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Fabbrizio_on_the_Road

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
“Ginga Densetsu Riki” è un volume unico prequel/spin-off di “Ginga Nagareboshi Gin” avente come protagonista Riki, il padre di Gin. Pubblicata quando era ancora in corso la serializzazione di “Ginga Densetsu Weed”, è un’opera che, per quanto non indispensabile nell’economia della saga, ho trovato piuttosto interessante e riuscita.

In primo luogo, a questo volume va riconosciuto il fascino che circonda gli albori di una storia che nella serie principale ci viene raccontata in modo ovviamente parziale, ovvero la lotta di Takeda e Shiro contro Akakabuto. Tutta la vicenda viene vissuta dagli occhi del cucciolo Riki, e in alcuni capitoli vedremo anche un piccolissimo Daisuke in azione. Il punto forte del manga, oltre a ricollegarsi bene con l’originale, sta, come già nelle altre opere della saga, nella formazione del protagonista. Ovviamente la crescita fisica e mentale di Riki è un po’ più forzata rispetto a quelle di Gin e Weed, per ovvi motivi di tempo. Ma nella sua brevità funziona e ci consegna una rispettabile caratterizzazione per il personaggio. Come di consueto, Takahashi riesce a realizzare delle storie dal forte spessore emotivo con una lettura veloce e immediata, grazie ad un disegno spettacolare che celebra le fantastiche ambientazioni naturali delle sue storie.

Insomma, “Ginga Densetsu Riki” è un volume per gli appassionati del franchise, che ripropone tutti i punti forti delle opere principali, seppur senza idee e guizzi originali. Non era un tassello indispensabile, ma è sicuramente un’aggiunta interessante che difficilmente i fan non riusciranno ad apprezzare.


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Kotaro

Volumi letti: 1/1 --- Voto 9
Sin dalle sue primissime battute, Ginga Nagareboshi Gin di Yoshihiro Takahashi è sempre stato, palesemente, una storia generazionale.
La successione di padre in figlio, di generazione in generazione, degli istinti e doveri del “kuma inu” di razza Akita è infatti stato uno dei temi portanti della storia lungo tutto il suo svolgimento e ha poi trasformato la storia del cagnolino Gin in una vera e propria saga generazionale fatta di storie di padri, di figli, di figli dei figli e così via, che tuttora continua a impegnare l’autore il quale vi aggiunge sempre nuovi tasselli.
Ginga Densetsu Riki è, nuovamente, la storia di un uomo, di un orso (sempre lo stesso) e di un cane, nonché di un padre e di un figlio.
Ambientato negli anni ’70, il volume racconta (a distanza di vent’anni dall’uscita dell’opera) i retroscena di Ginga Nagareboshi Gin, narrandoci dell’infanzia di Riki, cane adulto e padre del protagonista nell’opera originale, del rapporto che a sua volta lo legava al genitore Shiro e della sua crescita personale, sullo sfondo dell’ormai mitico confronto tra un giovane Gohei Takeda (il cacciatore padrone di Shiro, che i lettori dell’opera originale ben conoscono) e il violento orso Akakabuto.
Riki è un cucciolo di Akita Inu cresciuto fra gli agi e i vizi insieme alla sua mamma, all’ombra di un padre leggendario che non ha mai potuto conoscere. Il doloroso distacco dalla madre e l’incontro con una natura selvaggia che non perdona chi la prende sottogamba segnerà la sua vita rendendolo più forte e facendolo crescere, consapevole della sua natura e dei suoi doveri come “kuma inu”.

Yoshihiro Takahashi ritorna a raccontarci una storia solamente accennata ai tempi di Ginga Nagareboshi Gin, eppure fondamentale per lo svolgersi di tutta la trama, una storia che tutti i fans della serie originale non aspettavano che di veder narrata in maniera più approfondita, ma che si fa anche, se non fosse per l’incipit e la conclusione che a Ginga Nagareboshi Gin sono strettamente correlati, apprezzare da chi non fosse avvezzo alla vicenda del cagnolino dal pelo grigio.
Ginga Densetsu Riki è una storia che riesce a dar calore ai suoi lettori, che trasuda passione da ogni vignetta. Una sorta di favola anni ’70, un racconto di formazione d’altri tempi che non mancherà di incantarci con un’ambientazione di gran fascino, fra paesini di montagna, cime innevate, abitazioni in legno e boschi sterminati, bambini che giocano liberi per la strada e austeri cacciatori che da anni svolgono il loro mestiere vivendo un rapporto contraddittorio di rivalsa e rispetto nei confronti della natura.
Il nostro protagonista, Riki, dimostra di attraversare un rapido ma dettagliato e toccante percorso di crescita personale nel corso dei soli sei capitoli che compongono il volume. L’affresco del nostro cagnolino dal pelo rosso che esce fuori dalla storia è quindi similare a quello del futuro figlio Gin, ma anche in un certo senso differente e allo stesso modo affascinante e profondo.
Allo stesso modo, esce bene dal racconto anche il piccolo manipolo di personaggi che viene rappresentato, a cominciare dagli abitanti del villaggio (sia che si tratti della famiglia dei padroni di Riki sia di abitanti di sfondo), passando per i vari esemplari canini capitanati dal magnifico Shiro per finire poi con il piccolo e vivace Daisuke e con il possente e risoluto Gohei, personaggi cardine di Ginga Nagareboshi Gin che ritroviamo qui in versione più giovane ma del tutto simile a come li presenta l’opera originale.
Questo prequel non si discosta troppo dal suo predecessore anni ’80, presentando un impianto molto simile e concentrando nell’arco di soli sei capitoli tutto ciò che di buono c’era in Ginga Nagareboshi Gin. È un piacevolissimo divertissement per i fan dell’opera originale, che potranno così ritrovarne a distanza di anni alcuni personaggi e scoprirne i retroscena, ma è anche una favola toccante e di grande atmosfera. La storia si fa leggere con grande piacere e riesce a lasciare emozionati i suoi fruitori.
Un plauso va anche ai disegni di Yoshihiro Takahashi, che erano già eccezionali negli anni ’80 e che qui appaiono ancora gradevolissimi: puliti, dettagliati, espressivi, capaci di rendere alla perfezione sia esseri umani di ogni genere sia animali di diverse razze e di regalare al lettore scene d’azione molto dinamiche e splendidi paesaggi che sembran quasi vivi.

Come il suo predecessore, Ginga Densetsu Riki è un’opera che sa regalare grandi emozioni. Un’opera certamente particolare, che probabilmente non sarà compresa da tutti, ma farà la gioia degli amanti degli animali e della montagna.
È un fumetto che si legge tutto d’un fiato ma che sa donare molto a chi lo legge, e purtroppo né questa né nessuna delle opere di Yoshihiro Takahashi ha una pubblicazione italiana. Il che è un peccato, perché è un autore che merita. Un autore di nicchia ma che sa creare storie straordinarie che chiunque meriterebbe di poter leggere.