Maria Holic 1Eccomi qua, pronto a recensire un altro anime che ha fatto discutere in abbondanza, sollevato dubbi e dilemmi, scandalizzando anche qualcuno. Già tempo fa, quando scrissi di Koi Kaze, mi vestii con la tunica dell’avvocato del diavolo ed ora sono pronto a ripetermi.
Ma veniamo subito al dunque, parliamo di questo Maria Holic che tanto ha fatto parlare di se. Cos’è innanzitutto questo anime? Definito da alcuni come l’antiyuri, Maria Holic è un mix graffiante, provocante e spesso blasfemo di demenzialità e coraggio. Demenziale in quanto la storia raccontata è sicuramente surreale, coraggio perché, ne sono convinto, serve davvero coraggio nel produrre una serie del genere.
Kanako Miyamae è una studentessa liceale che si trasferisce in un prestigioso collegio cattolico tronfio di blasoni, tradizioni, pizzi e merletti. Tutto ricorda da molto vicino alcune serie yuri ben collaudate se non fosse che… Kanako è omosessuale dichiarata ed è anche un’arrapata cronica. Insomma, un tipico personaggio Ecchi. Inoltre la nostra protagonista è anche completamente allergica ai ragazzi, i quali le provocano un’istantanea reazione eczematica. Tutto ciò non dovrebbe preoccuparla se non fosse che scopre subito la vera identità della sua (bellissima) compagna di stanza Mariya Shido, che è di fatto, un travestito. La condizione di Marija è dovuta a una questione di eredità e non di tendenze al crossdressing quindi non perde tempo ad angheriare la nostra protagonista (bonacciona e impacciata) additandola continuamente con offese davvero pesanti (maiala lesbica, pervertita, ecc…). Completa il quadretto la servetta di Marija, l’onnipresente, sarcastica e crudele Matsurika Shinoji, che riempirà Kanako di improperie dall’inizio alla fine.
Leggendo questa premessa si può pensare a un anime crudele e di dubbio gusto. Tanto che, a una visione superficiale, questa serie ha fatto insorgere proteste pesanti da alcune associazioni omosessuali addirittura (soprattutto nipponiche), che lo hanno accusato di dipingere il lesbismo come una condizione di malattia mentale e di arrapamento cronico. Accuse ridicole. Siamo nel 2009 e tutti convinti (tranne pochi zelanti puritani rimasti al medioevo) che l’omosessualità non sia una malattia, una condizione o quant’altro, semplicemente un modo di dimostrare amore. La perversione esplicita che Kanako manifesta continuamente per le sue compagne di classe la fa apparire umana, vera, sincera. Solo i pensieri della ragazza (rappresentati spesso e nei quali Marija entra in modo forzoso) sono sconci e depravati. Kanako si comporta sempre in modo corretto, è una ragazza dolce, buona, un po’ ingenua. Quindi niente amori sospirati, niente scuole colme di lesbiche (Kanako è l’unica ad esserlo), niente sguardi, niente batticuori candidi al chiaro di luna, niente smancerie. I pensieri che Kanako manifesta sono quelli normali di un adolescente. Io li facevo sulle ragazze, tutti li facevamo, se a Kanako piacciono le donne è più che comprensibile che anche lei li abbia. L’incomprensibile sta in quest’insurrezione moralistica.

Maria Holic - Kanako MiyamaeMaria Holic - Mariya Shido

Un altro “inconveniente” sta nelle numerose bestemmie e blasfemie che permeano la produzione. La vergine Maria, a cui è dedicato il collegio, è appellata in modi che (siamo in Italia) non posso proprio trascrivere. Questa insofferenza al cristianesimo in effetti a volte sfiora quasi il fanatismo: bestemmie, preti dipinti come dementi maniaci, e immagini che scorrono nella mente di Kanako, non proprio ortodosse diciamo. Una reazione estrema? Una reazione prevedibile se si pensa che in Giappone gli yuri scolastici e pseudo cattolici hanno praticamente sommerso le fumetterie, una parodia era più che annunciata. Perché in fondo Maria Holic non è altro che questo, una parodia, e va presa come tale. Non me ne vogliano coloro che si sentono offesi da qualche elemento di questo anime e si limitino a non guardarlo ma, come ogni parodia che si rispetti, Maria Holic calca la mano, pesantemente, su quelli che sono i punti di forza del genere catto-yuri, smontandoli, ridicolizzandoli uno ad uno, con una verve sboccata, urlata, colorita.
Attenzione però, si astengano dalla visione speranzosi sporcaccioni. Mai in tutto l’anime viene mostrato nulla di vagamente sessuale. I riferimenti e i fraintendimenti sono tantissimi, ma non si vede mai nulla, quindi voi Yuri-henati maniaci con la bavetta che cola, dovete continuare ad azionare le manine su youporn, mi spiace.
Maria Holic - Matsurika ShinojiOgni personaggio ricalca in modo alquanto bizzarro e davvero divertente gli stereotipi classici del catto-yuri. Divertentissimi i vari riferimenti a molti anime del passato (come in molte parodie demenziali), esilaranti i finali di puntata, nei quali si è soliti annunciare ciò che attende lo spettatore nella successiva, sono qua lasciati a un delirio completo. Pubblicità folli, incontri di lotta libera, viaggi spaziali, ogni sorta di follia. Anche le sigle (sia in opening che in ending) sono decisamente azzeccate e degne di nota (cosa rara, io le cito pochissimo), se la sigla d’apertura ci da un chiaro quadro di ciò che ci attende nell’anime, quella di chiusura è, a mio modesto avviso, una piccola perla. Graficamente realizzata come un videogioco anni 80, sulle note di una canzone mielosa e squittente stile idol-lolita. Geniale! (fate attenzione nel visionarle, ogni ending è unica e riassume l’episodio appena concluso con risvolti al vetriolo).
Apriamo una piccola parentesi e parliamo del creatore di questa serie: Minari Endou, un tizio non avvezzo al sarcasmo, già noto nella nipponica patria per Dazzle, uno shojo che non ha fatto poi molta strada. A quanto pare invece, lo sposalizio con Media Factory ha permesso a Minari di sbizzarrirsi a fondo, permettendogli di creare questo folle delirio onirico di scemenze e ilarità. Ma parliamo subito di coloro che hanno affiancato Minari in questa produzione: Yukihiro Miyamoto è il regista, già noto per follie quali Zoku Sayonara Zetsubou Sensei. E che dire di quel Masahiro Yokotani, già autore delle due serie di Himari! (che sfotte un po’ Naruto, diciamolo)? Insomma, gente con la quale non si scherza quando si tratta di produrre oscenità demenziali!


Il disegno è semplicemente un’altra piccola perla. Irriverente, cattivo, spigoloso, mescola tratti di ottima fattura a personaggi forzatamente chibi e kawaii, sfondi inesistenti e scritte flash a immagini che ricordano molto da vicino lo stile shoujo anni 80 di alcune disegnatrici (a voi l’onore di scoprire quali).

Insomma, un prodotto di fine qualità, con denti affilati come uno squalo, pronto a mordere, a strapparvi via un futile velo di perbenismo, per immergervi in quella che sicuramente è una delle migliori parodie che ho visto quest’anno. Nove.