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-Shiho-

Volumi letti: 4/4 --- Voto 7
Manga di esordio della talentuosa Ai Yazawa, "Marine Blue" è uno shojo edito in Italia dalla Planet Manga in 4 volumi nell'edizione standard dal costo di 4,50 euro. Lontano dai canoni delle opere più mature della mangaka, "Marine Blue" è uno shojo classico, caratterizzato dai tipici ostacoli e dalle pene d'amore che le protagoniste delle storie di tal genere devono in genere affrontare.

Protagonista è una giovane liceale di nome Haruka, che lavora in un piccolo negozio che vende articoli da surf insieme al cugino Ippei, il quale è legato alla cugina da un profondo e sincero sentimento di affetto. L'arrivo improvviso di un abile surfista turba l'animo della protagonista, che in lui riconosce l'amico d'infanzia Arikawa, che da bambino aveva lasciato il Giappone. Come da bambini, Haruka nutre ancora per Arikawa un profondo interesse. La presenza di Arikawa, che sembra ricambiare Haruka, e l'atteggiamento a volte indeciso della ragazza finiscono per scatenare la gelosia del cugino Ippei e la rivalità fra i due ragazzi. La trama non brilla per l'originalità (triangoli amorosi, amici di infanzia, indecisioni della protagonista e classici espedienti da shojo), eppure i personaggi, semplici e in parte stereotipati (Haruka appare eccessivamente buona e sensibile, una protagonista quasi senza "macchia") sono genuini e reali. Il tratto è quello che più preferisco dell'autrice in quanto le figure umane non sono ancora eccessivamente stirate e non emerge ancora quell'attenzione eccessiva per i particolari (soprattutto per le vesti e gli accessori dei personaggi). Le figure umane sono ben proporzionate e le espressioni dei volti sono vive, dolci e sognanti. Indubbiamente la storia risente un po' del tempo ,ma si avverte la freschezza di una vicenda che lascia trasparire una certa dolcezza. Qua non vi sono i grandi drammi di un manga come Nana, e anche le situazioni più drammatiche ([<b>ATTENZIONE! SPOILER!</b>] quali l'incidente di Ippei, oppure la turbolenta storia del senpai di Ippei divenuto il capo di una banda di piccoli teppisti [<b> Fine SPOILER!</b>]) vengono stemperate in un clima di dolcezza.

Ho letto tutte le opere della Yazawa e -probabilmente molti si troveranno in disaccordo- le opere che preferisco di più (per tratto e per la dolcezza) sono quelle dell'inizio della sua carriera. Nel tratto "Marine Blue" si avvicina a "Non Sono un Angelo", realizzato subito dopo "Marine Blue", mentre appare molto distante nello stile da opere ben più note quali "Cortili del Cuore" o "Paradise Kiss". Eppure ritengo che proprio le prime opere, malgrado le storie in sé siano piuttosto banali, emanano tanto candore e i personaggi brillano di luce propria. Questo viene meno nelle opere successive, dove vi è un'estrema attenzione per i particolari, ma i personaggi sono spesso meno positivi e più cupi. Un pregio di "Marine Blue" è proprio questo: si tratta di un manga dolce, spensierato e fresco. Purtroppo una nota dolente è che la protagonista di "Marine Blue", per quanto "genuina", non possiede il carattere delle eroine dei manga della Yazawa. Infatti, da "Non Sono un Angelo", a "Cortili del Cuore", a "Nana", tutte le protagoniste mostrano una certa grinta, invece la protagonista di "Marine Blue" è un po' lagnosa ed eccessivamente ingenua, anche se risulta abbastanza sopportabile. Se a questa mancanza di carattere della protagonista si aggiunge un ritmo narrativo abbastanza pacato e piatto, il risultato finale è uno shojo abbastanza godibile ma che non raggiunge gli alti livelli delle opere successive. Da qui la decisione di assegnare a questo manga voto 7.
Consiglio comunque ai fan dell'autrice di recuperare questa opera per poter pienamente apprezzare la maturazione di una mangaka del calibro di Ai Yazawa; inoltre consiglio questa opera anche alle amanti del genere e ad un pubblico femminile più giovane.


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Koomori-san

Volumi letti: 4/4 --- Voto 8
A un primo impatto avevo giudicato questa serie in quattro volumi come una delicata opera giovanile che ancora molto si conformava ai classici stereotipi di shoujo manga. Una Ai Yazawa non ancora libera di esprimere se stessa come avrebbe fatto dopo. Ecco, in parte mi sbagliavo. In Marine Blue l'essenza di Ai Yazawa si sente tutta, e nonostante il tratto non sia ancora molto personale, come è diventato in seguito, ma risponda piuttosto a dei canoni estetici più classici, e la storia parta da un classico triangolo, essa evolve con profondità e delicatezza rara, un risultato incredibile per una mangaka che nelle note laterali si giudica "inesperta", chiedendo perdono per la variabilità con cui vengono disegnati i personaggi, a volte più adulti, altre volte più ragazzini. E' vero, volendo muovere delle critiche, queste si potrebbero fare, ma trovo che sarebbero, in fondo, inutili. A volte l'evoluzione della storia potrebbe risultare forzata, o i gesti dei personaggi incomprensibili ad un occhio adulto. Invece no, non voglio criticare questo: i personaggi sono adolescenti ed insicuri, non conoscono ancora le direzioni giuste da prendere e le scopriranno solo crescendo. Dietro Marine Blue vi è molto delle tradizioni di un Giappone che affaccia verso l'Occidente, un modo di intendere l'amore che è così ricco e pieno come solo in un manga riesce ad essere descritto.
Marine Blue è ricco della dolcezza di un amore a lungo negato. Il surf, l'estate, le palme, l'indecisione, le feste, gli eventi e i baci che accadono e non lasciano nulla, perché i sentimenti ancora devono diventare adulti.
Marine Blue porta in sé molto, ed è per questo che perdono ad Haruka, Ippei ed Harikawa le loro incertezze.


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Sonoko

Volumi letti: 4/4 --- Voto 8
Marine blue rientra fra le opere giovanili della Yazawa, perciò come in Non sono un angelo lo stile è ben diverso da Nana.
Il che, a mio avviso, non è per tutti gli aspetti un motivo per disprezzarlo, anzi! Infatti anche se lo stile di disegno è un po' acerbo e le espressioni dei personaggi non sono ancora del tutto stabili (come ammette l'autrice stessa in un free-talk, lamentandosi del fatto che a volte sembrano ragazzini e a volte adulti) lo considero più gradevole in quanto non appaiono quei personaggi anoressici tipici del suo stile "maturo".
La trama risente sicuramente della sua età, infatti l'intreccio è molto meno complesso, in pratica il classico triangolo amoroso, con un'ambientazione in spiaggia anziché in un'aula scolastica: Haruka lavora in un bar sulla spiaggia, ed in tale contesto può incontrare dopo tanti anni Tooru, il suo primo amore dei tempi delle elementari che ha la passione del surf, che come lei pare non aver mai dimenticato i loro trascorsi. Anche Ippei, il cugino di Haruka pure innamorato di lei (in Giappone i cugini possono sposarsi!), ha lo stesso sogno di Tooru, così i due si ritrovano ad essere rivali nell'amore come nello sport.
Il contesto di Marine blue è sicuramente meno pesante che nei manga più recenti, i temi trattati non vanno al di fuori di problemi che possa avere qualsiasi normale adolescente. Certamente risente dei tempi in cui è stato realizzato, perciò certe situazioni che tormentano i protagonisti o certe soluzioni scelte potranno far sorridere gli adolescenti di oggi (che soprattutto potranno divertirsi a valutare in quante tavole in cui Haruka ha i lacrimoni, anche se credo che perderebbero il conto!), ma la storia è comunque godibile da qualsiasi fascia d'età.
Forse non è fra le migliori opere dell'autrice, ma sicuramente non la peggiore; inoltre, il numero ridotto di volumi se da un lato comporta lo scarso approfondimento di alcuni punti, dall'altro invoglia a tentare un acquisto non troppo impegnativo.