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Robocop XIII

Volumi letti: 22/22 --- Voto 8
Patlabor è un'opera particolare, perché non risulta né particolarmente noiosa né particolarmente appassionante. La sue storie (pur mantenendo una trama di fondo) risultano spesso indipendenti tra loro - se avete letto Detective Conan sapete di cosa sto parlando - dando così la possibilità al lettore di avvicinarsi alla lettura quando più preferisce. Una lettura quindi ludica che a me ha ricordato molto l'utilizzo che facevo da piccolo dei vari Topolino.

Sicuramente uno dei punti forti di Patlabor è la caratterizzazione dei personaggi. Per quanto l'aria che si respiri sia di leggerezza, i personaggi risultano vivi, dotati di una loro personalità e complessi nella loro semplicità. Ma a splendere nel cast è la protagonista. Immatura ma non stupida, è semplicemente la raffigurazione di una ragazza giovane e determinata ma inesperta, descritta in un modo che non mi sarei aspettato data l'atmosfera generale dell'opera. Relativamente ad altri manga è una rappresentazione quasi realistica, che riesce finalmente a creare un ritratto positivo ma non falsato del mondo femminile. Spesso questa ricercatezza psicologica raggiunge il limite del fastidioso in quanto sovente capita che durante il lavoro i vari personaggi commettano più di un errore per disattenzione dovuta a problemi di natura personale.

Patlabor è mix tra una specie di "slice of life" poliziesco e un thriller, sebbene come ho scritto precedentemente all'inizio le storie risultino slegate tra loro con l'avanzare della trama una di queste prenderà il sopravvento prepotentemente catalizzando l'attenzione dello spettatore anche a discapito degli stessi protagonisti. Ed è grazie a questa componente thriller che Mobile Police Patlabor raggiunge in certi frangenti dei picchi qualitativi particolarmente alti e adulti.

Ma il problema maggiore di Patlabor è la confusione. Il tratto di Masami Yūki è piacevole e personale ma tecnicamente l'autore ha più di qualche difficoltà con le scene d'azione e la resa dei movimenti; se a ciò aggiungiamo i fondali inesistenti o sostituiti da linee cinetiche e "l'anatomia" dei mecha raggiungiamo il risultato che non si capisce cosa stia accadendo. Ciò si riflette anche nella sceneggiatura, che risulta sì interessante ma confusionaria e spesso ci si perde qualche pezzo per strada.

L'umorismo in Patlabor è sempre presente ma non fastidioso, ed è condito da una sporadica metacomicità. Il manga è condito da una giapponesità di fondo che quindi si riflette pure nelle battute, rendendole spesso intraducibili (o adattate male) e trasformando delle scene sensate in scene non-sense. Per esempio quando un personaggio propone a un altro di andare in una "soap land" (cioè di andare a donnine, a grandi linee), in italiano diventa "andare a fare un bagno col sapone", trasformando la trasgressiva proposta in una avance omosessuale.

La creatura di Masami Yūki è interessante. Ha un mecha design accattivante. Ha stile. Riesce a concedersi delle partentesi politiche e sociali ben inserite e non moraleggianti. Propone dei robottoni relativamente realistici e un Giappone vivo, con un posto d'onore per le stagioni che danno un riferimento temporale e un'atmosfera particolare all'opera. Dovette però mettere in conto una cosa se volete iniziare Patlabor: è lento e il finale deludente, risultando in una specie di nulla di fatto. Se date più importanza al viaggio che all'arrivo, questo manga potrebbe essere la scelta giusta, sempre però tenendo a mente che si tratta di una lettura leggera da leggere magari tra un manga e un altro.


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GIGIO

Volumi letti: 22/22 --- Voto 6
Un manga molto soft che probabilmente non ha avuto il successo che merita. Se fosse uscito in questi anni addirittura non so se la Star Comics sarebbe riuscita a portarlo a termine. Eppure io l'ho apprezzato. Partirei dapprima dal suo più grande difetto. Il manga è stato scritto come se in un futuro prossimo il mondo, e soprattutto in questo caso la polizia, gestisse i suoi interventi attraverso i robot. Interessante sicuramente. Il problema è che questa evoluzione sembra sia presente solo nei robot mentre tutto il resto, strutture, tecnologie o anche semplici automobili, vestiti ecc sembrano tutti non essersi evoluti. A tratti addirittura sembrano mescolati al passato. Geniale sicuramente l'idea (anche se non originale) ma concepita male.

Il disegno è sufficiente, approssimativo, non è facile disegnare di queste tematiche ma credo che Masami Yuki alla fine porti a casa il risultato. La trama si evolve bene ma 22 numeri sono forse un po' troppi per descrivere quello che ora della fine si sarebbe potuto tradurre in meno numeri. Ci sono alcune fasi piatte. Mi è piaciuta l'idea di affidare il tutto ad una protagonista femminile e mi sono piaciuti anche i co-protagonisti, che alla fine a tratti rendono anche il manga divertente. Però come ho detto sopra ci sono troppi difetti per dare un voto superiore alla sufficienza. Consigliato come lettura secondaria.


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Matteo91

Volumi letti: 22/22 --- Voto 7
Negli anni novanta fervono in tutto il mondo le iniziative per mettere al sicuro le città costiere dell’effetto serra. Nell’ambito di tale progetto vengono creati i labor, ovvero giganteschi esoscheletri che permettono di accelerare i lavori. Ma con i nuovi mezzi nascono anche nuove forme di criminalità e per questo motivo, nel 1997, il dipartimento di polizia metropolitana di Tokyo, decide di creare un corpo particolare, la divisione speciale meccanizzata che utilizzi a sua volta dei labor, in questo caso petrol labor o Patlabor per risolvere i problemi legati al crimine dilagante. Queste le premesse, in sintesi, su cui si basa un fenomeno esplose nel 1988 e che continua tutt’ora a riscuotere un buon successo.

Patlabor nacque come un manga ad opera di Masami Yuki, un disegnatore che aveva lavorato per svariati anni anche nel campo dell’animazione, e proprio grazie alle amicizie strette in quel settore nello stesso anno riuscì a far produrre una serie di OAV ispirati al suo fumetto. Da allora non c’è stato più un attimo di sosta. Accanto ai manga sono stati realizzati sette OAV, un lungometraggio e una serie a cartoni animati. Tutto ciò, ovviamente, supportato da un merchandising che tocca ogni settore, da quello del modellismo a quello sterminato dei gadget.

Il successo di questa storia è essenzialmente riconducibile ad un fattore che la caratterizza: il realismo. Tutta la tecnologia mostrata, seppur fantascientifica, risulta, infatti, estremamente credibile e ciò vale persino per gli enormi revolver 44 magum stile ispettore Callaghan di cui sono dotai i robot. Non solo, ma anche le trame rispecchiano la passata situazione del mondo della polizia giapponese. Come avrete opportunità di notare fin dai primi numeri, le storie non sono costituite solamente da spettacolari scontri fra i labor, ma anche da meticolose indagini e gli ambigui rapporti che si vengono ad intrecciare tra le autorità e la malavita organizzata. Il tutto visto e commentato con impotenza dagli stessi membri della polizia. Protagonista di questa avvincente serie è Nomi Izuki, la giovane pilota di un Petlabor modello Ingram da lei soprannominato con affetto Alphonse. E attorno a lei ruotano dell’eterogenea seconda divisione, le ci psicologie e relazioni interpersonali contribuiranno a rendere le loro avventure ancora più coinvolgenti per i lettori.

Patlabor, insomma, è uno dei manga polizieschi più interessanti prodotti negli ultimi anni e senza ombra di dubbio, una lettura stimolante.


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Hadrill

Volumi letti: 22/22 --- Voto 7
Tokio 1998; l'industria delle costruzioni è solita servirsi dei labor, robot adatti ad usi civili, ma che possono diventare terribili armi in mano a terroristi e facinorosi, come accade sempre più spesso.
Per combattere questa piaga, la polizia crea una sezione speciale dotata di Ingram, ovvero di labor di ultima generazione, alla quale toccherà spesso scontrarsi con un misterioso personaggio alla guida di un labor nero.
Il manga di Masami Yuki ha molti elementi validi: una storia ben strutturata, che affronta temi adulti, senza però perdere la leggerezza della narrazione, un tratto grafico molto curato, assenza di punti morti che possano stancare il lettore.
Sono presenti anche belle scene di combattimento, anche se dalla concezione superata, ormai; invece è davvero ottima la caratterizzazione di ciascun personaggio.
Vi consiglio di recuperare l'intera serie di volumi e di leggerla di seguito, non ve ne pentirete!