Bullet Train Explosion
Da appassionato di viaggi in treno e del mondo delle ferrovie in generale, sono rimasto attratto da questo titolo messo a disposizione di recente sulla arcinota piattaforma di streaming mondiale, atteso che non mi è ancora capitato di recarmi in Giappone e aver la possibilità di utilizzare i famigerati treni ad alta velocità che fin dagli anni '60 del secolo scorso hanno rappresentato, e rappresentano tutt'ora, il fiore all'occhiello dei trasporti ferroviari nel mondo.
"Bullet train explosion" è diventato pertanto l'occasione più ghiotta per vedere all'opera i treni di produzione più recente in un action-thriller-poliziesco che ha poco o nulla di innovativo e di originale dal punto di vista della storia narrata e dello stile registico rispetto ad opere simili che mi è capitato di vedere in passato.
Da quanto ho potuto apprendere, il film in recensione è un sequel di un altro film giapponese, "Bullet Train" del 1975, diretto da Junya Sato e interpretato da Ken Takakura, Sonny Chiba e Ken Utsui.
Con quest'ultimo condivide molti elementi della trama tra cui l'elemento cardine: ossia che il treno, una volta in movimento rischia l'esplosione degli ordigni che sono stati installati dall'attentatore qualora la velocità del trano scendesse sotto una certa soglia (80 km/h nel film del 1975 e 100 km/h nel film più recente), a meno che non venga pagato un riscatto di una somma considerevole prima che il treno raggiunga la destinazione.
I richiami al film del 1975 sono presenti in quanto l'evento posto alla base del lungometraggio del 2025 è collegato proprio ai fatti di quello del passato. Alle somiglianze sulla minaccia posta in essere dal "dinamitardo", in questo film in recensione si aggiunge il tema della vendetta (altro cliché di questo genere di opere) e il tutto si avvale dell'evoluzione in tema di effetti speciali che rendono le scene più ardite alquanto realistiche e avvincenti.
La spettacolarizzazione è tuttavia calmierata dallo stile più compassato e meno irrealistico dei giapponesi: in "Bullet train explosion" siamo ben lontani, ad esempio, dalle sequenze al limite del credibile di "Speed" (film con trama del tutto simile di produzione USA con K. Reeves e S. Bullock). "Bullet Train Explosion" ha il suo pregio nel narrare la sequenza del viaggio con l'incubo dell'esplosione senza inventare nulla o innovare un genere che più o meno funziona sempre tra gli spettatori. Rispetto alle produzioni occidentali cerca di valorizzare tutta una serie di personaggi evitando come nelle migliori produzioni occidentali il c.d. "one man/woman show": atti di eroismo puro di un singolo per risolvere situazioni di pericolo irrisolvibili. "Bullet Train Explosion" attinge invece a piene mani nella "coralità", ossia nell'azione congiunta di vari personaggi che sia a bordo del treno, sia a terra nei vari centri di controllo, collaborano in modo sinergico e organizzato per evitare la strage dei passeggeri.
Ad essere pignoli, ho percepito come un po' deboluccio e latamente forzato il tema della vendetta sia dal punto di vista del personaggio che la attua sia da quello della estrema complessità della soluzione architettata per provare a mettere sotto scacco l'intera comunità giapponese. Ma stiamo commentando un'opera di fantasia e pertanto bisogna ammettere che aver elaborato un collegamento tra i due eventi (quello del treno Hikari 109 oggetto del primo film con quello dell'Hayabusa 60) in modo tutto sommato credibile rappresenta un quid pluris per un film che di certo non assurge a capolavoro.
Ulteriore nota di merito sul tecnicismo ferroviario: le sequenze sulla conduzione del treno ad alta velocità (dai preparativi prima dell'entrata in servizio al finale super adrenalinico) hanno il pregio del realismo. Trattandosi di treni super tecnologici, la regia indugia su alcuni dettagli che dimostrano la cura del copione. La disabilitazione del sistema di controllo di guida (onde evitare che il treno possa rallentare in alcuni tratti la velocità sotto la soglia di esplosione o bloccarsi ai segnali di protezione della linea), il dover modificare gli impianti elettrici in occasione della separazione delle carrozze (al fine di prevenire l'attivazione della immediata frenata di emergenza), il limite massimo di velocità per affrontare i deviatoi, rappresentano la cura nella scrittura del film che solo coloro che hanno un minimo di nozioni di circolazione ferroviaria possono conoscere e che per come spiegati li rendono accessibili a tutti.
Il formalismo quasi barocco dei gesti del personale ferroviario (controllore, assistenti e macchinista) mi hanno fatto sorridere ma denotano ulteriormente la cura con cui la regia si è soffermata sui normali gesti quotidiani del personale viaggiante in modo da rendere il più credibile possibile l'ambientazione.
"Bullet Train Explosion" è stato diretto da Shinji Higuchi ("Shin Ultraman", "L'Attacco dei Giganti"), che sembra essere riuscito a dare un buon equilibrio a questo genere di film drammatici ricchi di effetti speciali. Pur seguendo un canovaccio "canonico" e non originalissimo, la regia riesce comunque a far emergere la solita morale nipponica per la quale si è anche disposti a sacrificare i singoli per il bene comune e a far risaltare le prestazioni attoriali del capotreno Kazuya Takaichi (Tsuyoshi Kusanagi) o quella della diligente e resiliente macchinista Chika Matsumoto (Rena Nounen) e della inquietante studentessa Yuzuki Onodera (Hana Toyoshima).
"Bullet train explosion" riesce così ad alternare momenti molto spettacolari e ricchi di pathos e tensione con altri in cui cerca di dare una certa tridimensionalità ai personaggi, approfondendo ove necessario il loro passato per dare una spiegazione agli eventi. Ovviamente in questo genere di film non è possibile trovare lirismo, introspezione, metafore e allegorie, ma il tutto è comunque ben amalgamato ed equilibrato, senza eccessi melodrammatici che stonerebbero con l'approccio pragmatico e poco appariscente della cultura orientale. Per coloro che amano questo genere di opere, resta un discreto prodotto di intrattenimento.
"Bullet train explosion" è diventato pertanto l'occasione più ghiotta per vedere all'opera i treni di produzione più recente in un action-thriller-poliziesco che ha poco o nulla di innovativo e di originale dal punto di vista della storia narrata e dello stile registico rispetto ad opere simili che mi è capitato di vedere in passato.
Da quanto ho potuto apprendere, il film in recensione è un sequel di un altro film giapponese, "Bullet Train" del 1975, diretto da Junya Sato e interpretato da Ken Takakura, Sonny Chiba e Ken Utsui.
Con quest'ultimo condivide molti elementi della trama tra cui l'elemento cardine: ossia che il treno, una volta in movimento rischia l'esplosione degli ordigni che sono stati installati dall'attentatore qualora la velocità del trano scendesse sotto una certa soglia (80 km/h nel film del 1975 e 100 km/h nel film più recente), a meno che non venga pagato un riscatto di una somma considerevole prima che il treno raggiunga la destinazione.
I richiami al film del 1975 sono presenti in quanto l'evento posto alla base del lungometraggio del 2025 è collegato proprio ai fatti di quello del passato. Alle somiglianze sulla minaccia posta in essere dal "dinamitardo", in questo film in recensione si aggiunge il tema della vendetta (altro cliché di questo genere di opere) e il tutto si avvale dell'evoluzione in tema di effetti speciali che rendono le scene più ardite alquanto realistiche e avvincenti.
La spettacolarizzazione è tuttavia calmierata dallo stile più compassato e meno irrealistico dei giapponesi: in "Bullet train explosion" siamo ben lontani, ad esempio, dalle sequenze al limite del credibile di "Speed" (film con trama del tutto simile di produzione USA con K. Reeves e S. Bullock). "Bullet Train Explosion" ha il suo pregio nel narrare la sequenza del viaggio con l'incubo dell'esplosione senza inventare nulla o innovare un genere che più o meno funziona sempre tra gli spettatori. Rispetto alle produzioni occidentali cerca di valorizzare tutta una serie di personaggi evitando come nelle migliori produzioni occidentali il c.d. "one man/woman show": atti di eroismo puro di un singolo per risolvere situazioni di pericolo irrisolvibili. "Bullet Train Explosion" attinge invece a piene mani nella "coralità", ossia nell'azione congiunta di vari personaggi che sia a bordo del treno, sia a terra nei vari centri di controllo, collaborano in modo sinergico e organizzato per evitare la strage dei passeggeri.
Ad essere pignoli, ho percepito come un po' deboluccio e latamente forzato il tema della vendetta sia dal punto di vista del personaggio che la attua sia da quello della estrema complessità della soluzione architettata per provare a mettere sotto scacco l'intera comunità giapponese. Ma stiamo commentando un'opera di fantasia e pertanto bisogna ammettere che aver elaborato un collegamento tra i due eventi (quello del treno Hikari 109 oggetto del primo film con quello dell'Hayabusa 60) in modo tutto sommato credibile rappresenta un quid pluris per un film che di certo non assurge a capolavoro.
Ulteriore nota di merito sul tecnicismo ferroviario: le sequenze sulla conduzione del treno ad alta velocità (dai preparativi prima dell'entrata in servizio al finale super adrenalinico) hanno il pregio del realismo. Trattandosi di treni super tecnologici, la regia indugia su alcuni dettagli che dimostrano la cura del copione. La disabilitazione del sistema di controllo di guida (onde evitare che il treno possa rallentare in alcuni tratti la velocità sotto la soglia di esplosione o bloccarsi ai segnali di protezione della linea), il dover modificare gli impianti elettrici in occasione della separazione delle carrozze (al fine di prevenire l'attivazione della immediata frenata di emergenza), il limite massimo di velocità per affrontare i deviatoi, rappresentano la cura nella scrittura del film che solo coloro che hanno un minimo di nozioni di circolazione ferroviaria possono conoscere e che per come spiegati li rendono accessibili a tutti.
Il formalismo quasi barocco dei gesti del personale ferroviario (controllore, assistenti e macchinista) mi hanno fatto sorridere ma denotano ulteriormente la cura con cui la regia si è soffermata sui normali gesti quotidiani del personale viaggiante in modo da rendere il più credibile possibile l'ambientazione.
"Bullet Train Explosion" è stato diretto da Shinji Higuchi ("Shin Ultraman", "L'Attacco dei Giganti"), che sembra essere riuscito a dare un buon equilibrio a questo genere di film drammatici ricchi di effetti speciali. Pur seguendo un canovaccio "canonico" e non originalissimo, la regia riesce comunque a far emergere la solita morale nipponica per la quale si è anche disposti a sacrificare i singoli per il bene comune e a far risaltare le prestazioni attoriali del capotreno Kazuya Takaichi (Tsuyoshi Kusanagi) o quella della diligente e resiliente macchinista Chika Matsumoto (Rena Nounen) e della inquietante studentessa Yuzuki Onodera (Hana Toyoshima).
"Bullet train explosion" riesce così ad alternare momenti molto spettacolari e ricchi di pathos e tensione con altri in cui cerca di dare una certa tridimensionalità ai personaggi, approfondendo ove necessario il loro passato per dare una spiegazione agli eventi. Ovviamente in questo genere di film non è possibile trovare lirismo, introspezione, metafore e allegorie, ma il tutto è comunque ben amalgamato ed equilibrato, senza eccessi melodrammatici che stonerebbero con l'approccio pragmatico e poco appariscente della cultura orientale. Per coloro che amano questo genere di opere, resta un discreto prodotto di intrattenimento.