Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi ci dedichiamo a riproposizioni moderne di vecchi classici: Ken il guerriero - La leggenda di Toki, Terra e... e Yamato 2199.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


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"Ken il guerriero - La leggenda di Toki" è il quarto capitolo dell'opera "Ken il Guerriero - La leggenda" ed il secondo OAV realizzato dopo il film "la Leggenda di Raoul", ma che ripercorre cronologicamente gli eventi avvenuti prima di quest'ultimo, approfondendo la trama generale dell'intera opera.
Con l'OAV de "La leggenda di Julia" e il film "La leggenda di Raoul" avevo avvertito un calo e iniziato a perdere così un po' di fiducia nell'intero progetto di rivisitazione della serie classica ma, dopo la visione di questo nuovo OAV, sono rimasto soddisfatto dal prodotto finale, il quale riesce a rialzare il livello di questa pentalogia dopo due capitoli, per me, non molto brillanti.

La storia ripercorre le vicende legate a Toki, un personaggio molto apprezzato e amato dai fan di questo titolo, e lo fa in maniera molto piacevole e con alcuni momenti emozionanti, mostrandoci un buon combattimento sul finale che, pero', rimane sempre meno entusiasmante rispetto ai combattimenti che mi sono ritrovato a leggere nel manga.
Questo nuovo capitolo, da quanto ho potuto vedere, ha saputo dare un particolare fascino al personaggio di Toki, donandogli praticamente un carisma da vero missionario che, mettendo da parte la sua malattia e utilizzando la sua conoscenza degli Tsubo per fare il bene del prossimo, ha deciso di assistere i malati di questo mondo post-atomico, caduto vittima della follia e della violenza umana. Toki risulta cosi una figura benevola, diversa dalle altre e che strizza l'occhio, almeno per me, alla filosofia cristiana, ma ovviamente è solo un'impressione personalissima.
In pratica, assisteremo ad una storia particolare con dei forti valori di fondo e che non vuole concentrarsi sui combattimenti, ma specialmente e unicamente sulla figura di Toki, donandogli ampio spazio e caratterizzandolo per bene grazie a riusciti flash-back inediti e non.

Devo dire che, a differenza dell'OAV dedicato a Julia, questo vanta un livello tecnico paragonabile a quello visto nei due film precedenti, superandolo. Il chara-design è stato reso molto più vicino al tratto del talentuoso Tetsuo Hara, distaccandosi da quello visto nel resto della pentalogia, ed è privo di cali qualitativi e di dettaglio durante le scene movimentate o nelle inquadrature a campo lungo: un problema ricorrente nei primi tre capitoli. Insomma, un design che mi è molto piaciuto, poiché l'ho trovato molto più vicino all'originale e sopratutto più curato.
Le animazioni si sono dimostrate molto buone e forse anche migliori di quanto ho visto in precedenza.
Le OST continuano ad essere ottime e sempre adatte alla vicenda narrata, rappresentando uno dei punti positivi dell'intera produzione.
In pratica, ci ritroviamo davanti ad un ottimo livello tecnico che, sono certo, non deluderà gli appassionati di Kenshiro.

Ritornando sul doppiaggio italiano, questo è rimasto invariato anzi, potremmo gustarci maggiormente le notevoli doti del bravissimo Ivo De Palma che saprà ben caratterizzare il personaggio di Toki. Lorenzo Scattorin, come richiesto dal copione, si sentirà meno del solito riconfermandosi comunque come un ottimo Kenshiro; mentre Dario Oppido continuerà a donare una forte impronta sul personaggio di Raoul.

Quindi ci si ritrova di fronte a un OAV molto piacevole che sa essere emozionante e che, a differenza dei due ultimi capitoli, non annoia apparendo più riuscito e fluido nella narrazione e nell'ambientazione, la quale non sembra essere lo sfondo di un mondo medioevale, rischiando di andare in contrasto con quanto visto nel manga, bensì rappresenta un mondo che è stato sconvolto da una terribile guerra nucleare rimanendo, in tal modo, più fedele alla contro-parte cartacea.
Insomma, un buon prodotto che consiglio.



8.0/10
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"Toward the Terra" è un anime di fantascienza davvero unico nel suo genere, con una fortissima componente psicologica e un livello di coinvolgimento dello spettatore davvero ad alti livelli.

La storia è ambientata in un futuro lontano in cui l'uomo ha abbandonato la Terra per trasferirsi su altri pianeti controllati strettamente dal governo centrale, il quale fa affidamento su un potentissimo computer centrale, la Grande Madre, che regola tutte le attività dell'umanità.
Tra gli esseri umani si è diffusa anche un'altra specie, i Mu, persone dotate di poteri psionici di là da ogni immaginazione. Essi, però, sono perseguitati dal Consiglio e dalla Grande Madre, al punto da essere giustiziati non appena essi vengano individuati.
Il protagonista della vicenda è un giovane ragazzo di nome Jomy, che, come tutti coloro che entrano in età adulta, è in procinto di sottoporsi al test di maturità. Tale test, però, è in realtà un modo della Grande Madre per tenere sotto controllo gli umani e governarli senza problemi, cancellando loro la memoria e ogni ricordo passato. Jomy, però, si oppone a tale sorte, scoprendo così di essere lui stesso un Mu, e con l'aiuto di uno sconosciuto che si scoprirà poi essere Soldier Blue, il capo dei Mu, riesce a scappare dal suo pianeta e raggiungere la navicella dove sono rifugiati tutti i Mu sopravvissuti alla persecuzione degli umani. Inizialmente, Jomy ha notevoli difficoltà ad ambientarsi tra quelli che lui non sente come suoi simili, ma l'odio dell'umanità verso la sua razza e le persecuzioni continue di essa lo spingono a rimanere con loro e, in breve tempo, a diventare la loro guida. Il resto dell'anime narra, così, la storia dei Mu, il loro tentativo di vivere in pace, lontani dagli umani e dalle loro persecuzioni, e l'odio sempre più crescente dei secondi che vogliono a tutti i costi sterminare questa razza e i loro poteri. Il tutto, seguendo sempre un grande sogno che accomuna quasi tutti i Mu, quello di riuscire finalmente a tornare al loro pianeta d'origine, la Terra.

La cosa che più colpisce di questo anime sono senza dubbio i personaggi. Tutti quanti, infatti, hanno una caratterizzazione unica e realistica, una loro umanità che raramente si trova nelle opere in generale e, ancor più, in questo tipo di serie. La componente psicologica dei personaggi principali è sviscerata fino all'osso, vengono messe a nudo tutte le paure, le incertezze, le convinzioni e i rimorsi di ognuno di loro; ciascuno, in seguito alle vicende narrate, mostra una profonda crescita interiore e una maturazione assolutamente verosimile.
Anche la narrazione delle vicende di ciascuno è resa pressoché perfettamente, raggiungendo delle vette di drammaticità e compassione in grado di toccare anche il più insensibile degli animi, aiutate anche da un comparto sonoro piuttosto valido e ben calato nella trama.

Talvolta, però, la serie scivola un po' su alcuni punti, primo tra tutti l'apparente fretta con cui alcune cose vengono gestite, tanto che, spesso, uno spettatore si trova a interrogarsi su alcuni avvenimenti, non riuscendone a capire l'origine o la motivazione. Inoltre, la ricerca forse troppo eccessiva della drammaticità rende la visione talvolta pesante e faticosa.

In sostanza, "Terra e..." è un anime che consiglio assolutamente a tutti coloro che vogliano godersi una serie drammatica e riflessiva, in cui le componenti di azione, per quanto ben realizzate, siano solo in secondo piano, un anime che, parlando di un mondo fantascientifico, sia in realtà una dura metafora sulla nostra condizione attuale e sull'umanità in generale.



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"Uchuu Senkan Yamato 2199" è la riedizione moderna in una serie di OAV della storica prima serie di vicende della Space Battleship Yamato, disegnate e immaginate dalla mente di Leiji Matsumoto, uno dei padri del genere fantascientifico nel fumetto e di conseguenza nell'animazione giapponese.

I valori etici, la carica emotiva ed epica di questa storia passano forte e chiaro attraverso questa travagliata avventura spaziale alla ricerca di un barlume di speranza per la salvezza dell'umanità. La fervida immaginazione di Matsumoto produce epiche battaglie spaziali nel cosmo più profondo ancora prima della creazione del colosso "Star Wars", il che la dice lunga!
Ma, se volessimo scavare nei riferimenti culturali ancora più remoti, forse potremmo arrivare fino ai poemi epici omerici, in cui vi era la rassegna degli eroi che partecipavano alla battaglia, e non ci poteva essere la pace, ma solo vinti e vincitori. E poi ricordiamo il fatto che il Giappone è stato stoicamente l'ultimo Paese ad arrendersi durante la Seconda Guerra Mondiale, evento che nei fatti pose la parola fine alla guerra stessa.
E' con questo stesso spirito strenuo e combattivo che la corazzata Spaziale Yamato parte dalla Terra carica di speranza per i suoi abitanti, sapendo però di poter andare incontro anche a un eventuale punto di non ritorno. "Yamato" una volta era proprio il nome antico del Giappone e demarca simbolicamente tutta la caparbietà del genere umano in questa ultima disperata impresa kamikaze alla ricerca della salvezza.

Siamo nel 2199, e l'umanità è stata costretta a vivere sottoterra in rifugi antiatomici dopo il confronto con un'altra razza aliena, quella dei Gamilonesi, che al primo contatto con la razza umana sembra abbiano incondizionatamente cercato la guerra. Gli attacchi gamilonesi tramite armi nucleari hanno reso la superficie terrestre impraticabile e il pianeta inquinato dalla radioattività a tal punto, che è possibile vivere solo nel sottosuolo; oltretutto le risorse per il sostentamento umano stanno finendo e quindi l'uomo è alla ricerca di un nuovo Eden. C'è poi un punto fondamentale: la principessa Starsha, del remoto pianeta Iscandar, riesce a mandare sua sorella sulla Terra con un messaggio di pace e la speranza di poter guarire la Terra attraverso uno strumento chiamato "Cosmo Reverse", capace di donare una seconda vita alla Terra stessa. Per recuperare il Cosmo Reverse però sarà necessario raggiungere il pianeta Iscandar, lontano migliaia di anni luce, ma, grazie alla tecnologia a onde moventi inviata da Starsha, i terrestri saranno capaci di andare ben oltre la velocità della luce. Perciò, con un equipaggio sceltissimo, la corazzata Yamato parte per la volta di Iscandar, con un nemico insidioso e capillarmente diffuso nella galassia quale l'impero di Gamilon, che ha le sue armate già al confine del sistema solare. L'ultimatum per la Terra e le sue condizioni vitali è fissato convenzionalmente al termine dei 365 giorni dalla partenza della Yamato...

Durante questo viaggio ai confini della galassia l'equipaggio va incontro a un vero e proprio percorso di formazione, verrà a conoscenza di verità dolorose riguardo le prime battaglie tra Terrestri e Gamilonesi, e sarà messo a dura prova riguardo l'effettiva necessità di utilizzare a scopo bellico la modernissima tecnologia a sua disposizione - il motore atomico della Yamato stessa - elaborato a partire dalla gentile concessione tecnologica di Iscandar.
Durante il viaggio sono tante le domande che tormentano i protagonisti, che in pratica si inabissano sempre più nell'ignoto, e devono sempre sperare che Starsha giudichi l'umanità degna di poter ricevere il Cosmo Reverse.
Al termine di ogni puntata, il capitano della nave fa un rapporto dettagliato sugli eventi succedutisi, e come un orologio svizzero sentenzia il tempo rimasto prima che la Terra fermi le sue lancette.

Le battaglie spaziali con questa grafica 3D sono veramente epiche, e non danno un momento di respiro: il più delle volte la corazzata Yamato si trova circondata da un'enormità di nemici, ma, grazie alle grandi capacità intellettuali e strategiche del suo capitano, riuscirà a eludere gli attacchi del nemico e con grande coraggio penetrerà "letteralmente" nel cuore dell'impero gamilonese. Tuttavia, l'impero gamilonese, nella sua intenzione di sottomettere tutte le genti dell'universo alla sua volontà, non ha una voglia malsana di dominio, ma crede di adempiere a un alto dovere morale, l'unico possibile per ottenere la pace nel cosmo, un po' come se la "ragione di stato" giustificasse anche la perdita di un numero indecifrabile di vite.

La caratterizzazione dei personaggi il più delle volte lascia spazio alle vicende corali dei vari popoli che si confrontano in questo universo, ma delle volte ci si confronta anche con i loro sentimenti personali e con gli sviluppi sentimentali, senza scendere mai nello stucchevole, donando anche un sotto-filone sentimentale alla storia. Il chara design dei personaggi ha cercato di ammodernare i volti, pur nel rispetto delle sembianze originali dei personaggi, e secondo me in questo senso è stato fatto un ottimo lavoro.

Nel complesso sono rimasto molto soddisfatto di questa storia ottimamente congegnata, e mi sono avvicinato con grande piacere per la prima volta all'universo di Leiji Matsumoto, i cui disegni su carta non mi hanno mai fatto brillare gli occhi (sia ben chiaro, parliamo sempre di disegni di quarant'anni fa!), ma le cui storie mi hanno fatto letteralmente innamorare, per quanto imperniate di epica e ideali positivi. Ora vedremo se aspettarci o meno un seguito agli eventi di questi ventisei episodi, come nella serie originale.