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Lesnar

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Lesnar

Volumi letti: 5/5 --- Voto 9
"Me and the devil blues" è un'opera a dir poco monumentale. Un manga che eccelle in tutto. Ho deciso di non perdere tempo a raccontarvi la trama, perché la si può trovare già su Animeclick, vi dico solo che prende spunto dal famosissimo bluesman Robert Johnson (che qui viene chiamato con l'abbreviativo RJ), nel quale confluiscono anche altri personaggi realmente esistiti come Clyde Barrow. Uno dei pochissimi difetti, se non l'unico della serie, è che probabilmente non finirà mai, ed è per questo che non voglio andare oltre il 9 con la valutazione per non sbilanciarmi troppo, seppur io non reputi il finale la parte principale di un'opera. L'autore è Akira Hiramoto, lo stesso di Prison School, opera comunque abbastanza meritevole nel complesso, ma sappiate che se vi aspettate di trovare in Me and the devil blues lo stesso Hiramoto di Prison School state commettendo un grave errore. Qui siamo su un livello che davvero pochi altri manga hanno raggiunto fino ad ora.

Iniziamo a parlare innanzitutto della qualità della storia. Una qualità sicuramente impeccabile, scevra di qualsivoglia clichè o forzatura, una trama che in un modo o nell'altro ti colpisce inevitabilmente. Essa riesce a catapultare il lettore da momenti di pazzia a momenti di vera e propria riflessione. Il tutto è pieno di colpi di scena perfettamente coerenti con la narrazione, non come in altre opere nelle quali si cerca forzatamente il colpo di scena per tentare di mantenere alta la concentrazione del lettore. Il tono della narrazione si mantiene sempre piuttosto macabro, sono rarissimi se non assenti i momenti comici. Inoltre l'ambientazione degli anni 20/30 è descritta alla perfezione, e persino tematiche come il razzismo sono descritte in modo originale ed attinente al periodo in cui è ambientata la storia.

Per quanto riguarda i personaggi, è incredibile che in soli 5 volumi l'autore sia stato in grado di dare loro una così ampia caratterizzazione. Partendo dai protagonisti principali, ovvero RJ e Clyde, fino all'antagonista principale McDonald e ai membri della polizia. Tutti dotati di personalità diverse e reazioni umane del tutto coerenti con la realtà.

Se pensate che io abbia finito di elogiare quest'opera vi sbagliate, perché non ho ancora parlato dei disegni. Il tratto è magistrale. C'è davvero poco da dire se non che sono probabilmente i migliori disegni in ambito manga che io abbia mai visto (insieme a quelli di Hiroaki Samura e Masashi Tanaka), e sicuramente tra i migliori in ambito fumettistico. Il realismo con cui sono disegnate le tavole è maniacale, e non è tutto, perché esse sono dotate di un dinamismo non indifferente e da un un uso dei retini perfetto. Inoltre anche le espressioni dei personaggi sono rese benissimo. per non parlare di come vengono usati bene i tratteggi per creare le ombre, ai visto qualcosa di simile in vita mia.

Detto ciò concludo la mia recensione nonostante potrei stare qui per ora a scrivere quanto mi sia piaciuto questo manga, ma non voglio rischiare di annoiarvi. Un'altra cosa da sapere è che il manga in questione non è mai stato portato in Italia, e i motivi sono anche comprensibili dal momento che si parla di un'opera che con quasi ogni probabilità non si concluderà mai. E se si fosse conclusa, molto probabilmente sarebbe stata un delle poche alle quali avrei dato un 10 pieno. A questo punto non possiamo far altro che sperare che Hiramoto si ricordi di continuarlo, anche se ne dubito dato che nel momento in cui sto scrivendo la recensione, sta uscendo "Raw Hero". Comunque sia, questo manga vi straconsiglio di leggerlo seppur non sia finito.


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Panee

Volumi letti: 5/5 --- Voto 9,5
Solitamente sentendo il nome Akira Hiramoto la gente associa subito l'autore alla sua opera più famosa, "Prison School". Non sono in molti però a sapere che Hiramoto ha lavorato su un altro manga di livello decisamente superiore: sto parlando di "Me and the devil blues". Scordatevi i toni divertenti di "Prison School", scordatevi le tette, scordatevi del concorso di miss maglietta bagnata, l'autore in questa opera tratta degli argomenti agli antipodi rispetto a quelli del suo ultimo manga.
"Me and the devil blues" è un'opera del 2004, accantonata dall'autore dopo 4 volumi, che utilizza come protagonista un personaggio realmente esistito: Robert Johnson, universalmente riconosciuto come una leggenda della musica blues. La sua oscura biografia, scarsamente documentata, e la sua morte misteriosa all'età di soli ventisette anni hanno contribuito notevolmente ad alimentare le fosche leggende sulla sua figura già circolanti in vita. Hiramoto fa ruotare il suo racconto proprio attorno alla diceria secondo cui il chitarrista avrebbe fatto un patto con il diavolo per imparare a suonare.
Ci troviamo negli anni '30, il nostro protagonista RJ è un ragazzo buono ma pigro, ha una moglie incinta che ama ma spesso preferisce spendere il suo tempo a bere e ascoltare il blues nel locale vicino a casa sua. Spinto dalla frustrazione per non essere in grado di suonare bene la chitarra, fa un patto con il diavolo. Da questo momento in poi inizieranno tutta una serie di eventi che sconvolgeranno completamente la vita di RJ, che inizierà la sua avventura con il losco Clyde Barrow, un giovane ladro con cui finirà invischiato durante una rapina.
Ok chiudiamola con la trama, anche per evitare di spoilerare, e iniziamo a parlare dei numerosi pregi dell'opera.
Hiramoto riesce a descrivere perfettamente l'America della Grande Depressione, l'ambientazione, il contesto (la povertà e il razzismo), i dialoghi, i personaggi.
Credo di non aver mai letto un manga i cui personaggi sono così realistici, caratterizzati meravigliosamente pur senza che ci venga raccontato il loro background ma solo tramite le loro azioni e i loro comportamenti, il che a mio avviso è ancora più difficile. E' incredibile che un'opera del genere sia stata realizzata da un giapponese, da ogni pagina traspare quel tipico feeling western che se una persona qualsiasi dovesse aprire un punto a caso direbbe "Cazzo, questi sono sicuramente americani!" La narrazione scorre liscia come l'olio, passando spesso da un ritmo caotico ad uno più lento senza che questo intacchi negativamente la trama, piena di colpi di scena e rivelazioni scioccanti sempre coerenti con il setting.
Per quanto riguarda l'arte vengono raggiunti dei livelli incredibili di realismo e dettaglio. Stiamo parlando di completamente altra roba rispetto a "Prison School", non solo per quanto riguarda il disegno, molto tetro e super realistico, ma anche per quanto riguarda il paneling e le prospettive, distorcendo spesso le vignette ottenendo un effetto simile a quello già utilizzato da Keiichii Koike e altri maestri della decostruzione. Le scene sono talmente gestite bene che alle volte sembra di guardare un film in movimento.
E' una storia drammatica con tinte dark/horror, con una massiccia dose di violenza, un pizzico di sovrannaturale e un bello scorcio di quella che era l'America sudista degli anni '30, rappresentando la povertà delle minoranze e il forte razzismo che dilagava in quel periodo.
E' vero, il manga non è concluso e probabilmente mai si concluderà, ma vi consiglio caldamente di leggerlo perchè è un'opera mastodontica unica nel suo genere.