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Shura94

Volumi letti: 25/25 --- Voto 6
Saint Seiya - The Lost Canvas è uno spin off della più nota serie Saint Seiya, conosciuta in Italia come I Cavalieri dello Zodiaco. Il manga ruota attorno alla precedente Guerra Sacra tra Atena e Hades di cui già si conosce l’epilogo. L’intera opera è composta da 25 volumi.

L’autrice del manga, Shiori Teshirogi, riesce a tessere una trama che risulta a tratti interessante ma che presenta due grosse pecche. La prima è che dal volume 12 la trama comincia a diventare in alcuni punti noiosa, confusionaria e troppo rapida (specialmente nei volumi tra il 16 e il 24). La seconda pecca, che è anche in parte legata alla prima, è la caratterizzazione e gestione di alcuni personaggi. Se, infatti, fino al volume 11 i personaggi sono ben caratterizzati e la trama risulta molto gradevole, dal volume 12 in poi l’autrice introduce personaggi caratterizzati e gestiti male che abbassano anche la qualità della trama. Vengono introdotti personaggi OverPowered come ad esempio Regulus, Partita e Yoma i quali sono caratterizzati male, vengono, inoltre, ripresi i due Specter Radamante e Kagaho che nella seconda parte risultano gestiti in modo penoso. Sembra quasi che l’autrice, nella parte finale, abbia voluto dare un’accelerazione alla trama, ciò ha però inficiato sulla qualità dell’opera. Dunque, se nella prima parte vi sono dei personaggi ben caratterizzati e la trama risulta gradevole, nella seconda parte i personaggi sono mal gestiti e la trama risulta troppo veloce e confusionaria. La storia si riprende nel volume 25 riallacciandosi alla trama originale di Kurumada.
Voto Trama: 5.5 (7.5 nella prima parte e 4 nella seconda parte)

Per quanto riguarda i disegni invece, l’autrice sa il fatto suo. Sono veramente ben fatti ed ha un suo stile caratteristico.
Voto Disegni: 8

L’edizione che ho letto è quella in 25 volumi di Panini Comics uscita in allegato sulla Gazzetta dello Sport. Il formato è dunque leggermente più grande dal classico tankobon. Ciononostante l’edizione non presenta né pagine a colori né sovraccoperta, inoltre le pagine sono molto sottili. Sono presenti anche alcuni errori nell’edizione che potevano essere corretti: infatti, nella sezione Story and Characters posta a inizio di ogni volume, Cardia è descritto come Cavaliere del Cancro nel volume 12, mentre nel volume 24, Sion ed Aspros risultano scambiati. Considerando che è la seconda edizione uscita nel nostro paese (è stata pubblicata anche un’edizione in 50 volumi sempre da Panini Comics) questi errori potevano essere evitati.
Voto Edizione: 5.5

Nel complesso, poiché mi è risultata gradevole solo la prima parte del manga (che tra l’altro presenta un’ottima trasposizione anime di cui, invece, consiglio caldamente la visione a chiunque), consiglio l’opera solamente ai fan de I Cavalieri dello Zodiaco.
Voto Complessivo: 6


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Oktavia

Volumi letti: 25/25 --- Voto 7,5
[<b>ATTENZIONE! CONTIENE SPOILER!</b>]

Presentatoci come prequel della serie classica che tutti conosciamo, “Saint Seiya – The Lost Canvas” narra le vicende riguardanti la Guerra Sacra precedente a quella combattuta nella saga di Hades, per così dire, del “presente”.
Andando subito al sodo, posso dire di averlo apprezzato parecchio come spin off del brand di “Saint Seiya”.
Non urlo al capolavoro, anzi, più avanti mi soffermerò anche sui suoi difetti (che sono parecchi), ma a livello di trama, personaggi e narrazione non posso non considerarlo il migliore fra tutti gli spin off, superiore anche alla serie classica, che sarà sì quella da cui tutto è partito, ma soffre di numerose pecche (disegno in primis) che ne abbassano di parecchio la qualità, ma vediamo di far chiarezza e andare con ordine.

Questa volta, il protagonista è Tenma, predecessore del più noto Seiya nel ruolo di Saint di Pegaso, il cui destino finirà per intrecciarsi a quello di altri due ragazzi: Sasha, reincarnazione della dea Atena, e Aron, migliore amico dello stesso Tenma, scelto come corpo ospite dall’anima del dio Ade.
Fin qui nulla di particolare, la storia parte subito abbastanza bene e riesce a coinvolgere il lettore, anche perché – sebbene il manga presenti fin da subito elementi fortemente ricollegabili alla serie madre e alcuni suoi cliché – non si tratta della solita solfa; seppur con delle limitazioni, l’autrice Shiori Teshirogi cerca di rappresentare qualcosa di un po’ diverso, di piazzare delle basi “differenti” rispetto alla serie scritta da Kurumada.

Sulla trama non mi soffermerò particolarmente, alla fine, raccontando gli eventi della Guerra Sacra passata, è anche abbastanza ovvia, cosa che ha limitato tantissimo la Teshirogi, ma in alcuni punti è riuscita comunque a sorprendermi in maniera piacevole e ad avere alcuni “guizzi” che me l’hanno fatta gradire abbastanza, dato che l’autrice, malgrado fosse particolarmente vincolata, è riuscita comunque a inserire qualcosa di “suo” e a portare sul mercato un manga davvero piacevole e interessante. Trovo abbastanza stupido criticare questa serie “perché tanto si sa già come va a finire”, in quanto ciò era chiaro fin dall’inizio.
Certo, purtroppo conoscere già l’esito di questa Guerra Sacra priva la storia di quel pathos che tanto piace ai lettori (me compresa), facendola partire un po’ con le gambe rotte. Quando si comincia a leggere, si sa già che tutti i Saint – a eccezione di Shion e Dohko – andranno incontro alla morte, ma questo non ha impedito alla Shiori di farci affezionare a loro e di farci piangere a ogni dipartita, questo perché i personaggi, o almeno la stragrande maggioranza, nonostante siano esteticamente identici ai loro successori (scelta per la quale non critico l’autrice, dato che purtroppo è stata costretta a fare così per vendere di più), sono gestiti abbastanza bene, riescono a lasciare un segno nel lettore e hanno ognuno il proprio carattere e le proprie sfaccettature. In questo la Teshirogi è riuscita a compiere un lavoro decisamente migliore rispetto a quello di Kurumada, che salvo alcune eccezioni ci ha abituati a personaggi bidimensionali e piuttosto piatti e banalotti.
In Lost Canvas, invece, ognuno riesce a ritagliarsi il proprio spazio, specialmente i tanto amati Gold Saints, che delle volte finiscono anche per soppiantare i protagonisti e ai quali sono stati dedicati anche dei Gaiden quasi tutti molto piacevoli e che li approfondiscono ancor di più, dando peraltro un po’ di lustro a quelli che nella serie kurumadiana sono stati ingiustamente bistrattati, ovvero Taurus, Cancer e Pisces (Pisces tra l’altro sconfigge da solo pure uno dei tre giganti degli Inferi, mica pizza e fichi!). Vale lo stesso anche per Sagittarius, che finalmente viene visto in azione e non ricopre il ruolo di fantasma che soccorre i protagonisti nei momenti di difficoltà inviando la propria armatura.
Un netto miglioramento è riscontrabile anche nel personaggio della dea Atena. Stavolta non abbiamo una spocchiosa ragazzina inutile e ipocrita, bensì una fanciulla che, pur nella sua dolcezza e delicatezza, mette anima e corpo per aiutare i suoi Saint e non esita a scendere in campo per aiutarli, maturando insieme a loro e combattendo anche con i poteri limitati.

Anche l’armata degli Specter, che nel manga classico era stata gestita in maniera davvero scandalosa, acquisisce maggior spessore, introducendo personaggi abbastanza interessanti ed evitando di limitarsi ai tre Giudici Infernali. Inutile dire che lo stesso discorso vale pure per Ade, qui dotato di una psicologia molto più approfondita e “malata”, per gli dei gemelli Hypnos e Thanatos e per Pandora, che a ‘sto giro si dimostra una comandante degna del suo nome, nulla a che vedere con l’incapace e sprovveduta ragazzetta della serie originale.
Ovviamente, non tutti i personaggi sono riusciti benissimo, anche qui ce ne sono alcuni assai dimenticabili, a partire dallo stesso Tenma, che non sarà odiosamente raccomandato come Seiya ma a me come personaggio è parso abbastanza anonimo. E lo stesso si può dire di Yato e di Yuzuriha, che a parte qualche flashback sono stati approfonditi davvero poco e nella seconda parte del manga vengono quasi completamente dimenticati.
Anche fra Gold Saints e Specter c’è qualche “mela grama”, ma di questo parleremo più avanti.

Un altro punto a favore rispetto al manga classico è senza dubbio il disegno. Se il tratto Kurumadiano è particolarmente grezzo e sproporzionato, quello della Teshirogi è decisamente più apprezzabile alla vista. Certo, non è eccelso, soprattutto nei primi volumi, ma andando avanti la matita dell’autrice prende letteralmente il volo, migliorando passo dopo passo e raggiungendo il picco massimo nei Gaiden. Certo, come ho già detto qualche riga sopra, non è esente da difetti, lo stile non è particolarmente pulito e lineare e alcune tavole le ho trovate un po’ confusionarie, specie nelle scene di combattimento. Inoltre, sembra che la Shiori non sia molto brava quando si tratta di disegnare gli animali, vedasi il cucciolo di Aron, che è veramente orrendo e somiglia più a un formichiere che a un cagnolino, ma dettagli.
In ogni caso, sono cose abbastanza perdonabili, dato che alla fine la serie si fa apprezzare e, come ho già detto prima, risulta parecchio gradevole e con picchi di angst che qualche volta mi hanno anche strappato una lacrimuccia.

Ciò nonostante, non posso dare a questa serie una valutazione che vada oltre il sette e mezzo e, volendomi togliere il sassolino dalla scarpa, vi spiego subito il perché.
Sicuramente su alcuni difetti del Lost Canvas si può glissare, perché la serie soffre parecchio delle pressioni degli editori, della fretta (specialmente nel finale) e del suo essere una storia dal finale già praticamente scontato, ma – a mio onesto parere – ci sono delle altre pecche, e anche evidenti.

In primis, non mi è andato molto giù il ripetersi di alcuni stereotipi della serie classica. Se in alcuni casi ciò è tranquillamente passabile, perché i segni distintivi del brand è giusto che rimangano, in altri non lo è affatto. Giusto per citare qualche esempio: perché il cavaliere del Toro deve sempre schiattare in piedi (cosa che accade anche con Ox in Next Dimension, per la cronaca)? Perché Gemini deve sempre farsi la guerra con il fratello e soffrire di problemi mentali e/o deliri di onnipotenza? Perché il Gran Sacerdote come successori non riesce mai a designare dei Saint che non siano Sagittario e Gemelli? Perché Unicorno deve sempre essere un lecchino incallito di Atena (sebbene Yato sia molto più dignitoso rispetto allo sfigatissimo Jabu)?
Insomma, e passino una volta, ma già alla seconda questi cliché cominciano a venire a noia, personalmente mi sarebbe piaciuto vedere qualcosa di diverso.

Ricollegandomi poi al discorso sui personaggi… è vero, prima ho elogiato l’autrice per la loro trattazione, ma ciò non toglie che ce ne siano alcuni gestiti davvero in maniera frettolosa, a tal punto da risultare pessima, primo fra tutti Regulus del Leone, che per quanto mi riguarda è uno dei peggiori Gary Stu che abbia mai visto in un manga, uno che tira fuori dal nulla tecniche stratosferiche imparate in due nanosecondi e che mette quasi tutti i suoi avversari a novanta perché puòH.
Per non parlare poi di Partita e di Yoma, altri due personaggi saltati fuori dal nulla e la cui presenza non è stata ben contestualizzata, soprattutto nel caso di Yoma, che tra l’altro come personaggio in sé mi sembra stonare davvero tantissimo nell’universo saintseiyano (oltre a essere decisamente irritante, ma questo è un altro discorso).
E poi ci sono le questioni rimaste completamente irrisolte, come quella di Aiacos, che dopo la sconfitta per mano di Sisifo del Sagittario scompare nel nulla pur essendo sopravvissuto, o quella di Kagaho, che non si capisce per quale ragione sia collegato con la Fenice, o magari sono io che mi sono lasciata scappare qualcosa, ma quella parte l’ho trovata davvero TROPPO confusa.

Altri difetti che ho riscontrato, sono alcune scelte di trama davvero assurde, ma a tal punto da risultare a dir poco grottesche pure per una serie dove quasi tutto è possibile come Saint Seiya.
Oltre alle già citate prodezze del Gary Stu del Leone, sto parlando di cose come Sisifo che, seppur privo del cuore, riesce a lanciare un’Athena Exclamation, di Rhadamanthys che continua a girellare senza problemi anche con un buco nel petto e (aridaje!) senza il muscolo cardiaco o di El Cid che, nonostante abbia perso almeno dieci ettolitri di sangue, continua a combattere bello tranzollo come se nulla fosse.

Tuttavia, fra i difetti del Lost Canvas, ciò che più mi irrita è il fanservice. Dio santo il fanservice!
Premetto subito che a me generalmente il fanservice non dispiace neanche troppo, io per prima ho ammirato le grazie di Saga nella serie classica, ma quando è troppo è troppo. E in Lost Canvas è DAVVERO troppo.
E non lo dico per bigottismo o perché è fatto solo sui personaggi femminili, ma semplicemente perché l’opzione migliore secondo me è “o tutti o nessuno”. Inoltre, non ho mai sopportato che pure nelle serie basate sulle armature, in cui la protezione in combattimento è essenziale, nel caso si tratti di donne si dia sempre più importanza a mostrare i loro corpi. Questa cosa l’ho odiata tantissimo anche nella serie classica (visti gli scandalosi bikini di ferro di Marin e Shaina), e il Lost Canvas non fa certo eccezione. Yuzuriha per esempio ha un’armatura davvero terrificante, seppur migliore rispetto a quelle delle due poveracce sopracitate, ma rimane comunque un pugno in un occhio, dato che ‘sta tipa fra un po’ è più protetta quando sta in abiti civili. Cioè, seriamente, quando veste la sua Cloth ha praticamente le tette di fuori, per non parlare degli shorts inguinali (inesattezza storica bella e buona, tra l’altro) e dei sandali metallici! E il brutto è che non è neanche la peggiore, nei Gaiden assistiamo a casi ancora più estremi (Mudan del Passero, per citarne una), ma a elencarli tutti faccio davvero notte. L’unica che si salva è la Specter Violate, che è ben corazzata, peccato solo che la sua Surplice abbia la stessa consistenza della cartapesta e nello scontro con Regulus si rompa proprio sulle tette, che tra l’altro vengono fuori in pieno stile hentai. E vabbeh…
Non dimentichiamoci poi di Pandora, che nonostante come personaggio sia anche ben fatta a livello caratteriale, pare più una diva uscita da una rivista pornografica che una sacerdotessa, in più sembra quasi che sia stata fatta così apposta per fare contrasto con la candida e bianca Sasha, in nome della leggendaria distinzione fra le buone angeliche e sante e le cattive scostumate e amanti del sadomaso (dato che Pandora sembra tendere leggerissimamente al sesso sado, ma dettagli).

Bene, ora che ci stiamo avviando verso la conclusione, che dire ancora di “Saint Seiya – The Lost Canvas”? Sicuramente una bella serie, malgrado i suoi difetti piuttosto fastidiosi. Si poteva fare ancora meglio, questo è vero, ma purtroppo l’autrice ha subìto diverse pressioni che l’hanno limitata, e il fatto di star lavorando per una serie di successo come Saint Seiya non l’ha certo aiutata molto. Ciò nonostante, anche così rimane comunque un buon prodotto che mi sento di consigliare e che trovo sia spesso criticato ingiustamente.
Detto questo… io termino qui la recensione.


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Il Principale

Volumi letti: 25/25 --- Voto 7,5
Una fievole luce in un mondo d'ombra... questo è "Lost Canvas", e dopo quest'inutile metafora (che poi, è una metafora? non so, mai stato bravo in italiano) passiamo alla cose serie.
Negli ultimi 15 anni i nippo hanno ben deciso di far rinascere un brand che poteva in linea generale starsene tranquillamente li dove stava dando vita quindi a varie serie animate e spin-off dell'opera principale, e per varie intendo tante, troppe, talmente tante che oramai Saint Seiya è una delle poche opere la cui vita editoriale è più simile ai comics americani che alle opere giapponesi, non che sia un problema per carità, però insomma...
Non starò qua a tediarvi di cosa narra "Lost Canvas", per quello ci stanno il resto delle recensioni, più che altro vorrei soffermarmi sull'intenzione della Teshirogi, che decide di mettere in secondo piano le vicende che accadono (di cui sappiamo già l'esito ) a favore di un maggior approfondimento dei Gold Saint, protagonisti indiscussi dell'opera, o più precisamente di quello che essi rappresentano.
Le imprese, e soprattutto le personalità dei nostri protagonisti, Tenma di Pegasus, Yato dell'Unicorno (già, l'unicorno, tipo il più sfigato dei cavalieri di Kurumada) e un'altra tizia di cui manco voglio ricordarmi il nome, passano in secondo piano rispetto alle personalità preponderanti dei gold saint, di cui una buona parte si meriterebbe un'opera a loro dedicata.
Ed è così che determinate costellazioni magari leggermente (cit. necessaria) bistrattate da Kurumada trovano in "Lost Canvas" una nuova luce, primo su tutti il cavaliere del cancro, Manigoldo, che per quanto non rappresenti sicuramente niente di nuovo nel panorama nipponico, conquisterà sicuramente la maggior parte dei lettori con il suo fare da sbruffone dal cuore d'oro, grazie al quale si conquista un posto obbligatorio nella mia top dei personaggi preferiti, subito dopo il Cancer di Kurumada, che per quanto cattivello rimane il Gold Saint forse meglio caratterizzato dell'intero brand; fatto sta che l'intento della Teshirogi è questo, fare quello che nella serie principale è stato fatto solo per alcuni (e male aggiungerei) cavalieri, un approfondimento dei Gold Saint, una narrazione delle loro gesta, del loro credo e delle loro personalità, riuscendoci perfettamente. Ogni Saint avrà il suo spazio, la sua storia e potrà esprimere tutto il suo potenziale (chi più chi meno ovviamente).
Un piccolo spazio meriterebbero anche gli Specter, che seppur ovviamente di poco conto rispetto ai vari Gold, qui trovano sicuramente un miglioramento dal punto di vista della caratterizzazione rispetto al passato ( o al futuro?... vabbè battuta pessima scusate).
Il fatto che sia una lieve luce in quell'infinito e buio mondo che è il brand di "Saint Seiya" è sicuramente un fattore positivo, fatto sta che di una debole luce si tratta appunto, in quanto i problemi esistono, e non sono pochi.
Dal punto di vista dell'abilità del disegno, siamo a poco più che sopra la sufficienza, l'autrice oggettivamente non eccelle, e tralasciando lo stile personale, nel corso dell'opera si noteranno parecchie fasi altalenanti, niente di cui spaventarsi, ma va detto (e poi, diciamocelo, basta che non disegni Kurumada e siam tutti felici).
La scelta del character design dei Gold Saint poi, ahimè, è abbastanza opinabile, essendo sostanzialmente tutti copie sputate dei Saint di Kurumada, scelta che si può apprezzare, niente da dire, ma che io ho trovato abbastanza fastidiosa e non necessaria. Inutile citare poi l'errata concezione dell'Italia e dell'Europa in generale che i giapponesi hanno di noi, ma su cui alla fine si può chiudere un occhio.
La storia, poi, per quanto complessivamente ben gestita si ferma appunto al ben gestita, niente per cui gridare al miracolo.

Insomma, questo è "Lost Canvas", uno dei tanti spin-off della serie che si differenzia dagli altri per il volere dell'autrice di raccontare una storia e i suoi personaggi ... al contrario, diciamocelo, del resto del brand che ha come fine ultimo quello di vendere le solite action figure delle Gold Cloth; senza contare che è l'unica opera fin'ora narrata che può vantarsi di essere complessivamente superiore all'originale (per quanto la saga della corsa alle dodici case rimane l'apice dell'intero brand) ma che appunto, può prendersi il merito di ergersi solo su un ristretto cerchio.

Sostanzialmente, un’oasi in quel deserto che è il marchio di Saint Seiya, ma uno dei tanti granelli di sabbia che formano quel ancor più vasto deserto che è il panorama fumettistico giapponese.


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Linkinparma46

Volumi letti: 25/25 --- Voto 10
A mio parere uno dei pochi spin-off nell'orizzonte lettereario/fumettistico che riesce ad eguagliare la sua matrice originale. La qualità riportata dalla Teshirogi e le passione che ha suscitato in me, sono state in grado di farmi rivivere "Saint Seiya" in tutto e per tutto. Il risultato è lo stesso ma le modalità con cui lo raggiunge sono differenti. Come pregio assoluto di quest'opera troviamo la bellezza e la cura dei disegni... non me ne voglia il maestro Kurumada ma su questo fronte Shiori Teshirogi vince a mani basse. La trama è ricca di sfumature interessanti, colpi di scena e di personaggi ben caratterizzati. Il manga propende per un approccio quasi corale, cercando di accentrare il meno possibile le vicende sul protagonista Tenma che, forse, si rivela come l'unico anello debole di questo titolo. Decisamente meno carismatico rispetto a Seiya. "Lost Canvas" pur dovendosi confrontare con un titano eterno riesce a non sfigurare e a proporsi come una valida alternativa alla storia proposta da Kurumada in Next Dimension. Ebbene sì c'è questo piccolo particolare che, per qualcuno, potrebbe rappresentare una falla gigantesca. "Lost Canvas" non è il prequel ufficiale di "Saint Saiya" e dal mio punto di vista è un peccato, perchè le storie di tutti i protagonisti e in particolare dei cavalieri d'oro si incastonano perfettamente con i fatti narrati nella serie classica. Tralasciando questo aspetto, che per me è irrilevante ai fini della critica di "Lost Canvas", direi che siamo in presenza di un'opera monumentale. Lo consiglio soprattutto ai fans dell'universo di "Saint Seiya", dato che quasi in ogni numero di "Lost Canvas" è possibile cogliere citazioni e rimandi al suo predecessore.


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Ransie Carter

Volumi letti: 25/25 --- Voto 9
"Saint Seiya" ha riempito le mie giornate da piccolina e, nonostante le mi "amichette" preferissero unicamente i prodotti più femminili, io non riuscivo a far a meno dei prodi cavalieri di Atena.
Avevo scoperto dell'esistenza di "Lost Canvas" su questo sito, un paio di anni fa, e allora mi pare che fosse partito da poco l'anime. Dopo la prima puntata l'avevo già bollato come cavolata buona solo a fare soldi.
L'estate scorsa, dopo avere visto un fantastico video-riassunto, sull'anime storico, mi sono ripassata tutta la serie, e mi sono avvicinata, per la prima volta in vita mia al manga. Dopo averlo finito sono passata ai vari spin-off, e quindi, a "Lost Canvas", passando prima per l'anime. Quantomai non l'ho letto prima!
Non voglio passare per eretica, ma per me è migliore addirittura della serie originale. Sarà che oggi preferisco come personaggi i cavalieri d'oro, e non i cari amati bronzini, e per questo, "Lost Canvas", da modo a chi come me apprezza di più i cavalieri, in teoria, più forti della Dea, di farsi una bella scorpacciata.
Tra l'altro, io apprezzo moltissimo il personaggio di Dohko, cavaliere della Bilancia, e qui ho avuto modo davvero di poterlo apprezzare sotto molteplici sfumature.
La storia narrata, ricalca la guerra storica fra il Dio dell'oltretomba Ade, e la potente Dea guerriera Atena, duecentocinquanta anni prima degli avvenimenti del manga classico. Altri cavalieri, la stessa identica missione, che ogni due secoli e mezzo, si ripete sul nostro pianeta: fermare l'ascesa di Ade, prima che esso si impadronisca del nostro mondo facendolo sprofondare nell'oscurità.
Sorvolo su un piccolo particolare che, da buona amante della mitologia quale sono, mi fa un poco girare, salvo rare eccezioni, nella maggior parte delle trasposizioni che vedono protagonisti gli Dei greci, Ade è sempre cattivo. Siccome regna sull'oltretomba, deve per forza essere cattivo, questo proprio non mi va, ma fa nulla... almeno è di aspetto appetibile!
Questa nuova storia è ambientata in Italia, e i protagonisti veri e propri sono tre: Atena, reincarnata nella piccola Sasha, Ade, reincarnato nel fratello di Sasha: Alone, e infine, l'immancabile cavaliere di pegaso, in questa storia lo troviamo col nome di Tenma.
Siamo in Italia, ma i nomi scelti non rispecchiano per nulla il nostro paese. Su questo l'autrice avrebbe anche potuto impegnarsi di più, sono certa che avrebbe potuto trovare un nome utile allo scopo, dato che cercano di fare in modo che i nomi rispecchino un qualcosa dei personaggi illustrati.
I tre, da ragazzini, si ritrovano insieme in orfanotrofio, e subito scatta l'amicizia. Un giorno Sasha viene portata via da quello che scopriremo essere il cavaliere del Sagittario, in moda che possa prendere il suo posto al grande tempio, e guidare i propri cavalieri verso la prossima guerra contro Ade.
Tenma, ragazzo dal carattere molto timido e buono, e Tenma, il classico ragazzino allegro e anche scapestrato, si ritrovano soli con gli altri bambini, emarginati dal resto della città in cui vivono.
Un giorno scoppia un temporale violentissimo, e la casa dei ragazzini rischia di essere portata via. Tenma vuole cercare di evitare che ciò accada, e così libera per la prima volta il suo Cosmo.
La fortuna voleva che da quelle parti fosse in missione uno dei cavalieri d'oro: Dohko della Bilancia, il quale capisce subito che il ragazzino è destinato a diventare cavaliere di Atena.
Tenma deciderà quindi di partire col cavaliere d'oro, promettendo ad Alone di conquistare l'armatura e di tornare da lui.
Dopo un po' di tempo dal suo arrivo al Grande Tempio, Tenma ritroverà Sasha, scoprendo la vera identità della ragazza.
Il resto è la solita storia: combattimenti su combattimenti, ognuno dei quali ci porterà via via verso la vetta e lo scontro finale fra le due antiche divinità.

Pur essendo una storia trita e ritrita, perché piace?
Dire "perché è Saint Seiya" è quanto di più lontano ci possa essere dal vero. Altri prodotti con lo stesso marchio, non mi son piaciuti per nulla.
Qui abbiamo un bilanciamento quasi perfetto fra disegni meravigliosi, realizzati con minuzia e attenzione, oltre che amore. Perché sì, ci vuole anche amore per disegnare. So che può sembrare una cosa stupida, ma se non ami ciò che fai, la tua arte, o quello che è, ne risente. E l'autrice si vede tutto l'amore e l'impegno che ha dedicato in questa sua opera.
La storia... Io lo dico sempre, anche dai cliché più ridicoli, dalle trame banali, trite e ritrite, si possono tirare fuori delle vere opere d'arte.
Prima di Soul of Gold, ultimo anime legato alla serie classica, io non avevo mai visto di buon occhio i personaggi di DM e di Aprodite, non li ritenevo ben delineati e caratterizzati. Mi son ricreduta a prescindere con gli anni.
In "Lost Canvas" non c'è un solo personaggio, di quelli principali, che io possa dire di detestare. Neanche uno. Sono tutti uno più bello, e qui non sto parlando del loro aspetto, più bello dell'altro.
Caratterizzati come si deve, e ognuno con la sua storia.
Un peccato che molti, non fai tempo ad affezionarti, che subito ce li vediamo moriree fra le mani, letteralmente.
La Teshirogi ha fatto un ottimo lavoro, per me, coi personaggi di Albafica, Cavaliere dei pesci, Manigoldo, cavaliere del Cancro, Sion dell'Ariete e Defteros dei Gemelli.
Son tutti fantastici, ma questi, oltre a Dohko, sono per me il top in "Lost Canvas".
Pagina dopo pagina l'attesa cresce, sai bene o male che cadranno in molti, è una guerra, e tutte le guerre portano con sé l'ombra della morte, tuttavia... non vedi l'ora di vedere quali assi tirerà fuori dalla manica questa brillante mangaka.
Anche se d'istinto vorrei farlo, non posso dare un 10 a questa opera, perché qualche piccola pecca la presenta comunque, non è impeccabile, ma è comunque un lavoro di prim'ordine!
Meraviglioso, e così anche gli extra, numeri dedicate alle singole storie dei cavalieri d'oro. Un qualcosa in più che regala ancora più valore alla serie!


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Itachi-san

Volumi letti: 25/25 --- Voto 7
Non capisco i molti giudizi negativi su questo manga. Certo, non è un capolavoro, non è qualcosa che lasci segni indelebili sul lettore, ma non è nemmeno spazzatura. Giudicare questa serie in stretta relazione a quella originale può sminuire molto " The Lost Canvas", ma io lo ritengo fuorviante. Iniziando a leggerlo, più per curiosità che per altro, non ho mai avuto l'illusione di trovarmi di fronte a qualcosa che si prefiggesse anche soltanto di superare la serie classica, semplicemente perché è palese che non è questo l'obiettivo ricercato. E' un'opera classicista se vogliamo, in cui cioè il modello viene tenuto costantemente in considerazione come paradigma, e lo scopo non è superarlo, ma riproporlo, rendendolo più moderno, senza creare incongruenze. Se visto in quest'ottica, questo manga non mi pare fallimentare.
L'ambientazione è collocata 243 anni prima della serie originale, cioè durante la precedente Guerra Sacra. Tenma, Sasha e Aron sono tre ragazzini cresciuti in un orfanotrofio nell'Italia del XVIII secolo, ma il destino li vedrà coinvolti in tutt'altra realtà: sono infatti i prescelti per la reincarnazione di Hades, di Athena e del cavaliere della costellazione di Pegasus, il deicida.
Se è vero che l'originalità è limitata e il pathos non è paragonabile alla saga classica, la lettura è comunque gradevole, tra scontri abbastanza frequenti e sprazzi di ricordo, tenerezza, nostalgia. Il disegno è di ottima qualità: le armature sono curate e plastiche, le scene dinamiche sono rese in modo ottimo e l'espressività è buona. Insomma, se si è troppo innovativi ci si lamenta di stravolgere gli originali, se si è troppo fedeli allora si è monotoni... Io cerco un po' di equilibrio dando un buon voto, anche se non così alto. Ciò che ho particolarmente apprezzato è la maggiore focalizzazione sui cavalieri d'oro e sulla loro umanità, intesa come fragilità, insicurezza, difficoltà. Eppure tutti i soldati di Athena mantengono il loro alone di potere e rispettabilità. Lo consiglio a chi è fan della serie, ma senza fare troppi paragoni e godendosi una lettura comunque piacevole.


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alex di gemini

Volumi letti: 25/25 --- Voto 7
Lost canvas è un manga controverso come pochi, approvato pienamente da alcuni, demolito con nulla da salvare da altri. L'idea di partenza è buona: far narrare la famosa guerra contro Hades avvenuta a metà settecento non da Kurumada, bensì da una donna, la giovane Teshiorgi Shiori. Il disegno è buono, estremamente simile ai lati migliori di quello dell'anime e a quello del manga, anche se forse, a metà serie, decade un po'.
La storia all'inizio l'ho trovata molto buona, con la rivincita degli ori disprezzati da Kurumada (pesci, toro, scorpione e cancro) che qui possono rivelare una forza superiore a quella delle loro controparti del ventesimo secolo che, al contrario, erano state evidentemente trascurate per ragioni di trama. Bella l'idea di mostrare una guerra lunga, guidata da una vera Athena. E anche Tenma viene gestito bene, dandogli, in tutta la saga, uno spazio buono ma non eccessivo sia a lui che ai suoi compagni che formano un terzetto alla Harry Potter, con il predestinato, la secchiona (Iuzuriha) e il tipo particolare (Yato).
Ma ben presto la storia decade e non mi ha convinto più allo stesso modo. Sarà stata l'idea della corsa ai nove pianeti, o quella della nave volante, o la gestione sbagliata di vari gold, sia per la storia che per il tempo eccessivo dedicatovi… Non so, ma ci sono state tante cose che non mi hanno convinto pienamente: non dico malriuscite, ma nemmeno riuscite bene. In particolare Acquarius che qui si rivela debolissimo o Shion che non combatte quasi mai. Per non parlare (non spoilero il nome) di un potente cavaliere che, quando si tratta di affrontare Eaco, finisce con prenderle sode, sodissime. Ma come? Capisco che Eaco sferri un colpo nuovo, ma prenderle così da uno che Phoenix aveva sconfitto facilmente è davvero troppo. Per non parlare, inoltre, del troppo fan service legato a Pandora o del giovane Tenma che, da solo, ha appreso così tanto da poter saltare tre anni di addestramento.
In una parola, confrontandolo con Next Dimension, che per molti motivi mi è piaciuto meno di Canvas, non posso negare che in una vera storia dei cavalieri la mano di Kurumada abbia il suo bel peso. L'autrice di episode G è stata a mio avviso più all'altezza della situazione, nonostante, o forse proprio perché, Gold sia un'opera più innovativa, mentre Canvas è più nel solco della serie classica. O forse dovrei dire che è partita bene ma poi… Personalmente trovo che sia le tesi di chi lo approva che quelle di chi lo stronca abbiano un loro perché e non mi è facile decidere con chi schierarmi. Del resto non è forse simbolico il fatto che il finale sia descritto in maniera così rapida e lacunosa, almeno per lo scontro finale con Hades? Eppure non posso negare che abbia una sua validità, una sua bellezza. Alla fine, però, non posso disprezzare il bene che c'è né immaginare ciò che avrebbe potuto essere, così, alla fine, do 7.


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DesWyvern

Volumi letti: 13/25 --- Voto 6
Solitamente, quando si cerca di reinterpretare un grande classico i risultati possono essere due: la nascita di un grande capolavoro (come può essere il caso di Pluto) o un totale disastro. In tutto questo, Saint Seiya the Lost Canvas di Shiori Teshirogi è un'eccezione alla regola: non è una disfatta completa, né tantomeno un capolavoro.

Sicuramente la prima cosa che colpisce è la grafica: realistica e ben curata (anche se non eccezionale), finalmente Saint Seiya ha trovato un disegnatore (o meglio una disegnatrice) degno di questo nome. E oggettivamente, Kurumada in quanto ad abilità artistiche e stile narrativo deve letteralmente inchinarsi di fronte alla Teshirogi che, forse anche grazie all'avere più modelli a cui ispirarsi, può vantare uno stile molto più fresco e scorrevole di quello del sensei, oltre ovviamente a un tratto che surclassa totalmente quello piatto e quasi stilizzato dell'autore originale.
E così, grazie alla buona matita dell'autrice, possiamo finalmente goderci le armature dei Saints in tutto il loro splendore.

Un altro punto a favore di Lost Canvas rispetto alla serie classica sono i personaggi: la Teshirogi riesce a dare alle sue creature (soprattutto i gold saint, le vere star di quest'opera) più spessore rispetto a quanto riesce a fare Kurumada. I cavalieri d'oro che tanto avevamo adorato nelle loro spoglie classiche, riproposti e migliorati, con almeno un punto della storia focalizzato su di loro. Su tutti, spicca sicuramente Manigoldo di Cancer: una spanna sopra tutti i suoi colleghi in fatto di caratterizzazione. Bisogna però dire che, quasi a rendere omaggio alla serie classica, i personaggi meno riusciti sono proprio i protagonisti: come Seiya, Tenma appare incredibilmente vuoto e piatto, e così i suoi compagni Yato e Yuzuriha.

Quello che può essere considerato il maggior difetto dell'opera è forse la poca fedeltà all'originale. Saint donne che non indossano la maschera, l'apparizione dei talismani di Atena, la parte dedicata ad Atlantide, lo stesso Lost Canvas e diversi altri. Questi sono piccoli particolari che l'autrice ha probabilmente voluto inserire per dare un tocco di originalità al suo manga, ma che, per quello che dovrebbe essere un omaggio al Saint Seiya classico, si sarebbero dovuti evitare.

Un'altra pecca è sicuramente l'ambientazione poco curata: la Teshirogi non si è minimamente sforzata di fare almeno una piccola ricerca sul panorama europeo settecentesco reale. Così, alcuni dettagli molto poco realistici (ad esempio, chiese usate come orfanotrofi, o la presenza di un bambino giapponese in Italia) rendono sgradevole e molto approssimativa la ricostruzione storica. Oltre al fatto che i personaggi viaggiano dalla Grecia, all'Italia, allo Yamir in un battito di ciglia.

Parliamo ora della storia: essa viene vivacizzata facendo cominciare il manga già nel pieno della Guerra Santa, e la lettura viene resa più scorrevole. Nonostante ciò, lo svolgersi degli eventi presenta alcuni evidenti difetti: avendo le mani legate su chi far morire e chi lasciare in vita, sembra che la Teshirogi abbia cercato qualsiasi pretesto per togliere di mezzo i dieci gold saints già condannati da Kurumada, risultando spesso poco convincente (su tutti, la fine dei cavalieri dell'acquario e dello scorpione), e lo stesso succede con gli inutili santi di bronzo e d'argento; inoltre, molte scelte dell'autrice vengono evidentemente prese senza premeditazione (ad esempio, la comparsa dell'Arca della Speranza sembra messa lì solo per aggiustare la trama).

Concludendo, Saint Seiya the Lost Canvas è sicuramente qualcosa in più di una semplice fan fiction. Un tentativo, per molti versi riuscito, di far rivivere ancora una volta il mito dei cavalieri che hanno tanto animato l'infanzia di tutti noi. Ma a causa dei difetti che ho citato sopra, non posso dargli più di un buon sei. Comunque fortemente consigliato.


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Kether

Volumi letti: 25/25 --- Voto 10
Lost Canvas è la serie che non ti aspetti, perché è un prequel/omaggio che riesce ad essere conservativo ed al contempo innovativo.

Partiamo dal character design, che è praticamente identico a quello della serie classica, ma con un tratto più gentile e moderno, assolutamente piacevole, inoltre anche se hanno aspetto e mosse simili spesso i personaggi hanno atteggiamenti diversi ma simili, una cosa che personalmente ho trovato piacevole nonché divertente; penso, per esempio, ad Albafica dei pesci, identico ad Aphrodite, ma infinitamente più profondo ed affascinante. La Tashirogi non si è mai distanziata molto dal maestro Kurumada, ma ha saputo far suo un disegno ed una trama, personalizzandola senza essere schiacciata.

La trama è scorrevole e sostanzialmente priva di buchi, persino il problema divinità viene gestito sicuramente meglio che nella serie classica, dove in effetti non c'era una vera ragione per cui Atea/Ade/Posidone non dovessero aprire i deretani ai cavalieri nemici come succulente albicocche (cit. nonciclopedia): qui Ade e Atena giungono allo scontro in vari modi e in vari momenti, il che è assolutamente meglio.

Un altro punto di forza di Saint Seiya era la commozione: se negli anni Ottanta avevano stupito i cavalieri che piangevano i compagni caduti, nel 2000 la Teshirogi implementa la cosa concedendo ai cavalieri un vasto spettro di emozioni che si vanno inevitabilmente a ripercuotere sul lettore, concedendo a quasi ogni personaggio il suo attimo di gloria, caricandolo di pathos a mille. Lodevole è anche come l'autrice rispetti la psicologia dei suoi personaggi: ognuno combatte per i propri ideali incarnati (quasi sempre) nella divinità che assistono, ma questi sono diversi tra di loro e come tali anche il percorso che li conduce al loro momento topico è profondamente diverso: il penultimo volumetto in questo è esemplare, per chi l'ha letto.

In sostanza Lost Canvas è da certi punti di vista anche migliore della serie originale, per un ragazzo del 2000, perché va a toccare le sue corde emotive esattamente come faceva la serie classica negli anni ottanta, in pratica lo ha svecchiato. Dieci stelle, anche perché tra tanti prequel e sequel inguardabili (la saga di hades inclusa), questo è l'unico lavoro davvero degno dell'originale

Nuvola Barocca

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Nuvola Barocca

Volumi letti: 25/25 --- Voto 4
Da fan dell'anime classico di Saint Seiya che non è mai riuscita a farsi piacere in tutto e per tutto il manga, avevo aspettative molto positive nei confronti di questo manga. Ero stata attirata dai disegni dei primi volumi (campo che mi ha sempre causato molti problemi con i manga disegnati da Kurumada) e dalla (a posteriori vana) speranza di poter trovare una storia con delle buone basi, che correggesse gli errori commessi nella serie classica. Ahimè, così non è stato.
I disegni sono sì buoni, ma strizzano troppo l'occhio allo stile di disegno che va molto di moda in quest'ultimo periodo; inoltre, più si va avanti con i volumi, più non si vede un miglioramento: anzi, si potrebbe dire che i disegni peggiorano nella qualità, peggioramento forse dovuto al fatto che l'uscita dei capitoli su rivista è stato settimanale (e che l'autrice, forse, era ormai a corto di idee). Insomma, se siete degli appassionati di stili di disegno anni '70, '80 o '90 o comunque non amate lo stile di disegno molto arrotondato che va di moda ora siete avvertiti.

La trama. Oh, la trama. I primi capitoli possono essere ancora considerati, se non belli, quantomeno carini (se si fa finta che sia vero che, nell'Italia del Settecento, gli orfani non venivano ospitati nelle chiese, come invece succede in questa serie e se si pensa che vi sarà poi una risposta alla domanda "che diavolo ci fa un ragazzino per metà giapponese in Italia nel 1743?"). Il primo scontro fra Saint e Giudici infernali avviene fin da subito, fra Albafica, Saint dei Pesci, e Minos. Lo scontro di per sé è godibile, ma rivela fin da subito le pecche di questa serie:
1. Albafica è la versione "fan friendly" (vi prego, passatemi il termine) per tutti coloro che avevano odiato e / o non avevano compreso Aphrodite. E questo non avviene solo con lui, ma con tutti i successivi Saint, è evidente che l'autrice ha come intento principale (o non le hanno permesso causa voglia di lucrare sulla serie classica) non quello di inventare da zero dei personaggi validi, ma quello di fare una copia carbone dei personaggi della serie classica, cercando di renderli più appetibili agli occhi dei fan non-fan dei personaggi principali di Kurumada.
2. si vede fin da qui un elemento che caratterizzerà tutti gli scontri successivi: il fatto che l'autrice scelga la stessa tattica di Kurumada del far miracolare i suoi personaggi buoni fino al momento in cui non sconfiggono il loro nemico morendo in maniera eroica, in modo spesso e volentieri esagerato, al limite del ridicolo (chi è arrivato alla morte di Sysiphus potrà capire a cosa mi riferisco).
3. la battaglia fra Albafica e Minos è al volume 3 giapponese (sottiletta 6 dell'orrida edizione italiana della Panini), motivo per cui uno dei tre Giudici infernali viene accoppato fin da subito: ciò mi ha fatto pensare che, forse, il Lost Canvas, nelle intenzioni dell'autrice (e di chissà quanta altra gente ci ha lavorato), doveva essere un progetto non molto lungo (io azzarderei non più di una decina di volumi); il modo in cui tutta la seconda parte (e molta parte della prima, a onor del vero) è stata gestita mi fa pensare che la storia stessa deve essere sfuggita di mano all'autrice stessa, fino al finale (non è ben chiaro se per obbligo della casa editrice o se per incapacità da parte dell'autrice stessa) su cui è meglio stendere un velo pietoso.

Poi ci sarebbero da aggiungere tante cose: scarsa coerenza con l'opera originale e / o con la realtà storica (bambini orfani ospitati in chiese - come già detto -, sacerdotesse di Athena senza maschera - e nessuno che le rimproveri per questo -, sacerdotesse di Ade del Settecento vestite come maitresse di locali sadomaso, un contenitore del dio Hades che fa accapponare la pelle se confrontato con Shun e che si comporta da Evil Overlord, personaggi che con Saint Seiya non c'entrano niente che indossano vestiti che saranno inventati solo nell'Ottocento e così via), fan service tremendo (fra Saint scopiazzati da quelli della serie classica e donnine mezze svestite, se non nude - chi ha detto Seraphina e Violate?) e una gestione della narrazione che peggiora ad ogni volume.
Insomma, un'occasione mancata: se solo l'intera storia fosse stata gestita meglio, si sarebbe avvertito molto meno il fatto che questa serie è stata evidentemente realizzata con scopi commerciali; se solo non fosse stata l'ennesima versione di Saint Seiya, ma un'opera originale, sarebbe potuta essere una serie migliore, o quantomeno meno tremenda. Ma, visto che non si va avanti con i se e con i ma, diciamolo pure: Saint Seiya The Lost Canvas è un'opera nata con evidenti scopi commerciali e affidata a un'autrice ancora alle prime armi, palesemente inadatta a gestire un gran nome come quello di Saint Seiya.

Ho dato 4 a quest'opera e non di meno perché i disegni sono molto gradevoli, si lasciano guardare nonostante la trama (un po' come Bleach, insomma), perché, nonostante le scopiazzature, ad alcuni personaggi mi ero affezionata e perché i primi quattro o cinque volumi mi avevano dato un'impressione positiva, salvo poi cadere nel baratro dei più tremendi cliché e del peggior fan service nipponico. Da evitare peggio della peste i successivi gaiden, inutili dal punto di vista della storia principale e narrativamente pessimi (a questo punto si poteva concludere con un po' più di calma la serie madre, invece che dare un semplice biscottino agli irriducibili fanboy della serie).


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Neku77

Volumi letti: 21/25 --- Voto 8
"Ogniqualvolta i malvagi infestano il mondo, fanno la loro comparsa i paladini della speranza. Essi sono…i cavalieri di Atena. Al fine di mantenere la pace sulla Terra, essi vestono l'armatura che della loro costellazione protettrice porta il nome, e si battono a costo della vita. I loro pugni squarciano il cielo…e fendono la Terra." - dal primo volume del manga-

Il mito dei cavalieri di Atena, ideato dal maestro Masami Kurumada, torna a risplendere come le scintillanti corazze indossate dai Saints, protagonisti di un manga ed un anime di culto degli anni '80. Questo manga rappresenta un prequel alla serie "classica", che vedeva protagonisti i cinque cavalieri di bronzo Seiya, Hyoga, Ikki, Shiryu, Shun: siamo infatti nel XVIII secolo, ai tempi dell'ultima guerra tra le divinità Ade e Atena, che schierano i propri eserciti in un arduo scontro che vedrà numerose perdite presso entrambe le parti, rispettivamente le Armate degli Inferi (Specter) e i "Saints" (Cavalieri Sacri).
Occorre fare una premessa, perché l'universo creato da Kurumada nel 1986 è ricco di richiami alla mitologia classica e a diversi culti, in primo luogo per la caratterizzazione dei Cavalieri: ognuno di essi, infatti, per onorare la propria missione di proteggere Atena e la Terra, riceve una corazza ispirata ad una delle ottantotto costellazioni, che determina anche il grado di forza. Infatti, le "Vestigia" o più comunemente dette "Cloth" si suddividono in Bronze, Silver e Gold (almeno in linea generale, visto che ne esistono altre), partendo dalle meno prestigiose alle migliori: quest'ultime rappresentano le dodici costellazioni dello Zodiaco, e designano i Cavalieri di Atena più forti e valorosi, capaci di utilizzare al massimo livello il Cosmo, il Sesto Senso che permette di attingere all'infinita energia dell'universo.
La nostra storia, dunque, si focalizza nuovamente sul un cavaliere di Pegaso, ovvero Tenma, che dopo essere stato orfano in Italia, andrà al Santuario di Atena per divenire Cavaliere, grazie all'intercessione di Doko della Bilancia (Cavaliere d'Oro che riveste un ruolo chiave anche negli eventi della serie classica), il quale ha intravisto nel ragazzo un grande potenziale, mentre salvava il suo villaggio da una rovinosa frana.
Bisogna inoltre dire che, tra gli amici di Tenma nel suo villaggio, due sono quelli cui è maggiormente legato, Aron, un fragile ragazzo dal cuore puro che sogna di diventare pittore, e la giovane Sasha: per un crudele scherzo del destino, questi diverranno le future incarnazioni, rispettivamente, di Ade e di Atena (infatti lo spirito la cui malvagità è senza fine del dio degli Inferi trova dimora solo nel cuore dell'essere umano più puro). Dunque, giunto al Santuario, Tenma ritroverà Sasha, precedentemente portata via dal suo villaggio natale, nelle vesti di capo spirituale dei Saints.

La trama procede in modo abbastanza spedito, tuttavia non si concentra unicamente sul cavaliere di Pegaso, anzi frequentemente si assiste a digressioni che rappresentano le numerose battaglie che i cavalieri si troveranno ad affrontare, trovandosi in un modo o nell'altro connessi alla vicenda di Tenma. Ovviamente i Cavalieri d'Oro, che rivestivano un ruolo fondamentale nella serie classica, ora sono più che mai centrali nella vicenda, e i loro sacrifici permettono alle giovani leve di proseguire nel tentativo di fermare la follia di Ade, che intende ghermire il mondo nel sonno della morte tramite la "Tela Perduta" (il "Lost Canvas" del titolo).
Il tratto di Shiori Teshirogi, autrice scelta da Kurumada per realizzare la parte grafica di questo nuovo capitolo, risulta molto fine, accattivante e fluido, realizzando personaggi ben caratterizzati, in particolare i Cavalieri d'Oro, dal design sempre convincente. Probabilmente, sono proprio questi i personaggi che maggiormente restano impressi in seguito alla lettura, paladini che difendono il prossimo e combattono per le generazioni future a costo della vita. Se volessimo trovare un difetto nella trama, questo andrebbe ricercato in una certa ripetitività dell'azione, con i classici scontri individuali tra super esseri a base di cosmo (con tanto di infinite mosse mortali), tuttavia questa caratteristica è un "marchio di fabbrica" nella serie di Kurumada; tra i personaggi, quello meno realistico, forse perché molto stereotipato, a mio giudizio è proprio Tenma, che nulla aggiunge ai classici canoni dell'eroe Shonen (anzi, forse alcuni lettori lo potrebbero persino odiare visti i sacrifici compiuti da personaggi ben più interessanti di lui, per permettergli di sopravvivere). Un manga che consiglio principalmente ai fan di Saint Seiya, che ritroveranno, con un diverso stile, le atmosfere della serie classica ed alcuni personaggi rivisitati. Forse l'estetica più moderna potrebbe attirare i neofiti della serie, ma a questo gruppo consiglio anche di scoprire gli albori dei Cavalieri dello Zodiaco nella loro prima serie, con protagonisti Seiya e Co.


 2
Turboo Stefo

Volumi letti: 25/25 --- Voto 7
Per molti anni il mondo di "Saint Seiya" è rimasto fermo alla serie originale - esclusi ovviamente film d'animazione e romanzi dalle discusse origini - fino al 2003, quando l'autore ha dato l'appoggio per la creazione dello spin-off "Episode G" (un fantomatico prequel pieno di incogruenze). Successivamente ha affidato al pennino della giovane Shiori Teshirogi "The Lost Canvas", ovvero il racconto tanto atteso della precedente guerra santa nominata nella serie originale.
Per diverso tempo l'opera è stata etichettata come prequel, ma l'inatteso arrivo della saga "Next Dimension" ha cambiato le carte in tavola, scombussolando così il "fandom" dei Cavalieri.

In un piccolo villaggio in Italia si trova un orfanotrofio, dove Tenma è cresciuto al fianco di Sasha ed Aron andando ad instaurare un rapporto che supera la comune amicizia. Però il destino ha in serbo una grossa sorpresa che travolgerà le loro esistenze, trascinandoli nella guerra infinita tra bene e male, tra Atena e Ade.
Seppur l'obbiettivo ultimo della storia sia quello di narrare la famosa battaglia, preventivando così la lenta dipartita dei cavalieri, Shiori Teshirogi preferisce affiancare la storia in larga misura, iniziando dalle origini dei personaggi e accompagnandoli nel mondo dei Cavalieri.
A buon ritmo, tra numerosi combattimenti, la narrazione segue un corso abbastanza lineare e senza troppi colpi di scena, soffrendo in alcune occasioni dei netti cali di qualità andando ad intessere eventi piuttosto banali o approfondendo e sfruttando in malo modo i personaggi secondari, e con l'avvicinarsi del finale lo schema narrativo si affianca fin troppo a quello originale, denotando scarsa originalità, ma proprio in questa situazione riesce a dar vita ad alcuni dei momenti migliori della serie.
Complessivamente Shiori Teshirogi riesce a narrare una bella storia, seppur pagando lo scotto di una qualità altalenante sotto diversi aspetti, che intrattiene il lettore andando a proporre molti dei messaggi e dei valori che la serie originale proponeva, di cui molti legati profondamente all'amicizia nelle sue diverse sfumature, perfettamente legati alla simbologia dei Cavalieri.

Il tratto sicuro e deciso della mangaka è sorprendente, soprattutto se si considerano le sue origini come autrice di Shojo.
Lo stile è moderno, pulito e molto curato, e ripropone quello originale di Masami Kurumada in una riuscita veste moderna, a differenza di "Episode G". Sia i personaggi che le armature sono fedeli e curati, vantando una maggiore cura soprattutto grazie al sapiente uso dei retini che va ad arricchire di stupendi riflessi metallici le armature.
Non meno importante è il rimando registico, sia nelle pose che nella struttura delle tavole durante i combattimenti, inclusi i baloon a "macchia".
In poche parole i disegni risultano eccellenti, ricchi e curati, presentando in una perfetta chiave moderna quelli visti nella serie originale, anche se in alcuni combattimenti le tavole fin troppo cariche di avvenimenti risultano confuse e caotiche.

L'edizione italiana proposta dalla Panini è affine a quella di "Episode G", ovvero il classico formato sottiletta che dimezza i volumi originali, andando a raddoppiarli in quantità. I 50 sottili volumi durante la serializzazione hanno presentato un evidente svantaggio soprattutto per i lettori, costretti a leggere la storia a piccoli pezzi, per il resto offrono una qualità legata al prezzo economico, ovvero materiali scarsi e poco altro.

Per il pubblico più giovane che non si è mai avvicinato all'universo creato da Kurumada, "The Lost Canvas" risulta un ottimo inizio grazie alla storia di Tenma che, proprio come accadeva negli anni '80, viene calato gradualmente nel mondo dei cavalieri narrando una bella storia carica di sentimenti, messaggi e valori, grazie anche al comparto grafico ricco e moderno.
D'altro canto i fan della serie storica potrebbero rimanere facilmente delusi, sia per la mancanza ai riferimenti mitologici greci che per alcune scelte fin troppo indirizzate a colpire le nuove generazioni, il tutto in una storia a cui manca il fascino della novità che all'epoca Kurumada era riuscito a proporre.


 6
GianniGreed

Volumi letti: 25/25 --- Voto 7
Saint Seiya - The Lost Canvas, di Shiori Teshirogi, nasce come prequel al manga di Saint Seiya, ed il suo scopo era quello di narrare gli eventi accaduti duecento anni prima di quelli della serie originale, ovvero la Guerra Santa tra i Saint di Atena e l'esercito di Hades, che finora erano stati solo accennati. L'intento era questo, molto interessante senza dubbio, ma poi il buon Kurumada ha realizzato Next Dimension, ed essendo lui l'autore del manga originale, The Lost Canvas ha perso valore, diventando di fatto una versione alternativa, una sorta di "what if" che non trova spazio nella cronologia della serie. Cionondimeno, il manga è abbastanza valido e gradevole da leggere.

Innanzitutto, faccio una premessa personale. Questo per me non è Saint Seiya. Ha il nome, ed è un nome pesante, ma questo è appunto The Lost Canvas. I rimandi alla serie originale sono tanti, alcuni dicono troppi, tanto che sembra una copia mal riuscita, ma non è questo il punto.
L'autrice aveva dei vincoli stretti per quel che riguarda la storia. Difatti il finale di questo manga era già scritto, e tutti sapevano qual'era, era già stato raccontato nel manga originale di Kurumada. Dunque l'autrice aveva una libertà limitata, e per quanto ha potuto ha gestito bene la storia, riuscendo alla fine ad indirizzarla sul giusto binario, con un finale che ben si riallaccia alla serie classica, come era giusto che doveva essere nella sua natura di prequel.

La storia è valida, la sceneggiatura come detto aveva binari imposti, il che ha reso il manga e l'esito dei vari combattimenti prevedibili, vedi tutti i Gold Saint che muoiono uno dopo l'altro, si sa che da dodici sarebbero rimasti in due, ma almeno gli scontri sono stati belli, con nuove tecniche inedite.
L'aspetto dei personaggi, e il loro carattere, specialmente dei Gold Saint di nuovo, ricordava fin troppo quelli della serie originale, ma è forse un modo di farli piacere ai vecchi fan (forse non riuscendoci però a giudicare dal parere di qualcuno), come anche la storia, che si, in alcuni punti sembra scopiazzata dall'originale, ma per come la vedo io, questo manga ha tentato di dare nuovo lustro al mito dei Saint, portando i suoi personaggi e le sue battaglie, in una nuova epoca, per nuovi lettori.

Lo stile grafico più accattivante e moderno, la regia più dinamica negli scontri, tutto per i nuovi lettori non avezzi allo stile statico di Kurumada, o che forse prima di Lost Canvas non avevano mai letto Saint Seiya. Quale occasione migliore dunque? Forse qualcuno si sarà incuriosito e sarà passato al manga originale, altri no, ma di certo The Lost Canvas ha contribuito alla fama di Saint Seiya, in un periodo in cui il marchio è tornato alla ribalta, con l'altro prequel "Episode G", e il sequel ufficiale del manga "Next Dimension".


 1
beniohanamura

Volumi letti: 47/25 --- Voto 10
Al contrario delle iniziali titubanze degli amanti dei leggendari cavalieri di Atena protagonisti del prequel, questo manga ha superato di gran lunga le aspettative di chiunque, e ogni numero conferma il sorpasso alla prima serie.
Benché i volumetti siano di poche pagine, sono sempre ricchi di azione, suspance e colpi di scena; non mancano al fantastico scenario degli impeccabili disegni.
I nuovi protagonisti (o se vogliamo vecchi in quanto antenati degli già famosi cavalieri), crescono insieme già da bambini in un orfanotrofio e gran parte del conflitto ruota attorno al loro rapporto affettivo-conflittuale.
Una giovane, bella e coraggioso Atena, un impetuoso Pegaso e un particolare Ade che raccoglie anime in maniera affascinante creeranno scenari epici che coinvolgeranno nuovi cavalieri e divinità mai nominate; tra sacrifici e vendette ognuno scoprirà il proprio destino.
Finalmente dopo tanti anni torna a coinvolgerci e stupirci la saga che in tantissimi abbiamo amato e seguito; questa volta la nuova disegnatrice ,degna di stima anche dallo stesso Kurumada, ci coinvolgerà in dispute e scene toccanti con immagini e scenari che sembrano renderci partecipi della grande battaglia.


 2
Galaxy

Volumi letti: 41/25 --- Voto 9
Che dire! A chi piacciono i Cavalieri dello Zodiaco non potrà mai e poi mai lasciarsi sfuggire l'occasione di leggere questa storia trattante la passata guerra santa contro Ade e i suoi spettri!
Storia sublime, ben trattata e mai pesante. Lettura scorrevolissima,grazie a dei bellissimi disegni conditi da dialoghi e vicende che si susseguono con tempistica praticamente perfetta!
Anche il costo, a parer mio, incentiva moltissimo l'acquisto di questa serie, in quanto ogni volume viene a costare solo 2,20 euro; davvero pochissimo contando la qualità di "Lost Canvas".
I personaggi e gli avvenimenti non sono mai banali,le emozioni che scaturiscono tra bene e male sono "violente" (proprio come ci si aspetterebbe in una guerra che ridisegnerà le sorti del mondo) e sentite. Ogni cavaliere,qualunque sia il suo schieramento, mette in gioco la propria persona per dare benefici alla propria fazione.
<b>[Attenzione leggero spoiler!]</b>
L'interesse aumenta man mano con la lettura,soprattutto, dopo i primi 30 numeri, dove entra in gioco una nuova forza che mischia nuovamente le carte in tavola, facendo vacillare i sentimenti del protagonista che "riscopre" in pochi minuti le proprie origini. E non è tutto: questa nuova presenza fa intuire che tutto ciò avviene per un suo puro divertimento, pura libidine di un solo essere che vuole vedere tutto ciò e per questo ha mosso i suoi passi per creare queste condizioni!
<b>[Fine spoiler]</b>
Possibili difetti: a volte trovo che i disegni siano un po' confusionari durante alcuni attacchi o in alcune scene particolari, ma nulla di grave se non si è maniaci dell'ordine!
Insomma, lo consiglio davvero a tutti, fan e non dei mitici Cavalieri!


 2
edivaddowney

Volumi letti: 30/25 --- Voto 10
Coloro che hanno passato l'infanzia urlando ai propri compagni di giochi frasi del tipo "Fulmine di Pegasus" (per chi vedeva l'anime) o Pegasus Ryuseiken (per chi si era accostato anche all'opera cartacea) l'emozione nell'avere tra le mani quest'opera sarà davvero grande e nulla potrà deludervi. Questo gradito ritorno delle gesta de "I cavalieri dello zodiaco" è talmente ben curato da mettere quasi in cattiva luce l'opera da cui trae ispirazione e dalla quale ha origine.

A primo impatto ciò che lascia senza parole è il disegno. Stupendo, ben dettagliato con le armature che mai sono state rappresentante così bene - inutile ricordare che il disegno non fu mai il punto forte dell'autore storico della saga Kurumada Masami. Shiori Teshirogi ha saputo superare il maestro, le armature sembrano così vive, gli scontri sono ben rappresentati senza mai essere confusionari e trasmettendo sempre adeguatamente il senso di movimento.

La storia può apparire all'inizio come qualcosa di "già sentito" narrando la precedente guerra sacra tra Hades ed Atena, ma non si limita a riproporre un confronto ostile tra le due divinità. Molti più sentimenti sono in gioco questa volta, in un susseguirsi di sacrifici, alleanze, combattimenti in nome di una promessa fatta e della voglia di tornare ancora a sorridere con gli amici di un tempo andando oltre la morte stessa che Hades venera e proclama quale unica redenzione per il genere umano. Tenma, cavaliere di Pegasus predecessore di Seiya, affronta un percorso di crescita, dall'addestramento fino alla maturità, al fine di diventare un vero cavaliere ed essere così in grado di proteggere coloro che ama e per i quali è pronto a spendere ogni alito di vita, bruciando, come sempre, il cosmo "fino ai limiti delle stelle" per salvare entrambi gli amati compagni d'infanzia di un tempo, ora acerrimi nemici.

Un'opera assolutamente consigliata, ancor più dell'ufficiale seguito della storica serie "Next Dimension" e dell'altra opera che porta il marchio Saint Seiya, "Episode G", assolutamente da evitare con cura. Complimenti vivissimi alla grande Shiori Teshirogi.


 3
alphons

Volumi letti: 43/25 --- Voto 9
Ho preso questo manga dopo aver letto Saint Seiya, e devo dire che a mio avviso è molto più bello del prequel.
Questo stupendo manga parla della guerra sacra avvenuta 243 anni fa, nella quale sopravvissero solo Doko e Sion.

Devo dire che i disegni sono ben fatti, come i personaggi, che forse sono troppo simili ai loro successori ma devono per forza somigliarsi essendo i cavalieri di Atena rinati, con l'unica differenza dell'età e del nome.
Le battaglie sono più lunghe e più divertenti da seguire, ad esempio Radamantis, che in Saint Seiya sembra debole, invece qui è forte, anzi fortissimo, e non mancano neanche colpi di scena e tradimenti nelle file degli Specter; pure Sasha/Atena a mio avviso guadagna molti punti a suo favore rispetto la sua incarnazione successiva, come il personaggio principale, Tenma, di cui viene raccontato tutto a tempo debito.

Questo manga, ben fatto e curato, merita di più considerazione; secondo me, anche se per molti altri non è così, è meglio di quello classico.
Lo consiglierei a tutti, soprattutto a chi ama le battaglie.


 2
buiocomeilsole

Volumi letti: 42/25 --- Voto 9
Questo spin off dei celeberrimi Cavalieri Dello Zodiaco, è decisamente piacevole. Piacevole nelle tavole che risultano, almeno a mio avviso, pulite e chiare, piacevole nell'aver saputo caratterizzare i Saint differenziandoli, almeno in parte, a quelli appartenenti alla serie principale, piacevole perché Atena/Sasha non è passiva come lo è Saori, insomma sono un'infinità i punti a suoi favore.
È emozionante, adrenalinico. Le battaglie, il modo in cui le cose vanno ad amalgamarsi e la cura per ogni dettaglio non può che stupire il lettore.
Non ci vedo nulla di una fan fiction ed anche se fosse una fanfiction ufficiale sarei comunque contento di averla letta. Mancano pochi volumi alla fine e per fortuna dopo sarà presente il Gaiden (che spero proprio pubblichino).

La Teshirogi è stata una rivelazione, Kurumada dovrebbe tenerla presente se ha intenzione di far disegnare altri spin off (prequel o sequel che siano).
Lo consiglio persino a chi non ha mai letto Saint Seiya, in fondo non vi è bisogno di conoscere la serie originale per poter comprendere la storia di The Lost Canvas fino in fondo (certo, leggendo il manga classico il tutto diventa più appetitoso).
Molte le lamentele su questo manga, io dico che è una gran bella opera, una di quelle che una volta concluse vuoi rileggere da capo una volta ancora.

ettorino

 6
ettorino

Volumi letti: 41/25 --- Voto 2
Dopo un inizio speranzoso, l'opera cade in un continuo ripetere e citare l'originale da cui è ispirato sfiorando il caricaturale. Tra scarafaggi giganti, gold incoerentemente potenti e portoni buttati giù a suon di colpi proibiti, Lost Canvas vince il premio come miglior opportunità lasciata ai porci. Da lettore di spoiler conosco anche il finale, che lascia interdetti sulla capacità dell'autrice, i cui commenti lasciano al fan la possibilità di scegliere se questa storia sia in continuity oppure no e salvano l'opera da un voto pessimo inferiore allo zero assoluto.
Se aveste intenzione di iniziare a leggere accettate un consiglio da uno sconosciuto: lasciate ogni speranza o voi che leggerete.


 2
GeassOfLelouch

Volumi letti: 40/25 --- Voto 9
I Cavalieri dello Zodiaco - Lost Canvas, il mito di Ade è un manga di avventura, fantastico e azione disegnato da Shiori Teshirogi e diretto da Masami Kuromada.

Lost Canvas si pone come prequel rispetto agli avvenimenti della serie originale de "I Cavalieri Dello Zodiaco", in originale Saint Seiya, e racconta della precedente guerra santa fra il precedente cavaliere di Pegaso, Tenma, contro il terribile e crudele Dio Ade che si è incarnato nel corpo del suo migliore amico Aron. La Dea Athena invece si incarna nel corpo della migliore amica di Tenma, nonché sorella di Aron, Sasha, la quale in tenera età verrà condotta presso il Santuario dal cavaliere del Sagittario, Sisifo, per la sua preparazione in vista della guerra santa.
I tre amici sono sempre stati insieme in un orfanotrofio speciale da quando erano bambini, per poi scoprire i tristi e avversi destini che li porteranno a combattere fra loro nonostante i fortissimi legami di amicizia che li hanno sempre legati gli uni agli altri, portandoli a sigillare queste promesse in delle ghirlande fatte in persona da Sasha.
Il Dio Ade viene risvegliato da Pandora la quale gli rivela il suo compito di dipingere la tela perduta, dall'inglese Lost Canvas appunto, in cui ogni pianta, arbusto, animale o persona in essa ritratta muore per comparire proprio nella tela perduta, che non rapprensenta altro che il regno dei morti, il reame del Dio Ade.
A questo punto Tenma affronta Aron non capendo per quale motivo abbia intrapreso questa via, ma grazie all'intervento del cavaliere d'oro Doko della Bilancia viene salvato, allenato e da egli riceve alcune spiegazioni, ma per quanto a Tenma possano risultare impossibili, incomprensibili, immotivate e non le accetti, una volta al cospetto della Dea Athena, ella gli conferma il tutto.

Inizia così il prequel Lost Canvas, il Mito di Ade nel quale vi saranno scontri a bizzeffe fra il bene rappresentato dai cavalieri di bronzo Tenma, il suo amico Yato e molti altri, i cavalieri d'argento come Yuzuriha, i dodici cavalieri d'oro e i cavalieri demoniaci risvegliati dal potere di Ade, i vari comandanti e generali degli Inferi per giungere agli Dei Ipno e Thanatos.
Nei sanguinosi scontri pian piano cadranno moltissimi valorosi guerrieri da entrambe le fazioni, sia fra i cavalieri di bronzo e d'oro che fra gli Dei e i generali Infernali, fino al giungere dell'agognato scontro finale in cui s'affronteranno i tre protagonisti Sasha, Aron e Tenma di Pegaso, l'unico che secondo la leggenda fu in grado di ferire il Dio Ade.
Riusciranno la Dea Athena e Pegaso a riportare la pace, nonostante gli spettri siano tutti immortali e riescano a tornare in vita? Che ne sarà di Sasha, Tenma, Aron e di Pandora?

La trama è una ennesima rivisitazione dell'opera originale Saint Seiya, dopo la serie Episodio G e Next Dimension, entrambi ancora in corso.
La storia viene dipanata pian piano in modo da avere sempre dei colpi di scena nel lungo corso delle avventure dei tre amici anche dopo moltissimi volumi letti, questa è una nota positiva visto che lascia presagire che tutto sia stato sapientemente gestito dall'inizio, anche se gli hater potranno giustamente accusare che è stato solo un rimestare nuovamente la minestra.
La caratterizzazione descrive molto bene il valore cavalleresco o meschino dei personaggi che sanno essere saggi o impulsivi, valorosi e dotati di spirito di sacrificio o codardi e vili vigliacchi, devoti al proprio schieramento o traditori, superiori e sicuri di sé o realisti e pronti a dare il meglio di sé secondo le necessità del momento e in base alla mentalità del personaggio in questione.
Altra nota a favore, secondo me, è il tratto shojo-eggiante che hanno i disegni e personaggi, che li rende completamente diversi rispetto all'amata serie originale: infatti i personaggi hanno dei lineamenti arrotondati e meno spigolosi, ma ciò non rende affatto più dolci le scene di cruente di lotta, nelle quali il sangue è una componente fissa ed onnipresente.

Non posso che consigliare questa opera agli amanti della serie originale, anche se c'è il rischio che possano vederla di cattivo occhio e sacrilega rispetto a Saint Seiya, e anche alle ragazze dedite agli shojo che potrebbero venire attirate dai disegni a conoscere questo retelling alternativo di una serie che ha appassionato intere generazioni.
Voto: 9.


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demone dell'oscurità

Volumi letti: 20/25 --- Voto 7
L'argomento legato al manga Lost Canvas ho già avuto modo di trattarlo con diverse recensioni, legate sia al manga che all'anime, ma questa è la prima volta che ne parlo in maniera così "diretta" come nel caso dell'ambito in cui lo sto scrivendo adesso.

Posso dire che della serie italiana ho letto diversi volumi, ma ho concentrato molto di più l'attenzione del manga seguendo ogni singolo capitolo uscito in patria fino alla sua conclusione, ma la Teshirogi a mio avviso ha seguito, nell'arco della sua visione di Saint Seiya, un discorso che in gran parte si distacca dal pensiero kurumadiano, non sappiamo ora se volutamente per ordine dello stesso maestro oppure per una sua scelta specifica, però posso affermare che l'affinarsi dello stile lo si è avuto nella parte topica dei combattimenti.

Agli inizi brancolava un po' nel buio con una perdita di plot e capitoli notevole che poteva essere benissimo evitata, difatti ne hanno risentito sia i fondali che i protagonisti.
Successivamente questi ultimi sono stati sempre più riferiti a ciò che è sempre stato Saint Seiya, e il miglioramento c'è stato, anche nei personaggi, quindi perché aver creato Lost Canvas così lungo e prolisso in più punti, quando si poteva tentare la strada di un gaiden, più leggero, con meno albi e solo per approfondire personaggi che nella serie classica trovavano assai meno spazio o erano punti oscuri di vicende legate esclusivamente al Grande tempio e Hade?
Questo lo dico proprio perché questi spunti narrativi sono ottimi, e sono il fulcro vitale dello stesso Lost Canvas, che, diversamente, avrebbe conseguito minor fortuna.

Avrei assegnato volentieri un voto più alto proprio a causa di tale prolissità, che invece Kurumada, nel suo canovaccio narrativo classico di Saint Seiya, ha fatto notare assai meno, pur essendo presente, e la Teshirogi avrebbe almeno dovuto accorgersene con più anticipo, invece, causa anche le prime vicissitudini narrative legate ad uno pseudo-parallelismo con il Next Dimension, i primi numeri sono andati a farsi benedire, mentre l'anime ce li ha in parte restituiti nella forma e nei contenuti nei primissimi episodi.

Quindi un lavoro sicuramente fatto bene, ma si poteva lavorare meglio fin dall'inizio senza cambiamenti repentini in corsa, evitabilissimi.

Lost!

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Lost!

Volumi letti: 32/25 --- Voto 9
Non so perché la chiamino fan art. Non so perché l'additino in questo modo assurdo.
Il disegno, per quanto mi riguarda, è nettamente migliore sia alla serie principale sia all'Episode G.
La storia ha dei ritmi serrati però è bello vedere che tutti i personaggi hanno una loro parte fondamentale, anche personaggi secondari che si erano poco visti durante la serie; certo un po' maltrattati i Gold Saint che muoiono uno dietro l'altro. Gli scontri sono epici, però è anche un peccato far sparire alcuni personaggi davvero ben riusciti, ad esempio Albafica dei Pesci e Manigoldo del Cancro, davvero caratterizzati molto bene.

Punto forte (anche degli OAV che stanno uscendo e consiglio caldamente, le animazioni sono veramente eccellenti) sono i dialoghi, la serie principale aveva questo difetto: dialoghi intollerabili. Cose ripetute fino allo sfinimento.
Il tratto della Teshirogi a me piace moltissimo, è pulito (un po' meno nelle illustrazioni a colori sono proprio quest'ultimi a non piacermi), e anzi, a prescindere da The Lost Canvas, spero di poter leggere altre sue opere, perché è davvero molto piacevole.

Lettore

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Lettore

Volumi letti: 23/25 --- Voto 5
Benché ricco di spunti interessanti il manga della Teshirogi non brilla e la causa principale è la natura di fan-service che lo caratterizza per circa i 3/4 della serie. L'intero manga infatti non è altro che un immenso tributo ai Dodici Gold Saints che sottraggono pesantemente la scena al protagonista, e questa cosa di per sé non sarebbe una brutta idea, ma l'autrice non si limita a sfruttare quei Saint che poco spazio hanno avuto all'interno della serie originale ma li prende tutti e a tutti cerca di dare un momento epico.

I risultati altalenanti e infatti gli episodi più riusciti sono quelli che interessano Albafica dei Pesci, Aldebaran del Toro, Manigoldo di Cancer e Cardia dello Scorpione, i Gold Saint che più hanno "sofferto" sotto la matita di Kurumada, mentre per tutti gli altri si sarebbe potuto scegliere qualche altra idea, anzi, avrebbe potuto tranquillamente imitare il Maestro che lasciò morire in modo piuttosto poco dignitoso molti Saints fortissimi e ben due Giudici degli Inferi. Non si deve considerare questo escamotage come un modo per liberarsi di personaggi altrimenti difficilmente gestibili, ma come un mezzo per mettere in risalto determinati momenti fino a farli arrivare all'epicità.

Purtroppo questa è un'opera che non si può consigliare neanche a chi non è culture del manga originale in quanto il sopracitato fan-service raggiunge livelli colossali e non tutti potrebbero apprezzarlo.

GirlxGirl

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GirlxGirl

Volumi letti: 14/25 --- Voto 3
Valutare il Lost Canvas è complicato per un fan della bellissima serie classica come me. Per valutare con imparzialità questo manga bisogna discostarsi da ciò che pensiamo dei mitici Cavalieri dello Zodiaco, altrimenti il voto sarebbe falsato, poiché questo Lost Canvas è davvero molto, ma molto poco originale, praticamemte il 70/80% di ciò che si vede è già stato visto nel manga o nell'anime classico dei cavalieri. Per quanto riguarda la grafica è disegnato davvero in maniera molto buona, ma la storia è fondamentalmente inutile, cioè praticamente si sa come va a finire da tanto tempo e pur mantenendo elementi di avventura e fantasy davvero ottimi, non mi cattura dal mio punto di vista. Personalmente preferisco Episode G e Next Dimension.


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Rimdo

Volumi letti: 14/25 --- Voto 7
Al momento ho letto 14 numeri di questo fumetto.
Inizialmente non mi interessava, poi in quanto stiamo per girare una serie di corti sui Cavalieri, volevo essere informato al 100% sulle serie. Devo dire che inizialmente mi ha preso molto, il primo numero, ripeto solo il primo numero si meriterebbe sicuramente un 10. Col secondo numero si presentano invece tanti alti e bassi.

<b>[Attenzione, spoiler!]</b>
Personaggi splendidi, come il cavaliere dei Pesci, Albafica, muoiono subito, idem Aldebaran. Altri personaggi sono descritti in maniera troppo ambigua (come il cavaliere della vergine). Belle altre idee, come la guerriera che si unisce ad unicorno, bella idea anche di fare lui così forte e agguerrito. Troppo rapida e inconcepibile la trasformazione di Aron/Ade. Troppo rapide le distruzioni delle armature. Il numero 14 poi stona dalla saga, con quegli elementi horror che nulla c'entrano coi cavalieri.
<b>[Fine spoiler.]</b>
Fra l'altro siamo 250 anni prima della serie, quindi circa nel bel mezzo del '700, e i personaggi dialogano modernamente come se fossimo ai giorni nostri. Per non parlare dei commenti pseudo-demenziali dell'autrice alla fine di ogni numero, dove con 10 giri di parole non si capisce cosa voglia intendere.
I disegni invece mi piacciono parecchio. Certo manca l'atmosfera dei cavalieri, che solo Kurumada sa dare, ma mi piacciono ugualmente.

Nel complesso è stata prima una grossa sorpresa, poi un po' una delusione. Gli manca quel "che" per essere speciali come i cavalieri dello zodiaco sono stati. Spero che col passare dei volumetti la cosa migliori.

gold12

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gold12

Volumi letti: 20/25 --- Voto 6
Fondamentalmente un manga con tante cose buone, con alcune novità come la caratterizzazione dei personaggi ben chiara e definita, purtroppo con l'addentrarsi delle vicende si perde un po', e lentamente scade nei soliti soliti cliché. Inoltre il fatto di conoscere già il finale fa perdere un po' quella magia che contraddistingue le storie nuove e tutte da scoprire, in questo senso sono molto più interessanti Next Dimension e Episode G, di cui non si conosce nulla del loro possibile finale. In definitiva la sufficienza questo Lost Canvas se la merita, ma non di più.


 3
DevastazioneH88

Volumi letti: 23/25 --- Voto 9
A mio avviso la miglior opera riguardante Saint Seiya (sarà che non c'è Seiya...). Tenendo conto che si sa già, più o meno, come andrà a finire, la storia è ben sviluppata, raramente cade in cliché alla Saint Seiya versione Kurumada, ed i personaggi hanno quasi tutti un'ottima caratterizzazione. Anche i cattivissimi spettri che nella serie di Hades del Maestro K. vengono trattati come ostacoli e basta, qui hanno la loro storia, non tutti ovviamente, ma almeno è un ottimo passo avanti.

L'unico punto debole pare essere la parte finale, o comunque quella che dovrebbe essere la parte finale, dove qualche cosa "già vista" viene riproposta, ma era inevitabile a pensarci. Nonostante debba ancora finire lo ritengo un fumetto da avere (diventa davvero un must assoluto per gli amanti della serie) che non è nemmeno particolarmente difficile da reperire pur essendo della Planet Manga. Consigliato a tutti.


 2
FelixFukuda

Volumi letti: 33/25 --- Voto 8
Molti posso pensare che questo manga sia stato creato solo per far accrescere la già grande fama di Kurumada, ed in un certo senso lo fa. Però c'è da considerare che tra i prequel questo è sicuramente il migliore per la trama, che cerca sempre di non far capitare sempre la stessa storia del tipo: Atena rapita/in fin di vita; il cattivone di turno cerca di uccidere tutti i cavalieri; Temna diventa rosso dalla rabbia; Temna diventa più forte di tutti i cavalieri d'Oro messi assieme; il cattivone chiede pietà; Atena salva ritorna a casa.

Sicuramente c'è da dire che poi i disegni della Teshirogi sono molto, ma molto meglio di quelli di Kurumada, che a mio parere erano tutti uguali, anche se l'unica pecca è che gli ex-cavalieri assomigliano in tutto e per tutto a quelli che conosciamo già, anche se i caratteri si discostano da quelli che conosciamo. Ad esempio, Temna non è un "ritardato" mentale come Pegasus. Altro punto a favore è che ogni tanto nella storia ci sono vari colpi di scena (come quello dell'entrata di un nuovo cavaliere nella scena di cui non si sapeva quasi niente) che fanno alzare il ritmo della storia. Invece una delle cose che non mi piacciono di questo manga, oltre a quelle che ho già esposto prima, è che forse, visto che la storia è stata scritta da Kurumada, la fine e l'inizio si sapevano già o quasi (non posso dirlo con precisione perché il manga deve ancora finire).

Dopo aver detto questo mi sento di dire che per chi ama i Cavalieri dello Zodiaco questo manga è imperdibile; se invece vi piacciono storie dove c'è molta azione, sangue, violenza o mostri, sicuramente questo non è il manga per voi!

Sara

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Sara

Volumi letti: 28/25 --- Voto 9
Sarà pure un AU, ma la Teshirogi ha talento da vendere. Kurumada dovrebbe imparare da lei come si disegna. Quando chiudo gli occhi e penso a questo manga, vedo sempre lo stupendo disegno di Sisifo e Sasha che tendono l'arco del Sagittario. Sublime. Unica nota negativa: la trama sfora troppo nel tragico, troppe morti gratuite. Per il resto, la storia, davvero originale, è ben costruita. Adoro la figura di Aron e finalmente si vede una Dea Athena degna di questo nome, una donna decisa a differenza di quella mozzarella piagnona di Saori (non ho mai visto una manifestazione divina più imbarazzante).


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Golconda

Volumi letti: 24/25 --- Voto 10
So già che scatena molte polemiche questa serie, ma voglio fare una premessa: Kurumuda ci mette il nome, Kurumuda ci mette i diritti... Kurumuda ci fa i soldi. Premessa questa per chi dice che è una fanfiction e che disonora la serie originale... come se Kurumada fosse una vittima.
Una serie che amo a 360°, una serie che ha dato nuovo vigore allo splendido mito dei Cavalieri... dopo vent'anni finalmente una ventata di novità, qualcosa di sublime che non fa altro che migliorare. Sono in pari con la pubblicazione giapponese e posso dirvi che, soprattutto negli ultimi capitoli, i colpi di scena si sprecano!
Potrà venir fuori che Next Dimension è il vero sequel/prequel, e Lost Canvas una sorta di ELSE WORLD... ma poco importa! E' una bellissima storia, con bellissimi personaggi, disegni più che degni. Serve altro per legittimarla?

Thorgrim

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Thorgrim

Volumi letti: 20/25 --- Voto 6
Sinceramente non capisco il perché di questa serie, visto che della Guerra Santa precedente agli avvenimenti narrati in Saint Seiya si sapeva tutto o quasi (sia per voce di Kurumada, sia per alcuni incipit dati durante Hades ed Episode G). La Teshirogi disegna indubbiamente bene, pur penalizzando il suo tratto dinamico nel tentativo di omaggiare quello più dilettantistico di Kurumada, ma il problema sorge nella caratterizzazione dei personaggi: per quale assurdo motivo nell'Italia di fine 1700 (rappresentata fra le altre cose in maniera anacronistica) dovrebbe trovarsi un ragazzino per metà giapponese? Per giunta in un orfanotrofio che rappresenta il classico stereotipo giapponese a riguardo (all'epoca erano le chiese ad accogliere gli orfani). Ma il "clou" lo si ha con i Saint d'oro: a parte Sion e Doko non ci si è MINIMAMENTE sforzati con l'immaginazione per dare loro un aspetto diverso da quelli che sono a noi più noti. Era così difficile?!

La storia viaggia su binari alterni in quanto dosa buoni momenti di azione ad altri in cui il buonismo tipico della generazione di Kurumada la fa da padrone, con idiozie sull'amicizia et similia. Questa, almeno, poteva risparmiarsela.

Un prodotto per soli fan che, a mio avviso, poteva essere trattato meglio e con più cura; si ha purtroppo la sensazione di avere a che fare con un prodotto abbozzato e creato appositamente per macinare soldi, il tutto sulla scia del successo dei recenti revivals.


 5
Minako85

Volumi letti: 18/25 --- Voto 8
Saint Seiya The Lost Canvas è un'opera che divide i fans della serie, alcuni la amano altri la odiano. Indubbiamente è un esperimento che in Italia raramente è stato visto prima; trattandosi di un'opera basata su un manga molto noto, ma disegnata da un'altra persona e con personaggi diversi da quelli che tutti noi conosciamo. Lost Canvas è un prequel che mantiene certi elementi in comune con la serie principale, narrando le vicende dei cavalieri avvenute nel 1700.
Di per sé, il disegno ricorda un po' i tratti tipici dei manga destinati ad un pubblico femminile e può risultare certamente più gradevole del tratto di Kurumada. I fans più intransigenti però potrebbero trovarlo non appropriato all'argomento prettamente shonen dell'opera.
In generale, conviene considerare quest'opera una sorta di "universo parallelo". In tal modo la si può trovare molto gradevole. I dialoghi sono lontani dalla complessità ed eloquenza a cui ci ha abituato la serie animata, ma bisogna ricordare che quella è stata una scelta degli adattatori italiani e che in originale i dialoghi non erano così complessi. Viene certo da chiedersi perchè il manga non è stato adattato allo stesso modo, come invece si è fatto per l'Episode G.
I personaggi visivamente ricordano molto i protagonisti della serie principale, tuttavia se ne discostano presto caratterialmente. Nota di merito secondo me va a Sasha, ovvero Atena, personaggio molto più attivo di Saori, che non si limita a farsi catturare e a farsi salvare dai cavalieri di turno. Anche i cavalieri d'oro, pur se quasi uguali a quelli della serie principale, hanno caratteri e storie diverse.
In definitiva questo manga non è certo un'opera straordinaria, ma può risultare molto gradevole a chi ha amato la serie principale. Tuttavia, va considerato un universo parallelo e non bisogna essere fans eccessivamente pignoli.
Consiglio quindi Lost Canvas ai quei fans che non si scandalizzano se trovano qualche incongruenza fra le due storie. Inoltre penso che possa essere un buon modo per avvicinarsi all'universo di Saint Seiya per tutti coloro che non hanno mai visto o letto nulla a riguardo e ora vogliono avvicinarsi ai Cavalieri, soprattutto se non attirati dallo stile di Kurumada.
Se invece si è fans molto attenti ai dettagli oppure non si apprezza lo stile del disegno, Lost Canvas deluderà ed è meglio non prenderlo neanche in considerazione.
Voto finale 8 perchè a me il manga piace e lo leggo con piacere.


 2
Yati89

Volumi letti: 16/25 --- Voto 8
Questo manga, creato dall'esordiente Shiori Teshirogi, racconta la guerra sacra del 1700 combattuta contro Hades. Protagonisti sono Tenma, cavaliere di Pegasus, Aron, reincarnazione di Hades, e Sasha, reincarnazione di Atena, e tutto ruota intorno al loro rapporto e alle conseguenze nella guerra. L'opera è molto fresca e originale senza però distanziarsi dagli elementi classici dell'universo di Saint Seiya. Il tratto è bello e pulito riprendendo alcuni stilemi di Araki, tanto da essere secondo me il miglior manga mai disegnato sui cavalieri (considerando il solo versante artistico). Coprotagonisti della storia sono i cavalieri d'oro e i loro appassionanti duelli contro gli spettri di Hades. La storia però ha delle pecche: le idee originali a volte non sono ben gestite o addirittura ben congeniate, tanto da rovinare un'intero arco narrativo(vedi saga degli Dei dei sogni). Lo schema di presentazione-combattimento-morte dei cavalieri d'oro alla lunga stanca(anche se ha le dovute eccezioni), e non tutti i personaggi sono caratterizzati a dovere o hanno il giusto spazio. Detto questo, rimane comunque un'opera fresca e originale che consiglio a tutti, soprattutto a chi non conosce i cavalieri, può rappresentare un approccio più moderno. Devo sottolineare che alcuni fan storici criticano il manga in quanto non contiene lo "spirito" dell'opera originale, ma questo si evince solo da un'analisi superficiale. Invito tutti i fan della vecchia serie a leggere questo manga a mente aperta libera da pregiudizi, perchè il Cavas si merita di diventare il Saint Seiya del nuovo millennio.


 5
Orfeo della lira

Volumi letti: 20/25 --- Voto 1
Da fan sfegatato, non posso che bocciare una fan art purtroppo legalizzata da Kurumada.
Fusioni di spectre, sacerdotesse senza maschera, colpi illusori nel manga originale che diventano reali in questo manga, fanno di questa opera una delle più scadenti se non la più scadente dell'universo Saint Seiya.
Disegni passabili ma non eccezionali.
Per chi ama Saint Seiya è altamente sconsigliato.

luck93

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luck93

Volumi letti: 20/25 --- Voto 10
Il miglior manga che abbia mai letto: disegni perfetti, trama fantastica e personaggi meravigliosi. Le tecniche sono fantastiche ma i combattimenti non sono da meno.
La storia si riallaccia ai cavalieri classici; La principale differenza fra la serie classica è il disegno, Shiori Teshirogi ha un tratto degno di nota.


 1
GrandeReBestiaKiba

Volumi letti: 18/25 --- Voto 8
Gran bel manga, non c'è che dire, in esso ritroviamo tutti gli elementi che hanno reso celebre ed immortale il manga originale. The Lost Canvas fu originariamente pensato come estensione di Next Dimension che in pratica avrebbe dovuto raccontarci la guerra santa del 1700 sotto dal punto di vista di Doko e Sion; mentre The Lost Canvas attraverso gli occhi di Tenma... purtroppo non fu così perché, a causa di alcune incongruenze fra i due, Next Dimension divenne sia il prequel che il sequel ufficiale di Saint Seiya, mentre The Lost Canvas venne reso un prequel alternativo.
La principale differenza fra la serie classica è il disegno, non più di Kurumada, ma dell'esordiente Shiori Teshirogi, che ha un tratto degno di nota. Purtroppo in Italia non potremo mai godere a pieno di quest'opera, visto che è stata acquistata dalla Planet Manga che l'ha presentata in un'edizione a dir poco penosa (come al solito...), con carta pessima, termini inventati di sana pianta e le solite traduzioni forzate fino all'esasperazione. Un altro punto a sfavore dell'edizione italiana è il classico formato sottiletta, in pratica 2 volumi italiani fanno 1 giapponese; questa scelta è stata fatta per poter mantenere un prezzo elevato senza farsi scoprire, a conti fatti, paghiamo un volume (sommando 2 volumetti) 4 euro e 40, quando invece un volume del genere dovrebbe costare 3e90. Edizione penosa a parte, consiglio questo manga sia agli appassionati di vecchia data, sia ai neofiti di Saint Seiya.


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scar89

Volumi letti: 13/25 --- Voto 7
Io trovo che The Lost Canvas a differenza di Episod G, si avvicini di più ai Saint Seiya originali di Kurumada, lo trovo piacevole ed interessante, leggere come si svolsero i fatti, anche sapendo già che rimasero solo due cavalieri alla fine della guerra. La storia sempre diretta, da Masami Kurumada è ben gestita, sia come inizio, ma anche nello sviluppo non stanca il lettore. Ricordiamoci che è un manga fatto a quattro mani, i disegni sono opera della mangaka, Shiori Teshirogi che riesce ad abbinarsi pienamente a Kurumada, infatti quando si legge un manga, fatto a quattro mani, bisogna tener conto anche dell’affinità disegno-storia, spesso per la non affinità dei manga sono stati rovinati.


 4
GIGIO

Volumi letti: 10/25 --- Voto 4
La valutazione di Canvas è complicata per un Saint Seiya dipendente come me. Credo che per dare una valutazione di questo manga dovrò discostarmi da ciò che penso dei cavalieri dello zodiaco altrimenti il mio voto sarebbe 1. Purtroppo se anche discretamente disegnato il manga lascia veramente poco ed il nome cavalieri dello zodiaco rimane solo in copertina. Acquistato solo in quanto fan devo dire che dare qualcosa di più ad un manga già completo come Saint Seiya era difficile e infatti il risultato è quasi penoso. Storia inutile che sconsiglio ad amanti della serie e alla quale metto il voto 4 per non spingermi ancora più in basso.


 4
Pain

Volumi letti: 10/25 --- Voto 2
Comparirà pure il nome di Kurumada nella copertina ma sinceramente un bel 2 a questo manga non glielo toglie nessuno. Sinceramente sto comprando il manga solo perché sono un fan dei Cavalieri dello Zodiaco, nient'altro. I disegni non mi piacciono per niente, per non parlare della storia che non è altro che la minestra riscaldata della serie Hades. Capisco che Kurumada voglia gettare luce sulla prima guerra santa e sul misterioso guerriero che è stato ferito da Hades, ma credo che ci siano modi e modi di narrare. Poteva inventarsi qualcosa di meglio, anche perché ci ritroviamo di fronte agli stessi avvenimenti dell'Hades Chapter: anziché essere Shun il corpo che ospita Hades, è l'amico di Tenma. Gli scontri mancano di quel pathos che caratterizza l'opera originale del maestro e l'Episode G. I personaggi sembrano privi di vitalità. Sconsigliato.


 2
Ichigo_K91

Volumi letti: 11/25 --- Voto 10
Veramente un bel manga! Sto seguendo parallelamente questa serie e la versione perfect di Saint Seiya, ma devo ammettere che Lost Canvas è nettamente migliore su molti aspetti. Innanzi tutto il disegno è di ottima qualità, poi la storia è avvincente e molto coinvolgente, mentre in Saint Seiya è piuttosto monotona e ripetitiva. I personaggi poi sono più "umani", perchè in Saint Seiya sono più "perfetti", nel senso che hanno anche troppi pregi e sembra che non provino alcun dolore emotivo. In Lost Canvas invece emergono evidentemente i difetti dell'animo umano, creando un effetto più suggestivo e coinvolgente. Senz'altro un must per ogni fan dei Cavalieri dello Zodiaco!


 1
Arioch

Volumi letti: 10/25 --- Voto 8
<b>[ATTENZIONE HO MESSO ALCUNI LIEVI SPOILER RELATIVI AI CAPITOLI ANCORA INEDITI IN ITALIA]</b>
Dopo Episode G, ecco un altro manga prequel incentrato stavolta sulle vicende della Guerra Sacra contro Ade cui come si accenna nel manga classico parteciparono Sion e Dohko. Autrice di testi e disegni è stavolta Shiori Teshirogi, una mangaka al suo primo lavoro di un certo spessore. Detto brevemente dei disegni, in stile abbastanza classico e più particolareggiato rispetto a quelli dell'inventore di Saint Seiya, anche se forse a volte un po' troppo fanciulleschi, è più importante analizzare la trama. C'è da dire che questa presenta aspetti sia positivi che negativi; la Shiori è molto brava a pennellare i vari personaggi che fa muovere sul palcoscenico, riuscendo a recuperare quel senso di epicità e grandeur che pervade l'opera originale, facendo i vari personaggi di sentimenti nobili, segreti dolorosi e animi puri e pronti al sacrificio. In questo,coglie l'occasione per valorizzare al massimo molti personaggi, fra cui il Cavaliere dei Pesci settecentesco Albafica, che in soli sette capitoli è riuscito a divenire un beniamino del pubblico, molto più di quanto Kurumada aveva fatto col suo bistrattato parigrado del manga classico. Per ottenere questo risultato la Shiori punta i riflettori su diversi personaggi a turno, che per un po' di capitoli risultano essere i protagonisti quasi assoluti delle vicende; in questo modo però, nonostante i fili in qualche modo vengano riannodati, si va un po' a discapito dell'unità narrativa della trama, che sembra essere composta di una serie di tante battaglie individuali anziché costituire la narrazione organica di una guerra corale, anche se è un difetto che secondo me non pesa più di tanto. Molto meno sopportabili sono a mio parere alcune scene fanservice estemporanee ed assolutamente inutili, tese a mostrare atteggiamenti ambigui o donnine discinte (specie negli ultimi capitoli che in Italia verranno pubblicati molto più avanti), che con Saint Seiya non c'entrano molto. Ancor meno sopportabile è l'assoluta identità di aspetto dei Gold Saint settecenteschi ed in generale dei personaggi con i loro corrispettivi di 200 anni dopo della serie classica (per esempio Sasha,la reincarnazione di Athena di questa epoca, è identica a Saori Kido/Lady Isabel), nonché le evoluzioni di armature. Tuttavia per questi ultimi due aspetti non mi sento di criticare l'autrice, poiché sono intuitivamente ascrivibili ad imposizioni di marketing (ad esempio, nel manga è comparsa la God Cloth di Pegasus, quella che Seiya indosserà 200 anni dopo, proprio nel momento in cui sul mercato è stato lanciato il modellino della medesima armatura). In definitiva, considerando tutti i pro ed i contro, lo ritengo un prodotto ben fatto, consigliabile ai fan di Saint Seiya, ma anche a chi ne è a digiuno e vuole scoprirlo, e meritevole di un voto piuttosto alto.

MimE

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MimE

Volumi letti: 7/25 --- Voto 9
La qualità dei disegni sono perfetti in quest'opera post, tali da richiamare facilmente l'ambientazione dell'originale.
Nonostante i ritorni sono solitamente molto forzati e il più delle volte scandalosi - cosa che ho fortemente temuto - la sceneggiatura a mio avviso è molto buona. Giustamente alcuni punti chiave si conoscono già, ereditati dalla prima opera, ma non per questo meno interessante.
Anche la caratterizzazione dei personaggi mi è piaciuta (anche se il protagonista Tenma è odioso come Seiya), soprattutto la "riabilitazione" di Pisces-Alpafica molto meno in stile effeminato del suo pari Aphrodite.
Confido molto nel proseguo...

Evil-Ryu

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Evil-Ryu

Volumi letti: 6/25 --- Voto 8
Tanti sono i punti di forza di questo manga, ma ciò che mi ha colpito più di tutti è la storia!
Tutti i fan di Saint Seiya sanno che nella guerra santa gli unici che si salvarono furono Sion e Doko, però la storia riesce sempre a sorprendere dando tanti spunti e coinvolgendo il lettore con dei personaggi ottimamente caratterizzati (e parecchi dei più riusciti, nella serie originale, erano fra quelli più odiati, come il cavaliere dei Pesci e quello dell'Unicorno)!
Promuovo questo manga, anche perchè oltre alla storia interessante, vanta anche un disegno curato.

nomade

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nomade

Volumi letti: 95/25 --- Voto 8
Dopo 95 capitoli letti posso affermare che questa è una delle opere che mi affascinano di più. Saint Seiya è stato il primo manga che ho comprato e ne sono molto legato. Dopo la delusione di Episode G (che a mio avviso ha un disegno troppo femminile e la storia si contraddice con l'originale), Lost Canvas ha la possibilità di rivalutare personaggi poco importanti senza stravolgere storia (visto che si svolge nella guerra precedente): il cavaliere dell'unicorno, del cancro e dei pesci completamente rinnovati, nuove tecniche e spazio anche ai grandi sacerdoti.
I disegni non sono spettacolari, ma giovanili e piacevoli.
L'unica vera pecca si presenta però nella versione italiana del manga, ovvero la traduzione delle tecniche, a mio avviso una delusione, vedere il suiseiken tradotto come "meteora di pegaso" come nel cartone mi ha letteralmente paralizzato dal disgusto.

DarkHands

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DarkHands

Volumi letti: 0/25 --- Voto 8
Ho letto fino al capitolo 92 spero si capisca in "volumetti letti" :D
La storia emoziona, ovviamente presenta delle falle, ma è logico, anche alla famosa serie delle 12 case è un susseguirsi dei Gold fino a che non muoiono o escono quasi del tutto di scena e non per pochi altri secondi, mica si può dare parola a 20 personaggi insieme.
Finora ha tolto petalo per petalo i personaggi dandogli sempre una fine meritevole, aspettiamo di vedere come si giocherà l'assalto al castello di Hades.

Nick

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Nick

Volumi letti: 6/25 --- Voto 8
Lost Canvas ripercorre le gesta della generazione di cavalieri della guerra sacra precedente a quella di Saint Seya, per intenderci la generazione di Doko della bilancia e di Sion dell'ariete. A mio avviso questa nuova serie dei cavalieri è molto bella ma non eccezionale; in pochissimi numeri le schiere di cavalieri di bronzo e argento vengono totalmente annientate solo per fare entrare in scena molto velocemente gli incredibili cavalieri d'oro, con i quali dare il via a incredibili scontri. Tuttavia un disegno di ottima qualità e una storia (per il momento) diversa dalla solita rendono gradevole la lettura, senza contare che i cavalieri d'oro, esclusi i già conosciuti Doko e Sion, sembra che possiedano caratteristiche sia nuove che vecchie un esempio è Albafica dei pesci.

Giuggi

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Giuggi

Volumi letti: 5/25 --- Voto 8
Ma no dai non è male ^^ Anzi, per paradosso direi che le saghe dei cavalieri che mi sono piaciute di più sono quelle non realizzate da Kurumada XD
Comunque: disegno molto gradevole, personaggi nuovi ed originali (con l'eccezione di Doko e Sion a dire il vero) trama FINALMENTE diversa dal solito ed una dea FINALMENTE utile!
I personaggi (almeno quelli apparsi fino ad ora) si presentano ben caratterizzati e validi.
L'ambientazione è quella magica di sempre *_____* fantastica, poi io adoro i miti greci (seppure la visione saintosa sia abbastanza diversa)
Beh avevo intenzione di dare un 7, ma un 8 poi se lo merita dai ^^ Di buon augurio.

Nemo79

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Nemo79

Volumi letti: 4/25 --- Voto 9
Un manga semplicemente fantastico!
Chi ha già letto i manga di Kurumada non può che rimanere estasiato dai disegni della Teshirogi.
Kurumada disegna malissimo! La Teshirogi al confronto è geniale
comunque, bellissime le armatura, ben caratterizzati i personaggi, puliti i disegni, buoni gli sfondi.
La sceneggiatura è più che buona, con qualche colpo di scena. Attenzione, non si tratta dei soliti cavalieri, la storia è ambientata 200 anni prima delle vicende di Seiya e compagni, quindi giustamente la Teshirogi si prende molte licenze, mi lamento solo del fatto che i volumi siano troppo fini, e lasciano il lettore con la brama di leggere il prossimo capitolo... sapendo che arriverà tra un mese!

KIRA

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KIRA

Volumi letti: 6/25 --- Voto 6
I disegni sono puliti e molto chiari, ma senza facce che stanno a significare reazioni quindi non ci sono molte parti divertenti. Il vero difetto però è la storia che sbalza molte volte di anni o mesi senza far capire cosa sarebbe successo (es. Seiya batte Cassios per l'armatura di bronzo mentre Tenma salta quella parte che si trova dopo aver salvato Atena). Secondo me la storia del maestro Kurumada è migliore, ma i disegni di lost canvas non mi dispiacciono.

aquila_della_notte

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aquila_della_notte

Volumi letti: 6/25 --- Voto 3
Ho letto fino al capitolo 71 e non so a che volumetto italiano risponderà... per cui ho detto sommariamente 6 volumetti giapponesi, ma possono essere anche 5. Ad ogni modo è una serie scialba, con dialoghi scialbi e con l'unico punto a favore è la somiglianza delle armature che ricordano Kurumada. Per quanto riguarda la storia è di una piattezza unica... non solo perchè si sa anche come va a finire... ma soprattutto perchè i personaggi sono completamente sballati. A me sta piacendo meno di zero... e gli ultimi capitoli usciti non fanno che confermare questa mia impressione. NON è Saint Seiya... non ha nulla di quel mondo creato da Kurumada a parte i ruoli dei personaggi.