Grazie a Dynit torna finalmente in Italia un nuovo manga di Takako Shimura.
Il percorso editoriale italiano di questa mangaka non è stato proprio dei più semplici o lusinghieri, l’unica sua opera arrivata da noi -e purtroppo malamente interrotta al secondo volume- è stata Aoi Hana - Sweet Blue Flowers, forse il suo lavoro più conosciuto al grande pubblico.
Il manga racconta, con delicatezza e garbo, quelli che sono a tutti gli effetti i turbamenti scaturiti dal primo amore. Già in questo lavoro si riusciva a intravedere tutto il potenziale, sia narrativo che artistico della Shimura: tavole chiare e precise, un tratto elegante, una regia pulita, una solida base per quanto riguarda la sceneggiatura, un occhio attento nel raccontare le emozioni e i sentimenti delle giovani donne -e non solo- e dei personaggi appartenenti al mondo LGBTQIA+. Per tale motivo, chi ama questo tipo di tematiche non può non leggere e apprezzare le opere di questa autrice.
Molte di elementi si possono ritrovare anche nella sua ultima opera pubblicata da Dynit; mi riferisco a Runaway Girl.
 
Runaway Girl
 
Sua madre si è risposata, mentre suo padre, dopo il divorzio, vive con il nuovo fidanzato. Mayuko, una studentessa delle superiori, è nel pieno della pubertà. La ragazza decide di scappare di casa, dando così inizio a questa toccante storia di fuga e di vite che si intrecciano tra loro.

In Runaway Girl, nato inizialmente come one-shot, si affrontano i turbamenti sentimentali ed emotivi di alcune donne di età diverse, a dimostrazione che non esiste un tempo preciso per vivere determinate emozioni.
Che sia una ragazza adolescente che si sente fuori luogo in famiglia, una madre divorziata che si appresta a risposarsi, oppure una donna che ricorda con affetto e amarezza la sua adolescenza, tutte queste donne hanno in comune quel senso di smarrimento affettivo e personale che -come vediamo- le spinge a comportarsi poi in un determinato modo.

Nei capitoli raccolti in questo primo volume, il punto di vista soggettivo, si rivela essere spiccatamente femminile.
I personaggi principali sono tutte donne, anche se la narrazione cambia in base alle varie protagoniste, notiamo che ciascuna di loro ha una sorta di filo conduttore unico che le lega; cioè quello di essere allo stesso tempo fragili ma anche estremamente determinate.
Questo fa sì che tutte loro si comportino inconsciamente in modo simile, nel tentativo di ritrovare sé stesse, oltre che delle risposte.
Ma andiamo con ordine, concentrandoci in particolare sul primo capitolo che racchiude in sé lo spirito dell’opera.

Mayuko è la protagonista del primo capitolo, vive una situazione familiare che non sa ben definire neanche lei: i suoi genitori sono divorziati -perché il padre ha dichiarato la sua omosessualità- ed entrambi convivono con i rispettivi nuovi partner.
La nuova vita di Mayuko non è né brutta né violenta anzi, ma lei non riesce a trovare una stabilità emotiva che la faccia tranquillizzare. Decide per questo motivo di scappare dalla casa della madre per rifugiarsi in quella del padre.
Ed è in questo momento che facciamo la conoscenza di un nuovo elemento che, tacitamente, risulta essere un ulteriore collante per le protagoniste: la famiglia.
Questo legame, che sia esso familiare oppure amicale, fa sì che si crei una sorta di unione, di sostegno per ognuna di loro.
Andando avanti nei capitoli notiamo che le protagoniste si legano tra loro creando una sorta di famiglia allargata, il cui fulcro sembra essere proprio la casa della coppia omosessuale -il padre di Mayuko e il suo compagno- che ha intrinsecamente il ruolo di ricreare un luogo protetto e sicuro dove tutte si sentono ben accette e al riparo.
 


Come accennato all’inizio Runaway Girl strizza molto l’occhio all’universo femminile -per gli argomenti trattati- ma anche la controparte maschile è comunque presente e, a suo modo, rappresentata.
Proprio come le loro “colleghe” donne, anche gli uomini, nei manga della Shimura sono raccontati tra luci e ombre.
Fallibili e carenti, i soggetti che la mangaka descrive sono quanto di più lontano possano essere dalla perfezione -se non quella puramente estetica- ma anche in questo caso l’autrice ci sorprende tracciando, ed enfatizzando, anche anatomie più morbide e burrose.
La mangaka rende attraenti e amabili personaggi con delle corporature che -in generale- hanno lo scopo di essere solo ironici, bullizzati oppure sgradevoli.
In questo manga, invece, molti dei suoi personaggi che presentano tale fisicità sono dei veri e propri oggetti del desiderio. Tanto per farci comprendere meglio come la Shimura sia un’autrice sempre attenta ai temi che tratta e mai scontata.

Anche se interessante, Runaway Girl presenta un unico, forse grande, difetto che rende un po’ difficoltosa la piena riuscita di quest’opera: risulta, almeno all'inizio, troppo spezzettata.
È innegabile che i primi capitoli sappiano troppo di storia a sé, si percepisce che all’inizio manchi una trama orizzontale, ma è anche palese che tutti i capitoli hanno quella forza e quella scrittura di base solida che li rende opere a sé stanti, perciò si deve avere solo un poco di pazienza per permettere alla storia di ingranare.

Il tratto della Shimura in Runaway Girl si presenta pulito, immediato, elegante e preciso, anche se in alcuni casi appare abbozzato -soprattutto quando rappresenta le corporature più morbide e tondeggianti.
I suoi personaggi, soprattutto quelli femminili, risultano piacevolmente aggraziati e sinuosi, i quali rispettano uno standard estetico ben definito, ma riescono a essere anche molto sfaccettati nella loro psicologia che appare delicata, contradditoria e fragile, tanto che la componente visiva passa quasi in secondo piano.
Per quanto riguarda, invece, la caratterizzazione dei personaggi più “in carne” la mangaka preferisce adoperare semplici e precise linee che rendono immediata la riconoscibilità degli stessi. Con pochi tratti dipinge corpi avvolgenti che non hanno intenzione di essere “ripugnanti” ma anzi, fanno l’esatto contrario.
Questi morbidi corpi risultano per più di un personaggio stranamente affascinati e fungono come una sorta di coperta di Linus nella quale loro si sentono protetti e accettati.

Le tavole risultano avere un taglio registico chiaro e schematizzato, dove l’uso del contrasto bianco e nero è molto ben definito. L’utilizzo dei retini, anche se presente, non risulta invasivo, essendo adoperato in maniera esperta, riuscendo in questo modo a sposarsi bene con il resto delle tavole.
Gli sfondi per la maggior parte della storia sono quasi assenti, ma lì dove è necessaria la loro presenza appaiono sempre estremamente curati e meticolosi.
 


Leggendo questo manga ci rendiamo conto di come alcuni dei suoi interpreti usino un linguaggio colorito, volutamente irrispettoso, che ha lo scopo di essere offensivo ma non solo quello.
Nel primo capitolo la protagonista Mayuko, fuggita di casa e rifugiatasi in quella del padre, approfitta di un momento in cui è da sola col nuovo compagno del genitore per dirgli cose poco carine, legate sia alla sfera personale che estetica.
Tali parole, per quanto brutte, rispecchiano lo stato d’animo ed emotivo della ragazza e servono a rappresentare meglio quello che prova. Pertanto sarebbe stato fuori luogo, o addirittura sbagliato, utilizzare un linguaggio epurato da tale frustrazione e gelosia.
 
L’edizione di Runaway Girl che Dynit ci propone è la loro classica versione da 12,90€, brossurato da 200 pagine di cui solo le prime a colori.
Per chiunque apprezzi già Takako Shimura -e aspettava una sua nuova pubblicazione in Italia- o per chi vuole iniziare a conoscerla, questo è in assoluto un manga da non perdere. Tra le sue pagine vi è racchiuso tutto lo spirito di questa autrice: bellezza dei disegni, temi importanti, profondi, coraggiosi e mai banali o scontati.
Certo, la natura originaria di one-shot, rende la carburazione della storia un po’ lenta, ma questo avviene solo all’inizio.
Una volta immersi nella lettura non si potrà che rimanere affascinati da queste storie di donne e ragazze fragili ma forti che, tra errori, colpi di testa, speranza e amore per sé stesse cercheranno di dare nuova linfa vitale e stabilità alle loro vite, senza però rinnegare il passato. Perché è giusto ricordare che, le scelte fatte nella vita sono quelle che ci hanno resi le persone che siamo oggi.

Runaway Girl  1

La commovente storia di un'adolescente in fuga dai suoi drammi familiari! Sua madre si è risposata. Suo padre, dopo il divorzio, vive con il nuovo fidanzato. Mayuko, una studentessa delle superiori, è nel pieno della pubertà. La ragazza decide di scappare di casa, dando così inizio a questa toccante storia di fuga e di vite che si intrecciano tra loro.

Opera:  Runaway Girl
Editore: Dynit
Nazionalità: Italia
Data pubblicazione: 26/01/2024
Prezzo: 12,90 €


Totale voti:   6  1  0


Goldwyne80

Interessante, un buon volume ma non a sufficienza da tenere il prezzo purtroppo

 03/03/2024

shinji01

Disegni molto delicati, una storia di rapporti intricati con relazioni di ogni genere dove a farla da padrone sono i ciccioni. Molti salti temporali rendono la lettura a volte difficile. Così così

 10/02/2024

Hachiko94

Mi piace molto il cast rappresentato in questo primo volume! Mayuko è un'adolescente e posso comprendere alcune sue uscite infelici, spero riesca ad avere un po' più di fiducia in suo padre e compagno.

 07/02/2024

CloveRed

Finalmente ritorna la Shimura in Italia🥰 Volume che racconta storie di donne, unite tra loro, alla ricerca di loro stesse tra passato e presente, errori, quotidianità e speranze. Disegni molto belli. Buon volume ma forse risulta troppo episodico.

 24/01/2024


Altri Voti



Titolo Prezzo Casa editrice
Runaway Girl  1 € 12.90 Dynit
Runaway Girl  2 € 12.90 Dynit