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Utente6010

Volumi letti: 10/10 --- Voto 4
Quando questo titolo è arrivato sugli scaffali, quasi vent'anni fa, l'avevo scartato velocemente ritenendolo un prodotto piuttosto misero. Recentemente l'ho trovato a un mercatino a un prezzo talmente basso che poco ci mancava che fosse il venditore a darmi i soldi, e quindi ho deciso di recuperarlo.

Trama e storia: La trama alla base della serie è semplicemente una scusa superficiale per assemblare un guazzabuglio informe di situazioni comiche deliranti e fan service. Entrambi di dubbio gusto. Perfino per un'opera dai toni fortemente ecchi come questa. "Opera"... sigh...
Wikipedia riassume così: «Girls Bravo parla di un giovane studente chiamato Yukinari Sasaki, il quale viene spesso aggredito ed attaccato dalle ragazze, al punto da cominciare a mostrare una strana reazione allergica verso di loro. Un giorno, mentre torna a casa da scuola, cade in una vasca da bagno e viene trasportato su "Seiren", un mondo misterioso popolato maggiormente da ragazze».
Occhio che non si tratta di un isekai, la storia è ambientata in Giappone, giacché il protagonista torna quasi immediatamente a casa accompagnato dalla bella Miharu. Ben presto attorno al protagonista prenderà vita il classico harem e l'autore ci trasporterà in un turbinio di incoerenza, idiozia e (soprattutto) ragazze svestite.
Avrei voluto scrivere "situazioni piccanti", ma la verità è che il manga fallisce brutalmente sotto questo aspetto, e le situazioni sono davvero così stupide e surreali da non essere neppure piccanti. Il cliché è in buona parte sempre lo stesso. Capitoli di una ventina di pagine in cui viene introdotto il contesto dell'episodio. Arriva dal nulla uno dei comprimari (Kazuharu Fukuyama) che per un motivo o per l'altro denuda le ragazze e le palpeggia con questa o l'altra scusa. La situazione si risolve con le ragazze che picchiano Fukuyama e danni collaterali assortiti.
Aggiungo che il finale è talmente rapido e improvviso da rendere evidente come la serie non stesse chiaramente riscuotendo grande successo e sia stata tagliata. Brutto, realizzato male, all'insegna della banalità anche questo... ma almeno c'è un finale.

Sviluppo dei personaggi: Non c'è alcun tipo di lavoro di approfondimento sui personaggi. Dal primo all'ultimo sono banali e ricalcano stereotipi visti mille volte. L'amica d'infanzia. Quella timida. La bambina genio. Il depravato. E così via. Anche i rapporti tra i personaggi sono di una pochezza disarmante. Boh, giuro che raramente ho letto una roba tanto straziante.

Disegni: Il manga migliora nettamente negli ultimi volumetti, ma i primi mi sono sembrati disegnati piuttosto male. O magari mi sono semplicemente abituato al tratto di Kaneda, dopo qualche numero. Fatto sta che non fanno assolutamente gridare al miracolo e non superiamo la sufficienza.

Dialoghi: Giuro che non so cosa scrivere. I dialoghi sono talmente basilari e infantili che, se fossero stati un gradino peggiori, i protagonisti si sarebbero espressi a rutti e muggiti. Non c'è niente da dire, quando storia e personaggi sono così insufficienti che genere di dialoghi vi aspettate di trovare?

La mia valutazione complessiva è, insomma, del tutto insufficiente.


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Nyx

Volumi letti: 10/10 --- Voto 7
Girls Bravo fu il primo manga ecchi che cominciai a seguire anche se, a dire il vero, il significato di ecchi mi fu chiarito solo molti anni dopo.
Cosa mi spinse all'acquisto di questo manga? Ero agli inizi della mia carriera di mangofilo e a quei tempi compravo quasi tutto ciò che, per un verso o per l'altro, m'ispirava interesse, non avevo che una vaghissima idea di cosa potesse contenere quest'opera e le poche informazioni in mio possesso provenivano da diversi wallpaper che avevo visionato antecedentemente. Ci si può affezionare ad un titolo solo per i wallpaper? Evidentemente si in quanto rappresentano già diverse caratteristiche di un'opera, quali per esempio il tratto grafico e le fattezze dei personaggi e non serve certo particolare perspicacia per immaginare il genere e il contenuto di una possibile trama.
Queste furono le premesse che mi portarono ad acquistare Girls Bravo con entusiasmo e, fortunatamente, non venni deluso. Oggi, a distanza di tanti anni da quell'acquisto, i miei gusti sono andati mutando e non riesco a ritrovare le stesse piacevoli atmosfere di un tempo sfogliandone le pagine; le tantissime gag comiche delle quali Girls Bravo è stracolmo difficilmente riescono a farmi sorridere come un tempo, qualcuna mi sembra addirittura esagerata e assai sciocchina (e probabilmente lo è davvero) tuttavia, facendo appello ad un minimo di obiettività di giudizio, non posso comunque non ritenere quest'opera tra i titoli più validi del suo genere. Si tratta di un ecchi fantastico e quasi demenziale in diversi passaggi, è una tipologia di lettura alla quale non dedico più spazio, andando in cerca di qualcosa di più serioso, ma chi cercasse tutt'ora un manga leggero e divertente dovrebbe comunque tenerlo in considerazione.

La trama è piuttosto originale ma si poggia su di un protagonista stereotipatissimo, il classico ragazzetto gentile, timidino, innocentissimo e (diciamocelo chiaramente) anche un bel po' sfigatello ma che, come spesso accade in questo genere di storie, sarà accerchiato da un harem da fare invidia a qualsiasi ragazzo normale di questo mondo... già, normale, perchè Yukinari purtroppo normale non lo è affatto, in quanto affetto da una pesantissima forma di "ginecofobia"!
"E che roba è?" Vi chiederete voi altri...
Trattasi di una fortissima forma di "repulsione" fisica per le donne, tale da scatenare in lui innumerevoli sfoghi al semplice contatto e talvolta persino al solo stargli accanto.
Eppure proprio lui (guarda che caso) si troverà circondato da bellezze di ogni genere, che col tempo andranno anche ad aumentare. E' il canovaccio tipico delle opere stile "harem" ma con una malattia di quel tipo, siamo veramente sicuri che tale paradiso terrestre non possa tramutarsi in un vero e proprio inferno? Forse si, ma al posto suo il sottoscritto avrebbe prepotentemente sfidato la sorte lanciandosi a capofitto sulle fascinose controparti femminili! : - "Ecchediamine! Si vive una sola volta!". A pensarla più o meno come me ci sarà senz'altro il bellone di turno che tenterà di soffiare le donzelle del "povero" protagonista dando così vita ad una serie di scenette assurde e in certi casi parecchio divertenti. Elemento focale della vicenda sarà anche la bella Miharu, unica ragazza che riesce a stare a contatto di Yukinari senza farlo sentire male, Miharu è speciale probabilmente perché non si tratta di un abitante del pianeta Terra ma di un posto chiamato "Seiren" dove la popolazione locale è composta al 90% da sole donne... immaginatevi che infermo potrebbe essere per il protagonista! I personaggi comprimari saranno molteplici, alcuni molto azzeccati altri appena accennati ma si riveleranno tutti discretamente piacevoli.

Morbidi e molto gradevoli i disegni di Mario Kaneda (autore del manga in questione) che non si sprecherà mai granché per i fondali ma, vista la natura dell'opera, non ci si fa assolutamente caso, non si sceglie un titolo di questo genere per godersi improbabili virtuosismi grafici ma per rilassarsi e farsi un paio di risate. Si tratta di una vecchia edizione della Playpress il cui costo si assestava a 3.90 euro per volumetto, sprovvista di sovraccopertina ma che regge abbastanza bene al passare degli anni e a molteplici letture, la rilegatura si dimostra decisamente più affidabile di tante costosissime opere della Planet manga dei giorni d'oggi, e parliamo di un'opera di 13 anni fa.


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Sgt. Pepper

Volumi letti: 2/10 --- Voto 5
Sfogliando le prime pagine del primo numero, la conclusione a cui si giunge è una sola: ecco il solito manga in stile harem. Solito protagonista sfigato che si ritrova, per cause di forza maggiore che non si verificherebbero mai nella vita reale, circondato da uno stuolo di bellissime ragazze, tutte, per un motivo o per l'altro, attratte da lui. In realtà, Girls Bravo non è solo questo. È molto peggio. Ad una trama di base vista e rivista si uniscono personaggi per la maggior parte odiosi, vicende assolutamente idiote, e uno sviluppo totalmente inesistente.

I personaggi fanno a gara per conquistarsi il titolo di "personaggio peggio riuscito dell'anno". Yukinari è, senza esagerazioni, un imbecille della peggior specie. Ha le capacità intellettive di un cetriolo, il fisico di un undicenne e il carattere di un porcellino d'india. Se i normali personaggi dei manga di questo tipo interagiscono con le fanciulle del loro "harem", dando luogo a vicende più o meno interessanti, questo benedetto ragazzo non muove un dito neanche a pagarlo. Conclusione: non si può contare su di lui per una minima evoluzione degli eventi.
Miharu è snervante all'inverosimile. La sua scarsa intelligenza, il suo appetito smisurato e la serie di gag a cui questi dovrebbero portare sembrerebbero avere la timida pretesa di renderla simpatica al lettore, ma l'unico sentimento che l'aliena dai capelli rosa riesce a suscitare è il desiderio di prenderla a martellate sui denti.
A coronare il tutto ci sono la solita fanciulla timida e semi-lobotomizzata, perennemente spaventata dal mondo e pressoché incapace di pronunciare una frase di senso compiuto, e la psicopatica di turno, innamorata anche lei del protagonista per ragioni ignote all'umanità, che ne inventa di tutti i colori per conquistare il suo cuore, fallendo sistematicamente, con l'intento di suscitare l'ilarità generale; intento nel quale, per altro, fallisce miseramente.

In questo mare, ma che dico, in questo oceano di desolazione sembrano farsi spazio con grande sforzo quelli che personalmente definirei i due pilastri della serie: Kirie, l'amica d'infanzia di Yukinari, e Fukuyama, il pervertito di turno. I due, nonostante l'intento dell'autore di relegarli ad un ruolo marginale, sembrano essere gli unici a possedere uno straccio di personalità, e rappresentano, per quanto mi riguarda, l'unico valido motivo per continuare questa serie così tristemente inutile, dal momento che mi è sembrato di intravedere la pallida speranza di un futuro sviluppo amoroso fra i due, come evoluzione di un rapporto fatto di continui insulti e battibecchi, nonché di sonore mazzate (da parte di Kirie). Peccato che la voglia di sprecare tempo e denaro per comprare gli 8 volumi che mi restano per completare la serie non abbia la minima intenzione di presentarsi, considerato il fatto che, data la natura di questo manga, che presuppone l'assoluta centralità del protagonista, che nonostante la sua sconcertante pateticità risulta essere il fulcro della vicenda, le possibilità che lo sviluppo da me sperato si verifichi sono piuttosto scarse.

Gli assegno un 5 giusto per i disegni, che non sono malvagissimi, e per gli sporadici momenti di divertimento dovuti ai siparietti tra Kirie e Fukuyama, che salvano questo manga da quello che dovrebbe essere un meritatissimo 3.


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Riccardo80

Volumi letti: 10/10 --- Voto 7
Quando si acquista un manga bisogna chiedersi se risponde alle aspettative. Chi compra Girls Bravo sa che non può aspettarsi un manga romantico, ma un ecchi comico.
La domanda quindi è: fa ridere? Sì! Girls Bravo fa ridere moltissimo.

Sebbene i protagonisti maschile e femminile della storia non siano nulla di speciale, Girls Bravo presenta due personaggi davvero simpaticissimi. che avrebbero meritato di essere loro stessi i protagonisti ufficiali e di fatto solo coloro che animano la storia.
Uno di questi non-protagonisti è Fukuyama, una sorta di via di mezzo tra un Ataru Moroboshi, un Mendo e un Kuno Tatewaki: bello, insopportabile, rubacuori impenitente, conquista tutte le donne tranne le eroine della storia e per questo se la lega al dito.
In pratica il manga racconta tutte le stravaganti idee e trucchi che il mitico Fukuyama crea per poter spogliare le protagoniste.
Gli fa da perfetto contraltare comico, Kirie, amica d'infanzia del protagonista (non di Fukuyama, ricordiamoci) che è l'unica che riesce a contrastare efficacemente le infide mosse del biondo e ricchissimo antagonista.

Il manga quindi si basa su capitoli autoconclusivi, su una comicità ecchi e su due personaggi secondari che farebbero la fortuna di qualsiasi manga.
È quindi questo ciò che più dispiace del manga, se fossero stati loro i protagonisti dal principio, magari il tutto condito anche da una storia d'amore, questo manga non sfigurerebbe di fronte ad altri, considerati pietre miliari del genere.
Però mi permetto di promuovere questo manga a tutti coloro che vogliono una lettura leggera, rilassante e divertente, perché Girls Bravo è un manga comico che effettivamente fa ridere, e si presta anche ad essere riletto di tanto in tanto.


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Kotaro

Volumi letti: 10/10 --- Voto 3
C’è una legge, nel fumetto giapponese, secondo la quale ad ogni protagonista maschile anonimo, sfigatissimo e privo di attrattiva corrispondono anche 2+ personaggi femminili strafighi e più interessanti caratterialmente perdutamente innamorati di lui, o che comunque gli gironzoleranno intorno.
Girls Bravo esemplifica alla perfezione questo topos della narrativa a fumetti del Sol Levante presentandoci un protagonista, Yukinari Sasaki, che è l’inutilità fatta ragazzo. Ad uno scialbissimo design (ma questo non è necessariamente un problema) affianca un carattere passivo e decisamente poco approfondito, trattato solo attraverso quelle due o tre linee guida che lo caratterizzano ma che non vengono mai approfondite nel corso della storia, rendendo Yukinari un personaggio completamente inutile ai fini della vicenda di cui lui stesso è il protagonista.
Si sa, comunque, che nei manga di questo tipo, il protagonista maschile conta poco e niente, del resto. Vabbè, almeno faremo leva su quello femminile.
Girls Bravo fallisce anche in questo caso, dato che la protagonista principale, l’aliena Miharu, è anche lei di un piattume allucinante.
Appare inevitabile il confronto con Lamù di Rumiko Takahashi. Anche là era un’aliena il perno della vicenda, tuttavia, quanto l’extraterrestre dal costume tigrato era conturbante, iperattiva, sensuale e determinata, tanto Miharu è svampita, stupida, priva di fascino e decisamente poco interessante a livello caratteriale. È una sorta di bambola imbranata, i cui continui disastri strapperanno sì qualche risata al lettore, ma sono anche palesemente creati in modo da far risultare l’aliena come un personaggio “kawaii a tutti i costi”, dolce e passivo, che di certo affascinerà qualche otaku maniaco, ma appare decisamente poco interessante quando non irritante per tutti gli altri lettori.
Gli altri personaggi (chiaramente quasi tutti femminili) seguono più o meno tutti gli stereotipi del genere. Abbiamo la timidissima e imbranata (e che per questo attrae gli stessi maschi di cui ha paura) Koyomi, la bimba (che per questo attrae i maschi) prodigio Tomoka e la pazza schizzata Risa (che però non vale un’unghia di, ad esempio, Kodachi di Ranma ½), tutti personaggi alquanto piatti e scialbi, che di certo affascineranno qualche otaku maniaco ma appaiono decisamente poco interessanti quando non irritanti per tutti gli altri lettori.
In questo marasma di piattume ci sono due personalità che riescono a spiccare, nonostante sia indeciso sul valutare questa cosa come un bene o come un male…
Una è Kirie, l’amica d’infanzia di Yukinari, una ragazza-maschiaccio senza la minima femminilità pronta a pestare e urlare dietro a chiunque.
L’altro è Fukuyama, il rivale del protagonista, tanto ricco e avvenente quanto assetato di nudità femminili. Seto Kaiba di Yu-gi-oh che scopre le donne invece che i Blues White Dragon, diciamo.
Lui non fa che ficcare in situazioni che le portino a spogliarsi tutte le donne che ha intorno, lei, dopo brevi attimi di imbarazzo, non fa che pestarlo e lamentarsene di continuo.
Se tanto mi dà tanto, e l’amore non è bello se non è litigarello, poco ci vuole affinché il lettore pensi che Kirie e Fukuyama siano destinati a far coppia fissa nel corso della storia e si metta a seguire le loro vicissitudini (in effetti i due sono personaggi più o meno azzeccati e comunque quasi sempre divertenti) piuttosto che quelle dei due inutili protagonisti.
Purtroppo, però, Girls Bravo continua a deludere, poiché d’amore (che dovrebbe essere il motore principale della vicenda) non ce ne sarà neanche l’ombra. La gente si innamora di Yukinari perché è l’unico ragazzo che c’è a parte il rivoltante Fukuyama e gli appare decente per confronto, ma non perché mossa da un reale sentimento. Così né Yukinari e Miharu (la coppia protagonista, che poteva dare il via ad una storia sentimentale piuttosto interessante, se solo l’autore avesse voluto) né Fukuyama e Kirie né nessun altro vivrà una storia d’amore, in questo manga.
Intento primario dell’autore è infatti, tramite gli strambi piani di Fukuyama o chi per lui, far sì che la mezza dozzina di personaggi femminili di cui la storia è popolata finisca di continuo, e nei modi più stravaganti, in negligé, in costumi più o meno succinti o scosciati se non addirittura come mamma li ha fatti.
Basta. Tutto qui. Niente storia, niente sviluppo dei personaggi, niente sviluppo delle love stories. Solo quintalate di episodi autoconclusivi con gag ecchi atte a mostrare grazie femminili, stop.
A dire il vero, una sorta di linea guida, di storia principale, c’è, più o meno, ma viene trattata con una superficialità tale da non rendersene neppure conto, e la conclusione della storia lascia talmente tanto amaro in bocca da far venire la tentazione di bruciare i volumetti.
A salvare più o meno la baracca, uno stile di disegno chiaro, pulito, semplice e piacevole, ma un po’ troppo poco personale perché tendente al tratto kawaii imperante in questi ultimi anni e comunque troppo incentrato su figure femminili per poter giudicare come l’autore disegna gli sfondi o diverse tipologie di personaggi.
Nonostante questo, però, Girls Bravo rimane una storia assolutamente vuota, priva di qualsivoglia contenuto, valore, artifizio narrativo, colpo di scena, approfondimento sui personaggi o risvolto sentimentale. Nulla di nulla.
Pensando allo shonen sentimentale, alle opere e agli autori che hanno reso celebre e importante questo genere, come Izumi Matsumoto, Ken Akamatsu, Masakatsu Katsura, Rumiko Takahashi, Mitsuru Adachi o Mizuki Kawashita, la sensazione che si ha guardando a Girls Bravo con questi nomi in mente è qualcosa di assolutamente negativo. Sdegno, sconforto.
A che pro impegnarsi per creare una storia, per portare avanti un amore, quando poi un qualsiasi Mario Kaneda può tratteggiare quattro personaggi stereotipati e disegnati in stile kawaii, imbastire una trametta esile che prevede di farli spogliare almeno due volte a capitolo, riempire 10 volumi con tutto questo e vendere quel tanto che basta per ottenere di farli trasporre in ben due serie animate?

Si dice spesso che le produzioni di oggi sono di molto inferiori rispetto a quelle di ieri. Non credo che questo valga per tutto ciò che esce dal Sol Levante al giorno d’oggi, ma guardando questo Girls Bravo possiamo almeno notare come valga perlomeno per il genere dello shonen sentimentale. Una volta si avevano storie d’amore di grande passione e intensità del calibro di Miyuki, Kimagure Orange Road, Rough o Video Girl Ai, oggi abbiamo questa manata di grazie femminili senza alcun sentimento né alcuna storia a farvi da cornice. Giudicate da voi cosa sia meglio…
A chi consigliare Girls Bravo? Devo dirlo francamente? A nessuno, nemmeno al maniaco di turno che potrebbe tranquillamente dirottare direttamente su un hentai o su una commedia sentimentale più interessante (ad esempio, un Video Girl Ai, che oltre ad offrirti una splendida storia ti dà anche dei disegni più realistici e quindi delle grazie femminili meglio realizzate, se proprio è questo quello che si vuole…). Girls Bravo è un manga veramente inutile, che non porta e non vuole portare da nessuna parte e che si legge senza lasciare alcuna emozione ai suoi personaggi così come ai suoi fruitori.
Bocciato su tutti i fronti e pure con un certo sdegno.