Koe Koi
Al quinto episodio non ho più retto capendo che dovevo abbandonare questa serie, per cui le mie impressioni si baseranno solamente sui primi quattro episodi.
"Koe Koi" era un titolo che avevo in lista da parecchio tempo e finalmente era giunto il momento di vederlo.
Ricordavo vagamente la trama, dove mi era rimasto impresso questo ragazzo che nasconde il volto sotto a un sacchetto di carta, simile a quelli classici che vengono usati quando si va a fare la spesa.
Al termine della prima puntata ho capito che si trattava di uno shoujo, genere su cui, ormai, storco un po’ il naso.
Ma gli ho dato comunque una chance perché ho visto shoujo che, per quanto stucchevoli, ho portato a compimento.
La trama ruota attorno a Yuiko Yoshioka, neo studentessa delle superiori, che salta l’inizio della scuola perché a casa ammalata.
Con sua grande sorpresa, riceve una telefonata da Matsubara, il neo eletto rappresentante di classe che vuole sapere come sta.
Yuiko rimane colpita dalla sua voce e quando vede Matsubara ne rimane ancora più colpita perché il giovane, per un motivo ignoto, nasconde il volto sotto a un sacchetto di carta.
Da qui parte tutta la trama, che fin da subito si dimostra vuota, perché non c’è nessun elemento nuovo, con cose già viste e riviste.
La particolarità sta in Matsubara e il suo sacchetto in testa, ma purtroppo questo fattore lascia subito il tempo che trova, anche per la reazione che hanno i suoi compagni di classe.
Non c'è nessuno, ma proprio nessuno, che gli abbia domandato perché si tenesse addosso quel sacchetto!
Certo, piuttosto che vederlo bersaglio di prese in giro perché etichettato come strano, meglio così, con nessuno che gli chiede niente. Ma pure i personaggi che sono vicini a Matsubara, e che quindi sono suoi amici, ci passano sopra come se fosse una cosa normalissima!
L’unica che dimostra un po’ di curiosità è l’amica di Yuiko, che cerca un po’ di instillare nella ragazza la voglia di sapere com’è fatto il viso di Matsubara.
Ma la risposta che riceve è la seguente: “preferisco sapere cosa c’è nel cuore di Matsubara piuttosto che sapere del suo volto sotto al sacchetto.”
Ah beh, allora siamo a posto.
Yuiko non mi è piaciuta fin dal principio per la sua acconciatura e questa cosa proprio non sono riuscita a farmela passare.
Per il resto, niente da dire su Yuiko, se non che è la tipica protagonista di uno shoujo.
Di ragazze come lei ce ne sono a migliaia nel settore shoujo e quindi la si dimentica facilmente non appena termina la visione della puntata.
E in sostanza si dimenticano facilmente anche tutti gli altri personaggi che appaiono perché non hanno nulla da dire, e perché si sa già quale sarà il loro ruolo in tutta la vicenda.
Chi ho trovato al limite dell’assurdo è stato il presidente del consiglio studentesco, che prima irrompe sulla scena tutto baldanzoso, sicuro al 100% che farà togliere a Matsubara quel sacchetto dalla testa perché sta violando le norme scolastiche, ma poi scappa via in preda al terrore perché Yuiko gli afferra il braccio.
Da quel momento il presidente diventa un personaggio goffo, goffo come l’amore che si porta dietro per Yuiko.
E anche se non ho visto il proseguo, sono quasi sicura che Yuiko lo avrà rifiutato con garbo e dolcezza, oppure non si sarà neanche accorta della cosa.
Nel vedere Matsubara, il mio primo pensiero è stato “ma come fa l’attore a vederci?”.
Immagino che i due buchini che simboleggiano gli occhi sul sacchetto non avranno permesso di vedere poi molto!
Ma quello che mi ha colpito fin dall’inizio è che il ragazzo fosse doppiato da qualcun altro.
Capisco che sia stato doppiato perché altrimenti la sua voce sarebbe arrivata ovattata e poco udibile da sotto il sacchetto, ma questo ha fatto sì (almeno ai miei occhi e alle mie orecchie) che Matsubara apparisse come un personaggio quasi perfetto, quasi fosse uscito da un anime.
Per cui, capisco la scelta di doppiarlo, ma boccio la cosa.
La trama si perde praticamente subito.
Arginato il fattore “sacchetto di carta sulla testa”, l’opera si butta subito a capofitto nei sentimenti dei personaggi, con le cottarelle e le gelosie che cominciano, il volersi invitare a pranzare insieme ma senza riuscirci, e via così.
Per esempio, nell’episodio quattro, ho trovato assurdo che Yuiko corra dietro a Matsubara tutto il giorno per dargli il bento, beccandosi perfino una pallonata in testa e stramazzando sul tetto della scuola.
E Matsubara era lì a pochi passi da lei perché stava giocando a palla con gli altri ragazzi, ma in queste scene è naturale che nessuno debba accorgersi se qualcuno cade a terra, centrato in pieno da una pallonata.
Ho dato una sbirciata all’episodio finale soltanto per vedere se veniva mostrato il volto di Matsubara (anche se è facilmente reperibile scoprire chi sia l’attore che gli ha prestato il "volto") e perlomeno ho visto che la serie va incontro a un finale vero e proprio.
In conclusione, boccio tutto quanto di questa serie.
Non mi sentirei nemmeno di consigliarlo a chi è appassionato del genere perché l’ho trovato di una banalità tremenda.
Mi spiace molto, ma per me non raggiunge la sufficienza.
"Koe Koi" era un titolo che avevo in lista da parecchio tempo e finalmente era giunto il momento di vederlo.
Ricordavo vagamente la trama, dove mi era rimasto impresso questo ragazzo che nasconde il volto sotto a un sacchetto di carta, simile a quelli classici che vengono usati quando si va a fare la spesa.
Al termine della prima puntata ho capito che si trattava di uno shoujo, genere su cui, ormai, storco un po’ il naso.
Ma gli ho dato comunque una chance perché ho visto shoujo che, per quanto stucchevoli, ho portato a compimento.
La trama ruota attorno a Yuiko Yoshioka, neo studentessa delle superiori, che salta l’inizio della scuola perché a casa ammalata.
Con sua grande sorpresa, riceve una telefonata da Matsubara, il neo eletto rappresentante di classe che vuole sapere come sta.
Yuiko rimane colpita dalla sua voce e quando vede Matsubara ne rimane ancora più colpita perché il giovane, per un motivo ignoto, nasconde il volto sotto a un sacchetto di carta.
Da qui parte tutta la trama, che fin da subito si dimostra vuota, perché non c’è nessun elemento nuovo, con cose già viste e riviste.
La particolarità sta in Matsubara e il suo sacchetto in testa, ma purtroppo questo fattore lascia subito il tempo che trova, anche per la reazione che hanno i suoi compagni di classe.
Non c'è nessuno, ma proprio nessuno, che gli abbia domandato perché si tenesse addosso quel sacchetto!
Certo, piuttosto che vederlo bersaglio di prese in giro perché etichettato come strano, meglio così, con nessuno che gli chiede niente. Ma pure i personaggi che sono vicini a Matsubara, e che quindi sono suoi amici, ci passano sopra come se fosse una cosa normalissima!
L’unica che dimostra un po’ di curiosità è l’amica di Yuiko, che cerca un po’ di instillare nella ragazza la voglia di sapere com’è fatto il viso di Matsubara.
Ma la risposta che riceve è la seguente: “preferisco sapere cosa c’è nel cuore di Matsubara piuttosto che sapere del suo volto sotto al sacchetto.”
Ah beh, allora siamo a posto.
Yuiko non mi è piaciuta fin dal principio per la sua acconciatura e questa cosa proprio non sono riuscita a farmela passare.
Per il resto, niente da dire su Yuiko, se non che è la tipica protagonista di uno shoujo.
Di ragazze come lei ce ne sono a migliaia nel settore shoujo e quindi la si dimentica facilmente non appena termina la visione della puntata.
E in sostanza si dimenticano facilmente anche tutti gli altri personaggi che appaiono perché non hanno nulla da dire, e perché si sa già quale sarà il loro ruolo in tutta la vicenda.
Chi ho trovato al limite dell’assurdo è stato il presidente del consiglio studentesco, che prima irrompe sulla scena tutto baldanzoso, sicuro al 100% che farà togliere a Matsubara quel sacchetto dalla testa perché sta violando le norme scolastiche, ma poi scappa via in preda al terrore perché Yuiko gli afferra il braccio.
Da quel momento il presidente diventa un personaggio goffo, goffo come l’amore che si porta dietro per Yuiko.
E anche se non ho visto il proseguo, sono quasi sicura che Yuiko lo avrà rifiutato con garbo e dolcezza, oppure non si sarà neanche accorta della cosa.
Nel vedere Matsubara, il mio primo pensiero è stato “ma come fa l’attore a vederci?”.
Immagino che i due buchini che simboleggiano gli occhi sul sacchetto non avranno permesso di vedere poi molto!
Ma quello che mi ha colpito fin dall’inizio è che il ragazzo fosse doppiato da qualcun altro.
Capisco che sia stato doppiato perché altrimenti la sua voce sarebbe arrivata ovattata e poco udibile da sotto il sacchetto, ma questo ha fatto sì (almeno ai miei occhi e alle mie orecchie) che Matsubara apparisse come un personaggio quasi perfetto, quasi fosse uscito da un anime.
Per cui, capisco la scelta di doppiarlo, ma boccio la cosa.
La trama si perde praticamente subito.
Arginato il fattore “sacchetto di carta sulla testa”, l’opera si butta subito a capofitto nei sentimenti dei personaggi, con le cottarelle e le gelosie che cominciano, il volersi invitare a pranzare insieme ma senza riuscirci, e via così.
Per esempio, nell’episodio quattro, ho trovato assurdo che Yuiko corra dietro a Matsubara tutto il giorno per dargli il bento, beccandosi perfino una pallonata in testa e stramazzando sul tetto della scuola.
E Matsubara era lì a pochi passi da lei perché stava giocando a palla con gli altri ragazzi, ma in queste scene è naturale che nessuno debba accorgersi se qualcuno cade a terra, centrato in pieno da una pallonata.
Ho dato una sbirciata all’episodio finale soltanto per vedere se veniva mostrato il volto di Matsubara (anche se è facilmente reperibile scoprire chi sia l’attore che gli ha prestato il "volto") e perlomeno ho visto che la serie va incontro a un finale vero e proprio.
In conclusione, boccio tutto quanto di questa serie.
Non mi sentirei nemmeno di consigliarlo a chi è appassionato del genere perché l’ho trovato di una banalità tremenda.
Mi spiace molto, ma per me non raggiunge la sufficienza.