Proponiamo qui di seguito la prima parte di una lunga intervista ad Alex Bertani, marketing manager di Panini Comics, che noi di AnimeClick.it ringraziamo per la cortesia e la disponibilità dimostrate.
 
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1- Ciao Alex, ti va di presentarti ai lettori di AnimeClick.it?
Si certo, anche se tantissimo da dire non c’è, ho iniziato nel ’94 come assistente nel marketing dell’allora Marvel Italia e dopo 3 anni circa sono andato a dirigere Pan Distribuzione, la divisione distributiva di Panini, ruolo che ho svolto per 11 anni. Da ormai 4 anni invece sono rientrato al mio primo (e grande) amore come marketing manager di Panini Comics. Tutto sommato però preferisco presentarmi come un “onnivoro” divoratore di fumetti, abitudine che ho fin dalla prima infanzia, prima ancora di imparare a leggere.

2- Da quando sei a capo dell’ufficio marketing, quali priorità ed obbiettivi ti sei imposto per quel che riguarda le politiche editoriali di Planet Manga?
Ohi, che risposta difficile... Planet Manga è storicamente un editore dalla vocazione popular, l’obiettivo è riuscire il più possibile a combinare le ovvie esigenze di profittabilità dell’azienda (inutile essere ipocriti) con la maggiore soddisfazione dei lettori, ma altrettanto importante per noi è anche riuscire a diffondere sempre più un medium che per noi è spesso prima passione che lavoro. Purtroppo non sempre le cose sono combinabili o non sempre le scelte fatte hanno dato i risultati attesi, ma, nessuno ce lo può negare, continuiamo a cercare correttivi e innovazioni, tutto si può dire tranne che siamo un editore statico. Va anche detto che la profonda crisi economica che stiamo attraversando ha sicuramente complicato le cose

3- Ogni editore ha scelto una propria strategia per contrastare la crisi in atto. Voi pare abbiate puntato ad un incremento del numero di pubblicazioni mensili e, di conseguenza, della presenza sugli scaffali. Questa linea editoriale ha dato i suoi frutti? Ti va di fare un piccolo bilancio dell'anno appena concluso?
La cosa non è stata così “studiata” come potrebbe sembrare, l’incremento della nostra produzione è stato generato più dal grande entusiasmo con cui tutte le diverse anime delle redazione hanno selezionato in quantità (in genere innamorandosene) titoli usciti in Giappone, ma, in tutta onestà, anche e soprattutto dalla risposta dei nostri lettori che, e di questi tempi è stata una sorpresa anche per noi, hanno continuato fedelmente a seguire le nostre pubblicazioni e a chiederci/proporci nuove serie con un attaccamento in parte inaspettato ( …almeno leggendo gli interventi sul vostro sito :-) )

4- Il manga che per anni è stato un prodotto dal prezzo popolare e largamente diffuso, è ormai diventato un bene di lusso destinato ad una nicchia di appassionati.
Le stesse edizioni pregiate erano un'eccezione fino a qualche anno fa, e comunque ad appannaggio di poche case editrici "specializzate"; oggi invece proliferano nei cataloghi di tutti gli editori, a scapito delle edizioni economiche (che poi tanto economiche non sono più).
Questo cambio di rotta è dipeso da esigenze di mercato o dai gusti dei lettori che si sono fatti più esigenti?

Vero. Una tendenza innegabile (e anche noi abbiamo fatto la nostra parte). Indubbio che i lettori di oggi siano molto più esigenti di un tempo, tutti gli editori hanno cercato di qualificare il proprio lavoro con edizioni di lusso, materiali pregiati, confezioni appariscenti… giocoforza più costose e con diffusioni più limitate. Non ho mai amato tanto questa tendenza, anche per storia mia sono più per un fumetto “popular”, per edizioni più “spartane” da leggere, rileggere e vivere fino in fondo più che da tenere come un gioiello sotto una teca di vetro, ma è solo un’opinione personale. Se può interessare la nostra tendenza per il 2013 sarà però quella di tornare, gradualmente, a dare più spazio alle edizioni da edicola. Crisi a parte credo non dobbiamo perdere di vista l’importante funzione di “semina” e di crescita di nuovi piccoli lettori… e quelli li peschi soprattutto in edicola con le edizioni più economiche.

5- Com’è stato ridefinito il ruolo delle edicole e delle fumetterie negli ultimi anni? L'impressione è che oramai venga preferita sempre più la distribuzione nel circuito delle fumetterie, a scapito di quello delle edicole. È anche questo un sintomo della contrazione del mercato? Quale ruolo avranno queste due realtà nell’immediato futuro per voi?
Beh, il fumetto, in edicola, vive ormai da decenni un problema di visibilità e di rintracciabilità enorme, schiacciato com’è da realtà editoriali più forti e meglio distribuite. E’ inevitabile per gli editori puntare sempre di più sulle fumetterie, le uniche a svolgere un importante lavoro di promozione, diffusione e valorizzazione del fumetto. Se in Italia all’inizio degli anni ’90 non si fosse iniziato a sviluppare il circuito delle librerie specializzate oggi un certo tipo di fumetto non sarebbe la realtà che è diventata e molti lettori di oggi non esisterebbero o si sarebbero persi per strada. Onore al merito dei primi che ebbero questa intuizione e dei tanti librai che quotidianamente con il loro invisibile lavoro sostengono l’intero settore.

6- Anche i vostri volumi da edicola negli ultimi mesi son diventati più “cicciottelli”, pur mantenendo lo stesso numero di pagine. Come mai questo ingrassamento? Quale dovrebbe essere il vantaggio di avere un volume che, a parità di pagine, occupa quasi il doppio dello spazio?
I più maliziosi sostengono si sia trattato di un escamotage per giustificare l’aumento dei prezzi di copertina agli occhi del lettore occasionale/distratto che crede così di acquistare “più roba”; dubbio alimentato dal fatto che i volumi Planet Manga non hanno pagine numerate.

Le cose non sono correlate: l’aumento di prezzo era stato budgettato a fine 2011, adeguava prezzi fermi da ormai 5 anni (citatemi un qualsiasi prodotto che, di questi tempi, non sia aumentato di prezzo per 5 anni filati). Il cambio della carta rientra invece nel processo di ricerca di un prodotto qualitativamente superiore, la nuova carta, essendo più spessa, è meno trasparente (per anni i lettori si sono lamentati di questo) ha un punto di bianco maggiore e non presenta più le oscillazioni di colore e le piccole impurità tipiche della vecchia carta gabbiano (che a me peraltro piaceva un sacco). Tutte cose che per anni alcuni lettori ci hanno vivacemente contestato. Il costo della nuova carta, anche se più “voluminosa”, è in linea con la vecchia e non ha determinato nessun aumento di costo (lievitato invece per mille altri motivi). Avremmo voluto fare una introduzione più graduale (solo sulle nuove serie) ma il fallimento improvviso della vecchia cartiera ci ha costretti ad una scelta drastica. Di questo purtroppo i lettori hanno un po’ ragione a lamentarsi. Resta il fatto che il nuovo prodotto è qualitativamente superiore al precedente.

7- Pur sottolineando il fatto che tale aumento di volume ha riguardato anche i manga da edicola della concorrenza, come mai i vostri sono gli unici così rigidi da risultare difficilmente sfogliabili?
Non sempre in realtà, è un problema che abbiamo in particolare su alcune uscite. E’ paradossale per certi versi, ma il passaggio ad un cartoncino di copertina più bello (più spesso e meno delicato...) ha finito con l’accentuare questo problema. Nel corso del 2013 dovremmo gradualmente rinnovare parte del nostro parco fornitori adottando un tipo di stampa (detta “in fibra”) che azzererà questo problema, già abbiamo fatto alcuni esperimenti su alcuni numeri di BeyBlade e dell’Uomo Tigre. Ci vorrà però un po’ di tempo, molti accordi di fornitura e commesse sono già siglati da tempo. Va anche detto che si tratta di un problema che si registra soprattutto nell’immediato, col passare del tempo il fumetto tende a diventare maggiormente elastico alle sollecitazioni della lettura.

8- L'esperimento delle bunko, edizioni in piccolo formato (10,5 cm x 15 cm), con Hime-chan no Ribbon prima e con Cybernonno G poi, che riscontro ha avuto finora presso il pubblico? Con che criteri decidete che titoli proporre in tale formato? Ad esempio c’è un motivo particolare che vi ha spinto a scegliere questa soluzione per l’imminente Yawara! piuttosto che optare per un’edizione alla Happy! o Monster Deluxe, manga dello stesso autore?
Il riscontro della “bunkoban” è buono, piace molto, alcuni si lamentano del prezzo che sembra alto rispetto alle dimensioni ma in realtà il costo di stampa è simile se non superiore a quello di un volume di dimensioni maggiori (le bunkoban in genere usano la carta patinata). Il più delle volte sono i giapponesi stessi che ti consigliano o indirizzano verso qualche edizione già esistente. Realizzare edizioni simili a quelle già editate in Giappone accorcia spesso tempi ed approvazioni.

9- Come mai avete pensato di adottare la carta calandrata (quella che di solito si utilizza per le riviste, per intenderci) per edizioni come quella di Cybernonno G? In un certo senso rappresenta una soluzione agli antipodi se la confrontiamo coi volumi da edicola: anche se lo spessore è quello di un normale volume da 180 pagine, questo ne contiene in realtà il doppio. Yawara! Avrà lo stesso tipo di carta?
Si, anche Yawara! avrà lo stesso tipo di carta. Abbiamo cercato di standardizzare le nostre “bunkoban” sul modello di “Hime-chan no Ribbon” che era stato apprezzato.
 
Panini Bunko - Hime-chan no RibbonPanini Bunko - Cybernonno GPanini Bunko - Yawara!

10- Ci illustreresti come decidete le caratteristiche che avrà un'edizione? Come si giunge insomma ad un determinato prezzo di copertina, alla scelta di determinati materiali ed extra? E quanto queste scelte influiscono sul riscontro di pubblico e la successiva vita editoriale di una pubblicazione?
Non c’è una regola: nel corso del 2012 abbiamo cercato di standardizzare maggiormente alcuni formati: quello economico per l’edicola con un certo tipo di carta e di confezione e quello da libreria con carta più pregiata pagine a colori ecc... il più delle volte cerchiamo di ricadere in questi format, In altri casi invece se esistono delle edizioni particolari (bunkoban, kanzenban, ecc…) semplicemente cloniamo quella estera cercando di avvicinarci il più possibile con le materie prime disponibili qui in Europa, altre volte (più raramente) diventiamo creativi e, soprattutto sulle “Edizioni Deluxe” ci inventiamo noi qualche edizione “made in Italy” (copertine particolari, edizioni più paginate, formati extra, ecc…). Riguardo al pubblico credo che l’unica vera linea di demarcazione sia il prezzo: esiste un pubblico che vorrebbe sempre edizioni lussuose a costo di pagarle di più, una parte più corposa preferisce invece, per ovvi motivi, edizioni più economiche.

11- Escludendo le pubblicazioni da edicola dove vi è una sostanziale uniformità tra gli editori, i vostri albi sono mediamente ritenuti troppo costosi dai lettori. Soprattutto prendendo in esame il normale tankobon da fumetteria, è lampante la differenza in eccesso anche di uno o due euro rispetto ai vostri competitor, nonostante spesso manchino anche particolari extra come le pagine a colori.
Da cosa dipende questa differenza nei prezzi? Non vi penalizzano, rendendovi poco competitivi, in questi tempi di vacche magre?

Il nostro formato da libreria si standardizzerà definitivamente sui 6,50 €: sovraccoperta + carta interni bianca pregiata + riproposizione di tutte le pagine a colori presenti sul tankobon originale (in genere su carta patinata). I prezzi superiori (7 € - 7,50 €) sono stati usati quando erano presenti particolari enhancement di copertina tipo cover a sbalzo, sovracoperte con carte particolarmente pregiate, ecc… Avendo letto di lamentele dei lettori per i prezzi alti (e considerato anche il periodo) abbiamo deciso in linea di massima di abbandonare in futuro questo tipo di prodotti.
Prezzi superiori rimarranno tendenzialmente solo ad edizioni extralarge (i 7,90 di City Hunter, Occhi di gatto, ecc…) oppure per prodotti superpaginati (Eden, Blame, Monster, ecc…) che presentano però in ogni volume 2 tankobon. Faccio comunque presente che nella maggior parte dei casi si tratta di collane che hanno già avuto una pubblicazione in formati più economici.

12- Cosa c'è dietro il prezzo di copertina di un volume? Mediamente, in che percentuale influiscono su di esso fattori come licenza, traduzione, adattamento e lettering, materiali, stampa, distribuzione ecc?
Immaginiamo sia una forzatura tentare di generalizzare accorpando, ad esempio, titoli da fumetteria e da edicola, ma riusciresti comunque a stimare delle percentuali, giusto per darci un’idea?

Il costo principale è la distribuzione (che assorbe in genere oltre la metà del prezzo di copertina) la restante parte va divisa tra i diritti, costo di carta e stampa (che è quello che negli ultimi anni ha strozzato un po’ tutti gli editori con rincari importanti) e tutti i costi editoriali (lettering, traduzione, acquisto materiali, ecc…) che è un costo fisso, quindi molto più “pesante” sugli albi con basse tirature.
A questo punto non vanno dimenticati i costi fissi (gli stipendi, le utenze, i costi di struttura, ecc…) A volte avverto la percezione esterna che fare l’editore di “fumetti di nicchia” come i nostri sia un’attività molto remunerativa, in realtà il nostro, rispetto a tanti altri, è un settore tendenzialmente più “povero”. Con questo sia chiaro che come Panini non possiamo certo lamentarci.

13- La “variant cover” che è un concetto tutto americano nato più di un ventennio fa, ha una sua ragion d’essere se applicato ai manga oggi? Che riscontro sta avendo?
Buono. Esiste una fetta di lettori che ama la possibilità di possedere qualche rarità o qualche fumetto speciale, che magari aumenti di valore nel tempo. I lettori (e anche il trade) continuano a chiederli. Personalmente non sono la mia priorità, ma andando incontro alle indicazioni che arrivano dal mercato non ci tiriamo indietro, cercando di non abusarne, credo alla lunga il rischio sia di stancare.

14- Oggi in Italia si vendono più fumetti orientali o americani? È sempre stato così?
Complessivamente quelli orientali. Se guardiamo invece le singole testate i manga hanno alcune punte di eccellenza (Naruto, One Piece, Soul Eater, ecc…) ma come dati medi le testate americane (soprattutto Marvel) vendono molto più di quelle giapponesi. Oltretutto l’americano, grazie anche ai film, sta vivendo una stagione di grande ripresa e crescita.

15- Di recente abbiamo assistito ad una ridefinizione del panorama della distribuzione con la scesa in campo di un ulteriore polo distributivo, Messaggerie Libri, leader nella gran distribuzione delle librerie di varia, ed al rinvigorirsi di Alastor grazie al traino dei prodotti DC Comics.
Quali sono state le ragioni di questa migrazione da Pan Distribuzione, e quali ripercussioni ha avuto su di voi?

Credo che per correttezza la domanda sulla “migrazione” vada girata ai diretti interessati che sicuramente hanno più elementi di me, potrei fare solo speculazioni poco documentate. Su Panini Comics non ho misurato conseguenze significative, Pan (lo so per esperienza :-) ) è un distributore efficiente e in grado di svolgere un’efficace azione commerciale e di promozione del fumetto. Come Panini Comics/Planet Manga sono stracontento del lavoro dei ragazzi di Pan, esattamente come lo ero prima di queste ultime evoluzioni del mercato distributivo. Giuro che non è una risposta “di scuderia”.

16- Particolare scalpore ha suscitato il caso Pandora Hearts, titolo che annunciaste ufficialmente, salvo poi tornare sui vostri passi comunicando che non sarebbe stata Planet Manga a pubblicarlo, come infatti è accaduto.
Ma non esisteva già un contratto firmato? Potremmo sapere quali sono i retroscena della vicenda, o siamo troppo indiscreti?

Nessun segreto. Il titolo ci era stato confermato e ci era stata data autorizzazione scritta ad annunciarlo. Tuttavia mancava ancora la firma sul contratto, poi per una serie di disguidi alla fine l’editore originale ha preferito non confermarcelo e affidarlo ad un altro editore.
Nella vita a volte si vince a volte no e credo sia inutile girarci attorno questa è una “partita” che abbiamo perso e male, il titolo ci piaceva. Come dopo ogni sconfitta però è nostra abitudine iniziare subito a concentrarci sulle partite successive, il campionato è lungo… anzi… il nostro non finisce mai.

17- Aver a che fare con gli editori giapponesi è notoriamente cosa tutt’altro che semplice. Quali sono le difficoltà tipiche nel relazionarsi con i colleghi nipponici? È vero che in redazione avete dedicato un'intera stanza al contenimento di cartelloni, uno per editore, che riportano l'elenco di tutto ciò che ogni editore non gradisce? Qual è stato l'editore o l'autore giapponese più difficile da accontentare? Hai qualche aneddoto?
Una stanza dedicata vera e propria no, ma per qualche tempo i cartelloni li abbiamo avuti davvero! :-) In realtà più che altro credo ci sia un tema di culture, abitudini e panorami editoriali di riferimento a volte molto diversi, capita che ci sia la necessità di far comprendere ai licenzianti quali sono le esigenze dei nostri mercati e le abitudini dei nostri lettori. Panini lavora praticamente con tutti gli editori giapponesi, con gli anni abbiamo ormai imparato a conoscerne esigenze e aspettative. Il loro comune denominatore, è innegabile, rimane comunque sempre l’estremo rispetto e amore che portano ai loro fumetti (noi occidentali in questo abbiamo da imparare...) molte di quelle che possono sembrare delle rigidità fotografano a volte solo la semplice paura che le edizioni internazionali sminuiscano o non rendano appieno il valore delle collane originali.
 
つづく...

Termina qui la prima parte dell'intervista ad Alex Bertani. Continuate a seguirci visto che a breve vi proporremo la seconda tranche di domande e risposte.