una piena sufficienza grazie alle risate che non manca di procurare e a mio parere a un ben riuscito comparto grafico: ho apprezzato molto il design dei personaggi, in particolare delle ragazze, nessuna delle quali presenta quegli enormi e inverosimili seni da decima misura che spesso la fanno da padrone.
Yuuko e Nagisa, in particolare, sono davvero carine, e sono contento che non si siano "svendute" in scene ecchi (classica caduta sul protagonista a parte).
In linea con questo anche la sigla di apertura, molto allegra e che non ho mai saltato.

Mi sento, tirando le somme, di consigliare la visione di questo anime a chi fosse alla ricerca di un semplice passatempo da guardare in viaggio o per staccare la spina prima di andare a dormire. In quest'ottica, se dovesse uscire un seguito, penso che lo guarderei sicuramente.


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chiamami"S"

Episodi visti: 13/13 --- Voto 7,5
"In realtà io sono..." è un anime che parla di segreti e, dato che i Giapponesi adorano i contrasti (ma di questo ne parlo dopo), il protagonista è un ragazzo che i segreti non li sa mantenere.

Il povero Kuromine Asahi, "colino bucato" per gli amici, non riesce a nascondere le proprie emozioni. La cosa gli crea non pochi problemi; è una schiappa con le carte e neanche in amore va molto bene. Decide però di non arrendersi e perciò va a confessarsi a Shiragami Yuuko, la ragazza più misteriosa della scuola. Scoperto che la ragazza è in realtà un vampiro e che per via di una promessa fatta al padre deve abbandonare la scuola se viene scoperta, diventa suo amico e promette di mantenere il segreto.

Gli anime che parlano di amori tra i banchi di scuola non mi piacciono granché, ne ho visti pochi e apprezzati anche di meno, ma, anche fra di quelli che mi sono piaciuti, non ho mai potuto mandar giù la fissazione per "gli opposti si attraggono" che hanno i Giapponesi. Negli shojo i due innamorati sono sempre agli antipodi: lei alta lui basso, lei graziosa ma violenta lui gentile ma di aspetto inquietante. In quest' anime no. Sembra all'inizio che sia così, lui libro aperto lei misteriosa, ma in realtà lei è goffa, svampita e con la testa fra le nuvole. Tanto che non si rende conto dei malcelati sentimenti che Kuromine prova per lei.

Parliamo di Kuromine. Sentendosi in colpa per essere la causa dell'abbandono della scuola da parte di Shiragami, il ragazzo decide di dichiararsi, ma, timido com'è, finisce col chiederle di diventare amici. Si 'auto-friendzona'. Neanche Dante avrebbe immaginato tortura peggiore. La cosa porterà a una serie di gag interminabili fra i due. Sono proprio le gag e i momenti divertenti i punti di forza di "In realtà io sono...". La storia in sé è piuttosto scontata e prevedibile, ma le varie situazioni comiche rendono gli episodi spassosi e piacevoli da guardare. Ho saputo che ci sono delle differenze con il manga (inedito in Italia), la storia scorre comunque molto bene, rallenta forse un po' nella parte centrale. Vero problema è il numero degli episodi; tredici sono troppo pochi e il finale resta in sospeso, senza dare sufficiente spazio ai rapporti tra i personaggi (e gag annesse). Parlando di personaggi, la caratterizzazione è ben fatta anche se non particolarmente originale o profonda. Protagonisti e secondari, ciascuno con i propri segreti e momenti sopra le righe, sono tutti simpatici e divertenti.
I disegni, soprattutto nei volti, non sono proprio anatomicamente accurati. Credo però che siano una scelta voluta, perché grazie a ciò le espressioni sono qualcosa di memorabilmente spassoso. Inoltre sembra una caratteristica ripresa dal manga. Belli vivaci e accesi i colori. La melodia che accompagna le scene più sentimentali merita davvero di essere ascoltata.

"In realtà io sono..." è una love-comedy di quelle sempre di corsa, da vedere tutte d'un fiato, spesso assurde e senza senso. Consigliata se piace il genere. Voto: 7.5


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KibiRain

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
"Jitsu wa watashi wa", in italiano "In realtà io sono...", è un'anime tratto dall'omonimo manga di Eiji Masuda. In Italia, i diritti sono stati acquistati dalla Yamato Video.
Il target è shounen, mentre il genere è principalmente harem, ma anche scolastico e fantasy, data la natura dei personaggi.

Trama: Asahi Kuromine viene definito dai suoi amici un "colino bucato", totalmente incapace di mantenere i segreti, ma quale pretesto migliore per mantenere un segreto se non l'amore? Asahi, infatti, si innamorerà di Yoko, sua compagna di classe vampira, costretta a cambiare spesso scuola per via del suo segreto. Quando Asahi lo scoprirà, sarà costretto a non farne parola, se vuole che la sua amata compagna rimanga nella sua scuola. Nel corso della storia, Asahi verrà a conoscenza dei segreti di altre ragazza tra cui Nagisa, la sua capoclasse, Mikan Akemi, sua amica d'infanzia, e Akane, la direttrice della scuola.

Pro:
L'anime è pieno di personaggi colorati, buffi, ma, soprattutto, ognuno con una caratteristica, compresi i personaggi secondari, che interverranno nelle gag per rendere il tutto ancora più divertente. Per essere un harem, i personaggi non sono particolarmente stereotipati, almeno non in modo fastidioso.
La trama di fondo è semplice, saranno i personaggi secondari a renderla più divertente e complicata con una serie di equivoci ed incomprensioni che daranno vita a gag spassose.
In generale, è un'anime leggero che vi regalerà di sicuro grandi risate e momenti di "perché non glielo dici?!?". Il character design, come quasi tutti gli anime del genere, è più concentrato sull'aspetto delle ragazze, che risultano ben fatte ed espressive. Le musiche sono piacevoli, soprattutto l'opening ed il sottofondo.

Contro:
Gli sfondi sono poco curati e, anche se l'intento era di lasciar spazio ai personaggi, qualche dettaglio in più non avrebbe guastato.
Il finale, a meno che non ci sia una seconda serie, lascia l'amaro in bocca: dopo aver visto tutte le peripezie affrontate da Asahi, un finale così distaccato fa storcere un po' il naso.


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Nox

Episodi visti: 13/13 --- Voto 4
Ambientato in un classico contesto scolastico, "Jitsu wa Watashi wa" è un anime di tredici episodi con protagonista Kuromine Asahi, un liceale che, a differenza di tutti i suoi coetanei, non è proprio capace di mentire. Leggendo la trama, avevo capito che letteralmente non potesse mentire, quando la verità è che il ragazzo manca della proverbiale "poker face" quindi le sue bugie sono facilmente individuabili. Da bravo adolescente, ha una cotta per la sua compagna di classe ma, proprio quando sta per dichiararsi, scopre che in realtà la ragazza è un vampiro e, bisogna ammetterlo, non la più strana creatura della scuola. Fra alieni, demoni, e uomini/donne lupo che hanno chiaramente preso parte a un seminario sul cambiamento di sesso da Ramna Sautome, la vita del protagonista si dimostrerà certamente movimentata. Ce la farà a dichiarare il suo amore alla bella vampira?

Ho letto che molte critiche su quest'anime erano incentrate sulla grafica, io devo dire che l'ho trovata piacevole. A parte questo, tutto il resto per me è da bocciare.

Prima di tutto, i personaggi. Il protagonista è un caso umano. Certo, ha un buon cuore e tutto, ma è semplicemente un disastro su tutti i fronti. La vampira è anche lei molto onesta, non ha filtri, 'friendzona' il ragazzo una puntata sì e l'altra pure, ma è troppo una testa vuota con nessuna percezione della realtà. Avevo delle speranze per la capoclasse ma anche lei scade nei soliti clichè. Non fatemi nemmeno cominciare sull'assurdità dell'uomo/donna lupo pervertito. Poi c'è la presidente del giornale scolastico, amica di infanzia del protagonista, chiaramente una sadica/pazza furiosa, che vive per smascherare i segreti che il ragazzo non riesce a mantenere, risultando però spesso eccessiva, davvero non si capisce perché siano amici.

Che nessuno di loro sia una cima è indiscutibile, ma il peggio arriva con quelle che dovrebbero essere le gag comiche, su cui l'anime è chiaramente incentrato. Semplicemente la maggior parte degli episodi non mi hanno fatto ridere, le ultime puntate le ho guardate giusto per vedere se la trama si sviluppasse in qualche modo o un po' di azione potesse risollevare il livello veramente basso delle puntate precedenti, ma nulla.

La generale sensazione che mi ha trasmesso è di noia, sempre le stesse situazioni, spiegazioni ridicole, personaggi che ripetono sempre gli stessi errori, finché il tutto risulta scontato e poco accattivante.

In conclusione, non mi sento di consigliare quest'anime. Certamente c'è di peggio, ma se quello che si cerca è un anime leggero per farsi due risate c'è certamente di meglio.

Riassumendolo in una frase o meno: In realtà io sono... Davvero, davvero, annoiata a morte.


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npepataecozz

Episodi visti: 13/13 --- Voto 6
"Non ho nessun interesse nei comuni esseri umani. Se ci sono alieni, viaggiatori del tempo o esper che si facciano pure avanti!": così recitava una celebre frase di Haruhi Suzumiya per manifestare alla sua classe l'interesse verso tutto ciò che poteva definirsi paranormale. Se la stravagante Haruhi avesse deciso di farsi un giro all'interno della scuola rappresentata in questo anime ne sarebbe rimasta sicuramente soddisfatta: vampiri, alieni, demoni e addirittura occhiali che parlano sono sempre dietro l'angolo; e sicuramente, nelle stagioni successive, qualcosa d'altro ne verrà sicuramente fuori.
"Jitsu wa Watashi wa" ("In realtà io sono...") è il classico anime da far rientrare nella categoria "nato senza grandi ambizioni". L'appartenere a questa categoria non è necessariamente una nota di demerito: infatti, se tralasciamo quei titoli che alla scarsa ambizione uniscono anche delle sceneggiature da serie Z, non è raro trovare qui dei prodotti capaci di superare abbondantemente le aspettative. Molto più facile, però, è trovare titoli che partono decisamente in quarta per poi perdersi un po' alla volta con l'avanzare della narrazione; ed è questo, purtroppo, anche il caso di "Jitsu wa Watashi wa", un anime che, dopo un paio di episodi da "Oscar della risata", perde sensibilmente la sua carica iniziale, si appiattisce e comincia decisamente ad annoiare. Fortunatamente, però, questo titolo ha almeno il merito di riprendersi nel finale, evitando così la mia bocciatura.
La trama: Asahi Kuromine è soprannominato dalla sua classe "colino bucato" in quanto assolutamente incapace di mantenere un segreto o, più semplicemente nascondere un suo stato d'animo. A tal proposito è geniale ed allo stesso tempo esilarante una vignetta proposta nell'intermezzo tra la prima e la seconda metà di un episodio (quale non me lo ricordo, forse proprio il primo), in cui un suo compagno gli dice: "riesco a sentire quello che stai scrivendo". Per questa "eccessiva espressività" il ragazzo andrà incontro a diversi dispiaceri: tra questi, emblematica è la scena in cui viene respinto da una ragazza ancor prima di essersi dichiarato. Kuromine, però, dimostra una capacità di ripresa fuori dal comune: innamoratosi di nuovo della bella Yuuko Shiragami, decide che, nonostante la freddezza di lei, è suo dovere dichiararsi. Peccato che un impedimento del tutto imprevisto non gli consentirà di portare a termine quanto deciso: entrando senza annunciarsi nella classe vuota in cui Yuuko stava riposando, scoprirà che la ragazza è in realtà un vampiro.
Ci sono diverse cose che non mi sono piaciute in questo "Jitsu wa Watashi wa".
La prima è il "cagotto" che coglie costantemente tutti i personaggi. Per un motivo o per un altro, ma anche senza un motivo, stanno sempre tutti a correre. Si cerca qualcuno? Di corsa! Si cerca qualcosa? Di corsa! Bisogna dire qualcosa a qualcuno? Si corre! Si è appena finito di dire qualcosa a qualcuno? Si corre! Ma cos'è un anime o una maratona?
La seconda, come già detto in precedenza, è la sceneggiatura adottata negli episodi centrali: storie che non convincono, una comicità che non diverte, l'introduzione di nuovi personaggi che non rendono. A mio modo di vedere, si sarebbe dovuto puntare di più sulla caratteristica di "colino bucato" di Kuromine, un elemento che nei primi episodi aveva fatto veramente la differenza.
La terza riguarda invece i disegni, davvero brutti: persone con gli occhi troppo grandi, con lineamenti abbastanza sgraziati, scarpe poco adatte per la corsa. Se questa è la nuova frontiera della grafica nel mondo degli anime stiamo messi proprio male...
A salvare la baracca, come detto, sono un nucleo di episodi capaci di dare allo spettatore esattamente quello che stava cercando: divertimento sguaiato e non troppo impegnato e qualche momento di coinvolgimento e pathos. Troppo poco, però, per assegnare a questo anime un giudizio positivo; abbastanza però per accordargli almeno la sufficienza.
Non so se consigliare o meno la visione di questo anime: a me non è sembrato questo granché, però a molti è piaciuto, per cui potrebbe essere solo una questione di gusti personali. Al massimo potreste provarlo e vedere com'è, ma in caso di sbadigli saltate direttamente agli ultimi tre episodi, tanto non vi perdete niente.


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Eversor

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
Eccola qui la bella commedia sentimentale che mi aspettavo da questa stagione estiva 2015! Una storia semplice e divertente, capace di far piangere sia per le risate che per la commozione. 13 episodi di puro ludibrio, che appassionano dal primo all'ultimo minuto. Incredibile, anche se non nuovo, l'elemento scolastico unito a quello sentimentale/harem. Abbondano demoni, alieni, vampiri e chi ne ha più ne metta.

Ma andiamo con calma e raccontiamo l'esordio di "Jitsu wa Watashi wa".
Asahi Kuromine è il protagonista, uno tra i più classici nel suo genere. Voti mediocri, molto goffo, ma, soprattutto, impacciato nei rapporti con l'altro sesso. Si innamora di una fanciulla, viene scaricato fin dall'inizio, e poi si dirige subito verso un'altra pretendente. Un valzer costante, che si conclude sempre allo stesso modo. Aggiungiamo pure il fatto che Asahi non riesce a non trattenere le proprie espressioni (compresi i segreti), ed ecco allora un personaggio assolutamente inaffidabile e incredibilmente buffo.
Ma questa volta ce la farà! O questo si augura. L'attuale fanciulla è Youko Shiragami, una tipa riservata, che parla poco o niente e non ha stretto legami con nessuno all'interno della classe. La classica studentessa di ghiaccio? Così pare.
Asahi corre per le scale, si ferma davanti alla porta dell'aula, ancora chiusa. E' sicuro di trovarla ancora dentro, ma riuscirà a comunicarle i propri sentimenti? Sospira, prende tempo e, infine, spalanca la porta. Lei è lì, e lo osserva con la bocca spalancata, da cui spuntano un bel paio di canini sporgenti, e due enormi ali da pipistrello.
Eh?

Bene. Giunti a questo punto non rimane che analizzare con maggior dettaglio l'intera vicenda. partendo dai vari protagonisti, devo ammettere di averli trovati ben costruiti. Al di là dei classici stereotipi ripresi (ma utilizzati con grazia e attenzione), i vari studenti possiedono personalità complete e a tutto tondo, in continua evoluzione. Ognuno ha delle proprie particolarità, che lo rendono unico e inimitabile.
E' raro, ma incredibilmente non odio la coprotagonista, Youko. Il suo atteggiamento rilassato e leggermente stupido non arriva fino a livelli esasperanti. E' dura di comprendonio, ma questo non fa altro che aumentare il divertimento e le situazioni imbarazzanti.
Asahi non riesce a dichiararsi fino in fondo e i due finiscono col diventare amici (ah, che bella l'amicizia!). In contemporanea, Nagisa Aizawa, la capoclasse che aveva precedentemente rifiutato l'amore di Asahi, incomincia a scoprire lati nascosti nell'animo del giovane protagonista. Il suo lato tsundere tenterà in tutti i modi di negare il suo affetto verso Asahi, ma l'amore è piuttosto difficile da domare.
Il triangolo/quadrato amoroso si chiude con Mikan Akemi, l'amica d'infanzia di Asahi che, nonostante tutte le malefatte dirette verso il protagonista, sembra provare qualcosa di profondo verso quest'ultimo.

La grafica è molto buona, ma, ancora di più, caratteristica. I colori sono quelli classici delle commedie di tal tipo; quello che colpisce subito è invece la realizzazione dei personaggi. Fattezze piuttosto originali, con occhioni grandi, ma, in un certo senso, poco bambineschi.
L'apparato audio è stato realizzato con estrema cura, e accompagna la vicenda in maniera pressoché impeccabile. Adrenalinico e palpitante, si evolve e cresce nel corso degli avvenimenti.
Buona anche la regia. Purtroppo non ho ancora avuto il piacere di leggere il manga (opera originale), e dunque non riesco a capire quanto è stato effettivamente tagliato o modificato. Tuttavia, per quanto riguarda la trasposizione animata, non ho notato accelerazioni o decelerazioni particolari. Il ritmo è costante, e tiene lo spettatore incollato allo schermo dal primo all'ultimo episodio.

"Jitsu wa Watashi wa" è un'opera completa, che riassume alla perfezione la normale vita di una qualunque vampira adolescente… o almeno credo. Il rapporto tra le due razze viene accennato, ma non pesa più di tanto sulla vicenda. L'obiettivo è un altro, ovvero mostrare la crescita dei sentimenti tra i due protagonisti (e anche di qualche personaggio più o meno secondario). Un obiettivo raggiunto a metà, perché, in fin dei conti, la storia continua anche dopo la conclusione della serie.
Sinceramene, spero con tutto il cuore che realizzino una seconda stagione. Per ora, però, gustiamoci questa prima ed emozionante esperienza.

Voto finale: 9… meno!


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rum42coach

Episodi visti: 13/13 --- Voto 5
"In realtà io sono..." è un anime datato 2015, composto da tredici episodi, di genere romantico-scolastico con chiare sfumature di commedia. Tratto dall'omonimo manga, racconta le avventure di Kuromine, un ragazzo che non sa mantenere i segreti in nessun modo e, inoltre, è piuttosto sfortunato con le ragazze, fino a quando non scopre il segreto di una sua compagna di classe, Shiragami, alla quale stava per confessare il proprio amore. Da questo momento deve, per la prima volta nella sua vita, mantenere il segreto a tutti i costi, non per se stesso, bensì allo scopo di proteggere la sua nuova "amica".

L'anime in questione ha l'obiettivo di intrattenere attraverso gag a sfondo demenziale, tuttavia non degenerando quasi mai nel trash. Ogni episodio non presenta una trama ben definita, avendo invece come scopo, spesso, quello di introdurre nuovi personaggi e le loro caratteristiche fuori dal comune. Infatti, ogni personaggio che compare nella serie è un vampiro, un lupo mannaro, un alieno e così via, potendo rapidamente immaginare il clima surreale dell'opera, in cui l'unico essere umano "normale" è proprio il protagonista, il quale sfortunatamente non spicca per nessuna dote, essendo bloccato dall'imbarazzo e dalla timidezza intrinseca al suo essere. E pensare che l'anime ha sfumature harem, sebbene sia atipico proprio perché nessuno lo provoca e nemmeno lui si sogna lontanamente di approcciare seriamente, peraltro non riuscendoci a causa di imprevisti quelle poche volte in cui si decide ad agire seriamente. Il problema specifico nella trama è quello di scorrere senza particolari emozioni e sorprese, intuendosi già nei primi episodi l'andazzo generale della storia e persino la sua plausibile conclusione. Proprio il finale è aperto, come ovvio , ma lascia l'amaro in bocca in vista di un'ipotetica seconda serie.

I personaggi, oltre al citato protagonista, sono di vario genere ma quasi tutti sono stereotipati ed entrano in gioco unicamente al fine di compiere la pazzia quotidiana, salvo successivamente tornare nell'anonimato. Questo vale per tutti tranne Aizawa, Shiragami e Kuromine, i quali sono posti al centro della storia, tra alti e bassi, cercando di creare ilarità e parodie divertenti nei rapporti fra loro, specialmente nelle situazioni che si vengono a osservare, riguardanti l'amore corrisposto ma "cieco" di Kuromine e Shiragami. Devo ammettere che fra tutti i personaggi mi sento di salvare unicamente Aizawa, la capoclasse alle prese con il suo segreto da non svelare a nessuno, fantasticando usualmente sui sentimenti ambigui che prova verso Kuromine, non comprendendo la loro natura. Menziono anche Shiho semplicemente sottolineando il suo mancato sfruttamento positivo ai fini della serie; difatti, pur avendo due personalità contrastanti(e non solo quelle), si decide, usando un pretesto ingiustificato di utilizzarne una e basta, prestando come conseguenza logica l'occhio al fan service, mancando l'opportunità di creare situazioni fuori dall'ordinario. Un'occasione sprecata a mio parere.

La tematica preponderante della serie è logicamente l'amore, l'amore adolescenziale corrisposto ma non dichiarato a causa dell'eccessiva timidezza, qui ovviamente estremizzato ma spesso non tanto lontano dalla realtà. Anche la gelosia è ben presente, apprezzando la scelta di non virare alla gelosia negativa, cioè quella che rompe, distrugge le amicizie. Per fortuna l'anime naviga a vista fra rispetto reciproco tra le ragazze e tacite gerarchie fra loro, fatto che è da encomiare perchè, in questo modo, ogni tanto nasce una bella atmosfera romantica tra Kuromine e la sua partner ideale. Per il resto Asahi Kuromine è il classico sfigato che improvvisamente ha la fortuna di essere circondato da belle ragazze, non cogliendo il particolare contesto e continuando a vivere nella sua "beata" ignoranza. Insomma un ragazzo medio, stereotipato che mi ha deluso a causa della sua caratterizzazione eccessivamente prevedibile e puerile.

Un altro difetto, il primo visibile chiaramente, è il character desing che mi aveva spinto, inizialmente, a non intraprendere la visione della suddetta serie, salvo poi ripensarci su. Non mi aggrada assolutamente il volto di tutti personaggi(solo Aizawa si salva), essendo irreali e quasi parodistici in alcuni elementi; gli occhi eccessivamente grandi sono l'esempio lampante ma pure le espressioni sono straordinarie, nel senso di fuori dall'ordinario, difetto sgargiante che rivela tutta la propria intensità nei rari momenti sensuali o almeno pseudo sensuali, momenti in cui non traspare niente di sensuale da parte delle ragazze, bensì soltanto senso del ridicolo ed il mio personale sconforto. Il character desing comunque è voluto , ispirato a quello dell'omonimo manga, ciò nonostante non mi riesce ad andare a genio.

Il lato tecnico è nella media in riferimento alle animazioni e disegni, forse medio-basso, certo è che per un anime del genere non servono chissà quali animazioni. Invece il comparto musicale è buono, composto da colonne sonore orecchiabili, in particolar modo quella che risuona verso il temine di ogni episodio, davvero evocativa e adatta alle sequenze topiche della serie. Ottime anche opening e la ending.

Questo anime, in conclusione, mi dispiace ma non raggiunge la sufficienza, fermandosi piuttosto ad una mediocrità congrua poiché non ha trasmesso nessuna emozione particolare, non ha sorpreso nelle dinamiche generali e, malgrado qualche risata, anche il lato comico è poco più sufficiente, troppo poco considerato che sarebbe questo il punto forte della serie. Rimandato!


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Eoin

Episodi visti: 13/13 --- Voto 9
"Jitsu wa Watashi wa" ("In realtà io sono...") è un anime del 2015, composto da tredici episodi di durata canonica e tratto dall'omonimo manga di Eiji Masuda.

Trama: Kuromine Asahi è un libro aperto. Nonostante sia apprezzato per la propria sincerità, è, allo stesso tempo, temuto per essere totalmente incapace di nascondere le proprie emozioni e, soprattutto, di mantenere qualsivoglia confidenza. Quando decide finalmente di confessare i propri sentimenti alla compagna di classe Shiragami Youko, scopre con immenso stupore che ella è una vampira e che, nel caso in cui la sua vera natura venisse svelata, sarebbe costretta a lasciare la scuola. Non potendo tollerare una simile eventualità, Kuromine decide di impegnarsi al massimo per proteggere il segreto della sua amata e neo-amica. L'impresa non è per niente facile, specie se, purtroppo per lui, Shiragami non è l'unica ad avere qualcosa da nascondere, nel loro liceo.

Rispetto a un materiale originale che trae la propria forza dalla destrutturazione delle caratteristiche generalmente associate alle creature sovrannaturali e dei più comuni cliché delle commedie romantiche a tema scolastico, riproponendoli in chiave assurda e demenziale, l'anime di "Jitsu wa Watashi wa" si presenta con eventi leggermente modificati, sia per ordine temporale che per personaggi coinvolti, ricadendo spesso in quegli stereotipi che il manga cercava di evitare o di ribaltare. Ciononostante, ci si ritrova davanti, comunque, a un prodotto folle, non di rado frenetico ed esilarante, che deve anche far fronte a un ridotto numero di episodi, chiaramente insufficienti a raccontare una storia non conclusa nemmeno nella versione cartacea. Le sequenze inventate appositamente per la serie animata, tuttavia, si legano mirabilmente a quelle tratte direttamente dal fumetto, senza dare l'impressione di assistere a un montaggio frettoloso e grezzo.

Il cast è ottimamente assortito e abbastanza fuori di testa, tant'è che, facendo leva sulle diverse individualità e sul bagaglio culturale e di esperienze di ciascun personaggio, è possibile sfruttare il più banale degli avvenimenti quotidiani per dar vita a una sequela di gag divertenti e fondate, spesso e volentieri, su fraintendimenti e incomprensioni.
Nonostante i veri protagonisti siano sostanzialmente tre, tutte le figure di contorno risultano caratterizzate con precisione e intervengono di frequente all'interno della vicenda, regalandoci momenti di pura epica comica e delirio. Laddove Shiragami e Kuromine sono talvolta troppo simili (ma con le dovute differenze), nella loro timidezza e nella loro innata bontà d'animo, a risultare memorabili sono proprio i personaggi secondari, dotati di personalità uniche e accattivanti. Questi ultimi, compagni e compagne di scuola, insegnanti o altro ancora, a volte, si rivelano fondamentali per la trama, supportando il ragazzo e la giovane vampira o fornendo loro ostacoli, volontariamente o meno, ma aiutando a progredire, in ogni caso, la loro impacciata e tenera relazione.
E' proprio il tema dell'amicizia a farla da padrone, ancor prima degli sforzi per custodire i vari segreti esposti durante le puntate e il romanticismo stretto. Cosa si è disposti a fare per le persone care? Fino a che punto ci si può spingere per proteggerle e garantire loro ogni bene? A cosa si può rinunciare, pur di ottenere la certezza che i nostri amici possano essere felici? E se la risposta fosse "Niente", perché i veri amici non chiederebbero mai agli altri di soffrire per causa loro?

Per quanto riguarda il comparto tecnico, abbiamo animazioni discrete e fluide; il character design è senza dubbio originale e, per quanto non sia particolarmente proporzionato o gradevole alla vista (in alcuni casi), risulta adatto all'applicazione di un creativo deformed e regala alcune espressioni facciali a dir poco spassose. Al contrario, le ambientazioni peccano di piattezza e, nella loro monotonia, si rivelano anche abbastanza approssimative e tendenzialmente povere di dettagli, nonostante qualche eccezione. Dal punto di vista cromatico, l'opera è coloratissima, perennemente caratterizzata da toni vivi e luminosi.
Ottima la colonna sonora, piuttosto curata, con delle gradevoli sigle di apertura e di chiusura. Durante gli episodi è anche possibile ascoltare un brano in particolare, tra tutti quelli proposti, che, nonostante sia sfruttato a più riprese in vari arrangiamenti, si sposa alla perfezione con i momenti più spiccatamente dolci e romantici. Il doppiaggio si avvale di buone interpretazioni e una generalmente elevata espressività.

Il titolo stesso di "Jitsu wa Watashi wa", più evocativo ma meno esplicito della sua controparte anglofona "My Monster Secret", implica una duplice interpretazione: da un lato, la scoperta della vera natura di alcuni personaggi, incredibile, assurda e fantastica, dall'altro, la dichiarazione manifesta dei propri sentimenti, anche di quelli più reconditi, e di emozioni di cui neanche le persone interessate erano inizialmente consapevoli. Tutto questo sta a dimostrare che, nonostante l'umorismo e il nonsense presenti in massicce quantità, c'è ampio spazio per l'amore e il romanticismo, capaci di dar vita a sequenze decisamente intense ed emozionanti. Consigliato a chi ha voglia di una commedia sentimentale che faccia ridere sul serio, ma senza che la vena demenziale sovrasti in maniera lampante ed eccessiva le questioni di cuore.