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Ransie Carter

Volumi letti: 2/2 --- Voto 5
"Ashita no Nadja" è il nome del manga che è stato pubblicato più o meno in contemporanea con l'anime omonimo. Io ho prima apprezzato l'anime, e all'epoca ero in seconda superiore, mi pare. Il manga l'ho conosciuto solo di recente, e non posso far altro che classificarlo come un prodotto infantile. Non vuole essere una critica ma una semplice constatazione. L'anime sembrava un filino più maturo, mentre il manga, a partire dai disegni, che non mi piacciono proprio per nulla, mi da l'idea di un prodotto destinato a quel determinato target d'utenza. Infatti è anche più semplice come trama, esistono un po' di differenze fra i due prodotti, e anche a vista di certe differenze (per esempio Rosa Nera), preferisco l'anime.

Nadja è un'orfanella di neanche tredici anni che vive in Inghilterra nell'orfanotrofio "Applefield". Un giorno riceve un baule contenente degli oggetti appartenuti alla madre data per morta. Nadja scopre che la donna è viva e vuole assolutamente conoscerla. La ragazza ha un talento naturale per la musica, e soprattutto per il ballo, è vivace e riesce a farsi amare un po' da tutti (cliché che mi sta tormentando da anni). Di notte, due loschi individui appiccano un incendio e si scopre che stanno cercando la ragazzina per via della spilla che lei porta. Questa spilla apparteneva alla madre di lei, ed è l'unico cimelio in grado di provare la sua appartenenza alla nobile casata della famiglia di origine. Per metterla in salvo, la nostra Nadja verrà affidata a un gruppo di artisti girovaghi: la compagnia Dandelion. Grazie a loro sarà in grado di girare, quasi del tutto indisturbata, per l'Europa e mettersi quindi alla ricerca della perduta famiglia. Ma non troverà solo quello, perché l'amore è dietro l'angolo.

La trama potrebbe ricordare le classiche orfanelle degli anni '80 e '90. "Lovely Sara", "Candy Candy", "Milly", "Remi", "Sebastienne" ecc. E sì, è davvero così. Il manga è leggero, parliamo di due volumetti scarsi, lo stile è infantile, e il tratto è per me davvero bruttino. Insomma, ho apprezzato ad esempio "Ufo baby", dove gli occhi erano davvero grandi, e qui non sono enormi, ma non sono messi perfettamente sull'asse, talvolta sono messi davvero male, le proporzioni proprio sembra che non sappiano nemmeno dove stiano di casa. Gli sfondi son discreti, ma non bellissimi. L'unica cosa buona sono i costumi. Del disegno è l'unica cosa che posso salvare.
Per certi aspetti, alcune scelte adottate nel manga e tagliate nell'anime, erano non del tutto insensate, ma ci sono anche dei tagli che avrebbero potuto evitare. Nell'anime abbiamo una cosa che davvero rende il tutto più piacevole: le musiche e le danze, cosa che è evidente che in un fumetto potremo solo immaginare, ma si sente la mancanza di quel qualcosa in più che l'anime ci ha offerto. La storia d'amore della protagonista, è sciapa, e capisco anche il facile capogiro per una bambina, perché a dodici anni per me parliamo di bambini e ragazzini, ma è comunque una storia sciapa. In due volumi non possiamo pretendere chissà quale grande storia, e infatti non mi aspettavo nulla di che, ma nemmeno di rimanerne così delusa. Se volete avvicinarvi al prodotto "Nadja Applefield", buttatevi sull'anime, e lasciate perdere questo manga.


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GianniGreed

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
"Ashita no Nadja" è il manga in due volumi basato sulla serie anime con lo stesso titolo.
La trama è la stessa, e racconta di Nadja, una bambina che vive in un orfanotrofio dell'Inghilterra di fine 1800, inizio 1900, e che il giorno del suo tredicesimo compleanno riceve un regalo da parte di un misterioso benefattore. Si tratta di una valigia contenente alcuni oggetti appartenuti a sua madre, ed una lettera in cui è scritto che sua madre è viva. La gioia di Nadja è grande, ma ben presto la bambina si ritrova inseguita da loschi figuri, e fuggendo Nadja decide di unirsi ad una troupe circense, con i quali girare l'Europa alla ricerca della madre.

Il manga come si può intuire è molto compresso rispetto a quello che viene narrato nella serie anime, lunga ben cinquanta episodi. Nel manga, di appena due volumi, la storia è molto accelerata, non starò ad elencare tutto quello che manca, ma vengono mostrati solo gli eventi più importanti, Nadja visita molti meno paesi e incontra molte meno persone. Alcuni personaggi sono stati eliminati, due, anzi tre personaggi diversi sono stati fusi in uno solo.

Un altro aspetto importante che viene a mancare è per forza di cose, quello musicale, dato che la colonna sonora aveva davvero importanza in alcune scene in particolare.

Comunque a parte questi difetti, posso dire che il manga è comunque gradevole da leggere. La storia di base è la stessa, come anche il messaggio di positività che la piccola protagonista comunica al lettore, quello di superare le avversità e guardare con speranza verso il domani, e nel finale è riuscito di nuovo a commuovermi come aveva fatto l'anime.

I disegni, affidati a Yui Ayumi, sono molto ben fatti e belli da vedere. Quello della disegnatrice è uno stile tipicamente da shojo manga, che ben si adatta a questo tipo di storia e i vari personaggi sono ben resi e somiglianti alle loro controparti animate.

Per concludere, "Ashita no Nadja" in versione manga è inferiore sotto diversi aspetti alla serie anime, ciò nonostante rimane un bel manga, tenero e abbastanza romantico, e che racconta una storia semplice ma comunque capace di scaldare il cuore.