La pianura del Kanto
Alla scoperta del capolavoro gekiga di Kazuo Kamimura
Per la gioia degli appassionati di gekiga d’annata, fra le novità del ricco catalogo di Coconino Press in questo ultimo periodo spicca senz'altro il terzo ed ultimo volume de La pianura del Kanto, opera di Kazuo Kamimura da molti considerata il suo capolavoro come autore completo di storie e disegni. Pubblicata per la prima volta in Giappone a puntate a partire dal 1976 sulle pagine di Young Comic, l’edizione italiana può considerarsi un piccolo caso editoriale, frutto del meticoloso lavoro di ricerca e recupero filologico (in alcuni casi di vero e proprio restauro grafico dei materiali originali) da parte dei due curatori della collana Gekiga, Paolo La Marca e Livio Tallini, che non si sono risparmiarti nella confezione di questa perfect edition, includendo tavole a colori, illustrazioni inedite, saggi e testimonianze d’eccezione.
Il 15 agosto 1945, giorno della capitolazione del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, un B-29 dell'aeronautica statunitense si schianta in aperta campagna nella regione di Chiba, con i contadini armati di canne di bambù che si preparano a linciare il pilota sopravvissuto. Esordisce così il grande romanzo di formazione di Kinta, bambino orfano cresciuto dal nonno scrittore in uno sperduto villaggio della pianura del Kanto e nella disillusione di un paese uscito a pezzi dalla guerra. Lo scenario cambia negli anni Cinquanta, siamo a Tokyo dove il protagonista adolescente, orfano anche del nonno, si trasferisce sotto l’ala protettrice di un pittore/illustratore di genere erotico. Nella metropoli Kinta è alle prese con una travagliata educazione sentimentale (e sessuale) e ritrova l’amico d’infanzia Ginko, il bambino che voleva essere una bambina e che ora lavora in un gay bar. Nel terzo e ultimo arco Kinta è ormai un ventenne, impiegato come designer in un’agenzia pubblicitaria ma ancora incerto sul suo futuro. Ad accompagnarlo un eterogeneo gruppo di personaggi: il suo maestro e tutore Yanagawa con la compagna Himiko, il collega Fukai, l’amico di sempre Ginko, e Kyoko, la ragazza con cui intraprende una tormentata relazione sentimentale. Con il viaggio di ritorno al villaggio delle camelie e lo struggente ricordo della sua infanzia nell’immediato dopoguerra si chiude il cerchio sulla parabola di un Kinta ormai uomo, consapevole che la vita gli riserverà ancora molte imprevedibili sorprese, perché la tanto inseguita felicità è in realtà fugace come i fiori di ciliegio.
Dall’epoca della prima pubblicazione di un fumetto di Kamimura in Italia sono passati un po’ di anni e nel frattempo molte altre opere del maestro sono state tradotte e adattate, una rosa di titoli assortiti che rendono bene l’idea della versatilità di quest’autore e dell’ampiezza del panorama della sua produzione. Si va dall’azione hardboiled di Lady Snowblood all'intimista L’età della convivenza, dal feuilleton melodrammatico de Il fiume Shinano al sadico esercizio di stile de I fiori del Male. Che si tratti di un lavoro in coppia con uno sceneggiatore o di un assolo, ogni nuova uscita di Kamimura ci riserva sistematicamente una piacevole sorpresa, che sia un nuovo conturbante personaggio, un’invenzione scenica o un qualche risvolto inedito nella la sua evoluzione stilistica. Inoltre ogni nuova opera sembra migliorare rispetto alla precedente per varietà e maturità dei temi trattati. Inutile dire che anche in questo caso si ha la sensazione che il nostro autore abbia ancora una volta superato sé stesso, regalando ai suoi lettori qualcosa di unico e completamente nuovo.
L’opera rappresenta una svolta nella produzione artistica di Kamimura, un cambio di registro rispetto ai fumetti precedenti, sia per quanto riguarda la scelta dei protagonisti, sia per lo stile grafico e le tematiche. Siamo di fronte a una delle storie più intime e personali dell’autore, qualcosa di particolarmente vicino e sentito. Non si può non vedere nelle avventure di Kinta, nella sua passione per il disegno e per la poesia, nella sua fascinazione per un erotismo a volte travagliato, una grande opera autobiografica che ripercorre con amara tenerezza una vita tutta da inventare in un mondo sconvolto dalla guerra.
Come nostalgici appunti di viaggio, i tre volumi raccolgono i ricordi più dolci (ma anche gli episodi più sgradevoli) che scandiscono le stagioni della vita del protagonista. Attraverso le sue vicende, la sua scoperta della sessualità, degli orrori della vita e della bassezza dei sentimenti umani, si riflette il Giappone dell'immediato dopoguerra, rappresentato dai repentini cambiamenti dei costumi e dal confronto diretto con la cultura occidentale.
Sullo sfondo i fatti di cronaca che hanno segnato un’epoca: Il discorso radiofonico di resa agli Alleati da parte dell’imperatore Hirohito, l’occupazione americana, il mercato nero, la riforma dei programmi scolastici, l’arrivo di Marilyn Monroe, la tragedia del ponte Niju, gli esperimenti nucleari sull’atollo di Bikini. Non mancano i riferimenti ai divi del cinema e della musica leggera, alle mode passeggere e alla cultura pop in generale, come fulgide istantanee di un periodo storico di fervente trasformazione.
A fare da trait d’union alle vicende l’onnipresente linea d’orizzonte del paesaggio, che sia quella spezzata dello skyline di Tokyo o quella continua dei campi sconfinati della pianura del Kanto. Il paesaggio diventa esso stesso personaggio al pari dei protagonisti, un luogo mitico della memoria, teatro di appassionanti storie d’amore e di tradimenti, di dolore e di voglia di riscatto. Così le vedute assumono importanza e dettano la cifra stilistica, nelle grandi composizioni a doppia pagina, a volte opulente e dettagliate come incisioni ad acquaforte, a volte minimali ed eleganti ed come quadri astratti, spesso accompagnati da versi di poesie o canzoni a rendere più evocative e struggenti le scene.
All’interno di uno scenario mai così vivido e pulsante si muove un cast di personaggi come sempre meravigliosamente tratteggiati e sfumati, tangibili e tridimensionali, trattati con infinito affetto e nostalgia dall’autore, un amore che inevitabilmente viene trasmesso al lettore. Impossibile non immedesimarsi in Kinta e le sue avventure, non provare tenerezza per l’inadeguatezza e il travaglio esistenziale di Ginko, così come non si può non simpatizzare con l’estroso Yanagawa e la sua personale rivoluzione sessuale.
A differenza di altri casi, in cui Kamimura ha creato un multiforme e caleidoscopico universo femminile, dove la figura della donna è assoluta e dominatrice in tutte le sue sfaccettature (dalla femme fatale de Il Parco dei Cervi, alla fedele mogliettina de L’età della convivenza, alla tormentata madre de Il club delle divorziate), qui le donne sono relegate a ruoli di secondo piano per far posto ad una galleria di protagonisti quasi esclusivamente al maschile (Kinta, il nonno scrittore, il maestro Yanagawa).
Nel disegno, da sempre uno dei punti fermi delle sue opere, anche in questo caso Kamimura sfoggia un’impressionante e inesauribile corredo di tecniche grafiche, che raggiungono vette pittoriche nelle tavole a colori acquerello, oltre che una magistrale gestione dello storyboard e dei tempi narrativi. Il geniale mangaka calibra millimetricamente il ritmo del racconto e padroneggia la tavola con la linea sinuosa del suo tratto, che trova la sua apoteosi nelle composizioni floreali. La composizione della griglia si attesta su geometrie canoniche, senza particolari invenzioni ad effetto, per una lettura fluente, resa ancor più scorrevole dall’essenzialità dei testi. I personaggi sono perfettamente caratterizzati, ma sono per l’appunto le grandi vedute paesaggistiche a riservare le tavole più notevoli e particolareggiate.
L’edizione italiana de La pianura del Kanto si presenta come un oggetto bello e prezioso: tre corposi tomi rilegati a regola d’arte con copertina in cartone rigido racchiusi in un cofanetto da collezione, per un totale di quasi 1200 pagine cucite a filo, al costo di 24,00€ l’uno. I tre volumi sono arricchiti da sostanziosi extra, tra cui frontespizi e tavole a colori, gallerie di illustrazioni inedite e postfazioni di grande interesse per chi volesse approfondire la biografia di Kazuo Kamimura. Tra gli scritti ricordiamo i tre saggi rispettivamente di Paolo La Marca, traduttore e curatore dell’edizione italiana, di Aku Yu, amico fraterno e collega di Kamimura (che compare anche come personaggio nel fumetto), e infine dello stesso Kazuo Kamimura con un conturbante scritto sul cinema e sulle sue attrici feticcio. Un pezzo da non perdere dedicato a tutti i fan del maestro giapponese (e più in generale del grande fumetto internazionale) da aggiungere agli altri imprescindibili volumi dello stesso autore tratti dal catalogo Coconino: Il fiume Shinano, Il parco dei cervi e Tredici notti di rancore.
Per la gioia degli appassionati di gekiga d’annata, fra le novità del ricco catalogo di Coconino Press in questo ultimo periodo spicca senz'altro il terzo ed ultimo volume de La pianura del Kanto, opera di Kazuo Kamimura da molti considerata il suo capolavoro come autore completo di storie e disegni. Pubblicata per la prima volta in Giappone a puntate a partire dal 1976 sulle pagine di Young Comic, l’edizione italiana può considerarsi un piccolo caso editoriale, frutto del meticoloso lavoro di ricerca e recupero filologico (in alcuni casi di vero e proprio restauro grafico dei materiali originali) da parte dei due curatori della collana Gekiga, Paolo La Marca e Livio Tallini, che non si sono risparmiarti nella confezione di questa perfect edition, includendo tavole a colori, illustrazioni inedite, saggi e testimonianze d’eccezione.
Il 15 agosto 1945, giorno della capitolazione del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, un B-29 dell'aeronautica statunitense si schianta in aperta campagna nella regione di Chiba, con i contadini armati di canne di bambù che si preparano a linciare il pilota sopravvissuto. Esordisce così il grande romanzo di formazione di Kinta, bambino orfano cresciuto dal nonno scrittore in uno sperduto villaggio della pianura del Kanto e nella disillusione di un paese uscito a pezzi dalla guerra. Lo scenario cambia negli anni Cinquanta, siamo a Tokyo dove il protagonista adolescente, orfano anche del nonno, si trasferisce sotto l’ala protettrice di un pittore/illustratore di genere erotico. Nella metropoli Kinta è alle prese con una travagliata educazione sentimentale (e sessuale) e ritrova l’amico d’infanzia Ginko, il bambino che voleva essere una bambina e che ora lavora in un gay bar. Nel terzo e ultimo arco Kinta è ormai un ventenne, impiegato come designer in un’agenzia pubblicitaria ma ancora incerto sul suo futuro. Ad accompagnarlo un eterogeneo gruppo di personaggi: il suo maestro e tutore Yanagawa con la compagna Himiko, il collega Fukai, l’amico di sempre Ginko, e Kyoko, la ragazza con cui intraprende una tormentata relazione sentimentale. Con il viaggio di ritorno al villaggio delle camelie e lo struggente ricordo della sua infanzia nell’immediato dopoguerra si chiude il cerchio sulla parabola di un Kinta ormai uomo, consapevole che la vita gli riserverà ancora molte imprevedibili sorprese, perché la tanto inseguita felicità è in realtà fugace come i fiori di ciliegio.
Dall’epoca della prima pubblicazione di un fumetto di Kamimura in Italia sono passati un po’ di anni e nel frattempo molte altre opere del maestro sono state tradotte e adattate, una rosa di titoli assortiti che rendono bene l’idea della versatilità di quest’autore e dell’ampiezza del panorama della sua produzione. Si va dall’azione hardboiled di Lady Snowblood all'intimista L’età della convivenza, dal feuilleton melodrammatico de Il fiume Shinano al sadico esercizio di stile de I fiori del Male. Che si tratti di un lavoro in coppia con uno sceneggiatore o di un assolo, ogni nuova uscita di Kamimura ci riserva sistematicamente una piacevole sorpresa, che sia un nuovo conturbante personaggio, un’invenzione scenica o un qualche risvolto inedito nella la sua evoluzione stilistica. Inoltre ogni nuova opera sembra migliorare rispetto alla precedente per varietà e maturità dei temi trattati. Inutile dire che anche in questo caso si ha la sensazione che il nostro autore abbia ancora una volta superato sé stesso, regalando ai suoi lettori qualcosa di unico e completamente nuovo.
L’opera rappresenta una svolta nella produzione artistica di Kamimura, un cambio di registro rispetto ai fumetti precedenti, sia per quanto riguarda la scelta dei protagonisti, sia per lo stile grafico e le tematiche. Siamo di fronte a una delle storie più intime e personali dell’autore, qualcosa di particolarmente vicino e sentito. Non si può non vedere nelle avventure di Kinta, nella sua passione per il disegno e per la poesia, nella sua fascinazione per un erotismo a volte travagliato, una grande opera autobiografica che ripercorre con amara tenerezza una vita tutta da inventare in un mondo sconvolto dalla guerra.
Come nostalgici appunti di viaggio, i tre volumi raccolgono i ricordi più dolci (ma anche gli episodi più sgradevoli) che scandiscono le stagioni della vita del protagonista. Attraverso le sue vicende, la sua scoperta della sessualità, degli orrori della vita e della bassezza dei sentimenti umani, si riflette il Giappone dell'immediato dopoguerra, rappresentato dai repentini cambiamenti dei costumi e dal confronto diretto con la cultura occidentale.
Sullo sfondo i fatti di cronaca che hanno segnato un’epoca: Il discorso radiofonico di resa agli Alleati da parte dell’imperatore Hirohito, l’occupazione americana, il mercato nero, la riforma dei programmi scolastici, l’arrivo di Marilyn Monroe, la tragedia del ponte Niju, gli esperimenti nucleari sull’atollo di Bikini. Non mancano i riferimenti ai divi del cinema e della musica leggera, alle mode passeggere e alla cultura pop in generale, come fulgide istantanee di un periodo storico di fervente trasformazione.
A fare da trait d’union alle vicende l’onnipresente linea d’orizzonte del paesaggio, che sia quella spezzata dello skyline di Tokyo o quella continua dei campi sconfinati della pianura del Kanto. Il paesaggio diventa esso stesso personaggio al pari dei protagonisti, un luogo mitico della memoria, teatro di appassionanti storie d’amore e di tradimenti, di dolore e di voglia di riscatto. Così le vedute assumono importanza e dettano la cifra stilistica, nelle grandi composizioni a doppia pagina, a volte opulente e dettagliate come incisioni ad acquaforte, a volte minimali ed eleganti ed come quadri astratti, spesso accompagnati da versi di poesie o canzoni a rendere più evocative e struggenti le scene.
All’interno di uno scenario mai così vivido e pulsante si muove un cast di personaggi come sempre meravigliosamente tratteggiati e sfumati, tangibili e tridimensionali, trattati con infinito affetto e nostalgia dall’autore, un amore che inevitabilmente viene trasmesso al lettore. Impossibile non immedesimarsi in Kinta e le sue avventure, non provare tenerezza per l’inadeguatezza e il travaglio esistenziale di Ginko, così come non si può non simpatizzare con l’estroso Yanagawa e la sua personale rivoluzione sessuale.
A differenza di altri casi, in cui Kamimura ha creato un multiforme e caleidoscopico universo femminile, dove la figura della donna è assoluta e dominatrice in tutte le sue sfaccettature (dalla femme fatale de Il Parco dei Cervi, alla fedele mogliettina de L’età della convivenza, alla tormentata madre de Il club delle divorziate), qui le donne sono relegate a ruoli di secondo piano per far posto ad una galleria di protagonisti quasi esclusivamente al maschile (Kinta, il nonno scrittore, il maestro Yanagawa).
Nel disegno, da sempre uno dei punti fermi delle sue opere, anche in questo caso Kamimura sfoggia un’impressionante e inesauribile corredo di tecniche grafiche, che raggiungono vette pittoriche nelle tavole a colori acquerello, oltre che una magistrale gestione dello storyboard e dei tempi narrativi. Il geniale mangaka calibra millimetricamente il ritmo del racconto e padroneggia la tavola con la linea sinuosa del suo tratto, che trova la sua apoteosi nelle composizioni floreali. La composizione della griglia si attesta su geometrie canoniche, senza particolari invenzioni ad effetto, per una lettura fluente, resa ancor più scorrevole dall’essenzialità dei testi. I personaggi sono perfettamente caratterizzati, ma sono per l’appunto le grandi vedute paesaggistiche a riservare le tavole più notevoli e particolareggiate.
L’edizione italiana de La pianura del Kanto si presenta come un oggetto bello e prezioso: tre corposi tomi rilegati a regola d’arte con copertina in cartone rigido racchiusi in un cofanetto da collezione, per un totale di quasi 1200 pagine cucite a filo, al costo di 24,00€ l’uno. I tre volumi sono arricchiti da sostanziosi extra, tra cui frontespizi e tavole a colori, gallerie di illustrazioni inedite e postfazioni di grande interesse per chi volesse approfondire la biografia di Kazuo Kamimura. Tra gli scritti ricordiamo i tre saggi rispettivamente di Paolo La Marca, traduttore e curatore dell’edizione italiana, di Aku Yu, amico fraterno e collega di Kamimura (che compare anche come personaggio nel fumetto), e infine dello stesso Kazuo Kamimura con un conturbante scritto sul cinema e sulle sue attrici feticcio. Un pezzo da non perdere dedicato a tutti i fan del maestro giapponese (e più in generale del grande fumetto internazionale) da aggiungere agli altri imprescindibili volumi dello stesso autore tratti dal catalogo Coconino: Il fiume Shinano, Il parco dei cervi e Tredici notti di rancore.
Ecco un altro bel manga di Kazuo Kamimura, ma a differenza di molte sue opere precedenti dove la donna, nella sua bellezza e sensualità, aveva un ruolo centrale ne "La Pianura del Kanto" la scena è occupata da un cast tutto al maschile: Kinta il protagonista, suo nonno e successivamente il suo amico illustratore, il maestro Yanagawa che gli farà da figura paterna.
Edito nel 1976 e considerato da molti come il capolavoro di Kamimura e del genere Gekiga, la trama si incentra sulla vita di Kinta, bimbo rimasto orfano durante la seconda guerra Mondiale e le sue esperienze fino all'età adulta.
Riedito postumo nel 1989 con il sottotitolo "Ricordi fluttuanti della mia giovinezza", il manga vuole rimarcare la relazione tra il vissuto dell'autore e le vicende postbelliche narrate: Kinta infatti è il nomignolo con cui veniva chiamato Kamimura da giovane, oltre a una somiglianza tra i due: un carattere romantico e malinconico, l'adorazione per l'universo femminile...
ATTENZIONE SPOILER
La trama è scorrevole e leggera, impregnata di malinconia ; Kinta ha solo 7 anni nel primo volume di questa trilogia, ma ha fatto esperienze precoci per la sua età vivendo solo con il caro nonno scrittore in questa terra rurale a cui diventa molto affezionato e che considererà "come il suo primo amore" : vedere un aereo caduto dal cielo con un pilota americano, un omicidio, il sesso tra adulti, la sconfitta negli occhi dei giapponesi che cercano a pezzi di ricostruire un futuro dopo una guerra mostruosa, la scuola, i coetanei in particolar modo la vicina Ginko, un bambino trans che si sente fortemente ragazza e che lega subito col nostro protagonista creando un'amicizia duratura e forte che trascende il tempo.
Nel secondo volume si passa agli anni dell'adolescenza, gli anni 50 dove Kinta, rimasto solo, viene "adottato" dall'amico del nonno, l'illustratore di riviste erotiche Yanagawa; un uomo gentile ma anche orgoglioso, una seconda e fondamentale figura paterna per lui, accompagnata stavolta da una figura materna: Junko, legatissima a Yanagawa e che successivamente e felicemente sposerà; prime esperienze sentimentali ed erotiche arricchiranno la vita di Kinta in questa grande Tokyo che diventerà la sua nuova casa, dove sentirà il calore di una nuova famiglia allargata ma molto unita .
Kamimura non manca di inserire abilmente nella trama eventi del dopoguerra senza mai appesantire la lettura: nel primo volume del Giappone postbellico c'è il discordo radiofonico con cui l'imperatore Hirohito annunciava la resa degli alleati, l'occupazione americana, il mercato nero dove acquistare cibo, l'avvento del cinema... nel secondo volume incentrato su Tokyo, la fama di Marylin Monroe in Giappone, il tonno radioattivo legato alle esplosioni atomiche nell'atollo di Bikini....
Nell'ultimo volume troviamo un Kinta ventenne che si affaccia all'età adulta lavorando in una agenzia pubblicitaria ma desideroso di fare l'illustratore, l'importanza e l'affetto di una famiglia nonostante non vi siano vincoli di sangue, il tormentato rapporto con l'emotiva coetanea Kyoko, l'affetto per il suo amico ritrovato Ginko che ora lavora a Tokyo per un gay bar....
FINE SPOILER
La maturità dei temi, la gestione dei tempi narrativi, i paesaggi soprattutto quelli rurali che si estendono sconfinati, la creazione dei personaggi, donano vita a una lettura fantastica, delicata, a tratti malinconica, in pieno stile Kamimura che non lascerà delusi .
La Coconino Press ne ha fatto 3 volumi cartonati di ottima qualità, come sempre.
Il tratto caratteristico, unico, delicato di Kamimura impregna le tavole di nostalglia e poesia.
Ringrazierò sempre le biblioteche che mi hanno permesso di leggere questa trilogia gratuitamente (come altre opere di Kamimura), e approfitto per consigliare a tutti di chiedere alle biblioteche del proprio comune/provincia: Loro investono nei manga oggigiorno, ciò permette di risparmiare molti soldi e spazio in libreria perchè una volta letti vanno restituiti, poi se la lettura piace la si può sempre acquistare per conto proprio.
Lo consiglio a tutti, a chi vuole conoscere Kazuo Kamimura, ma soprattutto a chi già lo segue con affetto.
Edito nel 1976 e considerato da molti come il capolavoro di Kamimura e del genere Gekiga, la trama si incentra sulla vita di Kinta, bimbo rimasto orfano durante la seconda guerra Mondiale e le sue esperienze fino all'età adulta.
Riedito postumo nel 1989 con il sottotitolo "Ricordi fluttuanti della mia giovinezza", il manga vuole rimarcare la relazione tra il vissuto dell'autore e le vicende postbelliche narrate: Kinta infatti è il nomignolo con cui veniva chiamato Kamimura da giovane, oltre a una somiglianza tra i due: un carattere romantico e malinconico, l'adorazione per l'universo femminile...
ATTENZIONE SPOILER
La trama è scorrevole e leggera, impregnata di malinconia ; Kinta ha solo 7 anni nel primo volume di questa trilogia, ma ha fatto esperienze precoci per la sua età vivendo solo con il caro nonno scrittore in questa terra rurale a cui diventa molto affezionato e che considererà "come il suo primo amore" : vedere un aereo caduto dal cielo con un pilota americano, un omicidio, il sesso tra adulti, la sconfitta negli occhi dei giapponesi che cercano a pezzi di ricostruire un futuro dopo una guerra mostruosa, la scuola, i coetanei in particolar modo la vicina Ginko, un bambino trans che si sente fortemente ragazza e che lega subito col nostro protagonista creando un'amicizia duratura e forte che trascende il tempo.
Nel secondo volume si passa agli anni dell'adolescenza, gli anni 50 dove Kinta, rimasto solo, viene "adottato" dall'amico del nonno, l'illustratore di riviste erotiche Yanagawa; un uomo gentile ma anche orgoglioso, una seconda e fondamentale figura paterna per lui, accompagnata stavolta da una figura materna: Junko, legatissima a Yanagawa e che successivamente e felicemente sposerà; prime esperienze sentimentali ed erotiche arricchiranno la vita di Kinta in questa grande Tokyo che diventerà la sua nuova casa, dove sentirà il calore di una nuova famiglia allargata ma molto unita .
Kamimura non manca di inserire abilmente nella trama eventi del dopoguerra senza mai appesantire la lettura: nel primo volume del Giappone postbellico c'è il discordo radiofonico con cui l'imperatore Hirohito annunciava la resa degli alleati, l'occupazione americana, il mercato nero dove acquistare cibo, l'avvento del cinema... nel secondo volume incentrato su Tokyo, la fama di Marylin Monroe in Giappone, il tonno radioattivo legato alle esplosioni atomiche nell'atollo di Bikini....
Nell'ultimo volume troviamo un Kinta ventenne che si affaccia all'età adulta lavorando in una agenzia pubblicitaria ma desideroso di fare l'illustratore, l'importanza e l'affetto di una famiglia nonostante non vi siano vincoli di sangue, il tormentato rapporto con l'emotiva coetanea Kyoko, l'affetto per il suo amico ritrovato Ginko che ora lavora a Tokyo per un gay bar....
FINE SPOILER
La maturità dei temi, la gestione dei tempi narrativi, i paesaggi soprattutto quelli rurali che si estendono sconfinati, la creazione dei personaggi, donano vita a una lettura fantastica, delicata, a tratti malinconica, in pieno stile Kamimura che non lascerà delusi .
La Coconino Press ne ha fatto 3 volumi cartonati di ottima qualità, come sempre.
Il tratto caratteristico, unico, delicato di Kamimura impregna le tavole di nostalglia e poesia.
Ringrazierò sempre le biblioteche che mi hanno permesso di leggere questa trilogia gratuitamente (come altre opere di Kamimura), e approfitto per consigliare a tutti di chiedere alle biblioteche del proprio comune/provincia: Loro investono nei manga oggigiorno, ciò permette di risparmiare molti soldi e spazio in libreria perchè una volta letti vanno restituiti, poi se la lettura piace la si può sempre acquistare per conto proprio.
Lo consiglio a tutti, a chi vuole conoscere Kazuo Kamimura, ma soprattutto a chi già lo segue con affetto.