Correva l'autunno del 1989 quando quattro amici appassionati di fumetto e animazione internazionale decisero di verificare se in Italia esistessero altri fan di animazione (nello specifico) giapponese, un settore che aveva goduto tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta di grande successo televisivo.
Quei quattro erano Andrea Baricordi, Massimiliano De Giovanni, Andrea Pietroni e Barbara Rossi (che sarebbero stati conosciuti in seguito come i 'Kappa boys'), e già negli anni precedenti avevano dato vita ad alcune fanzine in fotocopia come "Cartoni", "Anime Fubun" e poi "Anime", in cui si cercava di fare chiarezza sui personaggi dell'immaginario giapponese che da anni imperversavano – fra mille controversie - sui teleschermi italiani. E lo facevano con mezzi davvero avveniristici: la redazione era una minuscola cantina-sottoscala, i testi venivano battuti a macchina da scrivere, le immagini e i testi (rigorosamente fotocopiati) ritagliati e incollati a mano e con la colla Pritt sugli impaginati. Ma il risultato era più che dignitoso. Successivamente, la conoscenza con Antonio "Nathan Never" Serra e Federico "Jonathan Steele" Memola (entrambi appassionati di animazione nipponica) permise ai quattro l'accesso a un avveniristico MacIntosh Classic che poteva sfornare testi impaginati professionalmente, nonchè un supporto logistico che ebbe sede per qualche tempo nientemeno che all'interno della redazione di Sergio Bonelli Editore / Dime Press (a cui siamo legati anche in veste di storici lettori, e che ringraziamo tutt'ora sentitamente).
Fu però solo nel 1989, appunto, che i quattro decisero di fare il grande salto: realizzare una pro-zine intitolata MaNgazine (sponsorizzata dalla Hobby Fumetto di Tiziano Capelli) che imperversò all'improvviso per tutta Italia nelle pochissime fumetterie allora esistenti, e che attirò l'attenzione del pubblico fino a quel momento privo di punti di riferimento, anche grazie all'impegno dei primi due distributori di fumetto in Italia, i mitici Alessandro Distribuzioni (di Alessandro Pastore) e La Borsa del Fumetto (di Nessim Vaturi). Successivamente, l'incontro con Luigi Bernardi, Roberto Ghiddi e Luca Boschi della storica Granata Press portò MaNgazine a diventare la prima rivista di fumetto e animazione giapponese in edicola, proponendo inoltre manga originali. Da lì nacque il primo fenomeno-manga, quando gli anni Novanta avevano ancora un piede negli Ottanta, e l'avventura del manga in Italia ebbe definitivamente il suo "via". I quattro Kappa boys (che all'epoca si facevano ancora chiamare "Staff di Mangazine"). Successivamente i Kappa si occuparono di scrivere Anime, la prima guida al cinema d'animazione giapponese (in un periodo in cui la parola internet era inesistente), e poi a importare il fumetto giapponese 'fisicamente' attraverso Alessandro Distribuzioni e a presentarlo sulla rivista "AD Anteprima" (oggi semplicemente "Anteprima", e poi con Star Comics portando in Italia sia personaggi noti, sia sconosciuti (ma che divennero noti in breve), con Kappa Magazine e decine di altri albi, e poi creando la propria casa editrice Kappa Edizioni, con cui si occuparono e si occupano tutt'ora di fumetto, saggistica e narrativa internazionale, e poi con la nuova linea manga di GP Publishing, più una marea di altre iniziative di ogni genere, fra cui le Kappa Konvention dove finalmente era possibile vedere la buona animazione nipponica tutti insieme, lo sviluppo del progetto W.I.T.C.H. per la Disney Italia, la creazione di una serie di Lupin III tutta realizzata in Italia, il lancio di nuovi autori italiani (e giapponesi) nella linea Mondo Naif (e oggi anche Nuovi Naif), la pubblicazione di narrativa correlata all'immaginario animato nella collana Mangazine o di manualistica per lo studio della lingua giapponese, il lancio di canali satellitari come DeaKids, lo sviluppo di serie animate, la stretta collaborazione pluriennale con aziende giapponesi, e talmente tante altre cose che è davvero impossibile ricordarle tutte.
La storia è lunga vent'anni, e i Kappa boys (nomignolo adottato per richiamare la "K" iniziale di Kodansha, primo editore giapponese di riferimento a cui i quattro sono legati da un rapporto di vera e propria amicizia, e in omaggio al kappa, creatura del folklore popolaere nipponico) sono ancora qui, magari un po' meno 'boys' per via del tempo che passa, ma sempre più appassionati ed entusiasti.
Vi rendiamo dunque partecipi di questo festeggiamento che abbiamo pressoché tenuto segreto anche durante Lucca Comics 2009, probabilmente perché si tratta solo di un piccolo evento nell'enorme mole di eventi del 2009, ma ci tenevamo a farvelo sapere.
Se volete festeggiare con noi, preparatevi un bicchierino di sake caldo (o un bel bicchierone di birra rigorosamente giapponese) recuperate uno qualsiasi dei manga dell'Epoca d'Oro, brindate e leggete alla nostra salute. Noi faremo altrettanto.
E, magari, ci prepariamo a invitarvi presto a una nuova Kappa Konvention, per rivederci tutti insieme e divertirci come una volta.
Kanpaaaaaaai!



…e infine giunsero gli stegosauri