Ad appena due mesi dalla recensione di Tacchan di Kajimunugatai - Racconti di vita e di morte portati dal vento, apprezzato albo della D/Visual, mi ritrovo a scrivere di un’altra perla di questa casa editrice: Hoshi no Koe, La voce delle Stelle di Mizu Sahara.
Tratto dal cortometraggio, famoso in tutto il mondo per la sua realizzazione "casalinga", di Makoto Shinkai, Hoshi no Koe narra la tormentata storia d'amore tra Noboru e Mikako, due ragazzi che non si possono godere il loro amore dai tratti tipicamente adolescenziale siccome Mikako parte per lo spazio per allenarsi all'uso dei Tracer, robot che dovranno scontrarsi con i Tharsiani, popolazione aliena di cui i terrestri non sanno niente.
Vista la lontananza che divide i due, l'unico modo che rimane a loro per sentirsi è la posta elettronica ma l'aumento continuo della distanza spazio temporale fa si che i messaggi che prima venivano recapitati in poche ore possano metterci giorni e addirittura anni per giungere a destinazione.
Cosa produrrà questo problema di comunicazione? I due riusciranno a restare "uniti"?

Hoshie no Koe è la prima opera di Mizu Sahara ad essere pubblicata in Italia ma dalle abilità emerse in quest'albo mi è difficile credere che questa sia l'opera prima dell'autrice.
Un particolare interessante è la maestria dell’autrice nel rappresentare i volti non solo esteticamente belli ma, soprattutto, di far emergere con chiarezza dalle espressioni dei personaggi i sentimenti che stanno provando.
Degno d'attenzione è anche la struttura narrativa che non è solo intrecciata sul piano temporale, sono numerosi i flaskback, ma vi è anche un intreccio per quanto riguarda la voce narrante che è sia quella di Noboru sia quella di Mikako così da rendere il manga ancora più coinvolgente.
Vi è poi il lato citazionista di Hoshie no Koe, immagino che nel costruire questa storia Makoto Shinkai abbia volutamente inserito alcuni elementi presi da altre serie robotiche, come ad esempio da Gunbuster il problema del tempo, da Nadesico alcuni elementi della popolazione aliena e da Gundam il problema se il nemico rappresenta davvero un'entità malvagia e il far pilotare robot a ragazzini.
E' importante comunque rilevare come questo manga non ha solo aspetti positivi ma anche di negativi come la caratterizzazione dei due personaggi principali che forse per la relativa brevità che contraddistingue un volume autoconclusivo o per l'interesse dell'autore nel rappresentare solo l'aspetto affettivo di questa storia sono poco delineati psicologicamente, tanto da risultare quasi piatti.

Insomma, Hoshie no Koe non è un capolavoro ma è un manga di cui consiglio la lettura per il suo lato dolciastro perchè cosa mi stupisce è come l'autrice riesca a rappresentare una banale storia d'amore a distanza, con l'aggiunta di qualche elemento tecnologico che la differenzia un po’ dai prodotti di questo genere, donandogli una freschezza che difficilmente ci si potrebbe aspettare e che riesce a rendere questa storia davvero struggente.

Per quanto riguarda l'edizione di questo fumetto c'è poco da dire, la D/Visual è una spanna sopra le altre case editrici italiane.
La sovracopertina in carta dura, l'albo solido e resistente, le pagine a colori su carta patinata, la carta bianca e spessa che tiene perfettamente il nero rendono questo albo una gioia per gli occhi che vale i tutti i 6,20 euro di copertina.