logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 0
Egonnn

Volumi letti: 9/9 --- Voto 8
Dentro Mari è stata una lettura interessante e soddisfacente.

Non ero partito con grandi aspettative. Copertine e disegni mi incuriosivano, ma temevo in una trama ultra stereotipata in cui lo sguardo maschile avesse sessualizzato in maniera gratuita e stupida le protagoniste, risultando in un'accozzaglia di fan service eterosessista e anche un po' maschilista.

Devo dire che mi sono ricreduto.
Certo, non si può dire che questa sia un'opera con tematiche femministe né che si allontani completamente dall'aspetto sopra descritto, ma risulta esserci molta più cura dei dettagli e attenzione alla psicologia e ai comportamenti dei personaggi tutti. In primis Mari.

Dentro Mari è letteralmente un viaggio dentro la protagonista, dove dentro significa nel profondo della sua psiche (e in parte di quella dell'autore, il quale lascia intendere di essersi identificato molto in questi temi).

Un punto di forza importante per me è la gestione della narrazione tramite l'alternanza di testo e disegni. Molto spesso, infatti, i personaggi parlano con le espressioni del volto o l'autore parla per mezzo degli sfondi. Ho percepito carica emotiva attraverso il bilanciamento di testo e disegni, che è anche il punto di forza di un fumetto rispetto a un libro.

La consiglio agli appassionati/e del genere psicologico e a chi cerca discorsi su sesso e genere, anche se manca all'autore, sempre secondo me, un po' di consapevolezza sulle questioni LGBT+ e femministe. Dentro Mari è, comunque, un'esplorazione di sé e della propria psiche, che regala spunti di riflessione anche su genere, sesso e identità.


 0
esseci

Volumi letti: 9/9 --- Voto 7,5
Attenzione: la recensione contiene spoiler!

Il buon Shuzo Oshimi ha provato a ingannarmi all'inizio del manga: dopo aver letto "Aku no Hana", ero letteralmente sbalordito dalla piega iniziale di "Boku wa Mari no Naka". Vedere un hikkomori (Isao) che si ritrova a vivere nel corpo dell'oggetto del suo desiderio, una liceale (Mari), aveva reso l'opera simile come incipit a "Your Name".
Ma un indizio doveva lasciarmi presagire che non era la stessa impostazione: Isao non si è scambiato con Mari, ma si è "duplicato", nel senso che comunque nel corpo di Isao era rimasto Isao.
E da qui nasce un'opera che a mio modesto avviso non ha la dirompenza (soprattutto nella parte iniziale) e la qualità di "Aku no Hana" ma una introspezione più delicata e approfondita, tanto da renderlo un po' criptico e di difficile interpretazione ad una lettura un po' superficiale.
Al termine della lettura, "Dentro Mari" mi è sembrato ricalcare le orme di un romanzo che ho amato fin dalla prima lettura, "Uno, nessuno e centomila" di Pirandello, senza raggiungerne al termine le vette liriche del romanzo e soprattutto il gran finale intitolato "Non conclude".
Con quello stile narrativo un po' malato ma tanto introspettivo, l'autore più che narrare di uno scambio soprannaturale di identità, resta ancorato alla realtà senza tuttavia farlo capire al povero lettore che si ritrova fino al termine a cercare di capire dove voglia andare a parare Oshimi. Perché mai una bella ragazza del liceo, con ottimi voti e con amiche e una bella famiglia diventa "posseduta" dallo spirito di un ragazzo emarginato, fallito e senza apparente futuro?
Lo sdoppiamento di personalità di Mari diventa per l'autore il pretesto ancora una volta per andar giù duro con la critica al modello di famiglia, alla società e al sistema giapponese attraverso la visione disturbata di adolescenti in apparenza "problematici" (vedi Isao hikikomori e Mari schizofrenica). Di per sè l'adolescenza è un periodo "difficile", di transizione, anche di eccessi e il buon Oshimi ne approfitta per descrivere il percorso di Mari che da creatura "angelica" (alla Nananko di Aku no Hana) pian piano si rivela essere più una Sawa Nakamura (sempre di Aku no Hana) che, invece di sfogare il suo disprezzo contro il sistema anche in modo palese, si "autodistrugge" fino a rinnegare se stessa e la sua personalità per assumere quella di un maschio hikikomori che (si scoprirà durante la lettura del manga) seguiva in segreto e spiava in ogni modo fino negli aspetti più intimi, probabilmente invidiandone in segreto la capacità di vivere al di fuori del sistema, dando sfogo alle sue pulsioni e passioni.
Da buona persona "bipolare", nel manga Mari/Isao alterna momenti di ritorno alla sua personalità originale e con l'evolversi della trama Yori, l'amica neanche tanto segretamente innamorata di Mari, l'aiuta anche involontariamente nel percorso di recupero della personalità...
Per Yori l'epilogo non sarà positivo, ma si dimostrerà determinata nel volere il bene di Mari al punto da accettare l'evoluzione definitiva di Mari nella ... nuova Mari.

Il percorso di vita di Mari/Isao affronta anche la crescita e la capacità di affermazione del proprio ego rispetto ai familiari, agli amici, toccando l'accettazione di sé, del proprio corpo, la scoperta della propria sessualità.
Paradigmatiche le immagini che contraddistinguono la parte iniziale del manga in cui Mari in più occasioni si fissa allo specchio chiedendosi chi fosse realmente per poi arrivare a godere della propria sessualità senza alcun pudore, come se l'immagine riflessa di se stessa fosse un'altra persona a cui fosse concesso superare i limiti e le convenzioni culturali imposte.
E lo sdoppiamento della personalità di Mari/Isao è il meccanismo di difesa e denuncia di una esistenza che non si è più disposti ad accettare e combattere, una sorta di via di fuga dalla realtà e di alibi per creare una sorta di tabula rasa e di nuovo inizio.
Il finale, sebbene in linea con quello di "Aku no hana", è l'aspetto forse meno soddisfacente dell'opera: tanto complesso e intricato il percorso della trama quanto un po' telefonato il colpo di scena finale.
Dentro Mari, al pari di Uno, Nessuno, Centomila non conclude e resta volutamente aperto, ma in un modo forse un po' frettoloso in cui non è molto chiaro se Mari sia stata in grado di superare completamente le sue questioni irrisolte.

Lato grafico, lo stile di Oshimi è facilmente riconoscibile nei tratti e nei momenti cupi e angosciosi. Forse nel finale del manga il tratto mi è sembrato meno preciso sia nei dettagli che per gli sfondi.
Ovviamente ne consiglio la lettura, tenendo conto che si tratta di un manga non proprio di immediata comprensione e che per il messaggio finale lascia un po' l'amaro in bocca come se, terminato un incantesimo e tornati alla ragione, ci si rassegna a essere inadatti a spiccare il volo...


 1
Ninfea

Volumi letti: 9/9 --- Voto 7
Dopo aver sentito parlare dell'opera di questo autore, da poco ho tentato di approcciarmi a Shuzo Oshimi, non conoscendo praticamente nulla di lui.
La prima lettura è stata 'Sweet Poolside', storia autoconclusiva che avevo gradito, particolare e insolita, a suo modo delicata nel narrare una vicenda che coinvolge due ragazzini e le loro problematiche.
La lettura di 'Dentro Mari' mi ha lasciato sensazioni contrastanti, che oscillano tra un vago rifiuto e l'attrazione verso un'autore che pesca volutamente nel torbido, nei meandri forse più contorti e 'malati' della psiche umana, e lo fa in una maniera tale da confondere il lettore, che pensa di andare in una direzione e poi si ritrova da un'altra parte.

Questo è un po' quello che è successo a me con questa serie, e non saprei dire se la mia perplessità è generata dalla mia scarsa conoscenza, o da un tipico marchio di fabbrica di Oshimi, dalla sua ambiguità che si riflette nei comportamenti dei suoi protagonisti, nel loro modo di essere... o non essere.
Oshimi non descrive solo un disagio esistenziale, come quello del giovane hikikomori, Isao, il protagonista asociale, estraneo al mondo, ma un malessere e una sofferenza che forse è più profonda, appena intuibile e immaginabile, rappresentata e riflessa attraverso Mari.
Chi è davvero Mari?
Lo scambio dei corpi tra Mari e Isao pareva irreale, ma è lo stesso autore a non dargli sostanza concreta, - è più vero il rapporto tra Mari e la sua amica Yori - e mentre leggevo mi sono chiesta se questa ragazza esistesse davvero, salvo poi scoprire che le apparenze ingannano, e niente è davvero quello che sembra.
Oshimi è bravo a costruire la psicologia dei personaggi, ci svela luci apparenti e ombre vere, debolezze e punti di forza, squilibri all'interno di rapporti che dovrebbero essere sani, ma hanno qualcosa di corrotto (Mari e sua madre, le sue amiche, Isao e la sua famiglia e il suo rapportarsi al mondo esterno).
La prima parte della serie non mi ha entusiasmata, proprio per questa ambiguità malsana che hanno un po' tutti i personaggi, preda di loro stessi e delle loro fragilità, ma dalla metà in poi, fino alla conclusione qualcosa inizia a cambiare; restano i misteri, nuovi dubbi si aggiungono, - chi è chi? - ma cambia il rapporto tra Mari e la sua amica Yori, cambia Isao che sembra voler prendere in mano la sua vita e affrontare finalmente il mondo e le sue paure.
Ma come dicevo, nulla è come sembra.
Non saprei dire quanto Oshimi abbia giocato su questa ambiguità che attraversa tutta l'opera, fino a che punto l'abbia gestita e controllata; se ha voluto sviare il lettore, o portarlo a riflettere sul concetto di personalità e di come si manifesta, mi resta difficile dirlo; magari sbaglio, però mi sembra che certe soluzioni siano state troppo repentine.
I disegni di Oshimi, seppur non perfetti, mi sono piaciuti, hanno una loro delicatezza, c'è perfino poesia in alcune tavole, si sente il segno, la grafica pura e semplice che migliora in corso d'opera.
Il finale un po' malinconico è stato inaspettato, ma in fondo, coerente con lo sviluppo complessivo della vicenda.
Voto 7


 1
Irene Tempesta

Volumi letti: 9/9 --- Voto 6
Da fan di Oshimi non potevo lasciarmi sfuggire quest'opera. Attualmente la Goen ha pubblicato 3 volumi e, nell'attesa, ho dovuto leggermi il resto in inglese fino alla conclusione, sono 9 volumi totali.
Devo dire che mi aspettavo di meglio da un autore del suo calibro.

La trama inizialmente è assai intrigante, e i capitoli come le vicende, sono ben dosati in modo da lasciare sempre il lettore in sospeso, desideroso di vedere come andrà avanti. Ma ahimè, dopo 5 volumi, la trama comincia a perdere patos, i personaggi cominciano ad essere piatti e a perdere spessore. Il finale poi, senza fare spoiler, l'ho trovato un po' deludente e insipido. Ecco il motivo della mia sufficienza come voto complessivo.

La trama è inizialmente originale: Isao Komori è un hikikomori, inchiodato nel suo appartamento tutti i giorni a non far nulla se non a masturbarsi e giocare ai videogiochi, mentendo ai genitori che gli versano soldi convinti che lui continui gli studi universitari. L'unico raggio di luce nella sua vita è la vista di una bellissima ragazza che incontra tutte le sere al konbini. Un giorno si alza e si ritrova letteralmente nel corpo di quella ragazza, che presto scoprirà chiamarsi Mari.
Da qui parte la ricerca per scoprire cosa è successo. Komori va al suo appartamento per parlare con se stesso, per poi scoprire che il suo corpo non solo non ha l'identità di Mari, ma non ha nemmeno memoria di quella ragazza del konbini, non la riconosce, non sa nulla di questi sentimenti. Komori, spiazzato, cerca di capire chi è Mari e nel frattempo si scontra con i classici episodi della vita di una donna, dalla scoperta del ciclo, al fingere di essere Mari davanti alle compagne di scuola.
E proprio in questo ambiente, conosce e frequenta Yori, l'unica compagna di classe che scopre la vera identità dietro Mari.
Yori seguirà con Mari le ricerche per far tornare l'identità originale nel corpo e presto si scoprirà che l'interesse di Yori nei confronti di Mari era sentimentale. Tra le due si instaura un rapporto che lentamente va oltre la semplice complicità o amicizia.

La Goen aveva da anni annunciato "Dentro Mari" senza pubblicarlo, per poi far uscire nel 2020 in un mese praticamente 3 volumi insieme, e solo perché quest'anno era prevista al Comicon la presenza del mangaka per la prima volta in Italia (poi purtroppo cancellata causa Covid-19). Tuttavia l'edizione è di pregio e il prezzo in linea con il mercato.

Consiglio la lettura ai fan di Oshimi e agli amanti del genere yuri.


 8
Pan Daemonium

Volumi letti: 8/9 --- Voto 8,5
Chi ha letto "Aku no hana" (2009-14) non potrà non apprezzare questa nuova opera di Oshimi (2012-16), sia per il tratto, oramai maturo e delicato, non eccessivamente dettagliato, ma molto lavorato (l'uso dei retini è quasi nullo), sia per la storia. Che siano dei topoi a cui l'autore tiene abbastanza o che sia stato ispirato ed influenzato dalla sua stessa creatura ("Aku no hana", così di successo e così prepotentemente entrata nell'interesse collettivo di una certa fetta della fanbase), Oshimi pare più o meno incapace di divincolarsi da una certa impostazione.
La trama, per quanto si basi sullo spunto abbastanza abusato dello scambio dei corpi ("Kimi no na wa" del 2016 ha reso il genere più commerciale che mai) riesce, comunque sia, a distanziarsi celermente da quella che sarebbe stata una banalità.

Isao, un hikikomori di poco più che vent'anni, è oramai ad un punto morto della sua esistenza, incapace di affrontare un mondo a cui sente di appartenere solo di striscio, esasperato ed oberato dal pondo che ogni azione minimamente sociale pesa su di lui, incontra una ragazza leggermente più giovane di lui, bellissima, pudica. Questo tema della santità femminile, già visto in "Aku no hana" nel rapporto tra Kasuga e Saeki, della donna-angelo intesa in senso dolcestilnovistico e soteriologicamente come unico mezzo di redenzione per il maschio impuro, ritorna qui di prepotenza, se non che improvvisamente - e con un certo interessato sbigottimento da parte mia - il ruolo di protagonista viene assegnato a Mari, la ragazza. Mari si risveglia con Isao al proprio interno. Possiamo, anzi, dire che Isao si risveglia con Mari al proprio esterno. Si instaura, conseguentemente, una storia d'amore, di salvezza - difficile da dire - ma che, seppure sfumata, è pur sempre basata su d'un trio, stante l'entrata in campo di Yori, una ragazza emarginata della classe (più o meno la trasposizione del personaggio di Nakamura) in questo vortice affettivo. I rapporti fra i tre protagonisti si sviluppano con differenze notevoli rispetto al già citato "Aku no hana", ma i tipi, i caratteri (teofrastianamente), sono gli stessi, quasi trasposti. Oshimi, però, navigato e mai banale, per quanto parta da presupposti abbastanza semplici, riesce a dare una profondità notevole alla trama. Ogni personaggio viene scavato, affiorano le sue debolezze, la sua umanità.
L'opera è chiara. È la narrazione di una fragilità, di una dissociazione da sé stessi per sopravvivere a sé stessi. Sono 8 volumi di lotta con sé stessi per ritrovare sé stessi.
Che liberazione dopo una tale titanica lotta, che felicità - eppure, come in "Aku no hana", l'autore inserisce quelle poche pagine finali così tristi e melanconiche. Dopo tanto stridere è sbocciato un nuovo mondo, è ritornata la quiete - ma con essa, forse, anche la solitudine. Un triste sorriso affiora.

Così come criticai "Aku no hana", così critico "Boku wa Mari no naka".
Così come lì il personaggio di Saeki era troppo puro, troppo bello per certi comportamenti, troppo inverosimile per un'opera che alla fine fa dell'estremo realismo psicologico la sua punta di diamante, così Mari risulta una maschera molto fragile dopo una attenta disamina. Eppure mentre Saeki era solamente un intermezzo, per quanto potente, qui Mari è la protagonista. Qualcosa non torna, o torna poco. Ho apprezzato davvero tantissimo la trama, la sua psicologia, la sua "psichiatria", ma non posso non trattenermi dal notare che la persona della donna serafica che in realtà scopresi ascondere segreti su segreti, sino al deterioramento, è poco credibile - almeno in un'opera data al realismo.
Non fosse per questo, il manga di Oshimi è importantissimo e va letto. Va letto soprattutto da chi ha apprezzato "Aku no hana", la cui scia cerca di intraprendere, va letto da chi è interessato ai tipi psicologici più complessi, va letto anche da chi vuole una storia d'amore (persino yuri [?]) un po' più intima e sfaccettata.