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Turboo Stefo

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
Dopo il battesimo di "Wind Waker" sul Game Cube la saga di Zelda torna a cavalcare i mari inesplorati con il primo gioco concepito per il Nintendo DS, si tratta di "Phantom Hourglass" tradotto anche con "La Clessidra Fantasma" ed è un piccolo sequel del titolo per Game Cube.

Tetra continua a solcare i mari, mentre nella sua ciurma c'è Link che fatica a sottostare ai comandi dell'amica, ma l'arrivo di una nave fantasma sconvolge il tranquillo viaggio - esclusi i battibecchi tra i due ovviamente - facendo sparire Tetra e i suoi "scagnozzi" mentre Link si risveglia su una spiaggia sconosciuta e cerca subito informazioni su quel che è capitato. Inizia così il viaggio per riempire la Clessidra Fantasma e salvare i compagni.
Di primo acchito la storia sembra prendere la piega classica della serie, ovvero i classici personaggi guida che permettono lo sviluppo della stessa in modo lineare… ma arriva ben presto l'atipica figura di Lineback, un capitano carismatico che nella sua atipica personalità dona freschezza al tutto, sia nei dialoghi sia nello sviluppo.
Come sempre però la storia soffre per la veloce evoluzione, inizialmente offre una veloce panoramica sulle varie caratteristiche viste nel videogame, come il misterioso labirinto con le sentinelle e le zone sicure, oppure l'assurdo giro dell'isola per ottenere un cannone sulla barca, poi verso il finale inizia a stringare sempre di più ogni evento tanto che alcuni vengono leggermente modificati o addirittura saltati se non dimenticati, come il labirinto che non farà più capolino (ovviamente mostrare tutti i dungeon era impossibile ed eccessivo, ma la quasi completa assenza è un vero peccato), ma riguadagna sempre punti grazie proprio a Lineback che acquista sempre più spessore diventando protagonista in egual misura con Link, ed il tutto porta ad un bel finale movimentato da combattimenti e soprattutto che va inteso come un fantastico inno all'amicizia nata tra i due e non solo, come mostrano il passato dell'improvvisato protagonista e l'estremo gesto che si accinge a compiere verso la conclusione.

I disegni, come negli altri capitoli dominati dallo stile rotondo del Toon-Shading, risultano incredibilmente fedeli all'originale, ma il fiore all'occhiello è la fin troppa fedeltà che le autrici hanno prestato alla grafica in 3D vista su Nintendo DS. Sebbene le ambientazioni, gli edifici e soprattutto le navi godranno di un'incredibile cura dei dettagli, tutti in stile "pupazzoso" ovviamente, si nota come le forme siano spigolose e minimaliste, come pareti piatte o pile di casse perfettamente allineate, per non parlare della bellissima barchetta di Lineback che sembra uscita da un mondo poligonale: le pale esagonali, la ciminiera fumante pendente, il cannone massiccio o le tavole che formano la chiglia, tutto è esaltato dalle forme spigolose che non possono non far sorridere.

Buona l'edizione italiana della Jpop che offre il consueto standard, ovvero sovraccoperta, rilegatura solida, buona stampa e ottima carta bianca senza grosse trasparenze.

Una buona trasposizione che cerca di dare spazio a tutti i particolari del titolo ma che finisce con lo stipare eccessivamente il tutto verso la fine, ma risulta imperdibile per l'inaspettato spessore che offre il Capitano Lineback, che si erge come comprimario inatteso della storia, mentre i disegni ricordano bene la grafica spigolosa del Nintendo DS e, soprattutto, offre un gradevolissimo epilogo basato sull'amicizia e sulla sua importanza.