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Hamlet

Volumi letti: 6/6 --- Voto 9
Una storia che cresce pian piano, proprio come i giovani protagonisti.

Koji, uno studente delle superiori, un giorno incontra un bambino con dei poteri particolari, gli stessi che possedeva pure lui alla stessa età: la capacità di udire le voci degli essere viventi e delle cose attraverso l'empatia. Contrariamente a Daichi, però, Koji visse male quella sua diversità, che gli recò non pochi problemi e un forte trauma che ancora si trascina dietro e coinvolge la sua famiglia. Ora sono anni che non li ha più ma l'incontro con il bambino, in qualche modo, riattiva quei poteri. Così Koji si ritrova a sperimentare una condizione già vissuta, ma forse non sarà proprio uguale ad allora e chissà che in qualche modo non li rivaluterà.

Uno shojo/josei al cui centro è posta la crescita personale, il riuscire a imparare a relazionarsi con gli altri e il mondo che ci circonda, cercando di uscire dal guscio che ci si è costruito attorno per la paura di essere feriti.
I "poteri" sono solo una metafora attraverso la quale poter assistere alla maturazione dei protagonisti. Quindi chi si approccia inizialmente al manga non pensi che siano al centro della trama e non si ponga domande del tipo "ma da dove provengono?", "com'è possibile?", "è poco realistico". È una storia nella quale bisogna leggere attraverso le righe e interpretare.

Una storia lenta, rilassante ma non noiosa, dove dominano i buoni sentimenti ma senza eccessive sdolcinatezze. La trama parte leggera, quasi episodica, direi a tratti infantile, ma lentamente cresce, affiorano i problemi e viene dato più risalto al malessere interiore del protagonista. Proseguendo con la storia c'è una evoluzione, un miglioramento della stessa, fino al perfetto finale che è un qualcosa di bello, dolce e toccante.
Nota finale sullo stile di disegno: carino, ha un che di "cartonesco", e le cover dei sei volumi sono una più bella dell'altra grazie anche ai colori pastellati.
Consigliato agli amanti delle storie "pucce" e dolci i cui personaggi sanno emozionare con pochi gesti o parole.


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scarlet nabi

Volumi letti: 1/6 --- Voto 7
Lo spunto qui è molto particolare. Un ragazzo incontra per caso un bambino e i due stringono amicizia, nonostante la differenza d’età, perché hanno qualcosa in comune: Daichi - il bambino - può sentire le voci degli oggetti, degli animali e i pensieri delle persone che tocca; Kôji – il liceale – aveva le stesse capacità quando era piccolo. I due hanno però un vissuto molto diverso: mentre Daichi è supportato dai genitori, Kôji era stato isolato e maltrattato a causa del suo dono e si stupisce molto quando scopre che Daichi viene accettato.

I disegni e il tratto di Yôko Fujitani sono leggeri e dolci, indicati per questo tipo di storia che ha punti in comune con «Fuguruma Memories» di Kei Tôme e con l’anime «Kyōto Teramachi Sanjō no Holmes»: la tesi di fondo è che anche le cose abbiano un anima e che i bambini, che conservano intatta la purezza dell’immaginazione, la possano percepire.
In questo primo volume non ci sono eccessivi approfondimenti e tutto appare come un gioco, ma penso che andando avanti nella serie (di sei numeri) scopriremo qualcosa in più sul passato di Kôji, che mi ha ricordato molto Natsume di «Natsume degli spiriti», sia caratterialmente che fisicamente.
Ovviamente, visto il sottotitolo, non posso esimermi da una menzione di confronto con il manga (e il film) «A Silent Voice» ma, a parte l’omonimia, non ci sono tratti in comune, perché la storia è completamente diversa e anche i tratti di Yoshitoki Ôima sono molto più scuri e decisi e non hanno quell'elemento delicato e onirico che ritroviamo in «Hisohiso - Silent Voice».

Mi è piaciuta molto la veste grafica scelta da Flashbook. Non so se questo tipo di lettering e l’edizione con fumetti nascosti sotto la sovra-copertina siano usuali per la casa editrice, che generalmente pubblica yaoi e quindi non rientra tanto nelle mie corde.