Pubblichiamo la segnalazione ricevuta direttamente per e-mail. Il testo, apparso anche sul blog di Rai 4, è una denuncia di Carlo Freccero degli intenti censori verso la rete da lui diretta, in vero una delle poche nuove proposte interessanti gratuite del digitale terrestre.
Il post si chiude con l’appello a sottoscrivere la lettera e inoltrarla al sito di La Repubblica o di scrivere a La Repubblica facendo riferimento a questo articolo, aggiungendo osservazioni e suggerimenti “se vuoi continuare a vedere le tue serie di culto, l’animazione giapponese e a partecipare coi tuoi suggerimenti all’identità di Rai 4”.

Il testo integrale della missiva:
“A pagina 36 di Repubblica del 19/09/2009 Giovanni Valentini nella sua rubrica “Il Sabato del Villaggio” invoca interventi censori nei confronti di Rai 4. Poche pagine più in là prosegue la raccolta di firme in calce all’appello dei giuristi per la libertà di stampa. Sono stato tra i primi ad aderire e firmare l’appello. Ma mi chiedo: “E’coerente invocare la libertà di stampa ed insieme la censura?”. E’ una censura che chiede di espellere dal servizio pubblico i nuovi telefilm e per estensione anime e fiction non tradizionali. Vuole “normalizzare” la rete imponendole lo stile e la programmazione delle reti generaliste. Possibile che ogni volta che c’è un tentativo di rinnovamento, i benpensanti decidano (fortunatamente sino ad oggi senza successo) di stroncarlo sul nascere? Spiace vedere che sia sempre la parte “progressista” la più conservatrice. Ci interroghiamo perchè i giovani votino a destra e votino Berlusconi. Oggi solo la destra detiene l’immaginario e lo spettacolo, perchè finanzia e produce tutti i prodotti di culto delle nuove generazioni. Non è ora di riflettere? La cultura di oggi, l’immaginario della nostra epoca, deve essere a disposizione di tutti, non solo delle televisioni a pagamento. Oggi la fiction è serie e anime, non biografie di santi e di eroi del passato. Lasciamo questi prodotti a chi non condivide l’immaginario contemporaneo globale. Il servizio pubblico deve comunicare e diffondere ciò che è vivo. Non può continuare ad impersonare solo l’archeologia della comunicazione. Se la sua missione è una missione culturale, bisogna ammettere che accanto alle reti generaliste che ripropongono la cultura di ieri, esistano reti nuove che diffondano la cultura di oggi. La televisione sta vivendo una fase di rinascita e sperimentazione, nei confronti di un cinema che stenta a trovare nuove identità. Oggi le serie si traducono in film e non viceversa. Oggi la fiction americana ricostruisce intrecci narrativi complessi, mentre il cinema, per attirare il grosso pubblico, ha spesso sceneggiature elementari. Siamo in molti a condividere il culto per le serie televisive, per l’animazione giapponese, per i videogiochi, per gli scambi di informazione e di contatti in rete, per la convergenza tra mezzi digitali diversi, per un ruolo attivo dello spettatore. Difendiamo la nostra identità, combattiamo l’immaginal divide.
Rai 4
Carlo Freccero
Se vuoi continuare a vedere le tue serie di culto, l’animazione giapponese e a partecipare coi tuoi suggerimenti all’identità di Rai 4, sottoscrivi questa lettera e inoltrala al sito di “La Repubblica” o scrivi a “La Repubblica” facendo riferimento a questo appello, aggiungendo le tue osservazioni e i tuoi suggerimenti”.

Questo l'articolo in oggetto pubblicato su La Repubblica del 19/09/2009 a pagina 36:
IL SABATO DEL VILLAGGIO
Giovanni Valentini.
LA TELEVISIONE SENZA QUALITÀ
LA VOCE della verità si accompagna a un rumore accessorio sospetto, ma gli interessati non vogliono sentirlo.
(da "L'uomo senza qualità" di Robert Musil - Einaudi, 1996 - pag. 343)
«Quattordici milioni e passa di euro, per pagare la sanzione comminata dall'Autorità sulle Comunicazioni per l'incompatibilità dell'ex direttore generale Alfredo Meocci, la Rai riesce a trovarli: ovviamente, a carico dei cittadini contribuenti e abbonati. Ad altri 50-60 milioni all'anno, per interrompere il contratto con Sky e non trasmettere più sulla sua piattaforma i canali satellitari, si può anche rinunciare: idem come sopra. Ma i soldi per introdurre il sistema di rilevazione "Qualitel", già previsto dal contratto di servizio con lo Stato per il triennio 2007-2009, l'azienda di viale Mazzini non vuole proprio tirarli fuori.
E così l'ultimatum lanciato dal presidente dell'Authority, Corrado Calabrò, nell'audizione del 15 luglio scorso davanti alla Commissione parlamentare di Vigilanza, con cui si assegnava alla Rai una proroga di sei mesi per "dare attuazione" al nuovo sistema di "rilevazione, monitoraggio e analisi della qualità" dei programmi entro la fine di agosto, è ormai scaduto. Perciò l'azienda pubblica verrà sottoposta adesso a un'indagine per inadempienza contrattuale, al termine della quale potrebbe essere condannata a pagare fino al 3% del suo fatturato, vale a dire una maxi-multa di circa cento milioni di euro.
Nel contratto di servizio in vigore, sottoscritto con l'ex ministro Paolo Gentiloni nel 2007 e in scadenza alla fine di quest'anno, la Rai s'era impegnata a introdurre il "Qualitel" a garanzia della sua offerta al pubblico, sempre più insoddisfatto e deluso: un antidoto insomma contro la "tv deficiente", volgare e violenta, orientata alla rincorsa dell'audience. Appena insediato in marzo al vertice dell'azienda, il presidente Paolo Garimberti si era subito preoccupato di verificare lo stato di attuazione del progetto. E infine, a metà luglio, era stato Calabrò - come già ricordato - a richiamare formalmente la tv di Stato al rispetto degli impegni assunti, indicando il termine ultimo di agosto.
In quell'occasione, il presidente dell'Authority riferì puntualmente dei problemi tecnici, burocratici ed economici eccepiti dalla Rai, secondo quanto comunicato dal vice-ministro, Paolo Romani. Ma poi aggiunse testualmente: «Tuttavia l'Autorità ha ritenuto che, nonostante le difficoltà segnalate, la messa in esercizio del nuovo sistema non potesse non intervenire nell'arco di vigenza dell'attuale contratto di servizio»: e cioè, appunto, entro il corrente anno. Lo stesso presidente Calabrò definì "irrinunciabile" l'impegno dell'azienda in questo campo: «Un servizio pubblico che non valorizzi la qualità - si legge nel testo dell'intervento - viene meno alla sua funzione».
Fatto sta che ora la Rai, trincerandosi dietro le difficoltà tecniche e i costi dell'operazione, propone un progetto alternativo in versione ridotta. Ma, a quanto si può capire dalle prime indiscrezioni, non sembra tale da soddisfare le attese del presidente Calabrò e soprattutto gli impegni assunti nel contratto di servizio. E così l'Authority, dopo averlo esaminato nella prima seduta dopo le ferie estive, lunedì 14 settembre, ha deciso di aprire un'istruttoria formale.
Un'altra pesante ipoteca si accende dunque sulla gestione dell'azienda radiotelevisiva, sotto la direzione generale di Mauro Masi. Qui, però, non si tratta più di polemiche politiche, di palinsesti o di talk-show più o meno compiacenti nei confronti del governo e del presidente del Consiglio. La faccenda del "Qualitel", al di là degli impegni contrattuali, attiene alla natura stessa della Rai, alla sua funzione e alla sua responsabilità: una tv pubblica senza qualità è destinata a perdere la propria legittimazione, la propria ragion d'essere.
Al povero telespettatore che paga il canone, può capitare intanto di sintonizzarsi intorno alle 19.30 su Rai 4, la "nuova" rete del servizio pubblico sul digitale terrestre e di imbattersi in un orripilante telefilm americano, intitolato Angel, a base di sesso e violenza, interpretato da personaggi che al momento di entrare in azione cambiano sembianze e si trasformano in vampiri. Sarà pure «una delle serie televisive fantastiche più amate dal pubblico mondiale degli anni Duemila», come recita trionfalmente una locandina pubblicitaria. Ma non ha proprio nulla a che fare con la missione del servizio pubblico. E non c'è neppure bisogno del "Qualitel" per impedire visioni del genere e per di più a quell'ora, nella fascia cosiddetta preserale, mentre i bambini hanno finito i compiti e le mamme stanno trafficando magari in cucina.».
([email protected])
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Il testo integrale della missiva:
“A pagina 36 di Repubblica del 19/09/2009 Giovanni Valentini nella sua rubrica “Il Sabato del Villaggio” invoca interventi censori nei confronti di Rai 4. Poche pagine più in là prosegue la raccolta di firme in calce all’appello dei giuristi per la libertà di stampa. Sono stato tra i primi ad aderire e firmare l’appello. Ma mi chiedo: “E’coerente invocare la libertà di stampa ed insieme la censura?”. E’ una censura che chiede di espellere dal servizio pubblico i nuovi telefilm e per estensione anime e fiction non tradizionali. Vuole “normalizzare” la rete imponendole lo stile e la programmazione delle reti generaliste. Possibile che ogni volta che c’è un tentativo di rinnovamento, i benpensanti decidano (fortunatamente sino ad oggi senza successo) di stroncarlo sul nascere? Spiace vedere che sia sempre la parte “progressista” la più conservatrice. Ci interroghiamo perchè i giovani votino a destra e votino Berlusconi. Oggi solo la destra detiene l’immaginario e lo spettacolo, perchè finanzia e produce tutti i prodotti di culto delle nuove generazioni. Non è ora di riflettere? La cultura di oggi, l’immaginario della nostra epoca, deve essere a disposizione di tutti, non solo delle televisioni a pagamento. Oggi la fiction è serie e anime, non biografie di santi e di eroi del passato. Lasciamo questi prodotti a chi non condivide l’immaginario contemporaneo globale. Il servizio pubblico deve comunicare e diffondere ciò che è vivo. Non può continuare ad impersonare solo l’archeologia della comunicazione. Se la sua missione è una missione culturale, bisogna ammettere che accanto alle reti generaliste che ripropongono la cultura di ieri, esistano reti nuove che diffondano la cultura di oggi. La televisione sta vivendo una fase di rinascita e sperimentazione, nei confronti di un cinema che stenta a trovare nuove identità. Oggi le serie si traducono in film e non viceversa. Oggi la fiction americana ricostruisce intrecci narrativi complessi, mentre il cinema, per attirare il grosso pubblico, ha spesso sceneggiature elementari. Siamo in molti a condividere il culto per le serie televisive, per l’animazione giapponese, per i videogiochi, per gli scambi di informazione e di contatti in rete, per la convergenza tra mezzi digitali diversi, per un ruolo attivo dello spettatore. Difendiamo la nostra identità, combattiamo l’immaginal divide.
Rai 4
Carlo Freccero
Se vuoi continuare a vedere le tue serie di culto, l’animazione giapponese e a partecipare coi tuoi suggerimenti all’identità di Rai 4, sottoscrivi questa lettera e inoltrala al sito di “La Repubblica” o scrivi a “La Repubblica” facendo riferimento a questo appello, aggiungendo le tue osservazioni e i tuoi suggerimenti”.

Questo l'articolo in oggetto pubblicato su La Repubblica del 19/09/2009 a pagina 36:
IL SABATO DEL VILLAGGIO
Giovanni Valentini.
LA TELEVISIONE SENZA QUALITÀ
LA VOCE della verità si accompagna a un rumore accessorio sospetto, ma gli interessati non vogliono sentirlo.
(da "L'uomo senza qualità" di Robert Musil - Einaudi, 1996 - pag. 343)
«Quattordici milioni e passa di euro, per pagare la sanzione comminata dall'Autorità sulle Comunicazioni per l'incompatibilità dell'ex direttore generale Alfredo Meocci, la Rai riesce a trovarli: ovviamente, a carico dei cittadini contribuenti e abbonati. Ad altri 50-60 milioni all'anno, per interrompere il contratto con Sky e non trasmettere più sulla sua piattaforma i canali satellitari, si può anche rinunciare: idem come sopra. Ma i soldi per introdurre il sistema di rilevazione "Qualitel", già previsto dal contratto di servizio con lo Stato per il triennio 2007-2009, l'azienda di viale Mazzini non vuole proprio tirarli fuori.
E così l'ultimatum lanciato dal presidente dell'Authority, Corrado Calabrò, nell'audizione del 15 luglio scorso davanti alla Commissione parlamentare di Vigilanza, con cui si assegnava alla Rai una proroga di sei mesi per "dare attuazione" al nuovo sistema di "rilevazione, monitoraggio e analisi della qualità" dei programmi entro la fine di agosto, è ormai scaduto. Perciò l'azienda pubblica verrà sottoposta adesso a un'indagine per inadempienza contrattuale, al termine della quale potrebbe essere condannata a pagare fino al 3% del suo fatturato, vale a dire una maxi-multa di circa cento milioni di euro.
Nel contratto di servizio in vigore, sottoscritto con l'ex ministro Paolo Gentiloni nel 2007 e in scadenza alla fine di quest'anno, la Rai s'era impegnata a introdurre il "Qualitel" a garanzia della sua offerta al pubblico, sempre più insoddisfatto e deluso: un antidoto insomma contro la "tv deficiente", volgare e violenta, orientata alla rincorsa dell'audience. Appena insediato in marzo al vertice dell'azienda, il presidente Paolo Garimberti si era subito preoccupato di verificare lo stato di attuazione del progetto. E infine, a metà luglio, era stato Calabrò - come già ricordato - a richiamare formalmente la tv di Stato al rispetto degli impegni assunti, indicando il termine ultimo di agosto.
In quell'occasione, il presidente dell'Authority riferì puntualmente dei problemi tecnici, burocratici ed economici eccepiti dalla Rai, secondo quanto comunicato dal vice-ministro, Paolo Romani. Ma poi aggiunse testualmente: «Tuttavia l'Autorità ha ritenuto che, nonostante le difficoltà segnalate, la messa in esercizio del nuovo sistema non potesse non intervenire nell'arco di vigenza dell'attuale contratto di servizio»: e cioè, appunto, entro il corrente anno. Lo stesso presidente Calabrò definì "irrinunciabile" l'impegno dell'azienda in questo campo: «Un servizio pubblico che non valorizzi la qualità - si legge nel testo dell'intervento - viene meno alla sua funzione».
Fatto sta che ora la Rai, trincerandosi dietro le difficoltà tecniche e i costi dell'operazione, propone un progetto alternativo in versione ridotta. Ma, a quanto si può capire dalle prime indiscrezioni, non sembra tale da soddisfare le attese del presidente Calabrò e soprattutto gli impegni assunti nel contratto di servizio. E così l'Authority, dopo averlo esaminato nella prima seduta dopo le ferie estive, lunedì 14 settembre, ha deciso di aprire un'istruttoria formale.
Un'altra pesante ipoteca si accende dunque sulla gestione dell'azienda radiotelevisiva, sotto la direzione generale di Mauro Masi. Qui, però, non si tratta più di polemiche politiche, di palinsesti o di talk-show più o meno compiacenti nei confronti del governo e del presidente del Consiglio. La faccenda del "Qualitel", al di là degli impegni contrattuali, attiene alla natura stessa della Rai, alla sua funzione e alla sua responsabilità: una tv pubblica senza qualità è destinata a perdere la propria legittimazione, la propria ragion d'essere.
Al povero telespettatore che paga il canone, può capitare intanto di sintonizzarsi intorno alle 19.30 su Rai 4, la "nuova" rete del servizio pubblico sul digitale terrestre e di imbattersi in un orripilante telefilm americano, intitolato Angel, a base di sesso e violenza, interpretato da personaggi che al momento di entrare in azione cambiano sembianze e si trasformano in vampiri. Sarà pure «una delle serie televisive fantastiche più amate dal pubblico mondiale degli anni Duemila», come recita trionfalmente una locandina pubblicitaria. Ma non ha proprio nulla a che fare con la missione del servizio pubblico. E non c'è neppure bisogno del "Qualitel" per impedire visioni del genere e per di più a quell'ora, nella fascia cosiddetta preserale, mentre i bambini hanno finito i compiti e le mamme stanno trafficando magari in cucina.».
([email protected])
@Kuro Ookami: se nei tuoi post puoi aggiungere che i francesi sono arroganti,i neri ce l'hanno grande e che i meridionali rubano,cosi' potrai concorrere per il Guinness alla voce "post con piu' luoghi comuni".Scrivere fesserie come quella che vuole i Simpsons diseducativi ti mette sullo stesso piano dei benpensanti che tanto dici di odiare.
Ma come al solito qui si e' convinti che mentre il Giappone vada difeso a prescindere,sugli americani sia lecito scrivere i piu' beceri luoghi comuni senza avere il buonsenso di metterli in discussione.
@Kuro,se per te "educativo" vuol dire "morale per bambini" posso tranquillamente risparmiarmi la fatica di una spiegazione.Se parti da questo assunto sbagli da principio.Tu credi pure alla favoletta di essere vissuto in un'era felicissimissima in cui tutti i bambini erano stinchi di santo e che tutti gli adolescenti di oggi siano dei decerebrati se ti piace,ma intanto i tuoi interventi non sfigurerebbero se pronunciati da un iscritto al MOIGE...
Ah,un'ultima cosetta:io guardai la prima serie dei Simpsons quando fu trasmessa per la prima volta,non avrei dovuto avere nemmeno dieci anni.Eppure non ho messo le mani addosso su nessuno,si vede che i malvagi imperialisti americani non avevano ancora messo a punto i messaggi subliminali.
Si trascende pesantemente da un presupposto, ovvero che l'Italiano medio Non e' intelligente per motivi fisiologici, e una classe della cultura italiana e' ottusa per scelta; non vorrei sembrare offensivo, ma la situazione economica del nostro paese lo testimonia. Prendendo per buono questo assunto, il signor Valentini ( appartenente ad una o l'altra categoria,a sua preferenza ) scrive un articolo maldestro, ben consapevole mi auguro, che non ci sarà nessun'analisi particolare ma i beoti leggeranno parola per parola.
La voluta ambiguità del significato, che anche in questo forum sta dividendo l'utenza, e' dopotutto marginale. Il giornalista non informa ma fa disinformazione, scatena l'attivazione dei malati sistemi del nostro paese, contribuisce ad una campagna mediatica molto in voga, ovvero spalare ( non e' un termine errato ) fine a se stesso.
Praticamente scrive un oscenità, potrà avere anche 40 anni di carriera ma se il sunto e' questo ..
Cercano in tutti i modi di controllare la televisione, di dare scemenze e stupidità solamente per controllare la massa, per renderla stupida e incapace di pensare.
Stanno togliendo tutta la cultura, e la stanno sostituendo a programmi di merda che rovinano solo la mente agli adolescenti e ai genitori.
Ieri ho girato 5 minuti su Uomini e Donne, e discutevano per ore su come un ragazzo doveva avere le ciglia. Se non le aveva come piacevano a loro, era da scartare. Dopo di che mi è venuta la nausea ed ho rischiato di vomitare il pranzo.
In altri programmi si preferisce mettere la telecamera fissa sulle tette giganti (e rifatte) di una demente uscita da poco dal Grande Fratello, che non sa fare nulla (nemmeno ballare) ma solo muovere quelle sue cose.
Ne avrei di schifezze simili da elencare, ma vi dico solo una cosa: io mi sento veramente male a pensare che questa gente possa farci vedere quello che vuole solo per instupidire la massa, e sto ancora più male a sapere che i ragazzi della mia età sono come drogati da tutto questo, che le ragazze che conosco (non tutte) guardano Uomini e Donne e reality inutili.
Non dico che la televisione deve essere per forza cultura, certo, ci vuole anche il divertimento, ma non come questo. Non posso accettare che appena una canale serio nasce (e fa anche molti ascolti) lo degradano con multe solo perchè fanno vedere qualcosa di veramente serio.
E mi fa ancora più schifo che si usino le scuse dei poveri bambini indifesi che rimangono malati a vita... ebbene, io da piccolo guardavo gli anime, ho guardato Terminator un sacco di volte, ho visto un sacco di film sulla seconda guerra mondiale (certo, non troppo violenti), giocavo con i videogiochi... eppure non sono cresciuto malato. Non voglio uccidere la gente... non spaccio droga e non mi comporto come fanno i ragazzini di oggi, che a 10 anni pensano già a fumare e a "spaccare le ossa" (citazione sentita da un ragazzino) a quelli che gli stanno antipatici...
Mi sono veramente rotto di tutto questo.
Propongo invece di mandare mail di apprezzamento a "Rai 4" un volta iniziata la trasmissione di Code Geass e TTGL , ovviamente se già vi piace quel che "Rai4" trasmette potete mandarne gia adesso
;)
PS: non date per scontato che tutti sappiano gia avvenimenti e trame di CC e TTGL evitate di fare spoilers!!
XD!!!
@Kuro,se per te "educativo" vuol dire "morale per bambini" posso tranquillamente risparmiarmi la fatica di una spiegazione.Se parti da questo assunto sbagli da principio.Tu credi pure alla favoletta di essere vissuto in un'era felicissimissima in cui tutti i bambini erano stinchi di santo e che tutti gli adolescenti di oggi siano dei decerebrati se ti piace,ma intanto i tuoi interventi non sfigurerebbero se pronunciati da un iscritto al MOIGE...
Ah,un'ultima cosetta:io guardai la prima serie dei Simpsons quando fu trasmessa per la prima volta,non avrei dovuto avere nemmeno dieci anni.Eppure non ho messo le mani addosso su nessuno,si vede che i malvagi porci imperialisti americani non avevano ancora messo a punto i messaggi subliminali.
trattandosi di rai(come mediaset del resto) il condizionale è d'obbligo
è sparito!
Poi senza stare a scomodare TG, e Falsality e Talk sho!(vattene via
-in uno di una nota compagnia telefonica alla fine 2 ragazzi si slinguazzano per bene
-un altro di una catena di elettrodomestici un adulto saltava FUORI dalla finestra dal tipo 3°piano , e atterrava illeso, perche non poteva perdersi i prezzi bassi
@Sharky:Ho il DTT integrato nel TV e col cavolo che piglio rai4
:(
meno male che c'è in streaming
@Kurookami: basta guardare scene di grattacheccha e fichetto che non hanno nulla da invidiare ai sanguinari "Happy Tree Friends"(bellissimi !!!)
Se dovesse essere bollato i Simpsons lo metterei bollino giallo ovvero da "vedere se in compagnia di un adulto"
Inizialmente I SImpson avevano il bollino giallo e i genitori non lo facevano vedere ai figli per quel motivo (dicendo "non sono cartoni"), poi forse la FOX avrà pagato profumatamente e ora eccolo amato da tutti...
Ci ripensano per motivi???? Assurdi per usare un'eufemismo??
O é solo una trovata Pubblicitaria... per fare Odiens??
Dai ragazzi, qui stiamo leggendo solo quello che vogliamo leggere. L'articolo parla solo di Qualitel e fa come esempio la nuova nata della Rai,appunto perchè essendo nuova dovrebbe dare il buon esempio. Concordo con il discorso del giornalista su sto fatto, perchè se mi fa schifo un reality o uno show in generale sono ben contento di dire a mamma rai che ha tirato fuori un programma orrendo che per i miei gusti non dovrebbe essere neanche trasmesso.
Diciamo che il giornalista non sà scrivere, avrebbe potuto scriverlo ben meglio sto benedetto articolo.
Anche se ha toppato, un pò lo posso capire Freccero, l'unico che cerca di trasmettere i prodotti internazionali nella loro interezza e integrità, senza essere corrotto da censura o altro. L'unico che cerca di restare al passo coi tempi che corrono scoprendo le varie novità per non restare nella squallida televisione terrestre che ci troviamo. La sua sfuriata penso solo che sia stata non per questo articolo in se ma per tutte quelle persone che cercano di standardizzare quello che lui vuole trasmette in libertà, nel nostro caso gli anime senza censure.
<a href="http://www.youtube.com/v/KloVGx4ov3c&hl=it&fs=1&">Sugo - Il "TG Satirico" di Tai 4</a>
per puro e semplice motivo che sono valide va ad attaccare Angel...che culturalmente proprio non gli va a genio...Se vedesse Ultimate Helssing che direbbe?
Ah e questo è da vedere..il micidiale <a href=http://www.youtube.com/v/cl5Yavqnbyw&hl=it&fs=1&">Marco Marfè</a>...
Very Cult..costruito a tavolino.
Praticamente facendo zapping a quell'ora quando capito su italia1 mi becco sempre due ragazzi che si sbaciucchiano a letto ed effusioni varie...
Gossip Girl è passato in prima serata ed è stato declassato in seconda nel giro di due giorni per gli ascolti disastrosi (me lo ricordo ancora, aveva fatto tipo il 6% o qualcosa del genere). Poi non so come è andato in seconda, ma se l'hanno spostato nel pomeriggio un motivo ci sarà.
Il disastro è che in televisione comanda il Dio Auditel, che è capace di arrivare laddove non arrivano nemmeno i vari Moige, Aiart e compagnia bella. Quello che penso io è che l'unica cosa che può mettere seriamente a rischio gli anime di Rai 4 sono eventuali ascolti disastrosi. Altro che Repubblica o Giovanni Valentini. Possono anche scrivere pagine e pagine di critiche e lamentele, ma se gli ascolti funzionano non li toglieranno mai. Vicevera qualora gli ascolti fossero sotto le aspettative potrebbero anche spostarli (spero non eliminarli) senza il bisogno dell'intervento del Moige & Co.
"P. S. - Dobbiamo una risposta al direttore di Rai 4, Carlo Freccero, che ha ribattuto con un proclama sul blog della sua rete alle riserve espresse su Angel, il serial americano di genere horror e fantasy. Tranquillizziamo lui e i suoi fans: nessuna censura, solo la richiesta di applicare semmai il Codice di autoregolamentazione dei minori in tv. Continuiamo a ritenere comunque che un prodotto del genere non sia adatto al servizio pubblico e soprattutto che non sia opportuno trasmetterlo nella fascia pomeridiana. Questo però non ha niente a che fare con il diritto all'informazione ed è tanto pretestuoso quanto vergognoso accostare un episodio del genere alla campagna in corso per difendere la libertà di stampa."
Meno male che c'è Valentini a decidere quali programmi siano o meno 'adatti al servizio pubblico', ora sì che siamo tutti più tranquilli.
Voi che dite... per l'esimio editorialista di Repubblica gli anime saranno adatti al servizio pubblico?!
In secondo luogo, che siano o no gli anime " coerenti " rispetto al modello educativo ( quale? ) progettato dalla televisione di stato e non (ovvero? ), e' Allucinante vedere giornalisti che mettono in discussione le moralità dei telefilm e dei cartoni animati; questo mentre i loro rappresentanti nel mondo diffondono la cultura piu' Amorale del sesso per interessi, del potere fine a se stesso, della corruzione, del meno peggio.
Ma l'Italia e' un paese veramente alla frutta, assurdo.
PS il mio e' un discorso apolitico; tranne rare eccezioni oggettivamente nessuna figura istituzionale, culturale e religiosa, ha il diritto di mettere in discussione il tema dell'etica, in tv e non
Il reality "L'isola dei famosi" di pomeriggio?
Ma mi faccia il piacere come diceva Totò in un film...
bhe, nel fatto di Angel, sebbene non l'ho mai visto, e sinceramente non me ne frega tanto, lo trovo di un ingiusto solo perchè i bambini lo guardano, c'è anche altre persone che guardano la TV (ne dubito, però c'è ancora gente) adulte, che preferirebbe guardare programmi sensati, non i Teletubbies fino a 40 anni...
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