Riprendiamo da Reuters:
Gioco da Tavolo made in Italy su Death Note
MILANO (Reuters) - Dopo aver ispirato videogiochi, peluche, cartoni animati e live movie, la serie cult giapponese di fumetti "Death Note" diventa gioco da tavolo. E la realizzaxione è completamente "made in Italy".
"E' un thriller ben strutturato, creato per catturare i giocatori", sfidandoli a smascherare il serial killer che si nasconde tra loro, spiega l'ideatore del gioco, il ravennate Giacomo Santopiero, in un'intervista telefonica.
Il protagonista del fumetto divenuto un fenomeno planetario -- Warner Bros ha comprato i diritti per un'edizione cinematografica hollywoodiana, e in Italia la serie animata è trasmessa da Mtv -- è un brillante studente giapponese che riceve un potere soprannaturale per poter uccidere a distanza e comincia a eliminare i criminali di tutto il mondo.
Death Note, ha spiegato Santopiero, 24 anni, "tratta temi filosofici molto attuali, perché parla di cos'è il significato della giustizia, lasciando però al lettore un margine di giudizio". Sta al lettore infatti maturare una propria opinione sul protagonista: "giustiziere o assassino? Eroe o minaccia?".
"La passione per la storia è nata grazie ad un amico che mi ha consigliato lettura del fumetto", ha continuato l'autore del gioco. "All'inizio mi sembrava strano ... ma poi è stato un vero colpo di fulmine".
Il gioco di società, edito da Trofe editore (Torino) e in vendita in Italia dall'inizio di giugno nelle fumetterie e nei negozi specializzati, si basa su un'indagine in cui "i giocatori devono capire chi di loro sta interpretando il ruolo del serial killer". All'inizio della partita, ogni giocatore riceve una carta che comunica a ciascuno il proprio ruolo (poliziotto o assassino): chi viene sorteggiato 'giustiziere' dovrà "colpire in segreto le sue vittime designate senza farsi scoprire", spiega il comunicato che presenta "DeathNote ICG".
"Anche mio padre è sempre stato grande appassionato di giochi", ha detto a Reuters l'autore. "Quando avevo cinque o sei anni ha aperto un'associazione ludico-culturale per diramare la cultura del gioco di società in Italia. Sono rimasto affascinato da questo mondo ... perciò ho deciso di andare a lavorare per il gruppo La Ludoteca/E-nigma, dove abbiamo deciso di fare un'esperienza come creatori di giochi".
Gioco da Tavolo made in Italy su Death Note
MILANO (Reuters) - Dopo aver ispirato videogiochi, peluche, cartoni animati e live movie, la serie cult giapponese di fumetti "Death Note" diventa gioco da tavolo. E la realizzaxione è completamente "made in Italy".
"E' un thriller ben strutturato, creato per catturare i giocatori", sfidandoli a smascherare il serial killer che si nasconde tra loro, spiega l'ideatore del gioco, il ravennate Giacomo Santopiero, in un'intervista telefonica.
Il protagonista del fumetto divenuto un fenomeno planetario -- Warner Bros ha comprato i diritti per un'edizione cinematografica hollywoodiana, e in Italia la serie animata è trasmessa da Mtv -- è un brillante studente giapponese che riceve un potere soprannaturale per poter uccidere a distanza e comincia a eliminare i criminali di tutto il mondo.
Death Note, ha spiegato Santopiero, 24 anni, "tratta temi filosofici molto attuali, perché parla di cos'è il significato della giustizia, lasciando però al lettore un margine di giudizio". Sta al lettore infatti maturare una propria opinione sul protagonista: "giustiziere o assassino? Eroe o minaccia?".
"La passione per la storia è nata grazie ad un amico che mi ha consigliato lettura del fumetto", ha continuato l'autore del gioco. "All'inizio mi sembrava strano ... ma poi è stato un vero colpo di fulmine".
Il gioco di società, edito da Trofe editore (Torino) e in vendita in Italia dall'inizio di giugno nelle fumetterie e nei negozi specializzati, si basa su un'indagine in cui "i giocatori devono capire chi di loro sta interpretando il ruolo del serial killer". All'inizio della partita, ogni giocatore riceve una carta che comunica a ciascuno il proprio ruolo (poliziotto o assassino): chi viene sorteggiato 'giustiziere' dovrà "colpire in segreto le sue vittime designate senza farsi scoprire", spiega il comunicato che presenta "DeathNote ICG".
"Anche mio padre è sempre stato grande appassionato di giochi", ha detto a Reuters l'autore. "Quando avevo cinque o sei anni ha aperto un'associazione ludico-culturale per diramare la cultura del gioco di società in Italia. Sono rimasto affascinato da questo mondo ... perciò ho deciso di andare a lavorare per il gruppo La Ludoteca/E-nigma, dove abbiamo deciso di fare un'esperienza come creatori di giochi".
Ma sai non tutti hanno la fortuna di abitare a Milano Dove c’è sia lo star shop o il punto vendita Yamato, o a Roma e Napoli dove ci sono comunque gli star shop. Che ti devo dire tu sei fortunata. Ma non è che io ogni volta che mi voglio comprare un model kit da 50 euro per divertirmi un pomeriggio a montarlo, debba spenderne altri 300 per un volo per Milano per andarlo a prendere. Non capisco neanche il perché un appassionato si dovrebbe per forza rallegrare solo perché viene fatto un evento su una cosa che non gli interessa. Sarebbe come pretendere che a uno a cui piaccia andare al cinema gioisse perché fanno una maratona della corazzata Potëmkin. Sarà anche libero di dire “e chi se ne frega!”, così come sarà liberissimo di incavolarsi se gliela vanno a piazzare in tutti i cinema non permettendogli di vedere altri film che gli piacciono di più. Ovvio che poi se uno abita in una città dove c’è il multisala il problema neanche se lo pone. Spero di aver spiegato con questo esempio il mio punto di vista. Io non ce l’ho ne con il merchandising, ne con il gioco di carte di Death Note, ne con Death Note (che come ho già detto non trovo neanche tutto questo granché, ma questo è un parere personale), ma con il fatto che quando si fossilizzano su una cosa rendono asfittico l’ambiente. Per carità non è che biasimo del tutto i rivenditori, dopotutto è ovvio che puntino su qualcosa che sanno che vende molto, ma per l’amor del cielo lascino spazio anche ad altra roba e quindi a scelta per chi di Death Note (o chi come lui) non gliene frega nulla.
@ Kerolin: vero che la fatto per guadagnare qualcosa, però credo che un minimo di passione la abbia avuta..
Ormai i cosplayers o si vestono da personaggi di Naruto o da quelli di Death Note!
Non se ne può più di vedere Misa ed L in giro! Un pò di inventiva, gente!
Che poi mi spiegate qual è il vanto di andare a impersonare quella cretina di Misa! XD Se vi piacciono tanto i capelli biondi coi codini fate Sailor Moon!
[<b>Moderatore</b>: Di Lost+Brain ne avevamo già parlato tempo fa, <a href="http://www.animeclick.it/notizia.php?id=19171"><b>cliccate qui</b></a> per maggiori info e una gallery di tavole - Antonio.]
E dove li metti i cosplayer di Soul Eater (ma all'epoca anche Bleach) quando non era ancora uscito il manga?
Quando si stuferanno passeranno ad ammorbarci con qualcosa di peggio...
[<b>Moderatore</b>. Infatti - Antonio.]
I cosplayer di Bleach sono una minoranza, quindi non mi danno fastidio. Inoltre, invece, quelli di One Piece mi fanno piacere, perchè sento un impulso irrefrenabile di fotografarli! XD
Non basta l'anime?
Non basta il fumetto?
Non bastano i mille gadget?
Non bastano i film?
Dai non scherziamo, sarà pure un bel brand ma così mi diventa troppo commerciale XD
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