
Uno zoo d’inverno, opera più recente del prolifico Jiro Taniguchi, ci cala nella Tokyo di quelli anni, vista attraverso gli occhi giovani e volenterosi di Hideo Hamaguchi, fattorino in una ditta di design. Lo zoo del titolo è quello di Kyoto, dove Hamaguchi si reca nei giorni liberi, ritraendo gli animali ed esercitando la propria abilità di disegnatore, ma è anche il teatro di una serie di avvenimenti che porteranno il ragazzo a lasciare il suo lavoro.
Trasferitosi a Tokyo sotto consiglio di un amico, Hamaguchi comincia a lavorare come assistente per il noto fumettista Jiro Kondo. Il clima di Tokyo si rivela essere profondamente diverso da quello di Kyoto e alla solitudine dello zoo d’inverno si sostituisce un universo urbano, caotico, psichedelico, sregolato, fatto di ore piccole passate a lavorare sulle tavole, di locali, di discoteche, di sbronze, di esperienze, sogni e conoscenze, dove crescere umanamente e professionalmente e, perché no, trovare anche l’amore. L’entourage del maestro Kondo è composto da un manipolo di persone molto diverse fra loro, che avranno tutte qualcosa da insegnare al nostro Hamaguchi, sia sul piano professionale, sia nella vita. Fra loro spicca il bizzarro signor Kikuchi, ex-mangaka perdigiorno un po’ hippy, un po’ playboy e un po’ strampalato dispensatore di consigli di vita, che prende il ragazzo sotto la sua ala “protettrice” permettendogli di vivere alcune esperienze davvero importanti.
Con Uno zoo d’inverno il maestro Taniguchi torna a recuperare elementi dal cassetto della sua memoria, per amalgamarli in una storia a sé stante. Abbandonate le familiari atmosfere della natia Tottori, dove è venuto al mondo e ha passato l’infanzia, Taniguchi ci racconta di un apprendista mangaka che lavora come assistente in una grande città, esperienza realmente vissuta da lui stesso in gioventù. La storia del giovane Hamaguchi si colora così di tinte autobiografiche e ci viene esposta con la consueta poesia e delicatezza tipica delle produzioni di dell’autore, del quale Uno zoo d' inverno può ampiamente ritenersi una delle più riuscite. La narrazione è delicata e priva di grossi guizzi a livello di storia, ma non parca di emozioni, riuscendo a calarci perfettamente nel contesto del Giappone degli anni 60 con la loro musica, i loro locali, la loro sete di libertà e il loro vento di rivoluzione artistica e sociale. Taniguchi ci mostra tutto questo attraverso gli occhi speranzosi di un ragazzo che insegue un sogno e ricerca il proprio posto sulla strada della vita, una strada irta di ostacoli e difficoltà ma senza dubbio degna di essere percorsa fino in fondo. Lo stile di disegno dell’autore, ormai ben noto ai suoi affezionati lettori, è genuino, pulito, ordinato, capace di ritrarre volti semplici eppure espressivi e paesaggi e sfondi dal realismo maniacale. Nonostante si concluda in un unico volume, nessun elemento della storia sarà lasciato da parte e ogni componente della vicenda sarà ampiamente approfondita, contribuendo a donarci un affresco variegato e appassionante di quel che significava e che, con tutta probabilità, significa ancora oggi, dopo cinquant’anni, diventare un mangaka di successo in Giappone.
L’edizione italiana proposta da Rizzoli Lizard non è purtroppo esente da difetti, a cominciare dalla copertina, che non è quella originale ma una delle pin-up interne colorata “in casa”, come si soleva fare spesso nei primi tempi dell’invasione dei manga nel nostro paese. Tuttavia, neppure la pregiatissima edizione francese della Casterman, uscita sul mercato qualche mese prima di questa, può fregiarsi della cover originale, possiamo quindi supporre per una qualche questione di mancanza di materiale o diritti d’autore. La carta utilizzata appare troppo sottile e, almeno i primi capitoli, non sono esenti da refusi e errori nei dialoghi. In conclusione, salta subito all’occhio, confrontando Uno zoo d’inverno con i precedenti volumi dell’autore pubblicati da altri editori, ma anche con La montagna magica, presentata sempre da Rizzoli Lizard, la mancanza di qualunque editoriale o postfazione, la cui assenza stupisce considerando che l’autore è solito chiudere le sue opere con qualche pagina di riflessioni personali. A fronte di un’edizione purtroppo non perfetta e di un prezzo forse un po’ troppo elevato, Uno zoo d’inverno si conferma di per sé irrinunciabile per i fan di Jiro Taniguchi, un ottimo romanzo a fumetti da leggere tutto d’un fiato, da esporre con orgoglio nella propria libreria e da regalare ad amici appassionati.
Personalmente, dal lato tecnico, i difetti citati non mi hanno particolarmente infastidito, ma mi è davvero dispiaciuta la mancanza di approfondimenti
Personalmente, è uno dei fumettisti che più adoro. Difficilmente sgarra una storia, e le sue opere, anche se costose, valgono quasi sempre l'acquisto e la lettura e riescono sempre a far emozionare, sia per la profondità delle trame, sia per il modo poetico in cui sono narrate, sia per gli splendidi e sempre dettagliatissimi disegni.
Senza volermi ripetere, vi consiglio davvero di leggere qualcosa di suo, magari approfittando delle tante ristampe che saranno varate quest'anno, perchè ne varrà la pena.
@ cantastorie
Basta che chiedi e io ti presto pure qualcosa!
Tutti giù per terra!
insomma è un opera da non perdere.
Credo.
Comunque, me lo sono fatto regalare per il mio compleanno, ma non ho ancora avuto modo di leggerlo, causa simpatici libretti per gli esami.
Non so altro, però, quindi non saprei dire se questo coinvolga anche la cover (comunque credo che tutti i mangaka vedano le cover estere dei loro manga e debbano approvarle).
Rotfl.
Visto il volume e chiesto "Chissà come sarà". Ecco, risposto. Thank you, Kota' ^^
Anche se tutti ne parlano così bene, penso vada proprio la pena prendere qualche opera di quest autore, che sinceramente conosco solo per nome dal momento che non gli ho letto neanche un solo volume!
@ Rok
Benkei a New York è l'opera più facilmente reperibile e meno costosa dell'autore, ma anche la meno rappresentativa, secondo me, poichè è un delirio splatter che ben poco si confà ai soliti ritmi delicati e poetici e alle trame di tipo quotidiano-storico.avventuroso che solitamente ci propone.
Ti consiglierei, se le trovi in giro, di proseguire nella lettura di altre opere (soprattutto quelle scritte e disegnate da lui stesso), poichè troverai un lato di Taniguchi che Benkei a New York non ti ha mostrato.
Bravo Kotaro! Bella recensione!^^
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