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Illidan

Volumi letti: 3/3 --- Voto 8
Pensavo di aver visto di tutto, nei manga, ma la legione straniera... questa mi mancava proprio. Love Blog, brillante opera di Akira Fujiwara - autrice della quale seguirò sicuramente altre opere, ora che la conosco - narra la storia di Eriko, affascinante impiegata (mi è parso d'aver capito che lavora nel campo del mercato finanziario) che, tutto d'un tratto, si ritrova ad avere una storia con il proprio capo dipartimento. Gli ingredienti sono vecchi, ma il piatto è completamente nuovo, e le spezie hanno sapori mai mescolati con questo genere di pietanza. Ciò che più mi ha colpito sono state la naturalezza con cui scorre la vicenda e la caratterizzazione della protagonista, due aspetti che approfondirò nel corso della recensione. Lasciatemi dire, intanto, che trovo incredibile come quest'opera abbia ricevuto votazioni non così positive in giro per il web: lo ammetto, non ha niente di particolarmente innovativo (a cominciare dai disegni, che dalle copertine possono certamente apparire particolari, ma si riveleranno invece piuttosto piatti e anonimi), ma è una vicenda che sa coinvolgere e provocare, tramite il suo misto di piccante humour e sincera - anche se alle volte un po' malata - spontaneità.

Bio break. Stavo dicendo? Ah, sì, la naturalezza della storia. L'autrice ci offre un bel quadro generale composto da tipi di un'umanità commovente: seduttrici testarde, donne in cerca del principe azzurro, corteggiatori persistenti, timidi ragazzi, arrivisti, frustrati sessuali, psicolabili iperpossessivi e chi più ne ha più ne metta. Come avrete già intuito, nonostante il tono da commedia e le risate continue la trama non è tutta rose e fiori, ed è ricca di sorprese e di personaggi molto, molto d'azione. Non nel senso avventuroso del termine, nel senso che sono molto dinamici e attivi. Il ritmo è, se non frenetico, quantomeno inarrestabile: a tutto questo si aggiungono le continue sorprese, e il fatto che non c'è mai niente di troppo scontato - già solo il fatto che la protagonista si ritrovi sin dal primo volume a compiere una dura scelta, senza vie di mezzo né avvenimenti miracolosamente provvidenziali, ci suggerisce quanto l'autrice abbia preferito mantenersi sui binari della credibilità, senza ricorrere ad avvenimenti mirabolanti o eventi che hanno una possibilità su un milione di verificarsi per procurarsi un impulso che salvasse capra e cavoli. A fare da sfondo a tutto questo ci sono i commenti e le riflessioni postate sul Love Blog, ricche di frasi sagaci e discorsi intellettualoidi i quali mi fanno sospettare che l'autrice sia davvero un'assidua frequentatrice di blog... è stata troppo precisa, col linguaggio. Il realismo è notevole, davvero, e intrecciato al tutto ci sono gli inevitabili sorrisi che le disavventure dei personaggi ci strappano via.

Un giorno mi piacerebbe conoscere questa Akira Fujiwara: se anche solo la metà degli spunti per la caratterizzazione che ha dato ad Eriko li ha presi dalla sua stessa personalità, allora credo ci troveremmo davvero in sincronia. Mi è piaciuta molto la maniera spassionata (molti la definirebbero "libertina") con cui ha dipinto la protagonista, e mi è piaciuto il fatto che ha sfruttato le vignette per far apparire Eriko come una donna superficiale, ma allegra e spensierata, mentre ha usato le parole per farci vedere quanto dietro la sua personalità forte si celi la debolezza, e quanto in realtà rifletta parecchio sui giudizi che pronuncia, dopo averli sparati. Mi è piaciuto il fatto che, per una volta, si sia lasciata da parte l'analisi psicologica messa nero su bianco per mostrare con i fatti e le azioni, piuttosto che con le parole scritte, quale sia la natura del personaggio. Molto abile, sul serio, e mi dispiace solo che Love Blog si componga di soli tre volumi. D'altro canto, però, meglio uno sprint breve ma intenso che una lunga corsa verso il logoramento. Il traguardo, poi, credo soddisferà qualunque lettore, e sarà perfino condito con una frase ad effetto, quasi una frecciatina, per la verità.

Non posso giudicare troppo a fondo i disegni perché i volumi che ho letto erano parecchio rovinati, ma in ogni caso non traspare una grande cura dei dettagli, né uno sforzo degno di nota nella cura dei personaggi. Anzi, a volte li ho visti perfino un po' sporporzionati, piedoni lunghi e testoline piccoline.

Da parte mia, di Dostoevskij, di Jefferson e di Nietzsche (se leggerete il manga, capirete perché ho citato queste persone), se avete avuto la forza di leggere i miei sbrodolamenti fin qui, posso solo augurarvi buona lettura. Non posso aggiungere altro che un pollice in su e un incitamento: vai così, Akira!