Da 'News dal Giappone':
«Il 20% dei giapponesi ha pensato almeno una volta di suicidarsi
Circa il 20% dei giapponesi adulti ha preso in considerazione almeno una volta l'idea di togliersi la vita. È il risultato di un sondaggio che mostra inoltre che la metà degli intervistati considera i film e la televisione responsabili dell'aumento del tasso dei suicidi.
Si tratta del primo sondaggio condotto dal governo giapponese sull'atteggiamento dei cittadini verso il suicidio (自殺対策に関する意識調査, Jisatsu Taisaku ni Kansuru Ishiki Choosa). Il sondaggio è stato condotto tra febbraio e marzo di quest'anno. Sono stati intervistati a livello nazionale 3.000 uomini e donne dai venti anni in su. Di questi 1.808 hanno risposto al sondaggio.
Il sondaggio mostra come il 19,1% degli intervistati ha "seriamente pensato di commettere suicidio in passato".
Un funzionario dell'Ufficio di Gabinetto preposto alla questione dei suicidi afferma che la cifra "è maggiore rispetto a quello che ci aspettavamo", aggiungendo che la percentuale di chi ha pensato di suicidarsi è particolarmente alta tra i giovani intervistati.
Di tutti gli intervistati il 58,2% ha affermato che i film e la televisione incoraggiano le persone a togliersi la vita sorvolando sul suicidio come problema, mentre secondo il 42,6% ci sono troppi suicidi nei film e nei dorama televisivi.
La maggioranza, ovvero il 76,1% afferma di sostenere la regolamentazione dei siti web che incoraggiano le persone a commettere suicidio con vari tipi di informazioni e descrizioni dei metodi più disparati per togliersi la vita.
I suicidi in Giappone, paese che ha uno dei più alti tassi di suicidi al mondo, nel 2006 per la nona volta consecutiva ha toccato quota 30.000 di suicidi sebbene il dato sia leggermente in calo rispetto all'anno precedente.
Le autorità hanno spinto i provider di servizi online a chiudere volontariamente i siti sui suicidi.
Il Giappone nelle ultime settimane ha visto un notevole incremento dei suicidi all'acido solfidrico prodotto grazie ad istruzioni dettagliate trovate su internet.».
Fonte: News dal Giappone.
«Il 20% dei giapponesi ha pensato almeno una volta di suicidarsi
Circa il 20% dei giapponesi adulti ha preso in considerazione almeno una volta l'idea di togliersi la vita. È il risultato di un sondaggio che mostra inoltre che la metà degli intervistati considera i film e la televisione responsabili dell'aumento del tasso dei suicidi.
Si tratta del primo sondaggio condotto dal governo giapponese sull'atteggiamento dei cittadini verso il suicidio (自殺対策に関する意識調査, Jisatsu Taisaku ni Kansuru Ishiki Choosa). Il sondaggio è stato condotto tra febbraio e marzo di quest'anno. Sono stati intervistati a livello nazionale 3.000 uomini e donne dai venti anni in su. Di questi 1.808 hanno risposto al sondaggio.
Il sondaggio mostra come il 19,1% degli intervistati ha "seriamente pensato di commettere suicidio in passato".
Un funzionario dell'Ufficio di Gabinetto preposto alla questione dei suicidi afferma che la cifra "è maggiore rispetto a quello che ci aspettavamo", aggiungendo che la percentuale di chi ha pensato di suicidarsi è particolarmente alta tra i giovani intervistati.
Di tutti gli intervistati il 58,2% ha affermato che i film e la televisione incoraggiano le persone a togliersi la vita sorvolando sul suicidio come problema, mentre secondo il 42,6% ci sono troppi suicidi nei film e nei dorama televisivi.
La maggioranza, ovvero il 76,1% afferma di sostenere la regolamentazione dei siti web che incoraggiano le persone a commettere suicidio con vari tipi di informazioni e descrizioni dei metodi più disparati per togliersi la vita.
I suicidi in Giappone, paese che ha uno dei più alti tassi di suicidi al mondo, nel 2006 per la nona volta consecutiva ha toccato quota 30.000 di suicidi sebbene il dato sia leggermente in calo rispetto all'anno precedente.
Le autorità hanno spinto i provider di servizi online a chiudere volontariamente i siti sui suicidi.
Il Giappone nelle ultime settimane ha visto un notevole incremento dei suicidi all'acido solfidrico prodotto grazie ad istruzioni dettagliate trovate su internet.».
Fonte: News dal Giappone.
Quoto, ma come vedi è sempre meglio dar la colpa a media e internet, piu facile censurare per dare ai cittadini la parvenza che fanno qualcosa quando in verità il problema rimane sempre li, e poi dall'altra parte si lamentano pure che c'e' sovrappopolazione.
Se uno vuole suicidarsi sono affari suoi, ha le sue motivazioni, la vita è sua e può disporne come vuole. °_°
-_-
@hoshimaru "Se uno vuole suicidarsi sono affari suoi, ha le sue motivazioni, la vita è sua e può disporne come vuole"
Non classificherei il suicidio come forma espressiva da tutelare...
A parte che i modi per togliersi la vita solitamente sono abbastanza orribili/complessi/dolorosi da scoraggiare i meno propensi, io sarei assolutamente a favore della legalizzazione e regolamentazione della cosa. Un po come il kit per l'auto eutanasia che si vede nel film "I figli degli uomini". Se si arriva a togliersi la vita vuol dire che si è arrivati davvero al limite, specialmente se non si hanno particolari convinzioni su un "dopo". Magari si, prima è meglio passare da uno specialista, in fondo la pietà chimica è un ottimo diavolo a cui vendere l'anima...e da il tempo necessario per risolvere i problemi a monte. O quantomeno per riuscire a limitarne l'influenza nella sfera privata.
Ed ovviamente la colpa non è di internet, ne della tv. Sarebbe come dare la colpa delle stragi della storia italiana al sig. Nobel, mentre è come al solito la follia umana a fare casino.
Dove lo avrei detto? Meh... O_o
Per quanto riguarda i commenti è pur vero che in un mondo come il nostro in cui la libertà è (o almeno dovrebbe essere) uno, se non il valore fondamentale presente alla base di qualsiasi costituzione, si dovrebbe allora accettare il suicidio come una libera scelta dell'individuo.
Ma bisogna pensare che oltre che un atto che va contro i vari valori etici, morali e religiosi, il suicidio è un danno per la società tutta, in quanto si tratta di uno spreco di risorse. Il suicidio era represso e punito già nelle prime forme di civiltà, ben prima dello svilupparsi della religione cristiana (fra tutte) perché è, e ripeto, un danno per la società, a dispetto di quale sia la scelta dell'individuo.
Tutti si aspettano sempre il massimo da tutti e chiunque si sente sempre in obbligo a dare il massimo, sia nello studio che nel lavoro.
Girando per il Giappone ci se ne rende conto anche con gli occhi di un occidentale. Non è che i treni sono sempre in orario, le strade sempre pulite e tutti i servizi sempre impeccabili perché il Giappone è un paese magico, ma perché i giapponesi sono dei gran lavoratori.
Il rovescio della medaglia della loro società è proprio che quando si raggiunge il limite sopportabile di stress, probabilmente l'esaurimento li spinge a vedere il suicidio come unica soluzione. Non è questione di essere forti o deboli, l'esaurimento spinge a fare le peggio sciocchezze, tra le quali appunto il suicidio..
Detto questo, ho finito il mio monologo sperando d'essere stato chiaro...
Che cosa vuoi dire? no perchè confrontare il Giappone con Israele c'è ne vuole....
Comunque se proprio i giapponesi (a quanto dice il sondaggio) ammettono che la colpa dei suicidi va attribuita alla tv, media, internet ecc...o sono più traviati del nostro Moige, oppure in giappone i mezzi d'informazione sono impazziti.
Ti rendi conto dell'assurdità di questo paragone, vero?
Sei consapevole del fatto che chi si suicida in casa propria e per conto proprio non può essere paragonato a chi, suicidandosi, uccide contestualmente centinaia di altre persone, vero?
"Bomba atomica" poi...
Mega Quoto...
Quoto, non è la censura dei due siti che risolve il problema, anzi secondo me ha l'effetto opposto, lo insabbia e basta come se ce ne volesse lavare le mani perchè se uno è già instabile non c'è cura che tenga e di sicuro se uno capita su quei siti ha già le idee chiare su ciò che vorrebbe fare altrimenti mica se li cerca apposta.
Piuttosto il governo dovrebbe chiedersi perchè c'è questo fenomeno e cercare di trovare una soluzione, ma dubito che una soluzione radicale al loro sitle di vita possa esserci, o ti adegui o sei fuori, non c'è via d'uscita.
A quelli che parlano tanto di lasciar fare quelli che vogliono morire vorrei ricordare che è stato provato che il suicidio è un impulso momentaneo e che, se qualcuno si frappone tra voi e questa scelta, l'impulso passa. Lascereste morire un amico perché in quel momento gli gira?!
ovviamente c'e' la questione della società rigida, competitiva, ecc., ma conta molto il modo in cui viene percepito il suicidio.
Qui sostanzialmente e' visto come "azione da persone deboli & sfigate", là è socialmente e storicamente (e anche dal punto di vista religioso) una cosa più accettabile.
Inoltre quoto Mushishi, forse è riuscito a esprimere meglio il mio pensiero di quanto avessi potuto fare io...
Primo non è assolutamente vero, non esiste neanche tra i comandamenti che rappresentano le consuetudini legislativo-sociali che l'ebraismo e la cristianità hanno tramandato (infatti esiste un non uccidere e non un non uccidersi o rispettare la propria vita). Il danno per la società quale sarebbe? Che non riesce a spremere un'altra esistenza? Come fai a punire e reprimere il suicida? Aspetti che resusciti e poi lo uccidi?
Innanzi tutto la scelta di compiere l'atto non è assolutamente sempre tragica come la cattiva televisione ha incentivato a pensare. Una persona non deve essere necessariamente depressa, afflitta, triste o quant'altro per ammazzarsi. Anche le persone felici ma annoiate lo fanno, anche persone dalla forte personalità e niente affatto deboli l'hanno fatto (Mishima l'ha pure resa una cosa teatrale). Che sia doloroso dipende dal metodo utilizzato. Parlando senza troppi peli sulla lingua, spararsi alla tempia o avvelenarsi o ingerire dosi letali di farmaci non è doloroso, impiccarsi o buttarsi dal terrazzo sì. Non è che voglio spingere qualcuno a farlo, solo si diceva che era la scelta più facile per i deboli e che era dolorosa. Parlando di opportunità è logico per chi rimane provare disagio per qualcuno che si uccide, ma forse lo si fa più pensando al dispiacere che lascia che alla scelta che ha fatto. Un po' come piangiamo una persona morta non per il fatto che sia morta ma per il vuoto che ci ha lasciato. E' una questione di egoismo. Non penso che il suicidio sia una sciocchezza perché, pensandolo, dovrei ammettere che anche vivere sia una sciocchezza e allora tanto varrebbe desiderare di non essere mai nati. Non si può banalizzare una cosa del genere come riflesso di una società competitiva, almeno non esclusivamente. Tra quel 20% di essere pensanti le motivazioni sono tra le più disparate, tante volte non ci si accontenta neanche di quello che si ha. Dopo 16 ore di lavoro o di studio una persona non ha la forza di pensare, figuriamoci quella di uccidersi; ad essere già mezzi morti non serve completare l'opera. Infatti sul lavoro capita più frequentemente che si uccidano i manager, quelli che non fanno praticamente niente ed hanno un sacco di tempo per pensare. Se bisogna cercare una responsabilità, come se quello che decido di fare della mia vita debba sempre essere colpa di altro, non lo darei né alla televisione né alla società. In quel caso si parla di quello che definisco omicidio sociale: i modelli imposti creano aspettative che talvolta degenerano in incapacità di accettare i propri limiti. Il suicidio è altra cosa. Se così non fosse qui da noi, per le stronzate che passa la televisione, ci sarebbe un'orgia di impiccati e assassini, cosa che non è. E' colpa della società rigida? A ben guardare non sembra che nei paesi del bengodi la percentuale di persone che abbiano pensato al suicidio sia di meno. Certo chi lo fa per motivi irrisori va un po' compatito ma di giudicarlo proprio non se ne parla, almeno per quanto mi riguarda. Non riesco a ritenerla una cosa stupida. E' una scelta irreversibile, quindi, se c'è una volontà determinata, a posteriori bisognerebbe solo saperla accettare. Quello che si può fare prima, dipende unicamente dalla permeabilità della persona e dalla sicurezza che gli altri possono dargli.
Che per la maggioranza siano i giovani a pensare al suicidio non mi stupisce, avendolo fatto. Ma una volta pensavo di essere anche immortale, impareggiabile, ipersensibile e tutte quelle cose che si pensano in tempesta ormonale (mai stato in fase darkdepressiva però - ci tengo a precisarlo). Tra pensare e farlo ce ne passa talmente tanta di strada. Mah...
Seriamente parlando ritengo il suicidio una enorme responsabilità che l'individuo ha verso se stesso e verso chi gli stà vicino e pertanto anche se non lo condivido pienamente (ma, come molte persone, mi è capitato di pensarci) penso che chi non sopporta + questa vita abbia cmq il diritto di fare ciò che ritiene poichè a volte la vita può davvero essere una sofferenza (se poi non si ha nessuno vicino, non si ha uno scopo ... ma per fortuna non tutti sono così disperati) .
Un ultima cosa: mi sembra (quasi) ovvio che siano i giovani (20 - 30 anni intendo) i primi a voler pensare al suicidio : hanno meno responsabilità (a meno che non hanno già dei figli ma il discorso si complicherebbe ulteriormente ...) ma soprattutto sanno che la società di oggi offre sempre di meno, soprattutto in termini lavorativi (e purtroppo non solo in Italia) , poi ci si mettono gli scenziati con le loro visioni apocalittiche (ho grande rispetto per la scienza, ma penso che certe volte dovrebbe tenere i suoi risultati per sè o divulgarli solo a chi di dovere, visto che la vita degli esseri umana è già troppo complicata e non è detto che finisce come nei film americani dove anche se muore "qualche" miliardo di persone la razza umana non si estingue del tutto e dobbiamo pure considerarlo un "happy end" -_-) ...
Spero che la questione interessi ancora qlcn e mi risponda , ciao a tutti .
E' vero che al giorno d'oggi dilagano i falsi moralismi : "la vita è una sola e meravigliosa in quanto unica"e "forse a queste persone ...andrebbe fatto notare il lato positivo della vita"(detto da ALUCARD, poi il vampiro di Hellsing che difende la vita...molto coerente) e la spiegazione del lato sociale del suicidio, come se questo atto riguardasse il mondo intero e non la singlola persona, inoltre non conosco atto più coraggioso se non rinunciare alla prorpia vita, a chi si vuole bene, e (a una vaga) speranza futura, visto che in molti tra quelli che conosco, persino mia madre e anche davanti a me , hanno detto di volersi suicidare o perlomeno hanno desiderato di abbandonare questa vita, e vi assicuro che tra queste persone, che purtroppo voi non conoscerete come non conoscete me, non vi è neanche una persona debole.
Inoltre chi diceva che la chiusura dei siti che incitano al suicidio è giustificata vorrei far notare che è da quando l'uomo è sulla terra che la morte viene commercializzata e propagandata, tramite armi, guerre e "suicidi rituali"(non solo prerogativa del giappone ma anche del "mito americano" così all'avanguardia e sviluppato...ma ceeeeeeeeeeeeeerto ), è comunque in questo mondo di finta democrazia, finti valori, e illusione (pseudo-cristiane o pseude-moraleggianti, tanto il cristinesimo è la morale dei deboli, e non mi saltate addosso visto che non solo a pensarla così sia tra la gente "normale" che tra i grandi pensatori presenti e passati e se volete vi faccio un paio di nomi ) si può lasciare un maggiore segno con la propria morte che con la propria vita. Mi farebbe piacere una risposta anche se critica, grazie, solo se mi rispondete.
P.S.Ad Antonio invece grazie veramente per un sito sempre aggiornato sul mio mondo preferito visto che quello reale ormai è andato a ramengo...
Io allora dovrei essere tro**tta come quelle che vedo in tv. Invece NO.
(certo, a me la tv italiana fa proprio schifo eh... quasi tutta).
ma i suicidi nn c erano già prima che esistesse internet??
allora a chi davano la colpa? alle streghe? >_>
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