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riujy

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
Il mio voto può essere condiviso solo da persone che conoscono la storia originale di "Tales of the Abyss", dato che se non la si conosce il manga diviene incomprensibile. Per poter leggere e capire questo manga, bisogna per forza conoscere tutta la storia di Tales of the Abyss, gioco o anime. Detto questo, la storia non è malaccio, va a coprire quegli aloni di mistero che la figura di Jade presentava, racconta il suo passato.
I disegni non sono molto piacevoli, questo perché differiscono molto dagli originali della storia e quindi possono dare un po' di fastidio. Le vignette sono un po' incasinate, in modo particolare nelle scene di azione; però c'è anche da dire che chi legge questo manga lo fa per conoscere la storia di Jade non per vedere combattimenti, ma questa non è assolutamente una scusa.
Per concludere... questo manga può essere destinato solo a un pubblico che è già a conoscenza della serie "Tales of the Abyss", chi non la conosce non ci capirà niente.
È deludente per quanto riguarda i disegni, ma più che i disegni per l'organizzazione delle scene, la storia (sempre e solo per chi conosce già la serie) è interessante.


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Kotaro

Volumi letti: 2/2 --- Voto 3
Prima di iniziare la stesura di questa recensione, una premessa è doverosa. Va detto che non ho giocato al videogioco di cui questo manga prende i personaggi e le vicende. Ne consegue, quindi, che il mio giudizio sarà di parte, poiché diversi problemi da me affrontati nella lettura del manga non sussisteranno, probabilmente, per un lettore che conosce il videogioco o che ama particolarmente il personaggio su cui la storia è incentrata. 

Detto questo, occupiamoci di questo "Tales of the abyss - Jade's secret memories", che, perso nel mare dei mille misconosciuti manga moderni tutti più o meno uguali fra loro a livello di disegno che escono mensilmente in fumetteria, quasi non avrei notato, se non fosse stato per un'amica appassionata del videogioco che me lo ha prestato, dicendomi che, molto probabilmente, da non conoscitore del videogioco, poco e niente avrei capito del manga. E così fu. 

Il lettore viene catapultato immediatamente in una storia già iniziata e non bastano di certo quelle due o tre didascalie che lo informano dei nomi dei personaggi per farlo ambientare. 
Già dalla prima pagina si viene inondati da una marea di nomi di città, nomi di personaggi, concetti, termini tecnici non spiegati, riferimenti a fatti del passato e personaggi creati dal nulla di cui il lettore poco, se non niente, saprà nella maggior parte dei casi anche dopo la lettura di tutto il manga. 
Il manga mette da parte il giovane Luke, protagonista formale del videogioco, per concentrarsi sull'ombroso Jade e sviscerare tragici eventi del suo passato che hanno ripercussioni sulla storia narrata nel manga. 
Storia che, va detto, non brilla affatto per originalità, dal momento che al lettore non potrà fare a meno di saltare all'occhio la somiglianza più o meno grande con quella di "Full Metal Alchemist", aiutata anche dall'abbigliamento e dall'aspetto grafico di qualche personaggio. Quel che "Full Metal Alchemist" narrava con grande intensità, qui annega però in un mare di banalità e tristezza più o meno gratuita. 

Non conoscendo i personaggi originali, non saprei dire se e quanto questi siano resi in maniera fedele nel fumetto, ma quel che ho davanti gli occhi è un cast decisamente poco interessante o variegato, una serie di pupazzetti bellocci, ragazzine più o meno kawaii e ragazze più o meno ammiccanti, ma dalla poca sostanza. Vuoi per la brevità del manga, vuoi perché non tratta la storia del gioco nella sua interezza, il 90% dei personaggi saranno mera tappezzeria e ci si concentrerà solo su Jade e su quelli che gli sono più intimi. Peccato che il nostro protagonista, visto con gli occhi di un lettore maschio, susciterà soltanto astio. Perché interessarsi, del resto, ai tormenti e alla tristezza di un pupattolo che incarna in sé tutti quanti gli odiosi clichés del fanservice per lettrici (alto, magro, capellone, effeminato, belloccio, ha gli occhiali, ha l'aria di superiorità, fa le battutine stupide in superdeformed, ha un passato tormentato e misterioso, è in bilico fra bene e male ma molto in profondità è gentile)? 
Va detto che agli altri personaggi che hanno avuto un minimo di caratterizzazione non è andata tanto meglio, in quanto incarnano tutti gli stereotipi dei personaggi che piacciono alle lettrici amanti dei manga yaoi: Luke è il ragazzino indifeso, gentile e carino, tormentato ma coraggioso; Dist è il buffone vestito in maniera improponibile; l'imperatore Peony è il belloccio stupido che fa in continuazione battutine sceme o frecciatine yaoi in stile Fay di "Tsubasa Chronicles" e, in generale, tutti i personaggi maschili, se non fosse per qualche vecchietto con la barba lunga occasionale, sono talmente creati su misura per le lettrici da risultare irritanti. 
Rasenta invece la sufficienza dal punto di vista grafico l'unico personaggio femminile che spicca un minimo, l'enigmatica professoressa Nebilim, ben disegnata ma dalla storia terribilmente confusa. 

Assolutamente incomprensibile per chi non conosce i fatti del videogioco, che continuano ad essere citati a ripetizione senza neppure un minimo tentativo di spiegarli, questo Tales of the abyss ha una narrazione confusa, disegni che non hanno nulla di diverso da mille altri manga moderni e dei personaggi che tutto sono meno che memorabili, che sono scopiazzati qua e là da mille produzioni precedenti e che sono divisi in due categorie: quelli che non esistono (ossia che fanno tappezzeria) e quelli che esistono solo per compiacere graficamente le lettrici. La scelta su quale delle due categorie sia la più odiosa spetta a voi. 

Un manga tanto inutile quanto irritante, che non lascia nulla a chi non conosce il relativo videogioco. Nulla, se non il fastidio provato nel pensare che un manga del genere, totalmente inutile in Italia dal momento che il gioco relativo non è certo famosissimo e che in ogni caso il manga non fa alcun tentativo per lasciare avvicinare a sé i non fans, sia arrivato sui nostri scaffali lasciando in patria adattamenti di videogiochi ben più famosi (Final Fantasy o Dragon Quest, per restare sui giochi di ruolo e tacere dei mille manga tratti da celebri picchiaduro o platform che non sono stati pubblicati) o, cosa ben più grave, colonne della storia del fumetto nipponico. 
Il giudizio, tuttavia, potrebbe cambiare radicalmente a seconda della tipologia di lettore. Io, maschio di 25 anni che non conosce il videogioco, non vi ho trovato alcun motivo di interesse. Una ragazza alla ricerca di belloni efebici e tormentati, fan sfegatata del generale Cross di D. Gray Man (di cui Jade è un rip off con meno punti virilità) o del colonnello Mustang di "Full Metal Alchemist" o, più semplicemente, un(a) fan del videogioco, invece lo potrebbe apprezzare, decidendo di sorvolare sulla trama non spiegata o non dando peso a questa mancanza perché già la conosce, avendo giocato a Tales of the Abyss.