C’era un tempo in cui bastava sentire pronunciare il nome Rare perché le orecchie dei fan dei platform di tutto il mondo si drizzassero per l’entusiasmo. Da allora è passato troppo tempo, e troppe cose sono cambiate nel panorama videoludico. Quella passione viscerale nei confronti del celebre team di sviluppo inglese oggi vive più nei ricordi che nei cuori dei giocatori. La Rare di un tempo non esiste più: del team originale è rimasto ben poco. Forse è un bene, visto che molti dei suoi principali talenti creativi hanno preso altre strade, portando con sé quello spirito che un tempo aveva reso leggendario il loro nome.

 
Yooka-Replaylee : recensione del remake di Playtonic Games
 
Poi, nel 2017, arriva il tanto atteso ritorno di fiamma: alcuni dei vecchi designer di Rare tornano sulla scena sotto nuove vesti, presentandosi come Playtonic Games. Il loro obiettivo è chiaro: riportare in vita lo spirito dei classici platform 3D con l’aiuto dei fan. Il progetto sbarca su Kickstarter e si trasforma rapidamente in un successo clamoroso, raccogliendo quasi due milioni di dollari. A quel punto non resta che affidarsi al talento dei creativi e attendere con trepidazione il loro nuovo titolo: Yooka-Laylee. Il dado è tratto. Chi aveva sognato per anni un ritorno in grande stile del duo Banjo-Kazooie deve però accontentarsi di due nuovi protagonisti , diversi nei dettagli, ma decisamente figli dello stesso spirito d’avventura.

Il gioco debutta sul mercato accompagnato da aspettative enormi, ma il risultato non è dei migliori. Yooka-Laylee si rivela un titolo goffo, rigido e, in alcuni momenti, persino anacronistico. I controlli imprecisi, una telecamera capricciosa e una certa ripetitività di fondo finiscono per compromettere l’esperienza complessiva. “Bene, ma non benissimo”, direbbe qualcuno.
Eppure, nonostante le critiche, il gioco riesce comunque a ottenere risultati commerciali più che discreti. Forte di questo riscontro, Playtonic Games decide di non abbandonare la nuova IP e si rimette subito al lavoro su uno spin-off, nel tentativo di mantenere viva l’attenzione sulla serie nascente.
Due anni dopo, arriva tra le mani dei giocatori Yooka-Laylee and the Impossible Lair, un titolo che stravolge la formula originale passando dal platform 3D a uno a scorrimento laterale, ma che si dimostra fin da subito molto più solido e centrato del suo predecessore.
 
Yooka-Replaylee : recensione del remake di Playtonic Games
 

A questo punto la domanda sorge spontanea: era davvero necessario un remake di un gioco che, già al momento della sua uscita, aveva poco da dire?

Una volta iniziata una nuova partita, si percepisce subito che il team ha finalmente imboccato la direzione giusta, facendo tesoro dei feedback ricevuti dai fan. Questa volta il controllo del personaggio è molto più rifinito e preciso, mentre la telecamera, posizionata a una distanza leggermente maggiore, offre una visione più chiara degli spazi e delle distanze tra le piattaforme.
Nel complesso, il lavoro di ottimizzazione dei movimenti è di buon livello: preciso, reattivo e davvero soddisfacente. Nulla da ridire su questo fronte.

Sul piano tecnico, invece, l’upgrade grafico è evidente e realizzato con grande cura. Gli stage risultano molto più ricchi di dettagli e di vita, con colori vibranti e una palette cromatica piacevole e coerente. Quella fastidiosa sensazione, presente nell’originale, di trovarsi di fronte a una sorta di “beta” viene completamente eliminata: Yooka-Replaylee appare finalmente come un prodotto rifinito e visivamente convincente. Unica nota stonata, puramente soggettiva ,è il redesign di Laylee. Nulla di grave, ma per chi scrive l’aspetto originale si sposava meglio con il carattere e la personalità del personaggio.


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Il comparto audio mantiene le tracce musicali firmate dal duo David Wise e Grant Kirkhope, già autori in passato delle iconiche colonne sonore di grandi classici Rare come Donkey Kong Country e Banjo-Kazooie. In questa versione, i brani sono stati riarrangiati in chiave orchestrale, preservando quella spensieratezza e leggerezza tipiche dello stile del duo.
Certo, nulla di particolarmente originale: l’impronta sonora rimane fortemente ancorata all’estetica di Banjo-Kazooie, tanto che in alcuni momenti le atmosfere tendono quasi a sovrapporsi. Tuttavia, l’accompagnamento musicale risulta sempre gradevole e coerente con l’azione a schermo, svolgendo egregiamente il proprio compito.


Uno degli interventi più significativi di Yooka-Replaylee riguarda la gestione del ritmo e della struttura di gioco. Tutte quelle scomodità che nel titolo originale finivano per rallentare l’esperienza, dal backtracking eccessivo alle fasi di esplorazione confuse e poco gratificanti, sono state finalmente eliminate o ripensate con maggiore attenzione. Il risultato è un’avventura più fluida, in cui la progressione risulta naturale e il giocatore non è più costretto a ripercorrere le stesse aree solo per colmare artificiosamente la durata del gioco.
Ogni mondo appare più coeso e leggibile, e l’interazione con l’ambiente diventa più intuitiva e piacevole.
In questo modo, Playtonic Games è riuscita non solo a limare le asperità del primo capitolo, ma anche a innalzare sensibilmente il livello di divertimento generale, restituendo a Yooka-Replaylee quella leggerezza e quel senso di scoperta che erano alla base dei grandi platform del passato.

Anche la distribuzione dei collezionabili è stata ribilanciata con intelligenza. Le pagine da scoprire, vero fulcro dell’esplorazione, sono ora disposte in maniera più organica all’interno dei livelli, invogliando il giocatore a curiosare senza mai sfociare nella frustrazione o nella ripetitività. A ciò si aggiunge una maggiore varietà nei puzzle ambientali, che in questa versione risultano più intuitivi, coerenti con il contesto e, soprattutto, più divertenti da risolvere. Un lavoro di rifinitura che premia la curiosità e il senso di scoperta, restituendo finalmente quella sensazione di gratificazione che nel titolo originale faticava a emergere.

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Conclusioni

 
Yooka-Replaylee è un remake che ha davvero senso di esistere. Forse uno dei pochi casi in cui un ritorno sulle scene era effettivamente necessario, perché riesce a correggere molte delle imperfezioni del titolo originale e a modernizzarne la struttura, già di per sé fortemente derivativa. Questa volta Playtonic Games dimostra di aver ascoltato i giocatori, proponendo non una semplice operazione nostalgica, ma un vero e proprio omaggio al genere, rispettoso delle sue origini e più consapevole dell’esperienza che vuole offrire.
È un’ottima occasione per riscoprire un progetto che, pur nei suoi limiti, trova finalmente una sua identità grazie a un lavoro di rifinitura accurato. Non sarà certo un capolavoro del genere, e probabilmente non aspira nemmeno a esserlo, ma oggi Yooka-Replaylee riesce a intrattenere con genuinità e piacevolezza, dimostrando quanto il team sia cresciuto negli anni.
Ora non resta che attendere con curiosità il terzo capitolo, se mai ci sarà.
 
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