Artista quasi del tutto inedita da noi, la celeberrima mangaka Moto Hagio ha tuttavia già avuto modo di avvicinarsi in Italia lo scorso ottobre, in occasione di una conferenza a Roma.
In attesa della pubblicazione della sua opera Edgar e Allan Poe (Poe no Ichizoku) per Ronin Manga, vi proponiamo un'interessante intervista rilasciata dalla Hagio in occasione della sua partecipazione alla rassegna statunitense Comic-Con.


Voce appena udibile, e una figura alta a malapena 150 cm. Moto Hagio non somiglia affatto a quel tipo di figura che ci si attenderebbe da una persona che in qualche modo ha segnato una rivoluzione. Ciononostante, il suo talento e l'abilità nel comparto degli shoujo manga le hanno conferito una levatura quasi leggendaria, un nome che per i lettori di lingua inglese, ad esempio, diventa soltanto ora conosciuto, grazie alla recente pubblicazione della raccolta "A Drunken Dream e altre storie".
Per i veri esperti di manga, il vero climax dell'ultimo Comic-Con tenutosi a San Diego lo scorso luglio 2010 non è stato né l'anteprima di un film né il fugace scorcio di qualche celebrità, quanto piuttosto, e molto più semplicemente, l'aver potuto godere della sua presenza, quella di una leggenda vivente.
In questa intervista, la Hagio si siede e si mette a totale disposizione dei fan, per condividere la saggezza dei tanti anni di esperienza come artista. Il rinomato studioso di manga Matt Thorn funge da interprete.

Mi piacerebbe iniziare in maniera leggermente inusuale rispetto al consueto. C'è qualcosa che mi piacerebbe mostrarLe: si tratta di una delle Sue illustrazioni che più preferisco. Se la ricorda?

Moto Hagio - CLOVER

Hagio: Aah~! Questa è tratta da... che Artbook era?
CLAMP no Kiseki.
H: Vero, Vero. E' vero, l'avevo disegnato per le CLAMP.
Thorn: è la prima volta che lo vedo.
H: Per quale delle opere delle CLAMP era questo... ah sì, CLOVER.
Mi stavo chiedendo... se potesse descriverci in breve l'idea che per Lei era alla base di questa illustrazione.
H: Clover è un'opera delle CLAMP, e questa è la mia interpretazione dei personaggi. E' come me li immagino sul palco, all'opera su un palcoscenico, o meglio, il modo in cui mi piacerebbe che apparissero. Il design dei costumi è basato sullo stile del Takarazuka Revue.
Oh, il Takarazuka!
H: è uno spettacolo davvero sgargiante e molto appariscente, non so se ha presente...
Si, ho visto la loro rappresentazione di Ribon no Kishi (La Principessa Zaffiro).
H: Ah, quindi lo conosce!

Quindi, visto che siamo sull'argomento: Lei ha dato vita ai primi passi della rivoluzione negli shojo manga, mentre le CLAMP rappresentano, per così dire, l'età moderna nei manga. Dove percepisce la più grande differenza nel modo in cui i manga sono mutati, da quando ha avuto inizio la sua carriera?
H: Sono cresciuta leggendo fumetti sin da bambina, alle scuole elementari. La maggior parte degli artisti che creavano shoujo manga era, all'epoca, composta soltanto di uomini. A quel tempo c'era anche un certo numero di storie fantascientifiche negli shoujo manga. Quando leggo i lavori delle CLAMP, mi ricordano e suscitano quel brivido di leggere gli shoujo sci-fi di quando ero bambina, per quanto, comunque, le storie delle CLAMP siano molto più sofisticate e complesse di quelle che leggevo quand'ero piccina.

Ci sono molti fan, presenti a questa convention, che potrebbero non sapere nemmeno chi Lei sia. Che cosa direbbe a questi lettori per far sì che acquisiscano interesse per i Suoi lavori?
H: Come renderli appetibili? Mmh... la corrente più popolare in America è perlopiù quella sui supereroi, ma vorrei che i lettori americani comprendessero che ci possono essere diversi tipi di storie. Che si possono usare i dialoghi e le immagini per sviluppare, in realtà, tutte le tipologie di storie. Uno stesso mezzo, ma con diversi tipi di contenuti.

Ha confidenza con gli shoujo manga di oggi, e quali sono i Suoi preferiti? Quali suggerirebbe per la lettura?
H: Il mio preferito è Oooku di Fumi Yoshinaga. E anche Nodame Cantabile di Tomoko Ninomiya.
Oooh~, Nodame Cantabile! Io suono il pianoforte...
Thorn: anch'io.
H: E poi c'è anche una nuova artista - Akiko Higashimura, alle prese con il suo manga intitolato Kuragehime (La principessa delle Meduse). Ha vinto il Kodansha Manga Award di quest'anno.

Quali sono le sfide più grandi che i mangaka devono affrontare oggi, e come pensa che possano superarle?
H: Uno dei problemi è che la scelta delle tipologie di intrattenimento si è fortemente allargata - computer, videogiochi, e così via. In passato, i manga erano una forma di intrattenimento essenziale per i bambini, ma ai nostri giorni non occupano più quell'importanza fondamentale che rivestivano in passato. In più, ci sono anche meno bambini - la popolazione giovane si sta notevolmente ridimensionando. E quindi, d'ora in poi, il più grande mercato diventerà probabilmente la Cina (ride).
E speriamo anche l'America.

Molti dei Suoi manga trattano tematiche fantascientifiche, un genere che ad oggi non è più popolare come un tempo. Gli shoujo manga moderni preferiscono focalizzarsi sulla vita di tutti i giorni, o scolastica. Perché pensa che ciò sia mutato negli anni?
H: Per ciascuna generazione, c'è solo un ristretto numero di artisti che riesce a creare storie di fantascienza con efficacia. La più grande sfida, al riguardo, è che il tema non è basato sulla realtà; pertanto, per far entrare il lettore in questo contesto si deve possedere una visione dello stesso sufficientemente ampia per creare una storia interessante. Inoltre, i lettori tendono a preferire storie più vicine alla loro vita normale, di ogni giorno. Comunque, ci sono molti artisti che sanno evocare abilmente il genere della fantascienza, come le CLAMP. Un'altra mangaka che lavora in questo campo è Reiko Shimizu, con le serie lunghe Moon Child e Kaguya Hime (La Principessa Splendente) e, più di recente, su Himitsu - Top Secret. Una storia su un'organizzazione che esamina le menti delle persone morte per scoprire tutto ciò che hanno sperimentato in vita, tutto ciò che hanno fatto. Perché i loro cervelli sono ricolmi di ogni genere di segreti (ride).
Sembra piuttosto interessante.

Parliamo del Suo metodo. Quando iniziò, che genere di strumenti utilizzava a livello di penne, carta, e altri materiali?
H: Quando iniziai a disegnare manga... Mmh. Beh, oggi si può trovare un tipo di carta, la B4, che viene stampata specificatamente per i manga. Ma quando iniziai, non la vendevano, e pertanto era necessario acquistare un enorme foglio di carta di circa un metro per un metro, e poi tagliarselo da sé.
Deve essere stato arduo per Voi.
H: L'unico luogo in cui vendevano questo tipo di carta era nei grandi centri urbani.

E che tipo di penne e pennini utilizzava? Erano molto diversi da quelli moderni?
H: Ho una G-pen (con un segno a forma di G nel pennino, utilizzata per linee di spessore variabile) e una Marupen (usata per le linee sottili). E' ciò che usavo quando ho iniziato, e non ho cambiato tipologie da allora. E, naturalmente, India Ink.
Uno dei più grandi cambiamenti, comunque, si è avuto nel fatto che io riempivo le campiture nere con pennello e inchiostro, mentre ora è più semplice utilizzare i pennarelli Tropic.
Thorn: forse intendeva dire... Copic?
H:(ride) Ah, giusto! Si chiamano Copic.

Ha mai provato a utilizzare strumenti digitali, come un computer e una tavoletta grafica?
H: A dire il vero mi sto allenando, ma non sono ancora molto brava. Ho fatto delle colorazioni al PC, mentre solo di recente ho provato con la tavoletta. Sto avendo molte difficoltà nell'ottenere il giusto tipo di linee.
succede anche a me, è molto diverso rispetto a quando lo si fa su carta.
Thorn: Disegna anche Lei?
Solo un pochino.
H: Utilizzare la tavoletta è difficile, vero?
Si.

Guardando allo stile grafico dei moderni shojo manga, qual è la più grande differenza, da una prospettiva puramente visiva, tra lo stile di oggi e quello di ieri?
H: La proporzione dei personaggi. Quando iniziai, era prassi disegnare la testa molto più ampia se comparata al resto del corpo. Forse è perché i giapponesi hanno la testa grande (ride). Oggi, le teste sono disegnate molto più piccole, e i corpi sono più lunghi e più snelli.

Pensa che ciò rifletta un cambiamento negli ideali di bellezza dei giapponesi?
H: Beh... quando ero giovane io, gli shojo manga erano letti solamente da ragazzine, quindi i personaggi dovevano assomigliare a giovani ragazzine/i, ed è per questo che avevano corpi più piccoli se confrontati con la testa. E' un fatto di età. Poiché oggi l'età dei lettori si è accresciuta, da studentesse delle elementari a quelle delle medie, superiori e perfino dell'università, i lettori preferiscono personaggi che rassomigliano più alle proprie forme e figure.

Poe no IchizokuThomas no Shinzou

Guardando alla Sua raccolta - A Drunken Dream, raccolta di storie brevi - ho notato che la morte è un tema che ricorre spesso. Vi sono personaggi che muoiono nel corso delle vicende, altri che sono già morti. Che cos'è esattamente della morte che Le interessa e La affascina?
H: Sin da quando ero bambina, ho pensato al fatto che tutti gli uomini debbano morire. In particolare, poi, quando ero alle medie ogni giorno pensavo: ecco, ora sono viva, ma per quanto ne so potrei avere un attacco di cuore stanotte ed essere morta prima di domani (ride). Crescendo, trovavo difficile immaginare come sarebbe stato, per me, morire. Per questo, leggendo i libri scritti da altri autori, ho iniziato ad interessarmi a come le persone che si ritrovano accanto a un loro caro defunto reagiscono al decesso di quella persona.

Pensa che la morte sia qualcosa di cui le persone dovrebbero aver timore? Che genere di prospettiva dovremmo avere nei confronti di essa?
H: La morte improvvisa è difficile da accettare, ma quando si muore, alla fine è sempre qualcosa deciso da Dio. Non c'è niente che possiamo fare, alla fine si deve accettarlo. C'è quella storia delle CLAMP in cui gli abitanti di una città vivono per sempre, e accade che per questo motivo nessun bambino nasce. Penso che la mente umana sia costruita in modo tale che un'esistenza di un centinaio di anni sia percepita come più che ragionevole.
é un punto di vista davvero interessante.

Nella collezione A Drunken Dream, come ha scelto le storie da includere?
H: Matt, spiega come hai scelto le storie (ride):
Thorn: Sono stato io a sceglierle, e l'ho fatto attraverso - beh, è piuttosto interessante. Avete presente mixi, il social network giapponese? C'è una community di fan di Moto Hagio.
Sono entrato lì e postato un topic che diceva "Se poteste veder pubblicata una raccolta di circa 200 / 300 pagine di storie brevi della durata di meno di 50 pagine ciascuna, che storie scegliereste per introdurre i lettori di lingua inglese ai lavori della Hagio?"
Ottenni le più svariate risposte, ma alcuni titoli si ripetevano piuttosto spesso, uniti peraltro alla mia personale idea di cosa ritengo più rappresentativo delle Sue opere - probabilmente anche secondo i miei gusti, ecco com'è andata.
Capisco, quindi è avvenuto così il processo di selezione.
Thorn: Si, e dopo che tutto è stato deciso e il libro annunciato, ho confessato sul topic che il sondaggio era reale, e non solo un esperimento.

Quindi ora abbiamo, per la prima volta in America, una raccolta di Sue storie brevi.
Se potessimo importare in America una delle Sue serie lunghe, cosa sceglierebbe?

H: Beh, è difficile, ma se fosse per Matt, so che sceglierebbe Thomas no Shinzou.

Recentemente si sono avute svariate controversie legate alle scanlation, un fenomeno per cui le persone realizzano scan di manga giapponesi, li traducono in inglese, e infine li inseriscono online, ove ovunque può leggere senza pagare. Qual è la Sua opinione al riguardo, e cosa suggerirebbe come soluzione?
H: Penso che la cosa migliore per gli editori sia di trovarli e chiedere loro le royalties!

Come si sentirebbe se i Suoi lavori fossero resi disponibili in via digitale, facendo sì che i lettori di tutto il mondo potessero accedervi?
H: Penso che sarebbe bello. Anch'io vorrei poter leggere tutti i fumetti del mondo in via digitale, perché non è sempre così facile avere accesso al libro cartaceo di per sé.


Si ringrazia il sito Manga.About.com per le foto a corredo dell'articolo.