Akemi Takada, la grande illustratrice e indimenticabile character designer degli anime di Patlabor, Kimagure Orange Road, Maison Ikkoku, Lamù, Creamy, e tante altre magical girl degli anni 80, torna all’animazione con un importante quanto misterioso progetto d’animazione annunciato lo scorso anno all’Anime Expo di Los Angeles e riproposto la scorsa estate alla fiera del Japan Expo a Parigi.

Il sito francese di MATA-web riporta un lunga intervista all’autrice che accenna anche al suo nuovo lavoro. L’abbiamo tradotta per voi:


Signora Takada come è stato il suo debutto in Tatsunoko?

Quando frequentavo l’Università di Belle Arti di Tama ho praticato diversi stage alla Tatsunoko Production. Amavo i personaggi di Gatchaman e il suo eroe, Ken. Mi sono fatta assumere veramente senza conoscere nessuno.

Come mai è diventata character designer senza prima passare per l’animazione?

L'esame d’accesso che superai alla Tatsunoko era proprio per un posto di character designer, e quindi sono stata assegnata direttamente a quella posizione.

Yoshitaka Amano ha avuto un percorso simile al suo, iniziando la sua carriera come character designer sempre alla Tatsunoko e diventando poi un artista indipendente. E’ una coincidenza?

Amano non ha iniziato come character designer, c'è stato un periodo in cui ha dovuto svolgere il lavoro di animatore. In Tatsunoko esiste il precedente del suo fondatore, il signor Tatsuo Yoshida, che diversamente da quanto accade negli altri studi, non era un animatore ma un mangaka. Questo per spiegare che per arrivare al ruolo di character designer non è necessario essere stati prima degli animatori.

Le voci che la volevano animatrice dietro lo pseudonimo di “AKEMI” sono dunque false?

Si, sono voci false. Questa storia è indicata sulla Wikipedia nipponica. Ho chiesto che fosse rimossa, ma l'informazione è stata riproposta... E' strano, perché le informazioni che mi riguardano sulla Wikipedia giapponese spesso sono incomplete e sbagliate, mentre quelle della versione inglese e francese sono molto più ricche e precise...

Lei ha sempre affermato che il personaggio di Creamy è il suo preferito fra tutti quelli a cui ha lavorato. Cosa rappresenta per lei e quali idee la hanno guidata alla sua creazione?

Prima che finissi il liceo leggevo unicamente shonen manga. Non amavo gli shojo perché non trovavo titoli che rispondessero alle mie attese, pertanto decisi di creare da me il personaggio di una principessa che non fosse troppo insopportabile nei suoi comportamenti.
Mia madre amava molto il teatro Takarazuka, mio padre era una persona affascinata dal divino, se vogliamo Creamy è un po’ un'eredità dei miei genitori.



Akemi Takada Creamy


Come è entrata a far parte del gruppo HEADGEAR?

Ne facevo parte fin dall'inizio. La HEADGEAR, in effetti, è nata dalle discussioni di un gruppo di amici, tutti autori. Da questi veri e propri brainstorming alle terme, nei ristoranti, nei nostri incontri, sono nate le idee alla base del gruppo, le sue opere.
Il nome del gruppo è mio. Ne era stato proposto un altro, inizialmente, ma era così brutto... Non volevo che il mio nome fosse associato a uno così brutto. Così ho proposto HEADGEAR, che in inglese significa casco da pilota, in quanto eravamo in cinque a capo del gruppo
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Come si svolgeva la collaborazione con Masami Yuki alla creazione dei personaggi?

In genere avevo carta bianca sulla scelta dei colori, e probabilmente se così non fosse stato Noa Izumi non avrebbe avuto gli occhi azzurri e sicuramente avrebbe avuto caratteri più giapponesi, come doveva essere in origine. Il signor Masami aveva svolto un grande lavoro di ricerca per la creazione dei personaggi mentre io realizzavo i disegni finali per l'animazione. Delle illustrazioni per i manifesti pubblicitari invece se ne era occupato totalmente il signor Masami, è per questo che talvolta si evidenziano due diversi stili.

Ha partecipato ad altri aspetti della creazione nel progetto Patlabor?

Tutti nel gruppo erano professionisti nel loro campo e ognuno aveva un ruolo specifico, per cui a parte il character design non ho avuto molto da fare. Ma c'è stato il packaging da realizzare e quindi ho potuto continuare a produrre molto materiale per le illustrazioni che riguardavano il progetto.


Akemi Takada Patlabor


E’ rimasta in contatto con qualche membro del team?

No, purtroppo, con nessuno e me ne dispiace. Siamo tutti troppo impegnati, troppo presi dai nostri troppi progetti. E' difficile trovare il tempo di vedersi, anche su Internet. Qualche volta ci incontriamo, come i fratelli che crescendo finiscono per separarsi.

Ha partecipato alle serie di Creamy, Evelyn e la magia di un sogno d'amore e Fancy Lala, ma non a quelle di Magica Emi e Sandy dai mille colori. Come mai? Volontà dello Studio Pierrot di cambiare character design o eravate occupata in altri lavori?

In realtà io non ho collaborato a Evelyn, è un errore. Poiché le serie a cui avevo partecipato ottennero tutte un buon successo, all'epoca si temette che mi fossilizzassi su quello stile. Non è stata la volontà di Studio Pierrot di un cambio stilistico, piuttosto era stato un consiglio ad una mia domanda di cambiare direzione. Oggi so che potrei riprendere quelle opere senza tanti problemi. Lo Studio si è preso molta cura di me e delle mie opere, soprattutto di Creamy.

Durante la conferenza pubblica del Japan Expo ha annunciato un nuovo progetto d’animazione per un pubblico di ragazze. Si tratta del suo ritorno all'animazione dopo ben dieci anni dall’ultima sua opera, Fancy Lala. Perché questa lunga pausa?

Negli ultimi dieci anni gli shoujo hanno preso una direzione poco adatta al mio stile e pertanto non ho avuto proposte di lavoro nel campo dell’animazione. Ma io sapevo che prima o poi avrebbero nuovamente avuto bisogno di me e del mio disegno. E quel momento è arrivato.

Sarà nuovamente un majokko? Con quale studio collaborerà?

E’ un progetto top secret per un produttore col quale ho lavorato a lungo. Ultimamente ci incontriamo per discuterne due volte al mese.

Lei ha avuto una grande influenza sul genere majokko, ma cosa pensa delle serie attuali?

Penso che battersi per una missione sia nobile, ma la magia di una magical girl, di una ragazza magica, non si limita a questo.

Come mai l’idea di creare le vostre linee di gioielli?

E’ stata una piccola rivelazione. Sei anni fa, leggendo una rivista specializza, c’era un servizio su una esposizione dimostrativa sulla creazione di gioielli. E’ stato allora che il mio desiderio di creare dei gioielli si è manifestato. Inizialmente ho provato con l'argento, che però è difficile da lavorare. Mi sono pertanto iscritta al Jewelry College, che frequento tuttora, per imparare. Il mio professore è un gioiellerie di Osaka ed è molto soddisfatto di come lavoro, dice che potrei essere una professionista.


Akemi Takada Gioielli


Perché due linee differenti di gioielli? Cosa rappresentano?

Due linee diverse servono a marcare le differenze fra i gioielli unisex e quelli dallo stile angelico vicino a quello di Creamy. Inoltre voglio mostrare che anche se si tratta di lavori diversi formano tra loro un tutt’uno.

Ha affermato che il suo desiderio di diventare mangaka è nato nell'infanzia, con la serie Princess Collection. Pensa di esserci riuscita?

In parte penso di sì, ma realizzare una storia da zero non è il mio forte... mi peserebbe fare un manga tutto da sola, poi non avrei il tempo per il resto...

Durante questi dieci anni in cui non ha lavorato nell'animazione animazione, cosa ha fatto?

In verità non ho avuto molto tempo libero. Ho lavorato come illustratrice e character designer nel mondo dei videogiochi, ho realizzato e organizzato mostre ed esposizioni... e poi, anche se non ricevevo incarichi, il mio desiderio di creazione mi portava ugualmente del lavoro.
In ogni caso il cambiamento del formato video, dal Vhs al Laser Disk, e dal LD al DVD, dal DVD al Blu-ray, finiva per portarmi un sacco di lavoro nell'illustrazione. Dovevo rifare le copertine e mi richiedevano regolarmente delle nuove illustrazioni. Era alquanto difficile. Dunque anche se indirettamente ho continuato a lavorare per il mondo dell’animazione occupandomi di cover, packaging ed altro.


Alcuni manga di cui avete creato il character design per la trasposizione animata, come Maison Ikkoku, Lamù, Orange Road o Patlabor, sono stati ripubblicati avendo in copertina illustrazioni più vicine al suo stile che a quello dell’autore/autrice originale. Cosa ne pensa?

E’ una questione complessa. Il mio tratto è maggiormente riconoscibile per le versioni animate. Questo permette al pubblico di riconoscere il titolo più facilmente.

Lei è già stata ospite ad una manifestazione francese, Cartoonist, undici anni fa circa. Quale legame sente con il pubblico francese? Avverte un’evoluzione in questo rapporto?

Dieci anni fa ho incontrato un numero enorme di fan di Madoka [Sabrina in È quasi magia Johnny]. Quest'anno c'erano anche tantissimi fan di Creamy, direi metà e metà. Mi ha fatto molto piacere.
Molti fan sono venuti per chiedere dediche su libri. Molti hanno voluto i miei disegni. Le ragazze preferivano Creamy, i ragazzi Madoka, ma non credo che il loro successo sia unicamente merito dei miei disegni. E’ grazie alle loro storie.


Lei ha un account Pivix4 dove esporre le sue opere? Le capita di ridisegnare i personaggi che ama?

Sì, ne ho uno ma in effetti non ci inserisco nulla. Mi manca anche il tempo per navigarci. Prima di venire qui in Francia al Japan Expo ho lavorato tantissimo per prepararmi al Comiket. Sebbene rimanga un po’ a Parigi dopo la convention, devo continuare a lavorare.

Ha visitato dei musei francesi?

Ho visitato parecchi luoghi. Scopritelo sul mio blog.