Riportiamo questa curiosa iniziativa del Museo diocesano di Brescia, che espone un'iconografia dei santi in "stile manga" più vicina alle nuove generazioni.

Che santo è? Iconografia dei santi in stile manga
Il progetto Che santo è? nasce dall'esigenza di far incontrare il pubblico più giovane con il linguaggio didattico dell'arte religiosa che, nel corso dei secoli, era servita per comunicare, attraverso un vero e proprio dizionario di immagini, i temi della fede e della storia sacra.
I giovani e i bambini, soprattutto, hanno perduto questa capacità di guardare le immagini del passato e di scorgere in esse un messaggio o, quanto meno, dare un nome a quello che è raffigurato. Per questo si è deciso di utilizzare il linguaggio più vicino a quello dei bambini, il cartone animato (e il disegno giapponese dei manga<) per creare immediatamente un rapporto di gradevolezza e di consonanza che permettesse poi di veicolare i dati storici e iconografici.
Il progetto non intende banalizzare l'immagine dei santi e la loro trasposizione iconografica; piuttosto, avvalendosi di esperti, ha approfondito i dati della tradizione e gli attribuiti dell'iconografia solo traducendoli in un linguaggio nuovo e facilmente comprensibile.

Operatori ed esperti
- STUDIO EBI: E' il gruppo di lavoro che ha realizzato le 42 figure di santi. Coordinato da Paolo Linetti è composto dalle disegnatrici Daniela Boselli, Lucia Botta, Sara Dalena e Francesca Uberti.
- COMITATO SCIENTIFICO: il lavoro è stato supervisionato da Pier Virgilio Begni Redona già Direttore dell'Ufficio dei Beni Culturali della Diocesi di Brescia e Direttore del Museo Diocesano di Brescia, da Giuseppe Fusari, storico dell'arte e docente di Iconografia e Iconologia presso l'Università Cattolica di Brescia e dall'artista don Renato Laffranchi.

Le scelte del progetto
- DISEGNO: i santi sono realizzati con un linguaggio grafico familiare ai bambini, quello dei cartoni animati.
- RICERCA STORICA: se da un lato il disegno strizza l'occhio al pubblico più giovane il lavoro di ricerca è stato decisamente fra i più seri, i santi sono stati riprodotti tenendo in considerazione il corretto abbigliamento non solo per periodo storico, ma anche per zona geografica, ad esempio per realizzare santa Lucia, abbiamo principalmente tenuto in considerazione non solo gli elementi sopra indicati, ma soprattutto il corpo della santa che riposa a Venezia, dissimile dall'immaginario collettivo che la vede alta, bionda con gli occhi azzurri (gli occhi raffigurati da noi nel piatto sono marroni, a ricordo di quelli terreni, mentre i nuovi azzurri divengono simbolo del veder più chiaramentedopo il martirio). Questa scelta sembrerebbe raccogliere un buon consenso, visto anche l'alto indice di gradimento della nostra africana santa Giulia dalla pelle scura.
- VITA DEL SANTO: il retro della cartolina reca il significato del nome, la ricorrenza del santo ed in particolare la sua vita, al fine di realizzare il nostro obiettivo catechetico.
- ICONOGRAFIA: è stata fatta la scelta, dove possibile, di raffigurare il santo con tutti i suoi precisi attributi iconografici, in modo che la nostra cartolina insegni al bambino (e non solo) a riconoscere il santo in qualunque dipinto. Sul retro della cartolina vengono ulteriormente indicati gli attributi iconografici.


Fonte: Museo diocesano di Brescia.