Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

In prossimità della trasmissione in TV di Anohana proponiamo un confronto di opinioni su quest'anime. A corollario una recensione sull'OAV Norageki

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


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Ci sono anime che fanno commuovere, specie alla fine riescono a far piangere anche i più duri di cuore. 'AnoHana' non è che faccia commuovere, la realtà è che vuole a tutti costi fare scoppiare in lacrime lo spettatore che, come nel mio caso, al contrario rimane alquanto titubante.

La storia si svolge in una calda estate dove un gruppo di amici, un tempo molto uniti, oramai a malapena si salutano l'un l'altro. La motivazione è da ricercarsi nella perdita di uno dei membri di questa combriccola, una ragazzina di nome Menma morta tragicamente in un incidente. Questi ragazzi tramite una serie di circostanze molto particolari, ma a mio parere anche molto sconclusionate, tenteranno di riallacciare i rapporti... o almeno alcuni.

'AnoHana' ha una particolarità di fondo: la forzata vena drammatica. In questi 11 episodi si vedono i personaggi piangere, urlare, affrontarsi, mostrare lati oscuri e anche un po' odiosi di loro stessi, e le modalità con cui lo fanno hanno del ridicolo. Sembra una puntata di 'Uomini & Donne', dove tutti urlano si dimenano si lanciano bestemmie tra di loro, ma in fin dei conti a nessuno, men che meno allo spettatore, può fregar qualcosa. La narrazione oltretutto è a volte troppo rapida e a volte troppo lenta, inoltre in più di un occasione non si riuscirà a comprendere dove vogliano andare a parare i personaggi.

Tecnicamente l'opera risulta decisamente ben fatta specie per i colori che, anche se a volte molto accesi, risultano molto belli. I personaggi risulteranno fisicamente molto diversi gli uni dagli altri, con disegni ben lontani dal classico "stampino". Le animazioni sono abbastanza fluide e anche i giochi di luce rendono a perfezione. Il comparto audio è buono se consideriamo la sigla d'apertura e quella di chiusura, molto orecchiabili entrambe.

Insomma questo 'AnoHana' poteva essere l'anime migliore del 2011, io ci contavo, eppure è risultato essere niente più che uno slice of life appena abbozzato, imbottito di falsi sentimenti umani tirati all'assurdo e di vicende senza senso alcuno. Un vero peccato, ma d'altronde cercare di "costringere" una persona a piangere non è il modo esatto per creare un buon anime e il risultato è abbastanza evidente.



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Dopo il meritato successo riscosso con "Toradora!", lo staff al completo ritorna con un nuovo anime: "Ano Hi Mita Hana no Namae o Bokutachi wa Mada Shiranai", o più semplicemente conosciuto come "AnoHana". Le aspettative, viste le premesse, erano decisamente alte. Dopo averci stupito con un classica commedia scolastico-sentimentale, disseminata di interessantissimi spunti originali, questa volta gli autori hanno deciso di cimentarsi in una storia dal sapore più malinconico, uno slife of life che punta diritto al cuore.
Preparate i fazzoletti.

Questo breve cammino, gli 11 episodi risultano una scelta azzeccata per una storia che non necessita di inutili fronzoli, ci racconta uno scorcio di vita, una parentesi che si apre sulla vita di questi ragazzi durante il loro passaggio più difficile. Un tragico incidente cambierà per sempre questo tragitto, come un passaggio di boa, li costringerà ad affrontare una morte prematura, quella di una loro compagna (Menma), e a farsi carico di tutte le difficili conseguenze che questo evento causerà. Dovranno fare i conti, ormai liceali, con i sensi di colpa e le insicurezze che il tempo non è riuscito a cancellare.
Jintan, da leader del gruppo, ora passa le sue giornate rinchiuso in casa, a un passo dal diventare un Hhikikomori; Anaru è ossessionata dal suo aspetto estetico; Yukiatsu ha approccio morboso verso il dolore e si traveste di nascosto con gli indumenti di Menma; Tsuruko non è capace di gestire i propri sentimenti e affronta le situazioni con fittizia freddezza; Poppo dopo aver abbandonato la scuola ha intrapreso una serie di lunghi viaggi per fuggire da un ricordo troppo opprimente. E quel legame, che un tempo li univa, si è perso con il passare degli anni.
Ma quando Menma appare, una mattina d'estate, accanto a Jintan...

Un ritmo che segue il tempo dall'inizio alla fine, che non cambia, asseconda lo spettatore con battiti lenti, che ogni tanto accelerano, per poi tornare a quel ritmo che ormai ci sembra familiare. L'anime avanza come una favola molto delicata, che ha paura di fare rumore, e allora con passi molto lenti e brevi si muove in ogni direzione senza che quasi ce ne accorgiamo. Ed è proprio in quei momenti che ti entra dentro, scava attraverso le emozioni più banali, scontate, ma che sanno riempirti il cuore con sincerità. Si avverte una verità di fondo, e tanto basta per lasciarsi andare. "AnoHana" non è un anime pretenzioso, è uno spaccato di vita, una storia qualunque che riguarda tutti. Racconta di un cambiamento drastico che ci mette davanti a scelte difficili, che ci obbliga a progredire, ad andare avanti, perché chi resta indietro viene sopraffatto. Sono quelle paure, quelle insicurezze, con cui ognuno di noi ha fatto i conti. In questo caso l'elemento scatenante è un "fantasma", che innesca un domino di eventi impossibili da fermare. Perché per quanto si provi a rimandare, per quanto si cerchi di nascondersi, alla fine c'è un inevitabile incontro con il quale bisognerà fare i conti. Ed è qui che i nostri protagonisti entrano in gioco, quando quell'"incontro" diventa un passaggio obbligato, se non vogliono rischiare d'impazzire.
Non mancano all'appello diversi momenti comici, che spezzano quel filo malinconico regalando alcuni siparietti decisamente esilaranti. Il tutto gestito con estrema naturalezza, senza che mai la storia risulti pesante, giocando su una tristezza mai fine a se stessa.

Ottima è la realizzazione grafica, decisamente curati e ispirati gli ambienti, con colori netti e intensi. Dove forse risultano leggermente meno "curati" (ma parliamo di un'inezia) alcuni personaggi. Il tutto è accompagnato da melodie d'atmosfera e mai invadenti.
"AnoHana" è una favola molto delicata, capace di suscitare lacrime sincere, qualche sorriso, e diversi momenti di riflessione. Uno scorcio di vita, mai invadente, che saprà regalare delle emozioni molto intense e mai banali.



5.0/10
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Terminata la visione di un titolo come "Norageki!", una domanda ben specifica scaturisce poi nella mente dello spettatore: possibile che non basti uno staff di tutto rispetto per creare un prodotto non dico di successo, ma almeno valido? Quest'OAV di mezz'ora scarsa è il frutto della sceneggiatura di un certo Dai Sato, autore di successi del calibro di "Cowboy Bebop" ed "Eureka Seven", eppure la trama non spicca né per originalità ma neanche per ritmi narrativi.

Ci si trova di fronte al solito gruppo di persone, in questo caso carcerati, che scoprono di essere stati abbandonate in una prigione del futuro senza una palese via d'uscita: solita storia vista e rivista al cinema ("The Cube") con personaggi anch'essi visti e rivisti (il bravo ragazzo, la femme fatale egoista, la piccola hacker, il militare), che si muovono senza alcun senso all'interno della struttura narrativa. Anzi, buona parte di loro praticamente non fa nulla fino al finale francamente ridicolo nella sua straordinaria banalità. "Norageki!" è mezz'ora di filmato in cui si denota un'incapacità totale a smuovere lo spettatore dall'apatia e a fornirgli una seppur minima emozione; non si chiedeva tanto con così poco tempo a disposizione, ma almeno un minimo di sforzo, questo sì, dato che l'approfondimento psicologico dei vari personaggi non viene neanche vagamente abbozzato e i dialoghi sono al livello di quelli di un videogioco di quindici anni fa.

Sul lato tecnico vi è il solito trionfo della grafica 3D degli ultimi tempi, con una parte minore di 2D per una confezione che non stona anche grazie a un'apprezzabile chara design realizzato da Musaru Gotsubo, celebre per "Samurai Champloo", e all'alta definizione capace di mascherare con la sua magica tecnologia le magagne di un'abbondante uso del cell-shading.
Da artisti del genere e da uno studio di animazione qual è la Sunrise c'era da aspettarsi sicuramente molto di più da parte di chi, come il sottoscritto, ama il genere fantascientifico. "Norageki!" non offre nessuna potenzialità inespressa, anzi! Sembra tanto un titolo sfornato puramente per fini commerciali, per andare incontro alla sempre pressante richiesta del mercato giapponese del Blu-Ray. Siamo di fronte insomma al solito pacchetto colorato con tanto di fiocco luminescente preparato ad hoc con il solo scopo di mascherare un contenuto già logoro nella sua ovvietà.