Correva l'autunno del 1989 quando quattro amici appassionati di fumetto e animazione internazionale decisero di verificare se in Italia esistessero altri fan di animazione (nello specifico) giapponese, un settore che aveva goduto tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta di grande successo televisivo.
Quei quattro erano Andrea Baricordi, Massimiliano De Giovanni, Andrea Pietroni e Barbara Rossi (che sarebbero stati conosciuti in seguito come i 'Kappa boys'), e già negli anni precedenti avevano dato vita ad alcune fanzine in fotocopia come "Cartoni", "Anime Fubun" e poi "Anime", in cui si cercava di fare chiarezza sui personaggi dell'immaginario giapponese che da anni imperversavano – fra mille controversie - sui teleschermi italiani. E lo facevano con mezzi davvero avveniristici: la redazione era una minuscola cantina-sottoscala, i testi venivano battuti a macchina da scrivere, le immagini e i testi (rigorosamente fotocopiati) ritagliati e incollati a mano e con la colla Pritt sugli impaginati. Ma il risultato era più che dignitoso. Successivamente, la conoscenza con Antonio "Nathan Never" Serra e Federico "Jonathan Steele" Memola (entrambi appassionati di animazione nipponica) permise ai quattro l'accesso a un avveniristico MacIntosh Classic che poteva sfornare testi impaginati professionalmente, nonchè un supporto logistico che ebbe sede per qualche tempo nientemeno che all'interno della redazione di Sergio Bonelli Editore / Dime Press (a cui siamo legati anche in veste di storici lettori, e che ringraziamo tutt'ora sentitamente).
Fu però solo nel 1989, appunto, che i quattro decisero di fare il grande salto: realizzare una pro-zine intitolata MaNgazine (sponsorizzata dalla Hobby Fumetto di Tiziano Capelli) che imperversò all'improvviso per tutta Italia nelle pochissime fumetterie allora esistenti, e che attirò l'attenzione del pubblico fino a quel momento privo di punti di riferimento, anche grazie all'impegno dei primi due distributori di fumetto in Italia, i mitici Alessandro Distribuzioni (di Alessandro Pastore) e La Borsa del Fumetto (di Nessim Vaturi). Successivamente, l'incontro con Luigi Bernardi, Roberto Ghiddi e Luca Boschi della storica Granata Press portò MaNgazine a diventare la prima rivista di fumetto e animazione giapponese in edicola, proponendo inoltre manga originali. Da lì nacque il primo fenomeno-manga, quando gli anni Novanta avevano ancora un piede negli Ottanta, e l'avventura del manga in Italia ebbe definitivamente il suo "via". I quattro Kappa boys (che all'epoca si facevano ancora chiamare "Staff di Mangazine"). Successivamente i Kappa si occuparono di scrivere Anime, la prima guida al cinema d'animazione giapponese (in un periodo in cui la parola internet era inesistente), e poi a importare il fumetto giapponese 'fisicamente' attraverso Alessandro Distribuzioni e a presentarlo sulla rivista "AD Anteprima" (oggi semplicemente "Anteprima", e poi con Star Comics portando in Italia sia personaggi noti, sia sconosciuti (ma che divennero noti in breve), con Kappa Magazine e decine di altri albi, e poi creando la propria casa editrice Kappa Edizioni, con cui si occuparono e si occupano tutt'ora di fumetto, saggistica e narrativa internazionale, e poi con la nuova linea manga di GP Publishing, più una marea di altre iniziative di ogni genere, fra cui le Kappa Konvention dove finalmente era possibile vedere la buona animazione nipponica tutti insieme, lo sviluppo del progetto W.I.T.C.H. per la Disney Italia, la creazione di una serie di Lupin III tutta realizzata in Italia, il lancio di nuovi autori italiani (e giapponesi) nella linea Mondo Naif (e oggi anche Nuovi Naif), la pubblicazione di narrativa correlata all'immaginario animato nella collana Mangazine o di manualistica per lo studio della lingua giapponese, il lancio di canali satellitari come DeaKids, lo sviluppo di serie animate, la stretta collaborazione pluriennale con aziende giapponesi, e talmente tante altre cose che è davvero impossibile ricordarle tutte.
La storia è lunga vent'anni, e i Kappa boys (nomignolo adottato per richiamare la "K" iniziale di Kodansha, primo editore giapponese di riferimento a cui i quattro sono legati da un rapporto di vera e propria amicizia, e in omaggio al kappa, creatura del folklore popolaere nipponico) sono ancora qui, magari un po' meno 'boys' per via del tempo che passa, ma sempre più appassionati ed entusiasti.
Vi rendiamo dunque partecipi di questo festeggiamento che abbiamo pressoché tenuto segreto anche durante Lucca Comics 2009, probabilmente perché si tratta solo di un piccolo evento nell'enorme mole di eventi del 2009, ma ci tenevamo a farvelo sapere.
Se volete festeggiare con noi, preparatevi un bicchierino di sake caldo (o un bel bicchierone di birra rigorosamente giapponese) recuperate uno qualsiasi dei manga dell'Epoca d'Oro, brindate e leggete alla nostra salute. Noi faremo altrettanto.
E, magari, ci prepariamo a invitarvi presto a una nuova Kappa Konvention, per rivederci tutti insieme e divertirci come una volta.
Kanpaaaaaaai!
…e infine giunsero gli stegosauri
Quei quattro erano Andrea Baricordi, Massimiliano De Giovanni, Andrea Pietroni e Barbara Rossi (che sarebbero stati conosciuti in seguito come i 'Kappa boys'), e già negli anni precedenti avevano dato vita ad alcune fanzine in fotocopia come "Cartoni", "Anime Fubun" e poi "Anime", in cui si cercava di fare chiarezza sui personaggi dell'immaginario giapponese che da anni imperversavano – fra mille controversie - sui teleschermi italiani. E lo facevano con mezzi davvero avveniristici: la redazione era una minuscola cantina-sottoscala, i testi venivano battuti a macchina da scrivere, le immagini e i testi (rigorosamente fotocopiati) ritagliati e incollati a mano e con la colla Pritt sugli impaginati. Ma il risultato era più che dignitoso. Successivamente, la conoscenza con Antonio "Nathan Never" Serra e Federico "Jonathan Steele" Memola (entrambi appassionati di animazione nipponica) permise ai quattro l'accesso a un avveniristico MacIntosh Classic che poteva sfornare testi impaginati professionalmente, nonchè un supporto logistico che ebbe sede per qualche tempo nientemeno che all'interno della redazione di Sergio Bonelli Editore / Dime Press (a cui siamo legati anche in veste di storici lettori, e che ringraziamo tutt'ora sentitamente).
Fu però solo nel 1989, appunto, che i quattro decisero di fare il grande salto: realizzare una pro-zine intitolata MaNgazine (sponsorizzata dalla Hobby Fumetto di Tiziano Capelli) che imperversò all'improvviso per tutta Italia nelle pochissime fumetterie allora esistenti, e che attirò l'attenzione del pubblico fino a quel momento privo di punti di riferimento, anche grazie all'impegno dei primi due distributori di fumetto in Italia, i mitici Alessandro Distribuzioni (di Alessandro Pastore) e La Borsa del Fumetto (di Nessim Vaturi). Successivamente, l'incontro con Luigi Bernardi, Roberto Ghiddi e Luca Boschi della storica Granata Press portò MaNgazine a diventare la prima rivista di fumetto e animazione giapponese in edicola, proponendo inoltre manga originali. Da lì nacque il primo fenomeno-manga, quando gli anni Novanta avevano ancora un piede negli Ottanta, e l'avventura del manga in Italia ebbe definitivamente il suo "via". I quattro Kappa boys (che all'epoca si facevano ancora chiamare "Staff di Mangazine"). Successivamente i Kappa si occuparono di scrivere Anime, la prima guida al cinema d'animazione giapponese (in un periodo in cui la parola internet era inesistente), e poi a importare il fumetto giapponese 'fisicamente' attraverso Alessandro Distribuzioni e a presentarlo sulla rivista "AD Anteprima" (oggi semplicemente "Anteprima", e poi con Star Comics portando in Italia sia personaggi noti, sia sconosciuti (ma che divennero noti in breve), con Kappa Magazine e decine di altri albi, e poi creando la propria casa editrice Kappa Edizioni, con cui si occuparono e si occupano tutt'ora di fumetto, saggistica e narrativa internazionale, e poi con la nuova linea manga di GP Publishing, più una marea di altre iniziative di ogni genere, fra cui le Kappa Konvention dove finalmente era possibile vedere la buona animazione nipponica tutti insieme, lo sviluppo del progetto W.I.T.C.H. per la Disney Italia, la creazione di una serie di Lupin III tutta realizzata in Italia, il lancio di nuovi autori italiani (e giapponesi) nella linea Mondo Naif (e oggi anche Nuovi Naif), la pubblicazione di narrativa correlata all'immaginario animato nella collana Mangazine o di manualistica per lo studio della lingua giapponese, il lancio di canali satellitari come DeaKids, lo sviluppo di serie animate, la stretta collaborazione pluriennale con aziende giapponesi, e talmente tante altre cose che è davvero impossibile ricordarle tutte.
La storia è lunga vent'anni, e i Kappa boys (nomignolo adottato per richiamare la "K" iniziale di Kodansha, primo editore giapponese di riferimento a cui i quattro sono legati da un rapporto di vera e propria amicizia, e in omaggio al kappa, creatura del folklore popolaere nipponico) sono ancora qui, magari un po' meno 'boys' per via del tempo che passa, ma sempre più appassionati ed entusiasti.
Vi rendiamo dunque partecipi di questo festeggiamento che abbiamo pressoché tenuto segreto anche durante Lucca Comics 2009, probabilmente perché si tratta solo di un piccolo evento nell'enorme mole di eventi del 2009, ma ci tenevamo a farvelo sapere.
Se volete festeggiare con noi, preparatevi un bicchierino di sake caldo (o un bel bicchierone di birra rigorosamente giapponese) recuperate uno qualsiasi dei manga dell'Epoca d'Oro, brindate e leggete alla nostra salute. Noi faremo altrettanto.
E, magari, ci prepariamo a invitarvi presto a una nuova Kappa Konvention, per rivederci tutti insieme e divertirci come una volta.
Kanpaaaaaaai!
…e infine giunsero gli stegosauri
5 anni dopo nasceva la nostra associazione...."Dimensione Fumetto"! (siamo a quota 15 anni).
<i>"...i testi venivano battuti a macchina da scrivere, le immagini e i testi (rigorosamente fotocopiati) ritagliati e incollati a mano e con la colla Pritt sugli impaginati..."</i>
Be' oggi i mezzi a disposizione si son evoluti, ma alcuni editori mi sembra che non ottengano risultati granché migliori
Non mi resta che dire Auguri vivissimi, Kappa Boys
PS: conta più essere boys nello spirito che nel corpo
Certo che ne è passato di tempo.
Complimenti vivissimi e grazie per quello che avete dato al mondo dei manga/anime in Italia, altri 100 di questi!
E ora tutti a bere!
E cmq alla GP se la stanno cavando benino! Speriamo che riescano a trasformarla nella loro casa editrice dei sogni!!
P.S.
Ho notato da poco che porteranno in italia tramite GP anche Dorothea!!! Non posso essere che contento!!
Che scemo, stavo dimenticando la cosa più importante....
AUGURI!!!
happy birthday tru-iu!
Anche se W.I.T.C.H. non l'avrei voluto leggere, un pò un punto dolente!
Faccio notare che il famigerato Tiziano (nonchè mio fumettaro ) adattò il mitico "patpat" di dragonball. E' stato infatti lui a tradurlo (dragonball intendo) insieme a una miriade di manga starcomics (fra cui inuyasha, yu degli spettri, eccecc)
Mi viene in mente un'altra cosa: probabilmente non qui (frequento Animeclick non da tanto, meno di un anno, piu come lurker che altro), forse su usenet, ma mi ricordo che i kappa avevano diversi detrattori, e che planet manga era ritenuta piu seria e interessante... come cambiano le cose
Non sapevo c'entrassero qualcosa con Witch! Si può sapere qualcosa di più, al riguardo?
Stanno spruzzando oro con la bomboletta a lavori di cartapesta per farli sembrare capolavori, ed è da anni che hanno iniziato a farlo.
Insomma, da quando la concorrenza si è fatta sostanziale, hanno perso molto smalto...facile portare tutto il meglio anni fa, quando si era quasi indisturbati. Ora invece a mio avviso non riescono ad emergere...
"avveniristico MacIntosh Classic"
Erano davvero altri tempi
"lo sviluppo del progetto W.I.T.C.H. per la Disney Italia"
Ma dai
Ho riletto la frase tre volte prima di rendermi conto che l'avevo letta veramente
"il lancio di canali satellitari come DeaKids"
a-anche questo ?? Ma non è possibile, già stimavo i Kappa, ma con DeaKids, che è un canale veramente eccellente, i punti stima salgono ancora! E dunque kanpai, anzi...banzai! diecimila di questi anni
I titoli scelti per la GP non mi hanno invece convinto e a Lucca non facendo nemmeno un po' di sconto non ho comprato nulla della nuova casa editrice, credo che per un bel po' sarà difficile leggere qualcosa pubblicato da loro.
mi dispiace non averli seguiti dall'inizio, o perlomeno da quando sono entrati in starcomics! ma hanno fatto i loro bel percorso e ne devono andare più che fieri! sono riusciti ad emergere in un'epoca in cui non c'erano nemmeno i mezzi per impaginare un giornaletto da 4 soldi e dove di fumetterie o punti del genere ce ne erano 3 in tutt'italia! tuttavia ce l'hanno fatta e questo gli fa onore! 20 anni d'oro, complimenti e tanti auguri ai kappa boys!
Li seguo dal 96/97 , non ricordo con esattezza, dai primi numeri di ranma 1/2 , ero ancora un pischello e lo compravo di nascosto in edicola e spesso mi capitava di saltare qualche volume, che + avanti nel tempo ho reperito.
Grande Nessim ed il borsino.
Quando cominciai a collezionare manga ricordo però che era praticamente impossibile non vedere spuntare ovunque il marchio della stella..
Magari, alcune recenti scelte editoriali non sono state il massimo, ma l'entusiasmo con cui affrontano il loro lavoro tutt'oggi è certamente lodevole e ce li fa sentire vicini: a me hanno risposto personalmente a una mail spedita alla casa editrice, cosa che mi aveva fatto un'impressione più che positiva!!!
La storia delle fanzine battute a macchina mi ha fatto venire una nostalgia Y_Y mi ha ricordato il mio vecchissimo commodore 64...maddò che catorci, sembra il giurassico in confronto ad oggi XD
Vado a berci sopra un po' di sake per dimenticare gli anni che avanzano >.<
Ma se vogliamo essere precisini, forse il primo contenitore di manga era il Corriere dei Piccoli, ne pubblicava mica pochi... e poi Mangazine da edicola sarà stato diretto dai Kappa si e nò un anno e mezzo, perchè poi Luigi Bernardi li cacciò via: d'altronde, non sapevano il giapponese, non avevano contatti con nessun editore nipponico.. che li teneva a fare?
E così cominciò la gestione di Colpi e Di Sanzo ( un bel salto di qualità!!): ma quella è un altra storia.....
I Kappa erano la "redazione" di Mangazine, non i capo redattori o "direttori". Mangazine era diretto dal Bernardi e la scelta di passare alla Star non so se sia legata a quello che dici te. Sul "salto di qualità" di cui parli, stenderei un velo pietoso visto che alla Star i Kappa hanno fatto FAVILLE (se il Bernardi li ha "cacciati" come dici te, si sarà morso le mani per ANNI) e di mangazine o la Granata in generale....sappiamo tutti che fine ha fatto poco dopo....
I Kappa hanno saputo tradurre la propria passione in un lavoro, hanno portato avanti i loro progetti e sono stati anche fortunati in diverse scelte. Hanno calamitato l'attenzione su di loro per anni e se oggi nuovi editori si buttano nel mercato dei manga il merito è dei Kappa che hanno spianato la strada anche agli altri: mi riferisco principalmente alla stampa non ribaltata...sembra una cavolata mentre invece è stata un'intuizione / rischio non da poco considerando che in edicola la scelta di manga non era ancora così ampia.
Ah si! Mangazine aveva al suo interno fumetti tradotti dall'americano ed i diritti venivano acquistati da case americane, quindi che sapessero il jap o meno o che avessero i contatti con editori jap o meno, alla granata poco interessava!
20 anni sono tanti...e li vedo tutti quando guardo la mia libreria piena di manga. Paradossalmente (o forse no) adesso compro molto meno di prima....boh...sono diventato più esigente si vede (oltre che più maturo )
Mangazine da edicola sarà stato diretto dai Kappa si e nò un anno e mezzo, perchè poi Luigi Bernardi li cacciò via: d'altronde, non sapevano il giapponese, non avevano contatti con nessun editore nipponico.. che li teneva a fare?
E così cominciò la gestione di Colpi e Di Sanzo ( un bel salto di qualità!!): ma quella è un altra storia.....
Già, peccato che Colpi e Di Sanzo si siano ritrovati tra le mani tutti i titoli "adatti" a fare sfondare i manga in Italia (il primo target erano i bimbi degli anni '80 che adesso erano in età giusta per essere interessati alle loro pubblicazioni) e, guarda caso, erano tutti titoli già decisi quando c'erano i Kappa Boys...
Poi tutti sappiamo che fine ha fatto la Granata Press (per non parlare di TUTTE le iniziative di Di Sanzo in seguito)....non se ho reso l'idea
WE ARE...
Precisiamo che su il "salto di qualità" della gestione di Colpi e do Sanzo ero ironico, ma non lo ha capito nessuno...
Il Corriere dei Piccoli pubblicava manga originali eccome: Creamy, Hello Spank, Mila e Shiro, tutta a roba mediaset degli anni 80 , insomma ... ma erano ri-colorati in Italia.
I Kappa , quando lavoravano a Granata Press, non sapevano fare nulla, ma proprio nulla : i manga furono acquistati e tradotti ( male) inizialmente dal' America , perchè nessuno aveva contatti con il Giappone, nè sapeva parlare il giapponese.
Fu Colpi, che già allora lavorava per i Nagai, a convincere la Shueisha a comprare i diritti di Ken Il guerriero ( che in America era stato pubblicato per pochi episodi), le opere di Nagai, Matsumoto, Takaashi, ecc...)
Così Bernardi mandò via i Kappa perchè non servivano più a nulla, anche perchè scrivevano articoli imbarazzanti pieni di balle colossali ( andateveli a rileggere e poi tornate qui).
Quando la Granata è fallita, i Kappa si sono ritrovati a essere gli unici ( per la Star) a pubblicare manga in Italia, e con un sacco di licenze della Granata ( tipo Ranma) libere e pronte per essere pubblicate.
Così hanno avuto il periodo d'oro di vendite alla Star.
Senza concorrenti, e con tutti i maggiori Hits a disposizione, qualsiasi fesso ( persino io) sarebbe riuscito ad avere successo.
Quando poi sono arrivati altri concorrenti sul mercato (in primis la Panini) i Kappa hanno collezionato un flop dopo l'altro e alla fine anche la Star ha capito che erano inutili eli ha cacciati via.
La storia si ripete.
Secondo me la GP dura un anno e poi chiude per scarse vendite.
onestamente sono tra quelli che non avevano capito che il tuo lodare il "salto di qualità" della gestione Colpi / Di Sanzo era ironico, chiedo venia
Comunque, riguardo i Kappa, sarà anche vero che scrivevano un sacco di boiate (dovrei davvero riprendere la mia collezione e rileggere un pò tutto...) però quelle boiate, per persone inesperte, hanno contribuito ad alimentare curiosità verso un prodotto (manga, più che anime .... quelli in tv li avevamo già bene o male) nuovo ai più (anche io ricordo quello che veniva pubblicato sul Corriere dei Piccoli...ma ero un lettore molto saltuario....).
Inoltre: non per difendere i Kappa (non ne ho motivo più di tanto) ma le famose licenze della Granata Press quando questa passò a miglior vita non sono state subito disponibili. Ci sono voluti diversi anni perchè la Star le recuperasse (ho aspettato parecchi anni per leggere le serie che collezionavo con Granata Press) e i concorrenti c'erano anche allora (Comic Arts, Playpress) ma non avevano l'appeal della Star Comics forse....
Molti anni fa...Un tempo diverso.Molto.
Ma la Comic Art e la Play press sono arrivate dopo la Panini, che avendo visto il successo di vendite di Dragonball, si era buttata a pesce sulle produzioni nipponiche.
Poi sono arrivati tutti gli altri.
Le licenze Granta, dopo il fallimento di questa, erano lì che aspettavano di essere pubblicate, ma la Star aveva paura che a rieditare materiale già pubblicato da poco tempo , avrebbe fatto flop.
I Kappa ono stati per un bel pò di tempo gli unici editori di manga sul mercato , e per questo, sono riusciti a dominarlo per un pò.
Ma quando sono arrivati i vari concorrenti, piano piano hanno perso tutti i titoli migliori ( ormai quasi tutti in mano a Panini) e le vendite sono calate di conseguenza.
Colpa anche della loro miopia, lasciandosi fregare HIT come Slam dunk perchè secondo loro i titoli sportivi non tiravano.
La Panini avrà mille difetti, ma no si può negare che abbiano sempre rischiato su autori nuovi e sconosciuti al grande pubblico.
I Kappa pensavano sempre alla triade Katsura/Takashi/Toriyama e manga trattida serie TV per vendere e stop.
Se era per vecchi dinosauri ( anzi, stegosauri) come loro, ci saremmo persi tante belle cose che invece leggiamo oggi.
Oggi dicono che la colpa era della Star che limitava le loro scelte editoriali: adesso sono alla GP ( che dispone di grosse risorse finaniarie), e voglio vedere che scuse tieranno fuori se falliranno ancora.
Alla fine qui si parla dei meriti che hanno avuto i Kappa a fare crescere un mercato di nicchia...e da questo punto di vista li hanno eccome i meriti se si pensa (ad esempio) che il primo manga con lettura in originale lo hanno proposto loro come anche i primi shojo.
Nessuno nega che l'arrivo della concorrenza abbia creato loro problemi nel prendere le licenze di nuovi prodotti e magari hanno anche sottovalutato le potenzialità di alcuni titoli.
Ma il mercato andava allargato per proporre titoli diversi da quelli "sicuri" per i fan nati negli anni 70 (il primo pubblico) o per quelli che vedevano gli anime che passava la tv (i ragazzi degli anni '80). E' questo il merito che loro hanno.
Quello di avere fatto conoscere questo prodotto ad un pubblico via via sempre più vasto anche se partendo con scelte conservative ed a piccoli (piccolissimi secondo te) passi nell'introdurre cose nuove.
Star Comics non si poteva certo permettere di rischiare troppo anche se dominatrice, in un mercato ancora troppo piccolo.
Per fortuna il mercato è cresciuto talmente tanto che adesso c'è l'imbrazzo della scelta...ed internet e la facilità di reperire le notizie o leggere di manga nuovi ha portato al fatto che adesso le persone vogliono subito quello che viene pubblicato in Giappone...tanto che si pubblicano serie quasi in contemporanea con la madrepatria (con tutti i problemi del caso) e ci sono case editrici che si possono permettere distribuzioni limitate alle fumetterie con prezzi una volta impensabili e sopravvivere perchè un pubblico per loro c'è, magari proprio tra quelli che non sono più giovanissimi e che hanno attraversato tutti i 20 anni della diffusione dei manga in Italia.
@Rock Holmes: Quelli che vedevi nel "corriere dei piccoli" non erano assolutamente "manga ricolorati", bensì o collage di fotogrammi dei cartoni trasmessi in tv o, come succedeva anche in altre riviste per ragazzini dell'epoca, era fumetti disegnati da autori italiani che poco o nulla avevano a che fare con i manga originali. Ricordo di aver avuto tra le mani, riviste con storie di Mazinga Z, Gaiking, Gakeen, Daitarn 3...
No, no.
C'erano si, i fumetti che dicevi tu, ma c'erano anche i manga originali a colori, come Creamy, Mila e Shiro ecc.. quasi tutti ristampati da quei girellari dei Kappa boy.
@Dentetsu
Sì, penso che i Kappa hanno sempre rischiato poco: se per te pubblicare una storiellina di 6 pagine su KM di un autore semi-sconosciuto, sia più coraggioso di stampare un intera serie di 10 volumi del signor Nonsisachi, beh, tanto di cappello.
D'altronde, i Kappa erano quelli che dicevano pubblicamente che Alita e Berserk "non gli piacevano", che Slam dunk e gli shojo " non tirano", salvo poi vederli pubblicati, (e con successo) dagli altri editori e a seguirli a ruota.
Ma è chiaro che se passi vent'anni a fare il lavaggio del cervello hai lettori dicendo " noi siamo quelli che hanno fatto questo e quello", alla fine convinci tutti e arrivi a lavorare pure per la TV!
L'unico MANGA ORIGINALE pubblicato su rivista in Italia (pre granata) fu Candy Candy da parte di Fabbri.
per il resto...
LUNGA VITA AI KAPPA BOYS!!!
Vi ho conosciuto un po' meno di vent'anni orsono, ma ho recuperato...eh eh!
Non cambiate mai e in bocca al lupo per la nuova "preziosa" avventura!
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