Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Per oggi, una rubrica dai toni delicati con opere dall'atmosfera in tema: EF - a tale of memories, La voce delle stelle (il manga) e Hoshizora e Kakaru Hashi.
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
Per oggi, una rubrica dai toni delicati con opere dall'atmosfera in tema: EF - a tale of memories, La voce delle stelle (il manga) e Hoshizora e Kakaru Hashi.
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EF - a Tale of Memories
8.0/10
Abbiamo la ragazzetta con la benda sull'occhio, un triangolo amoroso, ragazze con i capelli viola, un mangaka di successo di 16 (17?) anni a mò di Bakuman, una suora misteriosa e così via. Si dovrà variare. Si dovrà rendere "Ef - a tale of memories" qualcosa di diverso dalla massa delle commedie sentimentali pucci pucci di bassa caratura che ogni anno invadono i palinsesti televisivi puntuali come il Grande Fratello.
Ce la fa, con due storie alternate sicuramente toccanti, con un'estetica eccezionale nei suoi sperimentalismi, l'atmosfera fiabesca, la scenografia inusuale da nord Europa e un accompagnamento sonoro di pregevole fattura.
Due storie, si diceva. La prima è un classico triangolo tra adolescenti, Hiro, giovane mangaka di talento conteso tra la sua migliore amica Kei Shindo e una ragazza misteriosa incontrata a Natale, Miyako Miyamura. Quest'ultima è decisamente più intraprendente e il suo arrivo sconvolgerà non poco Kei che al contrario non ha mai fatto nulla di concreto per conquistarlo. Tra le due nascerà quindi una forte rivalità.
L'altra storia è decisamente più emozionante e dall'aria piacevolmente poetica, con l'incontro in una stazione abbandonata tra un ragazzo, Renji Sato, e una coetanea con una benda sull'occhio, Chihiro Shindo. Tra i due s'instaura un forte rapporto di amicizia, ma le cose saranno tutt'altro che semplici, la ragazza a causa di un incidente soffre di un disturbo alla memoria che le fa dimenticare quanto accaduto ogni tredici ore circa. Tenta di ovviare al problema annotando tutto su un diario, avvenimenti ed emozioni, dato che ogni mattina è come se incontrasse Renji la prima volta.
Inutile dire che è questa storia il punto forte di "Ef - a tale of memories", più particolare (per quanto non originale, vedi il "Memento" di Christopher Nolan), e più avvincente, a tratti drammatica ma allo stesso tempo delicata e romantica mentre l'altra, per quanto pregna di sentimenti di amore, odio e gelosie, risulta decisamente più convenzionale. Ma il tema principe di "Ef" è la solitudine, tutti i soggetti, chi più chi meno, soffrono, o temono di soffrire, questo sentimento, che arriva a toccare consistenti livelli di (instabile) emotività nel personaggio di Miyako.
L'aspetto grafico è l'altro biglietto da visita della serie, con i suoi giochi di luci e ombre, la particolare regia sempre attenta ad accompagnare i sentimenti dei personaggi tramite effetti cromatici e stilistici di svariato genere, bianco e nero, contorni fluorescenti, split/screen. A ciò si aggiunge un accompagnamento sonoro di grande spessore, con piano e violino a farne da padrone, tale da rendere "Ef" un'esperienza audiovisiva di forte impatto dal primo all'ultimo minuto.
Una certa prevedibilità narrativa per quanto concerne il triangolo di Hiro tale da farla sfigurare in confronto a quella di RenjixChihiro impedisce a "Ef" di raggiungere l'eccellenza, ma la breve durata (12 episodi) con conseguente mancanza di momenti morti rende la serie meritevole di attenzione, adatta a coloro in cerca di una, due storie di sicuro appeal romantico senza che queste scadano nel sentimentalismo più banale di altre commedie moderne e non, grazie ai suoi personaggi fragili, e umani. Degno.
Ce la fa, con due storie alternate sicuramente toccanti, con un'estetica eccezionale nei suoi sperimentalismi, l'atmosfera fiabesca, la scenografia inusuale da nord Europa e un accompagnamento sonoro di pregevole fattura.
Due storie, si diceva. La prima è un classico triangolo tra adolescenti, Hiro, giovane mangaka di talento conteso tra la sua migliore amica Kei Shindo e una ragazza misteriosa incontrata a Natale, Miyako Miyamura. Quest'ultima è decisamente più intraprendente e il suo arrivo sconvolgerà non poco Kei che al contrario non ha mai fatto nulla di concreto per conquistarlo. Tra le due nascerà quindi una forte rivalità.
L'altra storia è decisamente più emozionante e dall'aria piacevolmente poetica, con l'incontro in una stazione abbandonata tra un ragazzo, Renji Sato, e una coetanea con una benda sull'occhio, Chihiro Shindo. Tra i due s'instaura un forte rapporto di amicizia, ma le cose saranno tutt'altro che semplici, la ragazza a causa di un incidente soffre di un disturbo alla memoria che le fa dimenticare quanto accaduto ogni tredici ore circa. Tenta di ovviare al problema annotando tutto su un diario, avvenimenti ed emozioni, dato che ogni mattina è come se incontrasse Renji la prima volta.
Inutile dire che è questa storia il punto forte di "Ef - a tale of memories", più particolare (per quanto non originale, vedi il "Memento" di Christopher Nolan), e più avvincente, a tratti drammatica ma allo stesso tempo delicata e romantica mentre l'altra, per quanto pregna di sentimenti di amore, odio e gelosie, risulta decisamente più convenzionale. Ma il tema principe di "Ef" è la solitudine, tutti i soggetti, chi più chi meno, soffrono, o temono di soffrire, questo sentimento, che arriva a toccare consistenti livelli di (instabile) emotività nel personaggio di Miyako.
L'aspetto grafico è l'altro biglietto da visita della serie, con i suoi giochi di luci e ombre, la particolare regia sempre attenta ad accompagnare i sentimenti dei personaggi tramite effetti cromatici e stilistici di svariato genere, bianco e nero, contorni fluorescenti, split/screen. A ciò si aggiunge un accompagnamento sonoro di grande spessore, con piano e violino a farne da padrone, tale da rendere "Ef" un'esperienza audiovisiva di forte impatto dal primo all'ultimo minuto.
Una certa prevedibilità narrativa per quanto concerne il triangolo di Hiro tale da farla sfigurare in confronto a quella di RenjixChihiro impedisce a "Ef" di raggiungere l'eccellenza, ma la breve durata (12 episodi) con conseguente mancanza di momenti morti rende la serie meritevole di attenzione, adatta a coloro in cerca di una, due storie di sicuro appeal romantico senza che queste scadano nel sentimentalismo più banale di altre commedie moderne e non, grazie ai suoi personaggi fragili, e umani. Degno.
La Voce delle Stelle
7.0/10
Recensione di dawnraptor
-
Premetto che non ho visto l'anime e non è detto che lo farò in seguito. Sempre in movimento il futuro è, per dirla col maestro Yoda. Ho letto il manga perché pareva fosse più approfondito dal punto di vista caratteriale e, da questo punto di vista, non sono stata delusa.
Poetica: questo è, forse, l'aggettivo che meglio definisce quest'opera. C'è poesia nel malinconico comprendere quanto si stia allontanando, più nel tempo che nello spazio, qualcosa che si vorrebbe vicino. Affrontando il tema dei paradossi temporali nei viaggi interstellari, "La voce delle stelle" ci regala uno spaccato un po' infantile e ingenuo dei possibili pensieri e percorsi di vita di due innamoratini divisi dagli anni-luce. Anzi, descrive il bizzarro nascere di un amore a distanza, perché i due ragazzini non si erano resi conto, al momento della partenza della ragazza, di amarsi. Vediamo quindi uno dei rari casi in cui la distanza, che qui è doppia, trattandosi di spazio e tempo, lungi dal distruggere un amore, lo fa sbocciare.
E' tutto molto delicato, sognante. Per una volta, non è la ragazza a rimanere a casa a struggersi per il suo uomo che parte per la battaglia: è invece lei che viene arruolata e dovrà combattere con un nuovo ambiente, pericoli alieni e il dubbio di essere stata dimenticata. Sarà il ragazzino a restare sulla terra e a diventare adulto, nei mesi e negli anni scanditi da messaggi al cellulare sempre più distanziati e sempre meno significativi, almeno in principio. Ma basterà che ciascuno, nella propria solitudine, abbia la conferma di essere ricordato, che ecco: nel deserto del freddo vuoto degli anni luce sboccerà l'amore.
Ci lasciano con la speranza che le cose finiscano bene, prima o poi: in fondo si tratta solo di aspettare. Peccato che uno svarione nelle ultime pagine rovini un po' tutta la storia: non si capisce perché un messaggio, che dovrebbe impiegarci quasi vent'anni, arrivi con immediatezza. E purtroppo, in una storia dove il fattore tempo è così essenziale, questa è una pecca imperdonabile.
Non bisogna però dimenticare che, oltre a questo tema dell'amore a doppia distanza, ne viene sviluppato un altro: la missione spaziale parte per raccogliere dati su una civiltà extraterrestre che viene vista come minaccia letale da distruggere, ma che in realtà potrebbe benissimo essere pacifica. Assistiamo quindi alla condanna della solita filosofia del "prima sparo e poi chiedo cosa vuole". E questa è decisamente una buona cosa.
Devo però ammettere che i disegni non mi hanno completamente soddisfatto: i tratti sono spesso abbozzati, gli sfondi abbastanza carenti. Insomma: dal punto di vista grafico non si può certo definirlo un capolavoro.
Tutto sommato, a mio modesto e personalissimo parere, considerata la grafica e lo svarione di cui sopra, non mi sentirei di dare più di 6,5. Ma, considerata quella che per me è una trama molto originale, per quanto spesso un pò ingenua, arrotonderò a 7.
Poetica: questo è, forse, l'aggettivo che meglio definisce quest'opera. C'è poesia nel malinconico comprendere quanto si stia allontanando, più nel tempo che nello spazio, qualcosa che si vorrebbe vicino. Affrontando il tema dei paradossi temporali nei viaggi interstellari, "La voce delle stelle" ci regala uno spaccato un po' infantile e ingenuo dei possibili pensieri e percorsi di vita di due innamoratini divisi dagli anni-luce. Anzi, descrive il bizzarro nascere di un amore a distanza, perché i due ragazzini non si erano resi conto, al momento della partenza della ragazza, di amarsi. Vediamo quindi uno dei rari casi in cui la distanza, che qui è doppia, trattandosi di spazio e tempo, lungi dal distruggere un amore, lo fa sbocciare.
E' tutto molto delicato, sognante. Per una volta, non è la ragazza a rimanere a casa a struggersi per il suo uomo che parte per la battaglia: è invece lei che viene arruolata e dovrà combattere con un nuovo ambiente, pericoli alieni e il dubbio di essere stata dimenticata. Sarà il ragazzino a restare sulla terra e a diventare adulto, nei mesi e negli anni scanditi da messaggi al cellulare sempre più distanziati e sempre meno significativi, almeno in principio. Ma basterà che ciascuno, nella propria solitudine, abbia la conferma di essere ricordato, che ecco: nel deserto del freddo vuoto degli anni luce sboccerà l'amore.
Ci lasciano con la speranza che le cose finiscano bene, prima o poi: in fondo si tratta solo di aspettare. Peccato che uno svarione nelle ultime pagine rovini un po' tutta la storia: non si capisce perché un messaggio, che dovrebbe impiegarci quasi vent'anni, arrivi con immediatezza. E purtroppo, in una storia dove il fattore tempo è così essenziale, questa è una pecca imperdonabile.
Non bisogna però dimenticare che, oltre a questo tema dell'amore a doppia distanza, ne viene sviluppato un altro: la missione spaziale parte per raccogliere dati su una civiltà extraterrestre che viene vista come minaccia letale da distruggere, ma che in realtà potrebbe benissimo essere pacifica. Assistiamo quindi alla condanna della solita filosofia del "prima sparo e poi chiedo cosa vuole". E questa è decisamente una buona cosa.
Devo però ammettere che i disegni non mi hanno completamente soddisfatto: i tratti sono spesso abbozzati, gli sfondi abbastanza carenti. Insomma: dal punto di vista grafico non si può certo definirlo un capolavoro.
Tutto sommato, a mio modesto e personalissimo parere, considerata la grafica e lo svarione di cui sopra, non mi sentirei di dare più di 6,5. Ma, considerata quella che per me è una trama molto originale, per quanto spesso un pò ingenua, arrotonderò a 7.
Hoshizora e kakaru hashi
6.5/10
Recensione di grandebonzo
-
Sono convinto che chiunque di voi, nella sventura di doversi trasferire in uno sperduto paese di campagna, lasciandosi alle spalle le comodità metropolitane, maledirebbe l'ingratitudine della sorte.
Sempre che non siate giapponesi, ovviamente, nel qual caso la bilancia della fortuna penderebbe decisamente dalla vostra parte: le aree rurali del bucolico entroterra del Paese del Sol Levante pullulano infatti di affascinanti ragazze, rigorosamente sexy e rigorosamente single.
Se inoltre, come accade a Kazuma Hoshino, protagonista dell'anime "Hoshizora e Kakaru Hashi", l'esilio forzato è dovuto ai problemi di salute del vostro androgino fratellino, le probabilità che queste bellezze locali si invaghiscano del premuroso 'oni-chan' salgono alle stelle. Come tessere del domino, sedotte dal vostro involontario fascino, cadranno tutte ai vostri piedi, sicché - beati voi! - non vi rimarrà che l'imbarazzo della scelta: ognuna diversa per statura, colore dei capelli, misura di reggiseno e personalità - dal maschiaccio all'introversa, dalla timida alla sportiva, dalla maggiorata provocante alla senpai dall'istinto materno - sarà impossibile non trovare fra di loro un'anima gemella con cui condividere una relazione amorosa.
Non sono necessari particolari sforzi ermeneutici per decifrare la natura di "Hoshizora e Kakaru Hashi", harem in piena regola la cui formula narrativa non si discosta molto dalle strade ampiamente battute da questo genere di animazione: un protagonista imbranato catapultato in un ambiente sconosciuto stracolmo di fanciulle ammiccanti, la scelta di una 'route' che lo porterà a innamorarsi di una di loro - con inevitabile disperazione delle altre - e il sospirato 'happy ending' finale.
L'originalità è chiaramente messa al bando, le situazioni proposte sanno di già visto, eppure, se come il sottoscritto non disdegnate questo tipo di commedia, potreste ugualmente trovare gradevole la visione del sopracitato anime, caratterizzato peraltro da qualche spunto degno di nota.
Da ammirare innanzitutto la sincera passione per la campagna e per le tradizioni a essa collegate, come traspare in maniera sintomatica dalla maniacale realizzazione dei fondali, nei quali, ai margini degli spazi plasmati dalle attività umane, emerge tumultuosa una natura lussureggiante e incontaminata.
Poi c'è il cast, ben assortito e privo di personalità inutilmente eccentriche, che in Ui, Madoka e Ibuki ha le sue attrici più carismatiche, personaggi energici e prorompenti capaci di rubare la scena all'anonimo protagonista maschile, di cui però - caso più unico che raro - ho approvato appieno le scelte sentimentali.
Infine, non va trascurato l'ottimo lavoro fatto sul comparto tecnico, decisamente di buona fattura, a testimonianza di una produzione accurata e attenta ai particolari, e di una regia che, scansando le secche del fanservice più fastidioso, ci presenta un prodotto elegante e dai toni pacati.
In dodici puntate segnate da ritmi piuttosto blandi - senza però evidenti cadute di tono - "Hoshizora e Kakaru Hashi" ci rende partecipi di una garbata storia d'amore, forse scontata nelle sue dinamiche, tuttavia estremamente coinvolgente, in un affascinante scorcio di Giappone dove, nelle notti estive più limpide, è ancora possibile stupirsi di fronte al ponte che conduce al cielo stellato.
Sempre che non siate giapponesi, ovviamente, nel qual caso la bilancia della fortuna penderebbe decisamente dalla vostra parte: le aree rurali del bucolico entroterra del Paese del Sol Levante pullulano infatti di affascinanti ragazze, rigorosamente sexy e rigorosamente single.
Se inoltre, come accade a Kazuma Hoshino, protagonista dell'anime "Hoshizora e Kakaru Hashi", l'esilio forzato è dovuto ai problemi di salute del vostro androgino fratellino, le probabilità che queste bellezze locali si invaghiscano del premuroso 'oni-chan' salgono alle stelle. Come tessere del domino, sedotte dal vostro involontario fascino, cadranno tutte ai vostri piedi, sicché - beati voi! - non vi rimarrà che l'imbarazzo della scelta: ognuna diversa per statura, colore dei capelli, misura di reggiseno e personalità - dal maschiaccio all'introversa, dalla timida alla sportiva, dalla maggiorata provocante alla senpai dall'istinto materno - sarà impossibile non trovare fra di loro un'anima gemella con cui condividere una relazione amorosa.
Non sono necessari particolari sforzi ermeneutici per decifrare la natura di "Hoshizora e Kakaru Hashi", harem in piena regola la cui formula narrativa non si discosta molto dalle strade ampiamente battute da questo genere di animazione: un protagonista imbranato catapultato in un ambiente sconosciuto stracolmo di fanciulle ammiccanti, la scelta di una 'route' che lo porterà a innamorarsi di una di loro - con inevitabile disperazione delle altre - e il sospirato 'happy ending' finale.
L'originalità è chiaramente messa al bando, le situazioni proposte sanno di già visto, eppure, se come il sottoscritto non disdegnate questo tipo di commedia, potreste ugualmente trovare gradevole la visione del sopracitato anime, caratterizzato peraltro da qualche spunto degno di nota.
Da ammirare innanzitutto la sincera passione per la campagna e per le tradizioni a essa collegate, come traspare in maniera sintomatica dalla maniacale realizzazione dei fondali, nei quali, ai margini degli spazi plasmati dalle attività umane, emerge tumultuosa una natura lussureggiante e incontaminata.
Poi c'è il cast, ben assortito e privo di personalità inutilmente eccentriche, che in Ui, Madoka e Ibuki ha le sue attrici più carismatiche, personaggi energici e prorompenti capaci di rubare la scena all'anonimo protagonista maschile, di cui però - caso più unico che raro - ho approvato appieno le scelte sentimentali.
Infine, non va trascurato l'ottimo lavoro fatto sul comparto tecnico, decisamente di buona fattura, a testimonianza di una produzione accurata e attenta ai particolari, e di una regia che, scansando le secche del fanservice più fastidioso, ci presenta un prodotto elegante e dai toni pacati.
In dodici puntate segnate da ritmi piuttosto blandi - senza però evidenti cadute di tono - "Hoshizora e Kakaru Hashi" ci rende partecipi di una garbata storia d'amore, forse scontata nelle sue dinamiche, tuttavia estremamente coinvolgente, in un affascinante scorcio di Giappone dove, nelle notti estive più limpide, è ancora possibile stupirsi di fronte al ponte che conduce al cielo stellato.
E io col cavolo che mi torturerò a proseguire la visione dell'ecchi più banale che abbia mai visto (ma sarà che ne ho visti pochi, e forse è meglio così)
Dei tre conosco solo Ef che ho apprezzato tantissimo. E' vero che il triangolo amoroso è un po' scontato, ma se ci si è passati per davvero in qualcosa di simile, diventa molto coinvolgente!
PS Mi pare che sia la seconda volta che A tale of memories appare in questa rubrica (mi sembra di aver già detto quella frase a proposito del triangolo
Gli altri due titoli non mi affascinano, soprattutto l'ecchi dalla 'banale trama', sicuramente lo taglierei dopo il primo episodio, conoscendomi! Comunque come sempre complimenti a tutti, finalmente tre recensioni buone senza troppi scandali o punti di discussioni accese.
Ef a tale of memories mi è piaciuto davvero tanto: a tratti delicato a tratti profondo e pieno di dramma . Poetico e trascinante. Concorde con la recensione.
Ma per " La voce delle stelle " non sono affatto d'accordo con la recensione.
citaz.
"Devo però ammettere che i disegni non mi hanno completamente soddisfatto: i tratti sono spesso abbozzati, gli sfondi abbastanza carenti. Insomma: dal punto di vista grafico non si può certo definirlo un capolavoro."
E' ovvio che il recensore non sa che Shinkai ha fatto quest'opera con un mac da 500 euro parecchi anni fa , facendo tutto da solo, DA SOLO.
I disegni sono superbi , le scenografie superlative ed il messaggio triste e profondo dell'anime è molto significativo.
La voce delle stelle non lo conosco e non m'interessa.
L'ultimo l'ho messo tra le opere da visionare ma con una bassa priorità rispetto a tanti altri.
Mi incuriosisce Hoshizora per il chara design, ma gli Ecchi/sentimentali non fanno per me, percio passo.
@Neosephiroth: guarda che si parla del manga "la voce delle stelle", non il cortometraggio...
Condivido in pieno il parere su Ef, soprattutto quando si mette l'accento sul fatto che la storia del triangolo amoroso risulti essere, una volta messa a confronto con la seconda metà dell'opera, il vero e proprio tallone d'achille della serie (e non perchè di per sè sia orribile, ma semplicemente perchè l'altra ha un'intensità di tutt'altro calibro).
Voto più che giusto, un vero must assieme al suo seguito!
Su la Voce delle Stelle (manga) non posso esprimermi anche se mi interessa da un bel po', soprattutto nella versione manga+dvd dell'anime...
Hoshizora ero convinto di averlo recensito, mentre ho solo spolliciato alcuni episodi... la serie più trascurabile della sua stagione. Colori favolosi e fondali buonissimi. L'harem ci stava anche e i toni pacati degli episodi non potevano far finire in modo peggiore la serie in modo che più forzato non si può (le ragazze interessate si tirano indietro, strano eh, all'ultimo facendosene una ragione quando hanno ancora possibilità e spingono i due protagonisti a fare quella forzatura immane di quel festival da cui prende il nome la serie).
Forse non l'ho recensito perché il voto poteva andare in base alla mood del giorno: da un 7 regalatissimo a un "pesante" 4 (alla fine gli episodi prima erano carini e la grafica godibilissima e piacevole)
Le altre serie analizzate non le conosco ma è curioso come grandebonzo riesca a rendere elegante anche una recensione su un titolo di que genere.
Parlando del manga "La voce delle stelle", credo che dovrò punirmi in qualche modo, visto che non ero a conoscenza della sua esistenza nonostante io sia un amante dell'omonimo anime di Shinkai.
Non credo che "Hoshizora e kakaru hashi" possa soddisfare i miei gusti, quindi non lo guarderò. Nonostante questo, come al solito trovo davvero ben scritta la recensione di grandebonzo, al quale faccio i miei complimenti.
A grandebonzo faccio I miei complimenti come sempre,io sono tra coloro che hanno lasciato la citta'per la campagna ma la mia vita nn si e'trasfformata in un ecchi harem come accade negli anime
E quoto Arashi84, "A tale of Melodies" è altrettanto ben fatto, sebbene abbia un taglio decisamente più adulto.
Sono sorpreso, anche se contento, che la mia recensione di Hoshizora sia stata pubbblicata. Dopo tutto è un titolo non particolarmente degno di essere ricordato, anche se una volta lo si può guardare più che volentieri. Si distingue sicuramente dal punto di vista grafico, mentre la storia è piuttosto prevedibile. Ho visto che alcuni lo snobbano a priori in quanto facente parte del genere ecchi. Non voglio farvi cambiare opinione ma, seppur tratto da un eroge, l'anime in sé non é né volgare né particolarmente spinto. Qualche scena ammiccante, ma niente di più; per il resto si mantiene su binari piuttosto tranquilli, evitando quasi del tutto il fanservice più inutile.
@Ironic: pensa, io sono lomellino, abituato alla campagna e alle terre coltivate a risaie (e forse è per questo che mi sono piaciute molto le ambientazioni di Hoshizora, quasi famigliari). Ma nemmeno a me la gioventù ha riservato il piacere di uno stuolo di ragazze innamorate (tranne mia moglie, ovviamente). Fossimo nati in Giappone...
Hoshi no Koe è l'unica opera che mi manca del maestro Shinkai, prima o poi la recupererò.
Dare 7 a Hoshizora è un insulto al genere harem; ormai sono molti anni che non si vede più nulla di nuovo, e di decente, in questo genere (che già di per sé sfoggia molto, ma molto raramente dei capolavori), ma Hoshizora è veramente brutto. A star larghi (ma molto larghi), per me è al massimo un 5.
@Mitsuki: cosa c'è di inusuale in una ragazza con la benda sull'occhio? E' un tipo di chara addirittura abusato nell'animazione giapponese.
Si infatti ho notato subito dopo che si trattava del manga e vabbè ormai è andata così.
Lo straconsiglio sicuramente a tutti, sia amanti delle serie sentimentali che non!
La voce delle stelle è nella mia wishlist da un po', mentre Hoshizora e kakaru hashi, oltre ad avere un chara a mio parere dozzinale e fastidioso, non è assolutamente il mio genere.
Cmq sia il recensore dice che i disegni sono abbozzati...eh!? L ha disegnato Sahara Mizu, dice niente?Forse è poco conosciuta, ma quello è il suo stile di disegno che a me personalmente piace da impazzire...
Non si può non riconoscere poi l'ottima fattura degli sfondi e delle sue ambientazioni.
Concordo poi con il grandebonzo in merito all'efebico loli-fratellino
I disegni però io li trovo bellissimi, anche più affasciannti del cortometraggio.
PS: Mi sto spaventando di quanto sia d'accordo col messere ultimamente...
non si capisce perché un messaggio, che dovrebbe impiegarci quasi vent'anni, arrivi con immediatezza. E purtroppo, in una storia dove il fattore tempo è così essenziale, questa è una pecca imperdonabile.
però ho visto solo il cortometraggio, e un sacco di tempo fa. Se qualcuno gentilmente potesse chiarire, ovviamente sotto spoiler, gli/le sarei infinitamente grata
@Neosephiroth: era solo per chiarezza, non è successo niente di grave
I disegni di Mizu Sahara li ho sempre apprezzati, hanno un che di delicato, quel che manca in dettaglio lo compensa l'espressività del tratto.
Sull'imprecisione temporale citata dal recensore non concordo: che vi sia un metodo di "comunicazione ad alta velocità" tra la Terra e lo spazio è assodato (basti pensare che all'astronave giunge quasi in tempo reale la lista degli aspiranti nuovi membri) solo che quel canale viene riservato alle comunicazioni ufficiali, mentre i messaggi personali seguono la "linea ordinaria" lenta (come la differenza tra un telegramma ed una lettera nei tempi passati); il fatto che la mail di Nagamine raggiunga Noboru prima del tempo, quindi, può essere spiegato con il fatto che sull'astronave, essendo impossibilitati a muoversi, abbiano concesso ai piloti l'accesso alle comunicazioni ad alta velocità e/o che abbiano inviato i messaggi personali ed ufficiali in un unico blocco per risparmiare energia.
Nel manga la questione non viene chiarita, vero, ma non può essere considerato "un errore" o una contraddizione palese, dato che la possibilità di operare comunicazioni rapide era stata precedentemente mostrata...
Quando decido di visionare un anime, non limito la mia scelta a quelli in cui si punta dichiaratamente sull'originalità, magari ricercata ad ogni costo e in maniera artificiosa; un prodotto come Hoshizora può assolvere benissimo il suo compito - ovvero fornire un intrattenimento non impegnativo - pur ricalcando i soliti cliché e pur lasciando trasparire come finirà sin dalla prima puntata.
L'harem mi diverte, le atmosfere mi sono piaciute, il cast femminile l'ho trovato simpatico, tecnicamente è buono: se vogliamo proprio tradurre in numeri tutto ciò, nel mio metro di giudizio è un 7. Non lo considero un capolavoro, ma nemmeno un'offesa al mondo degli anime.
Ma dove ho detto io che non me piace? Manco l'ho visto ancora... a volte mi pare di parlare arabo. Chiedevo solo come si può mettere 7 ad un anime che si recensisce in maniera piuttosto negativa, almeno stando alla recensione, visto che gli unici punti a favore sembravano la grafica ed alcuni personaggi.
Le motivazioni del mio voto spero di averle chiarite nel post precedente.
secondo il mio modesto parere il triangolo tra Kei-Hiro- Miyako non è da sottovalutare perchè non è raccontato in modo banale ma descrive molto bene i vari problemi, paure e difficoltà dei ragazzi.
de "la voce delle stelle" ho visto solo il lungometraggio ma non mi è piaciuto particolarmente
l'altro non lo conosco e non mi interessa
Complimenti agli autori!
E devo ammettere che nessuna di questi, a prima vista, mi entusiasma eccessivamente. Probabilmente, darò solo uno sguardo a La voce delle stelle. Il character design degli altri due non mi convince, ahimè. Vivi complimenti ai recensori.
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