
“Appena l’ho incontrata, la mia vita è cambiata. Quello che ho visto, quello che ho sentito, quello che ho toccato… Tutto ha cominciato a prendere colore.”
Ci sono alcune serie che non sono solo difficili da raccontare a parole ma sono anche ricche di sorprese e che vanno al di là della mera facciata, quella di una commedia romantica in questo caso. Molti nel commentare positivamente Shigatsu wa kimi no uso ("Your Lie In april"), trasposizione animata del manga di Naoshi Arakawa, si sono trovati in questa duplice condizione di difficoltà, specie nel rispondere alle critiche di chi non vi ha trovato piena soddisfazione. Ci sono, infatti, due reazioni generali a questa serie: o ti rimane indifferente o l'ami!
Molte sono le ragioni e variano a secondo della propria esperienza di vita e della propria opinione su cose come lo stress, la musica, l'amore e la tragedia. Molti hanno, fin dalle prime puntate, fatto inoltre paragoni con Nodame Contabile, altro anime musicale di fama, ma io sono dell'opinione che ogni titolo fa, chi più chi meno, storia a sè e quindi non toccherò questo argomento.

"Abbiamo solo 14 anni! Non porti dei limiti e buttati!"
Shigatsu wa kimi no uso racconta le vicende dello studente di scuola media Arima Kousei, ex bambino prodigio del pianoforte, che dopo il trauma causato dalla morte della madre non riesce più neanche a toccare lo strumento che gli ha dato la fama. La sua vita cambierà in un mese di aprile, nel momento in cui incontrerà una violinista, Kaori Miyazono, di cui si innamorerà pur essendo la ragazza interessata invece al suo miglior amico, Ryouta Watari. Kousei sarà "utilizzato" quindi più volte da Kaori come sostituto del troppo "farfallone" Watari e forzatamente trascinato da lei di nuovo nel mondo della musica per confrontarsi con molti dei suoi traumi, fantasmi e paure.
Le emozioni che provano sia i personaggi di questa serie sia gli spettatori, sono raramente positive o felici. Notevole è, infatti, il dolore che viene manifestato e numerose sono le lotte che i personaggi devono affrontare nel corso dei 22 episodi, in una storia ricca di sentimenti non corrisposti e situazioni difficili.
Una delle critiche più comuni che ho sentito infatti su questo titolo è che, a volte, l'aspetto drammatico viene ad essere percepito come piuttosto forzato e sopra le righe specie se si considerano i ragionamenti e il modo di esprimersi fin troppo adulto dei protagonisti, che altro non sono che dei ragazzi delle scuole medie. Questo in effetti è piuttosto vero ma allo stesso tempo c'è anche da rilevare che Kaori e Kousei sono musicisti e artisti, persone tradizionalmente emotive quindi alla fine non trovo troppo fuori luogo i loro dialoghi poetici.

“La ragione per cui le cicatrici non guariscono quando si tenta di dimenticare, è che tentando di dimenticare si finisce per ricordare”.
Ritengo, invece, che non si possa dare un giudizio globale sull'intera serie senza partire proprio dalla fine, dalla "bugia" del mese di aprile, quindi perdonatemi e vi avviso fin da subito che quanto dirò da ora in poi sarà spoiler.
L'intera serie, infatti, incentra la visuale della storia, da buon shonen, dal punto di vista di Kousei, visuale in cui Kaori viene rappresentata come come una ragazza dal carattere ribelle e coraggioso.
Immagino sia piuttosto logico che, specie per uno spettatore di sesso femminile, sia risultato fastidioso vedere le frustrazioni del povero protagonista nel dover stare al "guinzaglio" di Kaori senza riuscire a starne lontano, spinto a forza in un mondo, quello della musica, in cui non voleva più rientrare per non soffrire più. Viene quasi da pensare "Ma chi te lo fa fare se devi essere messo in una friendzone?" per usare termini attuali.
Quando si legge la lettera di Kaori nell'ultima puntata, però, abbiamo uno straordinario ribaltamento di prospettiva, che ci sorprende proprio nel momento in cui pensavamo di non poterci sorprendere!
Diciamoci la verità, si sapeva fin dalle prime puntate che la storia sarebbe finita in un certo modo, tutto lo lasciava intuire, ma il venire a sapere che l'idea che avevamo di Kaori non era quella reale ha lasciato, almeno in me, un carico emozionale di forte impatto. Per l' intera serie, infatti, Kaori spinge Kousei ad andare avanti in modo che possa tornare a camminare sulle sue gambe e questo pur essendo una ragazza incredibilmente timida e fragile. Facendo del del suo meglio per cambiare la vita della persona amata (ma anche stimata) lei gli lascia uno straordinario regalo: la possibilità di riprendersi la propria vita (e la musica che ne è parte integrante), anche se la stessa Kaori non ne potrà far parte. Non stupiscono così le tante fanart che affolano la rete, da quando questa serie si è conclusa, e che dipingono la protagonista femminile come fosse un "angelo", una presenza momentanea nella vita di Kousei, quasi eterea in grado di farlo andare "oltre".
L'aspetto romantico passa così in secondo piano, quasi un comprimario del tema principale, e si possono perdonare certi temi un po' banali e stereotipati come l'amica d'infanzia e l'amore per una ragazza innamorata del migliore amico. E' stato evidente fin dall'inizio che Kaori e Kousei avevano entrambi dei sentimenti l'uno per l'altro. Le ragioni di Kaori alla fine sono piuttosto chiare: il suo obiettivo fin dall'inizio è stato quello di restituire Kousei alla musica. Nella realizzazione di questo proposito la ragazza ha impiegato tutte le sue restanti energie, mettendo da parte i suoi sentimenti, e regalandoci quindi una storia d'amore tragica ma a mio avviso bella e piuttosto ben strutturata.

"E' durante la notte che le stelle brillano!"
E' sullo sviluppo dei personaggi che KimiUso ha fatto un lavoro incredibile. Kousei, alla fine della storia, riesce a superare le sue paure mentre i suoi rivali di sempre, Takeshi e Emi, riescono a superare il fantasma che si erano anch'essi creati. Lo stesso Kousei era divenuto per loro infatti quasi un feticcio, uno scoglio senza il cui confronto essi si sentivano incompleti, incapaci di andare avanti per la loro strada pur ottenendo lo stesso un discreto successo. Lo sblocco psicologico, che entrambi riescono ad ottenere nel corso della serie, gli consentirà di vivere la loro passione in maniera più serena e a braccetto con lo stesso "rivale" di sempre divenuto non certo un "amico" in senso stretto ma un "collega" con cui si dividono sogni e dispiaceri. Passione per la musica che grazie a Kousei riesce a vivere pienamente anche la piccola Nagi, per cui era primario raggiungere il fratello e basta. L'amica d'infanzia Tsubaki riconosce finalmente i suoi sentimenti, non rimanendo imprigionata nel suo personaggio e trovando la forza di urlare ciò che prova a se stessa e a chi ama e fa niente che per capirlo ne debba fare le spese il povero senpai con cui usciva. Di Kaori ho già detto, ha avuto modo di vivere la sua vita al massimo e seppure il suo atteggiamento potrà non piacere ad alcuni spettatori
Il lato tecnico è un altro fattore vincente di questa serie: animazione, musica e voci dei personaggi denotano un lavoro davvero di ottima fattura del regista Kyohei Ishiguro e della A1 Pictures per la produzione. Basta comparare la fedeltà dei fondali disegnati con la realtà per rimanere con un senso di meraviglia che pervade lo spettatore per tutta la visione della serie, in special modo per la fluidità delle animazioni durante le esibizioni musicali e per la brillantezza dei colori di un Giappone quasi da favola, quello che piace a noi stranieri.
Data la lunghezza dei dialoghi non si può inoltre non riconoscere la bravura di Risa Taneda (Kaori) e Natsuki Hanae (Kousei) perchè hanno portato il peso della storia praticamente sulle loro spalle.
Un titolo incentrato sulla musica non può esimersi da un lavoro adeguato sulla OST, e questa certamente non delude! La parte del leone è chiaramente lasciata alla musica classica: 14 brani, alcuni dei quali famosissimi come la sonata per pianoforte n. 14 "Chiaro di luna" o la Sonata per pianoforte e violino in la maggiore n. 9 ("a Kreutzer"), entrambe di Ludwig van Beethoven, eseguiti da artisti di altissimo livello.
All'altezza di queste pietre miliari rimane anche la OST originale, che fa egregiamente il suo lavoro. Le OP, come la prima "Hikaru Nara" dei Goose house (passati dalle cover in streaming alle sigle "vere" senza colpo ferire) operano un curioso contrasto con la struggente seconda ED "Orange", rivelando così la natura agrodolce della serie stessa.
Nel complesso, KimiUso è un adattamento incredibile, e completamente fedele al manga e forse proprio qui si può trovare una sua pecca. La serie copre infatti esattamente 2 capitoli per episodio (22 episodi da 44 capitoli) trascinando in essa tutta la sequela di dialoghi che si trovavano su carta. Questo a mio avviso appesantisce la serie in sè, non dando sempre il giusto spazio alla potenza della musica e alla bellezza delle immagini. Questo è, a mio avviso, uno dei casi in cui la fedeltà al cartaceo non premia e anzi funge da zavorra alla serie animata. Con meno puntate e monologhi il fluire stesso della serie ne avrebbe solo che giovato.
Nel complesso, KimiUso è un adattamento incredibile, e completamente fedele al manga e forse proprio qui si può trovare una sua pecca. La serie copre infatti esattamente 2 capitoli per episodio (22 episodi da 44 capitoli) trascinando in essa tutta la sequela di dialoghi che si trovavano su carta. Questo a mio avviso appesantisce la serie in sè, non dando sempre il giusto spazio alla potenza della musica e alla bellezza delle immagini. Questo è, a mio avviso, uno dei casi in cui la fedeltà al cartaceo non premia e anzi funge da zavorra alla serie animata. Con meno puntate e monologhi il fluire stesso della serie ne avrebbe solo che giovato.
Shigatsu wa kimi no uso rimane comunque una serie notevole, forse una delle migliori a mio avviso della seconda parte del 2014. Titolo in grado di superare gli stereotipi dello shonen romantico e a sorprenderti con il cambio di prospettiva finale. Tecnicamente una gioia per gli occhi e le orecchie. Serie comunque che giudico non per tutti a causa della pesantezza di alcuni passaggi, dovuti all'estrema fedelta ai dialoghi del manga, e all'aspetto "drammatico" nettamente prevalente, nonostante la presenza di siparietti comici, che certo non rientrerà nei gusti di chi si aspetta una serie romantica tout court.
Pro
- Musica vera gioia per le orecchie
- Comparto grafico di alto profilo
- Crescita personale dei personaggi
Contro
- Eccessiva pesantezza di certi dialoghi e monologhi
- Qualche puntata in meno sarebbe stato meglio
La cosa che meno ho apprezzato di questa serie è la gestione della madre di Kousei, o perlomeno il modo in cui hanno chiuso quella "sottotrama". D'accordo, serviva dare a Kousei un trauma che gli impedisse di suonare altrimenti non ci sarebbe stata alcuna storia, ma il "se non riuscirà a suonare perfettamente ogni brano senza sbagliare nemmeno una nota non potrà guadagnarsi da vivere quando non ci sarò più" non mi sembra una motivazione sufficiente a frustrare il proprio figlio appena adolescente tanto da lasciargli traumi psicologici talmente gravi che ha seriamente rischiato di abbandonare per sempre la musica, a meno di non essere membri della famiglia Mishima di Tekken. Avrei trovato più comprensibile se avessero puntato almeno parzialmente sulla frustrazione della madre per non poter più suonare e quindi il suo proiettare il proprio desiderio e le proprie speranze sul figlio; o perlomeno che non avessero chiuso tutto con un semplice "ti ha sempre amato" e fine...
Altra cosa che ritengo limiti l'opera è la ridondanza di diverse scene o tematiche che finiscono per appesantire la narrazione, quando in realtà non c'era alcun motivo per insistere così tanto su esse avendole già ampiamente sviscerate in altri episodi. Leggendo del rapporto capitoli:episodi, mi viene da pensare che una serie di circa 16-18 episodi sarebbe riuscita meglio. Ma considerando che bisogna anche sottostare alle programmazioni televisive, e che 13 episodi erano probabilmente troppo pochi, direi che i produttori hanno fatto il possibile, in fondo 22 episodi sono già meno di una normale serie da 2 cour.
A parte questi due difetti, ritengo Shigatsu una serie meritevole di almeno una visione, perchè ha personaggi ben caratterizzati e una storia ben scritta che ha qualcosa da raccontare e da lasciare allo spettatore. Avrei preferito si fosse dedicata di più ai musicisti secondari, in quanto gli episodi con la prima performance della rivale di Arima e quello col duetto con la sorella sono gli episodi che mi sono piaciuti più di tutti.
Non mi soffermo sull'aspetto tecnico, che è davvero ottimo sia come paesaggi, colori e animazioni, sia come musiche, sicuramente in grado da solo di alzare il giudizio complessivo dell'opera.
Ad impedire il mio pieno apprezzamento dell'opera, tuttavia, è stata una questione di tipo emozionale. Invidio davvero tantissimo tutti quelli che si sono emozionati, hanno sofferto e hanno pianto durante la visione, avrei davvero voluto riuscirci anch'io. Invece sono rimasto emotivamente freddo per praticamente tutta la serie, tanto che alla fine mi sono (quasi) sentito triste per non essermi sentito minimamente triste.
Shigatsu wa kimi no uso mi è piaciuta, la ritengo una buona serie, ma mi spiace non sia riuscita a restarmi nel cuore come aveva le potenzialità per fare.
Non sono d'accordo con la critica al fatto che sia così fedele al manga, io l'ho trovato uno dei suoi punti di forza. Io ho seguito sia il manga che l'anime e trovo che sia stata una trasposizione ottima, che non mi è risultata in alcun modo pesante.
Inoltre, e penso sia importante farlo presente, il manga si è concluso con il capitolo 44 uscito a febbraio 2015, poco più di un mese prima della fine dell'anime (tanto è vero che l'ultimo volume deve ancora uscire), quindi non penso sarebbe stato possibile farlo con meno episodi.
Decisamente più interessanti e meglio caratterizzati i personaggi secondari e su tutti la migliore amica, lei sì che mi ha fatto tanta pena...
Punto.
Tecnicamente è qualcosa di sublime, animazioni del genere non le vedevo da tempo e le musiche sono qualcosa di eccezionale.
L'unico vero limite di questa serie è la sua "settorialità": se non si è musicisti certi ragionamenti di Arima non li si potrà mai capire ed interiorizzare.
Fatevene una ragione, è così.
Sui personaggi secondari avrei molto da ridire, specialmente su Tsubaki. É la classica e stereotipatissima amica d'infanzia innamorata di lui ma che non ha il coraggio di dirglielo perchè ha paura di perderlo. Piuttosto, accetta di uscire con un altro per chiarirsi le idee. Scusa, ma io girerei molto lontano da una persona del genere, smidollata, incapace di essere d'aiuto (anche nell'infanzia poteva tentare di fare qualcosa per il problema della madre di Kousei) e incoerente (si, dichiariamoci al primo sconosciuto e non alla persona che mi piace davvero, almeno è meno faticoso e cosi prendo le distanze dal mio vero amore!). E inoltre, sta tutto il tempo a lamentarsi che la musica glielo sta portando via. Brava, forziamo gli interessi di qualcuno solo perchè poi può masturbarcisi sopra (tanto non riesce a dirgli che gli piace) Per quanto riguarda gli altri, Nagi serve per fare episodi filler e Ryouta è completamente INUTILE. Purtroppo è cosi. Sono messi molto meglio i due criticati da te che gli altri, anche se il dramma della madre di Kousei è un pò ridicolo per il fatto che il protagonista gli rimane attaccato affettivamente nonostante le botte.
E si, è uno dei migliori anime del 2015.
Sul fatto che come ha scritto qualcuno "bastano due feels per fare una serie simile"... beh, il fatto che un anime ti faccia emozionare è il metro di paragone per distinguere un buon anime da uno mediocre...
Tecnicamente eccelso, storia per una volta che va oltre la storia d'amore (il tema dell'anime è un'altro...) e scritta benissimo, qualche sbavatura sicuramente (tipo alcuni personaggi secondari ... che sono forse troppo secondari o di riempitivo), ma alla fine ci sono pochi anime nel 2015 che siamo migliori. E non me ne viene nessuno che sia migliore nel suo genere.
Se non vi siete emozionati vedendolo... beh, avete forse un cuore ormai troppo abituato o distaccato dagli anime.
Mah, a me pare proprio l'esatto contrario. Shigatsu ha un modo piuttosto fantasioso di rappresentare il settore musicale, tanto da tralasciare qualsiasi discorso di tipo tecnico riguardo la vera e propria musica. E' proprio fatto a prova di chi non è avvezzo a questo campo. I "ragionamenti" di Arima sono piuttosto perenne profusione di frasi a effetto atte a far colpo sul giovane pubblico cui la serie è indirizzata. Basta pensare alle reazioni da tifo da stadio del pubblico durante le audizioni e l'andamento "stile spokon" delle stesse (trovamelo nella vita reale qualcuno che si metta a improvvisare durante un'audizione, no sul serio, trovamelo) con infarcimento continuo di metafore visive durante le performance, per rendersi conto che il realismo non è un fine fondamentale dell'anime, quanto piuttosto il fatto di voler suscitare emozioni nello spettatore. Il che non è necessariamente negativo, ma di fatto rende la musica subordinata al resto - come lo era nello stesso, splendido Sakamichi no Apollon o addirittura in Beck, sebbene quest'ultimo tenesse molto, ma molto più in considerazione gli aspetti pratici che comportano suonare uno strumento.
Se uno cerca una serie che dia una visione completa del musicista, nella sua interiorità come nelle questioni professionali, dovrebbe andare a guardarsi Nodame Cantabile, non certo quella che è prima di ogni cosa una commedia sentimentale per ragazzi.
Quindi di Shigatsu mi puoi venire a dire che è una bella storia per ragazzi e così via, ma non certo che non si possa apprezzare appieno se non si è musicisti.
Voto troppo basso imho, una serie del genere non sarà la migliore di sempre, ma considerato il panorama anime degli ultimi 5 anni andava premiata maggiormente.
Ciò detto, rimane una serie carina. Occorre però considerare che non è ancora conclusa e manca l'OAV finale.
Di kimiuso non mi sono piaciute l'eccessiva enfasi e ridondanza, la verbosità e i personaggi, che non ho trovato particolarmente gradevoli sotto nessun punto di vista. In particolare Kaori e Arima non mi sono piaciuti, mentre i secondari, per quanto gradevoli, credo che li dimenticherò entro 12 mesi. Tutta quest'enfasi l'ha reso, ai miei occhi, troppo artificioso.
A me piacciono le storie che puntano tanto sull'emozione, perché tanto sono una persona distaccata nella vita reale, tanto più mi emoziono con la fiction, che siano film, anime, manga, libri ecc, ma questa serie non mi ha trasmesso nulla, nessuna particolare emozione. Certo mi è dispiaciuto per le avversità provate dai protagonisti, ma le ho vissute con molto distacco, io che sono una piagnona non ci ho speso neanche una lacrima su questa serie. Tutto questo per dire che non esiste niente di oggettivo in una serie che punta tutto sull'emozione e il sentimento, perché sono cose che più soggettive non si può, quindi non arriveranno mai a tutti nello stesso modo. A me da Kimiuso non è arrivato nulla, ma comprendo benissimo che per altri sia stato il contrario, e non è questione di essere o meno musicisti o appassionati di musica, uno dei manga/anime che più mi ha emozionata è stato Slam Dunk e non sono una cestista, né appassionata di sport in generale o di basket in particolare.
Se qualcuno quindi considera Kimiuso un capolavoro di perfezione, buon per loro, accetto pur non condividendo, odio usare parole come "sopravvalutato" e non lo farò certo in questo caso, perché sono sempre stata dell'idea che le emozioni si vivano a modo proprio e non esiste sopravvalutare o sottovalutare le stesse, al contempo però, credo che gli estimatori di questa serie dovrebbero anche accettare il fatto che non tutti abbiano provato le stesse cose guardandola solo per una semplice questione di percezione e ricezione delle emozioni, e non perché siamo degli "insensibili", "guardiamo gli anime con distacco", "non possiamo capire cosa si provi in tale situazione". Ci sono dei sentimentaloni che guardano anime con tutta la passione possibile e non cercano il pelo nell'uovo né originalità a tutti i costi a cui questa serie non ha detto nulla, e non è colpa né della serie in sé né di chi l'ha guardata, semplicemente le emozioni non sono a comando e non sono per tutti uguali.
Dimenticavo: tecnicamente è molto molto bello, ho adorato la grafica!
Per quanto riguarda la solita diatriba sopravvalutato o capolavoro io me ne tiro fuori, mi pare esagerato dare appellativi del genere a degli shonen quindi a titoli dedicati ad un target maschil in età adolescenziale...esistono titoli che danno emozioni o meno, che appagano gli occhi o meno
in wuesto ovvuamente concordo con il ragionamento di Arashi
Ed invece secondo me è il contrario.
La vicenda umana è un pretesto per mostrare il modo in cui un musicista, che vive di sola arte, interiorizzi le cose brutte della vita.
Lo si capisce dai discorsi di Arima ("La musica mi ha tolto tutto ciò che mi era caro.") e dei vari protagonisti sul come la musica sia l'unico mezzo che hanno per esprimere le proprie emozioni agli altri. Allo stesso modo non ci si soffermerebbe sulle scene nelle quali la musica si "colora" e trasmette emozioni al pubblico (le emozioni dei musicisti, appunto). Per non parlare dei discorsi di Kaori sulla libertà di vivere lo spartito come meglio si crede che sono quanto di più entusiasmante questo anime possa offrire.
Queste sono sfumature che possono apparire banali a chi la musica non la vive in prima persona sia come esecutore che come compositore, ma non si può dire che appartengano esclusivamente ad una narrazione di tipo commerciale.
E' vero, magari si parla tanto e con molte frasi ad effetto, ma diciamoci la verità, c'è ben di peggio in giro e di sicuro Shigatsu non rientra in questa categoria.
Guarda, io non sono musicista (se non contiamo tre anni di flauto alle medie, ma allora lo saremmo tutti...) ma sono stati proprio quei discorsi sulla libertà di vivere lo spartito, quelle emozioni in musica, il modo in cui tutti si siano avvicinati al piano o al violino perchè trascinati dalla passione di Kousei... è bastato questo a farmi commuovere più volte, ben prima del finale.
Io non parlerei di vicende umane in contrapposizione o in subordinazione alla musica, nè viceversa; in questo titolo sono assolutamente inscindibili. Senza le vicende umane tutto quello di cui hai parlato non esisterebbe, e senza la musica i personaggi mai avrebbero potuto interagire, e Kaori sarebbe stata un'altra ragazzina timida e malaticcia qualunque. La potenza di Shigatsu è come le vicende umane si intrecciano con l'arte, creando i personaggi stessi - nel bene e nel male.
>> ATTENZIONE SPOILER <<
(che poi io ho subito un trauma bruttissimo alla fine... ho passato l'intero anime convintissima che Kaori sarebbe sopravvissuta - pensavo di aver visto spoiler di scene finali con i due insieme, ma probabilmente era la scena della lettera... lascio immaginare lo spiazzamento e la quantità di 'no no nO NO' quando ho realizzato la verità)
Su certi passaggi l'anime è stato davvero troppo pesante, con minuti e minuti di dialoghi interiori in cui si ripeteva sempre lo stesso concetto, salvo poi ripescarlo qualche episodio più avanti e riaffermare le stesse cose. Troppo, per me.
Per quanto riguarda i personaggi ho trovato un pochino più simpatici i secondari, mentre Kaori non mi è mai piaciuta (anzi, è andata sempre peggiorando) e Arima è non pervenuto, nel senso che non è nemmeno riuscito a starmi antipatico
Come detto da altri Shigatsu è una serie che punta sull'emozione e sulle lacrime ma nonostante questo a me è personalmente riuscito al massimo a farmi inumidire gli occhi.
Il lato tecnico è ciò che salva la baracca, ma non riesce a portarmelo oltre ad un 6.
Non mi posso definire un musicista, poiché non ho mai fatto conservatorio, ma ho studicchiato pianoforte e amo la musica in generale, quindi mi sono sentito vicino, agli argomenti della serie. Li trovo azzeccati, anche se modificati per essere fruibili ad un pubblico giovane, ma intensi nel loro modo di essere raccontati e ben intrecciati tra loro. Infatti, la trama secondo me si svolge attorno al rapporto tra Arima e la musica e tra Arima e Kaori, regalandoci quella che per me è stata una vera e propria perla. Non nascondo di essere uno che si emoziona molto facilmente, ma questa serie mi ha fatto piangere sconsolato nel finale (ancora non posso vedere un'immagine o sentire una canzone dell'anime senza provare una fitta al cuore).
Non è perfetta, ma non si merita le aspre critiche che gli vengono scagliate.
Non vedevo l'ora di sapere come continuava e la musica mi rapiva, invece che "stufarmi".
Bellissimo anche l'ultimo episodio nonostante le rivelazioni, spiazzano un casino e fan venir voglia di dire "ma perché" ?!?!
Evidente che così gli si deve dare una seconda rilettura per capirlo meglio
Complimenti Ironic!
Ha pregi e difetti ma sicuramente mi ha colpito ed emozionato. Dal punto di vista grafico poi erano anni che non mi succedeva di dire alle primissime immagini di una nuova serie: WOW!!!!!
Guarda, io non sono musicista (se non contiamo tre anni di flauto alle medie, ma allora lo saremmo tutti...) ma sono stati proprio quei discorsi sulla libertà di vivere lo spartito, quelle emozioni in musica, il modo in cui tutti si siano avvicinati al piano o al violino perchè trascinati dalla passione di Kousei... è bastato questo a farmi commuovere più volte, ben prima del finale.
Io non parlerei di vicende umane in contrapposizione o in subordinazione alla musica, nè viceversa; in questo titolo sono assolutamente inscindibili. Senza le vicende umane tutto quello di cui hai parlato non esisterebbe, e senza la musica i personaggi mai avrebbero potuto interagire, e Kaori sarebbe stata un'altra ragazzina timida e malaticcia qualunque. La potenza di Shigatsu è come le vicende umane si intrecciano con l'arte, creando i personaggi stessi - nel bene e nel male.
(che poi io ho subito un trauma bruttissimo alla fine... ho passato l'intero anime convintissima che Kaori sarebbe sopravvissuta - pensavo di aver visto spoiler di scene finali con i due insieme, ma probabilmente era la scena della lettera... lascio immaginare lo spiazzamento e la quantità di 'no no nO NO' quando ho realizzato la verità)
Si riesce a percepire davvero la passione dei personaggi e la trama è davvero bella. Mi dispiace davvero tanto per il finale [ATTENZIONE POSSIBILE SPOILER], ma fa capire anche come il suo mondo può andare avanti nonostante tutto.
(P.S.- Spero di non aver svelato troppo)
Comunque consiglio a tutti di vederlo e se qualcuno conosce un anime simile o stesso genere, vi pregherei di mandarmi un messaggio con il titolo.
Grazie
Di sicuro quando dovrò consigliare un buon anime a tema musicale non andrò per Shigatsu.
Ringrazio ancora l'autore di questa recensione che mi ha spinto ad iniziare un anime che, visti i miei gusti personali, senza una spintarella non avrei mai notato.
Grazie Ironic-san
Dispiace che, come molti altri, l'ho trovata un po' pesante e ridondante su certi aspetti, come l'eccessivo ammorbo/piagnistei/drammi e l'eccessivo ripetere ossessivamente certi concetti in più puntate.
Ha il suo punto debole nel protagonista un po' troppo ameba la cui crescita, nella parte finale, non è granché tangibile, mentre la protagonista femminile, con la sua allegria e il suo carattere solare, mi ha subito fatto innamorare e credo che farebbe questo effetto a qualsiasi spettatore maschio di carattere un po' insicuro. Purtroppo gioca molto il fatto che, a livello personale, non mi interessa la musica classica e tendo a detestare i personaggi insicuri e amebe che mi somigliano, quindi non ho apprezzato questa serie al 100% come pensavo dai primi episodi, ma l'ho comunque gradita molto.
Complimenti per la bellissima recensione.
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